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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/08/16 in tutte le aree
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Credo di aver risolto il mistero dei falsi acquistati dal collezionista tedesco. Ho incrociato un po' di dati come un investigatore, e sono arrivato alla conclusione che molto probabilmente dietro i nomi: Filippo, Filippo Gemund e Franceschino si possa celare in realtà un unico personaggio che si identifica esclusivamente con Filippo Franceschino di Aitnacoins o con qualcuno a lui vicino. Dalla pagina ebay di Filippo Franceschino sono infatti riusciuto a risalire al luogo in cui si trova la sua attività commerciale, una piccola cittadina tedesca chiamata Schleiden, ed ho notato che proprio accanto la sudetta cittadina si trova un altro comune chiamato Gemund, quindi verosimilmente il nome "Gemund" non indica un cognome, bensì una località. Ricapitolando la situazione, credo che il trucchetto dei nomi tutti apparentemente diversi ma nello stesso tempo riconducibili alla stesa persona, sia stato utilizzato apposta per depistare sull'origine comune delle monete.8 punti
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Ciao a tutti La datazione del denario anonimo, se guardata senza pregiudizi e valutando solo i fatti storici si riassume così: Il denario esisteva nel 211, come dimostrato dal ritrovamento di Morgantina. Plinio ne stabilisce la data nel 269-68, lui duemila anni fa poteva attingere a dati che noi purtroppo non possediamo più, anche dati diretti tipo gli archivi della zecca di Roma. E comunque era uno studioso pedante, pertanto è improbabile che abbia sbagliato a citare la sua fonte. Prove che il denario sia stato coniato dopo la data di Plinio non ce ne sono, nemmeno una, pertanto , per qual che mi riguarda, il denario anonimo risale al 269 (IMHO :) ) Poi i sostenitori della teoria middle e ribassista mi spiegano con cosa vennero pagati secondo loro i soldati nel corso della I guerra punica, circa 100.000 soldati, tra legionari, marinai, cavalieri, socii ecc ecc, un esborso enorme per l’erario. Con L’Aes grave :rofl: :rofl: ??? Con i didrammi :rofl: :rofl: ???5 punti
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Franceschino, più esattamente Filippo Franceschino, è un personaggio ben noto ed è il proprietario di Aitnacoins. E' un siciliano che vive da molti anni a Monaco di Baviera e ormai parla meglio il tedesco dell'italiano, ma ancora bene il siciliano.... Un personaggio da stare molto alla larga e grande smerciatore di falsi in Germania.... Guarda caso che il fantomatico Gemund abbia lo stesso nome di battesimo di questo Franceschino e vuoi vedere.... (magari controllare se ha una moglie tedesca con quel cognome....).4 punti
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Concordo con DOMINUS. Denaro GIAN GALEAZZO VISCONTI con MEDIOLANI E PADUE - CRIPPA 15, R/23 punti
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taglio 2 euro cc paese portogallo anno 2013 tiratura 525.000 condizioni bb+ città trieste note newss!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!3 punti
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Salve a tutti, Vorrei condividere qui sul forum una presentazione in PowerPoint che ho creato io stesso non molto tempo fa, come supporto ad una piccola lezione di numismatica. Sono presenti alcune nozioni basilari inerenti la monetazione romana (dai primordi fin soprattutto all'epoca d'oro); dato che l'ho trovata estremamente utile come supporto multimediale ad un intervento che, ovviamente, deve essere portato avanti soprattutto a voce, credo possa tornare utile anche a coloro che, in un futuro, si ritroveranno ad affrontare l'argomento davanti ad un pubblico poco esperto. Premetto che potrebbero esserci alcuni errori... Se è possibile potrei anche caricarla in una discussione del forum, altrimenti, chi fosse interessato, mi contatti in privato per poi provvedere a condividerla via google drive (per mail non riesco, essendo molto pesante, circa 75 MB). Buona serata :hi: Titta2 punti
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Vittorio Emanuele III Buono da Una Lira - Italia Seduta - Anno 1923 Nichelio 975/1000 Diametro mm 26,50 - Peso gr. 8 Moneta estremamente comune, ma sempre bella da vedere, quando il metallo è fresco e privo di difetti, fa la sua bella figura. Renato2 punti
