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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/17/15 in tutte le aree
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Ciao ragazzi, vi presento l'ultimo regalino che mi sono fatto... da solo :) Mi ha colpito per la conservazione che di solito lascia molto a desiderare per questa emissione e così ho deciso di fare una piccola follia e di condividerla con voi3 punti
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@@francesco77 io mi sento di ringraziare te, per l'amore e la dedizione e la sensibilità dedicata all'organizzazione di questo convegno, dalla cura nei minimi dettagli all'attenzione alla scelta delle date per evitare la sovrapposizione con altri convegni (purtroppo gli organizzatori di Riccione hanno -seppur involontariamente- un pò turbato l'affluenza organizzando il convegno all'ultimo istante...) e ancora, dalla scelta della location non in un capannone industriale periferico ma bensi nel centro città, facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo, ai vari rinfreschi .. sembrava un matrimonio :rofl: alla scelta della security che ha svolto ancora una volta un lavoro eccellente sventando qualsiasi iniziativa malevola sul nascere. e infine e non ultimo all'altissima qualità degli espositori .. certamente una scelta di qualità e quantità superiore ad un convegno locale non c'è stata nessuna nota spiacevole, se non il maltempo.. ma per questo nessuno poteva farci nulla, neanche tu! :blum: :blum: per concludere un grande convegno organizzato da un grande staff composto da grandi uomini, con grandi cuori grazie di tutto. Impaziente di poter partecipare al prossimo convegno. F.3 punti
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Nessuno colleziona Liangpiao (粮票) cinesi? Beh, prima di tutto, cosa erano i Liangpiao? Forse quasi tutti voi ne avrete visto almeno uno.. sono quei biglietti piccoli piccoli cinesi, con immagini di contadini, ponti, opere agricole, treni, operai.. spesso confusi con banconote ma in realta’ sono dei buoni di razionamento emessi fino ai primissimi anni 2000. I Liangpiao hanno una storia molto lunga, esistevano gia’ in epoca Qing a causa delle varie carestie che rendevano necessario il razionamento degli alimenti, soprattutto riso, cereali, olio e carne di maiale o pollame. Ritornano in auge negli anni 20 a causa delle devastazioni causate dalla guerra civile tra i vari signori locali, soprattutto nel nord e nord est, poi di nuovo a causa dell’invasione giapponese. Ma e’ dagli inizi anni 50 in poi, a causa dei disastri economici causati dal “balzo in avanti” , dalle carestie, e dalle centinaia di migliaia di morti, che vengono usati massicciamente, e anche forzatamente. Se all’inizio i liangpiao erano simili a tessere razionarie personali, dove il possessore era intitolato a una determinata razione di questo o quel bene in questi o quei determinati giorni, col tempo assumono un valore piu’ generico (non vengono piu’ emesse a titolo personale, ma ognuno puo’ usarli) e l’aspetto di piccole banconote, curate graficamente e molto colorate. Molti neofiti infatti li scambiano per banconote, ma in realta’ i valori indicati non sono monetari (in alcuni casi pero’ si), ma quasi sempre espressi in jin (1 jin = 0.5 kg), mi (metri), litri, o numero di polli, maiali, o di ogni altro bene ottenibile. I piu’ famosi esempi sono i “buoni del riso”, quelli esteticamente piu’ belli e diffusi, espressi, come detto, in Jin o anche in Kg. Ma furono emessi anche per l’acquisto di stoffa (in genere di dimensioni piccole e poco attraenti), carburante, olio da cucina, bestiame, ecc. Insomma, per l’acquisto di TUTTI i beni necessari alla sussistenza. Ne furono emessi a decine di migliaia di tipi e tipologie diversi. Ogni provincia, citta’, o villaggio li emetteva ed erano validi soltanto sul territorio di competenza di dove venivano emessi. Esistevano anche quelli validi su tutto il territorio nazionale, o quelli validi solo per l’esercito o la marina. Insomma, tantissimi, e ancor oggi nessuno sa esattamente quanti (poi vedremo il perche’). Il funzionamento e lo scopo e’ variato parecchio da zona a zona e da periodo a periodo. All’inizio, come dicevo, servivano per razionare beni di consumo come il riso, cereali e stoffe, limitati a causa della guerra contro il Giappone prima, e la guerra civile coi Nazionalisti poi. Circolavano a fianco della moneta ufficiale, lo Yuan, e soltanto nelle provincie piu’ disastrate o economicamente svantaggiate. Con l’inizio del “balzo in avanti” e la creazione delle comuni agricole, l’uso si diffonde in tutta la Cina. La qualita’ della vita peggiora giorno dopo giorno e i beni diventano sempre piu’ scarsi e inaccessibili. Il razionamento forzato diventa quindi obbligatorio in molte zone, anche per ragioni “politiche”: chi ha piu’ degli altri viene accusato di essere un imboscatore, borghese, e capitalista. Lo scopo delle comuni e’ quello di rendere tutti i cittadini uguali, con lo stesso ammontare di beni strettamente necessari, senza creare persone che hanno piu’ o meno degli altri. Insomma, tutti si devono accontentare della solita razione o della solita’ quantita’ di beni decisa dalle varie sezioni locali del partito, dai quadri, e dalle comuni. Comunque, dopo la fine del balzo in avanti, che tanta miseria e morte ha causato, si passa a un periodo transitorio dove viene premiata la produttivita’, fedelta’, e correttezza morale. I liangpiao vengono quindi usati, oltre a controllare il razionamento, anche come “buoni fedelta’”. Chi ha lavorato meglio e di piu’ ha diritto a avere razioni extra di questo o quel bene. Ricordiamo comunque che la moneta ufficiale circola ancora, anche se sempre piu’ limitatamente e accessibile a sempre meno persone. Le cose peggiorano con la rivoluzione culturale, quando in molte comuni viene de facto abolito il denaro, soprattutto in quelle piu’ radicali e estremiste del nord-est. Da interviste e racconti che ho raccolto da chi ha vissuto quell’epoca, pare che in molte zone i liangpiao venivano quindi usati adesso come unico pagamento e unico mezzo per ottenere beni e servizi, diventando de facto moneta circolante. Non che il denaro vero servisse a molto in altre comuni, dato che veniva razionato