Vai al contenuto

Classifica

  1. Illyricum65

    Illyricum65

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      8032


  2. giancarlone

    giancarlone

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      5090


  3. jagd

    jagd

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      8171


  4. ak72

    ak72

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      2728


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/13/16 in tutte le aree

  1. Io direi Giulio Cesare (rivolto verso destra) e Augusto (radiato verso sinistra). Non conosco il.contesto storico ma visti cosí mi ricordano entrambi, forse il primo è rappresentato nel suo ritratto classico. Ciao Illyricum ;)
    4 punti
  2. Vi allego un rarissimo cavallo aquilano di papa Innocenzo VIII, coniato durante la rivolta dei baroni 1485-1486, questa variante ha la particolarità di avere le chiavi con impugnatura ad anello singolo, al posto dei tre anelletti , 1,58 gr. 19 mm D.A. 126,R3, GIULIANI 2013, 2A , R3, quattro esemplari censiti, M.I.R. 99, R4,
    3 punti
  3. Salve! Per riconoscere i segni di un appiccagnolo o di una montatura è opportuno, per prima cosa, conoscere come è fatto un esemplare "sano". Occorre poi documentarsi, per questo puoi vedere vecchie discussioni sul forum, girando per internet e facendoti una piccola esperienza in materia, sui vari tipi di montatura. Da lì ti verrà semplice andare a verificare direttamente la presenza di "segni". Ci possono essere appiccagnoli che intaccano i soli bordi della moneta ed altri che invece si agganciano a questa per tramite di graffette disposte ad ore 1, 5, 7, 11 del bordo della moneta. In ogni caso non è possibile compiere una descrizione esaustiva, perché la fantasia che ha coinvolto artigiani orafi e monete è davvero infinita ? Ad ogni buon conto il consiglio è sempre quello di controllare la integrità è regolarità del taglio della moneta, la continuità ininterrotta dei bordi, ed i campi della moneta (alcune monete venivano infatti montate a spilla semplicemente saldando su un lato della stessa una grossa spilla come quelle da balia, in tal caso dovrai ricercare i segni di una saldatura o di un abbassamento dei campi operato per nascondere detti segni). Per non parlare poi dei fori passanti otturati e restaurati ad arte..ci si può scrivere un libro
    3 punti
  4. Buongiorno a tutti. :hi: L'argomento non è nuovissimo, se n'è già parlato in altro topic a fine 2015, ma stavolta le banconote sono sigillate (assieme alle monete) dentro un album in pelle: Riflessioni? Commenti? Valutazioni? :good:
    2 punti
  5. salve. anelli a confronto. ciao.
    2 punti
  6. .... e sempre per confrontare, altro quattrino
    2 punti
  7. Quando si espone un qualcosa sul web e questo qualcosa è aperto a tutti , vuol dire che oltre agli oooooooo di ammirazione ci si deve anche aspettare qualcuno che alza la mano e dice " mmmmmmmm" Nel nostro caso, vabbè io sono un esperto da libri , non dovrei scrivere ? Scrivo una caxxata ci sarà qualcuno che mi correggerà facendomi notare la caxxata scritta, Davvero bisogna essere onanisti di monete siciliane per poter affermare che molti pezzi rari sono da bancarella ? Il discorso pareva incanalato, credo, verso una buona parte di monete da "privati" o da un certo rinomato negozio. Mica si discute la serietà del collezionista, semmai la serietà dei suoi amici, anche importanti, presunti esperti, leggo, che son sempre stati zitti... Dai non si pubblicano 960 monete se qualcuno non ti ha visionato il tutto Ma si sa il mondo numismatico è così, ricordate quel tetra di naxos a 80000 euro? Prima era tutto un "oooooo" dopo..... tutti sapevano che era pressata....dopo
    2 punti
  8. Ci risiamo......... Una discussione che offre la possibilità a chi non ha una preparazione adeguata ............e che si arricchisce di contenuti , informazioni, consigli ecc............ DEGENERA sempre per polemiche individuali . Da tempo ho letto in tante discussioni interessanti, che SCOPPIANO sempre allo stesso modo. Questo uno dei motivi che allontanano utenti (capaci e competenti) . Qualcuno mi potrà spiegare il perché. @Afranio_Burro Ciao, devo una risposta al tuo post # 135 "Ciao! Sbaglio o le linee di espansione non possono più essere considerate, prese singolarmente, un fattore di sicura autenticità? Possono ormai essere riprodotte con tecniche di micro fusione, giusto? " Vero è che le linee di espansione del metallo (da sole) non debbano essere considerate un fattore di autenticità , ma associate ad un contesto di osservazioni dei fondi , di eventuali residui di incrostazioni (cloruri o solfuri), visione totale dei bordi (poiché il bordo e la terza faccia della moneta), osservare i rilievi che si distaccano dai piani, l'usura delle superfici (omogenee ) e potrei andare avanti . Come vedi dire che una moneta e falsa ......... prima e giusto osservarla con più parametri , senza fretta. Poiché non possiamo averla in mano......... guardiamole con la luce adeguata. ti allego un esempio , a sin. la foto che e stata pubblicata , a destra , con una luce più tenua.
