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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/03/16 in tutte le aree

  1. Mi è stato segnalato un interessante sito, dove è illustrata una grande collezione privata di monete greche della Sicilia, con ogni moneta illustrata e schedata. Il sito è: http://ancientsiciliancoins.com/ascoins/catalogue dove ad esempio è possibile ritrovare il famoso e discusso aureo di Stiela (... ecco dove era finito...) http://ancientsiciliancoins.com/ascoins/view/642 Da quello che si può capire, consultando il sito, è che il collezionista è un tedesco, un certo Hermann Twiehaus. Non lo conosco e penso che abbia anche una buona disponibilità economica e la maggior parte delle monete hanno una chiara provenienza da varie aste. Sempre nel sito si legge che per la schedatura è stato aiutato da Calogero Lauricella, del quale viene riportato anche il recapito email... Questo nominativo non mi è nuovo e sembra di chiare origini siciliane e dovrebbe avere una certa competenza sulla monetazione siceliota, anche se non ricordo qualche sua pubblicazione. In ogni caso una collezione molto ricca, con esemplari mediamente in buona conservazione e si intuisce la grande passione di questo collezionista per le zecche siceliote e mi sembra una iniziativa molto lodevole mettere a disposizione la consultazione della sua raccolta, una iniziativa ovviamente possibile solo all'estero. Ovviamente ci sono esemplari sui quali non posso mettere la mano sul fuoco..... Qualche commento?
    5 punti
  2. Spero ormai di non vedere queste tre monete Andorrane, infatti sono ormai stantie è già vecchie anche senza che siano mai state emesse, Penso che i due Ministati Andorra e Monaco in questo 2015 abbiano battuto ogni singolo record in quanto a inefficenza e speculazione, Buon Anno a tutti e speriamo senza più Andorra e Monaco.
    4 punti
  3. Ringrazio Acraf per il post, sito che non conoscevo. Che dire, molte monete raccolte nei vari metalli con provenienza oltre da aste anche da web (ebay). Alcuni dei pezzi li abbiamo discussi in parecchie discussioni qua sul forum, e credo di dubbi ce ne siano pochi.....Personalmente, consiglierei al collezionista, oltre a farsi seguire dal proprio mentore, di consultare maggiormente i testi di riferimento oltre a preferire canali di acquisto più filtrati.. skuby
    4 punti
  4. Per nostra fortuna, all'interno del forum, vi sono tanti amici spiritosi (per esempio il piccolo @@francesco77, lo straniero @@vox79, @@eliodoro e vari altri). Discutere sulle monete é un vero piacere, ma anche scherzare aiuta a consolidare le amicizie ed a sdrammatizzare situazioni pesanti che possono nascere. Avere 80 anni é solo un dato anagrafico, così come averne 66 (io). L'importante é avere sempre la mente impegnata sulle cose che ci danno piacere e ci aiutano a vivere meglio. Mi auguro di sentirti spesso per altri 30 anni (forse ho sbagliato per difetto!). Ti auguro tanta serenità. Amedeo Figliolia
    3 punti
  5. Io penso che si possano collocare tra Cola e Bonifacio IX i provisini con denti curvi a D, avete mai visto un provisino dei due personaggi appena citati con denti a C?Io personalmente no. Quindi penso che anche la forma della curva possa magari aiutare nella collocazione cronologica delle varie emissioni...
