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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/17/15 in tutte le aree
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@@Georg La moneta sarà stata PRIMA lavata TUTTA (e che io sappia di solito si fa per immersione nel liquido apposito.) e DOPO sarà stata messa a riposare ed evidentemente lasciata più tempo su UNA FACCIA che avrà reagito quindi DI PIU' con il materiale dei vassoi di floccato/velluto/quello che è. (Di solito con il floccato essendo materiale chimico più o meno di buona qualità la reazione può essere più o meno accesa) Ecco spiegata forse la differenza di colorazione tra le due facce che diceva @@Il*Numismatico. Dal vivo questo tipo di colore "elettrico", "fluo", "cangiante" definiamolo come volete è mediamente parecchio evidente in quanto risulta molto diverso dal rosso rame naturale. E comunque, mio modesto consiglio, prendetele delle monetine ROTTAME nel ramo che collezionate (e quelle del Regno sono ottime perchè coprono quasi tutti i metalli e se ne trovano a palate) e divertitevi a fare queste prove chimico/fisiche di spatinamento, lucidamento, succo di limone, sidol, carta vetrata, dentrifricio,corrente elettrica, etc etc etc... E' tutta sana cultura che vi porterà poi ad individuarle subito nel caso ve le vogliano proporre sotto altra definizione. Saluti Simone5 punti
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Definire questo come "restauro", qualunque sia la metodologia usata per raggiungere quel risultato, e chiamare " Commerciante numismatico" chi l'ha voluta far realizzare per poi metterla in vendita nelle condizioni attuali, non mi pare il caso. Io li definirei, più correttamente, una falsificazione e un truffatore.4 punti
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DE GREGE EPICURI Il Centro Culturale Numismatico Milanese organizza per martedì 2 febbraio ore 20.45 in sede (Milano,via Terraggio 1) un incontro sul tema: "La storia delle Esposizioni Universali fino a EXPO 2015, attraverso alcune fra le principali coniazioni". Ce ne parlerà Alex Ricchebuono, che è stato Presidente del comitato promotore della coniazione ufficiale di EXPO 2015. Si comincerà con la storia delle grandi esposizioni ottocentesche: Londra 1851, Parigi 1855, Parigi 1867...e via via fino alla prima guerra mondiale, che sconvolse quella serie regolare ed intensa di manifestazioni. Le medaglie ottocentesche erano e sono piene di fascino: l'Ottocento, con quel suo particolare cosmopolitismo, con l'inizio della civiltà industriale e l'ottimismo per il "progresso", ha lasciato un segno indelebile. Ma non tutte le esposizioni sono definibili "universali": ci sono le internazionali, le mondiali, le continentali...venite e sentirete. E vedrete anche, perchè non mancherà una bella serie di medaglie, dall'Ottocentoad oggi.3 punti
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In questo caso sono stati abbastanza avventati nel rilavorare una moneta pubblicata online e venduta pochi anni prima in un asta importante, lasciando aperta la possibilità di confronto fotografico diretto. Voi dite che se la seconda casa d'aste non si fosse accorta della cosa tanto da togliere la moneta, l'esemplare rimodellato non sarebbe stato venduto? Io non credo...magari non si sarebbero scannati, ma una o due offertine vicino alla base per me arrivavano. Cosa sarebbe successo se avessero preso come base una moneta non pubblicata comprandola da un commerciante, un negozio online o una delle tante aste anche italiane il cui catalogo rimane online solo il tempo dell'asta e il mese successivo per poi essere rimosso dall'etere? Quante case d'asta ancora negano di contribuire ai data base online come acsearch e coinarchives con le monete delle loro aste? E' chiaro che meno informazioni e foto girano piu' questo tipo di operazioni ne risultano facilitate.3 punti
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buongiorno a tutti.....ecco 4 minutini.....4 di quelle piccole opere da classificare.......legatti con la stessa catena.3 punti
