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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/31/16 in tutte le aree
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eccomi!!!! scusa il ritardo....vacanza ? comunque era Pearce..non Miles... sono un po' fuso.... avevo riassunto il mio pensiero su queste monete in un articolo su Monete Antiche un annetto fa, mentre parlavo della presunta crocetta attribuita a Leone I. allego il pezzetto in questione...2 punti
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Salve , un terzo Denario emesso da Augusto durante il suo COS XI e TR POT VI , per celebrare la consegna delle Insegne da parte dei Parti . Nella iconografia si vede l' Arco di Augusto eretto nel Foro con nell' attico la quadriga e due Parti offerenti ai lati , di cui quello a destra sembra avere in una mano il famoso arco partico , intorno la legenda : CIVIS ET SIGN MILIT A PART RECUPER , cioe' "recuperai ai Parti i cittadini (presi prigionieri in battaglia) e le insegne militari"2 punti
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Nuova tipologia per la mia collezione di zecche piemontesi Tirolino Zecca di Crevacuore Anonime (XV Secolo)1 punto
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Successivamente furono SIGNIS RECEPTIS . Poche volte nella storia militare romana accadde che un corpo militare di spedizione in territorio nemico , composto da una o piu’ Legioni , fosse completamente distrutto al punto che l’ insegna principe della Legione , l’ Aquila , fosse persa e fatta preziosa preda ; certamente dileggiata dal nemico . Due in particolare furono i fatti militari eclatanti che determinarono questa onta militare per Roma che , come effetto morale all’ epoca fu carico di conseguenze , tanto che influenzarono i destini dell’ Impero romano e direi anche dell’ Europa successiva ; anche in Hispania , Gallia e Dalmazia si persero le Insegne delle Legioni al tempo di Ottaviano Augusto , in seguito recuperate , ma non ebbero pero’ alcuna conseguenza militare postuma , Hispania , Gallia e Dalmazia vennero completamente conquistate diventando provincie dell’ Impero . La sconfitta e la morte di Crasso e del figlio a Carre e quella di Varo a Teutoburgo che perse oltre alla propria vita , tre Legioni , la : XVII - XVIII - XIX mai piu’ ricostituite , ebbero invece conseguenze postume ben piu’ gravi e durature . Evito in questo post di parlare della storia e dei fatti delle due famose e scottanti sconfitte delle Legioni romane in quanto temi gia’ trattati , addentrandomi invece piu’ avanti nell’ aspetto propagandistico ; fatti ben noti a tutti gli storici e ai numismatici , anche per le numerose emissioni monetali dell’ epoca di Augusto che celebrarono fastosamente il recupero delle perse insegne crassiane ; cosi’ come quelle particolari monete , degli Assi , emesse in seguito da Gaio Caligola , il figlio di Germanico e di Agrippina Maggiore , a ricordo del padre che recupero’ in Germania nel 14 e nel 16 d.C. due delle tre insegne perse da Quintilio Varo nella foresta di Teutoburgo ; la terza e ultima Aquila legionaria variana sarà recuperata , regnante Caligola figlio di Germanico , da Publio Gabinio Secondo , durante la campagna del 39 / 41 d.C. oltre il Reno a seguito di una vittoria sui Cauci . Queste due pesanti sconfitte determinarono in Oriente e in Occidente i confini dell’ Impero romano ; infatti pur avendo i Romani invaso in tempi successivi , fin quasi fino alla fine dell’ Impero , sia la Germania sia la Partia , l’ invasione pero’ ebbe come effetto immediato solo battaglie militari vittoriose , ma non risolutive del problema territoriale , senza apportare conquiste stabili del territorio invaso . Entrambe le due sconfitte ebbero anche l’ effetto morale scottante della perdita delle Aquile legionarie , fatto che Roma non poteva permettere che rimanessero in mani nemiche ; sia Augusto che Tiberio si adoperarono affinche’ fossero recuperate , recupero che in effetti avvenne , ma con grande differenza di metodo dei due Imperatori , metodo che arreco’ a Tiberio un vantaggio morale su Augusto , vediamo perche’ , leggendo il passo XXIX delle Res Gestae Divi Augusti , il testamento spirituale di Augusto , si legge : « Recuperai dalla Spagna , dalla Gallia e dai Dalmati , dopo aver vinto i nemici , parecchie insegne militari perdute da altri comandanti . Costrinsi i Parti a restituirmi spoglie e insegne di tre eserciti romani e a