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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/28/15 in tutte le aree
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Finalmente ce la faccio a postarla. Trovato il 28 Luglio in un supermercato di San Antonio(Ibiza). Appena tolta dal rotolino Taglio 2Euro Nazione Andorra Anno 2014 Tiratura 360.000 Condizioni QFDC Luogo San Antonio(Ibiza,Baleari)6 punti
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Bella domanda, se lo mettete anche artigianale, male non farà, poi comunque ci saranno i meeting - point agli orari stabiliti a un tavolo che Francesco ci ha gentilmente concesso, se ci sarà già uno stampato o un cartello sul tavolo meglio, se no mi porto qualcosa io per la bisogna per il tavolo che è già pronto. Porterò anche il mio iPAD, potrebbe servire.... e ho pronti degli stampati made in dabbene sul forum Lamoneta, chi ha altre idee....non ha che da dirlo....certamente l'entusiasmo non mi manca.... :blum:3 punti
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L'idea di unificazione europea è cosa antica: se ne parla sporadicamente in certe opere letterarie fin dal XIII secolo, e dal XVIII aumentano le discussioni in tema, a volte corredate da descrizioni di ipotetiche strutture politiche come governi e parlamenti comuni. Ma è nel XIX secolo che l'europeismo di principio diventa qualcosa di più concreto: anche a causa del crescente malcontento per le frequenti tensioni e guerre dell'epoca molti intellettuali e politici cominciano a proporre progetti per la formazione degli "Stati Uniti d'Europa". Per quanto riguarda le valute, a causa della necessità di avere un minimo d'ordine nel crescente interscambio commerciale europeo si vive la parentesi dell'Unione Monetaria Latina. Dopo la prima Guerra Mondiale alcuni capiscono che nonostante gli orrori di questa guerra nulla sarebbe cambiato, contrariamente all'opinione diffusa all'epoca che si fosse trattato della "guerra destinata a porre fine alla guerra": negli anni '20 viene fondato il primo movimento europeista generico organizzato, l'Unione Paneuropea di Richard Koudenove-Kalergi. E' a questo periodo che risale la produzione delle prime medaglie con sembianze di moneta, prodotte da privati o associazioni proprio per promuovere l'idea di unità europea, come queste: Poco prima della seconda guerra mondiale il dibattito sull'opportunità di formare una federazione europea aumenta e l'idea è sempre più popolare in Francia e Gran Bretagna. Durante la seconda Guerra Mondiale, nel giugno del 1940, Jean Monnet (all'epoca capo del comitato di coordinamento degli alleati) propone a Churcill e al governo francese un trattato d'unione federale tra Francia e Gran Bretagna: il piano viene accettato ma non è più attuabile a causa della resa francese ai nazisti, avvenuta subito dopo. Il nucleo dell'Europa che abbiamo oggi nasce direttamente dalle macerie della seconda Guerra Mondiale: il primissimo tentativo di creare istituzioni europee comuni è un progetto di unione doganale italo-francese avviato nel 1948, destinata secondo le previsioni all'estensione graduale ad altri paesi. Questo piano procede con lentezza e viene definitivamente superato quando il 9 Maggio 1950 al Quai d'Orsai, sede del Ministero degli Esteri francese, viene letta la Dichiarazione Schuman, scritta da Monnet anche se porta il nome del ministro degli esteri francese Robert Schuman. La dichiarazione segna l'inizio del processo d'integrazione europea: partire dalla messa in comune del carbone e l'acciaio (all'epoca economicamente e strategicamente importanti come il petrolio e il gas oggi) di Francia, Germania e altri paesi che vorranno aderire per formare gradualmente un'unione economica europea che faccia da solida base per una futura unione federale. Nel settembre del 1950 avviene la fondazione della UEP (Unione Europea dei Pagamenti) con la creazione contemporanea della prima unità europea di conto, l'UCE (Unità di Conto Europea): inizialmente proposta col nome di "Epunit", è una valuta scritturale con una parità aurea di 0,888671 grammi, uguale a quella del dollaro USA. A questo periodo risalgono gli "Europinos" coniati nel 1952 per promuovere l'idea dell'economista francese Jacques Rueff, consigliere economico di De Gaulle, secondo cui il passo seguente e indispensabile per unire l'Europa era creare una valuta comune. La Comunità Europea, istituita coi trattati di Roma del 25 marzo 1957, viene attivata il 1 gennaio 1958 e il primo ministro del Lussemburgo Pierre Werner nel novembre del 1960 propone l'istituzione di un'altra valuta di conto europea chiamata "Euror". Nel 1961 il comitato per gli Stati Uniti d'Europa (detto anche Comitato Monnet, perchè formato nell'ottobre 1955 su proposta di Jean Monnet) propone di realizzare un'Unione Europea delle Riserve Monetarie come primo passo verso una moneta europea vera. Le discussioni proseguono negli anni '60, e in questo periodo si colloca l'inizio della coniazione di medaglie rappresentanti una valuta unica denominata profeticamente in Euro da parte del MFE (Movimento Federalista Europeo), la sezione italiana della UEF (Unione Europea dei federalisti). Galleria: http://collezionieuro.altervista.org/gallery/PreEuro%20e%20Probe/Preeuro%20MFE/#5 Periodo storico importante per il processo d'unione monetaria è la fine degli anni '60: nel dicembre del 1969 i capi di stato e di governo della Comunità europea discutono di alcuni piani per l'istituzione di un'unione monetaria entro il 1977 o 1978 circa, e prospettano l'istituzione di un Fondo di riserva europeo. I colloqui si concretizzano nell'ottobre del 1970, quando viene presentato il Rapporto Werner ( http://ec.europa.eu/economy_finance/emu_history/documentation/chapter5/19701008en72realisationbystage.pdf ) sulla realizzazione per fasi dell'unione monetaria. Il programma prevedeva l'istituzione di una valuta unica il 31 dicembre 1980. Nel 1972 il MFE sostiene il processo lanciando una "Campagna per la moneta unica europea" e l'Unione paneuropea produce le medaglie