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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/13/15 in tutte le aree
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Buona sera a tutti!! Oggi vi presento un pezzo della collezione di famiglia.. :good: Cosa ne pensate? é sufficientemente sicuro per le mie monetine?? :blum: O le lascio in banca? :rofl:4 punti
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Onestamente non posso non essere d'accordo con i timori espressi da Tinia - che peraltro ha sempre dispensato da profondo conoscitore pareri tecnici riguardo l'autenticita' o falsità' di diverse monete come faceva prima di lui un altro utente altrettanto ferrato : Numizmo. Non è' una questione di avarizia culturale ne' tantomeno di gelosia o supponenza. È' semplicemente una giusta cautela data l'estrema delicatezza della materia. Penso che sul Forum gia' si affrontino in modo molto aperto ed esplicito certe questioni di autenticità' piuttosto complesse. Anzi a volte l'eccesso a franchezza ha anche detto reazioni non proprio esemplari di alcuni commercianti punti sul vivo. Non si può' quindi tacciare il forum di bigottismo . E occorre poi non confondere una sana divulgazione che sul Forum viene fatta in lungo e in largo - nonostante qualcuno riesca sempre a lamentarsene ( chissà' cosa si faceva quando non 'era il forum internet è tutta questa condivisione..) con la ricerca più' approfondita che passa necessariamente per canali più' scientifici e formali ( non solo per la mumismatica ma per tutte le discipline). Così come esistono fior di libri di divulgazione di fisica ( di Weinbetg, Hawking , Feynman, etc) che rendono la materia accessibile a tutti , accanto ai trattati che servono per lo più' la comunità' scientifica - parimenti anche la mumismatica presenta senza grandi problemi diverse modalità' di divulgazione. Credo che in questa discussione esperti come Acraf, Vitellio, Tinia etc abbiano già portato dei rilevanti contributi. Nessuno di loro è' un ingenuo quindi sanno bene come trattare questa materia. Direi di cominciare da lì che gia' e' tanto. Non scordiamoci infatti che nell'arena virtuale del forum si possono raccogliere pareri e dialogare con personaggi che nella vita reale - in un circolo numismatico - difficilmente avremmo riuniti insieme e così disponibili con tale frequenza. Senza contare che il livello di oggi / grazie a queste e molti altri esperti naturalmente, è' un fattore 100 rispetto S quello che il forum poteva offrire ancora pochi anni fa.. Cominciamo con apprezzare quello che abbiamo è quello che internet ( attraverso il FAC e altri fora) ci mette a disposizione che a me sembra non sia così poco...?3 punti
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Solitamente non amo mettere in mostra le mie monete, ma stavolta sono davvero soddisfatto e volevo condividerla con voi! Perdonate la brutta foto, ma la moneta è meravigliosa: rilievi perfetti, una delicata patina... E ovviamente R2, 3000 pezzi coniati, il pezzo più raro della mia modesta collezione del Vaticano! Mi è stato fatto quello che ritengo essere un buon prezzo (neanche 80 euro, spedizione inclusa) e l'ho colto al volo, è una monetazione poco seguita ma secondo me davvero affascinante... era la prima volta che trovavo questo pezzo sul mercato.3 punti
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Per chi non e' di Roma , Via Piave e' una breve strada che parte dall' angolo est di Via XX Settembre con Via Goito e termina a Porta Salaria delle Mura Aureliane , per una lunghezza di circa 400 metri . All' angolo est di Via XX Settembre sorgeva in epoca repubblicana l' antica Porta Collina i cui resti sono forse quelli che si vedono nel cortile interno del Palazzo delle Finanze ; davanti questa Porta Annibale ammiro' le possenti Mura di Roma e non potendole varcare , sfogo' la sua rabbia lanciando in segno di sfida una lancia verso le Mura , dopo di che si ritiro' . Sotto questa Via Piave dovrebbe esserci il basolato dell' antica Via Salaria che in epoca repubblicana usciva probabilmente dalla Porta Collina , sostituita in epoca imperiale dalla piu' a Nord , Porta Salaria ; la Via attraversando quindi l' Appennino centrale arrivava ad Ascoli Piceno , Asculum , e infine sul Mare Adriatico in località Castrum Truentinum alla foce del fiume Tronto , sulla riva destra , dove oggi sorge Martinsicuro . Da Porta Collina , dalla quale uscivano la Via Salaria Nova e la Via Nomentana , la Salaria Vetus usciva invece da Porta Pinciana , percorrendo per circa 400 metri l' attuale tracciato di Via Piave , stesso tracciato dove passo' Alarico entrando dalla Porta Salaria il 24 Agosto del 410 , si arriva a Piazza Fiume al cui centro sono inseriti blocchetti di sanpietrini che riproducono la base e la forma originaria della Porta con le due torri rotonde ai lati che poi si congiungono alle Mura Aureliane tutt' ora presenti ; la Porta con le due torri rotonde ai lati , purtroppo non e' piu' esistente perché abbattuta nel 1871 per motivi di viabilita' ; tutta l’area intorno alla porta era tristemente nota come il “campus sceleratus”, dove venivano sepolti i condannati a morte e le Vestali ree di non aver osservato il voto di castità. La prima di