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  1. .Pino.

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/11/15 in tutte le aree

  1. Moneta comune, appena entrata in collezione, tuttavia mi sembra molto gradevole ed in alta conservazione...poi ho sempre avuto un debole per questa particolare rappresentazione dell'aquila bicipite austriaca, tipica del regime di Dollfuss. Il 1934 è proprio l'anno che vide la morte del dittatore austriaco, ad opera dei nazisti austriaci che volevano l'annessione alla Germania di Hitler. Engelbert Dollfuss aveva preso il potere nel 1932, fondato il Fronte Patriottico ed aveva rapidamente trasformato il suo governo in una replica del regime fascista italiano, tanto che oggi gli storici definiscono questo periodo come "Austrofascismo". Tuttavia l'ascesa di Adolf Hitler in Germania nel 1933, creò gravi problemi al dittatore austriaco che aveva posto fuori legge tutti gli altri partiti, incluso quello nazista. Dopo vari disordini, nel luglio del 1934 un gruppo di congiurati assalì la Cancelleria mentre Dollfuss guidava un Consiglio dei Ministri, ed il dittatore rimase gravemente ferito al collo da un colpo d'arma da fuoco. Non gli venne dato soccorso e gli assalitori dichiararono alla radio le dimissioni di Dollfuss, mentre questi in realtà stava morendo dissanguato. Mussolini ricevette immediatamente la notizia del tentativo di colpo di stato, e diede personalmente la notizia della morte di Dollfuss alla moglie ed ai figli che erano casualmente ospiti nella sua villa di Riccione. In seguito Mussolini si fece garante dell'indipendenza austriaca e mandò quattro divisioni al Brennero, Adolf Hitler rimase stupito dalla reazone italiana e ritenendo di non essere ancora pronto per scatenare una guerra con le potenze occidentali sconfessò pubblicamente l'operato dei golpisti dichiarando il proprio cordoglio per l'assassinio di Dollfuss. Kurt Alois Von Schuschnigg, represso il tentato colpo di stato, divenne il nuovo cancelliere austriaco proseguendo le politiche di Dollfuss sino al 1938, anno in cui avvenne il famigerato Anschluss ovvero l'annessione dell'Austria alla Germania con la connivenza dell'Italia fascista ormai divenuta alleata di Hitler.
    6 punti
  2. A suo tempo fui perito professionale con regolare partita IVA e iscrizione alla CC (non al NIP), anche se è da secoli che non perizio più monete. Quando lo facevo, periziavo unicamente monete romane imperiali di bronzo, perché ritenevo di non essere sufficientemente preparato per periziare altre monete. Oggi comprendo che un commerciante che sia anche perito voglia periziare unicamente le monete uscite dal suo negozio. Questo per una ragione molto semplice: ne conosce l'origine. L'arte della faslificazione ha raggiunto livelli veramente "eccellenti". Periziare una moneta consegnata da un cliente, che dichiara un'origine ma che il perito deeve accettare per vera, oppure verificarla nel listini di aste, è una responsabilità enorme. Ovviamente il rischio è di periziare per buona una moneta falsa, con le conseguenze gravissime che poi potrebbero ricadere sul perito. Se è egli stesso che ha venduto la moneta, ne conosce l'origine e a suo tempo già l'ha analizzata e quindi la perizia richiede un impegno relativamente non gravoso. Ma se non ne conosce l'origine, allora la perizia richiede analisi assai più sofisticate e quindi un onere molto più gravoso che inevitabilmente verrebbe a gravare sul cliente che chiede la perizia. Periziare seriamente una moneta, non importa quanto importante essa sia poiché l'impegno richiesto non è condizionato dal valore della moneta periziata, richiede un tempo considerevole, analisi con strumenti ottici sofisticati, e molti, molti anni di esperienza. Qualcuno ha scritto che era disposto a pagare 20 euro per una perizia: cioè quello che si dà a una colf per un paio d'ore di lavoro? Vi pare un pagamento equo per il lavoro di un perito numismatico che ha alle spalle decenni di esperienza? Ci sono periti che guardano una moneta, ci dedicano pochi minuti, e poi la sigillano: vale qualcosa tale perizia? Ho premesso che mi riferisco al periziare seriamente. Non credo che una perizia davvero seria e accurata possa "valere" meno di 100 euro: credo, invece, che ne possa valere di più. Quindi comprendo perfettamente il commerciante-perito che non s'impegna a periziare per 20 euro una moneta non venduta da lui, perché tale "retribuzione" non è congrua, se la perizia è effettuata seriamente. Quindi a mio vedere una perizia numismatica merita davvero solamente quando la moneta da periziare è davvero importante, vuoi per valore commerciale, vuoi (soprattutto) per interesse storico, archeologico e numismatico.