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Carissim* mi permetto di dire anche io la mia e fare alcune osservazioni, sebbene non sia stata chiamata direttamente in causa: spero che me lo consentirete, perché quando si tratta di area tirrenica e/o di monetuzze difficili da leggere, non riesco ad astenermi :D. Purtroppo sulla base di queste immagini - molte grazie per averle cercate, postate e condivise ! - a causa della pulizia non ottimale del tondello, della poca luce e della bustina con tanto di riflesso, si può chiarire assai poco. Direi però che "a naso" non sembra una moneta falsa (nel senso di falso realizzato in tempi relativamente recenti) e che però le poche cose che si possono leggere soprattutto sul lato croce poco concordano con il disegno postato sopra. Anzitutto come notato da @@dizzeta in legenda su quel lato compare una "e" assente nella "trascrizione" sul disegno. Prima di questa lettera francamente non penso vi si possa però leggere una I, ma una sorta di R oppure una "n". Dopo segue la crocetta. Nel resto della legenda a parte una "n" o "m" vedo poco altro di distinguibile. Se è giusta la posizione della crocetta che deve stare quindi in alto ad ore 12, nei quarti della croce oltre alle due rosette forse c'è una "d" o una "g" gotica (ma non coricata, cosa che mi pare poco probabile...) e una "u" gotica minuscola (a meno che non sia una "n" capovolta) e non una R e tantomeno una K o ancora una C. Sul lato aquila ammiro il buon dz che è riuscito a leggerci quelle lettere, che onestamente io non ci vedo, come non riesco ad enuclearvele tante altre, oltre ad una "S" dopo la crocetta di inizio legenda e forse due punti finali prima della crocetta stessa...sarà la mia stanchezza attuale e sarò molto felice di ricredermi sulla base di foto migliori. Infine questa moneta non è d'argento, ma come mi pare avesse detto già @@Fra Landi che forse aveva potuto visionare questo esemplare (la sua descrizione mi pare che corrisponda), è un denaro in mistura assai bassa. Quindi caro @@dabbene direi che una moneta c'è, ma molto probabilmente con sono scritte sopra cose differenti da quelle intraviste e riportate sul disegno, come era facile ipotizzare. Chiaramente l'unico modo per poter dire qualcosa di più sensato sarebbe avere immagini migliori, oltre che almeno i dati ponderali del pezzo fuori bustina. In attesa di vostri ulteriori osservazioni e commenti in merito, un saluto cordiale MB P.S. @@adamaney, per te ha niente di familiare?3 punti
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Riprendo questa discussione di@@scheo per postare il mio triaro del Pisano anno 1734 in condizioni MB/BB Come si può notare al R/ la moneta è decentrata e presenta una consunzione importante, invece al D/ anche se con doppio colpo si presenta molto gradevole. Il peso è di gr. 1,18 e se anche viene definita nei cataloghi comune il millesimo 1734 è di difficile ritrovamento a differenza dei 10 e 15 soldi.3 punti
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Appena entrato in collezione...peso 24,89 grammi...anche i falsi d'epoca hanno la loro storia2 punti
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per poche decine di euro, ormai, si possono acquistare microscopi USB davvero utili per noi numismatici. semplici da usare, con una buona risoluzione, alcuni arrivano anche ad ingrandimenti 500X (forse eccessivi per una moneta ma utili e divertenti per altri usi, devo provarli su qualche testo antico). Una accortezza, gentilmente suggeritami dal buon @@ak72, conviene abbassare la luce dei led e sfruttare il più possibile la luce naturale radente, specie per l'argento che notoriamente "spara". Mio primo tentativo: minuscolo soldino del Tron con barba (come scala, il lato dei quadratini bianchi è di un decimo di millimetro), che qualcuno di voi conosce di persona ;) ciao a tutti2 punti
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Cari Amici Scusate se intervengo ma vorrei precisare tre cose: 1. Non possiedo più alcuna moneta. Ho venduto tutta la mia collezione; 2. Non sono affatto un esperto, anzi sono abbastanza ignorante; 3. Credo comunque - in termini generali - che non sia sufficiente possedere monete importanti per potersi definire autorevoli. Ci sono fior di conoscitori della numismatica che non sono collezionisti. In ogni caso non prendetevela...W la libertà di pensiero! ?2 punti
