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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/07/16 in tutte le aree

  1. Avevo scritto tre post in cui spiegavo le ragioni tecniche dei punti evidenziati e dubbiosi, per qualcuno, ma poi mi sono detto che: se chi sta analizzando la moneta sa davvero leggere e capire da solo di cosa si tratta e qual è la genesi di quei " difetti" non c'è ragione che gli spieghi io quel che già si presume sappia... Se chi ha "esplicato" le ragioni di quei punti, invece, non sa "leggere" quale ne sia la genesi , è inutile che mi metta a spiegarglielo io, visto che per lui quella che rilascio io non è una VERA perizia,( evidentemente al sua lo è ? ) ma è di questa invece che, secondo lui,avrebbe bisogno la moneta....qualunque cosa dica io non varrebbe nulla... Pertanto ho cancellato i tre post e preferisco adeguarmi al Dantesco insegnamento... L'infallibilità è solo del Papa e per dogma, quindi se del caso ne riparleremo...
    2 punti
  2. Non entro nel merito circa la moneta, non essendo esperto di questa monetazione. Intervengo invece circa le differenze di aspetto che si possono riscontrare in fotografie della stessa moneta. Qualche esempio (foto fatte al volo, ci si può sbizzarrire ben di più). Le uniche operazioni di postproduzione sono state il ritaglio e la compresssione. Apparecchio reflex, su stativo, stessi parametri di ripresa, illuminazione anulare e retroilluminazione a led, diverso bilanciamento del bianco. . Tutto uguale all'ultima foto ma, rispettivamente senza retroilluminazione e con illuminazione con doppio proiettore Compatta a mano libera, rispettivamente con luce naturale e luce artificiale a led: Questo per le immagini. Per il resto aspetto la replica di Tinia, che mi auguro arrivi presto.
    2 punti
  3. Anche secondo me la patina è assolutamente la stessa, tuttavia la foto "non professionale" è stata scattata con la moneta leggermente inclinata verso la fonte luminosa, a ciò è dovuto l'effetto lucido dei fondi che, come chiedevo/pensavo, sono spianati (?) e dunque danno questo aspetto.... per tutto il resto, vi leggo con grande attenzione....
    2 punti
  4. Ciao Akil, piacere di conoscerti. Dici di essere stato in età lavorativa nei primi anni del Novecento, dunque ti sarai confrontato col tallero del re Umberto I, quello con effigiato un uomo dalla grande corona e dai mustacchi imponenti. Infatti se ti fosse capitato tra le mani un Tallero d'Italia avresti sicuramente (visto che il tondello monetato, l'argentum signatum appunto, per tua stessa ammissione manco lo guardavi) poggiato il tuo pollice sul fermaglio dei capelli dell'italica rappresentazione muliebre, del tutto identico per dimensioni e per forma a quello della pettoruta imperatrice asburgica. Caro Akil, ti devo confessare che sono irato nei confronti di chi, con fare persuasivo e con sorriso ammiccante, ha cercato di far passare te e i tuoi colleghi commercianti e conterranei eritrei per una massa di ignoranti facilmente gabbabile. Hanno tentato, i governanti italiani, supponenti e sprezzanti del retaggio culturale tuo e dei tuoi conterranei (certamente diverso da quello occidentale europeo, ma senz'altro esistente e non ignorabile) di farti fesso pretendendo di farti cambiare tranquillamente il tallero di Maria Teresa con quello con ritratto l'uomo dai grandi mustacchi e l'imponente corona, magari sussurrandoti suadentemente che la nuova grande moneta italica, addirittura, era più pesante di quella dell'imperatrice. Tutto vero, per carità, ma tu e i tuoi colleghi commercianti, e forse qualche capo tribù più sveglio di altri, avete iniziato a porvi delle domande sul contenuto di argento delle nuove monete italiche. Per voi, giustamente, il cambio alla pari doveva riferirsi alla stessa quantità d'argento. Ed è proprio qui che l'italico invasore fece male i suoi conti, li fece senza l'oste....eritreo! Solo un pazzo - e tu Akil lo sai bene, non è vero? - avrebbe cambiato alla pari la moneta della grassa signora (28,066 g di Ag al titolo 833/.., dunque con un fino di 23,37 g) col tallero italiano da 5 lire, moneta decimale a tutti gli effetti, pesante 28,12 g d'Ag 800/.. ed avente un fino di "soli" 22,5 g (pari a quello degli scudi dell'Unione Monetaria Latina, ecco perché la moneta coloniale italiana era a sistema decimale perfetto)!!! Per non parlare del cambio di un tallero di Maria Teresa con gli spezzati italiani umbertini concepiti per la Colonia Eritrea! Facendo quattro conti, infatti - e tu Akil te ne sei accorto quasi subito non è vero? - si capisce che la fregatura avrebbe avuto proporzioni ancora più grandi! Ebbene si, carissimo amico eritreo vissuto nei primi anni del Novecento, è proprio questa la mia verità sul fallimento della monetazione coloniale per l'Eritrea emessa a nome del re Umberto I. Diversa è quella sul fallimento del Tallero d'Italia, ma per adesso me la tengo per me, in attesa di altri contributi da parte di questa stimolante platea di numismatici. Caro amico Akil, ti saluto cordialmente e ti abbraccio.