    2 punti
  6. concordo con @@Theodor Mommsen... probabilmente è stato utilizzato tondello ex Gerone II - sono anni susseguenti Gerone 215 - e il sestante dovrebbe essere stato emesso tra il 211 e il 208
    2 punti
  7. Gettone Sun via Carlo Alberto 6 Torino Potrebbe essere una contromarca di una pensione collocata in un piano del palazzo civico n.6 di via Carlo Alberto. Cercando notizie su internet ho trovato che un noto filosofo ha soggiornato qui come testimonia la lapide che vi allego Dici via Carlo Alberto e pensi a Palazzo Carignano, alla Biblioteca Nazionale, a Palazzo Birago di Borgaro, a Palazzo Campana, a Friedrich Nietzsche e prima ancora alla nobiltà torinese. Il filosofo visse in quella via per tutto il tempo del suo soggiorno nella città della Mole. “In questa casa Federico Nietzsche conobbe la pienezza dello spirito che tenta l’ignoto la volontà di dominio che suscita l’eroe. Ad attestare l’alto destino e il genio scrisse Ecce Homo libro della sua vita. A ricordo delle ore creatrici primavera autunno 1888 nel primo centenario della nascita la città di Torino pose”. Questo è il testo scolpito sulla effige muraria posta in via Carlo Alberto 6 che ricorda il filosofo Nietzsche, affascinato dall’atmosfera della città e soprattutto del posto in cui viveva. Friesdrich Nietzsche soggiornò a Torino dal 21 settembre 1888 al 9 gennaio 1889. Il suo appartamento si trovava al quarto piano di via Carlo Alberto 6, costava 30 lire al mese, ed era di proprietà di Davide e Candida Fino, gestori della rivendita di giornali in piazza Carlo Alberto i quali misero a disposizione del filosofo anche un pianoforte che lui suonava per ore. La sua stanza era la quinta, dall’angolo di via Carlo Alberto, verso sinistra, dava sulla omonima piazza, proprio sopra l’ingresso della galleria Sulbalpina. Prendendola dall’abitazione del filosofo siamo alla fine della storia e all’inizio della strada. Da piazza Carlo Alberto si prosegue lungo via Carlo Alberto per percorrere un solo isolato e giungere all’incrocio con via Maria Vittoria. A destra, si trova la Chiesa di San Filippo Neri, l’edificio di culto più grande di Torino. In origine la chiesa avrebbe dovuto avere un aspetto più maestoso, ma il crollo del 1706, durante l’assedio francese, fermò il cantiere. Filippo Juvarra ideò la lunga navata di circa 70 metri di lunghezza con caratteristica volta a botte. Il corpo centrale è largo circa 37 metri e il voltone è scandito da sette finestroni semicircolari a forma di conchiglia, tipico motivo ornamentale juvarriano, che si ripete in tutte le decorazioni e le suppellettili della chiesa. Poi si prosegue in un’isola pedonale antichissima e architettonicamente bellissima, grazie a palazzi e piazze che si susseguono in maniera straordinaria.
    2 punti
  8. Premetto che questa discussione non riguarda in alcun modo la religione. ma i rapporti tra le culture. Tempo fa, un mio amico organizza una gita in una abbazia e riesce ad ottenere che il Priore (lo chiama proprio così) ci faccia da guida nella biblioteca. Vi sono circa 30.000 volumi (medio piccola, dirà il Priore). Siamo in dodici e ci conosciamo tutti per motivi di lavoro. Visitiamo lo scriptorium ed una delle salette della biblioteca. I libri arrivano al soffitto e ricoprono tutte le pareti. Il Priore afferra un librone da uno scaffale che è seguito da almeno altri cinque volumi della stessa fattezza. Ci dice "adesso vi faccio vedere come si possa essere intelligenti". Apre il libro su di un tavolo e lo accerchiamo. "Ho preso questo, perché il passo lo conosciamo tutti" E' la Genesi. il passo è ripetuto sette lingue: ebraico, greco, siriaco, targum, arabo ed altre. La singolarità è che accanto ad ogni versione c'è una traduzione in latino: quindi, sette lingue e sette versioni di latino accanto a ciascuna di esse. Rompo la mia ritrosia e domando: "Mi perdoni, perché sette versioni in latino, non ne sarebbe stata sufficiente una ?" Mi risponde: "Perché le versioni in latino sono differenti tra loro a secondo della lingua che traducono. Guardi qui: il latino che traduce dall'ebreo usa "creò", quello che traduce dal greco ricorre a fece (perché i greci hanno difficoltà a pensare che la materia possa essere creata dal nulla); il latino che traduce dal siriano usa il termine "l'essere cielo e e l'essere terra" (perché si astrae maggiormente), quello che traduce dall'arabo non dice "in principio" ma "per prima cosa" (è forte l'influsso della matematica ed il voler mettere dare un ordine al tutto). Ogni cultura ha tradotto la bibbia ebraica nella propria lingua e con la propria interpretazione del mondo. E le singole versioni di latino tengono conto delle differenze interpretative. Beh, mi sono commosso ... Polemarco