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Buona serata Stemma veramente "strano", soprattutto per la commistione tra la corona ed il corno dogale. Certamente inusitato, dal momento che il corno dogale era bastante a rappresentare l'autorità del doge (ed anche dei familiari che, spesso, anche a Doge passato a "miglior vita" lo inserivano nel loro blasone perché si intendesse che in quella famiglia c'era stato un Doge). Certamente qualche "istruzione all'uso" ce la potrà dare @@Corbiniano .. :pardon: La rappresentazione della corona, a Venezia, era sempre insita nel corno dogale quando, in talune versioni, ne costituiva la base; era però un cerchio d'oro con perle e pietre preziose; oppure nella "Zoja", cioè il corno dogale che si usava il giorno dell'incoronazione e che poteva essere più simile alla forma di una corona, ma sempre parte del "corno". Le vere corone, nella foggia tipica, le troviamo solo a rappresentazione dei 3 regni di: Cipro, Candia e Morea, possedimenti veneziani e che sono anche rappresentati dai tre pili rossi, posti davanti a San Marco e sui quali garrivano gli stendardi della repubblica. saluti luciano2 punti
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La forma ed il rilievo della prima foto mi ha fatto pensare ad un hexas di Selinos con testa di Sileno imberbe (foto 2) C'è anche l'hexas con testa di sileno barbata (foto 1) Ma non ci siamo nè col rovescio nè col peso. Io lo considererei un pezzo di aes rude informe e scalpellato.2 punti
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Moh. Io intanto le conservo esattamente come conservo monete importanti per i più... Queste per i più non lo sono, ma per me si :)2 punti
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Questo è un picciolo di Sisto IV (1481-1484) per la zecca di Ancona. Peso gr. 0,38 - diam. mm. 12,82 Biaggi 58 - Muntoni 43 (?)2 punti
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ehi...ma così sembra qFDC :blum: ahahahah complimenti :good: @@bizerba62 non lo conosco,ma credo che Marco91 sia un ragazzo con una grande passione per le monete.E' normalissimo soprattutto da giovani cercare l'approvazione e l'appoggio di persone più grandi e competenti,vien da sè che postare quello che si considera l'ultimo gioiello acquistato e vederlo sminuire con frasi sarcastiche e stime spietate(immotivate sulla base di foto)causa disappunto. Sono sicuro che Marco ha già capito quanto sia difficile far rendere il vero aspetto di una moneta in foto.Giustamente il corretto @@nando12 ha equiparato le due monete,perchè sa bene che ingrandendo e sparando luce,anche sulla sua moneta apparirebbero una miriade di segni e sarebbe molto difficile apprezzare il lustro ed i fondi. Quindi chi è in buona fede?Chi conscio della propria inesperienza cerca speranzoso conferma della qualità del proprio pezzo,oppure chi in modo immotivato cerca,seppur con fare falsamente modesto di alzare i toni?2 punti
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Ciao @@Ross14 , condivido , la conservazione in gradi dovrebbe riguardare solamente le monete correnti , parlando delle metalliche , o al massimo quelle degli ultimi uno o due secoli , non ha senso dare una conservazione alle monete piu' antiche e in particolare a quelle arcaiche romane o greche , se non per fini puramente estetici e commerciali , la Storia non si misura in "gradi" , ma in avvenimenti .2 punti
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Anch'io sarei Davide vedendola così per la fusione, poi l'affermazione del Crippa conforterebbe questa ipotesi, mi piacerebbe vederla quando capita comunque....è indubbiamente un pezzo interessante e hai fatto bene a prenderlo, si riferisce a un progetto di una monetazione di Ludovico importante perché innovativo con l'inserimento della data , al materiale il rame e alle iniziali in campo L V....2 punti
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Grazie per il tuo intervento e complimenti per aver evidenziato le parti più interessanti della leggenda e delle lettere, dalla sottolineatura rossa si vede bene che comunque la struttura della moneta ricalca molto bene quella che lo Spano descrisse, vi sono comunque delle incongruenze con quella descritta dallo Spano, prima cosa il materiale che lui indica argento, invece questa è evidentemente in mistura, poi la disposizione delle lettere nei quarti della croce opposte al disegno Spano ed infine alcune lettere della leggenda, ma tutto cio potrebbe far credere che questa potesse far parte di una sorta di sottomultiplo della moneta catalogata dollo Spano e non la sua copia identica, magari coniata durante i due anni di assedio del Castello di Monteleone. poi comunque imperizia dello zecchiere, fretta ed usura hanno fatto il loro lavoro e nel tempo ci si è presentata questa moneta.2 punti