    2 punti
  9. Fdc pieno, da notare la bava di conio presente al dritto sintomo di non aver circolato. A me che non piacciono particolarmente le patine, devo dire che questa mi piace molto...
    2 punti
  10. Concordo con borghobaffo, è una matrice per sigilli: fine XIV-XVI secolo , infatti si vede chiaramente l'immagine in negativo. In genere la forma ovale era usata per sigilli ecclesiastici, qui confermato anche dalla rappresentazione, che dovrebbe essere la sacra famiglia. Qui un esempio:
    2 punti
  11. Complimenti a @@dabbene e @@anto R spero di leggere presto gli articoli........................ieri ho ricevuto il numero di dicembre <_<
    2 punti
  12. incrociando le dita... particolare della "Geografia Universale" di Bouffier del 1761, isola di Cipro con la Siria e il Libano.. una vera botta di :moon: bibliografica!
    2 punti
  13. Bellissima moneta, con un rovescio molto suggestivo, che a titolo di pura cronaca, è stato utilizzato anche per una quadrupla (Muntoni 3), il cui unico esemplare noto è conservato nel Medagliere Vaticano. Questa emissione ricorda l'istituzione da parte di Clemente XI dei premi per le Belle Arti (da cui la corona d'alloro), come descritto dalla legenda "DIGNIS VICTORIAM" ossia "vittoria per i meritevoli", tratto da un passo biblico del II libro dei Maccabei. La cerimonia di premiazione avvenne il 5 maggio 1706 presso l'Accademia del Disegno, che aveva sede in Campidoglio. Comunemente le tre figure del rovescio sono descritte come "le tre Grazie", ma nella realtà sono allegorie di Pittura (a sinistra, con tela e pennelli), Poesia (al centro, con penne e calamaio) e Scultura (a destra, con testa scolpita e martello). Ciao, RCAMIL.
    2 punti
  14. BUONGIORNO VORREI SEGNALARVI LA DATA DEL PROSSIMO CONVEGNO DI CATANIA GENNAIO 2016 VENERDI' 29 GENNAIO DALLE ORE 15.00 ALLE 19.00 SABATO 30 GENNAIO DALLE ORE 09.00 ALLE 19.00 MERCURE HOTELS (EX GRAND HOTEL EXCELSIOR) PIAZZA VERGA 39 CATANIA INFO: 3485798023 (SIG. LOMBARDO presidente dell'ASSOCIAZIONE FILATELICA NUMISMATICA ETNEA) OPPURE 3495822418 [email protected]
    1 punto
  15. Ludovico II 855-875. Denaro largo +HLVDOVVICVS IMP +XPISTIANA RELIGIO 1,40 g Il venditore, credo sbagliando, la cataloga zecca di Milano mi piacerebbe avere un vostro parere. :help: Grazie fin d'ora ;)
    1 punto
  16. Salve a tutti, è la prima volta che posto in questa sezione, essendo i miei interessi solitamente diversi. Stamattina mi sono deciso e mi sono fatto un regalino che era nella mia "wishlist" da anni, un denario Tergestino che vorrei condividere con voi. Proviene dalla collezione privata del dott. Bernardi, che rappresenta circa l'80% dei denari Tergestini censiti... essendo monete generalmente rare, alcune avevano prezzi fuori dalla mia portata, alla fine ho deciso di portarmi a casa questo Volrico con alabarda e gonfalone; purtroppo presenta un foro sul bordo, però a me non da tanto fastidio, fa comunque parte della sua storia. Di questa tipologia sono conosciuti 77 esemplari provenienti da 16 conii d'incudine e 33 di martello.
    1 punto
  17. :lol: non so di cosa si trata....ma un ritrato si vede...monetina di apena di piu 8mm..di bronzo.....giusta una piccola curiosita,al caso che???!! :lol:
    1 punto
  18. Salve amici! Ritorno a postare dopo una breve pausa, per mostrarvi l'ultima arrivata: un 60 grana di Ferdinando II Aspetto, con ansia, i commenti di tutti! Un saluto...
    1 punto
  19. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MACBEN/2
    1 punto
  20. Caro Antonio al post 92 hai toppato, l'autorità emittente l'hai messa al rovescio
    1 punto
