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  1. Alex0901

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/11/15 in tutte le aree

  1. Per gli appassionati di emissioni medievali del Senato Romano: I provisini di Carlo I d’Angiò Academia.edu: manoscritto per un aggiornamento della versione editoriale pubblicata in Panorama Numismatico n. 312, Dicembre 2015. https://www.academia.edu/19596666/UN_DENARO_PROVISINO_REGALE_FRA_LA_MONETAZIONE_SENATORIALE_ROM E’ una tipologia di monete “poco” conosciuta. Spero rappresenti un bel regalino di Natale per collezionisti e non solo. Cari saluti a tutti Adolfo
    7 punti
  2. Ho trovato. Quale parola principale? La più bella della sez. monete moderne 2015 il più bello Per me Gonzaga-fenomeno delle dinastie rinascimentali che nelle arte numismatica e medaglistica incarnarono quel GENIUS LOCI. Il Rinascimento, al contrario, una meravigliosa infermita, una divina mostruosita che vezzeggiamo malgrado ci divori. Anatole France
    7 punti
  3. Ed ecco che, dopo essermi rifatto la vista con tutte le meraviglie postate (provando anche una leggerissima punta di invidia...), adesso ve ne mostro una anche io, acquisto recentissimo di cui vado estremamente fiero: trattasi di una meravigliosa oncia in oro di Carlo di Borbone del 1750. Essa, coniata dalla Zecca di Palermo nel 1750, raffigura al dritto il volto del sovrano, mentre al verso è incisa l’immagine dell’Araba Fenice che brucia sul rogo ad ali spiegate. Prima di trattare nel dettaglio questo frammento di storia pervenuto sino a noi, definiamo meglio colui che spicca, con i suoi riccioli e il suo pronunciato e prominente nasone, sul dritto di questo esemplare: egli di fatto è il primo Re della dinastia Borbonica dopo anni di dominazioni straniere e proprio per rimarcare ulteriormente la discontinuità con gli Angioini utilizza ufficialmente il nome Carlo e non Carlo VII, nominale previsto dall'investitura papale. Occorre però effettuare una precisazione: nonostante si è soliti considerare Carlo il primo Re di Napoli e di Sicilia della dinastia borbonica,e ed in effetti egli è sicuramente il grande restauratore del Regno, in realtà il primo sovrano della dinastia a regnare nel Meridione italiano fu suo padre Filippo V nel momento in cui assurse al Trono di Madrid nel 1700. Inutile ripeterlo, innumerevoli sono le innovazioni sociali, culturali ed anche religiose da lui apportate nel corso del suo regno tra il 1734 (anno in cui venne accolto, osannato ed acclamato come sovrano illuminato tra il popolo festante) e il 1759 (anno in cui assunse il trono del re di Spagna sotto il nome di Carlo III per lasciare tutto il Sud Italia nelle mani del futuro Ferdinando IV di Napoli, I delle due Sicilie e III di Sicilia, figlio avuto il 12 gennaio 1751 da Maria Amalia di Sassonia). Morì a Madrid il 14 Dicembre 1788 tra gli onori ed il rispetto del popolo Spagnolo, praticamente tra 3 giorni ricorre il suo 227°anniversario! :good: La moneta, coniata in oro con titolo 906,25 , pesa gr. 4,38 e misura mm. 22. Essa è del 7°tipo, ovvero coniata tra gli anni 1750-1752. Tipologia abbastanza comune, ma dal fascino irresistibile! :clapping: Campi puliti, rilievi intatti, riccioli quasi perfetti, più che discreta conservazione, almeno BB+ a mio parere... E che fondi se tenuta controluce... Peccato non risultino perfettamente dalle immagini... Spahr 74, MIR 567. DRITTO: Busto laureato volto a destra, sotto V • B CAROLVS • D • G • SIC • ET HIE • REX ROVESCIO: Fenice sulle fiamme ad ali spiegate volta a destra, sopra frammento di sole raggiante, in basso 1750, sotto le ali le sigle F N (che stanno per Francesco Notabartolo, zecchiere palermitano dell'epoca) RESV / RGIT
    5 punti
  4. Sono felice che siate felici e lo meritate, so quanto ci tenete alla vostra zecca e alla vostra identità però non dimenticatevi mai che siete parte integrante di un network/forum di numismatica e storia generalista che ha tanti ambiti, che organizza eventi come quello di Parma per i giovani, che organizza concorsi per tutti come " la moneta più bella della sezione monete moderne 2015" per il periodo 1500. -1800 e indubbiamente anche voi ci siete alla grande in tutto quello che è' Lamoneta, come minimo vale sempre il principio di reciprocità e il ricordo di far parte di una grande famiglia che raggruppa tanti e tutti....non sarà difficile tenerne conto ne sono sicuro.....