chiedere supplici l' amicizia del Popolo Romano . Quelle insegne , poi , riposi nel penetrale che è nel Tempio di Marte Ultore » Nello stesso Tempio di Marte Ultore (Vendicatore) , costruito da Augusto in memoria della vendetta sugli uccisori del padre adottivo Caio Giulio Cesare , vi vennero custodite inoltre al tempo di Tiberio e Caligola le Insegne delle tre Legioni perdute in guerra , in seguito recuperate da Germanico e da Gabinio Secondo , da Publio Quintilio Varo contro i Germani nella battaglia della foresta di Teutoburgo . Vediamo ora perche’ ho scritto in precedenza che i metodi di recupero delle Aquile legionarie da parte di Augusto e di Tiberio furono molto diversi nel metodo , tralasciando il recupero dell’ Aquila della terza Legione variana , recuperata casualmente da Gabinio Secondo al tempo di Caligola mentre era impegnato in una guerra contro i Cauci . Le numerose monete emesse da Augusto per commemorare il recupero , sarebbe meglio dire la consegna (….costrinsi….) delle Aquile legionarie crassiane sconfitte nel 53 a.C. da parte dei Parti , fu un atto , o meglio una conseguenza di un trattato politico concluso con i Parti nel 17 a.C. , non certamente per merito di una vittoria militare partica , trattato che semplicemente stabilizzava i confini tra i due Imperi e che prevedeva tra altre concessioni da ambo le parti , la riconsegna delle Aquile perse nel 53 a.C. Tutto questo venne dalla politica augustea enfaticamente celebrato anche nelle argentee monete dove compare la scritta : SIGNIS RECEPTIS oppure SIGNIS PARTHICIS RECEPTIS . Ben diversa e di altro spessore fu invece il recupero delle Aquile variane a seguito della campagna militare di Germanico , intrapresa su avallo di Tiberio , per vendicare la sconfitta variana del 9 d. C. ad opera di Arminio , campagna militare vittoriosa che porto’ al recupero di due delle tre Insegne perse nella foresta di Teutoburgo ; vittoria militare che non venne celebrata con emissioni di monete da parte di Tiberio perche’ sospettato , da parte dei contemporanei e posteri , di essere geloso della grande popolarita’ di cui godeva Germanico a Roma ; a Germanico venne comunque concesso l’ onore del trionfo . Ci penso’ il figlio Gaio Caligola ad immortalare il padre su monete , infatti anche in questo caso vennero emesse delle monete commemorative postume da parte del figlio Gaio Caligola quando divenne Imperatore in memoria del padre Germanico , che portano la scritta : SIGNIS RECEPTIS DEVICTIS GERMANIS ; come si nota c’e’ nella legenda una grande differenza con le simili monete emesse da Augusto circa 50 anni prima , la differenza e’ in una sola parola , ma essenziale e determinante , a parte il diverso popolo , la parola e’ : DEVICTIS (GERMANIS) , cioe’ debellati , sconfitti , vinti , i Germani . Tutta questa storiella dimostra ancora una volta come la politica , in particolare quella di stati autocratici come era quello istaurato da Augusto , antica o moderna che sia , tende ad ingigantire a proprio vantaggio fatti altrimenti secondari oppure a sminuire , se non addirittura a celare , eventi scottanti . Sotto due Denari emessi da Augusto per celebrare la riconsegna delle Insegne catturate a Crasso nel 53 a.C. e un Asse emesso da Caligola a memoria del padre Germanico per il recupero delle Insegne catturate a Varo nel 9 d.C.1 punto
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Se ne era già parlato in passato e mi pare sia un'esigenza sentita da molti. Mentre per i falsi ci sono problematiche varie all'istituzione di un database (tra le tante chi decide che sia falso, quale evidenza sia necessaria, proprietà delle immagini per monete non possedute ma solo viste in foto...etc..etc..) credo non ci siano problemi particolari a far partire una sezione tipo catalogo dove gli utenti possono inserire le immagini e la catalogazione (piu' dettagli tipo peso e diametro, provenienza e dove sono state rubate/smarrite) delle monete di cui erano proprietari e che sono state rubate in furti o "smarrite" dalle poste/corrieri. Credo sia poi importante dare la possibilità di contattare l'utente (che puo' anche rimanere anonimo, altro possibilità direi importante per la privacy) con bottone apposito "contatta per informazioni" associato alla moneta. Credo che un catalogo/database cosi' articolato si popolerà molto rapidamente di un buon numero di esemplari e possa diventare uno strumento importante sia per ritrovare in futuro le monete sia per evitare problematiche ai commercianti/operatori del settore che periodicamente acquistano monete anche da privati.1 punto