    6 punti
  3. Sono contrario a fare nomi pubblicamente in quanto si scatenerebbe una gogna mediatica, un processo virtuale come accade quotidianamente in televisione e sono cose che, personalmente, odio. Tizio viene accusato, ergo tizio è colpevole e comincia il girone del "daje allo stronzo" (scusate il francesismo) ancora prima che a tizio sia data la possibilità di difendersi. A quanti sostengono che facendo i nomi si darebbe loro la possibilità di replicare: A) non tutti i commercianti sono iscritti al forum quindi, salvo che qualcuno non li informi, non verrebbero mai a conoscenza della discussione e non potrebbero replicare B) non tutti i commercianti "incriminati" avrebbero la possibilità, il tempo o le capacità per registrarsi al forum (magari non usano internet ?) C) il punto più imporante....questo è un forum, non un'aula giudiziaria. Se uno vuole rendere pubblica una vicenda è libero di farlo, ma aspettarsi un contraddittorio per poi ergersi a giudice per stabilire chi ha ragione e chi no mi sembra un tantino fuori luogo. Esistono altre vie da seguire. la NIP, ad esempio, ha istituito lo "sportello del cittadino", gestito non dalla associazione ma dal CoLAP in collaborazione con Adiconsum, la nota associazione per la tutela dei consumatori. Trovate il relativo link sul nostro sito
    6 punti
  4. Molto spesso, forse troppo spesso, ci ritroviamo a discettare sull'autenticità o meno di una moneta greca. Nella storia del collezionismo è sempre stata molto attiva l'industria del falso e molti falsi che ricorrono nell'attuale mercato numismatico non sempre sono opera recente. Poi nelle stesse collezioni di musei, italiani e stranieri, sono presenti diversi falsi, alcuni magari non ancora riconosciuti come tali. La falsificazione delle monete antiche ha le sue origini in tempi lontani, praticamente insieme all'interesse collezionisti verso queste monete. Quindi già nel Rinascimento furono creati falsi sia per riempire i vuoti nelle collezioni sia per frodare lo stesso collezionista. Il XIX secolo fu molto attivo e accanto a falsi (in genere per fusione) esistono esemplari anche unici che sono oggettivamente molto difficili da valutare, se non ricorrendo a tecniche molto sofisticate. Una fondamentale innovazione nella tecnica di falsificazione è stata la cosiddetta "pressofusione", che permise di migliorare i difetti riscontrati nei semplici falsi fusi da calco. E' difficile identificare con precisione quando nacque questa tecnica, ma ritengo sia nata nei primi anni '70, ad opera di alcuni giovani siciliani, che erano riusciti a maneggiare le presse idrauliche utilizzando tondelli. Uno dei primi esemplari usciti con questa nuova tecnica è un famoso tetradramma di Pirro, che comparve sul catalogo di asta Leu/Munzen und Medaillen, del 18 maggio 1974 (la famosa asta della collezione "Kunstfreundes"), al lotto 239: Esso fu venduto alla bella somma di 25.000 franchi svizzeri. Eppure era un falso (anche se non strombazzato in giro), come poi riconobbe la compianta Hurter, che credette pure di identificare il giovane autore dell'opera. Il Boehringer invece sosteneva che era piuttosto un falso ottocentesco, ma credo sia nel torto. La moneta risulta essere un prodotto di "pressofusione", uno dei primi a uscire con questa tecnica. Infatti è possibile riconoscere: A) una quasi perfetta circolarità del tondello, B) una sua certa sottigliezza e non certo una globularità, ma sopratutto C) una miriade di piccole fessurazioni a raggiera lungo i bordi, che sono indici di una temperatura alquanto fredda e di sicuro non corretta del tondello quando veniva sottoposto alla pressa. Molto abile il tentativo evitare la comparsa del bordo a puntini, per ridotto tondello, che avrebbe rivelato ancora più facilmente la falsità della moneta. E' difficile dire quale prototipo fu usato per produrre tale copia. In ogni caso si presenta molto simile all'esemplare De Luynes 1898, ora nel medagliere di Parigi, che proviene dalla stessa coppia di conii. E presente anche su Franke-Hirmer al n. 150: Il problema è che manca un'adeguata informazione sui falsi, per limitarci alle monete importanti, e non viene più stampato nemmeno il Bulletin of Counterfeits. Le grandi case di asta hanno spesso un proprio archivio di falsi, che è generalmente molto apprezzato e richiesto. Così quando una importante ditta numismatica cessa la sua attività, capita che il suo archivio di falsi viene trasferito ad altra ditta. Così l'archivio di falsi della Munzen und Medaillen di Basilea è passato a Kuenker, mentre quello, ancora più importante, della Leu/LHS, che fu molto curato dalla Hurter, sembra sia passato alla Numismatica Genevensis, a Ginevra. Sicuramente è molto importante poter contare su tali archivi, che però sono assai difficili da accedere, anche a studiosi. Al massimo qualche informazione viene scambiata fra numismatici professionisti. Quindi se si ha qualche informazione sui grandi falsari ottocenteschi, come Cigoi, grazie anche al ricupero di relativi punzoni, resta invece molto difficile ricostruire una storia del falso siceliota nel corso del XX secolo. Ad esempio tra gli anni '30 e '60 fu attivo un falsario siciliano, di nome Lauricella (non ho il nome di battesimo), che aveva la caratteristica di orientare sempre e precisamente i conii alle ore 12,00. Successivamente comparvero altri falsari come Landolina per l'argento e Prudente per il bronzo, che furono attivi soprattutto negli anni '60 e '70. Purtroppo non ho esempi nè foto che permettano di assegnare alcune opere a questi falsari del recente passato. Adesso i falsari sono aumentati di numero e sono sempre più agguerriti, specie sul piano tecnico, anche se non mancano autentiche prese in giro (o, se preferite, per il culo), come questo buffo esemplare della comunissima emilitra di Himera, ora spacciata da Owens come un inedito, con una faccina al posto di un globetto....
    5 punti
  5. Taglio: 10 cent Nazione: Monaco :yahoo: Anno: 2001 Tiratura: 300.000 Condizioni: qBB+ Città: Milano
    5 punti
  6. Ringrazio tutti gli utenti che ancora una volta hanno confermato la stima e la fiducia nei confronti dei Curatori del forum Euro. Invito quest'ultimi a fornire il loro supporto partecipando attivamente alla vita del Forum. Sono convinto che grazie all'apporto di @.Pino. e @@Luca1984, al consueto contributo di @@Ciccio 86 e @@MEDUSA51 ci sono tutti i presupposti per fare un ottimo lavoro.
    5 punti
  7. Ciao @@gigipaola2012 direi proprio di sì, probabile contraffazione. Se guardo il leone il mio primo istinto è.: falsa. grammi 0,80 cioè la metà del normale pero teorico, millimetri 16 quindi circa 2 millimetri in meno. Ma la leggenda è più chiara. Se ruoti la moneta vedi DVX VE CROCE. Buttata così: FRINCO Leggenda NON NOBIS DEVX VE ossia Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam è il motto dei Cavalieri templari dell'Ordo Templi e significa: "Non a noi, o Signore, ma al tuo nome da' gloria". Il testo è la traduzione dei versetti mediani del Salmo 113 (Antica Vulgata) o dell'"incipit" del Salmo 115 (secondo la numerazione ebraica) della Bibbia ed è anche inciso su una fascia di basamento che occupa l'intera larghezza della facciata di Ca' Vendramin Calergi sul Canal Grande a Venezia. Questa stessa scritta è riportata anche sulle finestre della facciata di Palazzo Zabarella a Padova e sul basamento del campanile parrocchiale di Santa Barbara[1] di Mestre (2001). La sola scritta Non nobis domine non nobis è incisa su una lapide incastonata nella facciata lato lago di Garda del Municipio di Salò (BS). Prendi tutto ciò con le dovute cautele.
    3 punti
  8. @@dabbene il collare alla spagnola era segno di appartenenza a un potere? Milano che è proprio la tua monetazione era dal 500 che venivano coniate così? allego foto del granduca successivo con il collare alla Spagnola Ferdinando II Medici 1635 R3 :silly: :silly: :bash:
    3 punti
  9. In effetti , all'effetto" gogna mediatica" non ci avevo pensato, dato che certi "metodi" non rientrano nella mia etica morale, ma in effetti, ripensandoci, devo concordare con Alberto che ,invece, è un metodo molto spesso utilizzato , insieme alla denigrazione, per acquisire immeritati vantaggi sui concorrenti da parte di soggetti che altro non hanno da far valere se non la loro malignità e maldicenza. In ogni caso, avevo , nel mio primo post di risposta, appunto invocato il portare a conoscenza dell'associazione queste situazioni, mentre nei successivi ho solo invocato il fatto di fare i nomi, ma senza ribadire che intendevo dire "farli all'associazione" come nel primo mio scritto. Come ho scritto e come è riportato sotto: L'essere della NIP, non purifica affatto...semmai è una aggravante morale in queste situazioni, visto che c'è uno statuto ,in cui si stigmatizzano questi comportamenti, e che ci si impegna a rispettarlo all'atto dell'ammissione...ecco perché vorrei che queste situazioni fossero portate a conoscenza dell'associazione.