cui si abbia notizia fu la Vestale Minucia, nel 336 a.C.: la pena per loro era di essere sepolte vive, come raccontano Plutarco, Fedro e Pomponio Leto. Nel 1996 sono stati effettuati nuovi scavi archeologici nell'area posta all'incrocio tra via Goito e via XX settembre, dove si trovano le tracce di ciò che rimane della porta Collina . La ristrettezza del saggio di scavo non ha potuto mettere in luce le fondazioni della porta e del tratto di mura ad essa connesso ; inoltre, la parte inferiore delle mura è risultata coperta da uno strato composto da limo , ghiaia , frammenti ceramici sporadici e frammenti di tufo , che ricopriva anche la trincea di fondazione . Questo strato poteva avere una funzione di piccolo contrafforte interno alle mura stesse , una sorta di ridotto aggere di contenimento . Sono anche state messe in luce due strutture quadrangolari , interpretate dagli archeologi come bastioni ad ulteriore difesa della porta , al centro dei quali passava il Vicus Portae Collinae . Sotto piantina con Via Piave , Porta Collina , Porta Salaria e l' ingresso principale del Palazzo delle Finanze lungo 300 metri e largo 1203 punti
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Un 1955 Guatemala 25-centavos nel 0,720 argento, 27mm di diametro e peso 8,33g. Il tipo, che era in produzione dal 1950 al 1959, ha avuto un inizio irregolare, ma ha colpito il suo passo nel 1952 e le monete datate 1955, come questo, era i più numerosi. Queste monete sono state autorizzate con decreto 1948 che reintitolato questa denominazione come un pezzo di 25-centavo. Era stato un ¼-quetzal poiché la riforma di valuta di ‘25—con la sola eccezione del 1943 problema prodotto nel U.S.—but dopo la guerra la moneta era ritornato per digitare come un ¼-quetzal dal 1946-49. L'interruttore a "25-centavos" fatto ragionare, con il quetzal essendo ancorato al dollaro americano, come era e come era il caso con l'invenzione del suo vicino settentrionale, quando questo pezzo di 25-centavo fu coniato nel 1955, il guatemalteco argento ha avuto dieci anni per l'esecuzione. La "donna indigena" raffigurata su questo pezzo è—ai miei occhi comunque—uno dei ritratti più distintivi di moneta del sud americano anni '50 e sempre—ancora una volta, ai miei occhi—suggerisce i colori intensamente luminosi delle riviste National Geographic e film racconti di quei giorni. Questo "indigeni" (come esso è stato designato nella legislazione) immagine era abbastanza successo che sopravvive su pezzi 25-centavo del Guatemala fino ai giorni nostri, anche se è vero che è stato modificato diverse volte nel corso di più di sei decenni dalla sua introduzione. Guatemalteca monete d'argento sono andata lungo, naturalmente, e questo 195 pezzo di 25-centavos avrebbe derogato circolazione anni fa. Esso avrebbe dovuto essergli intorno, inutilizzata per forse un quarto di secolo o giù di lì, quando si era finalmente demonetizzato il 6 gennaio 1997. :) v. ---------------------------------------- A 1955 Guatemala 25-centavos in .720 silver, 27mm in diameter and weighing 8.33g. The type, which was in production from 1950 through 1959, got an uneven start, but hit its stride in 1952 and the coins dated 1955, like this one, were the most numerous. These coins were authorized by a 1948 decree that retitled this denomination as a 25-centavo piece. It had been a ¼-quetzal since the currency reform of ’25—with the one exception of the 1943 issue produced in the U.S.—but after the war the coin had reverted to type as a ¼-quetzal from 1946-49. The switch to “25-centavos” made some sense, with the quetzal being pegged to the American dollar as it was, and as was the case with the coinage of its northern neighbor, when this 25-centavo piece was coined in 1955, Guatemalan silver had ten years to run. The “indigenous woman” pictured on this piece is—to my eyes anyway—one of the more distinctive coin portraits of the South American ‘50s, and always—again, to my eyes—suggests the intensely bright colors of the National Geographic magazines and film travelogues of those days. This “indigenous” (as it was styled in the legislation) image was successful enough that it survives on Guatemala’s 25-centavo pieces to the present day, although it’s true that it has been modified several times over the more than six decades since its introduction. Guatemalan silver coinage is long gone, of course, and this 1955 25-centavos piece would have departed circulation years ago. It would have been sitting around, unused for maybe a quarter-century or so, when it was finally demonetized on 6 January, 1997. :) v.3 punti
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...certe cose non succedono mica solo in Italia... http://www.midilibre.fr/2015/10/01/herault-lourdes-peines-pour-les-pilleurs-du-tresor-de-l-epave-du-xviiie-siecle,1221105.php2 punti
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Ho ricevuto la locandina in anteprima del prossimo convegno numismatico a Castellammare di Stabia (NA). Eccola! Grazie mille ad Attilio per l'organizzazione dell'evento sempre molto atteso .... e tanto ambito da noi della Campania.2 punti