  21. Ciao, a tutti capita prima o poi di imbattersi in casa dei nonni in qualche piccolo ritrovamento numismatico... da poco è successo anche a me! c'è da fare una piccola premessa: stiamo aggiustando quella che fù la casa di miei bisnonni e dove scesciuta mia nonna paerna. un appartamento in un palazzo del 1901 in un paesino della Sardegna. La casa è disabitata dagli anni '60, ma sino agli anni '90 mia nonna ogni tanto ci andava... ​tutto l'arredamento è quello roginale, non c'è niente di più recente degli anni 60 apparte i giornali usati per imballare le cose delicate nel 1992. Dentro una dispensa c'era un salvadanaio di latta, che già da solo mi ha subito incuriosito! con incastonato sopra di esso la riproduzione di un 100£, però di latta. Trovo la minuscola chiave (accuratamente legata al mazzo di tutte le chiavi di qualsiasi serratura che si possa trovare a casa) che apre al serratura e dentro ovviamente ci trovo un manciata di bottoni di varie e poche, forme e materiali. si va dal'osso, alla pietra dura, alla bachelite sino alla plastica! La vera scoperta è che oltre a questi bottoni moderni vi erano anche 2 bottoni ricavati da 2 monete! e non 2 monete bucate, ma appiccagnolate! con un po di pazienza sono riuscito ad identificare entrambe le monete! Il primo bottone/moneta con ancora l'occhiello sul Retro è un 1/2 Franco Svizzero coniato a Parigi! non si legge L'anno, si legge solo : HELVETIA, l'incisore ed il segno di zecca! al retro presenta l'occhiello e non si legge nulla, ad occhio si nota la ghirlanda di quercia... il secondo bottone/monete è stato molto più difficile da identificare, è ovalizzato e scodellato, quasi totalmente liscio. ma grazie alla parte di leggenda leggibile : BR T REGIN, ho capito che era un SIX PENCE della regina Vittoria! il retro presenta una fenditura saldata con dell'argento e si intravede la scritta X PE CE. non è da escludere che dalla pulizia e la sistemazione dei vari mobili possa saltar fuori qualcos'altro! e case chiuse da decine di anni danno sempre tante soddisfazioni! ​
    1 punto
  22. Aggiungo che la raffigurazione di Augustus mi porta alla mente quella delle monete PROVIDENT dove è radiato e rivolto a sinistra. Ciao Illyricum ;)
    1 punto
  23. Sicuramente la Z è la differenza sostanziale, non solo di conio ma anche di emissione (e infatti Bellesia nella sua monografia distingue le due varianti)! Aggiungo un denaro di Gian Galeazzo Visconti, comune e sicuramente milanese (per la cronaca, 0,54 gr. Crippa 14/A):
    1 punto
  24. :good: buonaserra,altra monetina ,questa e argento e misura 18mm di diametro......una curiosita.
    1 punto
  25. super!!...grazie!!....ecco cio che rimane de la sua casa!!... era un palazzo!!!
    1 punto
  26. :lol: e terre imense di vigne!!...con buono vino!! :lol:
    1 punto
  27. Liard di Dombes per Henri II de Montpensier http://monnaiesdeladombes.blogspot.it/2009/07/henri-ii-de-montpensier-1592-1608.html trovi alcuni esempi di liard in fondo alla pagina ciao Mario
    1 punto
  28. MARIO alla prima osservazione del denaro di COMO che hai postato, pensavo che fosse dello stesso conio del mio al post n. 36, invece c'è un bella differenza, li metto vicini
    1 punto
  29. ok, grazie mille per la delucidazione
    1 punto
  30. Caro @@matteo95, credo proprio che il pezzo di quell'asta Ghiglione sia stato stampato con la fotografia specchiata. Grazie comunque per la segnalazione e per tutti gli altri chiarimenti che mi hai dato :). Già che ci sono chiederei a te e agli altri utenti un altro paio di cose. 1) Secondo voi che segno c'è alla fine della legenda del dritto (lato immagine di città/castello) nella quartarola n. 6 del catalogo "Civitas Ianva"?: http://www.lamoneta.it/topic/33272-genova-quartarola-ianva/?p=1662681 2) Avete immagini o conoscete chi possiede quartarole di questi due tipi segnalate nel CNI ? Nel secondo caso ovviamente sentiamoci per MP, grazie. Di nuovo un ringraziamento generale a chi vorrà partecipare e potrà aiutarmi (non posso fare granché per sdebitarmi, se non una doverosa citazione nel pezzo che sto scrivendo oltre all'invio appena possibile del contributo stesso, che conterrà dati di sintesi aggiornati anche sui denari e sulle mezzaglie, mentre per i grossi si attiene ancora all'articolo scritto con Ricci nel 2013 perché lo ritengo ancora valido).
    1 punto
  31. Ti ringrazio Pietro. Pur collezionando un periodo estremamente vasto (Napoli, Messina e Palermo, da Carlo I d'Angiò a Francesco II di Borbone), negli ultimi tempi quasi tutte le mie acquisizioni sono state di monete di Filippo III. Le ultime due sono state due esemplari niente male del terzo di scudo del 1617 e 1618.
    1 punto