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Buonasera rientro con questa domanda. Chiedo aiuto per catalogare questo nummo: diametro 10/11 gr. 1,1. Avevo già postato questa monetina tempo addietro ma era rimasta senza esito. Ci riprovo! Aiutatemi grazie.1 punto
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Buona domenica a tutti, volevo sapere cosa ne pensavate di questo Sesterzio con al rovescio mars ultori, pesa 20g e dovrebbe essere ric 635 a. Grazie a tutti?1 punto
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bella, nessun segno deturpante, SPL anche se io con le decimali ho sempre la "manica larga"...1 punto
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dovrebbe essere questo http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G145/11 punto
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Buona Domenica Concordo con petronius; anch'io non ci vedo una utilità specifica. Sezioni per dare risposta alla casistica proposta ci sono già! saluti luciano1 punto
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falso fuso ripassato a bulino per imitare gli angoli di spoglia reali?!1 punto
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buona sera, discussione interessantissima e sufficientemente leggera da essere alla portata di tutti, spero che non si areni troppo presto e da parte mia non mancherò di postare qualcosa non appena mi capiterà l'occasione, la cosa straordinaria è che questo campionario di monete fin qui postato parla e come, la dice lunga ad esempio sulla diffusione della piaga dell'alcolismo in Italia dove pare che la Lombardia fosse la regione più colpita.1 punto
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Concordo con il buon Silvio. Tondello antico completamente ribulinato da qualche sciagurato. Lavoro effettuato parecchi anni fa direi, almeno 20/30, il cancro infatti direi successivo.1 punto
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Ciao @adelchi da incompetente in materia,vorrei capirci qualcosa,se metti delle foto te ne sarei grato,sono come un bambino alle scuole primarie che vorrebbe imparare. ☺️1 punto
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E poi c'è il nuovo disegno della faccia comune entrato in vigore per le monete italiane dal 2008 .1 punto
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un falso fatto molto male... si vede il segno della pressa sull'anello esterno e la vistosa porosità della parte interna con conseguenti lettere impastate e poco nitide. Noto anche che la parte interna è stata lavorata al tornio per renderla a misura (si vedono i segni del puntone e della morsa su entrambe le facce)1 punto
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Salute, dopo la bella moneta postata da Philippus IX,posto questa borbonica che ha uno stemma ,al rovescio,semplice ma di effetto 5 Grana : Ferdinando II di Borbone(1830-1859) 1844 Zecca di Napoli. Ag. D/Testa nuda a destra;FERD.II D. G. REGNI VTR.SIC.ET HIER.REX R/Stemma coronato con tre gigli.GRANA CINQUE 1844 Riferimenti:Pannuti e Riccio 173;Pagani 315/a La moneta appartiene a collezione privata Faccio notare che al Rovescio non si è utilizzata la U romana come per il Dritto Postate,postate,postate altre monete napoletane in questa discussione e,magari,raccontateci qualche curiosità od aneddoto in merito --Salutoni -odjob1 punto
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Chiedo scusa ma, facendo una più accurata ricerca, ho trovato riscontro per la prima moneta nel Torbagyi. Ti ringrazio Giorgio @g.aulisio per aver fatto "avvocato" , mi hai dato lo spunto per una più accurata ricerca. Per la seconda sto iniziando ora.1 punto
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Sono d'accordo sul fatto che il prototipo possa essere un denario dei Flavii e che la moneta sembri ribattuta. Su chi l'abbia potuta produrre, in assenza di riscontri precisi, che al momento non mi vengono in mente, non ne ho idea. Azzarderei comunque l'ipotesi di una produzione contemporanea alla circolazione del prototipo nelle aree marginali dell'impero, e come area di produzione piuttosto che la Germania propenderei per l'area transdanubiana. Ma sono ipotesi "in libertà", basate solo sulla logica e non su riscontri che sarebbero necessari.1 punto