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Gettone Bogo 1886 Carnevale Torino Il Carnevale torinese ha origini molto antiche e le prime attestazioni sono legate a provvedimenti delle autorità per evitare problemi di ordine pubblico, dovuti al clima di trasgressione creato da “riti spesso comici e licenziosi, trionfo del piacere più sfrenato con banchetti, danze, giochi e lazzi faceti e con un rovesciamento dei ruoli definiti nella società” (Manzo, 2006, p. 63). Una prima testimonianza del Carnevale è un ordinanza del 1343 che “proibiva ai torinesi di qualunque ceto di travestirsi ovvero di indossare vesti non confacenti al loto status sociale” (Manzo, 2006, p. 63). Nei secoli successivi si susseguono le disposizioni che proibiscono di andare in giro mascherati, di fare feste senza la preventiva licenza. I festeggiamenti carnevaleschi sono caratterizzati dai balli popolari all’aperto, dal corso delle carrozze, “una sfilata che toccava le principali vie del centro cittadino e che di svolgeva nei giorni compresi tra al domenica e il martedì grassi” (Manzo, 2006, p. 65). Non mancavo, inoltre, i balli in costume nelle dimore nobili. Nel 1857 alcuni commercianti “pensarono di dare qualche maggior brio al Carnevale […] studiandosi cosa di dovesse fare, si immaginò una gran cavalcata rappresentante il ‘Ritorno in Torino del principe Amedeo VI, detto il Conte Verde” (Rocca, 1876). Questa iniziativa “forse un po’ troppo colta e raffinata, non suscitò l’entusiasmo del grande pubblico che preferì le mascherate e i carri allegorici dei pierrots, dei beduini e dei débardeurs (maschere del carnevale parigino) […] che sfilarono per la città la domenica e il martedì grassi” (Manzo, 2006, pp. 71-72). Nello stesso anno venne creato il Babacio, “che percorreva le vie del centro cittadino su un carro seguito da un corteo di folla mascherata che ballava a tempo di musica sorreggendo centinaia di lampioncini fino a raggiungere piazza Vittorio, dove veniva bruciato in un tripudio di fuochi artificiali” (Manzo, 2006, p. 72). Questo rituale di addio al Carnevale, con la fiaccolata notturna e l’esplosione dell’enorme fantoccio, ripieno di petardi, diventerà un appuntamento fisso dei successivi carnevali. Per i festeggiamenti del 1858 venne messo in scena lo spettacolo ‘Il trionfo di Bacco’, l’anno dopo si svolse una grande sfilata di carri allegorici “improntata allo spirito patriottico che pervadeva ogni manifestazione pubblica: le maschere italiane a bordo di nove carri percorsero le vie della città, partendo all’una del pomeriggio da pizza Vittorio per ritornarvi a tarda sera” (Manzo, 2006, p. 74). Nel 1863 la Società Gianduia, che aveva assunto il coordinamento dei festeggiamenti, allo scopo di promuovere lo sviluppo del commercio e delle attività produttive allestì la Fiera fantastica, con in piazza Castello e via Po “innumerevoli banchi di trastulli, libri e stampe, fiori, confetti, frutta secca e giocattoli. Nasceva allora la Fiera dei vini in bottiglia, destinata a un duraturo successo” (Manzo, 2006, pp. 75-76). Nel 1867, per iniziativa dell’ordine cavalleresco del Gran Bogo, associazione che faceva capo al Circolo degli Artisti, fece la sua prima apparizione al Carnevale torinese il Gran Bogo, un personaggio presentato per la prima volta in una rappresentazione teatrale del romanzo Robinson Crusoe di Danile Defoe: era un buffo fantoccio dalla grossa testa, fatto di sottile budella che si riempiva gonfiandolo d’aria. In quell’anno i festeggiamenti si protrassero per quattro giorni, anziché i tradizionali tre, con uno spettacolare carosello in piazza Statuto, i balli pubblici, il corso dei carri e dei gruppi mascherati, la fiera fantastica con un centinaio di venditori; tutte le vie erano addobbate con apparati scenografici di grande impatto e un’eccezionale illuminazione a gas prodotta da migliaia di fiammelle (cfr. Marocco, 1867; Manzo, 2006, pp. 79-80). Il Carnevale del 1868 è segnato dalla prima edizione delle Giandujeidi: “erano un ibrido tra rievocazioni storiche ed episodi immaginari allestiti con pantomima. Lo scenario era via Po, da piazza Vittorio a piazza Castello. La trama delle Giandujedi (5 in tutto), fu elaborata da Giuseppe Giacosa. La prima fu eseguita il 22 febbraio 1868 e prendeva avvio dal rinvenimento di Gianduia tra le foglie di un cavolo colossale, nella piazza di Callianetto, seguito dalla sua repenti trasformazione in un baldo giovane a causa della caduta in un tino pieno di barbera e rapidamente prosciugato dal medesimo. La seconda fu rappresentata il 6 febbraio 1869 e cantava le imprese eroiche di Gianduia e la resistenza dei cittadini di Viù contro l’invasione di Annibale. La terza Giandujeide ebbe il titolo di ‘Giandujeide del secolo venturo’ e fu eseguita il 26 febbraio 1870; la quarta ‘Il soverchio rompe il coperchio ovvero il ratto di Gigìn, la stella del mulino”: rappresentata il 22 febbraio 1873 riprodusse con poche varianti la prima; la quinta ebbe luogo vent’anni dopo nel febbraio del 1893 ed assunse il nome di ‘Il drado di Gianduja’ […] in sei quadri (1500 attori in costume, 200 cavalieri)” (AA.VV., 1978, pp. 98-99). La spettacolare novità del Carnevale del 1870 è il Borgorama, realizzato in piazza Castello dall’associazione Gran Bogo: “Rappresentava nella facciata una testa di sfinge molto ben proporzionata e in