quasi tutto per creare cittadini perfettamente uguali in ideologia, fede e possesso di beni. Anzi, la frase “possesso di beni” risulta fuori luogo dato che tutto apparteneva alla comunita’, e quindi le uniche cose personali che uno poteva ottenere erano il cibo, vestiti, medicinali. Ma anche questi erano razionati in modo che nessuno non potesse averne piu’ del necessario o piu’ di altri. Soltanto nelle citta’ o centri piu’ sviluppati, come Shanghai, Pechino, Qindao, Tianjin ecc o nelle regioni avvantaggiate economicamente, esiste ancora un uso ampio e diffuso della moneta, ma si tratta di posti dove le guardie rosse hanno meno controllo, e la vita, anche se comunque ancora precaria e con molte limitazioni, continua con un’apparenza di quasi normalita’, se di normalita’ si puo’ parlare nella Rivoluzione Culturale. Dopo la fine della rivoluzione culturale, e con il boom demografico voluto da Mao, la timida apertura a forme di economia privatizzata, l’apertura al “capitalismo”, l’inizio del progresso economico cinese, le migliorate condizioni di vita e la richiesta sempre piu’ alta di beni alimentari e di sussistenza, fanno si che i razionamenti diventino ancora piu’ intensi, a causa della scarsa disponibilita’ dei beni stessi e dell’aumento demografico. La moneta ufficiale torna a circolare nei posti dove era stata –piu’ o meno ufficialmente- abolita, ma la situazione rimane precaria: stipendi troppo bassi, prezzi dei beni troppo alti, diffusione di beni alimentari o di necessita’ a macchia di leopardo, e fenomeni di mercato nero molto diffusi. Sono anni difficili per la Cina, di anarchia sociale e malcontento, che precedera’ l’apertura economica che portera’ alle conseguenze che tutti conoscono. I liangpiao vengono ancora massicciamente usati fino all’inizio degli anni 90, soprattutto in quelle provincie ancora molto sottosviluppate rispetto alle zone costiere, mentre nelle zone gia’ sviluppate o in via di sviluppo, scompaiono gradualmente nei primi anni 80. Comunque, tra alti e bassi economici, terranno botta nelle ultime localita’ “povere” fino ai primissimi anni 2000 (mi pare il piu’ recente che ho sia del 2003). Con la mutata situazione economica cinese e un maggiore benessere diffuso, il loro uso diventa inutile e anacronistico e scompare, anche con sollievo di tutti, senza troppi clamori o troppi rimpianti verso il 2002-2003. Le nuove generazioni cinesi non hanno mai visto o sentito parlare dei Liangpiao. Quando li faccio vedere ai miei studenti universitari, mi accorgo che non ne hanno la minima idea di cosa erano stati o di cosa avevano rappresentato. Relegati per molto tempo al rango di carta straccia, distrutti a carrellate piene, venduti a chili per pochi centesimi, snobbati, ignorati e anche dimenticati, adesso sembra che stiano tornando di moda tra i collezionisti. Se fino a pochi anni fa si trovavano a prezzi infimi, roba tipo 1 euro per un centinaio di pezzi, adesso le quotazioni stanno andando su, soprattutto per esemplari della Rivoluzione Culturale con le citazioni del libretto rosso di Mao. Gli esemplari precedenti, quelli del “balzo in avanti” cominciano ad avere prezzi notevoli, soprattutto se in buone condizioni (difficilissimi da trovare a causa anche della carta poverissima su cui erano stampati che si sbriciola letteralmente). Ci sono anche molti collezionisti che collezionano soltanto i liangpiao emessi nelle province a forte minoranza etnica (Tibet, Xinjiang, Qinghai, Gansu, Inner Mongolia), graficamente molto belli e con scritte in arabo, mongolo, tibetano che ne impreziosiscono l’aspetto (e il valore). Purtroppo, come dicevo prima, i giovani non sono interessati a queste cose. I “vecchi” sono relativamente pochi, e i piu’ esperti ormai sono nel mondo dei piu’. Dato l’enorme numero di liangpiao emessi, in un numero spropositato di localita’, spesso difficili da identificare, il grandissimo numero di tipologie e usi diversi, la difficolta’ di reperire esemplari a causa della carta di qalita’ pessima ecc… e’ quasi impossibile farne una catalogazione completa. Qualche anno fa furono pubblicati cataloghi.. il meglio forse era quello dedicato ai “buoni del riso”. Anche se non completo (mancavano moltissimi esemplari) dava comunque una prima catalogazione “generica” dei buoni del riso. Lo stesso era stato fatto per i “buoni della stoffa”, ma purtroppo cio’ non era stato seguito dalla catalogazione degli altri tipi di liangpiao (olio, carburante, carni, ecc…) Purtroppo questi cataloghi, oltre ad essere lacunosi come quasi tutti i “pionieri”, non elencavano le emissioni locali, ma solo quelle a livello nazionale, provinciale o di citta’ consistenti. Le piccole localita’ erano ignorate. Esistono anche altri cataloghi piu’ specialistici, ma tutto sommato sono pochi e si limitano a una ristretta area geografica, come per esempio tutti i liangpiao della sola citta’ di Shanghai, o della sola provincia del Fujian, o soltanto della provincia del Henan. Insomma, non una panoramica completa. Inoltre, questi cataloghi pubblicati quasi 15 anni fa riportavano valutazioni molto basse, ma adesso sono aumentate anche del 300-1000% in piu’. Purtroppo questi autori sono ormai vecchi (se non gia’ defunti) e non sono stati pubblicati ulteriori cataloghi o aggiornamenti. Esiste un bollettino in formato tabloid diffuso tra i collezionisti, che e’ solo una una sale list e “listino di borsa” con aumenti e diminuzioni, ma senza foto o articoli di approfondimento. Sebbene la stragrande maggioranza si trova ancora a prezzi molto bassi, e’ difficile trovarli al di fuori della Cina. Ovviamente la preferenza va a esemplari FDS, ma essendo i cataloghi non aggiornati, i prezzi possono essere molto ‘elastici”, giungendo fino a propri esempi di sciacallaggio. Quel che si trova al di fuori della Cina sono gli esemplari piu’ economici esistenti, ma quasi sempre in serie incomplete (una serie poteva avere fino a 12-15 esemplari, come i francobolli o le notgeld). Trovare serie complete non e’ difficilissimo, ma bisogna innanzitutto sapere di quanti pezzi e’ composta tale serie, e qui incominciano le difficolta’ a causa proprio della mancanza di una catalogazione accurata. Io ne ho un 7000-8000 pezzi.. non li colleziono tutti ovviamente perche’ richiederebbe troppo tempo, e poi molti sono esteticamente brutti. Mi limito soltanto a qualli graficamente piu’ belli, in particolare a quelli incisi e illustrati dagli artisti di stato che hanno illustrato anche le banconote ufficiali. Beh, che dire, posto qualche immagine!2 punti