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Vittorio Emanuele III 2 lire "Impero" 1941 XIX dell'Era Fascista Esemplare dato per Non Comune dal Gigante (rif 122) Contorno Rigato - peso gr 10 - diametro mm 29 Monete estremamente comuni, la rarità sta nel trovarne di conservazione eccezionale. Questo esemplare conserva, specialmente al dritto un superbo lustro di conio. Renato2 punti
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Dovrebbe trattarsi di una medaglia relativa all'impresa dell'ammiraglio Vernon che, il 22 novembre 1739 conquisto' Portobello con solo 6 navi. http://www.coins-of-panama.com/vernon.html2 punti
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Difatti è una cosa abbastanza strana in quanto non ci troviamo di fronte a dei falsi pericolosi ma a materiale da ovetto kinder che si può comprare sulle bancarelle delle feste di quartiere a 10 euro al pezzo. Però in un post precedente acraf ha detto che si vociferava già nell' ambiente che nella collezione c' erano dei falsi e che questo signore ha partecipato anche al convegno di Taormina e questo lascia presupporre che aveva delle conoscenze tra gli studiosi e non credo che qualcuno non gli abbia esposto le sue perplessità, ma...!!! Un vero mistero2 punti
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Ho ricevuto la risposta, tradotta: Questa voce è affascinante, ma non sembra essere una medaglia. Sembra più una fibbia di cintura/spalla, ma non posso essere sicura. Sembra che abbia un legame britannico, con il motto più probabile essere ' Honi Soi Qui Mal y Pense intorno una probabile giarrettiera con fibbia (buckled garter). Tuttavia, io non riesco a capire cosa potrebbe significare il resto delle lettere. Non sembrano avere senso. Ma sembra commemorare qualcosa dalla data. Natalia Wieczorek, Senior Collections Access and Outreach Curator National Army Museum2 punti
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Prendo la mia DeLorean, aggiorno il flusso canalizzatore e ti faccio sapere :D2 punti
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"Eh ma per quale motivo io, ignaro acquirente, dovrei ragionare a questo modo? Se compro una moneta la considero buona, e quindi non avrei problemi a citarne la provenienza, anzi.. È proprio questo che non mi tornava: se lo scopo è difendere la reputazione del commerciante, significa che si conosce la non bontà dei pezzi. No?" Beh, è da un po' di posts che stiamo cercando di capire se il tedesco "ci è o ci fa". Se "ci è" (per me remota possibilità), potrebbe allora essere veramente all'oscuro di tutto e ritenere, in buona fede, che esistono i vari Filippi, il Fernandello (o Franceschello...adesso non ricordo..), che le monete sono tutte buone, che la provenienza delle monete è quella effettivamente indicata e che....gli asini volano. Se "ci fa", allora gli scenari sono più complicati. Innanzitutto perché sta esibendo pubblicamente quelle monete? Si sta forse preparando la piazza per metterle all'asta e vuole farle prima conoscere e, nel contempo, vuole anche "testare" la reazione del pubblico sui pezzi falsi? Mettendo provenienze di fantasia vuole forse "depistare" gli interessati rispetto alle provenienze di monete false, in modo da rendere impossibile risalire alla fonte e quindi acquisire su di esse ulteriori informazioni? C'è qualcuno "dietro" di lui o "con" lui in questa iniziativa? Insomma, qualcosa di strano in questa storia c'è.....vai a capire cosa. M.2 punti
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Questa è la conferma definitiva che ora abbiamo una nuova nazione che emula Monaco. Insomma le porcate sono le stesse: emissioni studiate ad hoc per ingrassare i commercianti...... Che schifo,,,,2 punti
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La mia prima moneta rettangolare da comune circolazione :) ______________ 1981 Tonga Emissione FAO 1 Paanga - Rame/nickel2 punti
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______________ 1981 Unione Sovietica 20 ° anniversario del volo spaziale di Yuri Gagarin 1 Rublo - Rame/nickel2 punti
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Buonasera Gianfranco, Dalla foto non riesco a vedere Lambda-I in esergo, comunque dovrebbe essere questa... Depeyrot 1999 type 47/17 Brenot 1996 série 18 210-211 Feugère et Py PBM-47-17 D: Tete d'Apollon à droite, R: Taureau cornupète à droite, au dessus MAZZA, a l'esergue Lambda - I Il peso corrisponde perfettamente, monetina piena di fascino. Un saluto cordiale.2 punti