    5 punti
  5. La patina bicolore rientra nella normalità di una moneta autentica, difatti dipende anche dalla posizione della moneta nel terreno che venendo a contatto con elementi differenti, ne determinano la differenza di colore, difatti la parte scura è solo nel rovescio ed è dovuta ad elevata acidità del terreno o a contatto ferroso e ne certifica l' autenticità, se affidata a mani esperte si può migliorare un pochino ma personalmente la lascerei così perché nel suo insieme è una moneta abbastanza godibile. Saluti Babelone
    4 punti
  6. Ciao Luciano. "Eh ... ma noi siamo cultori delle monete brutte, anzi bruttissime, anche se a volte ci capitano tra le mani anche quelle belline e non ce le facciamo scappare. Eccezioni, comunque; noi siamo per le monete che hanno il fascino del "letto sfatto", quelle "vissute", quelle del popolo. Ajò ... aspettiamo la tua monetina del 2015 :pleasantry:" Beh, allora, eccola qui: :pardon: si tratta di un mezzo reale del 1771 a nome di Carlo Emanuele III per la Sardegna, con variante della legenda al rovescio "MONTISEFR" anziché "MONTISFERT". Già postato nell'apposita sezione tempo fa, lo ripropongo qui... è la mia preferita delle "sarde" del 2015 :pleasantry: M
    4 punti
  7. Bizerba, scusami, ma non sono daccordo con quello che hai scritto... Paragonare questa discussione ad un concorso di bellezza non lo trovo giusto! Dabbene ha, con la scusa del concorso, dato la possibilita' agli utenti di parlare delle nuove monete (del 2015) che hanno portato un qualcosa in piu' nella loro passione e condividerlo con tutti gli altri, dando anche la possibilita' di arricchire le conoscenze storiche e numismatiche della community... Io colleziono principalmente monete brutte :) ma ricche di storia e per questo belle ugualmente (almeno per me...) tanto da non sapere quale considerare la piu' bella (sempre per me...) e mettermi in crisi nel decidere quale postare... Condividi se puoi e vuoi... Belle o brutte sara' comunque bello vedere e leggere! ...per me questo e' "Lamoneta"....
    4 punti
  8. Comincio anche io a partecipare a questa bella iniziativa con una moneta di inizio periodo (la prima meta' del 1500) che non fa parte delle mie amate savoia, ma che e' legata a loro per storia e territorio. Si tratta di un Grosso di Gabriele di Saluzzo ultimo marchese di questo territorio. Gabriele di Saluzzo (del Vasto sarebbe il nome della dinastia) era il quinto figlio del marchese Ludovico II di Saluzzo e di Margherita di Foix, fu avviato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica sino alla morte del fratello Francesco nel 1537. Questo e' un periodo tragico per questo piccolo territorio indebolito dalle recenti lotte interne e dalle pressioni esercitate dalle due potenze vine, Francia e Savoia, che ne volevano da sempre l'annessione. La Francia riesce pero' a prendere,poco per volta, il controllo del territorio e nel 1548 fa incarcerare Gabriele a Pinerolo accusandolo di accordi segreti con l'Impero. Fatto in seguito liberare il marchese viene avvelenato e muore il 29 luglio 1549. Senza eredi legittimi il territorio viene quindi annesso al Delfinato dal re Enrico II finendo cosi' il lungo periodo di indipendenza. Rimarra' territorio francese sino al 1601 quando, con il trattato di Lione, Carlo Emanuele I cedette ad Enrico IV diversi territori d'oltralpe in cambio dei territori dell'ex marchesato di Saluzzo. Questa fu una delle ultime monete coniate nella zecca di Carmagnola, che chiuse definitivamente nel 1546. A nome di Gabriele furono battute cinque tipologie: 10 scudi d'oro Il Cornuto Il Grosso Il quarto Il Forte Probabilmente la tiratura non fu elevata visto la difficolta' di reperire queste monete (il forte e' l'unica che si trova piu' facilmente) ed i grossi e i cornuti quando si vedono hanno normalmente delle contromarche che indicano che le monete oramai fuori corso (vista la scomparsa dell'autorita' che le aveva emesse) hanno circolato anche dopo la fine del marchesato.
    4 punti
  9. Cosimo de' Medici, noto come Cosimo III (Firenze, 14 agosto 1642 – Firenze, 31 ottobre 1723), fu il penultimo Granduca di Toscana appartenente alla dinastia dei Medici. Regnò per 53 anni, dal 1670 al 1723. Il suo regno, il più lungo nella storia della Toscana, fu caratterizzato da un forte declino politico ed economico, punteggiato dalle campagne persecutorie nei confronti degli ebrei e verso chiunque non si conformasse alla rigida morale cattolica. Sposò per procura, il 17 aprile 1661, Margherita Luisa d'Orléans, cugina di Luigi XIV. Il suo fu considerato come uno dei matrimoni peggiori nella storia dei Medici: la forte diversità dei caratteri, infatti, portò Margherita Luisa prima a rifiutare ogni forma di convivenza con Cosimo, e poi a tornare in Francia, dove morì. La coppia, comunque, ebbe tre figli: Ferdinando nel 1663, Anna Maria Luisa nel 1667 e Gian Gastone nel 1671. Nei suoi ultimi anni Cosimo III, di fronte al rischio concreto di estinzione della propria casata, cercò di far nominare sua figlia Anna Maria Luisa come sua erede universale, ma l'imperatore Carlo VI d'Asburgo non lo permise. Alla sua morte, nel 1723, gli succedette il figlio Gian Gastone. Fiorino d'oro 1722 diametro: 22 mm peso: 3,39 gr contorno: ornato Rarità: da NC a R4 (a seconda dei testi); R nel nostro catalogo. Conservazione: qSPL (media fra i pareri ricevuti dal forum)