che altrettanto profeticamente del nome di quelle del MFE riportano l'attuale simbolo dell'Euro. Galleria: http://taxfreegold.co.uk/paneuropa.html Ad aprile dello stesso anno nasce il "Serpente", accordo per la regolazione dei cambi fra Belgio, Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi. Il processo subisce una battuta d'arresto nel 1973 a causa della crisi energetica, con la turbolenza a livello planetario causata anche alle valute. In piena crisi, nel 1975, l'UCE diventa una specie di precursore dell'ECU perchè viene strutturato come paniere composto da quantità fisse delle valute degli allora 9 stati della Comunità europea. Le acque riprendono a smuoversi solo nel 1977 quando Roy Jenkins, all'epoca Presidente della Commissione europea, propone di riprendere il progetto di unificazione monetaria. Al Consiglio europeo di Copenhagen del 1978 , Giscard d'Estaing e Schmidt propongono la creazione dello SME (Sistema Monetario Europeo), che entra in funzione nel marzo del 1979, a cui partecipano Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Italia. Il valore e la composizione sono inizialmente uguali a quelli dell'UCE e dal gennaio 1981 l'ECU sostituirà l'UCE come unità di conto nei bilanci comunitari. Da lì a pochi anni inizia la vasta produzione di medaglie rappresentanti l'ECU, di cui c'è una bella galleria in questo link: http://collezionieuro.altervista.org/gallery/PreEuro%20e%20Probe/Preeuro%20ECU/ Nel dicembre del 1986 viene istituito il Comitato per l'unione monetaria dell'Europa (detto anche Comitato Giscard d'Estaing-Schmidt) che nel marzo 1988 presenta la proposta con cui riparte definitivamente il processo per l'unione monetaria. A giugno il Consiglio europeo di Hannover, presieduto da Jacques Delors delinea le famose tre fasi che porteranno all'istituzione dell'Euro il 1 gennaio del 1999. (cronologia completa dell'unione monetaria qui, aggiornata al post #13 http://www.lamoneta.it/topic/65910-cronologia-dellunione-monetaria-europea/ )2 punti
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Questo é un grande classico, forse uno dei potins più noti e rappresentativi. E' dei Remi, tribù della Gallia Belgica stanziata in Champagne-Ardenne (quindi subito a nord del territorio dei Senoni) attorno all'attuale Reims (che ne prende il nome, così come l'attuale Sens quello dei Senoni). E' un grande classico anche perché formalmente riportauna serie di elementi simbolici tipicamente celtici, soprattutto al dritto (seconda foto): é un guerriero che corre a d., molto stilizzato, caratterizzato da una capigliatura raccolta in una grossa treccia, che tiene una lancia in una mano (poco visibile nella foto) ed un torque nell'altra. Al rovescio, la cui foto andrebbe ruotata verso destra di circa 90 gradi, c'é un quadrupede rivolto a destra, con sotto le zampe, normalmente ma non in questo caso, un "qualcosa" che viene interpretato come un serpente e nel campo in alto sopra il dorso un altro "qualcosa" (questo invece ben visibile) che viene interpretato come una fibula di tipo lateniano. Circa alla datazione, tradizionalmente questa era ritenuta piuttosto bassa, essendo interpretato il rovescio come un'imitazione del denario di Cesare con l'elefante. Più recentemente, sulla base di dati di scavo, la data di inizio della monetazione é stata rialzata a cavallo tra il II ed il I secolo a.C. Dovrebbe esserci un articolo su un numero speciale di Gallia sui potin, che tra l'altro é disponibile in linea. Lo cerco e lo posto. Volendo fare ulteriori ricerche, il tipo é definito di solito dalla letteratura francese "au personnage courant" o "au guerrier courant". EDIT Eccolo: http://persee.fr/web/revues/home/prescript/article/galia_0016-4119_1995_num_52_1_31232 punti
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"Riesumo" questa discussione perchè ho da poco trovato un interessante articolo che riferisce di alcuni piccoli ma significativi ritrovamenti monetali presso Carnuntum, sia per Regaliano che per Driantilla ( il più recente nel 2013). Tenuto conto dell'esiguità di tracce lasciate da questo usurpatore, il ritrovamento di monete in un contesto archeologico accertato mi pare importante. Allego il pdf, il cui autore è Cristian Găzdac, del Institute of Archaeology and Art History Cluj-Napoca. Il testo è in inglese, ma la sua comprensione è abbastanza semplice anche per chi lo mastica in maniera non eccezionale. Antoniniano a nome di Driantilla con Aequitas al rovescio, ribatutto su un denario di Settimio Severo. 109-463-1-PB.pdf2 punti
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Probabilmente mi sono spiegato male; Ritengo che tra il donare tutte le prove di una determinata moneta e fregarsi fisicamente i pezzi musealizzati vi sia una differenza. Se non giuridicamente, questo me lo dici tu che è il tuo settore, almeno moralmente per me c'è, eccome. È la differenza che c'è, come citavo prima, tra la malagestione di un bene ed il suo furto. L'esempio del quadro a mio avviso non sta in piedi in quanto il quadro è un'opera unica e, quando la rintraccio, non esistono dubbi che sia L'oggetto rubato. Le prove invece sono multipli esattamente identici fra loro (del granchio mi pare si stimino 5/6 esemplari noti, qualcuno dice di più ma non credo). Dimostrare che un determinato pezzo sia quello che hanno sottratto al museo, piuttosto che uno di quelli omaggiati dalla zecca, mi sembra Quantomeno improbo.2 punti
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Ogni volta che leggo questa discussione è stata modificata, cancellandone dei post... Penso che i Curatori debbano chiuderla definitivamente poiché una discussione ha senso se fatta in toni civili e se risulta comprensibile. Gli interventi fuori posto di alcuni utenti e i tagli dei Curatori la rendono di fatto inutile e incomprensibile. Scusate, a presto.2 punti