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Buongiorno, posto una graziosa devo credo fine '800 in bronzo con leggere tracce di doratura, misure mm.40X30 compreso appicagnolo, peso gr. 12,70, appena sopra all'esergo S.J2 punti
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Buongiorno a tutti. Oggi festeggio 32 anni di matrimonio che devo dire sonom letteralmente volati. Ci sono stati alti e bassi, abbiamo 2 splendidi figli e risposerei mia moglie2 punti
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Molto probabilmente è un denaro di Corrado I della zecca di Brindisi. Nel campo del diritto si dovrebbe leggere la scritta " CO - R" su due righe.2 punti
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Buona serata Tutte belle, per carità, anche con il segnetto sul bordo, anche con lo sfrisino sul muso del leone o la patina non molto omogenea.... Fate ciò che vi consiglia il cuore; ma se trascurate il cuore, appena sopra c'è il portafoglio e quando si privilegia quest'ultimo, è tutta un'altra cosa :pleasantry: Ma volete mettere quelle che avete postato in confronto alla mia? Non c'è paragone :dirol: E' vero, l'ho già postata qualche tempo fa .... forse l'anno scorso :pardon: ma non è importante; spesso le discussioni si sedimentano e "annegano" sotto centinaia di altre che si sovrappongono. Va beh, dicevo .... La mia "parla" ... come ribadì anche picchio! Quindi ve la ripropongo. da notare il maldestro tentativo di restauro ... questa moneta era spillata e probabilmente attaccata alla giacca o gilet di qualche patriota; quanta storia ..... se potesse parlare ..... tanta, tanta, tanta :cray: un caro saluto luciano2 punti
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Visto che siete stati così gentili da citarmi, allora vi segnalo l'articolo dove ho affrontato specificatamente il tema, poi ripreso in modo cursorio nel lavoro sul Regnum Italiae: L’aumento di diametro nelle monete: soltanto un fatto di natura tecnica?, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXVIII (1999), pp. 347-356. Purtroppo non ho un pdf di questo lavoro. Nonostante i 16 anni trascorsi nessuno che io sappia ha commentato la mia ipotesi, a parte la gentile ripresa nel sito "Moneta e civiltà" citato da dabbene. No, ad essere sinceri, Cécile Morrisson mi ha bacchettato in un Survey perché non ho citato un paio di suoi articoli il cui tale allargamento e la conseguente curvatura del tondello, in alcune serie bizantine, veniva spiegata con la necessità tecnologica di compensare l'indurimento del metallo conseguente al peggioramento della lega, onde evitare fratture sul bordo, immagino. In realtà non li ho citati, come poi ho spiegato nel lavoro sul Regnum Italiae, proprio perché mi occupavo di monete che venivano prodotte sempre più larghe pur mentenendo perfettamente le caratteristiche originali di peso e di lega, perché proprio quello era il fatto da spiegare. Comunque, visto il silezio, io ho mantenuto quella opinione. Anzi, ne sono sempre più convinto Cari saluti, Andreas2 punti
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Odjob...come si diceva nel 68' "siate realisti chiedete l'impossibile" così le 328 pagine sono diventate un po' di più...Un salutone Odjob e ben ritrovato da parte di nonno cesare2 punti
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ci potrebbe essere qualche connessione con i denari riattribuiti dal Grierson da Milano a Venezia? intendo quelli per Berengario, Ugo e Rodolfo, oltre ai primissimi ottoniani. Anche lì si assiste ad un fenomeno a mio parere peculiare: i denari con il bordo largo rialzato (non scodellati) potrebbero avere un significato o un'origine parallela agli stampi larghi milanesi. Giustamente, come dice Andreas, non giustificabile con ragioni estetiche o soggettive ma da quel che intendo più prettamente economiche e inflazionarie -mi si passi il termine. Si vedono a volte denari veneziani con un bordo spropositato, di diversi millimetri oltre al conio, per es. quelli attribuibili agli Ottoni. Un esperimento durato comunque diversi decenni, mi pare di intuire, ma poi rientrato.2 punti
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A titolo di puro divertissement, vi propongo una curiosa annotazione sui Bisanti di Cipro tratta dal Gallicciolli (1795), che si può scaricare (insieme a mille altri pdf di storiografia veneziana) dal sito BSA. La teoria finale è davvero curiosissima, mi ha fatto sorridere: Bis Ante Interitum. Al di là delle considerazioni generali, si evince comunque che nel '700 si sapevano queste cose: 1) già allora si considerava il peso molto variabile dei pezzi, nonché la grande varietà di conii e/o punzoni. 2) l'anno 1570 era stato calamitoso per noi. Dopo oltre due secoli ancora se ne parlava. 3) viene citata la sola variante (più comune, come assodato anche in questa discussione) con Pressidio, anziché Praesidio. Questo ovviamente non prova niente né il contrario di niente, trattandosi di una citazione singola (statisticamente irrilevante). Certo che se fosse stato invece descritto il Praesidio, avrei dovuto rimangiarmi quanto supponevo riguardo alle rarità. 4) Nell'esergo, il pezzo visto dal Gallicciolli è a sua volta la versione "più" comune, con (stella) I (stella) anziché (stella) I . F (stella) e altre. 5) Infine, immancabilmente, l'interpretazione volutamente erudita del finale. Ridicola, certo, ma erudita :good: Una nota di positivismo: I pdf ricercabili (tramite Ctrl_F) sono ormai molto comuni anche per le opere di una certa età, con tutti i limiti del caso si intende, ma non si può capire la portata di questo se non facendo una ricerca per es. sui diarii del Sanudo completi, di un termine come "Monede".2 punti