    2 punti
  5. Segnalo questa notizia curiosa riportata dall'agenzia di stampa di stato russa circa il rinvenimento a Phanagoria (sito archeologico della regione di Krasnodar, di fronte alla Crimea) di un frammento di una stele di Dario I, datata al V sec. a.C. La stele sembrerebbe, stando alle prime analisi, fare riferimento ad un trionfo di Dario a seguito della repressione della rivolta ionica, forse a Mileto. Su come il frammento di stele possa essere arrivato fino a là é stato ipotizzato preliminarmente un possibile reimpiego come zavorra in una nave da carico. L'articolo é in inglese. http://tass.ru/en/science/892592
    2 punti
  6. Circa l'immagine al verso, lo "stemma" non è l'unico dettaglio che mi lascia perplesso. Sopra lo "stemma", una mandorla raggiante racchiude una santa figura orante e tunicata: potrebbe essere la Vergine, ma nessun attributo specifico lo conferma (il nimbo e la tunica sono troppo generici). Ai lati dello "stemma", due santi sono dotati invece di accessori ben caratterizzati: il destro ha un bastone da viandante e una bisaccia, e potrebbe essere San Colombano pellegrino e fondatore del cenobio; l'altro ha due chiavi, quindi è certamente San Pietro. Ma anche sul loro aspetto ci sono alcuni problemi. Di solito, Pietro è raffigurato con folti capelli e veneranda barba bianchi, mentre qui il personaggio appare imberbe e giovanile. Poi, il bastone di Colombano ha una specie di elsa, quasi come la spada di Paolo (l'apostolo delle genti spesso raffigurato in coppia con Pietro). A tutto ciò, aggiungiamo lo "stemma": che tutto pare, tranne che uno stemma... Innanzitutto perchè non ha uno scudo, o (per meglio dire) ha un contorno che solo nella porzione superiore può somigliare a uno scudo. Poi, dispone di una corona: ornamento che giustamente lascia perplesso @sandokan... e che oltretutto è una corona chiusa, ossia quella pertinente a principi reali, re e imperatori... La figura dello "stemma" non conduce a Bobbio, di sicuro non è lo stemma civico. Visto così, sembra quasi lo stemma della Baviera... ...ma non riesco a capire in che modo collegare la regione meridionale tedesca alla cittadina appenninica...
    2 punti
  7. Caro @MezzaPiastraPupillare ,sono morto da molti anni. Mi presento sono Akil,indigeno eritreo commerciante,che ha vissuto il meglio della vita nei primi anni del '900. Inizio subito col dirti,anzi gridarti...per me il bottone è tutto!!! La vecchia,grassa e bianca che è sul tondello di argento,non so chi sia!! E detto in tutta sincerità neanche mi interessa....per me il tallero NON È UNA MONETA intesa come la intendi tu,ma bensì una moneta merce,un lingotto, un sorta di aes signatum. Nelle mie transazioni commerciali visiono migliaia di talleri,col polpastrello,senza neanche guardare il tondello,capisco se è usurato e di conseguenza regolo la transazione. Capirai che su migliaia di talleri il contenuto di fino per me è fondamentale! Nessuna altra moneta mi permette,con questa facilità e sicurezza di concludere efficacemente una transazione....e poi...siamo abituati da sempre così!! Persino il "tallero" con l'immagine di Menelik...IL RE!....ha fallito! Saluti Akil
    2 punti
  8. Intanto possiamo lustrarci gli occhi con i due fantastici pezzi in raccolta ANPB in asta Varesi, grandissimi ritratti per un confronto...