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Considerando che della Via Appia non c'e' praticamente piu' traccia antica , vediamo cosa c'e' di veramente importante ad Altamura rimanendo nel nostro campo , ma non troppo : La cava dei dinosauri : In località Pontrelli, sono state scoperte nel 1999 , su un'area di dodicimila metri quadrati , circa trentamila orme di dinosauri . La grande importanza di questo ritrovamento ,ad oggi questo è il sito più ricco e importante d'Europa e forse del mondo , sta nell'elevatissima biodiversità che caratterizzava gli individui presenti contemporaneamente nello stesso luogo . Le impronte risalgono al Cretacico superiore , tra i 70 e gli 80 milioni di anni fa , quando il clima in Puglia era di tipo tropicale e testimoniano la presenza di oltre duecento animali , appartenenti almeno a cinque gruppi diversi di dinosauri , erbivori e anche carnivori . Le dimensioni delle impronte variano dai 5 – 6 cm fino ai 40 – 45 cm , facendo supporre di trovarsi di fronte ad animali alti fino a 10 metri . In molte impronte si riesce addirittura a leggere le pieghe della pelle . Tale eccezionale stato di conservazione delle impronte è dovuto molto probabilmente alla presenza di un terreno paludoso dal fondo fangoso , con tappeti di alghe che hanno permesso la cementazione dell'impronta . In numerose impronte è infatti ancora visibile la piccola onda di fango generata nel momento in cui l'animale ha poggiato la zampa al suolo . Dalla lettura delle impronte e soprattutto delle piste , ovvero di una serie di almeno tre impronte consecutive , o tre coppie mano - piede nel caso di animali quadrupedi , lasciate dallo stesso animale in movimento , si capisce come le andature siano normali , senza tracce di panico , a dimostrazione del fatto che si trattava di un normale spostamento degli animali mentre pascolavano tranquilli in un ambiente presumibilmente lagunare . Dalla quantità delle impronte e dalle loro dimensioni ci si può facilmente rendere conto delle quantità veramente ingenti di vegetali che dovevano essere presenti in loco per poter soddisfare le necessità di sopravvivenza di tanti animali . Una delle piste individuate appartiene ad un Ceropode un dinosauro erbivoro , essa rivela un'incertezza nell'andamento , forse un cambio brusco di passo , per evitare un ostacolo improvviso oppure cambiare direzione . L'Uomo di Altamura : Il 7 ottobre 1993 venne fortuitamente scoperto l'"Uomo di Altamura", unici resti di scheletro umano integro risalenti al paleolitico medio-inferiore . Il reperto scoperto nella grotta di Lamalunga rappresenta uno dei più grandi rinvenimenti paleontologici . L'ottimo stato di conservazione , l'integrità del reperto , l'assenza di deformazioni e la presenza del cranio , intero , costituiscono una buona occasione per una migliore conoscenza e definizione dei meccanismi di evoluzione che hanno portato al popolamento europeo e al ciclo neanderthaliano . Lo scheletro è infatti riconducibile ad un maschio adulto dell'altezza di 160 – 165 cm , il cui cranio presenta sia i tratti arcaici che quelle trasformazioni morfologiche , stabilizzatesi nelle popolazioni neanderthaliane , che consentono di collocarlo nel gruppo di fossili del Pleistocene Medio europeo , ovvero tra le forme dell'Homo erectus (400.000 anni fa) e le forme tipiche dell'uomo di Neanderthal (85.000 anni fa), in una fase di passaggio cioè , stimata a circa 200.000 anni fa . Dopo uno studio effettuato nel 2015 dall'Università La Sapienza di Roma , lo scheletro è stato datato fra i 128.000 e i 187.000 anni fa , e ciò lo rende il più antico reperto di Neanderthal al mondo da cui sia mai stato estratto del DNA . Questo studio è stato ripreso da molte testate internazionali , fra cui la rivista Nature .2 punti
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Il valore più alto della Westfalen serie di 1923, credo, è il pezzo di marchio "1-billion"—ma—poiché i tedeschi usano "milliarde" per descrivere il numero di americani sanno come un "billion" (1.000.000.000), quindi un tedesco "billion" è in realtà il numero che gli americani sanno come un "trilion" (1.000.000.000.000). Possiedo uno dei valori bassi della serie 1923, il inconsequential(!) pezzo di 10.000-mark, denominate a solo 1/5000 di tuo, derek83... :) v. The highest value in the 1923 Westfalen series, I believe, is the “1-billion” mark piece—but—since the Germans use “milliarde” to describe the number that Americans know as a “billion” (1,000,000,000), then a German “billion” is actually the number that Americans know as a “trillion” (1,000,000,000,000). I own one of the low values of the 1923 series, the inconsequential(!) 10,000-mark piece, denominated at only 1/5000 of yours, derek83…. :) v.2 punti
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Ciao. La storia delle "prove e progetti" è indubbiamente molto complessa. E la stessa Zecca (cioè lo Stato) ci ha messo molto del suo per rendere lo scenario ancor più confuso. Rimanendo al periodo repubblicano (perché se andiamo al Regno è anche peggio...) va infatti ricordato come molte delle prove e progetti fuoriusciti dall'Officina monetaria nazionale furono consegnati ai dipendenti della zecca sotto forma di gratifica o come "benefit", e ciò secondo una prassi assolutamente non contemplata dalla legge, dai regolamenti o dai contratti di lavoro. Questa "prassi" ha comportato due gravi conseguenze, che poi si sono ritorte contro la stessa zecca: - da un lato la "prassi" ha legittimato la presenza sul mercato di tutto quel materiale che è stato ufficialmente e liberamente assegnato ai dipendenti, i quali poi se lo sono rivenduto sul libero mercato. E' evidente che per tutto questo materiale non si può parlare di "trafugamento" e concordo sul fatto che sequestrarlo a posteriori sia un abuso, in quanto è stata la stessa zecca a favorirne - ed anzi, a consentirne - la fuoriuscita; - dall'altro, questa "prassi" ha creato un grave precedente, che si è potuto invocare anche laddove le prove e progetti "esternalizzati" non rientravano fra quelli di cui la zecca aveva favorita la fuoriuscita, In altre parole, in mancanza di prove certe, il fatto che la stessa zecca abbia con certezza consentito più e più volte la distribuzione di prove e