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Come dicevo sopra, mi è già capitato in un'altra occasione, discutendo con Crawford di una mia ipotesi, di sentirmi rispondere "No, è come dico io", senza argomentare la cosa, lasciandomi quindi della mia opinione... Se non altro l'ha detto con il sorriso sulle labbra, a differenza di quanto capita spesso confrontandosi con i boss nostrani :D Per quanto riguarda l'accettazione o meno di una teoria, come ben sai il fine della ricerca nella ricostruzione del mondo antico non è quello di dare certezze, quanto piuttosto quello di porre domande. Dunque ben vengano ipotesi alternative, da confrontare e delle quali valutare punti forti e lati deboli. Sull'introduzione del denario non abbiamo (e probabilmente non avremo mai) una risposta definitiva, dunque non rimane altro che continuare a ricercare, confrontarsi e riflettere ;)2 punti
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se dovessi acquistarla, non la prenderei... ecco un originale RIC 265, BMC 330, S 6282, C 205 Denarius Obv: SEVERVSPIVSAVG - Laureate head right. Rev: FVNDATORPACIS - Septimius Severus standing left, holding branch. 202-210 (Rome).2 punti
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Io, più di chi ne sa, mi preoccupo sempre di chi ne sa meno....e mi piacerebbe che certa roba non circolare più in rete..2 punti
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Al solito, la fortuna di un falsario è legata alla possibilità di trovare un collezionista disposto a pagare, senza capire la falsità. E' una frase ovvia, ma purtroppo sempre vera. Intanto ho chiesto a un amico tedesco, molto informato dell'ambiente numismatico locale. Conosce il collezionista e sapeva che c'erano problemi di monete false, ma non ha mai sentito parlare di Filippo Gemund.... Ma chi era costui che è riuscito a rifilargli ben tre decadrammi falsi?2 punti
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Buon pomeriggio. Posto di seguito la foto di 1 franco belga del 1844. La moneta mi pare in buona conservazione, ma presenta al rovescio, nella parte inferiore, dei graffi paralleli che potrebbero essere stati prodotti dall'espulsore al momento del conio, oppure no. Chiedo cortesemente un parere. Grazie. Cordialità. Renzo @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@1 punto
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Caro @@dabbene, nessun problema a postare le tabelle di quegli articoli: vedo di provvedere nel we. La P in legenda secondo me rappresenta un caso diverso e a se stante rispetto ad una P in campo, per vari motivi. Aspettiamo eventuali commenti anche di altri o di risposte anche agli altri quesiti del mio ultimo post. Un caro saluto, MB1 punto
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Condivido quanto da te scritto e penso che la teoria tradizionale sia stata ingiustamente denigrata nell'ambiente accademico. Purtroppo però al momento non è provata (ma nemmeno smentita) da nessuna evidenza archeologica. Infatti lo scavo di Morgantina va ad escludere solamente la teoria ribassista inglese di Mattingly mentre quella intermedia di Crawford e altri rimane perfettamente plausibile. Io non sono tra quelli che ritengono che gli studiosi antichi scrivessero solo "castronerie" e penso la volontà di non prendere in considerazione quanto da loro scritto sia sbagliata e presuntuosa. Tuttavia bisogna effettivamente capire cosa intendesse Plinio per "denario": questa moneta vera e propria oppure semplicemente una moneta d'argento coniata a Roma e, quindi, il quadrigato. In ogni caso, è emozionante leggere che dei partecipanti a questa discussione abbiano trattato la questione niente meno che con Crawford! Potrà avere torto su certi argomenti ma resterà per sempre una colonna ed un mito della numismatica repubblicana e non solo.1 punto