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La Germania pure divenne una repubblica, ma il nuovo governo dovette fin da subito fronteggiare una tremenda crisi politica oltre che economica, della quale cercarono ripetutamente di approfittare gli estremisti di sinistra e di destra. In Baviera per un breve periodo fu proclamata una repubblica di tipo sovietico, mentre poco tempo dopo vi fu il famoso tentativo di golpe da parte di Hitler. La situazione economica si ristabilizzò verso il 1925, nel frattempo era stata necessaria una riforma della valuta, istituendo il Renten Mark, che poi verrà chiamato Reichsmark. Se Germania e Austria non se la passavano bene, non si può dire che la vittoria avesse portato grossi benefici ai vincitori. In Francia, Italia e in molti altri paesi vi fu una forte svalutazione. Questo fenomeno portò alla scomparsa delle monete in metallo prezioso dalla circolazione, poiché la gente se le teneva strette piuttosto che spenderle (valevano di più del loro nominale). In molti di questi paesi nella prima metà degli anni venti era comune vedere in circolazione dei "buoni" emessi direttamente dallo stato oppure emessi a nome di altri enti parastatali ma coniati dalla zecca di stato. Questi erano di fatto delle vere e proprie monete, in quanto non avevano validità limitata nel tempo o ristretta a un determinato territorio.2 punti
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A mio parere personale sono orribili, e non erano neanche le prime classificate: i bozzetti che vinsero il concorso furono esclusi a furor di popolo perchè ancora più brutti.2 punti
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Dopo una lunga assenza dal forum, torno a scrivere per proporvi un po' di immagini di monete della mia collezione. Si tratta di monete comuni, ma che tutte assieme hanno una grande storia da raccontare. Il periodo fra le due guerre mondiali è uno dei miei periodi numismatici preferiti, proprio perchè i grandi mutamenti intercorsi in Europa e nel mondo hanno un riflesso nelle monetazioni dei vari paesi. Ma andiamo con ordine: finita la prima guerra mondiale le potenze vincitrici imposero all'Austria e alla Germania trattati di pace estremamente punitivi, che prevedevano ingenti riparazioni economiche e lo smembramento territoriale a favore di nuovi stati: Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia. In Austria, dopo la fine dell'impero, nei territori di lingua tedesca fu proclamata la repubblica. Molti austriaci, privati dell'identità imperiale, propendevano per l'unificazione con la Germania, sulla base della comune identità culturale e linguistica. Le potenze vincitrici si opposero a questa idea e fecero in modo di tenere i due paesi separati. La Germania divvene anch'essa repubblica, e dovette fronteggiare diversi disordini sociali provocati dagli estremisti di destra e di sinistra. Le economie dei due paesi soffrirono enormemente per le pesanti condizioni dei trattati di pace e per la situazione politica e sociale: in Austria la Corona che prima della guerra era una moneta d'argento, perse gran parte del suo valore, fino a dover essere sostituita da buoni emessi dai comuni o da altri enti locali, con corso limitato a determinate zone e per un certo periodo di tempo. Infine, quando nel 1924 venne riformata la valuta, isituendo lo Scellino austriaco, il valore di quest'ultimo sarà fissato a quota 10000 rispetto alla vecchia corona. In Germania la svalutazione assume proporzioni drammatiche nel 1923, le monete da 200 e da 500 marchi ebbero vita breve poichè ben presto furono necessari i milioni e i miliardi di marchi per comprare generi di prima necessità. continua1 punto
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Salve a tutto il forum, mi chiedevo una moneta come questo pezzo da 100 lire del 1905 puo' arrivare come grado di conservazione Grazie! Ecco alcune foto:1 punto
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Nel caso in cui vogliate saperne di più: http://www.classicadiana.it/libreria/content/federico-de-luca-i-numeri-svelati1 punto
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Dalla mia ipotesi di stanza H seguiamo i nostri tondelli che tornano indietro alla stanza E. Già nella mappa si capisce che ci sono due oggetti. Il primo è un fornello a riverbero il cui scopo è la ricottura dei tondelli. Questi venivano messi nella "teglia" quadrata (fino a 600 marchi) e in un quarto d'ora ricuocevano a fuoco di fascine ma senza il contatto diretto con il fuoco e con pochi residui di combustione. Il perché di questa seconda ricottura non lo conosco. Sicuramente qui veniva lavorato l'argento o la mistura e presumo che questo fornello fosse in grado di raggiungere temperature piú elevate del camino in sala D. Ma allora perché non usarlo direttamente? Il secondo fornelletto (a sinistra) serve per l'imbianchimento dell'argento o della mistura. La moneta deve essere bella e capite bene che dopo tutti questi passaggi su fornelli di ricottura che funzionavano pure a legna fa sì che la lega annerisca e presenti ossidazioni pesanti. La moneta in mistura ha inoltre l'aggiuntivo problema che non sembra proprio d'argento ma di rame (mi sembra che a Venezia fosse su 3 parti d'argento e 7 di rame). La soluzione ad entrambi i problemi è immergere i tondelli in opportuna soluzione acida. Questa soluzione rimuoveva ossidazioni ma anche il rame superficiale nella lega. Il fatto di farlo a caldo evidentemente accelerava il processo. Il risultato finale è un tondello in cui lo stato superficiale è argento molto piú fino. Con una superficie un po' rugosa ma tanto arriverà il conio a spianare il tutto ;) La "teglia" ovale mi sembra di capire sia in realtà uno specie di scolapasta in cui far asciugare i tondelli. Domande ai veri esperti: 1. perché questa seconda ricottura? 2. quanto era un marco a Venezia? 3. le monete in mistura a Venezia venivano coniate al torchio?1 punto
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Il cuneo all'interno della O l'avevo notato pure io, però non so fino a che punto fosse voluto...comunque se non si tratta di un difetto del conio è certamente un particolare interessante. Le stanghette delle T mi sembrano invece semplicemente uscite male, si nota "l'ombra" della parte mancante...1 punto
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Ciao a tutti. Vorrei sapere quanto potrebbe valere questo distintivo delle camicie nere del periodo fascista. Purtroppo non è in buone condizioni, manca la spilla sul retro. Grazie mille. Manuela1 punto