pari tempo così colossale che poteva vedersi ad occhio nudo da piazza Vittorio, e tenendo la sfinge aperta la bocca, formava con essa l’entrata in sala, cui si saliva per un ponticello dalla piazza. […] Penetrati nella sala, dopo che ognuno aveva preso posto, si spegnevano i lumi e aveva principio lo svolgersi della tela lunga 120 metri, su cui erano state disegnate le principali e più importanti vedute di un viaggio dall’Alpi all’Egitto. E mentre si ammiravano que’ variati dipinti molto squisitamente eseguiti, uno de’ soci del Bogo ne faceva una interessante descrizione” (Rocca, 1876). Nel 1871 venne realizzato “un grandioso padiglione dal titolo ‘La lanterna magica’, sormontato dal Bogo, collocato a ridosso di Palazzo Madama, sul lato di via Po, come l’anno precedente. Vi si proiettavano dipinti realizzati su vetro, colorati con aniline e retroilluminati, di argomento politico e di attualità quali la guerra franco-prussiana, l’ingresso in Roma delle truppe italiane, il Plebiscito, l’inondazione del Tevere, il traforo del Cenisio” (Manzo, 2006, p. 85). Negli anni successivi l’associazione Gran Bogo promosse iniziative di altro tipo, come lo sfarzoso ballo presso la Società Promotrice di Belle Arti nel 1872 e lo spettacolo eroico fantastico ‘La disfida di Montebecco’ del 1873. Un grandioso e memorabile Carnevale venne organizzato nel 1886, in quanto Torino era stata prescelta per ospitare il 3° Congresso delle maschere italiane. A fianco di Palazzo Madama venne eretto il Ciabot d’Gianduja. “Oltre a balli, sfilate in maschera, fiera dei vini e fiera fantastica, serate di gala al teatro Regio,ogni sera ebbe luogo una ‘spaventevole sfida di Satana’, una gara di fuochi artificiali tra pirotecnici di tutta Italia culminata con il rogo del Babacio la sera del martedì grasso (Manzo, 2006, pp. 91-92). A partire da fine Ottocento il Carnevale torinese assume una programmazione consolidata, senza più gli eventi di grande richiamo che avevano caratterizzato le edizioni precedenti, con il corso delle maschere, le giostre e i baracconi in piazza Vittorio, la fiera fantastica e quella dei vini. Nella seconda metà del Novecento il Carnevale perde progressivamente di importanza, con la cessazione della sfilata di carri allegorici, l’abolizione della fiera dei vini e infine il trasferimento del luna park alla Pellerina, a metà degli anni Settanta. BOGO.pdf2 punti
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Si è verificato un problema con l'autore di questa discussione, vecchia conoscenza del forum, già bannato più volte (e anche adesso). Chiudo la disucssione, così come le altre tre da lui iniziate. petronius2 punti
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Sul primo credo si sia già parlato, nell'ambiente, ed io concordo sui dubbi esposti in merito all'autenticità. Il secondo è invece autentico, a mio avviso.2 punti
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Ciao Luciano, ti consiglio di vedere l'altra discussione sui grossi imitativi http://www.lamoneta.it/topic/140335-imitations-of-venetian-grossi-metcalf/ contraffazione in quanto sicuramente è di zecca ufficiale (vedasi i segni segreti). Gli imitativi riportano le indicazione dell'autorità emittente. Tra l'altro stavo leggendo un interessante articolo che ti posto su Caffa. Buona lettura.Fabry http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=6776&page=52 punti
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Facciamo un po' di bilanciamento, altrimenti pare "la caccia al perito o sedicente tale".... Voglio la perizia, al prezzo che dico io e, possibilmente, con scritto sopra quello che piacerebbe a me... Mi chiude per piacere tutte quelle che lei ritiene FDC ? E ma il suo collega li me la chiude FDC, allora vado da lui. Scusi posso avere un suo parere su questa moneta ? Grazie, arrivederci. Bella questa moneta chiusa dal perito X SPL/FDC... Spetta la porto dal perito Y che me chiude sicuro FDC e me la vendo meglio.... AHHHH, sa... Io colleziono SOLO monete FDC... Ehh noooo... Qua c'é scritto qFDC! Ma io le trovo a meno FDC E potrei andare avanti per ore. ;) Saluti felici ;)2 punti
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Ciao Luciano il tuo primo grosso postato al post 26 è una contraffazione. Oltre al segno fra le gambe tipico della produzione serba speculare con il segno sul braccio di S. Marco, abbiamo la X ruotata, i punti che rendono la leggenda LATE.V.PL, punzoni non chiari tra cui la S che danno l'impressione di essere non di produzione veneziana. Ciao e buona giornata2 punti
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Discussione interessantissima e importantissima quella iniziata da Alberto, ma molto complessa. Come è stato immediatamente evidenziato vi è notevole confusione non solo sui termini ma soprattutto sulle tecniche. Credo invece che sia opportuna una maggior conoscenza delle stesse, anche se mi sembra non si trovino libri di numismatica su tale argomento, a ponte con la metallurgia. Ad esempio i libri di Prokopov sui falsi bulgari, accennano solo di sfuggita alle tecniche. Come insegna poi la recente storia del falso decadramma Weiss (Agrigento), alcune monete possono essere riconosciute come non originali solo tramite analisi metallurgiche sofisticate, piuttosto che dalle immagini. Vi sono tecniche relativamente recenti di falsificazione ancora poco note (es. fusione-pressata [con passaggio di coniazione], elettroerosione, coniazione da conii ottenuti con laser/stampanti 3D, ...) per cui invito (ringraziando) chi ha le necessarie competenze a segnalare testi ed articoli che affrontino queste tematiche, anche se comprendo la "gelosia" di chi già sa.2 punti