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Eravamo rimasti a perché questa moneta con Enrico I ? Enrico I non ha eredi, ritiene che sia Cristo il suo erede, la sua vita è incentrata su questo e sul fatto che lui deve rendere conto solo a Dio, il suo comportamento terreno è in funzione solo di questa condizione. Enrico e la moglie fecero anche opere reali in vita in funzione della loro fede, tra l'altro la fondazione di una nuova diocesi a Bamberga, la coppia di sovrani furono indicati anche come Santi. La sua vita e il breve Regno scandì tutto questo, preghiere, fede, una nuova diocesi, la nuova cattedrale, tutti atti dovuti per lui che rappresentavano in terra quello che lui riteneva di essere, cioè il rappresentante di Dio in terra, il tramite. Con questa ottica e nella prospettiva di non avere una continuità dinastica per mancanza di eredi può nascere una moneta come questa di cambiamento e innovazione, un inno alla fede e a Dio tramite la lunga e scenica croce astile replicata da un'altra croce al diritto.1 punto
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Ciao @@margheludo , personalmente non faccio né "lodi" né critiche alla struttura che conserva l' ARA PACIS , in un certo senso non e' male il contrasto tra l' antico e il moderno ; quello che invece disapprovo completamente sono quelle specie di "veneziane" poste davanti le vetrate che si vedono sui lati lunghi della struttura moderna le quali arrecano insopportabili chiari scuri sui pannelli dell' ARA PACIS , davvero inspiegabile una idea del genere del progettista ! Circa la conservazione e tutela del prospicente Mausoleo di Augusto , qui entriamo nel campo del "business" ; infatti sembra che a Roma esista solo il Colosseo al quale vengono riservate tutte le attenzioni , purtroppo tanti altri monumenti che sono storicamente ben piu' importanti dell' Anfiteatro Flavio sono un po' lasciati nell' incuria , come appunto il Mausoleo di Augusto la cui sistemazione definitiva con apertura regolare al pubblico doveva essere conclusa due anni fa , quando nel 2014 ricorreva il bimillenario della morte di Augusto , occasione storicamente unica per noi contemporanei . Se ti fa piacere in proposito puoi leggere questi due vecchi post , a meno che tu non l' abbia gia' letti . Mi scuso con Naevius per avere sforato il tema iniziale del post ma era doverosa una risposta a margheludo . http://www.lamoneta.it/topic/126912-19-agosto-del-14-dc/?hl=%2Bmausoleo+%2Baugusto http://www.lamoneta.it/topic/136343-la-consecratio-di-augusto/?hl=%2Bmausoleo+%2Baugusto1 punto
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io spero non mettano mai in circolazione nessuna commemorativa.... tanto ci speculano.. sicuro... ma che tristezza!1 punto
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Beh amico mio ti ricordo che in tanti hanno mandato i soldini al Paperopolese e si son visti ritornare i denari senza le Divisionali.Ricordo inoltre che il ministro Cinca disse che tutto cio' sarebbe stato fatto a Gennaio 2015 e mi pare che siamo a Gennaio 2016. Ricordo inoltre che a meta' novembre sempre il governo annuncio' che massimo a meta' dicembre sarebbero stati disponibili i 2 2 euro Cc 2015. Insomma, di cavolate(per essere signorile nel modo di esprimermi)ne son state dette e fatte a bizzeffe. Non e' tanto il fatto di essere estremo o meno. E',piuttosto, un altro il punto di partenza. Se io ti riempo di stupidate,dopo anni che te le dico,tu continui a credermi quando parlo? Io non credo. Ecco perche' non do il minimo peso a questa cosa. Anche perche' sempre l'illustre Cinca disse che ci sarebbe stato un contingente per i venditori e un contingente per i collezionisti,con monete date al prezzo d'emissione. Dove sono finite? Disse inoltre che tutti gli starter avanzati sarebbero stati distribuiti a prezzi bassissimi ai vari commercianti,entro i primi di dicembre. Dove sono finiti questi starter?? Insomma via..a me sembra una grande,immensa,e gigantesca presa in giro. Per cui io appena vedo l'emissione reale delle monete comincio ad attivarmi con i miei ganci in loco,ma fino ad allora per me posson scrivere e dire cio' che vogliono. Continuero' a non credere a un H di quello che dicono. Perche' il mio cervello,stante cosi' la situazione, mi dice che: una volta mi fai fesso,due forse anche, Ma all'infinito fesso non mi ci fai. Quindi si divertan pure,tanti auguri e figli maschi;)1 punto
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Repubblica Democratica Tedesca, 10 mark 1981, rame - nickel, 25° anniversario della NVA (NationaleVolksArmee, Armata Popolare Nazionale, le forze armate tedesco-orientali)1 punto