    2 punti
  9. Lo studio dei vittoriati è veramente complesso e la classificazione del Crawford non è molto esaustiva. D'altra parte sono stati usati moltissimi conii ed è in corso uno studio per un Corpus dei vittoriati, a cura di Pierluigi Debernardi, uno studio veramente difficile e impegnativo. Solo per RRC 53 sono stati esaminati 530 esemplari, con ben 527 conii D/ e 522 conii R, con un peso medio generale di 3,13 g: in pratica quasi ogni esemplare noto risulta essere battuto da un conio diverso, anche se sono noti vari incroci di conio. Un pò problematica è perfino la distinzione tra RRC 44/1 e 53/1. A titolo molto esemplificativo pongo un confronto tra RRC 44/1 e RRC 53/1: Per RRC 166 non è stato ancora fatto un esaustivo esame dei conii, che comunque dovrebbero ammontare a poco più di 125 per lato. La media è sui 2,7 grammi ed è sicuramente una emissione più tardiva, circa intorno al 170 a.C.. Purtroppo è difficile classificare correttamente i vittoriati anonimi.
    2 punti
  10. ecco l'estratto indicato da @gigetto13
    2 punti
  11. Vi chiedo gentilmente un Vs. parere sulla conservazione, grazie e buone ferie a tutti. Daniele
    1 punto
  12. Ho seguito con interesse la discussione, pur non essendo un fan delle monete imperiali, senza intervenire nel merito, non avendone le competenze, in quanto la trovavo interessante e pacata. Dal canto mio mi sono limitato a mettere in guardia circa i rischi connessi ad esprimere opinioni troppo nette basandosi sul confronto di foto diverse di una stessa moneta. Attendevo la replica di Tinia ed ho avuto la fortuna di poterla leggere, essendo in linea, prima che fosse cancellata. Tra l'altro i punti espressi confortavano l'idea che io stesso, pur essendo un somaro totale in imperiali, mi ero fatto circa alcune caratteristiche del pezzo oggetto della discussione. Tinia ha cancellato le sue repliche "tecniche". Ha fatto bene? Ha fatto male? E' vero che la discussione é stata nella maggior parte del suo svilupparsi corretta ed orientata ad un'analisi "tecnica" (pur con gli enormi limiti derivanti dal fatto di basarsi in larga misura sul confronto di foto molto diverse, di cui sopra). Ma é anche vero che nel momento in cui, dopo aver sollevato dubbi legittimi (i dubbi lo sono sempre) sulla moneta, si scrive che la moneta va fatta vedere ad un perito, ad "uno che non sia di parte", che senso ha la replica di Tinia? Tinia é di parte. Che senso ha per lui replicare? Credo che l'invocazione ad un'autorità "terza", senza nemmeno attendere la replica di Tinia, sia il fattore che ha ucciso la discussione. A questo punto non resta che attendere il verdetto eventuale di un perito "non di parte", ammesso che il proprietario del sesterzio abbia l'intenzione di seguire l'invito (se fossi in lui risparmierei i soldi). PS Quanto detto solo per quanto riguarda gli aspetti "forumistici" della faccenda. Non entro nel merito del fatto che Tinia potrebbe aver percepito in alcune frasi elementi lesivi della sua professionalità: é un'altra storia che riguarda solo lui.
    1 punto
  13. Peccato, perché i dubbi sono stati posti - mi pare - sempre con rispetto nei confronti di chi ha visto la moneta in mano, e riconoscendone l'esperienza e professionalità. Leggere un diverso e documentato punto di vista permetterebbe a molti di imparare qualcosa e di sviluppare una bella discussione. ciao e grazie ES
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  14. Ciao @gionnysicily, una ingenua richiesta di chiarimento: temi che il conio sia autentico, ma pasticciato oppure un falso tout-court? Il mio contributo da due lire: la ripatinatura mi sembra evidente. Il nerastro ha esattamente una struttura "verniciata" da patina artificiale.Inoltre, il ridimensionamento della spalla al rovescio potrebbe derivare proprio dalla rimozione di uno strato antecedente. E' difficile giudicare da una foto, ma così sembra. Io, per le ottime indagini ed i contributi degli utenti, tutti, propenderei per autentica, ma rimaneggiata. Ricordiamoci anche che ACR qualche imprevisto lo ha avuto in diverse aste. Può non essere il caso del Sesterzio di cui sopra, ma insomma. Personalmente, io prima di innamorarmi di una moneta la faccio periziare da un ottimo perito e metto in conto il costo della perizia nel prezzo totale pagato. Preferisco un qBB originale ad un qSPL ritoccato. Prendo sempre monete da aste affermate e venditori autorizzati, ma i pareri son diversi e i bronzi romani autentici, soprattutto in buoni stati di conservazione, sono più rari di quanto si pensi. Questo vale ancor di più per dupondii, assi, sesterzi, forse i più ritoccati, anche se ho portato anche qualche antoniniano sotto la lente di ingrandimento dell'esperto. Insomma, magari un giretto dal perito lo farei fare.
