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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/22/16 in tutte le aree

  1. Beh, ma scusate, chi di voi ha uno ziani come questo? :D i grossi bucati, per quanto non falsi, hanno un loro perché. ovviamente mi sto arrampicando sugli specchi
    4 punti
  2. E non mi sembra per nulla corretto dire che solo gli accademici possono essere depositari di lavori degni di nota, non e' mai stato così e non lo è' adesso, tra l'altro Enrico Piras , che premetto non conosco personalmente, ha fatto veramente molto per la numismatica della Sardegna, fa parte dell''Accademia Italiana Studi Numismatici e ha collaborato con Lucia Travaini per alcune zecche nel libro " Le zecche italiane fino all'unita' d'Italia ", ci vorrebbe un po' più di rispetto e misurare meglio le parole....
    4 punti
  3. Segnalo che nei giorni 17 e 18 marzo 2016 si terrà un Congresso internazionale sulle monete di Cirene e della Cirenaica nel Mediterraneo, con interventi di eminenti studiosi. Ecco il programma. Brochure_V_CongressoMoneteCirene_1719marzo2016_web.pdf
    3 punti
  4. Seconda parte : Comunque , ad avvalorare la leggenda che Pilato fosse di origine abruzzese vi è l' ipotesi che lo fa discendere dalla famiglia italica di origina Vestina dei Ponzi , da cui sarebbero usciti al tempo della guerra sociale , gli avi di Ponzio Pilato quali condottieri dell’esercito sannita . La figura di Ponzio Pilato è anche legata a diverse tradizioni in provincia di Latina : l' Isola di Ponza lega il suo nome ad una leggenda che lo vuole esiliato qui , mentre i suoi natali sono rivendicati anche dalle antiche città laziali di Cori e Cisterna di Latina . Notevole è anche la tradizione attestata ad Ameria , oggi Amelia in Umbria , dove oltre ad essersi tramandata la "leggenda" del Palazzo di Pilato ed essere attestata la presenza di una villa romana in località Monte Pelato , nel XVI secolo un’iscrizione ritrovata nei pressi della Chiesa Abbazia di San Secondo desta sicuramente una certa curiosità . Si parla infatti di un certo ['Pilatus/IIII VIR/QUINQ (UENNALIS) (CIL, XI 4396)] . Tale iscrizione avvalorerebbe quanto riportato nel Vangelo Apocrifo cosi’ detto : Atti di Pilato , dove più volte viene citata la Città di Ameria quale luogo di esilio e morte del Governatore . Il suo nome gentilizio lo individua probabilmente di nazionalita’ Sannita , infatti i Ponzii erano una antica famiglia sannita ben conosciuta dai Romani della Repubblica , infatti un Ponzio Telesino inflisse loro la cocente umiliazione delle Forche Caudine , in seguito pero’ contro cambiata ; altri Ponzii famosi furono Gaio , Erennio e un altro Telesino che combatte e mori’ alla Porta Collina all’ epoca di Mario e Silla . Il cognome Pilato lo fa supporre come un lanciatore di Pilum , il giavellotto usato dai soldati romani nei combattimenti a breve distanza , quando forse Pilato era semplice un legionario all’ inizio della sua carriera militare , infatti Pilatus in latino significa oltre che “serrato” , “denso” , “spesso” , anche “armato di asta da lanciare” , oppure secondo Marziale , anche “pelato” , “calvo” . Pilato fu quinto Prefetto della prefettura della Giudea , in carica tra gli anni 26 e 36 ; famoso per il ruolo che svolse nella Vita di Gesù secondo quanto testimoniano i Vangeli , in quanto fu giudice del processo di Gesù e ne ordinò la flagellazione dopo il giudizio di condanna del popolo ebraico . Pilato compare in tutti e quattro i vangeli canonici . Il Vangelo secondo Marco mostra Gesù innocente dell' accusa di aver complottato contro l' Impero romano e raffigura Pilato come estremamente riluttante a giustiziarlo anche consigliato dalla moglie Claudia Procula , facendo ricadere la colpa della condanna alle gerarchie sacerdotali giudaiche , anche se Pilato era l' unica autorità in grado di decidere una condanna a morte . Nel Vangelo secondo Matteo , Pilato si lava le mani del caso e riluttante , manda Gesù a morte . Nel Vangelo secondo Luca , Pilato riconosce che Gesù non aveva minacciato in alcun modo l' Impero di Roma . Nel Vangelo secondo Giovanni , Pilato interroga Gesù , il quale non afferma di essere né il Figlio dell' Uomo né il Messia , ma gli dà conferma rispondendo "Tu lo dici : io sono Re". Oltre che dai vangeli , le vicende di Ponzio Pilato ci sono note anche dai resoconti di due autori ebrei del tempo : Flavio Giuseppe e Filone di Alessandria . Un breve accenno a Pilato è inoltre presente anche in Tacito . Filone di Alessandria racconta che Pilato era corrotto, licenzioso e crudele , che rubava e che condannava senza processo , ma tale giudizio non sembra corrispondere al ruolo tormentato nel giudizio avuto nel processo a Gesu’ , sintomo di uomo provvisto di una coscienza pervasa da dubbi e incertezze . Eusebio di Cesarea , citando i Vangeli apocrifi , afferma che Pilato