    2 punti
  9. Dopo una rapida ricerca confermo che la variante di legenda in tuo possesso non è elencata in nessuno dei cataloghi che ho consultato (On-line, CNI, Bignotti, Collezione Palazzo Te e BAM). Non deve stupire il fatto che esistano varianti non ancora catalogate fra ie monete basse di questo come di altri regnanti di casa Gonzaga. Per sesini, quattrini e bagattini le emissioni furono abbondanti e comportarono l'allestimento di più conii che vennero diversificati fra loro proprio per mezzo delle variazioni di legenda. Per uno studio sulla possibile progressione logica delle legende puoi vedere il mio articolo sullo stesso nominale a nome di Federico II, pubblicato da Panorama Numismatico e disponibile su Academia.edu https://www.academia.edu/17173997/Mantova_Il_quattrino_di_Federico_II_Gonzaga_con_limpresa_dellOlimpo_studio_e_aggiornamento_sulle_varianti_conosciute Altro capitolo interessante bisognerebbe invece aprire sul valore legale da attribuire a queste monete. Storicamente queste monete mantovane sono sempre state identificate come quattrini e fino a qualche anno fa questa classificazione è stata acccettata senza ulteriori valutazioni critiche. In effetti però la coesistenza nella stessa area monetaria di monete in rame di pari peso ma con valore legale diverso e doppio l'una rispetto all'altra qualche dubbio avrebbe dovuto farlo venire.....vedi i bagattini di Reggio Emilia cicrcolanti in parallelo con i "quattrini" di Mantova. Lorenzo Bellesia nella sua recente monografia sulle monete di Bozzolo ha evidenziato questa contraddizione e nel recente lavoro sulla zecca di Mirandola, pubblicato dal Bolletino della Numismatica (n°25, pag.9. scaricabile qui http://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do?id=196), lo stesso autore ne corregge definitivamente la classificazione proponendo per tutte le emissioni mantovane in rame a nome di Francesco II, Federico II, Francesco III e Guglielmo il valore legale di un bagattino. E qui mi fermo un saluto Mario
    2 punti
  10. Credo che al solito vi sia un po' di confusione terminologica. I graffietti al bordo del R/ sono i cosiddetti "graffi di conio" che, in realtà, non hanno nulla a che spartire col conio. Più correttamente andrebbe utilizzato il termine "graffi di aggiustamento" (usato in tedesco ed inglese) ad indicare che i tondelli, prima di essere coniati, venivano portati a peso per limatura; questi "graffi" sono in genere maggiormente evidenti sui bordi (specie se sporgenti) e sui rilievi più marcati. La ghiera (anello contentivo esterno alla moneta) non è responsabile della loro formazione. Per quanto riguarda il termine "spazzolatura", è un vocabolo impreciso che sta per "pulizia meccanica". Questa può essere ottenuta con spazzole o spazzolini morbidi o con lana di vetro o con panno o gomma o altri materiali (ecc. ecc. ...). Ne residua spesso una rigatura più o meno evidente (se molto sottile viene indicata con l'anglicismo "hairlines") e/o discromie del metallo. Vi può essere poi una lisciatura dei campi (concetto ben espresso dal nome stesso) che viene spesso ottenuta con la "pietra d'agata" (materiale semiprezioso ad elevata durezza usata a tal fine anche dai gioiellieri). Ovviamente, a seconda del problema presentato ( concrezioni, sporco, superficie irregolare, ...) possono essere utilizzati differenti metodi di pulizia e/o restauro. La moneta qui oggetto di discussione presenta (a mio giudizio) al D/ sui rilievi segni di sfregamenti e, nei campi prossimi al profilo del sovrano, segni di lisciatura (per rendere omogenei i campi che presentano colpetti e asperità). Al R/ sembrano analogamente intravvedersi segni di lisciatura mentre il bordo rilevato e i campi tra i caratteri della legenda presentano i tipici graffietti di aggiustamento. Il tutto è particolarmente soft e non deturpante, anche se sarebbe stato meglio che la moneta fosse stata lasciata integra ... ;)
    2 punti
  11. 2 punti
  12. Buonasera a tutti, non so se dipende dall'orario ma non riesco a trovare sui cataloghi del sito la legenda corrispondente a questo quattrino di Francesco III Gonzaga. Sulla moneta io leggo: FR.DVX.MAN.II---M MON.F. ho messo dei trattini ---- in corrispondenza di alcune lettere perchè non riesco a vederle per via dell'usura della moneta, presumo siano le lettere ET. cosa ne pensate? grazie
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  13. :good: buongiorno a tutti...e buon anno...una moneta mitica e unica al cocodrilo...28mm..... si puo anche vedere la colana e la catena.