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come le abbiamo già detto, usi la mia email e mi mandi la foto o mi inoltri il messaggio email in cui è fotografata, poi ci penso io a pubblicarla sulla moneta.....tutto questo sempre che la fotografia e la moneta esistano sul serio, dubbio che, a questo punto, è più che lecito avere....... Anche l'assoluta incapacità mi pare un dito troppo comodo dietro cui nascondersi...ci sarà pure qualcuno dei suoi parenti, amici e/o conoscenti che è in grado di aiutarla, no? Suvvia, ci faccia vedere questa benedetta moneta che fa caldo e siamo tutti in agitazione...1 punto
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@Mirko Ti riferisci al gettone d’apertura della discussione. Io, come la maggioranza, vedo nel soggetto qualcosa di meglio di due scarpette. Uno dei due sottostanti, a scelta! apollonia1 punto
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Un’interessante frazione d’argento inedita è apparsa nell’asta CNG, 102, 18/5/2016, lot 80 (ex NAC, E, 4/4/1995, 2126 ex AG Collection): D/ Crescente lunare; a s., K R/ H Emiobolo AR, mm. 6.5, gr. 0,14 Ca. 400-350 a.C. Gli editori della CNG individuavano il centro di emissione nel Brutttium e in particolare a Crotone sulla base della corrispondenza del tipo del R/ con HN 2188, del quale Rutter cita un solo esemplare riprodotto da Garrucci (tav. CX, 14), identificandolo come emiobolo. Nella classificazione proposta dall’HN (p. 172), l’esemplare si inquadra nella prima metà del IV secolo a.C., collocandosi al margine di un gruppo di frazionali in argento battuti su quattro tagli diversi (triobolo, obolo, tetartemorion, emiobolo), a cui è possibile aggiungere alcune varianti non rilevate da Rutter. GRUPPO A Nominale: Triobolo (HN 2185) 1. D/ KPO a s. Tripode con anello centrale su linea perlinata; a d., foglia. R/ Fulmine; a s., astro; a d., aquila retrospiciente su colonna ionica 2. D/ KPO a s. o a d. Tripode su linea perlinata; a d. o a s., foglia. R/ Fulmine; a d. o a s., astro; a d. o a s., aquila retrospiciente su colonna ionica GRUPPO B Nominale: Obolo (HN 2186) 1. D/ K-P-O. Tripode con alto collo. R/ K-P-O. Tre crescenti lunari 2. D/ KPO a s.. Tripode c.s.; a d., spiga (nn. 2-3) R/ K-P-O. Tre crescenti lunari 3. D/ Tripode c.s.; a s., B R/ Tre crescenti lunari Si ricorda la presenza della medesima lettera sui nominali di alto taglio con Hera Lakinia/Herakles: GRUPPO C Nominale: Tetartemorion (1/4 obolo; HN 2187) D/ K-P. Tripode con collo. R/ lettere pi e tau GRUPPO D Nominale: Emiobolo (HN 2188) D/ Tripode R/ H Un esemplare di gr. 0,99 (!!) con i medesimi tipi “rinvenuto in agro di Isola Capo Rizzuto” nel Novembre 1991” è illustrato da P. Attianese, Kroton. Ex Nummis Historia, Settingiano 1992 , p. 84 n. 87, ma il dato non appare controllabile. Riassumendo: abbiamo 4 nominali identificati dalla progressiva degradazione ponderale oltre che dalla riduzione del modulo: a) Triobolo: 8+ ess. p. max: gr. 1,18 p. min.: gr. 0,89 p. medio: gr. 1,01 mm. 13-12 b) Obolo: 4 ess. p. max: gr. 0,50 p. min.: gr. 0,37 p. medio: gr. 0,44 mm. 10-8,5 c) Tetartemorion (1/4 obolo): 2 ess. p. max: gr. 0,36 p. min.: gr. 0,25 p. medio: gr. 0,30 mm. 9,4-9 d) Emiobolo: 3+ ess. p. max: gr. 0,20 p. min.: gr. 0,14 p. medio: gr. 0,17 mm. 6,5-6 I dati pondo-metrici dell’esemplare della CNG (mm. 6,5; gr. 0,14) risultano pienamente compatibili con quelli degli emioboli crotoniati del gruppo D, all’interno del quale trova pregnante collocazione anche la scelta dei tipi, per la corrispondenza della lettera che contrassegna il R/ (H), plausibilmente interpretata come iniziale del nominale (emiobolo). Si aggiunge la presenza della lettera K, certamente iniziale dell’dei crescenti lunari al D/, ampiamente attestati, a Crotone, nel repertorio figurativo del metallo prezioso (AR) e di quello vile (AE).1 punto
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Salve , un interessante link : http://www.specchioromano.it/Fondamentali/Lespigolature/2006/Giugno 2006/I vasi da notte nell’antica Roma.htm1 punto