    3 punti
  10. 50 Schilling 1973 Austria 500th Anniversary of the Bummerl House
    3 punti
  11. 3 punti
  12. Altro ingresso... Tornese, Carlo II 1679 (9 su 8) conservazione ottima per il tipo, coniato al martello ;)
    3 punti
  13. Speriamo di essere all'altezza... :pardon: Arka
    3 punti
  14. Importanti novità per il Circolo Numismatico Partenopeo, informiamo tutti che a fine gennaio apriremo la nuova sede, un locale tutto nostro dove poter divertirci alla grande! Spero di poter postare qualche foto domani. Avremo anche una biblioteca dove poter ospitare settimanalmente chi vorrà consultare testi ed altre novità che abbiamo in cantiere, se avete anche voi proposte da fare fatevi avanti. :good:
    3 punti
  15. Buona giornata Il Serenissimo d’immortal memoria è passato da questa a miglior vita........però ne faremo un altro. :pleasantry: Nuova apertura - Vecchia gestione. saluti luciano
    3 punti
  16. Carissimi amici venetici colgo l'occasione per un ben ritrovati nella vecchia/nuova sezione Venezia. Un grande saluto ed augurio ai curatori che dovranno sopportarci nuovamente. Un abbraccio agli amici delle altre sezioni che verranno a visitarci e parteciperanno alle nostre discussioni. Bentornati a Palazzo. Fabry
    2 punti
  17. Signori, visto le condizioni della moneta la cosa più saggia sarebbe quella di analizzare ogni lettera della moneta per poi magari metterla a confronto con le altre poste su ambo i lati dell'esemplare. Per l'ennesima volta ho postato una foto, dove vorrei farvi notare il diverso stile della lettera. Prendiamo in esame la lettera che per alcuni utenti viene interpretata come C. La riscontriamo sia sul dritto che sul rovescio, però lo stile come possiamo notare è totalmente diverso. Stessa cosa per la lettera S, COMES da un lato e - VS dall'altro. Secondo voi è possibile che abbiano potuto adottare due stili così diversi in una sola moneta? A mio avviso, per via delle incrostazioni, alcune lettere possono essere state in parte confuse, mentre le ribattiture possono giustificare il carattere diverso delle lettere.
    2 punti
  18. Giovanni Gastone de' Medici, meglio noto come Gian Gastone o Giangastone (Firenze, 25 maggio 1671 – Firenze, 9 luglio 1737), fu l'ultimo Granduca di Toscana appartenente alla dinastia de' Medici. Regnò dal 1723 al 1737. Gian Gastone assunse una decisiva importanza agli occhi del padre Cosimo III solo quando fu chiaro che il matrimonio del primogenito Ferdinando con la principessa Violante Beatrice di Baviera era destinato a non generare figli: a parte l'ostilità di Ferdinando, dichiaratamente bisessuale, verso la moglie, si aggiunse pure la sifilide che lo stesso Ferdinando contrasse in occasione di un libertino soggiorno a Venezia e che doveva portarlo prima ad una precoce demenza, e poi ad una prematura scomparsa. Nel 1722, quando oramai la Toscana era considerata dalle potenze europee solo come una preziosa pedina per i vari mercanteggiamenti di troni, Gian Gastone assunse per la prima volta incarichi governativi come reggente, date le cattive condizioni di salute dell'ottantenne Cosimo III. L'anno successivo Cosimo III morì e Gian Gastone salì al trono, anche se era cosciente che il suo regno sarebbe stato solo una formalità e che il potere era oramai nelle mani delle grandi potenze. Disse al momento dell'incoronazione: « Mi pare di far la parte del Re in una commedia» Poiché l'omosessualità di Gian Gastone era nota a livello europeo, i suoi quattordici anni di regno furono caratterizzati dai numerosi progetti delle potenze europee per la futura successione al trono in Toscana: in un primo tempo il granducato fu destinato ad un figlio cadetto di Filippo V di Spagna, Don Carlo di Borbone, che fece il suo ingresso a Firenze nel 1732 ben accolto dal Granduca. Ricevendolo a Palazzo Pitti, Gian Gastone commentò bonariamente: « Andiamo a vedere di chi m'han fatto padre a sessant'anni le potenze europee» Successivamente si decise che Don Carlo di Borbone sarebbe diventato Re di Napoli e di Sicilia e che la Toscana sarebbe andata a Francesco Stefano di Lorena, fidanzato di Maria Teresa d'Austria. Gian Gastone de' Medici, conscio che le forze erano impari, non provò nemmeno ad opporre resistenza ai progetti delle potenze europee. Nonostante ciò, Gian Gastone ebbe lo stesso la forza di effettuare alcune grandi riforme che rimediarono almeno in parte al malgoverno del padre, gettando in parte le basi delle riforme lorenesi: condusse una politica laica e ridusse il potere e l'influenza della Chiesa; risollevò le sorti dell'Università di Pisa; fece tributare solenni onoranze a Galileo Galilei nella basilica di Santa Croce; abrogò i decreti del padre contro le prostitute, gli ebrei e le feste laiche; ridusse notevolmente il carico fiscale e affidò il governo di Siena all'intelligente Violante Beatrice di Baviera, a cui era legato da sempre da fraterna amicizia (odiava invece la propria sorella Anna Maria Luisa de' Medici, che considerava la responsabile del suo matrimonio). Fiorino d'oro 1729 diametro: 22 mm peso: 3,29 gr contorno: seghettato Rarità: da C a R (a seconda dei testi); C nel nostro catalogo. Conservazione: qSPL (forse proveniente da montatura)