    3 punti
  10. Beh..a questo punto penso che almeno avrete capito la differenza tra commerciante di monete e commerciante numismatico.
    3 punti
  11. Niente di nuovo all'orizzonte. Quando vuoi acquistare sono tutti gioielli,quando vuoi vendere sono tutti rottami. Ciao
    3 punti
  12. 9 ottobre 2010-2013 Sono trascorsi tre anni dalla improvvisa e inaspettata scomparsa di Mario Traina e, come ormai sta diventando un’abitudine, cerco di non far passare inosservata sul forum la ricorrenza. Ha rappresentato certamente una figura di spicco, vero e proprio collante tra le diverse anime della numismatica: studiosi, commercianti, collezionisti. Senza dimenticare il ruolo da lui svolto nel cercare di mediare e favorire posizioni di incontro tra collezionisti da un lato e tutori del patrimonio culturale dall’altro. Un giornalista di razza, senza peli sulla lingua e tanto meno sulla penna. Questo gli ha provocato anche amarezze e, a volte attacchi personali. Ma ha fatto di lui un punto di riferimento, soprattutto per i giovani che erano il suo vero pallino e dai quali è stato amatissimo. Per il ricordo di quest’anno posto qui la scansione del suo saluto ai lettori, pubblicato sul n. 160 del febbraio 2004 di «Cronaca Numismatica». Naturalmente ha poi continuato, anche se non più nelle vesti di curatore, a collaborare con la rivista, fino alla fine, tanto che le ultime risposte alle lettere che gli pervenivano tramite la seguitissima rubrica della Posta, furono pubblicate per alcuni numeri anche dopo la sua scomparsa. (segue)
    2 punti
  13. Sinceramente non capisco in virtù di quale legge, scritta o morale, uno debba sentirsi obbligato a periziare le monete altrui, pena il giocarsi la reputazione alla stregua di un malfattore, di una persona poco seria.... Il libero arbitrio da me accennato in precedenza vale per tutti, tanto per il perito quanto per gli eventuali clienti: non vuoi periziarmi le monete ? Ne cercherò un altro che mi faccia questo servizio. Punto.
    2 punti
  14. Taglio: 50 cent Nazione: Germania A Anno: 2003 Tiratura: solo in divisionale :yahoo: Condizioni: qBB+ Città: Milano
    2 punti
  15. Taglio: 10 cent Nazione: Finlandia Anno: 2004 Tiratura: 506.000 Condizioni: BB+ Città: Milano
    2 punti
  16. Taglio: 50 cent Nazione: San Marino Anno: 2006 Tiratura: 193.880 Condizioni: BB/BB+ Città: Milano Note: 2 monete
    2 punti
  17. Carissimo Alberto/Acraf il tema che stai toccando mi sembra molto interessante e stimolante, ancorchè complicato se si dovesse fare un excursus su basi scientifiche, atteso l'alone di mistero e "si dice" che circonda il tema... Credo comunque che se vorrai proseguire in questo excursus saranno in molti a ringraziarti e ad apprendere notizie nuove, quindi...coraggio! Una piccola annotazione presuntamente tecnica : credo che tu abbia usato il termine di pressofusione un po' impropriamente per il primo pezzo che hai presentato (Pirro), in quanto credo ( ma se sbaglio correggimi ) sia in realtà un pezzo sostanzialmente coniato alla pressa. A livello di curiosità ti posso dire che la pressofusione era già un metodo industriale nell'ottocento e che comunque consiste essenzialmente in una iniezione a pressione di metallo fuso in uno stampo a conchiglia, eventualmente raffreddato all'interno. La differenza con la fusione semplice è evidente : se ben fatta la pressofusione va a riempire i dettagli anche minuti, permette spessori minimi, diminuisce drasticamente le bollicine e gas vari etc. ... ma non può riprodurre i minimi dettagli ( tra l'altro in sottosquadro ) delle crepature del bordo...inoltre rimarrebbe il problema dei punti di ingresso del metallo fuso, in maniera simile alle tradizionali fusioni. A quanto ne so, le pressofusioni possono avere crepe da ritrazione, ma non possono avere una crepettatura così fine e relativamente regolare, né nell'impronta dello stampo nè per raffreddamento... Mi sembra quindi più facile pensare a una pressa che conia uniformemente ( le crepe credo abbiano a che fare con l'espansione del metallo in zona non contenuta e distante dal centro e non abbastanza calda nel punto ) o, al limite, una successiva pressione con stampo su una base pressofusa, ma credo che l'effetto sia diverso e sia tecnica usata più avanti con l'avvento di resine e materiali vari... Immagino comunque che siano cose che tu già ben conosci... :) Un cordiale saluto, Enrico P.S. quanto alla seconda moneta : una splendida presa per le chiappe... già mi immagino il falsario piegato in due dalle risate a pensare ciò che ha detto Owen.
    2 punti
  18. @@gigipaola2012 Carissimo il senso è molto semplice: guadagno. Il sesino aveva un valore di 2 quattrini cioè 8 soldi. Lo Stahl aveva calcolato che dalla produzione di monete minute la Zecca di Venezia aveva un guadagno di circa il 40%. Se facciamo un calcolo sono 3 piccoli o denari per moneta. La stessa zecca finanziò le guerre con i turchi con la produzione massiccia di monete fiduciarie come quattrini, sesini, soldi da 12 bagattini ecc. ecc. Eccome se c'era un senso.
    2 punti
  19. Concordo quasi su tutto quanto sopra esposto da @@Alberto Varesi tranne che sul fatto che la difficoltà della perizia e di conseguenza il tempo ed impegno necessario siano direttamente proporzionali al valore della moneta. Allo stesso tempo vedo aprirsi un grosso vuoto nel mercato e auspico possa nascere un ordine professionale che garantisca la competenza di periti non commercianti che abbiano la voglia di giudicare le monete di modo che chiunque abbia questa necessità possa soddisfarla.