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  15. Dunque, grazie ad @apollonia , abbiamo saputo che la moneta ha avuto un passaggio in un asta del 2013, per completezza, essendomi documentato, aggiungo che non è stata venduta,in queste situazioni di invenduto i casi sono due o viene comprata successivamente oppure viene restituita al legittimo proprietario, quali delle due situazioni sia successa non sono in grado di stabilirlo.....però questo indubbiamente potrebbe ( uso il condizionale perchè non sono esperto in foto ) anche chiarire il dubbio del colore delle foto e delle eventuali differenze, aspettiamo le foto dei bordi per avere maggiori dettagli ma anche io sono convinto, visto il caso del Traiano, che una perizia farebbe chiarezza. Rispondo a @Sator allego una foto dove il piano e qualche lettera sono state ritoccate, la " I " stranamente, considerato il modellato delle altre lettere non esiste quasi più.
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  16. Se metti i punti interrogativi rendi più facile capire se stai chiedendo qualcosa o stai facendo delle affermazioni. Comunque a mio avviso il valore è sui 150-180 euro.
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  17. Gia fatto gelati a tutta la famiglia,grazie @nando12
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  18. Andando per esclusione:lettere e numeri singoli non possono essere,tra i simboli escluderei rosetta e corona,potrebbe essere una crocetta o,come hai detto,una mezzaluna(anche se debbo dire,questi simboli non mi è mai capitato di vederli o non ne ricordo e quindi non conosco la loro disposizione ed il loro disegno su questa moneta),tuttavia potrebbero essere lettere L ed R sfalsate --Salutoni -odjob
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  19. Buongiorno Akil, interessante osservazione. Ma vuole dire che il tallero è a tutt'oggi utilizzato in Africa orientale? Io sono stato l'ultima volta in Etiopia nell'ormai lontano 1997 ed in Eritrea nel 2004, e mi sembrava che si trattasse ormai di una moneta relegata al collezionismo (infatti sia Talleri che Birr ne ho presi qualcuno li, peraltro in medesto stato di conservazione ...) . La cosa divertente è che ho persino trovato falsi di Tallero Italico in negozi di antiquari ad Addis Abeba, sulla Churchil Road ... chissa se ci sono ancora quei negozi. Ma sempre li ho comprato anche la guida CTI dell'Africa orientale Italiana del 1938, quest invece in buono stato ... Ma qui inizio a divagare ... Buona domenica
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  20. Anche il tallero di Menelik II, il famoso birr di cui si conoscono due tipologie diverse, coniato nella zecca di Parigi, non riuscì a soppiantare lo strapotere del tallero asburgico. La prova di ciò che dico sta, non solo nella letteratura, ma anche nelle tirature autorizzate di questa grande e pesante moneta argentea abissina: esse sono un'inezia rispetto alla gran messe di talleri di Maria Teresa affluiti nel Corno d'Africa.
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  21. Ciao @tognon , come gia' segnalato in una mia precedente risposta , ti allego un interessante articolo riguardante le monete originali , bucate nell' antichita' : http://www.academia.edu/1098687/Monete_romane_forate._Qualche_riflessione_su_un_grand_thème_européen_J.-P._Callu_
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  22. Cosi sul dritto : a parte i dettagli segnalati prima , ad ore 11 tra le lettere GP sono scomparsi alcune sferette, cosi pure la barba (mi sembrerebbe) che habbia subìto una lieve , ma visibile correzioni a bulino. Proprio per questi dettagli , sarebbe opportuno una perizia di un professionista.
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  23. Medaglia devozionale (ricordo) ovale, rame /ottone, coniata, emessa durante l'Anno Santo del 1825, produzione romana.- D/ S. Pietro Apostolo con le chiavi, volto a dx.- R/ Sole raggiato, sotto scritta: MISSION // 1825, tra rami di alloro intrecciati, il suo uso probabilmente era destinato alle missioni. Ciao Borgho.