    2 punti
  19. Allora faccio una brevissima premessa...dell'altro lo troverete in un mio futuro ma imminente scritto: non è che con l'unità d'Italia nel meridione, Napoli e Sicilia compresa, tutti i personaggi di grandissima cultura (e non faccio nomi), arte, scienze, letterati e chi più ne ha ne metta, sono il giorno dopo "scomparsi" e/o hanno smesso di insegnarla e portarla avanti....anzi !! Ma credo che tutte queste attività che comunque, nella città di Napoli e nella Sicilia del periodo post-borbonico, sono continuate ad esistere, non hanno ricevuto una corretta diffusione informativa....o meglio ancora e come se tutto è stato offuscato e/o dato poco spazio propagandistico. Vabbè, conosciamo un pò tutti la storia...quindi, mi fermo. Ecco, io, in questo periodo, mediante alcuni studi su questi oggetti metallici, che sono poi queste piccole medaglie, stò cercando di ricostruire un pò la storia di queste queste attività, letterarie, artistiche ed industriali che nella città di Napoli, comunque hanno continuato ad esistere e fare il loro dovere. Ritornando adesso alla medaglia che vi ho postato, ....vi riferisco cosa rappresenta. La medaglia è Napoli ma chiaramente è passata inosservata perchè non vi era una chiaro riferimento ne a Napoli ne ad alcuna altra città del sud......ma, in numismatica, a volte, il sapere viene ripagato. Questa è una medaglia in argento "fino" (così si legge nel documento) coniata dal Tipaldi per una sezione del Circolo Giambattista Vico denominata "della Virtù" che aveva il compito di premiare il coraggio, l'abnegazione, la filantropia, la generosità, la carità ecc.ecc. ovunque essa si trovi. Questa sezione prese il nome di PANTHEON DEI VIRTUOSI COSMOPOLITI .... ai cui soci iscritti, veniva donata questa medaglia.
    2 punti
  20. Ecco il rovescio, questa moneta ha la particolarità di avere gli assi alla tedesca invece che alla francese, sappiamo tutti che sono cose normali, ma per questo nominale con questa data e con la firma sotto il busto del re è sempre alla francese. @@gabrimen
    2 punti
  21. Neanche io sono d'accordo su questa ipotesi di ribattitura, per quanto interessante. Esaminiamola insieme con l'aiuto di una immagine del follaro ROMANOSINOE (dove la terza O è da intendersi quale una theta maiuscola): • Della faccia della moneta presa in considerazione si leggono con chiarezza nell'ultima riga quantomeno le lettere OM e S. Nel follaro ROMANOSINOE, però, la spezzatura della legenda è ROMA/NOSIN/OE. Pertanto la O, la M e la S non sono sulla stessa riga. • Le due crocette che si vedono su ambo le facce non mi sembrano frutto di sottotipi, e sono oltretutto chiaramente delle croci greche. Se pure fossero riconducibili all'eventuale sottotipi ROMANOSINOE, la croce dal lato della legenda dovrebbe essere posta al di sopra della legenda stessa e non al suo inizio. Quella dal lato del busto potrebbe essere traccia o della parte terminale della croce astile (dal carattere, però, filiforme rispetto alla croce del follaro in oggetto) o della croce che sormonta il globo, appunto, crucigero. Ma anche qui, al di là dello stile, questa crocetta non mi sembra traccia di un sottotipo e, al contrario, mi sembra avere un carattere autonomo di "apertura" della legenda. Penso sia da sottolineare proprio il fatto che entrambe le legende delle due facce abbiano una impostazione speculare: entrambe sono precedute da crocette simili. Avere avuto una seconda faccia più leggibile sarebbe stato di grande aiuto. Se infatti ipotizziamo che sulla prima faccia vi sia scritto + W COMES e che questo Guglielmo possa essere un vassallo, dall'altra faccia potremmo avere riportato, appunto, il riferimento all'autorità principale...
    2 punti
  22. 1973 BARBADOS 1 cent in bronzo 100 cents = 1 dollaro di Barbados
    2 punti
  23. Salve a tutti. Moneta interessantissima altrettanto l'argomento. Poiché si nota chiaramente che si tratta di una moneta ribattuta e dato che la monetazione salernitana ne è caratterizzata, posso ipotizzare che trattasi di un follaro della zecca di Salerno. Il periodo di emissione dovrebbe essere parallelo alle emissioni di Ruggero Borsa, credo si tratti di un follaro del tipo; + / ROMA / NO .SIN / OE (Mangieri - Badia di Cava dei Tirreni pag.57 n.73-74-75) su un altro follaro. Per via delle ribattiture e delle ossidazioni piuttosto avanzate, sia per il dritto che per il rovescio si fa enorme fatica riconoscere lettere e forme che lo contraddistinguono. Ho allegato una foto con lettere di colore giallo, si intravede chiaramente una croce posta al di sopra della scritta ROM ecc.ecc. Sull'altra faccia della moneta invece, dove sarebbe dovuto esserci il busto maschile, le ribattiture hanno reso l'esemplare irriconoscibile, si intravedono soltanto tracce di lettere e forme confuse. A mio avviso non si tratta di una zecca inedita ma di un follaro salernitano pur sempre molto raro e interessante.
    2 punti
  24. Visto che le straniere ancora latitano, rompo il ghiaccio con una piccolissima uniface (einseitig, auf deutsch), da Salisburgo, coniata nel 1700 sotto il principe vescovo Giovanni Ernesto Thun-Hohenstein. La conservazione la lascio decidere a voi...