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Personalmente, mi sono basato proprio sulle pagine del testo che hai postato.1 punto
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Ci tenevo a ringraziare personalmente @@filipponotgeld, @@simone e @@Cesare Augusto per la partecipazione alla discussione: spero ci possa essere occasione in futuro per continuare ad ampliarla. Credo che questa discussione si sia arricchita sempre di più nel corso del tempo. Tra indicazioni bibliografiche, immagini, pensieri e contributi di ogni genere c'è la possibilità di iniziare ad orientarsi in questa monetazione, ancora poco conosciuta. Un grazie, in particolare, a @@filipponotgeld. Spero di poterti leggere ancora sul forum, magari parlando anche di banconote (come già stai facendo, tra l'altro).1 punto
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Ma che bella la data che sembra impressa sul 2....spettacolare :). Tornando a valutare la moneta nel complesso e partendo dal presupposto che con gli esagoni è sempre un casino, io un pelino di usura la vedo (corona e foglie per intenderci) quindi starei sullo SPL-FDC :).1 punto
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Ciao @@incuso, quella che a te sembra una lente in realtà è un supporto sul quale venivano appoggiati i tondelli di peso eccedente per essere portati a peso mediante la lima che si vede a fianco della “lente" stessa. I segni lasciati dalla lima sui tondelli sono quelli che oggi in modo errato vengono chiamati “graffi di conio” e in modo ancora più improprio vengono ricondotti ad un fantomatico “estrattore” (da che cosa poi non si sa). Ricordiamoci che a questa fase della produzione i tondelli NON erano ancora stati coniati... Se interessa, per approfondire l’argomento “graffi”: http://www.academia.edu/1488935/I_graffi_sulle_monete_napoletane_difetto_tecnico_o_prelievo_fraudolento Buona giornata, Teo1 punto
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@@Lu.Giannoni Piu che volentieri,ho avuto modo di visionare collezioni private, vecchie raccolte o anche singoli ritrovamenti tutti di monete che hanno circolato all'elba dagli etruschi ai pisani e sarei ben felice di dare anche solo un parere sull'argomento.1 punto
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La quinta stampa si riferisce a stanza ignota. Infatti non è presente nell'elenco citato precedentemente. Si vedono però due finestre da cui si può ipotizzare che sia la H. In base alla mappa è l'unica scelta possibile, maa non è particolarmente logico dato il giro che il materiale deve fare (dalla stanza D alla H per poi tornare indietro, come vedremo, alla E). Possibile anche che la motivazione fosse di sicurezza (una lamina era piú difficile da far sparire di un singolo pezzo). Comunque la stampa rappresenta di fatto due fustellatrici (una di acciaio e una di bronzo) che permettevano di tagliare i tondelli dalle lamine. Anche qui il Dubois non perde occasione per lodare tali macchinari indicando che sono tanto precisi quanto veloci e che i tondelli che si ottengono sono un cerchio geometricamente perfetto! Si vede anche una bilancia per il controllo del peso e quella che a me sembra una lente. Si noti come i tondelli cadessero in due tasche apposite.1 punto
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Salve, io concordo piu' per i 5 euro giusto perche' e' considerata rara ,la conservazione e' pessima.saluti1 punto
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Tempo fa avevo letto qualcosa nel glossario del sito: http://www.lamoneta.it/keywords/ Assi di rotazione L'asse di rotazione di una moneta è l'angolo di rotazione che presentano le due facce della moneta una rispetto all'altra. Questo angolo dipende dalla tipologia della moneta, dal suo periodo storico e anche dalle tecniche di coniazione. Nelle prime monetazioni l'allineamento tra le due facce è spesso casuale, viceversa nella monetazione moderna l'asse di rotazione viene quasi sempre predeterminato, per motivi estetici, a 0° (asse alla tedesca) o a 180° (asse alla francese). Ad esempio le monete di area Austriaca o Germanica presentano per lo piú una rotazione tra le due facce di 0°, mentre le monete decimali francesi e quelle del Regno d'Italia generalmente presentano 180° di rotazione. Anche nell'ambito di una stessa monetazione vi sono comunque eccezioni, ad esempio le monete commemorative del Regno d'Italia del 1911 presentano una rotazione di 0° tra le due facce. Nella monetazione in Bese o Rupie della Somalia Italiana sono stati scelti criteri differenti tra le monete in bronzo e quelle in argento. In alcuni casi motivazioni tecnologiche forzano la scelta: la moneta da 100 lire del 1923 è stata volutamente coniata con asse di circa 15° per sopperire alla forte pressione del conio che il tondello doveva sostenere, dati gli alti rilievi. I falsificatori di monete non sempre sono stati accorti nel rispettare l'asse di una data monetazione, per cui un asse anomalo deve essere un incentivo per approfondire l'analisi di una moneta.1 punto
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Dopo continuo con le tavole ma mi si permetta una digressione polemica (sia chiaro non nei confronti dell'ottimo teofrasto). Su google abbiamo la scansione di un libro che proviene da una biblioteca austriaca (se capisco bene il timbro). Questa è un'opera veramente a disposizione di tutti. Si può guardare online da differenti piattaforme, si può ricercare il testo (con questo libro in realtà funsiona male) e si può anche scaricare in differenti formati se vogliamo archiviarcelo se ce lo vogliamo consultare anche senza internet o per stamparlo. E lo può fare chiunque. Unico difetto è che la qualità della scansione non è il massimo. Comunque paga google... Dall'altro lato abbiamo la scansione di un libro proveniente da prestigiosa biblioteca italiana. Lo si può guardare solo online, niente ricerca testuale, assolutamente impossibile da scaricarsi e pure rovinato dal logo della biblioteca. Certo è veramente ad alta risoluzione. Naturalmente paghiamo noi italiani. Non ce l'ho con quelli della biblioteca italiana sia chiaro, so bene che si adeguano alle leggi. Ma la solfa dei beni che è meglio siano nei musei così tutti ne possono godere va un po' rivista ;)1 punto