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  24. Medaglia devozionale tonda, ottone/ bronzo, del XVIII sec.- La Santa raffigurata è S. Maria Maddalena che tiene tra le mani il vasetto con il balsamo profumato, davanti a lei il teschio e il crocifisso, suoi attributi, protettrice della Provenza e della città di Marsiglia. Ciao Borgho.
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  25. Una collega mi ha segnalato un recente articolo di studiosi australiani sull’applicazione della tomografia a neutroni allo studio di monete d’argento dell’antica Grecia e di una moneta d’elettro della Lidia. Materials Characterization 118 (2016) 175-185 Neutron tomographic analysis: Material characterization of silver and electrum coins from the 6th and 5th centuries BCE F. Salvemini a,⁎, S.R. Olsena, V. Luzina, U. Garbe a, J. Davis a, T. Knowles b, K. Sheedy b a Australian Nuclear Science and Technology Organisation, Lucas Heights, NSW 2234, Australia b Australian Centre for Ancient Numismatic Studies, Macquarie University, Macquarie, NSW 2109, Australia Abstract Neutron tomography was applied to study a set of Greek silver coins and a single Lydian electrumcoin minted in the 6 and 5th centuries BCE. The investigation was conducted at the new neutron imaging station DINGO at ANSTO in order to demonstrate capabilities and to explore limits of this non-invasive method in characterizing numismatic materials. From the reconstructed volume of each sample, the morphology, porosity, inclusions, and presence of composite structures can be revealed and evaluated. This information can be used to elucidate ancient minting technology and to prove authenticity. Moreover, the state of conservation, corrosion processes and attempts to repair the coins can be determined. A confronto con I raggi X, I neutroni hanno un maggior potere di penetrazione nei metalli e questa caratteristica rende le tecniche a neutroni, quelle di imaging in particolare, ideali nello studio non invasivo dell’interno di monete antiche. Le informazioni ottenute possono essere correlate al metodo di coniazione e conseguentemente utilizzate come prova di autenticità. Inoltre lo stato di conservazione (e i tentativi di riparazione) si possono determinare con l’identificazione dei prodotti di alterazione che spesso fanno contrasto con i materiali d’origine. apollonia
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  26. Nel lavoro citato in apertura della discussione, l’analisi tomografica a neutroni è stata applicata a monete d’argento di Metaponto, Crotone, Atene, Sibari e Sirino-Pixunte, e ad una monetina di elettro della Lidia. Notare che quest’ultima risulta composta di un nucleo d’argento purissimo ricoperto da una sottile lamina di elettro (lega ca.2/1 in peso Ag/Au), e quindi la definirei ‘subsilverato’ per analogia con un suberato. Nel lavoro qui allegato (XTACH 11 IOP Publishing. IOP Conf. Series: Materials Science and Engineering 37 (2012) 012011 doi:10.1088/1757-899X/37/1/012011. APPLICATION OF X-RAY AND NEUTRON TOMOGRAPHY TO STUDY ANTIQUE GREEK BRONZE COINS WITH A HIGH LEAD CONTENT by M Griesser1, R Traum2, K Vondrovec2, P Vontobel3, E H Lehmann3) l’analisi tomografica a neutroni, unitamente a tecniche a raggi X e di microscopia di fluorescenza UV, è stata applicata allo studio di antiche monete greche di bronzo ad alto contenuto di piombo. Tra gli interessanti risultati ho appreso che le tecniche di casting usate nell’antichità potevano essere orizzontali e verticali e a seconda del procedimento, portavano a diverse distribuzioni dei metalli in lega all’interno della moneta prodotta. apollonia mse12_37_012011.pdf