non ebbe fortuna sotto il regno di Caligola e si suicidò nella città gallica di Vienne , mentre secondo Agapio , Pilato si suicidò durante il primo anno del regno di Caligola ; in entrambi i casi forse nel rimorso della condanna di Gesu’ o per il fallimento della sua carriera politica a seguito dei fatti di Giudea . Il Governatore della Siria , Lucio Vitellio , destituì Pilato nell' anno 36 o forse 37 ; si racconta anche che a causa delle notizie giunte a Roma sull’ andamento del processo a Gesu’ , Tiberio in persona non apprezzasse la condotta tenuta da Pilato , ne’ l’ esito della condanna , tanto che chiese al Senato di inserire Gesu’ nel novero degli Dei , ma invano ; destituzione seguita anche a causa della durezza con la quale Pilato represse i Samaritani che avevano messo in atto la rivolta del monte Garizim ; successivamente l' Imperatore Caligola lo mandò esule in Gallia negli anni 37–41 . La domanda più importante che Pilato fece a Gesù fu se considerasse se stesso come “Re dei Giudei” ; nella prosecuzione dell' interrogatorio , secondo il Vangelo secondo Giovanni , Gesù affermò di essere venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità e proseguì dicendo : “Chiunque è dalla verità , ascolta la mia voce” , al che Pilato chiese : “Che cos'è la verità ?” . Pilato tentò di non condannare Gesù e visto che in occasione della Pasqua era usanza che fosse liberato un prigioniero , Pilato lasciò al popolo la scelta di assoluzione tra Gesù e un assassino di nome Barabba . Concludendo , Pilato fu coinvolto inconsapevolmente in un processo di portata mondiale , ma non poteva saperlo e delle cui conseguenze non poteva rendersi conto ; la Storia mondiale ne usci’ stravolta ; a secondo dei pareri religiosi e personali , pro o contro Pilato , fu un uomo comunque privilegiato perche’ conobbe e parlo’ con Gesu’ , ma non pote’ salvarlo perche’ “cosi’ era scritto che andasse il processo” , per questo motivo , almeno per chi e’ credente , Pilato va assolto perche’ non fu il vero presidente del processo , bensi’ un subalterno di un giudizio gia’ scritto , l’ Autore di cio’ fu ben piu’ autorevole di lui ; la Storia del mondo “doveva” cambiare . Testimonianze della presenza in Giudea di Ponzio Pilato : Esiste una statua di Ponzio Pilato , a San Giovanni Rotondo , sul percorso della Via Crucis monumentale , nella stazione di "Gesù davanti a Pilato". Iscrizione trovata presso il teatro di Cesarea in Palestina nel 1961 . Vi si legge il nome del committente : Pontius Pilatus , la carica dello stesso, Prefectus Iudeae e il nome del dedicatario, Tiberiéum (Tiberio) Nel 1961 presso l' Anfiteatro romano di Cesarea è stata infine rinvenuta casualmente una lapide risalente al periodo tiberiano sulla quale Pilato veniva menzionato nell' incisione incompleta che recita: "[Caesarensibu]s Tiberiéum/[Pon]tius Pilatus/[Praef]ectus Iuda[ea]e". traducibile forse come "presso i Cesarensi , Ponzio Pilato , Prefetto di Giudea , [dedicato a] Tiberio". Altre interpretazioni riferiscono di una possibile attestazione di lavori effettuati da Pilato presso l'anfiteatro della città , forse colpita da un terremoto o della presenza sul luogo del ritrovamento di un tempio realizzato in onore dell' Imperatore da Pilato . Resti di Peltuinum , in provincia dell'Aquila , dove Pilato avrebbe posseduto la Villa presso la quale trascorse l' esilio da Roma . La casa natale di Pilato a Bisenti , il Lago di Pilato , statua di Pilato . La Chiesa Ortodossa etiope segue una tradizione secondo cui , dopo il processo a Gesù , Pilato si convertì e lo venera quindi come santo , celebrandone la ricorrenza il 25 giugno . Secondo altre tradizioni si suicidò per rimorso . Dante Alighieri , secondo alcuni critici , lo identifica nella Divina Commedia come "Colui che fece per viltade il gran rifiuto" sostituendolo a Celestino V . Dato l’ argomento trattato , che spero sia di interesse , sarebbe utile al fine del post leggere molti vostri pareri sulla figura storica di Ponzio Pilato e del particolare periodo storico in cui visse , evitando pero’ , se possibile , di entrare in argomento prettamente religioso perche’ porterebbe con facilita’ fuori tema , se non per quanto riguarda riferimenti a testi di scrittori cristiani e pagani sulla figura di Pilato , grazie . Dentro le foto alcune note
    3 punti
  5. ciao@@eliodoro, a me sembra il tipo più comune,con la croce che arriva vicino al cerchio (anche se le immagini sono piccole), croce più piccola, abbiamo un'altra variante più rara, D.A. - con la croce che interseca la legenda, allego i miei,
    3 punti
  6. Buongiorno a tutti 1991 BELIZE (Se non sbaglio è la prima moneta per il BELIZE ;) ) 25 centesimi
    3 punti
  7. con molto anticipo, il nostro collega greco mi chiede di ringraziarvi, ha letto tutti i vostri post ed è felice di essere amico di numismatici italiani.