  32. DAL SITO DELLA MORUZZI NUMISMATICA SEMPRE SUL TEMA DELLE MONETE SUBERATE: Alla nascita della moneta si accompagna quasi subito l'apparire della contraffazione monetaria; al Cabinet des Médailles di Parigi è conservato un hekte di elettro arcaico di Mileto suberato e chi scrive ha avuto modo di studiare e pubblicare uno statere d'argento coniato a Thera nel 525 a.C. suberato con l'identica tecnica dei denari suberati romani (pellicola d'argento su anima di rame). Una suberatura analoga è stata riscontrata da chi scrive su stateri incusi arcaici del VI sec. a.C. di Metaponto, di Crotone e di Caulonia, monete queste che per la forma larga e sottile del tondello e per la doppia impronta rilievo/incavo devono aver richiesto una destrezza incredibile al falsari, privato o statale che fosse. Erodoto, del resto, ci racconta, sia pure avanzando dubbi sulla veridicità della storia, che Policrate, tiranno di Samo, assediato nella sua isola nel 525/524 a.C. dagli Spartani, si sarebbe liberato dalla stretta mortale pagando i Lacedemoni con stateri di piombo dorato (Erodoto. Storie, III,56, 2.) La cosa lascerebbe increduli, sembrerebbe quasi un aneddoto sull'astuzia sottile dei Greci d'Asia contrapposta alla militaresca semplicità (per non dir altro) degli Spartani; senonché alcuni dei famosi stateri di piombo dorato (ormai privi di doratura, ma di incontestabile autenticità) sono giunti fino a noi (Colin M. Kraay, Archaich and Classical Greek Coins, pag. 30, tav. 3, nn. 68 e 69) Anche in periodo classico ed ellenistico non mancano certo monete suberate emesse da diverse zecche e molte volte di evidente produzione statale; due esempi per tutti: le molte tetradramme suberate emesse dalla zecca di Atene nell'ultima drammatica fase della guerra del Peloponneso o le monete d'argento del re macedone Pausania, tutte suberate, tranne pochissime eccezioni. Noi qui ci soffermeremo tuttavia sul periodo romano repubblicano e del primo impero, periodo in cui il fenomeno suberatura nei denari d'argento assunse dimensioni rilevanti e su cui si è più concentrata l'attenzione degli studiosi, anche per le implicazioni storico-economiche che il fenomeno comporta. Il fatto che i denari suberati siano stati in buona parte prodotti dallo stato e non da falsari privati è ormai appurato senza ombra di dubbio. Lo attesta Plinio il Vecchio in due noti passi riferentesi al tardo periodo repubblicano, passi che non sembrano lasciar adito a dubbi interpretativi (Plinio, Storia naturale, XXXIII, 13 e Plinio op. Cit. XXXIII, 46.). Ma sopratutto lo attestano la qualità accurata del lavoro e la relativa complessità tecnica del processo di suberatura stessa, nonché l'utilizzazione, a volte, degli stessi conii usati anche per produrre monete "buone". Non è pensabile che dei falsari, costretti ad operare in officine clandestine, con il continuo timore di essere scoperti, si impegnassero in una produzione tecnicamente raffinata quale quella riscontrabile in gran parte dei suberati; certo esistono anche falsi di fattura dozzinale, che associano a volte un diritto e un rovescio di epoca diversa o che presentano grossolani errori nelle leggende e questi denari sono certo frutto dell'opera di falsari privati, ma l'aspetto generale e la scadente qualità li distinguono da quelli di emissione per così dire "ufficiale". Del resto il falso di stato è anche in seguito sempre esistito, vuoi mescolato ad arte alla moneta buona dello stesso stato che emette i falsi, vuoi falsificando o contraffacendo la moneta altrui. Il fine può essere il puro e semplice lucro truffaldino o l'intento di destabilizzare la moneta altrui per fini politici o bellici. Si pensi alle contraffazioni genovesi in oro basso emesse per intaccare il prestigio internazionale dei ducati d'oro puro veneziani o alla miriade di contraffazioni emesse per puro lucro dai numerosi signorotti feudali dell'Italia del Seicento o ai 20 franchi di Napoleone III in platino dorato, platino che all'epoca valeva assai meno dell'oro o, infine, alle perfette sterline false, banconote stampate a milioni dai tedeschi nella Seconda Guerra mondiale per destabilizzare la valuta del nemico. Ma quale era la tecnica usata per suberare i denari romani, quanto meno quelli di sicura emissione statale ? Il Bernareggi, nel 1965, con un'indagine metallografica approfondita applicata su 16 denari romani repubblicani di sicuro conio ufficiale e di emissione statale, distribuiti con un certo equilibrio per tutto il corso degli ultimi due secoli della monetazione romana repubblicana, ha potuto stabilire in modo incontrovertibile il processo di suberatura di una moneta (E. Bernareggi, Nummi pelliculati in Rivista Italiana di Numismatica, vol. XIII, Serie quinta, LXVII 1965, pagg. 5-31. Per l'ulteriore bibliografia sul tema v. questo stesso articolo. Vedi anche Angelo Finetti, Numismatica e tecnologia, 1987, pagg. 42-45.). Senza stare qui a ripetere analisi e complessi dettagli tecnico scientifici che chiunque desiderasse approfondire l'argomento può trovare nell'articolo del Bernareggi, si può concludere che il procedimento era il seguente: un tondello di rame puro, ricavato da fusione, cui erano stati dati forma e peso voluto, veniva lucidato a specchio, al fine di ottenere una superficie lucida, priva di ossidi. A questo