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Tre cents—questo è datato 1938 sono stati necessari per acquistare una copia nei giorni feriali di The New York Times (a New York City) nel maggio del 1938. (Copie localmente vendute del NYT erano andato da due cents a tre all'inizio del mese). Transatlantico di Italia veloce Rex era indietro nelle notizie. Lei era stata utilizzata nel wrestling internecine fra l'US Navy e l'US Army e l'US Army Air Corps. Tre versioni di prime del B-17 Flying Fortress sono state caricate con i giornalisti sia stampa e radio e inviato a intercettare il Rex in mare—che hanno fatto, mentre il rivestimento era ancora circa 600+ miglia da New York. Il punto è stato fatto, ma la discussione è proseguita, naturalmente. E non c'era più la notizia nel 1938: rising guerra-talk all'estero, e a casa la depressione sembrava di fare un ritorno. Produzione di cent era in costante aumento dal ‘34, ma tuffato acutamente nel 1938. Il totale di tre-zecca di questi pezzi di 1-cent era meno della metà di quello che era stato l'anno precedente. v. ---------------------------------------------------------- Three cents—this one is dated 1938—were needed to buy a weekday copy of The New York Times (in NYC) in May 1938. (Locally sold copies of the NYT had gone from two cents to three at the beginning of the month.) Italy’s fast ocean liner Rex was back in the news. She had been used in the internecine wrestling between the U.S. Navy and the U.S. Army and the U.S. Army Air Corps. Three early versions of the B-17 Flying Fortress were loaded with reporters both print and radio, and sent to intercept the Rex at sea—which they did, while the liner was still some 600+ miles from New York. The point was made, but the discussion continued, of course. And there was more in the news in 1938: rising war-talk abroad, and at home the Depression seemed to be making a comeback. Cent production had been rising steadily since ’34, but dipped sharply in 1938. The three-mint total of these 1-cent pieces was less than half of what it had been the previous year. v.1 punto
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A Canelli, in provincia di Asti, nel 1921 ha iniziato la sua attività nella produzione di vini e vermouth piemontesi DOC l’azienda Riccadonna. Il 22 giugno 2014, Canelli e l'Asti Spumante vengono proclamate patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO, parte integrante del territorio del Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato (da wikipedia). Questo è lo stemma comunale di Canelli. apollonia1 punto
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Salute oggi ci allontaniamo,come periodo,dal vicereame 10 Grana o Carlino: Ferdinando II di Borbone(1830-1859) 1836 Zecca di Napoli. Ag. D/Testa nuda a destra;FERDINANDVS II DEI GRATIA REX 1836 R/Stemma coronato.REGNI VTR SIC ET HIER G.10 Riferimenti:Pagani 288; Pannuti e Riccio 148 Vi rinnovo l'invito a postare in questa discussione monete Del Regno di Napoli --Salutoni -odjob1 punto
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Ciao. Che si tratti di un errore nella composizione della legenda non c'è dubbio. Di seguito posto uno stralcio della Patente sovrana di Francesco I del 1° novembre 1823, dove ho evidenziato la legenda che secondo la disposizione doveva riportarsi sulle monete in rame. Tale legenda è "REGNO LOMBARDO-VENETO" (con un trattino tra LOMBARDO e VENETO che, effettivamente, non si rinviene nella legenda). M.1 punto
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Propongo un referendum abrogativo ? E non parlo dei piccoli errori, quelli si risolvono con il tempo. Mi dispiace veramente tanto, ma non trovo assolutamente la grafica accogliente, amichevole ed intuitiva.. Non ho paura del "nuovo", che ben venga, è solo che non mi piacciono gli stravolgimenti in un sol botto secco. Spero solo che l'attuale grafica non sarà quella definitiva.1 punto
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Anche io preferivo di molto la vecchia versione che a mio parere graficamente era molto più moderna rispetto a questa. Se non conoscessi il forum e vedessi entrambi i tipi direi che questa è la vecchia versione e quella precedente la nuova1 punto
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Sinceramente preferivo di gran lunga la vecchia versione, questa mi sa fredda così tutta troppo bianca...non è intuitiva a primo impatto, ci si deve soffermare per capire dove cliccare...1 punto
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E per finire, il ritrovamento più "particolare" della settimana, dato che mai avevo ritrovato un CC portoghese in circolazione :) Taglio: 2 euro CC Nazione: Portogallo Anno: 2009 Tiratura: 1.250.000 Conservazione: SPL+ (a parte la macchia) Città: Castelletto Cervo (BI)1 punto