    3 punti
  8. Suddivido questo post in due parti per non appesantirlo troppo in una unica esposizione che altrimenti risulterebbe troppo lunga . Prima parte : Con l’ avvicinarsi della Santa Pasqua e della Passione di Gesu’ Cristo mi e’ parso coinvolgente trattare della figura storica di Ponzio Pilato , il Governatore romano della Giudea che postosi davanti alla Storia come giudice , come colui che avrebbe dovuto emettere una sentenza di condanna o di assoluzione , invece si astenne “lavandosi le mani” , rinunciando con tale gesto ad emettere di propria volonta’ la sentenza pro o contro nei confronti di Gesu’ o di Barabba , con il risultato che uno dei due avrebbe avuto salva la vita ; affido’ , con tal gesto simbolico , questa decisione al popolo ebraico , al giudizio del quale avrebbe poi sottoscritto personalmente la pena della crocifissione . Ora tralasciando la parte religiosa e trascendentale della Vita di Gesu’ , la cui Vita e Passione era gia’ stata decisa dal Padre , come dichiara Gesu’ stesso , molto si e’ disputato su questa decisione presa da Pilato e giudicata non consona ad un magistrato romano , quindi condannata dai contemporanei e dai posteri ; occorre pero’ considerare , che la situazione reale della Giudea in quel periodo storico era altamente inquieta sia a livello religioso , sia politico , che militare , quindi probabilmente Pilato , astenendosi dal giudizio personale , voleva evitare di scontentare una parte del popolo ebraico o forse perche’ preso da una crisi morale interiore . Assolvendo apertamente Gesu’ come pare avrebbe voluto fare , Pilato si sarebbe inimicato tutta la potente ed influente classe sacerdotale ebraica che vedeva nel Nazareno un pericoloso sobillatore di masse nei confronti dello status quo della tradizione religiosa degli Ebrei , con conseguenze negative non prevedibili verso il governo di Roma e quindi verso Pilato stesso che ne era il rappresentante in Giudea ; d’ altra parte Pilato non vedeva nessun uomo pericoloso sia nella persona fisica che nel dialogo avuto con Gesu’ , forse lo riteneva solo un innocuo visionario senza nessuna intenzione di sobillare masse contro il governo di Roma ; infatti Gesu’ alla richiesta dei Giudei se fosse giusto pagare tasse al governo di Roma rispondeva : “date a Cesare quel che e’ di Cesare……”, ne’ tanto meno pretendeva lui stesso di essere un Re di questo mondo , come si intendeva a quei tempi . In conclusione Pilato anche influenzato dalla moglie Claudia Procula non condanno’ personalmente Gesu’ , non avendo riconosciuto in Lui nessun tipo di reato commesso ; per questo stato di dubbio , da un certo lato ammirevole per la consapevole incertezza morale interiore nell’ emettere la sentenza , delego’ al popolo il giudizio finale . Per Pilato sarebbe stato molto facile e semplice condannare Gesu’ , uno sconosciuto e visionario individuo apprezzato e seguito solo da una piccola parte del basso strato del popolo ebraico e di conseguenza si sarebbe attratto le simpatie del potente gruppo sacerdotale ebraico , ma non lo condanno’ di propria iniziativa dimostrando cosi’ una certa dose di integrita’ morale nel giudizio , condita pero’ anche di scarso senso del dovere in un magistrato romano . Vediamo cosa la storia e le leggende nate su Pilato ci hanno trasmesso : Ponzio Pilato nacque probabilmente in Abruzzo nei primi anni del I secolo o alla fine dell’ era precristiana , i dettagli biografici storici di Pilato prima della sua nomina in Giudea sono poco noti . Secondo varie leggende sarebbe nato in Abruzzo , nella zona dell’ Aquila o del Vomano , mentre sulla morte si ipotizzano alcune diverse localita’ sia in Italia che fuori . Antoine de La Sale , scrittore e viaggiatore francese del XV secolo , riporta una leggenda tramandata oralmente raccolta durante un viaggio nell' Italia Centrale , secondo cui Ponzio Pilato , riportato a Roma da Tiberio fu fatto uccidere sembra per la condotta tenuta verso il processo a Gesu’ e il suo cadavere trasportato su di un carro trainato da buoi verso le pendici del Monte Vettore , nel massiccio dei Monti Sibillini e il corpo fu gettato in un lago che ancora oggi porta il suo nome . Numerose località si contendono l' onore di avergli dato i natali o di averlo ospitato al suo rientro in Italia dopo i fatti trattati dagli Apostoli . Ad esempio a San Pio di Fontecchio (AQ) vi è un Monte detto Montagna di Pilato , dove la tradizione locale colloca la Villa in