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  14. beh di soldi da dodici tosati se ne vedono in giro. anche io ne ho qualcuno. è veramente un enigma, trattandosi di moneta in mistura bassissima, il gioco forse non valeva la candela. Rischiare pene anche corporali (siamo pur sempre nel seicento) per ricavare pochi milligrammi d'argento ad ogni tosatura.
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  15. Forse io riesco a collocarla nell'evento: quella I, come tu scrivi, potrebbe rappresentare il numero 1, allusivo alla primogenitura di Maria Teresa.
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  16. Il lustro si nota anche dalle immagini che hai postato. Sono monete comunissime e se ne trovano parecchie in SPL+ , SPL/FDC , q.FDC. Se te la tieni per te non vedo un motivo valido per farla periziare, ti costerebbe di più la perizia che il valore della moneta.
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  17. In effetti anche l'abbazia di San Zeno di Pisa fu oggetto d'importanti restauri fra il 1964 e il 1972; probabilmente la medaglia celebra la fine dei lavori. http://www.comune.pisa.it/museo/Inoplug-in/DOC/cne-121/swish.idx un saluto Mario
    1 punto
  18. Aggiungo soltanto che con Giovanni Visconti la croce da gigliata diviene fiorata e che il diametro diminuisce dai 17 mm. di Luchino ai 14 mm. di Giovanni.
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  19. La moneta, passata poco fa sul noto sito, presenta sicuramente una C e non una G. Una piccola rottura del conio. Ma ribadisco, si tratta di una C.
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  20. Pubblico queste foto gentilmente concesse, spero che da queste si possano vedere maggiori dettagli che nelle precedenti.
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  21. bene....grazie c'è sempre da imparare.....mi sono avvicinato da poco a queste affascinanti piccole opere d'arte
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  22. Si tratta di una medaglia commemorativa per il restauro della facciata dell'ex monastero delle benedettine sul lungarno di Pisa. http://www.sbappsae-pi.beniculturali.it/index.php?it/240/la-nuova-facciata-del-monastero-delle-benedettine L'ex monastero, chiuso al culto, venne acquistato e restaurato dalla Cassa di Risparmio di Pisa. ciao Mario
    1 punto
  23. Se degli archelologi del futuro trovassero le nostre strade e autostrade d'asfalto con impronte d'auto e si chiedessero a che corrispondano, potrebbero fare numerose congetture. Ma se poi trovassero un'auto, e le gomme e i piani di come funziona avrebbero una sola risposta. Certo che se qualcuno dicesse "vabbè, qui a Milano abbiamo trovato l'auto (ed anche a Napoli e Bologna) e dunque le impronte qui potrebbero corrispondere alle ruote di quella, ma a Torino non l'abbiamo trovata (e neanche cercata) dunque le impronte, anche se eguali, potrebbero essere dovute a un artista che disegna ghirigori, a uno strano mammifero che calpesta il terreno o a qualunque altra cosa ..." cosa si potrebbe obiettare? Che l'ipotesi più semplice è quella da preferire! O che non ha senso fare congetture irreali per spiegare qualcosa che una teoria suffragata da prove può direttamente spiegare (per chi ama la filosofia o la logica, ricerchi il "rasoio di Occam"). In ogni Zecca è stata usata la lima per portare a peso i tondelli. La lima ha rappresentato un elemento fondamentale ed un vero e proprio simbolo dell'Officina Monetaria in quanto tale. Non solo a Napoli, o Bologna o a Milano. Le zecche nel XIX secolo non rappresentavano più delle aziende "segrete" ma erano in stretto contatto fra loro, e comunicavano, e anche gli strumenti erano sostanzialmente analoghi. Osservando con attenzione monete FDC del XIX secolo si ritrovano molto di frequente questi segni di aggiustamento anche per la monetazione Savoia (sotto porto come esempio il R/ di un qFDC di Carlo Alberto che sarà esitato nella prossima asta Felsinea: notare il bordo a ore 6 e ore 12, e in quest'ultimo caso anche le lettere della legenda). Una considerazione sul peso della moneta: è lapalissiano che una moneta lievemente sottopeso non dovrà essere limata per essere portata al peso legale. Una "sovrappeso" lo sarà e dopo la procedura potrà ancora risultare lievemente sovrappeso, o perfetta o sottopeso. Nel caso della moneta di cinna74, concesso che la pesatura fosse corretta, si sarebbe verificato il primo dei 3 casi, non impossibile. Vorrei poi ricordare che i procedimenti di pulitura non influiscono in modo sostanziale sul peso: il metallo (l'oro) non viene asportato ma solo redistribito (per esempio tra fossettine adiacenti a colmarle), e anche che la circolazione modifica in modo trascurabile il peso di una moneta, specie di quelle d'oro che per definizione circolarono pochissimo. ;)
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  24. Grazie Adolfo per i link postati!! premesso che questo esemplare non l'ho postato io, per tipologia intendo stellina-rosetta e luna crescente. Con "più generosa" intendo dire che ho visto questo tipo di provisini sempre di maggiori dimensioni rispetto ai Cola e con un metallo che almeno apparentemente presentava una maggiore quantità di argento o forse più corretto dire bianchitura.