progetti ai dipendenti, può far ritenere (o può non escludere) che anche per quelle più rare (persino mancanti al proprio Museo...) la loro comparsa sul libero mercato non sia il frutto di illeciti ma possa ugualmente rientrare in quella stessa arbitraria "prassi", che per ovvii motivi non può oggi ritorcersi contro gli ignari successivi acquirenti di quel materiale, che vanno fra l'altro considerati in buona fede perché, fino alla nota indagine del 2000, nessuno o pochi aveva mai lamentato problemi in ordine alla presenza di questo materiale sul mercato. Ed è questo secondo caso che suscita in me molte perplessità. Capisco che si tratta di sostenere un'accusa che dev'essere ben circostanziata e mirata (non si può partire in quarta e chiedere il sequestro, genericamente, di tutte le prove e progetti presenti sul mercato, per i motivi innanzi detti e perché così facendo si rischia di generalizzare la vicenda e di non precisare quale sia il vero materiale da rivendicare...). E comprendo anche che a causa del comportamento della stessa zecca, per gli inquirenti possa essere stato non semplice dimostrare come la fuoriuscita sia avvenuta, all'origine, illecitamente. Tuttavia, a voler restringere i casi di rivendica dello Stato solo a quei pezzi rarissimi, per i quali non esistono neppure esemplari al museo della zecca e per i quali non è verosimile pensare che siano stati assegnati alle maestranze o comunque a terzi, una qualche riflessione andrebbe pur fatta. L'amico vathek1984 scrive sopra: "Concordo pienamente...non è sostenibile l'ipotesi per cui in ragione dell'assoluta incapacità dello stato (all'epoca) di tutelare e preservare esemplari come quello di cui all'oggetto, ne debbano ora, a distanza di decenni, fare le spese i collezionisti in buona fede o gli operatori commerciali del settore... Mi permetto di dissentire sulla base del seguente ragionamento: - Facciamo il caso che venga rubato da un Museo statale un dipinto e, nonostante le indagini delle nostre Forze di polizia, esso non sia ritrovato ed i responsabili del furto non vengano individuati; - Ipotizziamo che dopo trent'anni dal furto, a reati ormai prescritti, il dipinto riappaia sul mercato antiquario e venga acquistato da un ignaro collezionista; Qualcuno degli addetti ai lavori, sfogliando il catalogo nel quale è descritto il dipinto, si avvede dell'opera e si ricorda che trent'anni prima era stata rubata. Da qui parte un'azione civile per recuperare il dipinto. Si dirà che in questa ipotesi, a differenza del caso del 20 lire "granchio", le indagini dello Stato si sono avviate subito, mentre per il "granchio" le stesse partono solo quando qualcuno si avvede che la prova è sul mercato e non c'è al museo della zecca. Vero. Ma nella sostanza parliamo pur sempre di due oggetti (il dipinto ed il "granchio") di proprietà dello Stato, che stavano in due musei statali e che non ci sono più. Per il dipinto, nessuno (penso) si scandalizzerebbe se lo Stato, dopo 30 anni dal furto, avuta notizia della sua ricomparsa sul mercato, fa valere i suoi diritti di proprietà e agisce di conseguenza; per la rarissima prova monetale invece, la colpevole disattenzione dello Stato, che non ha perseguito immediatamente l'illecita fuoriuscita dalla zecca, dovrebbe persino degradarne la natura giuridica da bene demaniale (quali sono i beni delle raccolte museali statali) a bene di proprietà privata, sul quale lo Stato non può avere più alcun diritto. Aggiungo soltanto che chi acquista prove di tale rarità (e prezzo...decine di migliaia di euro...) mi sembra strano che non sia sufficientemente informato della provenienza e, soprattutto, delle modalità attraverso cui queste esimie rarità siano giunte sul mercato....o quanto meno non si faccia qualche elementare..... domanda. Per carità....non parlo di "questione morale", di etica ecc., ma semplicemente mi chiedo se chi tratta quel tipo di materiale (e ribadisco...non tutte le prove e progetti ma solo quel ristretto tipo di materiale per il quale non è credibile che per la sua estrema rarità sia fuoriuscito dalla zecca sotto forma di benefit al dipendente o altre forme che ne giustificano la presenza sul mercato..) non si ponga almeno la domanda delle "cento pistole": "ma come ci è arrivata questa prova sul mercato, che manca persino al Museo della zecca dove dovrebbe essercene almeno un esemplare?" Dopodiché, rispettiamo le sentenze, sia quella sulle prove e progetti così come quella sul centesimo di euro battuto "per errore" sul tondello del due centesimi..... Però fare fra noi qualche riflessione non fa male..... :pardon: Saluti. Michele2 punti
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Ciao a tutti, nell'eccezionale prossima asta NAC, tra le tante monete superlative...direi che possa destare un qualche interessare questa: Quinario di Caro,apparentemente unica...non presente nel RIC, Seguendo le note della NAC, al diritto abbiamo l'imperatore Caro, in abiti consolari, che tiene, con la destra, la clava erculea e, con la sinistra, un globo con la vittoria. Al rovescio il Cesare Carino, corazzato che tiene il medesimo globo con la vittoria. Secondo me, è una perfetta rappresentazione del biennio 282 - 283 tormentato in cui regnò Caro. Non ci sono orpelli, fronzoli, nè richiami all'ellenismo. Due soldati che governano e vincono contro i Sasanidi arrivando ad occupare la capitale, Ctesifonte. Saluti Eliodoro1 punto
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Walter Funck - Die deutsche Notmünzen - edizioni Gietl Verlag. Ultima edizione 2012. prezzo 69 euro, ma in Italia lo trovi a molto meno di 601 punto