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Grazie...il dritto è lo stesso, tranne la forma dell'appiccagnolo.....anche a distanza di anni.1 punto
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Tra cento anni se questa discussione non sarà ricordata qualcuno si scervellerà a capirci qualcosa e magari si troverà in asta a prezzi considerevoli :blum:1 punto
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@@dareios it ....si, anche per la firma OLIVIERI, comunque adesso questa B.V. mi sta appassionando sempre di più (ohèèè, Lorè mettimela da parte). Devi sapere che questa madonna è, oltre a tanti altri paesi, devota anche dai miei compaesani......un piccolo paesino che per lavoro ho dovuto lasciare molti anni fa....si chiama Pastorano, in provincia di Caserta.....mi ricordo ancora quando mio padre (io ero piccolissimo) faceva a gara per portare il carro della madonna in occasione della processione. http://www.pirovagando.it/archivio/2015/918-pastorano-ce-maria-ss-del-carmelo-2015.html1 punto
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Purtroppo invece a parer mio pubblicare una collezione con falsi più o meno insidiosi (date per buone) non è istruttivo per niente, soprattutto verso chi è alle prime armi, e verso chi non è alle prime armi ma "ci piglia poco"..Skuby1 punto
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Buona serata Roberto bella domanda; mio parere personale è che bisognerebbe andare cauti sull'affermazione: "probabilmente trattasi di una prova effettuata su un torchio di nuova istallazione per monete di piccolo modulo". I motivi per dubitare sono molteplici: 1) Stando a quanto scrive anche la D.ssa Crisafulli, il tornio, a Venezia, lo si usò solamente per la coniazione di Talleri per il Levante e per le Oselle. http://www.academia.edu/779264/uomini_e_tecnologie_monetarie_la_visita_di_Du_Bois_alla_zecca_di_Venezia 2) soprattutto per gli zecchini - e per il gradimento che questi avevano ancora a livello internazionale per com'erano fatti - si decise che si dovesse continuare a batterli a martello. 3) sappiamo, dai diari dell'ormai ex Doge Lodovico Manin, ritirato a vita privata, (grazie alla discussione aperta da @@gigetto13 post 11) che la zecca, già in mano agli austriaci, continuava a battere monete (zecchini e talleri) con l'impronto veneto. http://www.lamoneta.it/topic/101126-memorie-numismatiche-di-l-manin/?hl=wallis#entry1134384 A questo punto, la trama, a mio parere, si ingarbuglia ... a) non credo proprio che coniassero zecchini a nome di Francesco, il Manin dice che i talleri erano anch'essi con l'impronto veneto (quindi anche gli zecchini dei quali ha parlato nel periodo precedente del suo testo) b) sappiamo se la zecca, già in mano agli austriaci, faceva coniare anche gli zecchini con l'impronto veneto; avrebbero potuto usare il tornio, visto che non avevano le remore dei veneziani? c) non ho letto da nessuna parte - a mia memoria - di prove dello zecchino fatto al tornio, ma non si può escludere a priori; certo è che le prove di uno zecchino al tornio, avrebbero potuto/dovuto farle all'epoca dei test fatti dal Du Bois (vedi sopra), prima dell'avvento del Manin. d) siamo così sicuri che di questo zecchino ce ne siano solo 2 esemplari e per la forma e l'impronta non ce ne siano altri? Mooolti altri che per l'usura non possono essere così ben comparati? Certamente sono stati usati più tipi di conii, alcuni bruttissimi, altri passabili, e altri ancora decenti..... bisognerebbe fare uno screening, che io non ho mai fatto. Ho scritto di getto le mie prime impressioni; attendiamo però altri commenti. saluti luciano1 punto
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La lista che dovesti fare è come questa: 19xx 5 Rappen 19xx 19xx ecc. in fila tutte le annate che possiedi 19xx 10 Rappen 19xx 19xx ecc. - idem come sopra 19xx 20 Rappen 19xx 19xx ecc. 19xx 2 Franchi 19xx 19xx ecc. 19xx 5 Franchi 19xx 19xx ecc.1 punto
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Buongiorno a tutti! Ho caricato il file nella Biblioteca, alla sezione relativa agli articoli. Ciao Stefano1 punto
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Si...mi trovate daccordo su quanto scritto....ma l'uso della lima era una consuetudine...ripeto...come quello che fatto il duplicato di una chiave toglie le scorie di metallo con una lima..idem si faceva per le monete...anche perchè nessuno immaginava l'esistenza di collezionisti esigenti...gli operai di una volta, la maggior parte semi analfabeti, cercavano di fare al meglio il loro mestiere e si preoccupavano di far immettere sul mercato monete che non presentassero particolari difetti1 punto