    2 punti
  20. Mi inserisco con un piccolo distinguo. Riterrei incontestabile che il perito numismatico - iscritto NIP o no - sia un libero professionista e come tale può sempre decidere di rifiutare un incarico, senza dover dare motivazione sul punto (salvo... la dovuta cortesia verso il potenziale cliente). Ci può essere chi vuol periziare monete esclusivamente R4, con un onorario in percentuale sul rilevante valore delle stesse e poi magari così facendo lavora assai poco, e chi invece preferisce fare decine di perizie a settimana su ogni moneta che gli sia presentata, lavorando spesso a costi standard. Ogni professionista è libero nell'accettare o meno gli incarichi e gestirà le conseguenze del suo approccio. Tuttavia, in questo caso il diniego è stato legato a una "esclusiva" di perizia verso le monete vendute nel proprio negozio: non è il rifiuto a periziare, ma è questa motivazione che mi lascia un poco perplesso...
    2 punti
  21. Ciao Sim 75 purtroppo non mi racconti niente di nuovo,voglio aggiungere un'altra risposta simile alle tue,data do un noto perito numismatico: (Lei lo sa che Le costa 100 euro con la mia perizia la moneta ha una super valutazione.....) la mia risposta provocatoria fu: ma Lei lo sa che adesso voglio 200 euro perchè l'ha presa in mano..... non vado oltre ma immaginati il proseguo. Da quel giorno mi sono detto che se la numismatica è la mia passione,dovrò saper riconoscere una moneta falsa da una vera a colpo d'occhio, e mi sono dedicato intensamente a questo studio non del tutto facile ma molto affascinante. Aggiungo un pensiero personale del tutto opinabile,la perizia di una moneta non aggiunge nessun valore alla stessa ma la chiude in una bustina di plastica, mai piu palpabile con le mani privandoci dell'emozione che al tatto trasmette. Saluti Latino
    2 punti
  22. In poche parole, faccia un esempio per farmi comprendere meglio: supponiamo che mio nipote, un giorno si chiede: perchè nonno, al posto di lasciarmi una quarantina di sterline in oro, mi ha donato una 100 lire Vetta d'Italia? Una risposta semplice "dovrebbe" essere: perchè è una moneta rara, ambita, rappresentativa ecc. ecc. e che si è rivalutata nel tempo di più (?) rispetto 40 "dischetti" d'oro chiamate sterline. Forse questo nonno ci metterà più passione a descriverla, ma se al nipote cominciano a brillargli gli occhi pensando esclusivamente a quanto può ricavarci... ogni spiegazione è vana. Mi vorrei sostituire al nipote, un nipote naturalmente digiuno in materia, e penso che 320 grammi d'oro (40x8) concretamente sono molti di più di 32,25. Ma il nonno mi ha detto che questa specifica moneta vale tanto quanto se non molto di più, anche perché è in eccellenti condizioni, senza alcun difetto, cosa quest'ultima pure certificata! Forse mi spinge a tenerla ancora, di non vedere in questa magnifica moneta, in questa opera d'arte, solo denaro sonante. Ma non sono interessato, ed essendoci altre priorità vorrei che quest'uomo nudo con in mano non ho capito cosa (la Nike) raffigurato sulla moneta si trasformasse in soldoni, od ad un numero a 4 cifre sul mio conto corrente, forse il nonno cercherà di dissuadermi, ma me l'ha donata e quindi è mia. Da profano debbo trovare un onesto compratore, affidarla ad un'asta, evitare false promesse ecc. ecc. ecc. cercare di evitare di svenderla... ma non essendo esperto e senza un valido aiuto potrei fare qualche sciocchezza... Avrei preferito del denaro liquido su un libretto... vabbè... e se proprio monete dovevano essere, avrei preferito le 40 sterline d'oro.... anche con qualche graffietto! :D
    2 punti
  23. Mai metterei le mie monete sotto plastica...
    2 punti
  24. È il cancro dell'acmonital
    2 punti
  25. @@giorgiogiorgini807 dipende da quanto sei disposto a spendere:più spendi e più puoi avere un ritorno economico,anche a breve termine. Le cose sono due:o ti fai una tua esperienza sulle monete da acquistare(ci vuole un sacco di tempo)oppure ti affidi a chi le monete le osserva da lungo tempo e ne conosce le rarità e gli andamenti di mercato Qui ti si potrà dire acquista questo tipo di monete o quell'altro ma in realtà le occasioni capitano e non bisogna farsele scappare,quindi ,bisogna puntare sulle occasioni e le occasioni si comprendono se si conoscono le monete e le loro rarità. Il problema è che dovresti affidare i tuoi denari ad una persona o a più persone in grado di conoscere e fiutare l'occasione ed acquistare per te,dietro compenso di una percentuale.In giro ,però,troverai persone esperte senza dubbio ,ma sono esperte per una determinata Zecca o per un determinato imperatore . --Salutoni -odjob
    2 punti
  26. Luciano sei un idolo. ti avrei visto benissimo in una stamperia settecentesca veneziana come correttore di bozze (ovvero spostatore di caratteri mobili). Grande!
    2 punti
  27. Buonasera @@Bazor2015 , @@claudioc47, @Manuel88 , @Lay11 , @matteo95 , @refero1980 @@bizerba62 , @@Tenebroleso e a tutti gli altri "sudditi di sua maestà la sovrana d'oro" (questa non è mia ma di Michele :pleasantry: ). Oggi volevo condividere con voi le foto di uno dei pezzi a cui più tengo della mia raccolta. Nel 1989 la "Royal Mint Llantrisant" emise una serie di sterline e multipli di rarità R2 totalmente diversa dai tipi precedenti per festeggiare il 500esimo anniversario della sovrana d'oro coniata sotto Enrico VII. Riporto alcune informazioni dal nostro catalogo: Entrambi i lati sono stati disegnati Bernard R. Sindall. Vennero emesse 25000 mezze sterline proof, 23471 sterline proof, 17000 doppie sterline proof e infine 7937 pezzi da 5 sterline (2937 normali e 5000 proof). Al dritto è rappresentata la regina seduta sul trono (assomigliante alla regina Elisabetta I) al rovescio lo stemma sormontato da una doppia corona Tudor e che racchiude gli stemmi del regno. Alla mia collezione manca ancora il pezzo da 5 sovrane e spero di aggiungerlo prima o poi anche se i prezzi iniziano a divenire proibitivi. Condivido il mio esemplare da 2 sterline, spero vi piaccia nonostante le foto "artigianali" :rofl: contorno: rigato diametro: 28,4 mm peso: 15,98 gr Una buona serata a tutti.