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Michelangelo zecchini scrive su Tirreno Elba news il 19 settembre del 2014.Premetto che costui gode sicuramente della mia di stima,avendo speso parte della sua carriera da affermato archeologo di fama internazionale ,allo studio sul campo della storia di quest'isola denunciando piu volte lo scarso interesse e lo stato di abbandono dei molteplici siti archeologici molti dei quali di primaria importanza(uno tra gli altri la grotta di s.giuseppe a rio una delle sepolture piu importanti in italia riconducibili alla cultura cosi' detta "di Rinaldone").detto questo trovo del tutto inutili e sterili certe" frizioni" in quanto una teoria non necessariamente esclude l'altra ed entrambe possono coesistere. cosi scrive:È capitato anche a me di essere còlto da una specie di folgorazione scientifica sulla via marcianese tipo “Damasco”, quella della zecca: in questi ultimi giorni, infatti, sono stato abbagliato non da una sola, ma da una serie di vivide luci. La prima luce è rappresentata dalle ricerche di ‘insigni’ studiosi, che in quanto insigni, cioè “distinti da meriti eccezionali” (cfr. Devoto/Oli, Dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze, 1980), sono pressoché inconfutabili; se hanno detto che di zecca appianea si tratta, così è, senza tentennamenti. La seconda luce proviene dalle decisioni, sonoramente unanimi, del Consiglio Comunale di Marciana, il quale annota fra l’altro che “da tempo immemore quell’immobile viene identificato nell’immaginario collettivo dei marcianesi come “la zecca degli Appiani”; come si sa, con l’immaginario collettivo non si può interferire, se non in modo arrogante e provocatorio come ha fatto nel 1840 il Catasto Leopoldino, il quale ha avuto l’ardire di qualificare la zona e la via con il toponimo “La Tomba” anziché “Zecca degli Appiani”. La terza luce arriva dagli interventi pregevoli e autorevoli di altri studiosi illustri, in verità con esperienze archeologiche alquanto smilze, il cui buon senso porta a concludere che l’ipogeo di Marciana può essere una cosa o il suo contrario, e anche di più. La quarta luce emana da una sorta di sentenza pro zecca da parte di apprezzati opinionisti/maîtres à penser dal lessico forbito: quando essi si lamentano nei confronti di qualcuno o di qualcosa di fratture alle gonadi (per efficaci sinonimi, da loro usati e preferiti, si veda “Il manuale di Pierino”, edizioni Vaffa, Tre Palle n. 23, 1997), come si fa a non gratificarli di un deferente assenso? Stante la forza di codeste luci, dapprima mi sono trovato in una profonda crisi di sconforto, ai limiti della depressione, e poi mi sono detto che è venuto il momento di studiare di più e meglio, buttando via la mia precedente convinzione secondo la quale nell’ipogeo marcianese si doveva ravvisare una tomba etrusca gentilizia. Il mio new deal storico-scientifico ha preso le mosse dal sito ufficiale on line del Comune di Marciana dove, alla sezione ‘storia’, ho appreso che “la creazione di una zecca per battere moneta” si deve a Donna Paola Colonna, divenuta moglie di Gherardo Appiano nel 1396. La mia acculturazione è proseguita con la lettura dei documenti elaborati di recente per lo stesso Comune di Marciana dai suoi consulenti, i quali affermano che la zecca “è databile alla fine del XVI secolo”. È vero che fra queste due versioni c’è un po’ di bisticcio cronologico (più o meno 150 anni di differenza), ma evitiamo di spaccare il capello in due: l’importante è che la zecca ci sia stata. Lo dice, perbacco, un certo Zanetti nel 1775, e non importa se la sua testimonianza è abbastanza lontana dagli avvenimenti (due secoli o più), se l’ ubicazione da lui data alla zecca è imprecisa e se la sua credibilità è piuttosto scarsa perché ritenuto un po’ troppo dedito all’esaltazione del Principe. Altrettanto irrilevante è che la zecca di Marciana sia citata solo da Zanetti e da nessun altro, né dagli attenti eruditi elbani del tempo né dai viaggiatori/scrittori del Grand Tour. In modo simile va considerato del tutto marginale il mancato ritrovamento di monete e di qualsiasi traccia di coniazione nello ‘scavo preliminare’ (per inciso: scavo fatto da chi? da un archeologo qualificato come impone la legge?). Addirittura insignificante è, poi, il fatto che nell’Archivio Storico di Marciana non sia stato rinvenuto alcun documento sulla zecca, nonostante che quest’ultima sia stata il frutto di un immane lavoro che, a detta dei nostri maestri/scalpellini del granito, deve essere costato una ‘botta’ e deve aver impegnato per svariati anni maestranze specializzate. A pensarci bene gli Appiano dovevano essere ben tosti: avrebbero potuto edificare in quattro e quattr’otto, e con poca spesa, un intero palazzo da adibire a zecca, e invece hanno voluto dare dimostrazione della loro potenza e della loro magnificenza (roba da far schiumare d’invidia un imperatore…) ordinando di scavare con immense difficoltà, centimetro per centimetro, un grande ipogeo che comportava l’asportazione di circa 200 tonnellate di granito. Allo stato attuale emerge una domanda pertinente: forse che quel notevole ‘caveau’ era destinato a contenere le riserve auree degli Appiano, notoriamente più ricchi di un re? Se l’epoca coincidesse (circostanza da approfondire), si potrebbe pensare al tesoro del Conte di Montecristo. E se tanto mi dà tanto, chissà che razza di tunnel gli Appiano hanno fatto scavare a Piombino, senza dubbio per loro più importante di Marciana anche per quanto riguarda le attività di coniazione. Le mie nuove fonti, dunque, mi stanno portando sulla strada della corretta ricostruzione storica. Dovrò consultarne altre, ma sono a buon punto… E dovrò anche capacitarmi del fatto che alcuni termini usati da me e da sprovveduti colleghi (per esempio tomba ‘gentilizia’) sono ormai superati dalla ricerca storico-archeologica più recente. È ormai acclarato, infatti, che nel mondo antico le grandi tombe, sotterranee o in elevato, erano costruite ad uso e consumo della classe ‘servile’(!?).1 punto
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@@Georg C'e' fior di conio e fior di conio e come questa mica sono poi cosi' tante. Ciao1 punto