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1956 Nederland 1 gulden Argento 7202 punti
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Se siete amanti delle alte conservazione e delle monete perfette, questo post non fa per voi.. Se invece amate la storia ed apprezzate il valore storico che trasmettono le monete.. siete nel posto giusto! :pleasantry: È con grande emozione che vi mostro questo mio ultimo acquisto, un quarto di ducato coniato in quel maledetto 1527, quando sotto l'assedio dei lanzichenecchi Clemente VII fu costretto, in stato di necessità, a far fondere tutti gli arredi sacri presenti nel tesoro vaticano per soddisfare le insaziabili richieste dei mercenari tedeschi, con l'iperbolica cifra di 300.000 ducati. Questi ducati, come ben saprete, furono coniati proprio col metallo fuso proveniente da arredi sacri, gioielli e altro (anche la tiara papale finì nel crogiolo), e oggi sono rarissimi (i quarti di ducato) e della più grande rarità (i ducati e mezzi ducati) in quanto ci si accorse che tali monete contenevano una buona percentuale di oro: furono fuse in massa per ricavarne metallo prezioso, e già nel '700 erano molto difficili da trovare. Il Traina scriveva che "non c'è collezione di papali antiche che si rispetti che non abbia almeno una di queste monete in collezione", e sinceramente questa moneta per me è sempre stata un sogno proibito, viste le alte valutazioni di questa serie di monete. Ancora non mi rendo conto di essere riuscito ad aggiudicarmela! Sono davvero felice ed emozionato. Lo so, la conservazione è problematica, quella rottura del tondello è importante ed incide ovviamente sulla valutazione della moneta (che per altro mi sembra in ottima conservazione visto anche il tipo), ma considerando che si tratta di un'emissione di necessità, e viste le circostanze di coniazione (fu allestita una zecca provvisoria in Castel Sant'Angelo), quel difetto ben rappresenta le difficili condizioni che determinarono questo tipo di emissione. Forse si tratta di una mancanza del tondello all'origine? Chiedo ora a voi gentilmente una indicazione con dei passaggi d'asta recenti per questo tipo di moneta, alla NAC di un paio di anni fa un quarto di ducato BB/SPL fu battuto a 6000 euro.. ovviamente la mia viaggia su tutt'altre cifre, ma stiamo comunque parlando di una moneta rarissima (io la considero R3, siete d'accordo?) e molto richiesta dai collezionisti di papali. Graditi anche commenti (sia positivi che negativi ovviamente, ma abbiate pietà di questa moneta martoriata mi raccomando..), valutazioni di conservazione, catalogazione e qualsiasi altro feedback. Ci tenevo a condividere con voi questa mia grande soddisfazione.. Credo che poche altre monete possano avere un così alto valore storico come queste. E per una volta tutto questo vince sulla mera conservazione.. almeno per me.. Marco1 punto
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Buonasera amici lamonetiani, ho fallito autoidentificazione. Non ho alternative che rivolgermi a voi. Sul verso leggo •R• •R• e basta, mentre sul dritto non riesco ad identificare la lettera sulla sinistra (di chi guarda) del castello metre sulla destra mi sembra di scorgere una rosetta. Grazie. PizzaMargherita Dati della moneta, in queste condizioni: diametro: 11,8 mm circa peso 0,37 grammi1 punto
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Mi sono state prestate appositamente per realizzare delle foto queste due interessanti medaglie di produzione locale a carattere pontificio/ecclesiale. La prima è una medaglia premio in argento del Seminario di Urbino che riporta la data del 1898.. Diametro 35 mm. La seconda è una più interessante medaglia di fondazione, fusa, in bronzo di mm. 105 Al dritto riporta la figura dell'Arcivescovo di Urbino Spiridione Berioli. Al rovescio ricorda l'opera del Pontefice Pio VI per la ricostruzione della Cattedrale di Urbino a seguito del terremoto che fece crollare la cupola e l'altare principale e la data del 25 agosto 1789. Questa la sua biografia: Spiridione Berioli nacque a Città di Castello, figlio del conte Filippo Berioli e di sua moglie, Artemisia Bontempi. Dopo aver compiuto gli studi presso il Collegio dei Nobili locale diretto dagli scolopi, si laureò utroque iure presso l'Università di Macerata e nel 1757 venne ordinato sacerdote per la diocesi di Macerata. Nel 1773, venne promosso al rango di prevosto della cattedrale di Macerata, distinguendosi in pregevoli orazioni latine e prendendo parte a diversi sinodi, divenendo dal 1781 vicario episcopale per la diocesi. Si fece notare da papa Pio VI grazie a due sue scritti del 1787 (Dissertatio dogmatico-liturgica de sacramento ordinis e Osservazioni sul libro "Progetto di riforma dell'obbligo del digiuno"), venendo nominato prelato