    2 punti
  28. Se siete amanti delle alte conservazione e delle monete perfette, questo post non fa per voi.. Se invece amate la storia ed apprezzate il valore storico che trasmettono le monete.. siete nel posto giusto! :pleasantry: È con grande emozione che vi mostro questo mio ultimo acquisto, un quarto di ducato coniato in quel maledetto 1527, quando sotto l'assedio dei lanzichenecchi Clemente VII fu costretto, in stato di necessità, a far fondere tutti gli arredi sacri presenti nel tesoro vaticano per soddisfare le insaziabili richieste dei mercenari tedeschi, con l'iperbolica cifra di 300.000 ducati. Questi ducati, come ben saprete, furono coniati proprio col metallo fuso proveniente da arredi sacri, gioielli e altro (anche la tiara papale finì nel crogiolo), e oggi sono rarissimi (i quarti di ducato) e della più grande rarità (i ducati e mezzi ducati) in quanto ci si accorse che tali monete contenevano una buona percentuale di oro: furono fuse in massa per ricavarne metallo prezioso, e già nel '700 erano molto difficili da trovare. Il Traina scriveva che "non c'è collezione di papali antiche che si rispetti che non abbia almeno una di queste monete in collezione", e sinceramente questa moneta per me è sempre stata un sogno proibito, viste le alte valutazioni di questa serie di monete. Ancora non mi rendo conto di essere riuscito ad aggiudicarmela! Sono davvero felice ed emozionato. Lo so, la conservazione è problematica, quella rottura del tondello è importante ed incide ovviamente sulla valutazione della moneta (che per altro mi sembra in ottima conservazione visto anche il tipo), ma considerando che si tratta di un'emissione di necessità, e viste le circostanze di coniazione (fu allestita una zecca provvisoria in Castel Sant'Angelo), quel difetto ben rappresenta le difficili condizioni che determinarono questo tipo di emissione. Forse si tratta di una mancanza del tondello all'origine? Chiedo ora a voi gentilmente una indicazione con dei passaggi d'asta recenti per questo tipo di moneta, alla NAC di un paio di anni fa un quarto di ducato BB/SPL fu battuto a 6000 euro.. ovviamente la mia viaggia su tutt'altre cifre, ma stiamo comunque parlando di una moneta rarissima (io la considero R3, siete d'accordo?) e molto richiesta dai collezionisti di papali. Graditi anche commenti (sia positivi che negativi ovviamente, ma abbiate pietà di questa moneta martoriata mi raccomando..), valutazioni di conservazione, catalogazione e qualsiasi altro feedback. Ci tenevo a condividere con voi questa mia grande soddisfazione.. Credo che poche altre monete possano avere un così alto valore storico come queste. E per una volta tutto questo vince sulla mera conservazione.. almeno per me.. Marco
    1 punto
  29. Forse sarebbe il caso di dire che una perizia di una moneta non si fa in 10 minuti. Al massimo, se la moneta non presenta dificoltà alcuna, in 10 muniti si dà un parere, cosa ben diversa dalla perizia. Il perito certifica un dato di fatto, non dà un semplice parere. Se poi ci sono "periti" che "periziano" monete in 10 minuti o addirittura sulla base di una fotografia inviata per posta o per emali... beh, c'è di tutto nella vigna del Signore. Ci sono anche dei "medici" o che presumono di essere tali - mi auguro che siano pochissimi! - che fanno le diagnosi per telefono. Se qualcuno si fida di siffatto medico, sono affari suoi. Se qualcuno si fida di un parere dato in dieci minuti, anche se scritto in un cartoncino poi collocato in una busta rivettata, sono affari suoi. Ma per piacere, non chiamiamo le prime "visite mediche" e non chiamiamo le seconde "perizie". Cerchiamo di essere seri.
    1 punto
  30. Grazie a tutti amici!! Ovviamente non è potuto mancare il regalo numismatico... Mio fratello @@Magpie mi ha scovato un bilancino con astuccio e set di pesi monetali che fa impazzire!! A presto e grazie ancora Luca
    1 punto
  31. Quindi ricapitoliamo: Elenco Parziale 1 2 4 5 6 7 10 11 14 15 16 17 18 non censito dal Papadopoli - post N° 8 19 non censito dal Papadopoli - post N° 10 Mancano : 3 - 8 - 9 - 12 - 13
    1 punto
  32. Beh ricambio i complimenti per il pezzo. Sono monete tanto belle quanto ostiche da immortalare. Questa è sicuramente la mia sterlina preferita anche se molto distante nella grafica dalle altre. Concordo che soprattutto il rovescio della 2012 non sia riuscito bene ma è anche vero che rinnovare il capolavoro di Pistrucci sia un lavoro irrealizzabile. Nelle mie preferenze subito dopo la "monarca in trono" viene la "corona gotica". In generale le monete proof non mi esaltano eppure sono le due coniazioni che mi attraggono di più. Ne ricordo un esemplare postato qualche tempo fa da @@matteo95. Era una foto stupenda.
    1 punto
  33. qBB a 90 euro andrebbe bene
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  34. diciamo pure che si sta assistendo sempre più a vendite di perizie invece che di monete! Monete di valore veramente basso(4/5€)che con la perizia,in vendita strappano quei 9/10€... Quanto costano una bustina e cinque rivetti?Quanto tempo ci vuole a scrivere un cartellino e chiudere una moneta? Ecco...quando si vedono queste cose il fatto di segnalare la cosa perde anche di significato,tutti sanno nell'ambiente che ci sono periti di "manica larga" che giocando sulla soggettività del giudizio magari elargiscono quel mezzo grado in più sulla conservazione quando vendono le proprie monete o periziano molti pezzi ad un buon cliente. La reputazione di un negozio la fanno i clienti ed il passaparola,ed i risultati molto spesso si vedono.Purtroppo c'è sempre un sottobosco dove alcune persone non proprio correttissime riescono ancora ad operare,ma da diversi anni l'avvento di internet ha reso molte persone più informate e acceso i riflettori su molte "astuzie" dei venditori senza scrupoli. C'è questo strumento eccezionale del Forum,quindi nel dubbio chiedere,chiedere sempre senza esitazioni. Buona domenica a tutti Marco
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  35. I massari che gestivano la zecca erano eletti dal consiglio per un periodo che variava da 1 a 2 anni, anche se per alcuni era un incarico a vita. Attenzione però erano un gruppo, équipe. A tutti era fatto obbligo ( anche a quelli che fungevano da collaboratori) recarsi alla zecca tutti i giorni lavorativi, con multe per ASSENZE INGIUSTIFICATE :rofl: o MALATTIE TROPPO FREQUENTI :rofl: . L'organizzazione assicurava in ogni momento la presenza in zecca di un responsabile detto "Massaro della quindena". Tutti gli altri in servizio in quel periodo erano ausiliari. Quando erano in 3 il secondo era detto socius e pure lui era quasi sempre in zecca, mentre il terzo era a disposizione per sostituzioni o per dirimere controversie. La quindena era un termine che poteva essere superato, ma al termine della quindena (2 settimane o 15 giorni), il penultimo giorno il massaro dei 3 in carica trasmetteva al successore il resoconto, consegnava le chiavi, consegnava l'argento e i tondelli non finiti dovevano essere fusi e ribattuti. Quindi 15 x 3 siamo a 45, considera che alcuni avessero il biennale, considera che si parla di almeno 3 ma potevano essere anche 4, come cifra ci siamo. L'episodio citato da Luciano è del 1376 quando Bianco da Mosto ottenne un permesso per recarsi a Roma in pellegrinaggio per sciogliere un voto. Da aggiungere che lo stesso 5 anni dopo fu accusato di appropriazione indebita e condannato in absentia . Questo dimostra che aveva avuto più incarichi.