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  25. Esattamente quello che credo anch'io @@adolfos ! E per questo penso che magari qualche tipo con denti a D sia stato coniato prima di Cola, ma la maggioranza sia stata coniata dopo..per concludere il tutto con l'emissione di Bonifacio. Bisogna solo tentare di capire chi ha dato il la di riferimento. Troppi "secondo me" e simili in queste frasi, a mio parere :rofl:
    1 punto
  26. Altra medaglia di ITALIANI emigrati all'estero 1898 ECUADOR GUAYAQUIL SOCIETA' ITALIANA BENEFICENZA GARIBALDI - INAUGURAZIONE DEL NUOVO EDIFIZIO Argento, mm. 28
    1 punto
  27. Ciao Theodor , e pensare che Filippo sfrutto' i preparativi per la ricorrenza , animali compresi , approntati da Gordiano Pio
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  28. Ciao @@jagd, bellissima in condizioni eccezionali.. se ti può interessare, c'è questa discussione: http://www.lamoneta.it/topic/126678-i-coccodrilli-di-nimes/?hl=nemasus#entry1441047 Saluti Eliodoro
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  29. Eccolo qua. http://numistoria.altervista.org/blog/?p=20198
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  30. Proseguendo nei denari di Pavia, vediamo un'altra tipologia, per il momento metto le immagini, il peso che è di 0,62 gr., vediamo chi vuole commentare, se no procederò poi io...
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  31. Siamo in piena seconda guerra punica: la necessità di pagare i soldati portava i Romani a procurarsi metallo monetabile in qualsiasi modo.
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  32. Attento a quelle tracce di verde. È cancro del bronzo. Tienila lontana da altre monete di rame. E soprattutto toglila col bisturi e metti la moneta a bagno con alcool e benzotriazolo
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  33. ______________ 1979 Germania Repubblica Federale 5 Marchi J - Argento .625 150° anniversario dell'Istituto Archeologico Germanico. La sede si trova tutt'ora a Roma. E' nella nostra capitale che venne fondata nel 1829.
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  34. Buona Domenica, Grazie @Acraf per la segnalazione. Direi che si tratta di un sito che offre una panoramica molto ampia ed interessante della monetazione della Sicilia antica. Una iniziativa che sarebbe bello poter vedere fiorire in molte altre occasioni! In particolare ho notato una serie di esemplari di bronzo fuso di Selinunte con i particolari delle raffigurazioni eccezionalmente ben conservati a pagina 50 del suddetto sito; tre esemplari di hexas, privi di catalogazione : l'esemplare al centro a giudicare dai particolari del volto al dritto parrebbe da attribuire alla serie leggera che Lazzarini distingue da quella pesante, tra le altre cose, per una costante rappresentazione delle foglie al rovescio con caratteristiche più naturalistiche (le nervature della foglia e le frastagliature del suo perimetro); tuttavia in questo esemplare le nervature non sono più visibili mentre i particolari del dritto sono ancora molto definiti.. Ciò può essere dovuto alla tecnica produttiva usata, la fusione? O anche per questo come per altri pezzi "un po' strani", ci potrebbero essere dei dubbi a cui rispondere?