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Un vero e proprio figlio della Venezia decadente, come il suo blasone. Eletto il 17 gennaio 1735, andò subito ad abitare a Palazzo Ducale portandosi dietro tutta la famiglia. Le feste per la sua elezione furono fastose e furono composti numerosi sonetti in suo onore. L'unica cosa notevole di Venezia, in quel periodo di decadenza, secondo alcuni cronisti, era il carnevale. In compenso, oltre a ciò, vi era anche un'ampia libertà d'espressione (naturalmente paragonandola secondo gli standard dell'epoca). Pisani trascorse spensierato quegli anni di governo; invecchiando si peggiorarono le sue condizioni di salute. A partire dal 1736, grazie all'introduzione di nuovi tipi di navi, dette navi "atte", con equipaggio ridotto e molti cannoni come difesa, l'economia migliorò decisamente dopo le dure crisi del 1733 e 1734. Nel maggio 1741 si decise di dargli qualche mese di riposo in una villa in terraferma e, proprio mentre il doge stava per salire in gondola per allontanarsi, si sentì male e dovette esser riportato a palazzo. Morì il 17 giugno 1741.2 punti
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Smuoviamo un po' la discussione :) Monetina grande quanto un cent di euro, ma più leggera poiché in alluminio/bronzo, al cambio è equivalente a quasi mezzo eurocent. I piccolissimi dettagli sono ben nitidi. ______________ 1974 Marocco 1974 - 1394 ____ ١٣٩٤ 5 Santimat (0,05 Dirham)2 punti
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vorrei dare delle risposte alle domande sopra elencate: 1) Molto probabilmente si questo dovrebbe essere il secondo esemplare conosciuto della moneta, o per meglio dire questo è l'unico conosciuto, perchè di quella dello Spano non si sono mai viste foto e non si conosce la destinazione. La forma è diversa da quella che lo Spano disegna, ma è anche vero che la sua è catalogata come argento, mentre questa è palesemenete in mistura, quindi vi è la possibiltà che le tipologie di monete siano due e che Nicolò Doria abbia coniato diversi tagli in diversi materiali, sia che fossero monete ossidionali o che fossero monete per una circolazione in ambito interno ai suoi possedimenti. Non dimentichiamo che Nicolò emano anche delle Leggi Doganali per il porto di Castelgenovese e che quindi si ritenesse a tutti gli effetti un autorità Statale nei suoi possedimenti. 2) Quella dello Spano non proveniva dal sottosuolo, ma fu rinvenuta come da Lui scritto durante l'abbattimento di un vecchio edificio, come fu per il primo ritrovamento delle monete di guglielmo di Narbona ad Orgosolo, quindi la moneta dello Spano non proviene da uno scavo ma è frutto di un ripostiglio anche se minimo (questo non è dato saperlo) rinvenuto nel villaggio di Monteleone (attuale Monteleone Rocca Doria), magari anche questa faceva parte del ripostigio o chi sa magari è stata rinvenuta in altra località, questo non si sà. 3) Si la moneta non è propio di stile raffinato, anche se sono presenti molti dettagli, quindi potrebbe anche essere frutto di un momento di particolare necessita e che quindi la fretta nel realizzare i coni abbia fatto si che non si prestasse molta cura all'aspetto, ma non si puo scartare anche l'ipotesi che fossero monete locali e che quindi non avessero bisogno di troppa cura nell'aspetto generale. 4) Questo è uno dei punti più controversi e difficili, infatti anche lo Spano fece diverse ipotesi sulle lettere impresse, il mio personale parere da quello che posso vedere nella moneta è che mi paiono la lettera N e una G, ma se si prendesse la G per C si potrebbe ipotizzare un (CUNTE NICOLAUS), ovviamente tutte ipotesi che si trascinano dalla prima scoperta e che non sono comunque di facile risposta. 