    2 punti
  25. Simile in alcuni punti ad un esemplare di questa tipologia:
    2 punti
  26. Eccomi qua di nuovo, devo decisamente ritrattare alcune cose dette ieri sulla monetazione di Aminta III. Stamane ero in università a cercare alcuni testi e, avendo terminato prima del previsto mi sono messo a guardare libri a caso nella sezione numismatica... eureka direi :D Premetto che la mia foto del suberato di Aminta non è poi così una chicca come invece pensavo, ma poi capirete perchè... @@Matteo91 @@apollonia, mi rivolgo in particolare a voi dato che so che la questione vi interesserà molto. Per me è stata una "scoperta" eccezionale, una specie di fulmine a ciel sereno. Dall'articolo del Price: Early Greek Bronze Coinage. A parte l'area italica la prima (o una delle prime?) monetazione bronzea è quella ateniese. Già verso la fine della guerra del Peloponneso, dato che le cose non andavano proprio bene..., Atene fu costretta a coniare tetradrammi placcati d'argento e, dopo l'ancora più disastrosa conclusione del conflitto, iniziò la sua prima monetazione bronzea, non per scelta, ma per necessità dato che le miniere argentifere del Laurion non poterono essere più utilizzate fino al 393. In questa data i bronzi furono infatti ritirati e dichiarati fuori corso e riiniziarono a essere coniati solo circa 50 anni dopo. Ciò sarebbe indice della considerazione da parte dei Greci nei confronti del nuovo materiale. In Macedonia Archelao I (413-399) fu il primo a coniare monete bronzee e il suo esempio fu seguito da tutti i suoi successori. 2 le motivazioni addotte: risparmiare argento del tesoro reale (una moneta con valore nominale più alto di quello reale è sempre un ottimo affare) e utilizzare le monete di bronzo al posto delle frazioni argentee più piccole per le attività quotidiane. E questo che c'entra?, potreste pensare. C'entra, c'entra... Il secondo articolo tratto da "Metallurgy in Numismatics IV", 1998, edito dalla Royal Numismatic Society è: The debased silver coin of Amyntas III di M. Lykirdopoulou-Petrou e G. Economou. Già ieri avevo notato che queste monete erano definite talora come debased staters. Ma ho pensato: boh, si sarà voluto risparmiare un pò di argento... la realtà va ben oltre! Premessa storica necessaria per comprendere il tutto: Aminta III fu un sovrano decisamente abile a destreggiarsi tra mille difficoltà e pragmatico (qualità che ritroviamo anche nel figlio e nel nipote), avendo a disposizione risorse assai limitate. Dando uno sguardo veloce ai libri di storia sembrerebbe che abbia governato ininterrottamente per 24 anni. In realtà ebbe a che fare con un usurpatore, varie invasioni di Illiri e della Lega Calcidica, tanto che più volte dovette abbandonare gran parte del regno e persino la nuova capitale Pella e rifugiarsi all'estero. Diciamo che fu particolarmente abile in politica estera, alleandosi di volta in volta con chi gli faceva più comodo. Passiamo alla parte specificamente numismatica: nell'articolo vengono considerate 17 monete del MNA e 21 della collezione Credit Bank e Portolos Collection (37 stateri e un triobolo) giunti ai possessori attuali da fonti diversificate e non un singolo hoard. Si distingue tra un tipo A, che è quello di cui abbiamo parlato nel post precedenti e che è decisamente il più comune, e un tipo B, evidentemente molto raro, visto che al momento della scrittura dell'articolo se ne conoscevano solo 17 esemplari. Metto un esemplare di statere tipo B e un triobolo: Ben 9 su 38 monete mostravano il core in rame, apparendo in tal modo dei suberati. Letteralmente suberato significa che sotto uno strato d'argento c'è invece un cuore di metallo più vile, solitamente bronzo o rame. Spesso ho sentito definire il suberato come un falso d'epoca... ma siamo proprio sicuri che questa seconda definizione sia corretta? :nono: In parole povere è stata analizzata la composizione superficiale del metallo di tutte le monete: salvo pochi casi essa è superiore all'85 %, ma non arriva mai comunque sotto il 60 % e questo vale sia per monete in "argento", sia per quelle suberate... Quindi hanno analizzato la composizione dei cores dei 9 esemplari suberati:in un solo caso Cu 86 % e Ag 13 %, negli altri 8 il Cu è sempre superiore al 90 % e arriva persino al 99,9 %... gran guadagno per questi falsari... in realtà si e no... bisognerebbe capire chi fossero questi falsari e se possono essere considerati come tali. Il passo successivo è infatti l'analisi del peso specifico: sorprendentemente tutti gli stateri di tipo A (e quindi anche quelli suberati) presentano valori analoghi, solo lo statere tipo A ha invece un valore superiore... cosa significa tutto cio'? Lo lascio alla viva voce degli autori dell'articolo... :shok: :shok: :shok: :shok: :shok:
    2 punti
  27. Complimenti per il sesterzio, questa passione diventa sublime quando la storia trova conferme nella monetazione imperiale. in riferimento a quanto detto sopra da Illirycum , secondo Erodiano, la ribellione in Gallia e Spagna del disertore Maternus fu affrontata e sedata dall invio di Pescennio Nigro nel 186. L anno seguente Maternus sfuggito alla cattura ordi un piano per entrare a Roma e assassinare l imperatore Commodo durante i festeggiamenti Hilaria dedicati a Cybele che si tenevano il 25 Marzo. il piano fu scoperto e Maternus ucciso.Commodo commemoro' lo scampato pericolo con sontuosi festeggiamenti e con la coniazione di rovesci riportanti l hilaritas "Hilaritas Aug" e con un medaglione riportato dal Gnecchi (i medaglioni romani) dove appaiono l hilaritas e la salus insieme. probabilmente in questa occasione ottenne anche l ottava salutazione imperiale.