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@@Lorenzinhio benvenuto allora...... in fondo siamo tutti un po neofiti qui perche' non si finisce mai di imparare... :blum:1 punto
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Ciao Filippo, mi spiace ma è la solita riproduzione... Ah no... Aspetta, non hai ancora caricato la foto! (Scherzo... Ti scriverò che è un falso, soltanto dopo che avrai allegato la foto)1 punto
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Il bronzo di Alessandro Magno battuto questo pomeriggio alla Pecunem (moneta a destra ruotata di 180° sul piano) presenta il rovescio orientato come quello del bronzo descritto da andreagcs al post # 2576 (a sinistra) per quanto riguarda ai simboli. Sostituendo il nome del sovrano con le iniziali A B, la ‘trasformazione’ fatta. apollonia1 punto
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Io sono cattolico. Mio nonno materno, e la sua famiglia erano calvinisti. Ho un po' di dimestichezza con certi ambiti confessionali (protestante) e state certi ( @@luke_idk ) che non ho alcun intento o volontà di denigrare i miei antenati. Anzi, mi sembra di averlo già detto in qualche post che per certi versi sono molto vicino a certi concetti della riforma (soprattutto luterani e calvinisti) pur essendo un cattolico. Per esempio. Nel cattolicesimo fede e opere viaggiano insieme. Invece per i riformati (è un espressione più corretta rispetto a protestanti) ritengono la superiorità della fede sulle opere. Personalmente condivido questo pensiero in quanto chi possiede o vuole avere la VERA FEDE automaticamente compie opere di bene. Le opere dovrebbero essere ricomprese e non essere una categoria separata ed autonoma.1 punto
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@@margheludo, non hai fatto un discorso da bar. Hai detto quello che pensa la maggior parte della gente. Il fatto che non siamo d'accordo non significa che uno dei due sia un imbecille. Stiamo ragionando insieme davanti ad un buon bicchiere di vino. Con la stima reciproca che è propria per chi coltiva un comune interesse. Se tutti facessero così, con garbo e rispetto dell'opinione dell'altro, consapevoli della totale opinabilità della argomentazioni dell'altro e di quelle proprie e con la consapevolezza della necessità di sentire e valutare le opinioni contrarie, sarebbe un bel passo in avanti. Io non penso di aver la verità in tasca e ho bisogno di confrontarmi. Solo così ho la speranza, ripeto la speranza, di non cadere in errore. Polemarco1 punto
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UNA SOVRANA D'ORO :rofl: Per la cronaca Marie Luise zu Sayn-Wittgenstein-Berleburg1 punto
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Cenni storici Prima di parlare della zecca di Lecce si rendono indispensabili alcuni cenni storici sulla figura del principe cui per primo va ricondotta la paternità della zecca cittadina : Giovanni Antonio Del Balzo Orsini conosciuto anche come Giannantonio, figlio di Raimondo Del Balzo Orsini e di Maria d’Enghien (che alla morte del marito divenne regina di Napoli sposando re Ladislao). Fu Principe di Taranto, Duca di Bari, Conte di Lecce, Acerra, Soleto e Conversano dal 1406, Signore di Altamura, nonché Conte di Matera dal 1433 e di Ugento dal 1453. Non a caso in una relazione inviata da Napoli, regnando Alfonso I il Magnanimo, si indicava Giovanni Antonio al primo posto tra i signori feudali del regno. Padrone di 400 castelli, 70 città vescovili e 30 città arcivescovili egli poteva viaggiare da Taranto a Salerno senza uscire dai propri domini :” Lo principo da Taranto è signore da per sé in lo Reame de più de quatrocento castelle. E comenzia il suo dominio da la porta del merchà de Napoli lunzi oto milya a uno locho se chiama la terra de Marignano e dura per XV zornade per fina in capo de Leucha; e chi lo chiama lo Sacho de terra de Otranto e dura per melya quattrocento e più. E li ve sono quante terre principale e grande oltra le castelle preditte et primo Tarrantina, dove è lo archiopisco, Vrindige, Lezza, Convertino, Otranto, Nardò, Mathera, Gallipoli, Insula