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Salve , vorrei prendere spunto dalla prima descrizione di apertura Post per fare un po' di chiarezza sulla figura storica del personaggio iniziando dal vero nome che era : Regiliano ; per fare questo mi affido all' unica fonte storica che tratta di questo "Tiranno" , cioe' a Trebellio Pollione , uno degli autori della Storia Augusta , colui che tratta della Vita di tutti i cosi' detti "Trenta Tiranni" : "Era destino che al tempo di Gallieno chiunque potesse tentare la scalata all' Impero . Per esempio Regiliano governatore dell' Illiria , fu eletto Imperatore dai Mesii i quali , battuti insieme con Ingenuo , avevano dovuto subire con le famiglie la dura repressione di Gallieno . Poi pero' Regiliano sebbene avesse sconfitto i Sarmati , venne ucciso su istigazione dei Rossolani e con il tacito consenso dei soldati e dei provinciali , timorosi di una nuova e piu' feroce rappresaglia da parte di Gallieno .Regiliano era arrivato all' Impero in un modo veramente insolito per colpa o per merito di una specie di scherzo . Stava cenanado con alcuni soldati quando un vice tribuno usci' con questa domanda : <Da che cosa viene il nome Regiliano ? e un altro subito : Da regno io penso> , tra i presenti ce ne era uno piuttosto istruito il quale comincio a declinare come fanno i grammatici : <Rex Regis Regi ......Regilianus> , allora i soldati facili ad entusiasmarsi per la prima cosa che viene loro in mente esclamarono : Dunque puo' essere Re ?> e un altro : Non ci puo' governare dunque ?> e poi ancora : E' stato un Dio a darti questo nome profetico !> . Insomma di discorso in discorso il mattino del giorno successivo quando egli compari' in pubblico venne salutato Imperatore dallo stato maggiore dell' esercito . Cosi' grazie ad una battuta scherzosa si trovo' ad avere cio' che gli altri avevano ottenuto solo con l' audacia o con l' intelligenza . Indubbiamente comunque egli era un soldato di provata esperienza tanto che Gallieno gia' da tempo lo teneva d' occhio perché vedeva in lui un potenziale concorrente all' Impero . Egli era un Dacio di nascita e anzi a suo dire , discendeva da Decebalo in persona . Possediamo una lettera in cui il Divo Claudio allora semplice cittadino privato si congratula con Regiliano gia' comandante militare dell' Illirico per la riconquista di quella regione , un successo davvero notevole se si tiene conto della rovinosa inerzia di Gallieno . La lettera e' autentica e ho pensato di riportarla visto che si tratta di un documento ufficiale : <Claudio saluta Regiliano . Felice lo Stato cui e' toccato di avere al suo servizio un uomo come te , felice Gallieno , anche se mai nessuno gli dice la verita' né in bene né in male . Bonito e Celso guardie del corpo del nostro Principe mi hanno parlato del tuo comportamento durante la battaglia presso Scupi e mi hanno riferito tutte le prodezze che hai compiuto nell' arco di un solo giorno . Nei tempi antichi ti avrebbero onorato con il Trionfo . Ma pazienza , tu ricorda sempre che sorta di uomo e' colui che ci governa e percio' cerca di essere sempre cauto anche nella vittoria . Mandami se ti e' possibile qualche arco Sarmatico , due mantelli militari ma con fermaglioio te ne ho spediti dei nostri> . Questa lettera dimostra la considerazione che Claudio , indubbiamente la persona piu' atta ad esprimere simili giudizi , aveva per Regiliano . Il nostro uomo non aveva fatto carriera con Gallieno , ma sotto il padre di lui Valeriano , come del resto Claudio , Macriano , Ingenuo , Postumo ed Aureolo , tutti personaggi che pagarono con la vita l' avere ottenuto un potere che del resto meritavano . C'e infatti qualcosa di straordinario nell' intuito di Valeriano, tutti coloro che furono da lui eletti generali , giunsero poi all' Impero per volonta' dei soldati e questo dimostra se non altro che quanto fosse abile il vecchio principe nello scegliersi i collaboratori ideali per il bene dello stato romano che purtroppo non pote godere a lungo del governo di un sovrano accorto come lui . E magari avessero potuto regnare coloro che salirono al potere o almeno non fosse rimasto cosi' a lungo sul trono quel suo ignobile figlio , cosi' che lo stato avesse potuto restare quello di una volta ! Ma la fortuna volle seguire il proprio capriccio e cosi' ci ha portato via Valeriano e tanti altri ottimi Principi ( i Tiranni sopra citati ) per lasciarci Gallieno piu' a lungo del necessario"1 punto
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Intanto posso dire che l'esemplare proposto da InAsta aveva il tondello ondulato...tentativo di raddrizzamento di una piega effettuata per mettere la "moneta" fuori circolazione?1 punto
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Anche per capire meglio di cosa stiamo parlando vi posto ora l'altro nominale, il minore, lo trovo nell'asta Varesi del 2011, ex Este Milani, lotto 603, definito sul catalogo sesino con la dicitura " il Crippa la ritiene una tessera o gettone ", moneta ritenuta estremamente rara, con base 1.200 Euro. Il peso è di gr. 1,10 ; comunque sia l'essenzialità del pezzo, le forme gotiche delle lettere, la semplicità del tutto con le sole iniziali D e B lo rendono un pezzo decisamente affascinante. Come vedete comunque almeno il dubitativo, Crippa a parte, rimane in molte fonti.1 punto
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Non sono un latinista "puro" ma essendomi iscritto alla facoltà di Storia diciamo che in un documento riesco a muovermi...comunque ringrazio Mario per la fiducia... @@bavastro il divieto riguarda l'impiego nelle transazioni di grossi e sesini del tipo del Signore Barnabò (de stampa qd. domini Bernabovis), vale a dire quelli che presentano impressa la "D B formarum". Fanno eccezione (nisi pro) quelli aventi un valore pari all'intrinseco d'argento fino (eo quod valebunt tanquam argentum ruptum).1 punto
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Io allora diro' di piu'... Mi pare di vedere il segno di zecca (un crescente lunare) fra AMEDEVS e COMES... ;) :)1 punto
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@lele300 un noto perito, tramite le foto ( nella mia zona ahimè non c'è nessun professionista del settore ), ha valutato autentica la moneta dicendo che i Fert e le rosette sono assolutamente conformi e che vi è stata una manipolazione delle superfici (lucidatura).1 punto