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  27. Gentile @chievolan, Però San Marco non è mai stato vescovo nella tradizione cattolica occidentale (in quella copta non so), ed il pastorale, a d. del busto, è l'unica cosa veramente chiara di tutta la moneta. Sotto provo a postare le migliore immagine che sono stato in grado di realizzare da quell'unico scatto che possiedo (che è poi quella usata per il MEC): il pastorale si vede eccome. 2 - Non credo sarebbe stato logico imitare le veronesi, che nel XII secolo in Friuli erano assai meno diffuse di quelle veneziane, a giudicare dai rinvenimenti. E poi le lire veneziane erano chiaramente comprese nel sistema di conto con cui dalla metà del XII secolo i patriarchi conteggiavano ufficialmente le proprie rendite (quello che più tardi verrà definito marcha ad usum curiae), che fin dall'inizio, secondo le fonti, era costituito da "una marca da 20 lire da 8 denari ciascuna". Fate tutti i calcoli che volete, ma se la marca è, come sembra logico, quella ben concosciuta da 160 denari frisacensi, quelle lire da 8 denari non possono essere che quelle 'veneziane', cioè la valuta allora più diffusa in Friuli e la sola, in tutta Europa, di valore talmente basso da rendere plausibile il raporto 1 lira (240 denari) = 8 denari frisacensi. La mia ipotesi è che ad Aquileia abbiano battuto oltre al frisacense anche un denaro di piede veneziano, in modo da avere una nominale adatto a pagare le rendite espresse precedentemente in moneta veneziana, nominale che era quindi stato inserito nel sistema della marca frisacense con il rapporto che abbiamo appena visto. Detto così è complicato, ma nel mio testo che avete citato la cosa credo sia spiegata un po' meglio. Conseguenza di ciò, ad Aquileia un pezzo da g. 0,340 di bassa lega è necessariamente una frazione del frisacense, ma a Venezia è un denaro intero, con le stesse caratteristiche metrologiche degli enriciani del tempo: perché avrebbero dovuto dargli una tipologia diversa? Un caro saluto, Andrea Cari saluti, Andreas
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  28. Di specifico non mi sembra, di certo l'argento arrivava dalle Americhe alla Spagna e poi in tutta Europa, Milano compresa Qualche moneta milanese proveniva da precedenti coniate, non mi sembra però questa in particolare...
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  29. Buon giorno a tutti. Anche io sono particolarmente attratto dal fascino di questa moneta. Con il dovuto rispetto per il compianto Sig. Emilio Tevere, devo dissentire dallo stato di conservazione dichiarato. Da quello che è possibile vedere dalle immagini pubblicate la moneta è ascrivibile a buon BB almeno per i seguenti motivi: al D rilievi scarsi, quasi scomparsi, sulle parti più elevate del conio, vedi la spilla che trattiene i capelli e le ciocche dei capelli all'altezza del collo dell'allegoria dell'Italia, oltre a tanti segnetti che mi pare si vedano nel campo; al rovescio le perle della parte centrale della corona sono illegibili, cosi come illeggibili sono i particolari delle parti terminali delle piume caudali. In realtà il Tallero d'Italia (è questo il vero nome) non è una moneta vera e propria, in quanto è stato pensato e prodotto come pezzo commerciale d'argento con un determinato titolo (835/..) e un definito peso (g 28,067 g), da utilizzare negli scambi commerciali in Eritrea nel tentativo di soppiantare ivi il "dominio" del Tallero della pettoruta Imperatrice asburgica. Emesso in 510.000 esemplari, mi risulta che gli esemplari leggermente meno comuni sono quelli che non recano al D la firma del modellista e incisore dei conii A. Motti. Ha la caratteristica forma leggermente ellissoidale (un po' schiacciata) e reca sia al D che al R, nelle parti perimetrali, evidenti striature radiali, per il fatto che il tondello è stato coniato senza collare (o virola), dunque, all'atto della coniazione, si è potuto espandere liberamente in direzione radiale. Ciò è anche alla base del fatto che alcuni esemplari non recano la firma del modellista e incisore. La coniazione è avvenuta senza virola per un semplice motivo: nel 1918 la Regia Zecca di Roma non era dotata di virole spaccate (o segmentate che dir si voglia), dunque era tecnicamente impossibile coniare la moneta senza compromettere la leggibilità del taglio, che come tutti sappiamo reca legende e ornati in rilievo realizzati, prima della coniazione del tondello, mediante macchina orlettatrice. Il taglio delle monete, infatti, può ricevere leggende in rilievo, all'atto della coniazione, solo utilizzando una virola segmentata, che consenta, allargandosi, l'espulsione della moneta coniata immediatamente dopo la coniazione. Per quanto mi riguarda non toglierei la moneta dalla confezione sigillata del Sig. Tevere.