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Eccolo http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=6419 Per fare copia/incolla devi selezionare l'indirizzo nella barra in alto del tuo pc (www...ecc.) passandoci sopra tenendo premuto il tasto sinistro del mouse, dovrebbe diventare blu. Poi premi il tasto destro, seleziona copia, posizionati nella discussione dove vuoi copiare l'indirizzo, e sempre premendo il tasto destro del mouse seleziona incolla. Anziché usare il mouse, una volta selezionato l'indirizzo, puoi premere Control C per copiare, e poi Control V per incollare. petronius :)1 punto
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Bello spunto Mario, leggendo il MEC a pag. 251 però mi viene un dubbio... Grierson e Blackburn sostengono che "There is usually a conspicuous circular ring surrounding the legend, and the outside borders are somewhat turned up.Italian scholars are accustomed to describe such coins as scodellati.". Osservando le monete mi sembra però che questo tipo di scodellatura non sia dovuto al differente diametro dei conii (come accadrà successivamente dall XI secolo in poi) ma sia simile appunto ai bordi non coniati delle monetazioni bizantine e barbariche, sbaglio?. Quindi penso che un'ispirazione - almeno a livello formale - dal mondo bizantino ci fosse... Un'altra domanda, poi giuro che smetto :crazy: : Brambilla sostenendo l'ipotesi di "monete per utilizzi particolari, eventi, omaggi" mi sembra ipotizzi un uso simile alle monete di presentazione; ma allora come mai si tratta dell'unico circolante prodotto in quelle decadi? Oppure ho frainteso io?1 punto
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Per la classificazione di queste monete con le loro piccole varianti è utilissimo il file excel "VOT" scaricabile al sito http://www.forumancientcoins.com/dane/1 punto
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Meglio così. La prossima volta informatevi prima: prevenire è meglio che curare. Questa volta è andata bene. Se ti capita di chiaccherare con gli amici, poco esperti, di numismatica, consiglia questo forum.1 punto
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Chiedo conferma sulla mia che ritengo originale. la foto non è un granchè, la medalia ha dei tono rossobruni Alessandro1 punto
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le emissioni delle regioni a forte presenza minoritaria, come questo pezzo dello Xinjiang sono particolarmente ricercate dai collezionisti dato che sono bilingue. Mi scuso se a volte non mi riesce uploadare delle foto, ma qui in Cina e' molto difficile aprire siti stranieri ultimamente, soprattutto se devo uploadare files.1 punto
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Grazie per avermi (averci) portato a conoscenza di questi "buoni-banconote" che secondo come vedo io la Numismatica ne fanno sicuramente parte di questa scienza. Qualsiasi cosa fosse o è usata per acquistare o scambiare beni materiali per me si può definire denaro,moneta.1 punto
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Che ci sia la giungla lo sappiamo tutti...ci vuole occhio e anche un po' di fortuna!1 punto
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Concordo al 100% con l'analisi di Dabbene. Ma per fare tutto questo servono non poche risorse e se la strada è quella dell'aumento dei tavoli per gli espositori la fine dei convegni è certa (vedi Vicenza). Bisogna trovare altre fonti: sponsor, biglietti d'ingresso e non so che altro.1 punto
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Ancora una riflessione poi lascio veramente agli altri.....l'impressione che ho avuto personalmente in questi ultimi anni e' che per avere numeri agli eventi e convegni, il che attenzione non e' equivalente a vendite di monete necessariamente, e' che si debbano fare degli eventi con tante componenti che possano interessare e portare più frequentatori e appassionati, offrire delle kermesse numismatiche, con anche conferenze, presentazione di libri, iniziative per i giovani, piccole mostre, ognuna di queste richiamerà persone, certamente servirà per la divulgazione numismatica, per le vendite non so, ma sono poi in fondo eventi anche vetrina per diffondere la numismatica e si presume che poi alcuni siano o saranno poi anche collezionisti. Se mi permettete un ulteriore consiglio spassionato , promuovete sempre iniziative rivolte verso i giovani, di vario genere e tipologia, il collezionismo , lo studio, la passione passa e passerà di qui....su questo non ci sono dubbi....1 punto
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mah, io sono in Cina da un po' di tempo e ne ho sentite di cose sulle antiche monete sagomate cinesi, spesso in contraddizione tra loro. Secondo quanto ho letto recentemente da riviste di arte e collezionismo cinese, le antiche monete sagomate (a vanga, coltello, ponte ecc..) avrebbero avuto quasi sempre una funzione religiosa o collegate col mondo religioso (taoista, shamanista, animista ecc). Ricordiamo che la religione ha avuto in antichita' un potere enorme in Asia, sia religioso che politico, culturale e economico. Come dicevo, molte di queste monete sagomate pare che svolgessero funzioni religiose: venivano emesse e pagate ad alti funzionari civili o dell'esercito, mandarini, monaci, principi ecc. per somme decisamente alte. In genere la popolazione "bassa" era esclusa da questa circolazione monetaria, almeno all'inizio. Essendo monete di gran valore, ed avendo la religione un'influenza molto grande sulla civilta' cinese dell'epoca, molte di queste monete venivano poi donate a templi o monaci per propiziarsi raccolti, come ex voto, o come testimonianze di fede. Dipende dal luogo in cui venivano emesse, ogni moneta rappresentava un po' l'usanza o l'economia locale, per cui avremo quelle a forma di pesce in zone costiere o ricche di fiumi per propiziarsi la pesca, quelle a forma di vanga nelle regioni agricole per propiziarsi il raccolto o per ringraziare per un raccolto abbondante, quelle a forma di coltello nelle zone a prevalenza nomade (non cinese o non completamente sinizzate) dove la caccia era l'attivita' principale o dove le guerre tra clan nomadi rivali necessitavano di armi d'offesa e difesa. Nutro dubbi che la