    2 punti
  28. Contatto un esperto e ti faccio sapere.
    2 punti
  29. Però allora perchè un COMES e l'altro solo COM? Non mi pare che dopo ci siano tracce di altre lettere..
    1 punto
  30. Ecco. C'è un segno in rilievo dopo la O della prima riga, che secondo me non va ignorato e potrebbe essere una C o una L. Il segno prima della O, invece, potrebbe anche essere una D: è sicuramente chiusa sul lato destro, ed ha il lato sinistro leggermente più dritto di quello della O accanto. Quanto alla R della prima riga e la F della seconda, beh sono un po' i punti deboli di questa ipotesi, però le tracce visibili non mi sembrano del tutto incompatibili.
    1 punto
  31. Qui è in vendita a pochissimo! A suo tempo, una ventina di anni fa, lo pagai 60.000 lire! http://www.ebay.it/itm/Alfred-Loisy-LE-ORIGINI-DEL-CRISTIANESIMO-einaudi-/141815733260?hash=item2104e05c0c:g:g~AAAOSwI-BWM6k~
    1 punto
  32. @@antvwaIa...mi sa che ormai divaghiamo... Riguardo le fonti storiche del passaggio in terra di GEsù, c'è questo sito che è molto interessante: http://www.gesustorico.it/htm/fontinocrist/index_fontinocrist.asp
    1 punto
  33. Confermo corso :) data 1591 ... Sempre piacevoli da vedersi
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  34. Scusate se intervengo solo a volo, ma purtroppo in questi giorni sono poco a casa. In relazione alla data del Natale, vi "ricopio" il sunto di alcuni vecchi post in cui mi è già capitato di scrivere in merito. Non lo faccio perchè abbiano chissà quale autorevolezza (anzi), ma solo perchè riassume velocemente i miei pensieri su alcuni dei temi accennati o toccati in questa discussione. :) Le celebrazioni della nascita di Cristo erano state indicate per il 25 dicembre già nel 204, da Ippolito di Roma, che tra l'altro si basava su usanze già diffuse da parecchio nell'oriente cristiano. Non può quindi essere influente in tal senso -come alcuni dicono - la consacrazione del tempio del Sole Invitto avvenuta nel 274-275 e decisa da Aureliano per quella data La celebrazione del Sole Invitto esattamente il 25 dicembre è documentata per la prima volta solo nel Cronografo del 354, quindi dopo le prime notizie di celebrazioni del Natale in tale data. Inoltre, durante il regno di Licinio (unica altra notizia disponibile) la celebrazione si svolse il 19 dicembre, data forse più prossima al solstizio astronomico nel calendario allora in vigore, e non sempre essa rimaneva fissa. Non abbiamo dunque fonti certe che ci dicano che "da sempre" i seguaci di Mithra festeggiassero il loro Dio il 25 dicembre, anzi è il contrario: e' acclarato che in realtà quella per loro non fosse neanche una data fissa come accennato riguardo al periodo di Licinio (Cfr. l’iscrizione citata da Allan S. Hoey, Official Policy towards Oriental Cults in the Roman Army, Transactions and Proceedings of the American Philological Association (70) 1939, pp 456-481, a p. 480, nota 128). Spesso,anzi, la forbice del calendario era anche abbastanza ampia, e veniva scelto il periodo compreso tra il 19 e il 22 ottobre ( si veda M. R. Salzman, New Evidence for the Dating of the Calendar at Santa Maria Maggiore in Rome, Transactions of the American Philological Association (111) 1981, pp. 215-227, a p. 221). Del resto i mithraisti non avevano neanche un'autorità unica che cercasse di fissare la data, ed era sopratutto legata a contingenze astronomiche. Viceversa, nonostante alcune chiese orientali avessero datazioni contrastanti per il Natale e in effetti alcuni come Clemente di Alessandria indicassero date varie, il 25 dicembre era celebrato già in diverse località, per lo meno in Occidente: S. Ippolito, nel 204 afferma proprio questo nel suo "Commentario su Daniele". E' quindi improprio, parlare del Natale cristiano come "sovrapposizione successiva" alla festa del Sole Invitto: una già da tempo, almeno in Occidente, aveva una data regolare, l'altra invece per secoli non ebbe mai un calendario realmente fisso. Discorso simile vale per la questione delle riunioni nel "giorno del sole"; è acclarato che già le primissime comunità apostoliche si riunivano la domenica, e quindi è solo successivamente che i cultori del sole invitto si riunirono anch'essi quel giorno. Per un osservatore esterno, non addentro ad entrambi i gruppi, saranno sembrate chiese gemelle, ma di fatto non lo erano. Altro spunto, anche se non direttamente in correlazione col mithrasimo, ma comunque indicativo, sono gli studi che negli ultimi anni hanno indicato il 25 dicembre come data realmente storica della natività di Cristo, operati dalla studiosa Annie Jaubert, che è riuscita a confermare con sicurezza alcune date evangeliche grazie alla scoperta di documenti relativa alla turnazione dei sacerdoti ebrei del tempo. «Le calendrier des Jubilées et de la secte de Qumran. Ses origines bibliques», in «Vetus Testamentum», Suppl. 3 (1953) "La date de la Cène, Calendrier biblique et liturgie chrétienne", Études Bibliques, Paris 1957 Utilissimo anche Tommaso FEDERICI "25 dicembre è data storica" ,30 Giorni, anno XVIII, novembre 2000
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  35. .. prenderei con cautela l'attribuzione ................... a me pare che al D/ vi siano Quattro lettere attorno ad un punto ...e la prima lettera in alto è una A non ...omega, inoltre la legenda ( per quel che si vede) non corrisponde....