de mare, Oyra, Miragna, Astone, Altamura, Minervino, Santo Pietro in Gallatina, Massafra, La terza, Castelanetha, Le gratalye, Ociento, Cassalnovo, Pallignano, Ascoli de Capitaniato, Rutilyano, Conversano, Gravina, La Cerra, Marignano, Chaliffri. Item lo principo anteditto de Taranto ha sotto di sé pillyato tutto lo ducato de Barri, da poi la morte de messer Jacopuzzo Caldora”. Pertanto con una tale consistenza patrimoniale, paragonabile a quella della stessa corona, il Principe poteva condizionare non solo la politica del regno ma, come vedremo, anche la successione al trono. Già precocemente egli venne coinvolto nelle lotte dinastiche per la successione al trono di Napoli. Nel 1421, la regina Giovanna II (sorella del precedente re Ladislao) aveva adottato come figlio ed erede Alfonso V re d’Aragona, quale REGINE DEFENSOR. Appena 2 anni dopo, scontenta dell’atteggiamento di Alfonso che intendeva esercitare anzitempo il potere regale, revocava l’adozione e disponeva nel proprio testamento che alla sua morte la corona passasse a Renato d’Angiò Valois Provenza (II casa d’Angiò) Denaro di Giovanna II d’Angiò ed Alfonso I d’Aragona (REGINE DEFENSOR) . Alla morte della regina (2 febbraio 1435) Alfonso, partendo dal suo regno di Sicilia, cercò di riprendersi con le armi il regno di Napoli. anche in considerazione del fatto che il pretendente angioino era prigioniero del duca di Borgogna che gli rivendicava il ducato di Lorena. Inizialmente Alfonso andò incontro alla sconfitta navale di Ponza da parte di una flotta genovese inviata dal duca di Milano Filippo Maria Visconti e fu fatto prigioniero insieme a Giovanni Antonio. Conseguentemente Isabella di Lorena, moglie di Renato, poteva raggiungere Napoli dove, ricevuta con tutti gli onori, governò come reggente per quasi 3 anni. Renato, riuscito a riscattarsi dal Borgogna, giunse a Napoli solo nel maggio 1438. Ma già 3 anni dopo Alfonso assediava la città partenopea, conquistandola il 2 giugno 1442. Renato si trovò così costretto a ritornare in Provenza quello stesso anno e , sebbene conservasse il titolo di re di Napoli, non ne recuperò mai il potere effettivo e restò pretendente fino alla sua morte (1480). Il 26 febbraio 1443 Alfonso fece il suo ingresso trionfale a Napoli, e risuscitando, da buon umanista, il corteo dei trionfatori antichi vi entrò su un carro dorato. Giovanni Antonio, Gran Connestabile del regno, che aveva contribuito in maniera determinante al successo dell’aragonese e alla sua ascesa al trono, desiderava condividere gli onori del vincitore e pretendeva pertanto di sfilare dietro al carro trionfale accanto al re e non avanti al carro, fra i baroni sottomessi con la forza dal sovrano. Tale arroganza indispettì il sovrano che diede ordine al maestro di cerimonia di far sfilare tutti i baroni dietro al carro trionfale, esattamente come si trova rappresentato nei marmi del monumentale ingresso di Castelnuovo Ingresso trionfale di Alfonso il magnanimo a Napoli: arco inferiore del portale di ingresso a Castelnuovo Fu allora che si incrinò la solidità della coesione tra gli interessi del barone più potente del regno e quelli della corona. Fu allora, dopo la vittoria, che “il re cominciò a conoscere che il principe era un altro re “, ponendo i presupposti della reciproca diffidenza che da quel momento avrebbe caratterizzato i rapporti tra feudatario e sovrano. Tuttavia per la stabilità politica del regno s’imponeva, con urgenza, la necessità di assicurare a Ferrante, figlio bastardo ed erede designato di Alfonso a Napoli, il consenso della feudalità regnicola. Tale obiettivo poteva essere raggiunto solo attraverso un alleanza matrimoniale con il suo più influente esponente, il principe di Taranto che, in assenza di figli legittimi dal suo matrimonio con Anna Colonna ( nipote di papa Martino V), aveva nominato erede del principato la nipote Isabella Chiaromonte, figlia di sua sorella Caterina. Dopo le nozze tra Isabella e Ferrante (1445) sia il papa che i baroni riuniti nel Parlamento del regno accettano di riconoscere la successione del figlio naturale. Dopo la morte di re Alfonso ( 28 giugno 1458) Ferrante (Ferdinando I), successore designato Coronato di Ferrante I d’Aragona (rovescio) con scena dell’incoronazione di Barletta Sebbene invii prontamente segnali di pace ai pur sempre riottosi baroni, assicurandoli