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  36. Un grande..che non aveva peli sulla lingua..pane al pane e vino al vino...Mi ha anche regalato alcuni suoi libri quando ebbi l'onore di conoscerlo nel lontano 2000....una persona piacevolissima...Ricordo che andammo a pranzo e ci raccontò a me e ai miei collaboratori, uno spezzone della sua intensa vita. Un numismatico di altri tempi.
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  37. Buona Domenica E' probabile, oppure qualche massaro ha assunto una seconda carica a distanza di tempo ed ha utilizzato un secondo segno per distinguerlo da quello usato nel primo periodo. In zecca, ma anche in altri uffici dello Stato, era possibile ottenere, a seconda delle motivazioni e dopo benestare, delle licenze anche per lunghi periodi; erano una sorta di aspettativa non retribuita, con l’obbligo però di rientrare alla data fissata, pena la perdita anche in perpetuo del posto, oltre a maggiori pene a discrezione della “Signoria”. Ricordo di un tizio che ebbe una aspettativa di mesi per recarsi a Gerusalemme per assolvere ad un voto; un'altro che ebbe una lunga licenza per recarsi in Istria, dove doveva svolgere delle incombenze burocratiche circa un'eredità della moglie. Sarebbe probabile (il condizionale è certo) che al rientro da una lunga licenza, il massaro avesse assunto un segno differente, pur non facendo aumentare il numero dei nominativi dei massari. saluti luciano
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  38. Le monete romane non sono il mio campo ma, vista la mole delle risposte, provo ad esporti il mio pensiero. - La forma a losanga è molto regolare e nel fondo della "contromarca" mi sembra du scorgere un simbolo/carattere (sembra una Y?). - Sul bordo superiore scorgo una bava formata dallo spostamento del materiale in seguito al colpo inferto con precisione e forza: vedi fondo della contromarca, comunque, simbolo a parte, regolare e piatto (parallelo alla superficie della moneta). - Quanto scritto sopra mi fa pensare ad uno strumento realizzato allo scopo. L'usanza di contomarcare le monete allo scopo di rivalutarle era già presente in epoca romana. Se teniamo conto che alcuni collezionisti rinascimentali (Isabella d'Este, Cesare d'Este) avevano la consuetudine di contromarcare le monete delle proprie collezioni..... Di quanto sopra la mia idea penso sia chiara....contromarca. Un saluto Mario
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  39. Ciao Daniele, a Verona ci sarò e sarà un piacere anche ricevere e poi leggere anche il Quaderno 2, vediamo di far crescere anche partendo da qui dal forum che è poi un megafono comunicativo incredibile la numismatica che ha bisogno di una base di appassionati , studiosi privati, collezionisti non perché ci debbano essere per statuto ma per un semplice fatto culturale, e' giusto e necessario che in un paese ci siano persone che studino la storia, le proprie identità, le proprie monete, saranno persone semplicemente più consapevoli e portatori di messaggi da tramandare ad altri che è poi la famosa divulgazione..... E tutto questo puo' partire da nuovi strumenti come questo network o da realtà locali come sono i circoli, o magari come stiamo facendo ora dall 'unione delle due componenti e quindi potremmo concludere che unire a volte si può ed e' anche utile..... E visto che ci siamo diciamo che la numismatica e' formata da persone con conoscenze differenziate, quindi ben vengano pubblicazioni leggibili ed accessibili come e' giusto che ci siano punti reali che possano dare le prime informazioni e le conoscenze di base su come approcciare la numismatica. Poi certamente ben vengano ed e' giusto che ci siano i contributi altamente scientifici e i grandi numismatici, gli accademici ...ma la numismatica come movimento culturale e' anche altro.....questo dobbiamo sempre ricordarcelo tutti..... Un saluto anche a expo77, a Verona per salutarsi e parlare di numismatica....
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  40. @@Tinia Numismatica anche a me piacerebbe, però pensandoci bene uno potrebbe anche inventarsi una frottola..