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Buona giornata Convengo che l'esistenza del punto invece della stellina dopo VENET non rappresenta un valore aggiunto e le differenti interpunzioni sono abbastanza frequenti. Non ho sottomano il Papadopoli, ma credo che ci sarà anche questo tipo di variante. (nel pomeriggio potrò darti conferma). Riguardo alla conservazione, la trovo anch'io piuttosto "generosa", ma per questo tipo di zecchini, tra i più comuni, la differenza di valutazione tra un BB/Spl e Spl (vero) non è poi moltissima; tieni conto di una forbice di ca. €. 100,00. Monete come la tua si possono acquistare a ca. €. 350,00/400,00. Lo zecchino postato da rorey36 è sicuramente di Mocenigo III (l'ha scritto che non centra nulla con la tua). In ogni caso, bel regalo! Saluti luciano1 punto
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Mi sono letto il sopra citato articolo di Emilio Motta su RIN del 1893 che trovate comunque in rete, è riferito al n. 38.( tratto dall'Archivio Comunale di Reggio Emilia ) 5 giugno 1888 - Grida di G. Galeazzo Visconti per vietare la spedizione dei grossi e sesini di Bernabò Visconti " Non si possano spendere aliquos nee sexinos, videlicet grossos solitos expendi pro imperialibus xxiiij pro quolibet ex sexinos consuetos expendi pro imper. sex de stampa qd. domini Bernabovis, videlicet de D. B. formarum presentibus incluxarum, nisi pro eo quod valebunt tanquam argentum ruptum, et pro argento rupto....cun hoc sit quot intententionis et propositi prefacti domini est quod cursus ipsorum grossorum et sexinorum predicti stampi sit penitus extinctus ubillibet super territorio suo ". In poche parole si conferma la possibilità che tipologie monetali similari a quelli presenti circolassero, anche se fossero gettoni, nel territorio, da cui il bando e il vietare il loro uso monetale.1 punto
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Salve Discussione parallela a quella sulle dramme dedicata ai tetradrammi di Alessandro Magno classificati FDC (o quasi) da chi le mette in vendita o in asta. Primo tetradramma 1 1.Tetradramma di Clazomene Price 1747 dell’asta Tkalec http://www.acsearch.info/search.html?id=220362 GRIECHISCHE MüNZEN. MAKEDONIEN. ALEXANDER III., 336-323 No.: 36. Rufpreis-Opening bid: CHF 700 d=28 mm. AR-Tetradrachme. 16,89 g. Klazomenai, um 200. Av: Kopf des Herakles mit Löwenskalp n. r. Rv: ALEXANDROU Zeus mit Adler und Szepter n. l. sitzend, im Feld l. Eberprotome mit Flügeln n. l., darunter Monogramm. Price 1747. FDC. apollonia1 punto
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Taglio: 2 Euro CC(B) Nazione: Italia Anno: 2015 Tiratura: 3.500.00 Città: Busto Arsizio Condizioni: BB1 punto
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La somiglianza iconografica con i nominali allora in corso c'è...il sesino MIR 114 ha nel campo del rovescio le lettere D B (barrate in segno di abbreviazione), le stesse appaiono una per faccia nella tessera-sesino. I pegioni di Barnabò con l'elmo sono di due tipologie, MIR 113 (con ai lati ancora D B) e 111 (iconografia identica a quella del grosso-tessera, e teniamo anche presente che qui abbiamo classificato come prima variante il7 pegione più comune di Barnabò, quello che quindi all'epoca circolava maggiormente). Quindi direi che il rimando alle monete era abbastanza chiaro...1 punto
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"Non più frontiere, non più dogane, non più imposte, il libero scambio. Una moneta continentale, a doppia base metallica e fiduciaria, che ha per punto di appoggio il capitale Europa tutto intero e per motore l'attività libera di duecento milioni di uomini." (Victor Hugo, 1855) "Dopo un periodo più o meno lungo, e la cui data è impossibile a prevedere - mettiamo trent'anni, poichè il regime della libertà commerciale ha durato press'a poco questo tempo - vi sarà in Europa abolizione delle dogane e libertà degli scambi." [...] "L'unità monetaria è più importante ancora che l'unità metrica: è vero che è più difficile ad adottare. Se gli uomini fossero saggi e comprendessero il loro vero interesse, si potrebbe prevedere che nel 1992 ci sarà una moneta unica, con conii differenti (ciò importa molto poco), ma con un valore eguale." Azzeccato con uno scarto di 7 anni... niente male da parte di Carlo Richet in "Fra cent'anni", del 1892.1 punto
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Complimenti indubbiamente ancora, ne approfitterò sicuramente sabato prossimo a iscrivermi e ritirarne una copia, l'opera anche solo editoriale è notevole e come si dice con la iscrizione te lo sei già ampiamente ripagato .... Quindi oltre all'aspetto strettamente numismatico e culturale è sicuramente estremamente vantaggioso per chi fosse interessato, state facendo comunque indubbiamente un lavoro importante sia per l'oggi che per il domani numismatico.....1 punto
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La Repubblica Slovacca. 10 KORÚN SLOVENSKÝCH (Pribina). 50 KORÚN SLOVENSKÝCH (Il quinto anniversario dell'indipendenza della Slovacchia). La Repubblica di Finlandia. 10 PENNIÄ. 1 MARKKA.1 punto