dischetto veniva applicata manualmente con un mezzo di compressione a freddo una sottile lamina d'argento puro preparata in precedenza, curandone la perfetta aderenza al tondello di rame per impedire che tra la lamina d'argento e il tondello penetrasse aria e quindi ossigeno con conseguente formazione di ossidi di rame. Il dischetto così rivestito veniva posto con gli altri analogamente preparati in un contenitore e portato alla temperatura di fusione dell'argento che liquefacendosi avvolgeva uniformemente come una glassa senza crepe né sbavature il tondello di rame sottostante. L'argento fonde a 960,5 gradi mentre il rame fonde a 1083 gradi. Alla temperatura in cui l'argento era fuso il rame sottostante cominciava quindi anch'esso ad ammorbidirsi in superficie per cui si determinava la formazione di una zona intermedia subcorticale di cristalli commisti di argento e di rame. L'argento fuso tendeva lentamente a colare addensandosi in basso per cui lo spessore della rivestitura era un poco maggiore nella parte in basso della moneta. Solidificandosi nel raffreddamento l'argento restava comunque perfettamente e uniformemente aderente e quasi saldato al dischetto di rame grazie alla compenetrazione dei due metalli nella zona di contatto fra loro. Nel corso del raffreddamento, a una temperatura relativamente bassa, si procedeva alla coniazione la cui forte percussione compattava ulteriormente le due componenti della moneta. Grazie a questa tecnica sofisticata si ottenevano monete contraffatte dalla copertura argentea robustissima. Chi scrive ha potuto vedere più di una volta suberati giunti fino a noi dopo duemila anni con la loro copertura ancora pressoché integra e la cui vera natura può essere rilevata soltanto dal peso (il rame ha un peso specifico minore dell'argento). Ci si può chiedere a questo punto che convenienza economica potesse avere lo stato a realizzare falsi di così complessa fabbricazione per risparmiare alla fin fine circa 3 grammi di argento sostituendoli con un peso appena inferiore di rame. Oggi il costo elevato della manodopera, il costo relativamente alto del rame e quello relativamente basso dell'argento renderebbero del tutto antieconomica una simile operazione. Così non era nel mondo antico dove la manodopera servile era abbondante e non costava praticamente nulla e dove l'argento valeva rispetto al rame assai più di oggi. L'unica spesa era quella molto modesta del riscaldamento del metallo fino al punto di fusione dell'argento. Quindi la produzione dei suberati nel mondo romano era operazione assai redditizia. La produzione di monete d'argento suberate, proseguita con maggiore o minore intensità in epoca imperiale, diventa sporadica all'epoca di Comodo per cessare definitivamente con Caracalla quando la progressiva alterazione della lega d'argento toglie ogni convenienza economica alla suberatura. Nel campo delle monete d'oro la presenza di esemplari suberati (evidentemente realizzati con una tecnica diversa) è molto più sporadica e si concentra soprattutto nell'ultimo periodo dell'impero. Nel marasma politico, militare e monetario dell'epoca è probabile che trovassero più agevole campo di azione i falsari privati anche se i pezzi giunti fino a noi dovrebbero essere più a fondo e più sistematicamente studiati per cercare di stabilire la loro probabile origine statale o privata. Giorgio Giacosa
    1 punto
  33. Un segno di montatura piuttosto frequente è quella della moneta "porosa". Ciò è dovuto alla persistente manipolazione e, soprattutto, allo sfregamento del pezzo montato. Quando trovi una moneta porosa, 80 su 100 è appicagnolata.
    1 punto
  34. Per espandere quanto già detto, mi do da solo un contributo ..a beneficio di chi, forse, in futuro consulterà questa stessa discussione. Ho trovato sul Forum una diversa discussione, in cui tuttavia sono postate tante (e fantasiose aggiungeri, in accordo con quanto scritto da P.O.P.) foto di gioielli monetali, su cui ragionare "all'inverso" per immaginare quali segni potrebbero lasciare su una moneta dopo lo smantellamento del gioiello...ed io che pensavo solo alle grappette ed agli appicagnoli! La discussione è la seguente: Moneta come gioiello, started by Igmoris nel 2011 Grazie ad Igmoris ed a tutti i contributori con le loro foto
    1 punto
  35. Le varianti di conio sono comuni su queste monetine. Moneta emessa con legge del 12 settembre 1565, titolo dell'argento 0,478. Doge92
    1 punto
  36. ok inserito grazie
    1 punto