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Il 7 luglio 1647 in seguito all’istituzione di un’altra gabella sulla frutta e verdura, a Napoli il popolo si rivoltò contro il malgoverno spagnolo,che praticava una dissennata economia di prelevamento e che sfruttava sistematicamente le risorse del territorio. In seguito alla Pace di Cateau-Cambresis (1559) - tra Spagna e Francia - erano finiti sotto un Supremo Consiglio d'Italia che risiedeva a Madrid il Regno di Napoli, il Regno di Sicilia, il Regno di Sardegna, il Ducato di Milano e lo Stato dei Presidi. Il capeggiatore armato della rivolta fu Tommaso Aniello d'Amalfi, detto Masaniello (Napoli, 29 giugno 1620 – Napoli, 16 luglio 1647), impetuoso e veemente pescatore e pescivendolo, mentre l’organizzatore e fomentatore fu Don Giulio Genoino, (Cava de' Tirreni, 1561 o 1567 – Mahon, 1648) giurista e presbitero italiano, che dedicò la vita a lottare contro l'oppressione fiscale inferta al popolo. Già il 6 giugno 1647, alcuni popolani con a capo Masaniello e il fratello Giovanni bruciarono i banchi del dazio a Piazza del Mercato e il 30 giugno, durante le celebrazioni per la Madonna del Carmine, Masaniello con un gruppo di popolani vestiti da arabi ed armati di canne durante la sfilata davanti al Palazzo Reale imprecarono contro i notabili spagnoli affacciati al balcone. All'epoca Napoli vantava 250.000 abitanti, per cui era una delle metropoli più popolose dell'Impero spagnolo, anzi di tutta l’Europa e Piazza del Mercato, nel quartiere Pendino, era il centro commerciale della città, ospitando una moltitudine di bancarelle in cui si vendevano le più svariate merci, e dei palchi su cui si esibivano i saltimbanchi. Domenica, 7 luglio, dopo essere stati incoraggiati da don Giulio Genoino, un gruppo di popolani si riunì nei pressi di Sant'Eligio per sostenere il puteolano Maso Carrese, cognato di Masaniello, che capeggiava dei fruttivendoli contrari a pagare la gabella sulla frutta. Per fronteggiare l’accaduto fu chiamato l'eletto del popolo, il ricco mercante, Andrea Naclerio, che, nonostante il suo ruolo, appoggiò i gabellieri e ciò portò a una cruente lite tra Maso Carrese e Andrea Naclerio, che venne ucciso, per cui Masaniello e i suoi compagni, al grido di: “Viva 'o Re 'e Spagna, mora 'o malgoverno”, issarono la popolazione che, sbaragliati i soldati spagnoli ed i mercenari tedeschi di guardia alla reggia, raggiunse la viceregina nelle sue stanze, mentre il viceré, don Rodrigo Ponce de Leon, duca d'Arcos, scampato all'aggressione di un popolano, si rifugiò presso il Convento di San Luigi, da dove fece recapitare al cardinale Ascanio Filomarino, arcivescovo di Napoli, la promessa dell'abolizione delle imposte più gravose. Comunque nella notte tra il 7 e l'8 luglio vennero bruciati la casa di Girolamo Letizia, di Andrea Naclerio, di altri oppressori e di ricchi mercanti e i registri delle imposte e vennero liberati dalle prigioni gli incarcerati per evasione o contrabbando. Il 9 luglio Masaniello prese la Basilica di San Lorenzo e si impossessò dei cannoni ivi presenti. La rivolta si protrasse sino al 10 luglio, giornata in cui, dopo la lettura in pubblico dei capitoli del privilegio, dei sicari si avventarono contro Masaniello, che scampò all’attentato il cui mandante fu il duca di Maddaloni che fece introdurre trecento banditi nella Basilica del Carmine, ritrovo dei rivoltosi. I popolani catturano e uccisero diversi oppositori tra cui Antimo Grasso che prima di morire confessò di essere stati mandati dal duca di Maddaloni e per tanto si vendicarono su don Giuseppe Carafa, fratello del duca, che dopo essere stato ucciso fu decapitato, e la testa fu portata a Masaniello. Nello stesso giorno giunsero nel golfo di Napoli le galee spagnole di stanza a Genova agli ordini dell'ammiraglio Giannettino Doria, ma Masaniello, temendo uno sbarco, ordinò che la flotta rimanesse lontana dalla costa almeno un miglio e invitò l'ammiraglio Doria ad inviargli un ambasciatore che supplicò Masaniello, chiamandolo «Sua Signoria illustrissima», di concedere vettovaglie alla flotta e Masaniello con cesse quattrocento palate (pezzi) di pane. Giovedì 11 luglio il viceré don Rodrigo Ponce de Leon, duca d'Arcos, nominò Masaniello "capitano generale del fedelissimo popolo napoletano". L'arcivescovo Filomarino, scrivendo a Papa Innocenzo X lo descrisse così: «Questo Masaniello è pervenuto a segno tale di autorità, di comando, di rispetto e di ubbidienza, in questi pochi giorni, che ha fatto tremare tutta la città