cui Pilato si ritirò prima di morire . Il ritrovamento in tempi recenti di resti di edifici romani ha stimolato ulteriormente questa leggenda . Un' altra leggenda narra che la Villa di Pilato fosse invece localizzata a Tussio (AQ) nelle vicinanze dell' antica Peltuinum . Ad avvalorare la tesi è sopravvenuto il ritrovamento di due leoni in pietra risalenti al I secolo , che porterebbero invece ad indicarne la tomba . Secondo un' altra leggenda Pilato fu esiliato dall' Imperatore Caligola a Vienne in Francia e qui vi mori’ suicida ; sulla via per recarsi a Vienne avrebbe soggiornato prima a Torino , poi a Nus in Valle d'Aosta , dove il castello è noto col nome di "Castello di Pilato", anche se la costruzione attuale pare risalga al medioevo , ma potrebbe essere stato costruito su rovine piu’ antiche . Altra leggenda vuole i suoi natali ad Atina (FR) ; ancora un’ altra leggenda vuole Bisenti (TE) quale patria di Ponzio Pilato , questa ultima localita’ , a differenza sulle altre leggende riferite ad altri luoghi è molto articolata , infatti non si limita ad affermare che il prefetto sia nato a Bisenti ma spiega i dettagli dell' origine bisentina di Pilato . Secondo questa tradizione tramandata di generazione in generazione , un avo del celebre funzionario romano chiamato Ponzio Aquila partecipò alla congiura delle Idi di Marzo contro Giulio Cesare ; con il ristabilirsi dell’ordine pubblico le famiglie dei cesaricidi furono confinate presso le colonie romane e tra queste i Ponzi furono esiliati a Bisenti . Nato e cresciuto in questa località , il giovane e futuro Prefetto ebbe dunque la possibilità di conoscere le tradizioni ebraiche ed apprendere una la lingua “straniera”, l' aramaico . L’allora Berethra (Bisenti) era è ubicata nel cuore di un territorio dell’ area centro adriatica , conosciuto in antichità con la denominazione di "palestina piceni" in quanto colonizzato nel 600 a.C. circa da popolazioni mediorientali provenienti sembra dalla terra di Canaan . Proprio la conoscenza del linguaggio e delle abitudini giudaiche apprese vivendo nella “Palestina Piceni”, avvantaggiarono il giovane militare Ponzio Pilato nella nomina di V Prefetto della Giudea . A Bisenti è visitabile il luogo che la tradizione indica come “casa natale di Ponzio Pilato” . L'edificio anche se modificato e ristrutturato nel corso dei secoli conserva ancora nel suo impianto le caratteristiche di una tipica domus romana : un lato dello stabile presenta un porticato con un cortiletto o “vestibolo”, sul lastrico di tale corte si notano dei resti di una antica pavimentazione realizzata con ciottoli che formano delle particolari geometrie molto simili alle figurazioni dei mosaici che impreziosivano le ville romane . A ridosso di tale cortiletto si trova un locale , l’“atrium” della “casa di Ponzio Pilato”. Al di sotto di tale area dell’edificio sono presenti due enormi cisterne che , per le caratteristiche tecniche costruttive delle murature in “opus caementicium” e per la presenza di alcune tracce di intonaco impermeabile di tipo “opus signinum”, possono essere fatte risalire all’ epoca romana . Sotto l‘ ”impluvium”, è ancora perfettamente conservato un “qanat” , un sistema di distribuzione idrico molto diffuso nei territori mediorientali . Non si può dunque escludere che il “qanat” di Bisenti sia stato realizzato proprio da Ponzio Pilato che avendone appreso la tecnologia costruttiva in Giudea , una volta tornato in patria pensò bene di costruire un sistema idrico del genere per captare le acque da una falda , incanalarle mediante una galleria sotterranea per alcuni chilometri e prelevarla per le proprie esigenze personali da un pozzo situato all’interno della sua casa e per le necessità degli altri concittadini Berethriani in una fonte di erogazione pubblica , oggi denominata "fonte vecchia" , della quale si possono ancora ammirare integralmente preservate i cunicoli di adduzione e le vasche di decantazione . Fine prima parte
    2 punti
  9. Per la presenza della lettera di controllo al dritto (in questo caso una "N") escluderei il vittoriato anonimo. Quindi un quinario di T. Cloelius. Allego un quinario di conservazione migliore per un confronto. Per riferimenti ed altre informazioni: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G197/1
    2 punti
  10. No, c'è scritto DIVA FAVSTINA come nelle altre... E no, non è un sesterzio, dovrebbe essere un Dupondio con al rovescio la leggenda AUGUSTA con la raffigurazione di Cerere con una torcia ed uno scettro