5) L'ipotesi che lo Spano abbia ritenuto tale moneta un falso e che si sia disfatto della stessa e non l'abbia mai consegnata al Museo di Cagliari con il resto della sua collezione è apparsa per la prima volta nel libro di Mariano Sollai "Monete Coniate in Sardegna (1289-1813)" alle pag. 385 e 386 illustra il fatto che dopo aver interpellato vari studiosi e dopo aver scritto al Museo di Cagliari per avere notizie sulla moneta gli fu data risposta negativa da tutti ed anche dal Direttore del Museo, su questo si basa la supposizione del Sollai che tale moneta fosse un falso. In realta la collezione dello Spano al Museo di Cagliari fu donata nel 1865, mentre tale moneta fu scoperta nel 1867, quindi due anni dopo la donazione al Museo di cagliari, quindi mi pare ovvio che non fosse conservata in tale luogo, forse il Sollai non confronto le date e quindi fu tratto in inganno e non avendo alcun riscontro dichiaro questa moneta un falso, dopo tale dichiarazione la moneta fu sempre stata additata da tutti come inesistente o falsa o distrutta, cosa che io non credo, infatti leggendo una brochure sulla formazione del medagliere del Museo Sanna di Sassari scritta da Francesco Guido si fa riferimento al fatto che tale gabinetto numismatico nacque con R.D. del 26 Maggio 1878 ed ebbe per atto testamentario dello Spano in dono parte della raccolta archeologica, quindi la moneta a mio avviso si potrebbe trovare tra quelle presenti nel Gabinetto Numismatico del Museo di Sassari nato nel 1878 dove confluirono sicuramente i reperti che lo Spano acquisì dal 1865 al 1878, ecco forse spiegato l'arcano del perchè la moneta non si trovasse a Cagliari, mentre chi ha potuto studiare completamente la collezione del Museo di Sassari, forse nessuno ed allora tale moneta potrebbe essere stata confusa con una Pisana e catalogata come tale e li conservata ancora oggi senza che nessuno ne abbia coscienza. Vorrei anche aggiungere un punto il fatto che tale moneta sia ritenuta essere coniata in Castel Genovese (Castesardo) è un ipotesi che non ha comunque dei risconti oggetivi se non la teoria delle lettere impresse, invece come lo stesso Spano afferma a pag 17 e 18 tale moneta si ritiene coniata in Monteleone (Monteleone Rocca Doria) durante l'assedio del Castello luogo del suo ritrovamento, oggi confutato da questo esemplare, e non in Castel Genovese o in Sassari o in altro luogo.2 punti
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A mio avviso è una fusione la superficie soprattutto al D mi sembra inequivocabile. In ogni caso un pezzo interessante.2 punti
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dall'immagine non sembrerebbe piombo, comunque se lo fosse, escluderei assi repubblicani........... e penserei ad un peso monetale.... in alternativa potrebbe essere una medaglia devozionale molto vecchia, ed ancora una pedina da gioco, oppure un tondello da cui ricavare palle da fucile , che venivano fuse in trincea ( se ne trovano sulle montagne risalenti alla prima guerra mondiale)2 punti
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1796 BATTAGLIA DI CASTIGLIONE E PESCHIERA Questa medaglia segna l'inizio della seconda fase della campagna d'Italia. D/ BATAILLE DE CASTIGLIONE - COMBAT DE PESCHIERA Un guerriero lotta contro due nemici, uno già abbattuto e sta per abbattere l'altro. R/ A' L'ARME'E D'ITALIE - LOI DU 27 . THERMIDOR / AN . 4 REP Bronzo, mm. 43,2 - Autore CARLO LAVY RIF. A. TURRICCHIA IL VENTENNIO NAPOLEONICO IN ITALIA ATTRAVERSO LE MEDAGLIE Vol. I n. 151 punto
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Valore molto piccolo in questa conservazione, si vedono spesso nelle ciotole a 50 cent al pezzo, ma il più delle volte rimangono dove sono... Potremmo paragonarli ai nostri 5 e 10 cent molto usurati della seconda metà dell'800, valore quasi inesistente1 punto
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@@tequila.2, 0,2 stiamo parlando del niente ma, comunque ci vorrebbe una foto,1 punto
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@@Georg penso che per rosso elettrico si intenda la zona dove c'è il 5. Per quanto riguarda il lavaggio sicuramente si parla di entrambe le facce. Magari poi al dritto la moneta é stata più esposta. @@Il*Numismatico ma un lavaggio su monete di rame non tende a rendere più"spenta" di colorazione la moneta?1 punto