domestico, assistente al trono pontificio ed arcivescovo di Urbino (8 novembre 1787). Votatosi alla lotta contro il giansenismo, nel 1789 istituì l'Accademia Ecclesiastica per la salvaguardia dell'ortodossia del culto cattolico nella propria arcidiocesi (si scagliò alacremente contro Ludovico Antonio Bertozzi, vescovo di Cagli e Pergola). Su questi temi tenne un sinodo diocesano nel 1793. Il suo zelo a sostegno dello Stato della Chiesa e della sua opera morigeratrice, venne però meno con l'avvicinarsi dei francesi rivoluzionari nel 1797, cercando dapprima rifugio a Pesaro e poi invitando i concittadini a non opporre resistenza agli invasori. Con la proclamazione della Repubblica romana si sottomise nuovamente alla volontà dei democratici. Quando anche Urbino venne unita al Regno napoleonico d'Italia nel 1808, il Berioli decise di uniformarsi subito alle direttive del nuovo governo in materia ecclesiastica, prestando giuramento di fedeltà (unico tra i vescovi marchigiani) ai napoleonici, giungendo addirittura a invitare i parroci della sua arcidiocesi a non celebrare alcun rito di matrimonio religioso se prima non fosse stato presentato un certificato di stato civile valido, rinnegando così tutti i suoi propositi nei confronti della Santa Sede, tanto celebrati negli anni precedenti. Per queste sue azioni, l'arcivescovo urbinate venne richiamato ufficialmente da papa Pio VII con una lettera, ma questi non se ne curò particolarmente e anzi venne dapprima nominato cavaliere dell'Ordine della Corona Ferrea e poi senatore del Regno d'Italia (1809) da Napoleone. Nel 1811 incontrò l'opposizione del capitolo della sua stessa cattedrale quando, in ottemperanza al capitolo di Parigi, pretese come chiesa metropolitana di poter nominare propri vescovi senza l'autorizzazione pontificia. Dopo la caduta del regime napoleonico e la restaurazione di quello pontificio, il Berioli fu costretto a riconoscerre pubblicamente gli errori commessi con una lettera al pontefice datata al 19 maggio 1814 che venne poi pubblicata e distribuita a tutti i parroci della sua arcidiocesi. Recatosi a Roma per ottenere il perdono dallo stesso papa, morì ad Urbino il 17 aprile 1819.1 punto
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...eh ma quelle devono essere robuste...devono aprire i "forzieri dei cuori", che a volte..son mille volte più ostici del tuo "deposito" !;)...1 punto
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....l'unico in grado di annientarlo potrebbe essere Goemon con la Katana.., che ti affetta anche un traliccio dell'alta tensione....1 punto
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Sinceramente non sono d'accordo con questa presunta deduzione. La lettura della CNG si basa evidentemente su una visione acritica del testo del Price e non su una interpretazione propria: ergo se il Price sbagliava la CNG ne ha ripreso lo stesso errore. La moneta postata da King John e quella in foto sul Price presenterebbero la medesima troncatura inclinata così (/) della parte destra inferiore del presunto monogramma PI ALFA. Ma si tratta di due conii differenti: deduco dunque che sia più plausibile una lettura PI DELTA. A meno che non si presentino dei tipi col monogramma PA completo, cosa che non mi pare successa per ora. Gli argumenta ex silentio sono spesso pericolosi... e poi anche un mostro sacro come il Price può aver sbagliato o non aver catalogato un determinato tipo.1 punto
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Principato Del Liechtenstein. Francesco Giuseppe II (1909 — 1989) 25 FRANKEN. 50 FRANKEN. Il Principato Di Monaco. Rainier III ° 1923 —2005. 100 FRANCS. Norvegia. Haakon VII (1872 — 1957). 1 ØRE. 5 ØRE. 1 KRONE. La Repubblica popolare romeno. 5 BANI. 10 BANI. L'Unione Delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. 3 КОПЕЙКИ. La Repubblica di Finlandia. 100 MARKKAA. 200 MARKKAA. Svezia. Gustaf V (1858 — 1950) 50 ÖRE.1 punto
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Voglio dare un piccolo contributo alla Discussione, anche se preso dal web (NAC 35 lotto 954). Mi sembra che questa particolare moneta, considerata addirittura R4 da Crippa, non sia ancora stata postata in questa Discussione (la maiuscola è voluta al 100%). Scudo 1577 Crippa 10/A1 punto
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@@nando12 Ciao e grazie,ma non riesco a far venire fuori sta cavolo di patina da ste monete ahahhahaha comunque la moneta è più di qspl ci sei andato vicino ,almeno stando alla perizia :))1 punto
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Dopo anni di frequentazione dell'ambiente da diversi punti di vista, sono arrivato alla conclusione che nella maggior parte dei casi, ognuno "frequenta" chi si merita. I casi in cui esiste il "povero ed ignaro collezionista" si sono rivelati sempre pochi. Assai più i "furbettini" (o sedicenti tali) che a tentar di difenderli alla fine si é fatto più danno che bene. Ci sono cose "non proprio simpatiche" in tutti i vari settori della numismatica. E quello del collezionista, non fosse altro per questioni numeriche, non fa eccezione. E scusate la solita schiettezza.1 punto