    2 punti
  11. Salve @@PerUnaLira. Trattasi di una medaglia in bronzo realizzata per fusione ed attribuita allo scultore e medaglista Girolamo Santacroce, nato a Nola nel 1502 e morto a Napoli nel 1537. Padre del Santacroce fu un mercante di nome Giovan Agostino, che favorì lo sviluppo della vena artistica del figlio. Dopo vari apprendistati da artisti locali poco conosciuti, si trasferì successivamente a Roma dove, da buon umanista, completò la sua formazione ammirando e studiando le meravigliose sculture dell'antichità classica e quelle a lui contemporanee realizzate da Michelangelo. Nel 1517 completò, all'età di soli quindici anni, la decorazione scultorea di un sepolcro nella Basilica della Santissima Annunziata a Napoli, il che farebbe fissare cronologicamente il suo rientro nella capitale dell'omonimo Regno a pochi anni prima dell'appena riferito 1517. In questi anni funse da aiutante, vista anche la sua tenera età, per artisti suoi contemporanei operanti a Napoli, come il celebre Giovanni da Nola. Nel 1520 accettò alcune commissioni a Carrara, ma nel 1525 era di nuovo a Napoli dove lavorò alla Cappella del Crocifisso in San Domenico Maggiore. Nello stesso tempo, inizia la progettazione del suo capolavoro: l'altare maggiore nella Chiesa di Sant'Agnello Maggiore a Caponapoli. Molti dei suoi lavori scultorei sono sparsi per molte chiese del centro partenopeo, ma la sua attività fu improvvisamente stroncata da una morte prematura, avvenuta, come già detto, nel 1537. ​Ritornando alla medaglia (mi sembrava doveroso un cenno biografico dell'artista a cui si attribuisce l'opera), che non risulta né firmata, né tantomeno datata, ne fornisco una breve descrizione: D/ ANDREAS . CARRAFA -- . S . SEVERINAE COMES . Busto corazzato ed elmato di Andrea Carafa volto a sinistra. R/ La personificazione della Prudenza, assisa verso sinistra, regge con la mano destra uno specchio, mentre un serpente le si avvinghia intorno al braccio sinistro. In esergo: NIL ABEST (motto tratto da un verso di Seneca che si potrebbe tradurre come "non ti manca nulla", in riferimento forse al fatto che al Carafa si attribuivano encomiasticamente accenni di un comportamento prudente). Per un riferimento bibliografico, si veda: Lore Börner, Die italienischen Medaillen der Renaissance und des Barock (1450 bis 1750). Bestandskatalog des Münzkabinetts Berlins. (Berliner Numismatische Forschungen. N.F. Bd. 5), Berlin 1997, al n° 114. La medaglia è altresì datata al 1524, quando il Carafa era nel pieno delle sue attività politiche a Napoli: egli ricoprì, infatti, dall'ottobre del 1523 al giugno del 1526, la carica di Luogotenente generale del Regno napoletano in luogo viceré spagnolo Carlo di Lannoy, il quale dovette assumere il comando supremo delle truppe regnicole proprio nel 1523, dopo la morte del suo predecessore Prospero Colonna. Il Carafa era uno dei più grandi signori feudali del suo tempo: nel 1496 aveva difatti acquistato direttamente dal Re Ferdinando II d'Aragona (che aveva bisogno di grandi somme di denaro per le casse statali) i diritti sulle terre di Santa Severina (il cui titolo di Conte è ricordato anche nella medaglia in questione), Policastro, Roccabernarda, Le Castella e Cirò. La sua ascesa politica, però, iniziò nel 1502 quando, sotto il Re Federico I, si distinse per la sua fedeltà alla Corona e per il suo antagonismo al partito filo-francese che mirava alla conquista del Regno. Durante il suo mandato come Luogotenente, nel quale fu coadiuvato dal Duca di Montalto, governò Napoli difendendola sia da pericoli esterni, come l'invasione dei Veneziani e dei Turchi, sia dalle congiure interne che i suoi familiari, invidiosi del potere da lui raggiunto, organizzarono più volte col fine ultimo di eliminarlo e di prenderne il potere. Il Carafa morì a Napoli nel 1526 e l'opera più importante della sua reggenza fu sicuramente la sua imponente residenza, il palazzo Carafa di Santa Severina a Pizzofalcone, costruito proprio in questo periodo e che oggi, ancora esistente, ospita la Sezione Militare del Grande Archivio di Napoli. Ho visto che dopo un po' di tempo non c'erano ancora risposte a questa discussione, così ho deciso di colmare la lacuna, mettendo insieme quante più informazioni avessi a disposizione sul pezzo oggetto del tuo interesse. Spero così di aver trovato, almeno in parte, una soluzione alle tue curiosità, anche perché quello della medaglistica non è per nulla il mio campo di ricerca.