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@@elledi grazie :) senz'altro vero,però mi sembra anche molto elaborato recuperare conio e punzone per battere quanti pezzi??E se fù un riconio postumo,non dava molto più nell'occhio movimentare il materiale quando lo scudo era già fuori produzione? Intanto credo sia oppurtuno appurare se l'impronta è veramente originale,quindi appena possibile porterò la moneta in visione ad un perito.Strano che se fosse un riconio non ne sia spuntato nessun'altro(almeno a quanto ne sappiamo),vediamo se qualcuno ha una tesi diversa :)1 punto
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Sono i "Control Marks" dei simboli o numerali che furono utilizzati per contraddistinguere i diversi conii. In questo caso, probabilmente, si potrebbe parlare del quattordicesimo conio di rovescio.1 punto
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@@Il*Numismatico esattamente hai centrato il mio problema, quella di @@sulinus mi piace di più come tonalità. Grazie cmq ha tutti per i consigli1 punto
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In passato neanche esistevano i produttori di "contenitori" di monete, i collezionisti si affidavano a falegnami per mobili, monetieri ecc. Anche nei musei è tutto costruito artigianalmente, non ho mai letto marchi di ditte produttrici. invece capita spesso che monete custodite in bustine di ditte si rovinino, e secondo il tuo ragionamento questo non sarebbe possibile perché è materiale "fatto" a posta per la conservazione. Secondo me, più che alle "scatole" dove hanno poggiato le monete, devono stare attenti alle bustine che le racchiudono. Tutto sta a non usare colle e vernici aggressive per attaccare il velluto o pitturare il legno.1 punto
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Ciao,Il tuo "modesto parere" non puó essere che condiviso pienamente. Almeno da me. Ciao Illyricum ;)1 punto
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Trairo, fabry, non triaro! :) il termine viene da "dreier", terzo in tedesco. Giacomo, sì, alla fine ce l'ho fatta. Mi sono svenato ma soprattutto le Salvatori mica si trovano così facilmente, nemmeno in B. Per quest'anno basta così. Comunque il bello di questa discussione è che non ci sono limiti temporali, si vedono leoni di ogni tipo e periodo, come il tuo sontuoso 3 centesimi di Fabris1 punto
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@papalcoins usi l'ombrello , meglio il sole che la pioggia di cacca ;) @marco91 sono io che non capisco del perché per un commento , si è generato questo putiferio , nonostante abbia motivato la mia opinione . Vede , a me di cosa il signor min_ver abbia , poco me ne frega , ne girano così tanti di ori , in proposito , lei giudica l'autorevolezza o la qualità dell'utente dagli ori che ha ,? , e quindi se io avessi il 50 lire del 1864 sarei nella ragione ? , faccia una cosa , la tolga dalla busta ed al prossimo convegno se la faccia richiudere da un altro perito , vuole scommettere che le dirà che non è fdc ? , e sa perché ? , perché il fdc ha una sola caratteristica : tanto lustro . Le monete mio caro @marco91 vanno guardate al pelo della luce e con la luce corretta , altrimenti tutto è fdc e niente è fdc . Le aggiungo , che , questa monetazione portava intrinsecamente dei difetti , a causa delle piccole dimensioni per l'elevata pressione in gioco . Non è quindi inusuale trovarne con "varianti" . @bizerba62 grazie molte , ha colpito appieno il cuore della discussione .1 punto
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Ciao @@Legio II Italica, Me lo sono sempre domandato anch'io... Infatti svariate pubblicazioni affermano che le monete prodotte in certo periodo rimanevano in circolazione per moltissimi anni, se non secoli, dove peso e percentuali di fino delle nuove emissioni erano invece completamente differenti. Anche considerando solo il periodo imperiale, a meno di un sistema quasi completamente fiduciario, un denario di Augusto (3,89g - 97% di fino) dubito potesse essere scambiato alla pari con uno di Settimio Severo (2,95g - 58% di fino). Gli assi repubblicani post 211 potrebbero invece essere stati scambiati alla pari con quelli della riforma augustea (forse per il rame, a differenza di argento ed oro, un utilizzo fiduciario poteva essere accettato di buon grado). Probabilmente per questo motivo Augusto aveva deciso di mantenere le stesse denominazioni repubblicane pur stravolgendole in molti casi: il sesterzio in oricalco sarebbe stato posto alla pari del sesterzio in argento repubblicano e l'asse repubblicano al nuovo asse più leggero. Il denario rimaneva al contrario più o meno lo stesso. Pur avendo pesi simili, ritengo invece improbabile uno scambio alla pari tra asse repubblicano e sesterzio, poiché l'oricalco era considerato con un valore di circa 2 volte quello del rame (anche dal punto di vista psicologico, il colore dorato avrà sicuramente sortito un certo effetto). Quelle che ho scritto sono solo mie supposizioni: vedrò se riuscirò a trovare informazioni su qualche testo.1 punto