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  30. @numa numa L’applicazione della TAC alle monete utilizzando i neutroni, che hanno un potere di penetrazione nei metalli dell’ordine di decine di millimetri mentre i raggi X vengono assorbiti entro uno spessore di 1-2 mm, offre interessanti prospettive anche nello studio dei falsi. Ho dato un’occhiata in giro ma non ho trovato pubblicazioni specifiche sul confronto delle immagini ‘tomografiche a neutroni’ di un falso e del rispettivo esemplare autentico. Ho trovato un libro che parla anche dell’applicazione delle nuove tecnologie (tra cui la diffrazione neutronica) allo studio dei falsi. Il titolo è Scientific Investigation of Copies, Fakes and Forgeries, Edited by Paul Craddock, Oxford, Butterworth-Heinemann, 2009, 640 p.,7 7/16 X 9 11/16 inch, ISBN: 978-0-7506-4205-7. Qui trovi una recensione dell’opera https://ceroart.revues.org/1994 apollonia P.S. Con la i, ti prego, anche se in vacanza ho messo su quasi un chilo!?
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  31. ASTE GIUGNO -LUGLIO 2016 - MEDAGLIE PAPALI Ormai non sorprende la quantità elevata di aste numismatiche anche nei mesi di giugno e luglio. Un tempo, a maggio o con la prima metà di giugno, gli incanti finivano e si ripartiva con il convegno di Riccione, con la pubblicazione dei nuovi cataloghi (attesi dai collezionisti) e con un'asta inserita nella settimana numismatica, organizzata in loco o a San Marino. Era logico parlare di anno numismatico. Ora la scansione annuale è sostanzialmente impossibile: c'è una continuità senza soste, anche se le aste estive talvolta dànno la sensazione dei saldi di fine stagione.Il mercato non è certamente vivace soprattutto con riguardo al materiale abbastanza ripetitivo e di conservazione media o medio-bassa che viene proposto; sicchè le aste estive, nelle quali pur c'è una percentuale non sempre disprezzabile di "aggiudicato", non sono da valutare come tendenza di mercato. L'asta più importante svolta nel giugno 2016 per le medaglie papali è stata organizzata da BOLAFFI, che ha disperso una collezione probabilmente molto bella, la cui importanza è forse sfuggita a noi collezionisti. E' sempre difficile valutare le aste di Bolaffi: le foto sono sostanzialmente illeggibili, le conservazioni non sono indicate, i prezzi base sono solo orientativi, i lotti sommariamente descritti prevalgono sui pezzi singoli. Le medaglie papali sono state raggruppate da BOLAFFI in circa 50 lotti (una decina riferiti a medaglie singole; alcuni a medaglie di Paolo VI/Giovanni Paolo II con esemplari in oro; altri riferiti a serie di medaglie annuali per singoli Pontefici o raggruppamenti di medaglie antiche per papi o sedi vacanti). La vendita è stata quasi totalitaria e c'è stata anche competizione essendo i prezzi base meramente indicativi. Complessivamente penso che, soprattutto per i lotti multipli, collezionisti(o commercianti) abbiano comperato a condizioni favorevoli. Cito alcune aggiudicazioni: _ Gregorio XVI - Medaglie in bronzo deviazione Aniene in grande modulo - opus Cerbara e Lorenz - rispettivamente € 225/250 + diritti 25%; - Pio IX - Arco di Trionfo - argento - € 700+diritti; Leone XIII - Ampliamento basilica laterana in argento - massimo modulo -€ 900+diritti; Sede vacante 1914 - Camerlengo Della Volpe - Variante di grande rarità in argento - € 850+diritti; Sede Vacante 1922 - Camerlengo Gasparri - in argento - € 220+diritti. Per le serie di medaglie annuali in argento rilevo: - serie Gregorio XVI (15 medaglie) € 2.000+diritti; - n. 2 serie Benedetto XV (7 medaglie) € 600/650+diritti; - serie Pio XI (16 medaglie ) € 1.300+diritti. Le medaglie moderne in oro si sono fermate spesso (compresi i diritti) a prezzi che si aggirano sul valore del metallo. Per altri lotti multipli vi sono stati sostanziali aumenti rispetto al prezzo base, ma un commento èmi è precluso poichè, per l'assenza di una descrizione sufficientemente accurata,il risultato non è interpretabile. ASTA AES RUDE - Sono state proposte circa 90 medaglie papali; le aggiudicazioni si sono fermate al 35% circa. Hanno penalizzato il risultato l'invenduto per molti esemplari comuni di Paolo VI proposti a prezzi base superiori a quelli consueti. Tra le aggiudicazioni segnalo una lavanda in oro di Innocenzo X (€ 