di voler governare “ con l’amore di lor signori “, i nemici di sempre si rifanno vivi ed in particolare i cugini aragonesi di Spagna ( con pretese di successione in luogo di “el bastardo”), i pretendenti angioini e molti baroni filoangioini del regno. Nuova molla alla sollevazione dei baroni (I congiura : 1459-1463) è la discesa in Italia (ottobre 1459) di Giovanni d’Angiò, figlio di re Renato e sedicente duca di Calabria. Giovanni d’Angiò Il principe di Taranto, grande assente alla cerimonia di Barletta, inizialmente assume posizioni ambigue e contraddittorie, ponendosi ora come interlocutore privilegiato del re, ai cui ambasciatori si dichiara suddito fedele, ora come sostenitore del pretendente angioino (Angiò-Valois-Provenza), non dimentico che i Del Balzo (De Baux) sono pur essi di origine provenzale. In pratica egli confina nell’ambito delle ipotesi non remote la possibilità di una propria aspirazione al trono di Napoli o almeno ad una iniziale reggenza come riporta il Nunziante (“lo Reame vivente esso principe lui lo habia ad regere et governare pro suo arbitrio voluntatis, cum protestate de togliere et de donare a chi meglio glie parerà “). Ma ben presto Giovanni Antonio appare evidentemente l’unico alleato su cui il pretendente angioino possa contare concretamente e diventa l’anima della rivolta, traendo dalla sua parte i potentissimi baroni filoangioini tra cui Marino Marzano, duca di Sessa e principe di Rossano, il secondo barone più potente del regno e cognato del re. Il 7 luglio 1460 le forze riunite del principe di Taranto e del pretendente angioino sconfiggono le truppe di Ferrante alla foce del Sarno, ma il 18 agosto 1463 con la battaglia di Troia i legittimisti aragonesi, con l’aiuto determinante dell’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, mettono definitivamente in rotta le forze confederate ribelli. Il 21 settembre 1463 Giovanni Antonio, con il preciso obiettivo di conservare cariche, privilegi e domini, chiede ed ottiene di riconciliarsi con il re a patto di privare del suo sostegno il pretendente Giovanni, tornato in Provenza. A tal proposito va notato che questa tendenza a giocare la partita su più di un tavolo coinvolgeva un po’ tutti i personaggi interessati, re compreso, all’epoca della I congiura dei baroni ed avrebbe raggiunto l’acme all’epoca della II congiura dei baroni. Morte di Giovanni Antonio de Balzo Orsini: Così scrive il De Simone: “Dopo il ritorno di re Giovanni in Francia, Giovanni Antonio chiese la pace e mentre si trovava in Altamura gli furono inviati Antonello Petrucci ed il cardinale Rovarella per comporla nel mentre, si disse, nel campo del re si tramava la morte del potente feudatario. Della congiura facevano parte: Paolo Tricarico, Antonio D’Ayello, Antonio Guidano da Galatina, Giacomo Protonobilissimo, Gaspare Petrarolo (il cui congiunto Gabriele era rinchiuso nella Torre del Parco). Giunti in Altamura trovarono il Principe con febbri malariche e così diffidente da minacciarli di morte. Allora il Guidano e l’Ayello, sicuri della ricompensa reale, entrarono di notte nella stanza da letto e lo strangolarono (15 novembre 1463 ). Il partito aragonese sostenne che fosse morto per cause naturali, ma i premi e gli onori che toccarono ai congiurati rivelarono chiaramente le intenzioni del re. Il suo corpo, secondo le disposizioni testamentarie, fu trasportato in Galatina, accompagnato dai vescovi di Otranto, Gallipoli, Castro ed Ugento e tumulato in abito da frate nella chiesa di S. Caterina, sacrario della famiglia”. Dopo la morte provvidenziale di Giovanni Antonio il re, guardandosi bene dal rispettare le volontà testamentarie del defunto e della vedova Anna Colonna, si precipitò a Lecce nel dicembre 1463 ed incamerò nel demanio regio il principato di Taranto, la contea di Lecce e le ricchezze della famiglia (ammontanti ad oltre un milione di ducati) nella qualità di marito di Isabella Chiaromonte e deliberatamente ignorando i diritti di successione spettanti ad Anghilberto del Balzo, marito di Maria Conquesta, figlia illegittima di Giovanni Antonio. E per porre la parola fine a quello che aveva rappresentato “ uno stato dentro lo stato “ re Ferrante disintegrò il sistema di alleanze e parentele del principe. ....................... continua. ......................1 punto
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