con li suoi ordini, li quali sono stati eseguiti da' suoi seguaci con ogni puntualità e rigore: ha dimostrato prudenza, giudizio e moderazione; insomma era divenuto un re in questa città, e il più glorioso e trionfante che abbia avuto il mondo. Chi non l'ha veduto, non può figurarselo nell'idea; e chi l'ha veduto non può essere sufficiente a rappresentarlo perfettamente ad altri. Non vestiva altro abito che una camicia e calzoni di tela bianca ad uso di pescatore, scalzo e senza alcuna cosa in testa; né ha voluto mutar vestito, se non nella gita dal Viceré.» Ma quando incominciò a frequentare la corte spagnola e fu coperto di onori dal viceré e dai nobili cambiò radicalmente. Così Masaniello, che da un giorno all'altro - dopo aver giurato fedeltà al re di Spagna – si ritrova al governo della città, perse in qualche modo il senso della realtà e assunse comportamenti illiberali, stravaganti ed arroganti e dal 12 luglio iniziò ad ordinare diverse esecuzioni sommarie dei suoi avversari. Lo stesso don Giulio Genuino si accorse di non aver più alcun ascendente su Masaniello, che cominciò a dare anche segni di squilibrio mentale. Già l’11 luglio, alla presenza del viceré, a causa di un improvviso malore, Masaniello perse i sensi, svenne e iniziò a manifestare i primi sintomi d’instabilità mentale, a cui, all’apice del potere, seguirono numerosi segni di squilibrio, il lancio del coltello tra la folla, le lunghissime galoppate, le nuotate nel mare di notte, l'insistere nel progetto di trasformare Piazza del Mercato in un porto, e il volere far costruire un ponte per collegare Napoli alla Spagna. La tradizione vuole che la presunta pazzia di Masaniello fu causata dalla roserpina, un potente allucinogeno somministratogli durante un banchetto nella reggia. Non si sa se è per mano dei sicari del viceré, di quelli di don Giulio Genoino o degli stessi rivoluzionari il 16 luglio 1647, ricorrenza della Madonna del Carmine, Masaniello venne assassinato nella Basilica del Carmine di Napoli, dove si era rifugiato, dopo aver cercato inutilmente, affacciato da una finestra di casa sua, di difendersi dalle accuse di pazzia e tradimento rivoltegli dal popolo, ricordandogli le condizioni di oppressione. Nella Basilica del Carmine, interrompendo la celebrazione della messa, Masaniello supplicò l'arcivescovo Filomarino per poter partecipare alla cavalcata delle autorità in onore della Vergine e poi salito sul pulpito e tenne l’ultimo discorso: «Amici miei, popolo mio, gente: voi credete che io sia pazzo e forse avete ragione voi: io sono pazzo veramente. Ma non è colpa mia, sono stati loro che per forza mi hanno fatto impazzire! Io vi volevo solo bene e forse sarà questa la pazzia che ho nella testa. Voi prima eravate immondizia ed adesso siete liberi. Io vi ho resi liberi. Ma quanto può durare questa vostra libertà? Un giorno?! Due giorni?! Eh già, perché poi vi viene il sonno e vi andate tutti a coricare. E fate bene: non si può vivere tutta la vita con un fucile in mano. Fate come Masaniello: impazzite, ridete e buttatevi a terra, perché siete padri di figli. Ma se invece volete conservare la libertà, non vi addormentate! Non posate le armi! Lo vedete? A me hanno dato il veleno e adesso mi vogliono anche uccidere. Ed hanno ragione loro quando dicono che un pescivendolo non può diventare generalissimo del popolo da un momento all’altro. Ma io non volevo far niente di male e nemmeno niente voglio. Chi mi vuol bene veramente dica per me solo una preghiera: un requiem soltanto quando sarò morto. Per il resto ve lo ripeto: non voglio niente. Nudo sono nato e nudo voglio morire. Guardate!». Poi si spogliò tra le derisioni, quindi fu calmato e accompagnato in una delle celle del convento. Dove fu ucciso con una serie di archibugiate. Masaniello era ridotto pelle ed ossa e con gli occhi spiritati a causa della malattia. Il corpo fu decapitato, trascinato per le strade del Lavinaio, e gettato in un fosso tra Porta del Carmine e Porta Nolana. La testa mozzata di Masaniello fu consegnata dal popolo esultante al viceré. Il giorno seguente il prezzo del pane subì un nuovo aumento e parte del popolo prese coscienza e andò a recuperarne il corpo di Masaniello, lo rivestì con la divisa di capitano e gli diede sepoltura. I capitani coinvolti nella congiura, come si evince da alcuni documenti conservati nell'Archivo General a Simancas, furono ricompensati dalla Corona di Spagna; anche don Giulio Genoino