  37. Domenica 31 gennaio ore 10,20 appuntamento davanti all'entrata principale della reggia di Caserta, entreremo negli appartamenti dei sovrani del "nostro" Regno delle Due Sicilie, noi dello staff del Circolo Numismatico Partenopeo, in collaborazione l'amico Gianfranco Merola e Antonio Rennella (anche se l'idea è partita da Gianfranco), saremo con voi per trascorrere una domenica in compagnia e per visitare i luoghi in cui vissero i re che osserviamo tutti i giorni sulle nostre monete e medaglie. La visita guidata (appartamenti + parco) ha un costo di euro 4 + 2 euro auricolare obbligatorio + 12 euro biglietto di entrata); https://www.facebook.com/reggiaufficiale/?fref=ts nel parco trascorreremo un'altra ora circa e alla fine ci ritroveremo tutti alle ore 13,30 circa all'Antica Hosteria Massa https://www.facebook.com/anticahostaria.massa/?fref=tsche dista circa 300 mt dalla reggia. Oggi abbiamo effettuato un sopralluogo ed abbiamo scelto questa storica osteria perchè si tratta di uno dei luoghi più esclusivi di Caserta, pranzeremo immersi in una bellissima cornice ambientata tra cimeli borbonici originali. Oggi abbiamo parlato con il titolare e chiuso un menù abbastanza caratteristico, sarà un pranzo tra amici che condividono la stessa passione, nulla di formale, una bella chiacchierata e tante risate. Il menù avrà un costo di 30 euro e comprende un brindisi di benvenuto nella grande cantina dell'Hosteria (vedi immagini), un antipasto molto particolare (migliaccio rustico con scamorza arrostita); un primo (strangolapreti in pignatello); un secondo (costoletta suino ai ferri); dessert (pizza di crema con amarene, oppure tortino di ricotta e pera, oppure caprese al cioccolato, oppure semifreddo al torroncino); caffè e bibite, acqua e vino tutto compreso nel prezzo. Il menù per bambini ha invece un costo di euro 15 e comprende la tradizionale pasta al sugo, cotoletta e patatine, è chiaro poi che eventuali richieste sul menù (in via del tutto eccezionale) potranno essere esaudite dal ristorante. La location è in uno storico ed ampio palazzo ed è molto esclusiva. Per partecipare potete aggiungere il vostro nome qui di seguito o inviare un'email a circolopartenopeo@@libero.it . E' stata scelta la giornata del 31 domenica (che non coincide con il convegno di Catania) anche per venire incontro a tutte quelle persone impegnate nei giorni lavorativi e che magari venendo da regioni limitrofe la Campania riuscirebbero ad organizzarsi in un tutta tranquillità partendo anche con l'auto alle 7-8 del mattino stesso e far ritorno a casa nell'arco del pomeriggio del giorno stesso. Al momento siamo già circa 30 persone ma vi chiediamo di informarci al massimo una settimana prima dell'incontro sulla vostra presenza perchè verremo sistemati in una determinata sala in base al numero di persone. La reggia di Caserta è uno dei luoghi più facilmente raggiungibili, basta uscire al casello di Caserta Nord (autostrada Roma - Napoli) e svoltare a sinistra in direzione Caserta, è a circa un km e mezzo, davanti ad essa troverete grandi parcheggi custoditi sia all'aperto che interrati con costi molto accessibili. Chi viene con il treno è ancor più semplice, basta uscire dalla stazione e percorrere 300 mt in avanti. La bellezza e la magia che si respira in quello storico palazzo è nota a tutti, forse molti di voi ci saranno già stati ma non in compagnia di altri amici numismatici, è una visita che vi consiglio vivamente. https://it.wikipedia.org/wiki/Reggia_di_Caserta A livello numismatico ricordo inoltre a tutti che la maggior parte delle sculture presenti nella reggia e nei giardini sono opere di scultori che hanno messo il loro zampino per la creazione di monete e medaglie borboniche, in particolare hanno modellato bozzetti per i conii, quindi come vedete .... la numismatica c'entra sempre. Vi aspettiamo!
    1 punto
  38. Ultimo giro....con l'IMPERIALIS di Bernabò Visconti ....
    1 punto
  39. Ciao Sam : ho peccato per superficialità e me ne scuso. Ciò che mi ha tratto in inganno è statala foto del verso del bottone, che mi sembrava privo di ogni attacco per essere cucito su una giubba. In realtà, anche dalla tua foto è possibile vedere che la parete posteriore è stata mangiata dalla ruggine e pertanto è andato perduto l'anello di attacco. Quanto al recto, pur avendo visto sul web e in una pubblicazione tanti bottoni militari americani e possedendone alcuni, il tuo non solo non lo avevo mai visto, ma non compare in nessuna delle fonti da me visitate. Quello con l'Aquila è uno dei più comuni e in Italia se ne trovavano tantissimo nell'immediato dopoguerra. Il tuo si staglia esteticamente dalla media dei bottoni militari USA, d'altra parte tu ne hai prodotto la foto, cosa che non lascia dubbi interpretativi. Quanto meno è atipico, questo sì, basta dare una occhiata su un motore di ricerca. Mi scuso per l'errore, mi spiace. Saluti.