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Se ne è parlato appunto due o tre Post fa , e Luca e cig hanno fatto anche delle disamine giuste . Io colleziono per anno quindi avendo la 2014 non mi cambia se esca la serie 2015 . O per lo meno mi auguro che se dovesse uscire , possa essere acqistabile da tutti e con metodi "civili" . Riguardo le cc , mi auguro vivamente che la 2014 non esca, sarebbe una porcheria, siamo quasi nel 2016 . E per la cc 2015, se non esce tanto meglio , abbiamo già avuto tante cc, un esborso non indifferente e altra speculazione non serve . Però, mi associo al pensiero di Luca , finchè non c'è nulla di ufficiale, prendiamo tutto con le molle ;-)1 punto
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i sindaci passano,roma eterna resta http://www.agoravox.it/Roma-Via-Piave-nuovo-ritrovamento.html1 punto
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Comunque siano andate le cose si è visto che la professione del Perito qui in Italia non ha una buona fama in generale o lasciano molta confusione sopratutto nei neo-numismatici, per questo spero,per amore della Numismatica e di chi ci crede e ci mette l'anima, che qualcosa cambi.Anche un sito più completo e informativo e aggiornato basterebbe, invece di un semplice elenco e poche spiegazione. Buona notte! :hi:1 punto
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Peccato per la pulizia... probabilmente ha irrimediabilmente rovinato la moneta, non si fa... :nono:1 punto
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è solo un discorso " Dimensione della grana di satinatura e pressione del getto "(Rugosità) La Francia usa un tipo di sabbiatura più grosso rispetto al Portogallo . Considera poi anche la trasparenza maggiore della capsula rispetto al pezzo di platica che protegge la portoghese, hai mai provato ad aprirne una ? prova vedrai che è tutta un'altra moneta rispetto a come ti appare nel blister.1 punto
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No Cristianaprilia ti sbagli le monete del Portogallo godono di una OTTIMA qualità sia per le B.U. sia per le Proof . Si vede benissimo che la proof è quella a sinistra risalta immediatamente la satinatura sulle parti in rilievo, il problema è che il Portogallo fa delle OTTIME BU per cui la differenza non salta all'occhio come ci hanno abituato altre nazione con le loro FDC. ( ITALIA per dirne una.)1 punto
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Sarei felice di partecipare a una riunione di appassionati di numismatica a Napoli e anche di condividere iniziative e progetti...colgo l'occasione per riproporre una vecchia discussione da me iniziata, si tratta di un sogno, spero non solo mio, che vorrei vedere realizzato: una biblioteca numismatica a Napoli aperta alla libera consultazione il più tempo possibile con servizio bibliografico e di reference. http://www.lamoneta.it/topic/122197-biblioteche-numismatiche/?hl=biblioteche1 punto
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Io non discuto che ai Convegni ci possano essere "periti" che fanno "perizie" per 20 euro, o anche meno. Dico solo che non si tratta di perizie, ma semplicemente di pareri il cui valore è molto sopravvalutato. Considerare periziata una moneta solo perché inserita in una bustina rivettata con un cartoncino compilato dove c'è scritto "a mio giudizio la presente moneta è autentica", è un errore. Questo è un parere, non una perizia, poiché in nessum momento si certifica ciò che veramente è la moneta, ma ci si limita a dire che "a parere di tizio" essa è autentica. Appunto: si confonde un parere con una perizia. C'è una orribile moneta per la quale un notissimo nome della numismatica romana, ormai un reperto archeologico noto per i suoi numerosi cataloghi tuttologhi (vanno dalla monetazione greca sino alla bizantina e alla monetazione provinciale, ha dato un parere attribuendola nientepopodimenoche a Glicerio! Peccato che era di Arcadio. Una perizia è uno studio, dove la moneta appare fotografata in alta definizione, misurata in modo esauriente, descritta, "studiata", se necessario anche eseguendo analisi fisico-chimiche non distruttive, a conclusione del quale il Perito (quello vero, con la P maiuscola) accerta e certifica ciò che la moneta è davvero, giustificando le sue asserzioni con le puntuali osservazioni fatte. Facendo una perizia, egli si assume una grossa responsabilità legale ed è quindi chiamato giuridicamente a risponderne se la perizia risulta errata. Mentre il semplice cartoncino con la scritta "a mio giudizio la moneta è autentica" ha un valore giuridico più limitato, in quanto è un semplice parere, non una perizia, e questo può anche essere dato in 10 minuti: se a qualcuno va bene un parere, allora è soddisfatto. Ma un parere non è una perizia e, per piacere, non chiamiamolo perizia. Comunque anche a esprimere un parere ci si assume una responsabilità, ma assai minore di quella che invece uno si assume con una perizia. A coloro che richiedono il "parere sigillato nella bustina" per poter poi vendere meglio una monetina, ricorderei che loro stessi sono e restano responsabili legalmente di fronte all'acquirente se tale monetina poi non risulta essere ciò che nel "parere" si dichiara che sia, né possono scaricare la loro responsabilità invocando tale "parere scritto" allegato