5.600+diritti), due medaglie di sede vacante settecentesche in bronzo (€ 320/350+diritti). Per medaglie in argento di Benedetto XVI le aggiudicazioni sono avvenute a € 50/70+diritti. Per medaglie moderne in oro non si supera di norma il valore del metallo. INASTA - Ha proposto circa 300 lotti che spaziavano dalla medaglistica antica a Papa Francesco con materiale di norma comune e conservazioni medie. Le aggiudicazioni sono risultate inferiori al 30%. Devo dire che per gli esemplari migliori (pochi) i prezzi erano abbastanza difensivi. L'asta creava anche una sensazione spiacevole perchè per alcune medaglie (in particolare annuali in argento di Pio XI) vi era una ripetizione della stessa tipologia fino a 6 esemplari. Sembrava di essere di fronte ad un avanzo di magazzino più che a collezioni. NOMISMA Ha proposto 140 lotti di medaglie abbastanza comuni. Le aggiudicazioni hanno superato il 50%. Non so dire i prezzi poichè non ho trovato la loro pubblicazione. Ho desunto la quantità del venduto confrontando l'asta con la lista dei lotti invenduti. ASTE ARTEMIDE- L'asta del mese di giugno era abbastanza interessante con buone medaglie dell'inizio del 1800. Comprendeva 40 lotti e ne sono stati venduti circa 1/3. Cito tra le aggiudicazioni 4 riconi ottocenteschi in argento di medaglie antiche di piccolo modulo (€ 200 ciascuna +diritti) e la medaglia originale Gregorio XIII - Strage Ugonotti in argento (€ 1,500+diritti). E aggiungo una bella medaglia straordinaria in bronzo di Innocenzo XII (Mosaico Vergine Quirinale) acquistata per € 320+diritti. E' rimasto quasi del tutto invenduto il gruppo di belle medaglie di Pio VII (Scuola del Nudo + annuali anni XVII/XXIV in bella conservazione con basi € 500/1250; l'unica aggiudicazione ha riguardato l'anno XXIV (Piazza del popolo) - SPL per € 600+diritti. La successiva asta del mese di luglio, di interesse decisamente minore, con circa 30 lotti, ha avuto un venduto limitato al 20%. Noto la aggiudicazione per € 200+diritti della medaglia annuale Pio XII in bronzo - anno I (medaglia di tiratura limitata che è ritenuta rara). Invendute le serie di medaglie annuali in argento di Giovanni XXIII (base € 400 per 5 medaglie) e di Paolo VI (base € 500 per 16 medaglie) ASTA FELSINEA - Ha proposto circa 180 lotti di medaglie papali, abbastanza comuni, con buone conservazioni e buona distribuzione dalla antiche alle moderne. Le aggiudicazioni si avvicinano al 50%. I prezzi sono nella norma. Segnalo una rara medaglietta emessa a Bologna l'8.8.1848, riferita a Pio IX, in bronzo, aggiudicata per € 850+diritti. ASTA NUMISMATICA PICENA - Ha debuttato nelle aste questa Ditta, ben nota per il suo listino. Le medaglie, papali erano rappresentate solo simbolicamente .La medaglia annuale di PIo IX - anno VII in argento è stata aggiudicata per € 200+diritti. Per le ASTE ESTERE il materiale proposto è stato limitatissimo. SONNTAG ha aggiudicato una bella medaglia annuale in oro di Paolo V - anno IX per € 10.500+diritti. MORTON ha ben venduto quasi in toto alcune medaglie proposte in esemplare singolo o lotti. Cito una bella medaglia fusa di Alessandro VII per la chiesa di S. Maria Capitelli aggiudicata per € 680+diritti Molti invenduti in asta LEIPZIGER, riguardante particolarmente riconi Mazio, e anche nelle decorazioni pontificie proposte da RAUCH. La conclusione è che il mercato delle medaglie papali (anche a prescindere da questa fase estiva senza infamia e senza lode) vive una fase di transizione (una tenuta tenace senza brillantezza), al termine della quale si tratterà di vedere se vi sarà un recupero o una diminuzione . Si ripartirà a fine agosto con l'asta NOMISMA concomitante con il convegno di Riccione. Ci sono belle medaglie papali e anche prezzi base dei tempi migliori. NOMISMA interpetra il mercato del nuovo anno (continuo a parlare con terminologia antica di nuovo anno) con grande ottimismo. Speriamo che abbia ragione.
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  32. specialmente al diritto a volte lo sporco attorno ai rilievi, con il cambio di colore, aiuta a far risaltare il rilievo stesso. come nel tuo caso io preferisco com'era prima . al rov. trovo invece un miglioramento anche perchè è rimasto un fondo più chiaro a fare da contrasto.
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