fu premiato; fu nominato Decano della Sommaria e Presidente del Collegio dei Dottori, ma il servigio reso e i titoli ottenuti non lo salvarono quando fu nuovamente in ostilità con la Corona di Spagna, infatti arrestato e avviato alla prigione di Malaga, ma morì a Mahón sull'isola di Minorca, durante il viaggio. Come effetto della rivolta di Masaniello, il 22 ottobre 1647 fu istituita la Repubblica Napoletana, rinfocolata da Gennaro Annese, e che fu soppressa il 5 aprile 1648. La figura di Masaniello, le cui imprese sono raccolte in appena nove giorni, è assurta nei secoli a vessillo della lotta dei deboli contro i potenti. La rivolta di Masaniello nella scena politica barocca https://books.google.it/books?isbn=8871885864 Vendita dei Comuni e vicende della Piazza Mercato a Napoli https://books.google.it/books?id=HCCpXuJdLXIC Bartolommeo Capasso: storia, filologia, erudizione nella Napoli dell ... https://books.google.it/books/about/Bartolommeo_Capasso.html?hl=it&id...1 punto
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Siamo tra i 0,75 e gli 0,8, la bilancia oscilla. Arriva dal nostro amico Giacomo. 2012 R.1 punto
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Ranieri Bustelli nasce a Tuscania il 12 febbraio 1898 da una famiglia di nobili legami. È l'ultimo di quattro figli che Alberto e Benilde Lucchetti hanno avuto dopo Giuseppe, Amelia e Ines. La famiglia Bustelli non ha radici a Tuscania, proviene dalla vicina Tarquinia, e vi rimane per pochi anni dopodiché si trasferisce a Roma. Qui, Ranieri inizia quell'avventura che lo porterà in tournée per mezzo mondo e ne farà un maestro e modello per maghi e prestigiatori. Il giovane Ranieri non è molto brillante a scuola, tuttavia compie gli studi primari e parte di quelli secondari; cosa non da poco per quei tempi. A Roma entra in contatto con alcuni personaggi dello spettacolo, come il giocoliere e saltimbanco Amedeo Bernardini, che probabilmente gli suscita la passione per il gioco di prestigio. Successivamente è allievo anche di Luigi Piovano e Luigi Giovenzana. A 18 anni debutta in uno spettacolo di varietà e poco dopo crea una sua compagnia con la quale gira l'Italia presentando spettacoli di illusionismo e giochi di prestigio. In seguito, nel periodo che abbraccia gli anni venti e trenta, il suo successo si consolida grazie alle sue innate doti di prestigiatore ma anche di uomo di spettacolo a tutto tondo: è fra i primi in Italia a concepire e proporre l'illusionismo e la magia in modo completo e moderno, con intermezzi comici e artistici di vario tipo. Fra il 1948 e il 1949 si esibisce per 4 mesi al teatro Adriano di Roma, sempre con un successo strepitoso di pubblico e con incassi record. Nei primi anni cinquanta esegue tournée in vari stati europei ed anche in Canada. Si ritira dalle scene nel 1955, contribuendo comunque alla fondazione del Club Magico Italiano, di cui fu anche presidente. Il suo modo raffinato di presentarsi al pubblico e la sua innata classe contribuirono a creare lo stereotipo del mago in frac, cilindro e mantello che poi si affermò. È stato uno dei pionieri in Italia dell'illusionismo inteso come spettacolo completo e moderno di rivista e varietà. Muore a Firenze il 30 aprile 1974.1 punto
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Il libro che vi presento, che forse già conoscete, si intitola "Il Tesoro ritrovato" , edito dalla Laurum Editrice a cura di: Laura Arcangeli, Gabriella Barbieri e Maria Angela Turchetti. Il volumetto è formato da 96 pagine contenenti moltissime illustrazioni a colori, su carta pregiata e copertina rigida, formato 22 x 13. Descrive il Tesoretto di Sovana, ritrovato nel 2004 durante gli scavi effettuati per poter trasformare la Chiesa di San Mimiliano in un contenitore Museale, costituito solamente da solidi. La sezione del libro dedicata alle monete ritrovate è strutturata, dopo una breve presentazione, in schede descrittive delle monete con foto a colori, unico neo le foto un po' piccole Ma si sofferma anche sul territorio circostante, ad esempio sulla Necropoli detta la Tomba Ildebranda, e sui vari ritrovamenti ceramici trovati durante gli scavi e nel territorio stesso come il Corredo Funerario della Tomba 4 di San Sebastiano. Vi auguro una buona lettura sapendo già da ora che non resterete delusi. Ciao, Giò http://www.maremmapromotion.it/it/cultura/monete-oro-sovana-vsecolo-/1 punto
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