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  35. E' questa del link che ti metto sotto, purtroppo nelle condizioni in cui si trova non va oltre quel prezzo... http://en.numista.com/catalogue/pieces17410.html
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  36. Sembra un 20 Para dell'Impero Ottomano 1255-4 (1842) ---- ١٢٥٥ ٤ http://en.numista.com/catalogue/pieces24469.html
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  37. Sulla base dei coni finora censiti in questo thread, senza tenere in considerazione i rovesci (e quindi l'attendibilità della stima va a farsi friggere), siamo arrivati ad una stima plausibile di 840.000 esemplari emessi.
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  38. Se forti sono da intendere "quelli in buona salute" si ci rientra mi sa
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  39. Mi dispiace ma è una riproduzione moderna. Veniva regalata negli anni 70' dalla Perugina per reclamizzare i propri prodotti dolciari: http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/falsi/CarrarmatoPerugina/carrarmato.html Se clicci "i dettagli delle singole monete" troverai la tua. Se vuoi vedere una moneta originale, un didramma romano-campano in argento: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/24
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  40. se vedi la pittura spagnola del "siglo de oro", è piena di immagini anche sacre con licenze artistiche come questa. vedi tutto Velasquez, per esempio. Io propenderei per un tocco personale di Zurbaran (che aveva peraltro anche dipinto immacolate con la luna "giusta"). A mio parere allora c'erano ancora delle libertà interpretative che sarebbero poi state impedite, o meglio "regolamentate" dalla chiesa.
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  41. Aggiungo una sola cosa: Johann Ernst nacque è vero Graz, ma la sua famiglia era originaria della Val di Non in Trentino. Suo nonno Giovanni Cipriano (1569-1630) si era trasferito nel 1629 in Boemia per amministrare i nuovi possedimenti assegnati al fratello Cristoforo Simone (1582-1635) dopo la ricattolicizzazione oppure acquistati. Cipriano portò con sé il figlio Giovanni Sigismondo (1594-1646) che fu padre di due principi arcivescovi di Salisburgo, i cardinali Guidobald (1616-1668) e appunto Johann Ernst (1643-1709). Se a qualcuno interessa il tema del protagonismo della nobiltà cattolica trentino-tirolese in Boemia ai tempi della guerra dei trent'anni segnalo un mio saggio http://www.academia.edu/951185/_Desidera_solo_l_accrescimento_e_l_honore_della_familia_._Cristoforo_Simone_Thun-Hohenstein_un_percorso_biografico
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  42. Anche dell'altra. ..
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  43. E le ha tuttora. :good: Una delle tante eccezionalità dell'araldica ecclesiastica consiste infatti nel diritto, da parte dell'arcivescovado salisburghese, di timbrare i propri stemmi col cappello di colore rosso, normalmente riservato ai cardinali. Lo dimostra questo spicciolo cartaceo da 20 heller del 1920: Circa il numero delle nappe, a fine Seicento ancora vigeva la più ampia libertà (o vogliamo definirla "arbitrio"?). :rofl: Solo nel 1832 un decreto vaticano intervenne a stabilirne le quantità. Agli arcivescovi si fissò il numero in dieci nappe per ogni lato. Ma, come vedi su questo notgeld, di fatto la più ampia libertà rimase in vigore...
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  44. @@volesonensis le monete dici che sono piccole.... se poi ci mostri solo le dita della tua mano, non si riuscirà certamente a darti una risposta concreta. Cerca di fare foto ritagliando cio' che non interessa e apri una discussione per ogni moneta , possibilmente con immagini a fuoco.
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  45. Anche Plauto mi sembra degno di essere rappresentato sul 2 euro italiano... basti vedere quanto è stato importante nell'ambito della commediografia, del genere della palliata, etc... molto meglio lui che una mucca (non me ne vogliano i Lettoni, ma una mucca no, pure già coniata nei loro 2 lats).