alla moneta. Tutt'al più possono poi rivalersi su colui che ha dato quel parere, ma in prima istanza sono loro i responsabili giuridici della vendita di una moneta risultata poi difforme dalla descrizione. In quanto ai soggetti che forniscono "pareri" scritti sui cartoncini in 10 minuti, visto che in un tempo così breve difficilmente c'è la possibilità di valutare seriamente la bontà di una moneta (più che altro ci si fida del fatto che tale moneta risulta o non roisulta essere stata oggetti di contraffazione, e si verifica se non si tratta di un falso evidente e dozzinale), prima o poi questa più o meno redditizia attività di "emissione di pareri" si ritorcerà contro di loro, quando il loro "parere" risulterà errato: quindi non mi stupisce chegiunga il momento in cui decidano che è un'attività che non merita la pena di essere svolta, se non per le monete che vendono loro stessi, o per monete di vera importanza e che davvero meritano una Perizia (con la P maiuscola) con l'elevato costo che essa comporta. Credo che tutta questa discussione sia sorta semplicemente per la confusione tra ciò che costituisce "perizia" e ciò che costituisce "parere".1 punto
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In questo tread intervengono collezionisti,numismatici,studiosi e commercianti che in tutto abbracciano 2700 anni di monetazione. Una cosa che mi ha colpito è il tempo impiegato per eseguire la perizia....ma dipende dalla moneta! Se porto un'imitativa barbarica ci vorranno alcune ore se non giorni. Se porto un sesterzio di nerone,dovrò cercare di ricostruire il pedigree,comparararlo,altre ore.... Ma se porto un 10 lire del 51,nonostante ci siano falsi,quanto ci vorrà?...meno di un minuto. Per quanto concerne il costo...idem. Una perizia seria costa! Costa perché per garantirne l'autenticità della moneta bisogna ricostruirne la sua storia. Allo stesso tempo 20 euro per trenta secondi di perizia...... Per finire....@@FRA80 cosa avevi scritto nella mail in cui chiedevi la perizia? Perché 10 rifiuti son davvero troppi. Saluti Simone.1 punto
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In poche parole, faccia un esempio per farmi comprendere meglio: supponiamo che mio nipote, un giorno si chiede: perchè nonno, al posto di lasciarmi una quarantina di sterline in oro, mi ha donato una 100 lire Vetta d'Italia? Una risposta semplice "dovrebbe" essere: perchè è una moneta rara, ambita, rappresentativa ecc. ecc. e che si è rivalutata nel tempo di più (?) rispetto 40 "dischetti" d'oro chiamate sterline. Forse questo nonno ci metterà più passione a descriverla, ma se al nipote cominciano a brillargli gli occhi pensando esclusivamente a quanto può ricavarci... ogni spiegazione è vana. Mi vorrei sostituire al nipote, un nipote naturalmente digiuno in materia, e penso che 320 grammi d'oro (40x8) concretamente sono molti di più di 32,25. Ma il nonno mi ha detto che questa specifica moneta vale tanto quanto se non molto di più, anche perché è in eccellenti condizioni, senza alcun difetto, cosa quest'ultima pure certificata! Forse mi spinge a tenerla ancora, di non vedere in questa magnifica moneta, in questa opera d'arte, solo denaro sonante. Ma non sono interessato, ed essendoci altre priorità vorrei che quest'uomo nudo con in mano non ho capito cosa (la Nike) raffigurato sulla moneta si trasformasse in soldoni, od ad un numero a 4 cifre sul mio conto corrente, forse il nonno cercherà di dissuadermi, ma me l'ha donata e quindi è mia. Da profano debbo trovare un onesto compratore, affidarla ad un'asta, evitare false promesse ecc. ecc. ecc. cercare di evitare di svenderla... ma non essendo esperto e senza un valido aiuto potrei fare qualche sciocchezza... Avrei preferito del denaro liquido su un libretto... vabbè... e se proprio monete dovevano essere, avrei preferito le 40 sterline d'oro.... anche con qualche graffietto! :D1 punto
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ma un perito che si rifiuta di fare perizie ........ avrà sbagliato mestiere ??!!1 punto
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L'Unione Delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. 5 КОПЕЕК. Francia. Quarta Repubblica. 100 FRANCS (Coniate a Beaumont-le-Roger). Repubblica democratica popolare la Cecoslovacchia. Decennio della liberazione della Cecoslovacchia 10 KORUN. 25 KORUN. 50 KORUN. 100 KORUN. Svezia. Gustaf V (1858 — 1950) 2 KRONOR. Popolare Repubblica federale di Iugoslavia. 10 ДИНАРА. 20 DINARA. 50 ДИНАРА.1 punto
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Nel corso degli ultimi mesi il catalogo delle medaglie papali si è arricchito di una fantastica raccolta di medaglie papali di grande qualità e rarità. Ritengo si tratti di una delle collezioni private più importanti al mondo (Raccolta Ildebrando) che ho avuto la fortuna, l'onore e il piacere di vedere e fotografare. Per ora sono state postate solo le fotografie relative alle medaglie Papali in argento. Ma sono presenti anche molte medaglie inedite che posterò anche qui in seguito per evidenziarne l'interesse storico ed artistico. Proseguirò l'inserimento delle immagini in catalogo nel corso dei prossimi mesi.1 punto
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