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  12. Nel senso che, dalle foto, la frattura non sembra autentica ma riprodotta nella fusione, mi sembra troppo "arrotondata", così come l'aspetto generale della moneta. Ovviamente per dare un giudizio definitivo queste foto sono insufficienti.
    2 punti
  13. Omaggio al numismatico: statuina in ceramica di Capodimonte realizzata nel 1980 e venduta in rete. Originale....
    2 punti
  14. ______________ 1991 Unione Sovietica Monumento a Davide di Sassun Il personaggio è il mitico protagonista del poema epico nazionale armeno *I Temerari di Sassun*, un gruppo di soldati che guidarono la resistenza armena contro gli invasori arabi. 5 Rubli - Rame/nickel
    2 punti
  15. Purtroppo la presunzione gioca brutta scherzi e non ripaga . Poi peggio ancora essere "spocchiosi" !!! spesso mi chiedo .... a cosa serve studiare tanto se poi non si è capaci a stare tra la gente comune ?
    2 punti
  16. ______________ 1990 Aruba 5 - 10 - 25 Cent - Nickel/acciaio
    2 punti
  17. 1/2 schilling di Norimberga? http://www.acsearch.info/search.html?id=623779
    2 punti
  18. Buon pomeriggio 1990 Mexico 1000 pesos Dedicata a Juana De Asbaje, religiosa e poetessa Messicana vissuta nella seconda metà del 1600 Bel modulo di 30,5 mm.
    2 punti
  19. @@Massenzio @@Theodor Mommsen @@Sam Grazie mille
    1 punto
  20. @@gpittini @@King John Grazie mille !!
    1 punto
  21. si è RENGNI, la legenda del D è riportata errata sul D.A. 100 non è FERDIHANDUS ma FERDINANDUS
    1 punto
  22. Salve, Apporto il mio umile contributo incollando una pagina dedicata agli opliti ed alle loro tattiche. Hoplite Men wear their helmets and their breastplates for their own needs, but they carry shields for the men of the entire line. --Plutarch, Moralia The hoplite phalanx was the perfect manifestation of classical Greek society on the battlefield. Made up of middle-class men who had day jobs, the phalanx was made to decide a war in a single bloody struggle. Equipment The hoplite's armor--the panoply--consisted of a shield, helmet, breastplate, greaves (plate armor worn around the lower leg), sword, spear, and tunic, and weighed about seventy pounds. All this on a soldier who himself probably weighed no more than 150 pounds. The hoplite's shield was his defining piece of equipment, even lending its name, hoplon, to the soldier himself. It was a large concave piece of wood, rested on the left shoulder, and stretching down to the soldier's knees. The shield was large enough to protect the right side of the man to each soldier's left, and so formed a wall behind which the hoplite was protected. The rest of the armor was made of thick bronze plate, and was so heavy that the soldiers would not don their armor until the moments before the charge began. In particular, the helmet (always the soldier's least favorite bit of equipment, then as now) was frequently tilted far back on his head when the soldier was not in combat. The phalanx is recognized by its bristle of spears, and the spear was indeed the principal offensive weapon of the hoplite. Eight feet long, it was capped with an iron spearhead on one end, and a bronze butt-spike on the other. There is some doubt as to whether it was held underhand or above the shoulder. The butt-spike was useful as a secondary weapon for dispatching trampled-upon foes, or as a primary weapon after the spear shattered, as it usually did, upon impact. The hoplite's short sword was typically considered to be a sort of weapon of last resort. Each hoplite was responsible for the purchase and upkeep of his own armor, and so membership in the hoplite phalanx was restricted to those who could afford the expense. The title of hoplite was thus one of some minor prestige, and carried with it some additional political rights. Battle Hoplites were organized in the phalanx as row upon row of men, typically about eight ranks deep, and stretching abreast for a quarter mile or more. The commanding general--the strategos--took position in the front rank, at the extreme right--the most exposed position in the entire army. Greek generals typically had short careers. Prior to combat, the paen or battle hymn was sung, then the phalanx advanced upon its foe at a trot. The Spartan army was an exception; it saw the paen as needless bravado and was known for its