    1 punto
  40. ciao bel pezzo, complimenti. Questo il mio VOLRI-CVSEP + CIVITAS TERGESTVM
    1 punto
  41. Un bel quattrino di FILIPPO IV con i capelli lunghi, dispiace che non si vedano altri esemplari di queste monetine spicciole, in modo da vedere qualche piccola variante, esempio questa che ha un pallino a inizio leggenda di PHILIPP mai riscontrata.
    1 punto
  42. Prendiamo l'esempio di HERBESSOS, una zecca rara, in ordine di Calciati. Collezione inv. 209 (litra AR), 0,71, Triton 3 Difficile da autenticare. Preferisco non pronunciarmi ed è comunque una monetina sgradevole. Collezione inv. 205 (Calciati 2), 16,31 g, ex Negrini Autenticità incerta. Sembrerebbe autentico, con alcuni restauri. Collezione inv. 208 (Calciati 4), 29,70 g, ex Niko (chiaramente un pseudonimo per un privato) FALSO o cimunque una moneta totalmente rifatta e ripatinata Collezione inv. 207 (Calciati 5), 15,08 g, ex Astarte FALSO. Conservazione eccezionale, ma dettagli abbastanza incongrui. Bordi perlinati mai visti con questa definizione; in genere appaiono quasi lineari. Collezione inv. 206 (Calciati 6), 19,74, ex DNW Autenticità dubbia. Sembrerebbe originale e il diritto è quasi identico a Calciati 255, 6 OS/3, che era appartenuto alla collezione di mio padre, ancora presente a metà anni '80, quando fu fotografato dal compianto Calciati e riportato nel suo volume. Poco dopo mio padre vendette in pochi anni tutta la sua raccolta di monete greche, sia perché inziava ad avere seri problemi di salute sia perché ormai disgustato per il crescente fenomeno dei falsi, che stava già montando negli anni '80. Ecco perché in alcune pagine del Calciati è possibile riscontrare esemplari classificati come "collezione Campana". Purtroppo allora non sapevo fotografare bene a livello digitale e non ho potuto conservare un archivio fotografico di suoi esemplari e me ne dispiace...
    1 punto
  43. Caro @@anto R grazie per essere intervenuto. Tuttavia, se ho ben capito quello che proponi, non credo che sia possibile, perché le eventuali "L" dei denari lucchesi di questo periodo sono fatte diversamente, con aste più spesse e leggermente curvate. E non mi pare molto di senso che le abbiano realizzate a bulino in forma di "L" rovesciata, appunto. Va poi considerato che in una delle due "P" il tratto superiore continua oltre l'asta verticale, mostrando chiaramente di appartenere al segno lunato (quello fatto come una "C" rovesciata, per intendersi). Quanto alla soluzione proposta da @@adolfos, che tu citi ed evidenzi in rosso, bisognerebbe che lui stesso ci spiegasse meglio come la ritiene possibile, perché almeno io non non sono sicura di aver capito che cosa lui intendesse (hanno spianato quel pezzetto di conio per inserire una P o altro al posto della prima L lasciandone però visibile qualche pezzo in basso ?) La "P" del denaro Rauch poi sembra impressa con punzoni, diversamente forse dal segmento lunato/"C" rovesciata del pezzo della collezione P (in questo caso l'asta verticale, infatti, secondo me è parte della "L" che si intravede nel conio), che invece potrebbe essere forse frutto di una incisione diretta con la punta di un bulino, ma ci sono altri elementi del conio che sembrano escludere un ritocco per creare una "P" già menzionati la prima volta che ne abbiamo parlato. Quindi per quello che mi riguarda, anche considerato il fatto che ho potuto vedere direttamente il pezzo della collezione P., per quell'esemplare continuo a pensare quello che avevo scritto in questo post qui: http://www.lamoneta.it/topic/50962-denari-di-lucca/?p=1039196 Il pezzo Rauch, al di là della prima impressione, da questa foto sembrerebbe invece diverso (sicuramente non è lo stesso conio), cosa che porrebbe dei quesiti differenti, ai quali senza dubbio non è facile o forse neppure possibile rispondere sulla base della sola immagine che abbiamo. Infatti, vi pongo un quesito più generale: perché aggiungere ad un conio già inciso soltanto una "P" in quel punto senza modificare altre lettere nel campo, come ad esempio la "C" che poteva facilmente essere mutata in "S"...? Insomma perché tutta questa fatica per scriverci "PVCA"? Ma aspetto di essere convinta che le cose stiano diversamente: quindi fatevi sotto :)! Un caro saluto a tutt* MB P.S.: concordo con @@dabbene sul fatto che queste "P" non somigliano a quelle dei denari di Pisa.
    1 punto
  44. Al 1° convegno ne diedi via un paio.......erano pure in ottime condizioni se non ricordo male tra i 20/25, (non questo però eh !) non ricordo di preciso.....ad un giovane ragazzo come te.....l'anno prossimo fatti vedere.
    1 punto