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  36. DE GREGE EPICURI Ne ho viste diverse, ma non ho avuto molto tempo per osservarle " di fino" perchè era tardi e incombeva la partenza. La produzione inizia con la Regina Cristina nel 1644,cessa formalmente nel 1777, ma in realtà continua fino al 1808. La moneta più pesante è il 10 Daler: 33x62,5 cm. per 19,7chili!!! Al centro del rettangolo di rame (battuto a martello) c'era l'indicazione del valore, ai 4 angoli l'anno di emissione ed il monogramma del sovrano. Pare che i grossi commercianti le depositassero in magazzino come riserva di denaro, per poi cambiarle eventualmente in banconote. Venivano anche esportate come metallo a peso.
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  37. @@giorgio28 credo siano follari coniato a Messina da Ruggero II (D'Andrea - Contreras 246). Peso e diametro?
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  38. Attendo suggerimenti dagli amici di questa sezione per decidere quale moneta postare nella discussione aperta da Mario
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  39. @@eliodoro anche D'Andrea la attribuisce a Napoli per via delle stellette * *. Ti consiglio un bellissimo articolo di Alberto D'Andrea, mi sembra di ricordare sul bollettino del circolo numismatico partenopeo.
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  40. ciao @@giorgio28, a me sembra un denaro svevo di Manfredi, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MNF/9 Saluti Eliodoro
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  41. Le monete della serie 1939 XVII sono state coniate usando punzoni vecchi già utilizzati per le monete in nichelio, trovando un enorme difficoltà a causa del cambio di metallo, dal malleabile nichelio al duro acmonital. Ecco perchè trovarle con rilievi alti e precisi è un impresa molto difficile,P.S. l'esemplare di @@Marfir è ottimo.... Dalla serie 1939 XVIII in poi le cose sono andate via via migliorando grazie a conii rifatti specifici per la monetazione.
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  42. Purtroppo una certa moneta da 4 Carzie ha preso il volo verso altri monetieri, nel contempo però ne ho approfittato per far entrare un certo R2 in collezione: Tornesello di Giovanni Gradenigo doge 1355/1356 una moneta seconda solo al grosso ed al piccolo in fatto di rarità
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  43. A mio modesto parere, i particolari, soprattutto del busto, sono fin troppo nitidi, su una moneta che, almeno per la patina e la consunzione dei 1900 anni, dovrebbero essere un pò meno accentuati, anche se fossimo di fronte ad una conservazione eccezionale. E poi, la perlinatura del dritto non mi convince per niente... Perfettamente regolare, non c'è un punto fuori posto...
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  44. Considerazioni molto interessanti Archestrato
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  45. Ti posto la mia, non sarà FDC ma lustro ce nè. Saluti Marfir
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  46. Mario, a chiamarmi in causa qui mi metti in imbarazzo! :blum: Però l'importante è partecipare. Premetto che questo è il frutto non di un acquisto ma di uno scambio 100% cordusiano, spero valga lo stesso.... Parliamo spesso di messaggi e monete, questo tondellino penso sia un vero manifesto politico. Siamo nella Milano della fine del '500, nel pieno della dominazione spagnola. Sono anni duri per tutti, in particolare per la popolazione più povera - e con "povera" non intendo solo mendicanti e malati ma anche piccoli nuclei famigliari dal ridotto reddito - che basa la sua sopravvivenza sul prodotto costituente il 99,9% del pasto tipico del lombardo del tempo: il pane. Sappiamo da fonti certe che il clima iniziò proprio in quei tempi a farsi meno favorevole per le colture, addirittura gli storici considerano il '600 un'epoca di piccola glaciazione, rendendo quindi il problema "pane" un affare a dir poco serio. E così nel 1593, sotto Filippo II, a Milano vengono introdotte leggi per monitorare l'andamento dei raccolti di grano e per fornire una parte di essi alle province vicine, al fine di non creare scompensi della preziosa materia prima nel Ducato. Vennero contemporaneamente adottate severissime pene - solitamente l'impiccagione, spesso senza nemmeno processare le vittime - per i contrabbandieri colti, è proprio il caso di dirlo, con le mani nel sacco (di grano o farina, a voi la scelta..). E così nel 1593, sotto Filippo II, la zecca milanese inizia a produrre una serie monetale del tutto particolare. Sono le cosiddette monete del donum dei, una serie composta da soli tre nominali per così dire popolari, la parpagliola, il soldino e la trillina. Le iconografie rimandano al "dono di Dio", all'abbondanza, alla speranza di un buon raccolto, mettendo al rovescio la personificazione di quest'ultima o un covone di bionde spighe di grano. Si tratta di monete difficilissime da reperire in buona (non ho detto volutamente alta :blum: ) conservazione, e comunque già rare da trovare in generale. Quella che vado a proporvi è la trillina, il nominale minore di questa triade. Filippo II (1556 - 1598) Milano - Trillina del donum dei, 1593 0,81 gr. Crippa 52/A, MIR 336/1 R3 Sperando almeno di aver interessato qualcuno con una pillola di storia milanese, torno al mio posto di spettatore medievalista osservando le vostre meraviglie! Un saluto a tutti, Antonio