slow, methodical pace, set by musician-boys who marched behind the line. The first four ranks of men marched with spears level, while the rear ranks kept their spears mostly vertical, where they provided an effective defense against missile weapons. The large shields on the left side of each soldier provided an incentive for everyone to snuggle up against the man on his right. This formed the wall of shields that was so crucial to the phalanx's effectiveness, but there was a definite trend for each army to drift noticeably to its right. As the lines neared each other, both sides broke into a run. The challenge for the general was to maintain cohesion (and the shield wall) while still gaining enough momentum for the initial crash. When the armies did crash, among the literal rain of spear splinters as the spears shattered, the battle became a scrum of each army trying to push through the other's line. The forward ranks did what hacking and spearing they could, while the rear ranks drove the enemy forward by pressing their shields into the backs of the men in front of them. The pressure, the noise, the confusion, the gore at the front of the line were immense. The Idea The Greek phalanx was nearly unstoppable in its intended mode of combat: head-on, on straight, level ground, with adequate protection on the flanks. Hoplite battles frequently took place in long, straight valleys--so common in the Greek mainland--where the phalanx could occupy the entire width of the valley and thus protect its flanks and its rear. A single site would frequently be the location of battle after battle through the ages, its desirability as a battlefield undiminished. Hoplite combat was centered around a single idea: that battle should be bloody, horrible, and decisive. This fit the needs of an agrarian society that could not spare its men to a professional army, but needed them back in time for harvest. Battles were short, and casualties were surprisingly low (proportionally to the combatants) in comparison with modern combat. Through most of their history, the ancient Greeks meant to keep wars short--even just a single battle--so that people combatuld get back to their lives. If they frequently judged war to be necessary, it was still just a necessary evil. Sources Most of this information comes straight out of Victor David Hanson, The Western Way of War: Infantry Battle in Classical Greece. University of California Press, 1989.
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  23. Buona serata Questa volta c'è chi è stato più rapido di te. :pleasantry: ;) http://www.lamoneta.it/topic/146756-5%C2%B0-convegno-internazionale-di-numismatica-padova/ comunque, meglio un avviso in più, che uno in meno. saluti luciano
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  24. @@El Chupacabra vorrei precisare che fino al 1947 non ci fu nessun governo a maggioranza Comunista o a "guida", anzi erano in minoranza nel Parlamento, tuttavia a causa della presenza dell'Armata Rossa sul territorio ungherese gli altri partiti (come democristiani, piccoli proprietari terrieri) furono costretti ad includerli nel governo con posizioni inizialmente marginali. Solo nel 1947 ci fu una sorta di colpo di stato da parte degli esponenti del PC ungherese che si impadronì di tutti i posti chiave. Quindi ancora nel 1946 non si può parlare di Comunismo. A riprova se guardi la monetazione ungherese dal 1945 al 1947 si legge Repubblica Ungherese, poi dal 1947 si legge Repubblica Popolare Ungherese
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  25. Ho finito "I mi Piace" ma pian piano gli metterò tutti. :(
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  26. Ciao a tutti! Tutte molto belle le monete postate.... :good: Aggiungo: Stati Uniti D'America Centesimo 1991
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  27. Taglio: 1 cent Nazione: Italia Anno : 2015 Tiratura: 220.000.000 Condizioni: Spl Citta : Salerno
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  28. Grazie ragazzi per l'apprezzamento, mi fa piacere! Volevo fare una domanda.. Qualcuno di voi ha per caso letto i libri di Guido Amoretti " il ducato di Savoia dal 1559 al 1713" ??? Perché li ho acquistati da poco ed ora sono "in lettura" ... Li trovo veramente ben scritti e molto scorrevoli. ...lo so che non sono monete, ma trattano di un periodo storico molto interessante e sarei curioso di sentire le opinioni di qualcun altro...