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  46. Interessanti questioni. Insomma, io sono d'accordo con Numizmo, è una trovata per incrementare i profitti avendo un ottimo margine di guadagno su monete che altresì verrebbero vendute a 5 euro. Una banalità come Colosseum Hoard, attira ciurme di affaristi e collezionisti privi di buonsenso. Abitiamo in italia, sappiamo come funziona, di conseguenza appare per quello che è: un ottima trovata pubblicitaria. Giusta la segnalazione, ma a questo punto fermiamoci qui, il meccanismo del terrore porta solo a processi sommari per intenderci. Vorrei farvi una domanda...avete mai visto una moneta proveniente da asta internazionale ritirata perchè proveniente da scavo illecito? (vi parlo da ignorante, perchè proprio non lo so). Più passa il tempo e più rimango perplesso sulla leggitimità o meno di una moneta, compro sempre in buona fede, ma posso essere sicuro al 100% che sia legale? Purtroppo ritengo che le leggi italiane siano molto da perfezionare, magari sperando in una copia delle stesse inglesi, per non vedere centinaia di monete sequestrate chiuse in sacchi dentro a musei a inpolverarsi o disintegrarsi per colpa dell'umidità. Ok, sono pronto alla fucilazione! :rofl: e scusate il mio piccolo sfogo.
    1 punto
  47. Intanto la prima è arrivata su ebay: http://www.ebay.it/itm/Sesterzio-di-Traiano-riproduzione-copia-moneta-/291649569774?hash=item43e7ab43ee:g:rtAAAOSw1S9WgN16 Poi sono d'accordo con Sandokan a riguardo della pubblicità "controversa": è vero che si dichiara più volte che si tratta di riproduzioni, ma di pregio; poi si descrive il tutto come "ricca collezione numismatica", "raccolta di pregio", "una collezione esclusiva"!!! Come ha ben mostrato Apollonia il pregio non c'è proprio, e comunque la scatolina della prima copia è corredata da una bella etichettina "Made in China". Finisco facendo due conti: le uscite vengono a costare in totale € 236,60 più eventualmente tre plateau e il cofanetto porta-plateau. Voi cosa ci comprereste con questa cifra?
    1 punto
  48. Parto con un esempio numismatico, tanto per capirci meglio, visto che ci intendiamo più di monete che di archeologia. Se esce fuori un denario di Bruto con le idi di marzo, che so, in Italia, piuttosto che in Francia o Gran Bretagna (da quel che abbiamo letto nella discussione apposita, sembrerebbe che sia successo) a chi appartiene? Alla Grecia che, come sappiamo, ne rivendica il possesso sulla base del supposto luogo di produzione in territorio greco e che la maggior parte degli esemplari sembrerebbe provenire da lì? Oppure ad una delle altre nazioni, sulla base del luogo di ritrovamento? Oppure al rinvenitore (in Inghilterra è possibile)? Oppure, in senso lato all'umanità intera, della cui cultura l'oggetto è parte? Chiaro che l'atleta è oggetto unico e grandemente più importante di uno ripetitivo come una moneta, anche se questa è un documento di uno degli eventi più drammatici della storia occidentale, ma l'esempio non mi pare del tutto fuori luogo. Allora la statua appartiene in primis all'Italia, come luogo di rinvenimento, ma anche idealmente alla Grecia, come ambito di produzione, ma non apparterra' in fondo a tutti coloro la cui cultura si è nutrita e si è formata da quella greca e romana? Aggiungo un'eresia, ma appartiene un po' anche al Getty Museum, che l'ha acquistato in asta pubblica e ci ha messo bei soldoni. Non pensate che voglia avallare comportamenti scorretti o fuorilegge, ci mancherebbe. Solo che la materia è davvero complicata. Per simili opere mi sembra fondamentale considerare anche tutela ed esposizione. Su questo poco potremmo imputare al museo statunitense. Che si fa allora? Come detto, si potrebbe, una volta riconosciuta la proprietà al paese dove è stata ritrovata (dura lex, sed lex), lasciarla dov'è e compensare adeguatamente il proprietario con un canone consono, da reinvestire nei beni culturali. So di aver scritto diverse eresie per i puristi, che avrebbero ragione a criticare il mio post, ma è difficile mettere d'accordo il diritto con lo status quo. Convenite anche voi?
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  49. Praticamente dice che io sono andato sulla moneta di Verdi: <<quello alla sua sinistra di verso>> .... Boh, ma io da casa mia non mi sono mosso in questi giorni... :blink:
    1 punto
  50. Anche per me stiamo intrno al BB, però il D/ sembrerebbe essere migliore.
    1 punto
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