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  41. Adesso vorrei richiamare l'attenzione su due nuovi esemplari recentemente comparsi sul mercato e che sembrano provenire da una inedita coppia di conii, anche se molto simile a D3/R3. Parentesi Zanclea litra Caltabiano 295 var ArtCoins 15/2015, 81 g. 0,75 8mm 3h Parentesi Zanclea litra Caltabiano 295 var Gorny & Mosch 232/2015, 57 g. 0.84 Dal confronto emerge un dettaglio piuttosto inquietante. L'esemplare di ArtCoins, pur essendo chiaramente dello stesso conio dell'esemplare di Gorny, mostra un pesante ritocco all'altezza della lettera A del rovescio. Si notano tracce di raschiamento, probabilmente per dare un aspetto più naturale alla lettera, che effettivamente mostra un aspetto completamente inusuale per la serie. Naturalmente sorge il dubbio che questi due esemplari, ambedue di recente comparsa, siano in realtà ambedue falsi. Il conio di dritto dei due esemplari mi sembra una via di mezzo tra il conio D2 ed il D3 della Caltabiano. Purtroppo le foto della monografia sono alquanto scure e confuse e non mi è possibile distinguere i dettagli dei delfini per compararli con quelli presenti nei due esemplari d'asta. In ogni caso però lo stile ed il corpo del delfino mi sembrano alquanto rozzi... L'esemplare Artcoins non mi piace affatto, non mi piace la patina, non mi piace la rimozione di parte della larga stanghetta centrale della lettera A con relativa macchia giallastra sottostante, e non mi piace poi la notevole rotondità e globularità del flan...cosa per nulla normale in litre del genere. Infine non mi piace l'ultimo globetto del perlinato presente al rovescio ad ore 10.00 il quale risulta impresso addirittura sul filo... del bordo esterno, il che mi sembra davvero improbabile. Sono tutti segni questi ultimi di realizzazione mediante pressa. L'esemplare Gorny ha invece apparentemente una patina più credibile (ma anch'essa non del tutto convincente), ma poco convincenti sono quelle che sembrano delle piccole micro corrosioni nella parte bassa del dritto. Ancora meno convincente è, sempre al dritto, ad ore 8.00 e ad ore 10.00-11.00 il doppio perlinato "fantasma" che si nota appena sopra il perlinato più piccolo e più rilevato. Qui si vorrebbe imitare uno slittamento di conio con i suoi tipici effetti di leggera duplicazione del soggetto, ma non è questo il caso.... poichè se così fosse il perlinato superiore "fantasma" avrebbe le stesse dimensioni, seppur più appiattite di quello da cui proviene ed invece vediamo che qui il perlinato "fantasma" ha quasi il triplo delle dimensioni ed inoltre è ben distante e tenuissimo rispetto al perlinato madre. Ho dunque il sospetto che questo sia un falso realizzato utilizzando però un tondello genuino come undertype, tondello che aveva ancora lungo parte del bordo l'originale perlinato globulare largo. Il falsario ha poi inciso il conio fasullo sul tondello originale provocando quell'effetto di grossolana duplicazione. Ciò spiega inoltre anche le troppe fessurazione sui bordi : esse sono dovute al fatto che il tondello originale è stato appena scaldato per imprimervi i conii fasulli e la bassa temperatura unita all'azione della pressa hanno prodotto dette fessurazioni. Infine anche al dritto, che dovrebbe essere leggermente convesso si nota invece una leggera concavità...; anche questo è un effetto della pressa su monetine così piccole e sottili. Conclusioni: per me le due monetine sono dei falsi e pure pericolosi per una corretta conoscenza della breve parentesi zanclea a Messana. Apparentemente dopo un anno circa la situazione al govenro di Messana dovette cambiare. Molto probabilmente prevalsero i mercenari e gli elementi messeni, i quali già a partire dal 460 a.C. circa ripresero il potere e il nome di Messana per la città.
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  42. Io mi stupisco del vostro stupore, a me casi del genere sono capitati decine di volte. Non dimentichiamoci che lo scopo del commerciante(onesto o disonesto che sia) e' il guadagno e della nostra passione non frega niente. Vi cito l'ultimo episodio dei tanti: Convegno di Montichiari sabato scorso; mi porto appresso una moneta pagata quasi 400 euro periziata e certificata in spl e, volendo monetizzare, la propongo ad alcuni dei commercianti presenti. Risposta del commerciante 1: Ho seri dubbi che la moneta sia autentica Risposta del commerciante 2: le posso dare 50 euro perché e comunissima e non riesco a venderla. Risposta del commerciante 3: la moneta e' al massimo un bb+ io le ritiro solo in alta conservazione. Morale, fra chi me l'ha venduta ed i 3 sopracitati di chi mi fido? La passione e' forte ma la voglia di mollare tutto altrettanta. Scusate lo sfogo, inizialmente non ne volevo scrivere ma poi letto la discussione non ho potuto fara a meno di accodarmi. Ciao
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  43. Buona giornata Persona super partes, sempre; ricordo i suoi redazionali, dove si scagliava contro l'immobilismo delle istituzioni, le "pastoie" e le "consorterie" che generava. Era anche molto critico; non gli piaceva il proliferare di associazioni numismatiche, perché vedeva in questo un particolarismo che creava solo la dispersione di interessi che, invece, dovevano catalizzarsi sotto un unico "tetto", con più numeri e forza. Aveva lucidamente descritto, più volte, il dramma della chiusura dei tanti circoli numismatici, surclassati dalla forza di internet, eppure aveva a cuore i giovani, proprio quelli che, per primi, con l'uso di internet, stavano alimentando questo cambiamento; con loro, in particolare, era sempre prodigo di saggi consigli. Persona illuminata e che manca a tantissimi appassionati. Giusto ricordarla. saluti luciano
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  44. @@Sim 75 credo che purtroppo ciò che ci hai raccontato sia una situazione in cui molti di noi si sono ritrovati. E' raro infatti trovare, ma non solo in campo numismatico si badi bene, un commerciante "onesto" che senza conoscerti valuta ciò che gli proponi col metro della più trasparente onestà. Ognuno (giustamente) cerca di tirare l'acqua al suo mulino, quando compri usa un certo tipo di valutazione e quando vendi ne usa completamente un altro, un pò come quando si acquista un'automobile e ad un certo punto si cerca di rivenderla.. per vendertela usano quattroruote, per acquistartela usano l'eurotax dove le quotazioni sono per loro più vantaggiose.. E questo, credo rientri nella normale logica di mercato dove il (giusto) profitto è lecito. Sta poi a noi riconoscere il "buon affare". Quando invece il commerciante gioca "sporco" invece entriamo in tutt'altra sfera, e purtroppo nel tuo racconto scorgo un'impronta poco onesta in almeno un paio di negozi che tu hai visitato.. e ciò non fa loro onore. In fondo credo che l'essere o non essere NIP poco importi in questi casi, l'appartenenza ad una associazione non purifica la tua reputazione, alla fine il prestigio ed il nome si guadagnano con l'onestà e l'autorevolezza di chi come tutti umanamente sbaglia, ma è capace di limitare e riconoscere i propri errori.. L'unico modo per salvarci da tutto ciò è tenere gli occhi aperti, recandoci solo da chi sappiamo essere serio ed affidabile.. senz'altro speculerà sulla nostra transazione (ed avrà sacrosanta ragione a farlo, altrimenti a che pro tenere in piedi un'attività?), ma perlomeno lo farà nei limiti del sano commercio, dove a volte si guadagna e a volte si rimette..