forma del coltello sia identica a quelli usati per tagliare il bambu o il legname, dato che nelle regioni di provenienza (nord-nord est) il bambu' e il legname non sono comuni (e talora assenti del tutto) a causa del clima, e non molto utilizzati nella vita quotidiana, a differenza del sud dove era (ed e') abbondante, usatissimo e quasi fondamentale. Molto piu' probabile che questi coltelli erano simili a quelli per uccidere o scuoiare animali. Fatto sta che fino agli inizi del 20imo secolo, in regioni geograficamente lontane come la Mongolia (fino al 1922 ancora in uno stato semi medievale) i coltelli venivano ancora usati come valuta e mezzo di scambio per beni e merci dato che il nomade delle steppe ne ha assolutamente bisogno sia per cacciare che per difendersi o attaccare i nemici. Monete a forma di vanga o pesce rappresentavano bene cio' che la popolazione teneva in piu' alta considerazione per la loro vita quotidiana e la sopravvivenza. logico che quindi assumesero anche caratteri rituali e scaramantici. Quelle a forma di cicala, secondo alcuni, si riallacciano a un'antica tradizione cinese di allevare cicale (uso sopravvissuto fino a prima della Rivoluzione Culturale), sia per il loro bel canto che per le loro qualita' combattive. Molti ricchi o nobili spendevano cifre folli, o si rovinavano economicamente per ottenere e allevare i migliori esemplari di cicale. Esistono numerosi poemi, e tutta una letterartura specializzata sulle cicale. Puo' darsi quindi che le monete a forma di cicala siano state emesse da qualche ricco signore per far sfoggio della sua "potenza cicaleccia" o per rendere omaggio atali animali. Tra l'altro, nel libro di Tiziano Terzani "La porta proibita" c'e' proprio un capitolo dedicato a questo curioso hobby. Quelle a forma di ponte potrebbero allacciarsi al culto dei morti, e simboleggiare una specie di comunicazione tra questo e l'altro mondo, o permettere un passaggio semplice back & forth alle anime. Ancora oggi vengono stampate milioni di "banconote infernali" che vengono vendute dai templi (con lauti guadagni) e messe sulle tombe o bruciate per augurare ai morti una serena esistenza nell'aldila'. Come dicevo, i monaci o le persone religiose avevano un potere fortissimo, cosa che in alcune regioni come la Mongolia e' durata fino al 1922, e in Tibet fino a poco dopo. I nobili, guerrieri, ricchi, principi ecc donavano queste monete votive ricevute o in pagamento o come tributo ai vari monaci, santoni e templi. I religiosi a loro volta incameravano queste "offerte" (volontarie o forzate) sottoforma di monete sagomate/votive nei templi o centri religiosi principali, e le usavano per trattative commerciali di grossa importanza, come il comprare bestiame, tessuti, armi, cibo, o anche per costruire altri templi, scuole, ospedali, o per ingraziarsi altri signori locali, o altri religiosi. Insomma, in pratica i religiosi rimettevano in circolo queste monete votive, facendogli quindi assumere il valore di moneta vera e propria, anche se legata a transazioni grosse e non minute. Pare infatti che queste "monete sagomate" circolassero solo tra pochi eletti, le caste piu' alte e che detenevano il potere, mnentre gli strati piu' bassi erano ancora all'uso del baratto o di altri mezzi di valuta di scambio come pelli, arnesi, zucchero ecc.. Secondo altre teorie invece, queste "monete sagomate" venivano coniate soltanto come riserva di valore, un po' come i dollari americani o le sterline in tagli grandissimi che circolano solo tra banche per motivi contabili. Purtroppo i documenti sono scarsi, fatto sta che coinvolgevano somme piuttosto consistenti di pagamento o di contabilita'. Che abbiano avuto piu' funzione religiosa che contabile non e' chiaro, anche se da alcuni documenti e ritrovamenti pare che finissero quasi sempre tra le mani dei monaci ricollegandosi quindi alla prima ipotesi. Piccolo flash forward: Fino al 19imo secolo, in Mongolia, nelle zone di confine nel nord e nord est della Cina e in quelle immediatamente periferiche (come lo Shanxi), venivano emesse molte banconote in tagli grandissimi (mi pare fino a 10,000 cash). Sebbene c’erano altre banconote emesse da banche private cinesi o autorita’ centrali, molte di queste venivano spesso emesse, depositate o riscosse dai templi, in quanto erano le uniche strutture stabili (e murate) di quelle zone che fungevano anche come banche e centri economici. Tutta la vita sociale, politica, religiosa e economica dipendeva dai monaci, come in Mongolia fino al 1922 o in Tibet fino agli anni 50. Queste banconote venivano in genere usate per pagamenti di grandi mandrie di bestiame, grandi balle di pelli o te', insomma per cose grosse. Inoltre molti principi nomadi locali erano "obbligati" a offrire tributi ai vari templi, spesso indebitandosi irremediabilmente, sia spontaneamente (ma raramente) che forzatamente (molto piu' spesso), usando tali banconote. Queste grosse banconote fungevano anche come cambiali o mezzi coercitivi di pagamento di debito, con periodi di tempo piu' o meno limitati, entro il quale il tempio poteva ritirare e annullare tale banconota e esigere il pagamento "in natura", in genere in bestiame, onere che il principe locale non poteva pagare in quanto ormai ridotto sul lastrico a forza di pagare tributi ai monaci o imperatori. Tale onere quindi veniva imposto sulla popolazione locale a lui sottomessa, riducendola a sua volta sul lastrico ma rendendo il tempio sempre piu’ ricco. Non e’ escluso che anche le monete sagomate abbiano avuto simile funzione. Per un'interessante lettura sull'uso delle prime banconote cinesi fino al 19imo secolo, soprattutto col legame tra banconote e religione, leggete il libro di Martha Avery "The Tea Road". Ci sono alcuni capitoli dedicati alla monetazione cinese dell'antichita' e soprattutto sull'uso e emissione delle primissime banconote. OK, ritornando alle monete sagomate, col passare del tempo e grazie all'unificazione della Cina e un generale riappacificamento, comincia a sorgere e prendere potere la classe dei commercianti, che si inserisce tra quella dei religiosi e quella dei guerrieri e nobili. L’aumentato volume di scambi commerciali, richiede che un maggiore strato di popolazione abbia accesso alla monetazione. Il numero