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  47. Francescone 1767 Pietro Leopoldo di Lorena 1765-1790 Secondo figlio maschio di Francesco Stefano di Lorena (imperatore Francesco I) e di Maria Teresa d’Asburgo, il 18 agosto del 1765 alla morte del padre divenne granduca di Toscana, mentre la corona imperiale passò al fratello maggiore Giuseppe II. Fu un “sovrano illuminato”, al passo con i tempi e con le nuove correnti di pensiero, anche se incline a una politica pragmatica piuttosto che mossa da motivazioni teoriche. A differenza di suo padre Francesco Stefano, suo predecessore sul trono toscano, Pietro Leopoldo volle trasferirsi a Firenze, dove avviò un programma di riforme molto articolato e di ampio respiro, in campo economico, giudiziario e civile. Avvalendosi della collaborazione di importanti funzionari come Giulio Rucellai, Pompeo Neri, Francesco Maria Gianni, Angelo Tavanti, Pietro Leopoldo non solo di risanò il dissesto finanziario provocato dagli ultimi Medici, ma anche trasformò profondamente lo stato toscano dandogli un’impronta di modernità ed efficienza, che lo resero un modello di riformismo illuminato in tutta Europa. Riformò le amministrazioni locali e il sistema tributario, eliminando privilegi e rendendo pubblico il bilancio dello Stato. Promosse una politica liberista, chiudendo le corporazioni di origine medievale e abolendo le leggi sulle manomorte e i fidecommessi. Dette così forte impulso all’economia, all’agricoltura, al commercio e all’industria. Avviò la bonifica di grandi aree della Maremma e della Val di Chiana. Fece costruire un moderno sistema di comunicazioni stradali e svariate opere pubbliche, ampliò e riorganizzò i servizi. Ordinò la soppressione dei conventi, degli ordini e degli enti religiosi, riducendone notevolmente il numero e alienando loro beni mobili e immobili. Il patrimonio edilizio così acquisito permise la creazione di nuovi ospedali, ospizi, scuole, istituti, università. Promosse la cultura e gli studi, fondando e sviluppando accademie, musei, biblioteche. Nel 1784 istituì l’Accademia di Belle Arti che poneva fine al sistema delle botteghe artistiche di origine medievale. Il cambiamento più importante introdotto da Pietro Leopoldo fu in campo legislativo con la Riforma criminale toscana o Leopoldina, il nuovo codice penale del 1786 che prevedeva l’abolizione del reato di lesa maestà, la confisca dei beni, l’interrogatorio per tortura e soprattutto la pena di morte. Così la Toscana fu il primo stato in Europa a seguire e attuare i principi teorizzato da Cesare Beccaria ne Dei delitti e delle pene. Inoltre fece introdurre il principio di uguaglianza di tutti i figli nella successione ereditaria paterna. Prossimo alle idee gianseniste professate dal vescovo di Pistoia, Scipione de’ Ricci, appoggiò la convocazione di un sinodo a Pistoia nel 1786, per riorganizzare gli apparati, la liturgia e la disciplina ecclesiastici in un tentativo di riforma che però risultò vano per la forte opposizione di papa Pio V. Riuscì però ad abolire l’Inquisizione e allontanò i gesuiti. Pietro Leopoldo affidò a Pompeo Neri, presidente del Consiglio di Stato, l’incarico di raccogliere, definire e ordinare le leggi in vigore nel Granducato di Toscana in un nuovo codice, che però non vide mai la luce per la morte del Neri e la partenza di Pietro Leopoldo per Vienna. Infatti, nel 1790 alla morte del fratello Giuseppe II, Pietro Leopoldo lasciò Firenze per ricevere la corona imperiale col nome di Leopoldo II. Gli successe sul trono granducale di Toscana il figlio secondogenito Ferdinando III. Come imperatore, Leopoldo II attuò una politica tendente alla pacificazione generale dell’Impero con l’apertura al dialogo, compromessi e concessioni mirate. Placò insurrezioni da parte di ungheresi, boemi, fiamminghi. Ben più arduo fu fronteggiare l’avanzata della Rivoluzione francese e le sue conseguenze in Europa. Dopo gli inutili tentativi diplomatici per evitare l’uccisione di re Luigi XVI e della regina Maria Antonietta, sua sorella (1793), l’imperatore invitò gli altri monarchi di Europa a prendere provvedimenti affinché la rivoluzione non si propagasse fuori dai confini francesi, a costo anche di entrare in guerra. Nel frattempo però dovette trovare un accordo con Inghilterra, Paesi Bassi e Prussia per frenare gli ambiziosi progetti di annessione e di conquista di Caterina II zarina di Russia. Il 15 novembre del 1790 fu incoronato re d’Ungheria a Presburgo. Il 6 settembre del 1791 venne investito del titolo di re di Boemia a Praga. Morì nel marzo del 1792 a Vienna, dopo una breve malattia mai diagnosticata. Gli successe il figlio Francesco Giuseppe col nome di Francesco II.
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  48. oppure ci vorrebbe un Amico ... musicando Antonello Venditti.
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  49. penso sia un piombo/sigillo ciao Roberto
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  50. Notizie o sparate metereologiche od astrologiche attirano frotte di lettori e chiedo scusa agli scienziati per avere accomunato nella stessa frase scienza ed altro.
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