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  45. ste lucidature. si ostinano a lucidare mha. peccato
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  46. 9 ottobre 2010-2015 Riprendo questa discussione di due anni fa per ricordare ancora una volta Mario Traina, oggi, nel quinto anniversario della sua scomparsa. Se fosse stato ancora fra noi, sicuramente gli avrebbe fatto piacere vedere nei giorni scorsi a Taormina l'assegnazione dei premi a favore dei giovani da parte dell'Accademia di Studi Numismatici (della quale era fondatore, era stato Presidente e poi Presidente onorario). Dal suo editoriale della rubrica Dritto e Rovescio del n. 50, febbraio 1994, di Cronaca Numismatica: «Si ridia vita e linfa vitale ai premi. Non occorrono assegni, medaglie d'oro, bastano e avanzano una targa, un diploma, un libro. E si premino non i matusa, gli studiosi già noti e affermati che, tra l'altro, non hanno bisogno di questi riconoscimenti. Si punti sui giovani, si premino i giovani, sono loro che vanno aiutati, spronati, sollecitati a dare il meglio di sé in un impegno non facile e reso ancora più difficile dal disinteresse generale o quasi. [...] Se vogliamo veramente che la numismatica abbia un futuro, cominciamo a pensare seriamente a passare il nostro testimone a mani, menti e cuore più giovani ma non per questo meno preparati.». Sempre rimanendo a quanto ci è stato raccontato di Taormina, sono sicuro allora che gli avrebbe fatto un gran piacere vedere sul palco del Congresso Mondiale alcuni giovani che hanno mosso i loro primi passi su questo forum e che con impegno e dedizione personali - ma anche grazie alle iniziative loro dedicate, agli stimoli, agli incoraggiamenti e soprattutto alla fiducia qui ricevuti - si stanno facendo strada.
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  47. Dalla foto non noto segnali che mi facciano nascere dubbi: l'epigrafia è corretta, lo stile pure, battute lo sono..... Insomma, se fossero state in oro "buono" nessuno avrebbe obiettato, credo. L'unica "stranezza" è il metallo ma anche questo dovrebbe deporre a favore della autenticità: generalmente i falsi sono dello stesso metallo di quelle autentiche, utilizzare un metallo differente genera sempre attenzione e sospetto. Inoltre si sono già visti tremissi longobardi in oro estremamente pallido, per quanto di epoca successiva.
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  48. scusate posso capire i giudizi, anche molto duri, ma che siano giudizi e mai pregiudizi. qui ho riscontrato due critiche che reputo pretestuose. 1)chi ci garantisce che finisce l'opera? ma scusate, qualcuno di voi fa il veggente? sa come andrà il futuro? l'autore ha mostrato la volontà di continuare e di finire l'opera. potrebbe giurarvelo con certezza? no. nessuno potrebbe. 2)questo tipo di opere vengono scritte da almeno 10 studiosi. e chi lo dice? chi dice che siano meglio 10 studiosi che dedicano 1 ora al giorno che non 1 solo studioso che dedica 10 ore al giorno? vi ricordo che l'opera historia numorum-Italy curata da Rutter ha avuto numerosi studiosi partecipi fra i quali Crawford. l'opera è molto mediocre, contiene numerosissimi errori, è un copia incolla di vecchie opere antiquarie senza alcuna verifica. non c'è alcun spirito critico. quindi? diamo la possibilità a questo giovane studioso di proporsi e di mostrare quello che ha da dire. dopo aver comprato o visionato l'opera in qualche biblioteca, allora potremo parlare con giudizio. saluti. maria a.
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  49. Scusatemi se torno ancora sull'argomento, ma la recente pubblicazione del n.9 del Bollettino di Numismatica Online mi spinge a farlo. Il volume, secondo dedicato alla zecca di Bologna, è curato da Stefano Di Virgilio, già autore del n. 4 della stessa collana (sempre Bologna, periodo precedente). Quando ho aperto questa discussione per ricordare Mario Traina, ho ricevuto dopo pochi minuti un "mi piace" proprio da @@Stefano Di Virgilio. Questa cosa mi ha fatto estremamente piacere e la considero una sorta di "segno", per le ragioni che vi dirò appresso. I lettori attenti di «Cronaca Numismatica» ricorderanno che Di Virgilio è stato uno dei "pupilli" di Traina, forse proprio il primo, uno di quei "giovani promettenti" ai quali Mario guardava con affetto e aspettative ben riposte. Sul n. 14 della rivista (novembre 1990), sotto il titolo "largo ai giovani" apparve una lunga lettera del giovane ventiduenne Bolognese al quale Traina, tra le altre cose, rispondeva: "Caro Stefano, posso darti del tu, vero?, dato che potresti benissimo essere mio figlio [...] Perché non mi dai un colpo di telefono? Sarei proprio curioso di conoscere questa razza di numismatico giovane e con la testa a posto. Intanto un consiglio: collabora alla rivista. Da tempo vorrei aprire uno «spazio per i giovani». Cosa ne dici? ..." Traina cercava il contatto coi giovani, desiderava dare loro delle occasioni non tanto per mettersi in mostra, quanto per non sentirsi "staccati" dalle generazioni dei numismatici affermati. Sul numero successivo apparve quello che credo possa essere considerato il primo lavoro di Di Virgilio, un articolo sulle sigle presenti sulle monete di Carlo III e Ferdinando IV di Borbone dal titolo Il Maestro di zecca si firmava così... Poi col tempo Di Virgilio è diventato "un nome", non c'è bisogno che io qui ripercorra la sua "carriera", fino ad arrivare appunto a firmare - per ora - i due volumi del Bollettino di Numismatica già usciti sulla zecca di Bologna. Certamente non è merito di Traina. E' evidente che l'artefice dei risultati raggiunti è lo stesso Di Virgilio. Ma a me piace pensare che quella porta aperta, quella capacità di ascolto, quella possibilità di dialogo tra generazioni che gli fu consentita grazie alla lungimiranza di Mario possano aver avuto almeno il merito di "mantenere viva" la passione numismatica che poi lui ha saputo coltivare con copiosi frutti. E non è l'unico caso. Roberto Ganganelli, Luca Gianazza, Gianluigi Esposito (@@expo77), Andrej Štekar, Danilo Maucieri... Sono i primi nomi che mi vengono in mente (non me ne vogliano altri) di ex giovani o giovanissimi che trovarono in Traina e nelle sue risposte puntuali (non solo quelle pubblicate) alle loro "prime lettere" un incoraggiamento e un sostegno e non una porta chiusa. Sono nomi - li conoscete - di persone che hanno saputo poi ritagliarsi un ruolo e anche aggiungere le loro firme - attraverso le loro pubblicazioni - nel grande libro della bibliografia numismatica italiana. Anche loro, certamente, devono principalmente a se stessi i risultati raggiunti e quelli che ancora otterranno in futuro. Ma - il dubbio è lecito - sarebbe andata così se le loro prime richieste e curiosità in campo numismatico non avessero ricevuto attenzione? Ecco perché vi ho raccontato questa storia. Perché - come dice sempre @@dabbene - bisogna guardare con fiducia e speranza ai giovani e dare loro delle opportunità. Proprio in questi giorni si sta avviando una nuova fase dell'operazione ex-libris del Cordusio, una iniziativa meritoria che - come ebbi già modo di scrivere l'anno scorso - sarebbe stata guardata con favore e compiacimento da Mario Traina. E chissà che lui, ovunque sia ora, non lo stia appunto facendo...
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