  45. Ripostiglio monetale del 1973 L’11 febbraio del 1973 D. J. Aldred mentre conduceva ricerche con il metal detector nella campagna di Bullock Down Farm al Beachy Head vicino a Eastbourne (Sussex), si imbatté in un recipiente di bronzo contenente 5540 antoniniani del III secolo d.C. ubicato nelle immediate vicinanze dei due ripostigli del 1961 e 1964. Il ripostiglio presentava la seguente composizione: La presenza di un quantitativo irrisorio, se rapportato al totale del deposito, di monete imitative (44 esemplari pari allo 0,8% del totale) e l’assenza delle emissioni finali di Tetrico I sia per la zecca di Colonia (SALVS AVGG e VIRTVS AVGG) che per Treviri (HILARITAS AVGG e SALVS AVGG), portano a datare la chiusura del ripostiglio al 273 quindi a ridosso della caduta dell’Impero Gallico avvenuta con la resa di Tetrico I a Autumn nel 264 d.C. A rafforzamento di tale datazione intervengono la presenza di soli 15 esemplari di PRINC IVVENT (ultima emissione della zecca di Colonia) e la mancanza di SPES AVGG (ultima emissione della zecca di Trier) per quanto riguarda Tetrico II. IPOTESI CORRELAZIONE HOARD Per i tre ritrovamenti più datati (1879, 1899 e 1914) non è semplice ipotizzare una relazione data l'assenza di dettagli precisi circa il luogo dell'interramento e altre circostanze considerando la minor presenza di dettagli rispetto ai ripostigli rinvenuti successivamente. Al contrario sembra possibile comporre assieme i tre ritrovamenti più recenti (1961-1964-1973) come una singola unità. Il ripostiglio del 1964, con concentrata una discreta quantità di monete di buona qualità coniate prima del solo regno di Gallieno e nella prima fase del regno di Postumo, mostra tutti i segni di un cosiddetto "tesoretto di risparmio". Sembra inoltre che il deposito del 1973 sia per molti aspetti complementare a quello del1964, come si evince da una rapida occhiata alla tabella n. 2. Che sia stato anche raggruppato in un periodo diverso di anni è suggerito anche dalla percentuale piuttosto elevata di antoniniani di Gallieno e dei suoi successori (27,6 %) e da un non comune numero elevato di monete di Vittorino (30%). Entrambe queste categorie di monete erano preferite rispetto quelle completamente svilite dei Tetrici che venivano emesse in gran quantità in quel periodo. Quindi può darsi che il nostro "hoarder" divise le sue monete in due contenitori separati, mettendo le monete di miglior qualità in quello rinvenuto nel 1964 e quelle più povere in quello scoperto nel 1973. L'hoarder smise di aggiungere monete nel primo contenitore dopo il 266, quando ormai l'antoniniano non conteneva più una quantità nominale di argento, ma continuò ad aggiungere monete nell'altro fino al 273 quando presumibilmente arrivò a riempirlo completamente. Successivamente, sembra, subito a ridosso della fine del regno di Tetrico I, l'hoarder improvvisamente rimosse un ulteriore quantitativo di 5294 monete dalla circolazione e le mise in un terzo contenitore che venne rinvenuto nel 1961. Questo spiega la maggiore proporzione di monete dei Tetrici nel ripostiglio del 1961 (51,3% rispetto al 39% del ritrovamento del 1973), e anche per la sua data termine di poco successiva. Alla fine seppellì i tre contenitori assieme senza più recuperarli. Questo schema degli eventi dev'essere naturalmente visto come una semplice ipotesi sperimentale ma sembra essere, al momento, il modo migliore per spiegare il singolare fatto di due apparenti ripostigli di "risparmi" (quelli del 1964 e del 1973) scoperti in stretta connessione con un ripostiglio di moneta circolante (1961). (tratto da “The 1973 Beachy Head Treasure Trove of Third-Century Antoniniani “di R.F. Bland)
    1 punto
  46. Società di M. S. di ITALIANI emigrati all'estero BUENOS AIRES Argentina SOCIETA' UNIONE OPERAI ITALIANI / SCUOLE FEMMINILI GRATUITE
    1 punto
  47. 1874 LOCARNO FESTA DEL DECENNALE DI MUTUO SOCCORSO
    1 punto
  48. Vorrei segnalare lo scambio fatto con SirMatt, tutto perfetto.
    1 punto
  49. Buona Giornata Riporto gli errori segnalati da Giovanni Attardi nel libro "Varianti ed errori nelle monete della Repubblica Italiana" seconda edizione 2002/2003: Vi sono monete con escrescenze di metallo 500 L del 1958 Caravelle con leggenda al contorno ITALIANA REPUBBLICA ( asta Artemide n. 3 del 5 settembre 1996) 500 L del 1958 con al dritto le bandiere controvento come nella moneta prova del 1957 500 L del 1961 Unità d'Italia con al dritto la leggenda IILIANA 500 L del 1965 Dante con leggenda al contorno non centrata 500 L del 1966 Caravelle con leggenda al dritto l'ultima caravella evanescente e senza bandiere sui pennoni delle altre due e senza croci sulle vele.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.