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  29. ...Non tutti, purtroppo, hanno il tempo, la costanza....e le occasioni "concrete" per applicarsi così seriamente. Comunque nessuno parlava di affidarsi "ciecamente"; il cervello non va mai "spento". Io stesso compro quello che piace a me, non al tal perito....fermo restando il suo giudizio. E, se necessario, faccio domande su domande per capire il motivo per cui è stato assegnato un determinato giudizio.
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  30. Saluti da Cuba @@fofo, non credo che li troverai monete di Firenze. ti toccherà accontentarti di qualche cubana !! :crazy:
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  31. io consiglierei all'amico invece di insistere sul fascetto in conservazione super di prendere ,se non ha già, un fascione. con 1800 ne può trovare un bell'esemplare che anche se non in alta conservazione gli darà senz'altro molte più soddisfazioni.
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  32. definisci "professionista"...basta una partita iva per essere affidabili? io preferisco acquisire la competenza per comperare in piena autonomia dal "primo che passa" piuttosto che affidarmi ciecamente ai professionisti ;)
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  33. Potrebbe essere un'asse di Traiano, con la Vittoria alata al rovescio. In tal caso sarebbe una RIC 395.
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  34. Aggiungo alla discussione un mio esemplare per Milano Gettone Caffe' dell'Accademia Milamo
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  35. 1 Piso 1991 Filippine Repubblica delle Filippine (1967-1994)
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  36. 1 Centas 1991 Lituania 2a Repubblica (Lietuva) (1991-2014)
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  37. Buona giornata Non voglio fare il "guastafeste" ... per $ 5 si prende .... ma non vi da alcun dubbio? A me sembra una fusione ..... saluti luciano
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  38. Taglio: 50 cent Nazione: Germania J Anno: 2005 Tiratura: solo in divisionale Condizioni: BB Città: Milano
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  39. ______________ 1990 Isle of Man 5 pence - Rame/nickel
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  40. ______________ 1990 Turchia 1.000 Lire - Rame/nickel/zinco
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  41. La legenda completa del diritto è T CAES IMP PON TR POT COS II CENS, coniata alla fine dell'anno 73. Classificazione RIC 614 di Vespasiano, Moneta abbastanza rara (non rarissima); immagine non presente sulle tavole del RIC, mentre è visibile su quelle della collezione di Parigi (BN 675, conio differente). Quanto all'ipotetico valore, basandomi sulle foto pur non ottimali, parlerei di ordini di grandezza modesti.
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  42. ______________ 1990 Papua New Guinea 2 Toea - Zinco/rame
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  43. Come rarità potrebbe essere un R2/R3. Comunque sono monete che oggi non vanno per la maggiore, la difficoltà nel trovare riferimenti online è dovuta principalmente a ciò...io personalmente però le trovo bellissime!
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  44. Buona domenica, Tanto per parlare e vaneggiare sul valore e le differenze di valore delle monete guardate questi due esemplari dello Ziani: Questo esemplare e' nella mia collezione: moneta a mio avviso splendida, peso gr 2,17, vari punti di iridescenza, z rovesciata. Acquistata ad Ottobre a 80,00 Euro piu' d.a. Guardate adesso questo esemplare: Sicuramente migliore del mio esemplare, avendo la z normale pensavo di prenderlo per avere entrambe le versioni. Moneta tutt'ora in asta, ha superato i 220,00 Euro e manca ancora una settimana alla scadenza. L'ho lasciata andare. Premettendo che ogni asta e' un mondo a se e che anche un aumento minimo della qualita', raggiunti certi livelli, puo' significare in un aumento notevole del prezzo, mi viene da pensare quanto si venderebbe adesso lo ziani che io ho preso per 80,00 Euro. In ogni caso la seconda moneta e' veramente eccezionale, immagino vederla dal vivo. Saluti A.
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  45. Secondo me è una schiacciatura di conio. Tutto il resto è in alto rilievo e quindi la moneta ha circolato pochissimo. Arka
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  46. Certo che se questa è falsa direi che è fatta veramente bene.
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  47. Fiaba con risvolti numismatici (Italo Calvino) http://www.consultami.net/biblioteca/miti/giufa/04.html
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  48. Ciao @@Liutprand...bella storia..riguardo le monete siciliane, potrebbero essere queste: 5 grani: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F3BRS/9 6 tarì: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F3BRS/29 12 tarì http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F3BRS/34.. oggi un 5 grani sarebbe pari ad 1,5 euro, 6 tarì a 36 euro, 12 tarì a 72 euro: http://www.laltrasicilia.org/569/a-proposito-di-monete-siciliane-antiche-e-moderne/ Saluti Eliodoro
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