di scambi commerciali sempre piu’ alto e frequente richiede anche che le monete diventino uniformi in dimensioni e pesi, e piu’ piccole e piu’ maneggevoli da trasportare, ragione per cui diventano tonde e col foro centrale. Si passa quindi da un uso elitario e ristretto della moneta, ristretto sia come circolazione che come funzionalita’, ad un uso piu’ ampio e popolare e da qui in poi’ e’ storia moderna. Nelle varie regioni, l’abbandono delle monete sagomate in favore di quelle tonde avviene in tempi, modalita’ e velocita’ diverse a seconda del grado di sviluppo economico piu’ o meno elevato delle regioni stesse, per cui nelle zone costiere del sud, piu’ avvantaggiate e popolate gia’ da allora, compaiono prima che in quelle steppose e sottopopolate del nord. Tutto questo e’ quello che ho letto su alcune riviste o sentito da varie parti riguardo alle monete sagomate, spesso piu' oggetti "portafortuna" che vere e proprie monete anche se "tecnicamente" venivano spesso usate come tali. Ci sono alcune cose che magari sono in contraddizione con altre letture o con quello che si sapeva gia’; ma purtroppo lo studio dell’antichita’ cinese e’ spesso difficile anche in Cina stessa. L’invasione delle forze occidentali nel primo novecento, e soprattutto la Rivoluzione Culturale poi hanno fatto si che molti reperti e documenti siano scomparsi dalla Cina. La Rivoluzione Culturale soprattutto, ha cercato di distruggere tutta la cultura classica cinese, dando alle fiamme e distruggendo per sempre molti documenti antichi (spesso unici) compreso molte monete antiche, fuse per creare pentole, tegami, scodelle, munizioni, armi, attrezzi di lavoro. Molte altre cose furono rivendute da Europei prima e Guardie Rosse poi a collezionisti esteri, col risultato che adesso in Cina si e’ salvato pochissimo del patrimonio artistico e storico del passato. Inoltre, la Rivoluzione Culturale ha lasciato un vuoto culturale enorme, impedendo e eliminando lo studio della storia e documenti antichi per diverso tempo. Il risultato e’ che due generazioni sono cresciute senza sapere niente della storia, usi, documenti e tradizioni cinesi antiche e senza saper interpretare molti documenti antichi (moltissimi dei quali scomparsi) scritte in lingue o caratteri che piu’ nessuno sapeva decifrare. Dopo la Rivoluzione Culturale, dal 1976 in poi, i cinesi avevano capito che distruggere millenni di storia, arte, tradizioni, e religione per costruire una societa’ e una popolazione completamente nuova, e’ stato sbagliato. Si e’ cercato di salvare il poco rimasto, spesso in maniera confusa e senza criterio logico o filologico, causando ulteriori danni e errori. E’ successo lo stesso in Cambogia con Pol Pot e in Mongolia con le purghe sovietiche. Fatto sta che per un po’ c’e’ stato molto interesse per la “rinascita” culturale cinese, ma l’avvento di Deng Xiaoping e la sua apertura modernistica e capitalistica ha creato ulteriori danni culturali. Le generazioni che si sono susseguite, che non hanno imparato nulla dai genitori perche’ i genitori sono cresciuti in un ambito di totale ignoranza e mera propaganda, hanno perso l’interesse per tutto cio’ che e’ antico, dato che Deng Xiaoping gli prometteva il miraggio del nuovo, bello, scintillate, pulito e ricco facendo dimenticare le bruttezze e le tristezze del passato. Oggigiorno i cinesi (io sono insegnante all’universita’) sono una popolazione profondamente ignorante di tutto, ignorante soprattutto di fatti, cose, storia, arte, geografia cinesi. Alle nuove generazioni non interessa affatto cio’ che e’ vecchio perche’ per loro risulta brutto, triste (che ricorda i tempi difficli), tradizionale e autoritario. Al cinese di oggi interessa solo mangiare, bere, comprare il telefonino e la macchina e la casa nuova. Tutto il resto non interessa affatto. Le persone di buona cultura, e cultura e’ potere, sono pochissime, forse soltanto 1 su 50,000. Gli esperti di numismatica sono ancora meno, forse poche centinaia su una popolaziuone di un miliardo e mezzo. Le riviste specializzate sono soltanto un paio e scarsamente diffuse,. Di numismatici “veri” ce ne sono pochissimi, dato che la maggioranza sono piu’ interessati al valore economico della moneta come investimento che a quello storico/collezionistico. I pochi esperti rimasti si trovano nella difficolta’ di studiare il passato su documenti in gran parte illeggibili oggi, o sul poco che si e’ salvato dalle distruzioni degli anni 60 e 70. Le nuove generazioni non sono interessate a continuare quello che gli esperti fanno, dato che tutto cio’ che e’ antico, e’ noioso. Quindi, tutto quello che ho detto sopra e’ da prendersi con le molle, come quello che esperti cinesi e non dicono sulla storia delle prime monete cinesi, in quanto spesso non esiste nessuna prova concreta e le teorie possono essere molto diverse tra loro.1 punto
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giusto qualche giorno fa ho aperto una discussione in merito; la trovi a questo link: http://www.lamoneta.it/topic/141336-marengo-1841-%C3%A8-corretto-il-sovrapprezzo/ ciao.1 punto
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Per questioni di peso specifico, aerodinamica e , non ultimo, perché la balestra non l'ho ancora inventata?!1 punto
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ma non possono registrare gli interventi e postarli su you tube ? o temono che qualcuno ascolti cosa dicono?1 punto
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Per ampliare la galleria... ...un fromboliere del neolitico ed alcuni Assiri1 punto
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La mia prima commemorativa portoghese.... Taglio: 2 euro cc Nazione: Portogallo Anno: 2009 Tiratura: 1.250.000 Città: S.Lucia di Piave (TV) Condizioni: B Taglio: 2 euro cc Nazione: Germania - G Anno: 2015A Tiratura: 4.200.000 Città: Conegliano (TV) Condizioni: BB+1 punto
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Ottimo, oltre ai consueti ed infiniti ringraziamenti per aver soddisfatto le mie curiosità, devo un particolare ringraziamento a tutti voi, che mi avete in un certo senso "accolto" a braccia aperte in quest'affascinante mondo che è la Numismatica Borbonica :good:!.1 punto
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