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Quanto discusso in questo topic era stato in parte già affrontato nelle seguenti due discussioni: http://www.lamoneta.it/topic/106564-denario-di-giulio-cesare-vitulus/?hl=vitulus http://www.lamoneta.it/topic/82124-giulio-cesare/?hl=vitulus#entry891037 comunque concordo con quanto detto da Vitellio, Mirko e Cliff. Inoltre potrei postare la foto di un restauro, con aggiunta di metallo (in questo caso argento), per copire un graffio. L' intervento non lascia nessun segno, anche osservandolo con un microscopio. Ciaoo1 punto
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Ciao È un doppio bagattino con la testa di San Marco, coniato sotto il dogato di Nicolò da Ponte.1 punto
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Le figure "grossolane" e alcune lettere in leggenda confermano il falso e per il tipo è molto probabile ad un Falso d'Epoca e se cosi è confermato ritengo sia un pezzo interessante da studiare,magari a chi ha già fatto degli studi in merito a questi Stupendi "lingotti" d'argento una sorte di antenati dell'euro, in scala maggiore visto che erano usati in tutto il Mondo commerciale, dal XV° al XVII° secolo più o meno.1 punto
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Ecco il rovescio, questa moneta ha la particolarità di avere gli assi alla tedesca invece che alla francese, sappiamo tutti che sono cose normali, ma per questo nominale con questa data e con la firma sotto il busto del re è sempre alla francese. @@gabrimen1 punto
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Comincio anche io a partecipare a questa bella iniziativa con una moneta di inizio periodo (la prima meta' del 1500) che non fa parte delle mie amate savoia, ma che e' legata a loro per storia e territorio. Si tratta di un Grosso di Gabriele di Saluzzo ultimo marchese di questo territorio. Gabriele di Saluzzo (del Vasto sarebbe il nome della dinastia) era il quinto figlio del marchese Ludovico II di Saluzzo e di Margherita di Foix, fu avviato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica sino alla morte del fratello Francesco nel 1537. Questo e' un periodo tragico per questo piccolo territorio indebolito dalle recenti lotte interne e dalle pressioni esercitate dalle due potenze vine, Francia e Savoia, che ne volevano da sempre l'annessione. La Francia riesce pero' a prendere,poco per volta, il controllo del territorio e nel 1548 fa incarcerare Gabriele a Pinerolo accusandolo di accordi segreti con l'Impero. Fatto in seguito liberare il marchese viene avvelenato e muore il 29 luglio 1549. Senza eredi legittimi il territorio viene quindi annesso al Delfinato dal re Enrico II finendo cosi' il lungo periodo di indipendenza. Rimarra' territorio francese sino al 1601 quando, con il trattato di Lione, Carlo Emanuele I cedette ad Enrico IV diversi territori d'oltralpe in cambio dei territori dell'ex marchesato di Saluzzo. Questa fu una delle ultime monete coniate nella zecca di Carmagnola, che chiuse definitivamente nel 1546. A nome di Gabriele furono battute cinque tipologie: 10 scudi d'oro Il Cornuto Il Grosso Il quarto Il Forte Probabilmente la tiratura non fu elevata visto la difficolta' di reperire queste monete (il forte e' l'unica che si trova piu' facilmente) ed i grossi e i cornuti quando si vedono hanno normalmente delle contromarche che indicano che le monete oramai fuori corso (vista la scomparsa dell'autorita' che le aveva emesse) hanno circolato anche dopo la fine del marchesato.1 punto
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@@marco91, io del Krause mi fido sempre al 50% mentre per il restante 50% miro sempre ad altre ricerche.1 punto
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