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Carausio con le emissioni a nome di Diocleziano e Massiminiano e con le emissioni congiunte (con la effige di tutti e tre gli imperatori) cercò di dare legittimità al suo ruolo di imperatore-usurpatore. Ovviamente legittimità a uso e consumo nel territorio sotto al suo (temporaneo) controllo dato che nessuna posizione simile venne presa dagli imperatori legittimi dell'impero centrale né alcuna azione risulta presa in tal senso secondo le fonti storiche note. Le emissioni che rientrano in questa tipologia (caratterizzate tutte, o quasi, dalla legenda al rovescio terminante in "AVGGG") sono molto numerose e riguardano sia la zecca di Londra (segno di zecca all'esergo ML e MLXXI) che la zecca di Colchester, o C-mint (segno zecca all'esergo C, SPC, MC). In totale, tra varianti di legenda, di rovesci, di combinazioni e di ibridi, i tipi noti censiti fino al 2009 risultano ben 167, ma a questi ne vanno aggiunti altri (come ad esempio il tipo a cui appartiene l'esemplare in apertura della discussione). L'intento di queste coniazioni, dicevo, dev'essere visto solamente come una sorta di investitura di facciata della porpora imperiale per Carausio e non una prova di un qualche patto esistente tra i tre sovrani oppure di un tentativo di riconciliazione in virtù di un mantenimento di un carattere d'indipendenza. Questa serie quindi non può essere accostata ad analoghe serie battute in tempi precedenti o successivi dove l'usurpatore di turno emetteva in nome di un altro sovrano per tendergli in qualche modo la mano e richiedere il suo aiuto affinchè riconoscesse il suo ruolo e gli fornisse supporto (vedi le emissioni di Aureolo a nome di Postumo, per esempio, dove è evidente che il motivo di tale scelta era quello di richiedere in primis l'aiuto dell'usurpatore Gallico e poi di mantenere una sorta di piccolo regno autonomo anche se in qualche misura alleato... tentativo fallito pressoché sul nascere). Cronologicamente queste emissioni vanno inserite in un periodo successivo di sicuro alle emissioni continentali della zecca di Rouen (che dovrebbero essere le prime emesse a nome dell'imperatore, o comunque tra le prime in contemporanea a quelle battute in suolo inglese) e successivo alle emissioni senza mint-mark (cronologicamente le più anziane). Il dilemma, a cui non ho dato risposta, è: sono state emesse prima, dopo o contemporaneamente alle altre emissioni contenenti il segno di zecca? Quasi sicuramente, affrontata la prima esigenza di produrre abbondantemente del circolante a suo nome, senza badare a troppi fronzoli (riuso di officine locali preesistenti, emissioni a cavallo tra l'irregolare e l'ufficiale, emissioni più rifinite ma senza distinzioni di zecca) Carausio cercò di raffinare la sua produzione aumentando gli standard produttivi e cercando, appunto, di legittimare il suo ruolo sia scegliendo particolari tipologie di rovesci che, appunto, ideando questa serie di emissioni nominalmente congiunte. Integrazioni, osservazioni, confutazioni, ipotesi e link a materiali inerenti sono come sempre non solo benaccetti ma anche richiesti!1 punto
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Non sono d'accordo...nell'articolo si parla di mancanza di indicazioni sulle opere esposte e di incuria generale nella manutenzione dei cartellini, la mancanza di corrispondenza tra esposizione e cartellino ecc...assenza di traduzioni....non giriamoci intorno...lì e in altri luoghi nessuno ha la competenza/voglia/passione per quello che fa. Serve un generale svecchiamento dei dipendenti dei musei, i quali dovrebbero essere destinati ad altre mansioni all'interno del comune di appartenenza. Basterebbe cercare all'interno del personale già assunto, mi sembra impossibile che nessuno sappia prendersi la briga di ristampare un cartellino o di fare una sommaria traduzione in inglese!1 punto
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Non ci sono dubbi, per me è molto più importante una perizia nostrana tipo Tevere Aurora Cavaliere Moruzzi eccecc.., che un "sarcofago" NGC..1 punto
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A me è successa una cosa simile. La moneta era del Regno ed autentica...ma banalissima,tipo un 5 centesimi 1941...ed in VF; in pratica una roba invendibile,se non fosse che l'acquirente era un bambino di nemmeno 10 anni (accompagnato dalla mamma)...beh, il venditore s'è preso una roba tipo 10 euro :ph34r: Appena il bambino ha pagato,giusto 1 secondo dopo...ancora al banco del venditore,gli ho chiesto:" Ciao,è un piacere vedere che ti avvicini così giovane a questo mondo...collezioni il Regno? Mi fai vedere il tuo catalogo?" Il bambino mi ha dato il suo catalogo con appuntate le monete possedute e le mancanti. Avevo con me dei raccoglitori con delle doppie del Regno che mi porto alle fiere per scambiarle...e gli ho regalato una monetina FDC che gli mancava...una robetta da 10-15 euro...niente di importante...ma la mia era splendente di fianco al rudere venduto dal venditore: lo capiva il bambino...l'ha capito la madre. La gioia del bambino...e l'imbarazo (la vergogna) del venditore...non hanno prezzo! :)1 punto
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@@bizerba62 Quoto in buona parte il tuo discorso ma c'è più un distinguo, e non da poco conto, da fare nel tuo esempio quadro/granchio. A) il granchio è già comparso precedentemente in vendita, ricordo almeno una volta da nomisma nel 2000 (?) ma mi pare di ricordare anche in Italia negli anni 80/90 (grigoli? Finarte? Montenapoleone? Non rammento). B) sono diverse le prove mancanti al museo della zecca ed alcune di queste non di grande valore, segno che probabilmente, più che sottratte dalle bacheche del museo, non vi sono proprio mai entrate (disattenzione o menefreghismo di chi ne era deputato). Insomma, malagestione più che reato (perchè un conto è non ottemperare ad un regolamento interno alla zecca che prevede di tenere 2 esemplari per tipo ed un altro è rubare quanto già deposto al museo). Questa teoria ritengo sia passata al giudice, più che la mancanza di prove del reato. Quanto poi al discorso di informarsi sulla provenienza prima di acquistarla o di averla in conferimento: C) se il venditore/conferente fosse una ditta dubito che mi verrebbe a dire da chi l'ha avuta D) sono passati quasi 60 anni dalla sua battitura, davvero vogliamo sperare che sia rimasta sempre nel cassetto del proprietario/conferente senza mai aver fatto almeno un paio di passaggi ? Quale documentazione, quali nomi si possono fare dopo tutti questi anni ? Leggo lo stesso per le 5 lire del 1901 "comprare solo quelle con documentazione di provenienza". Personalemente non ne ho mai vista una, di documentazione (scritta)....quindi non ne comperiamo più?1 punto
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Questi mezzi soldi falsi d'epoca sono rari e molto rari con legenda retrograda,io nella mia collezione ho due esemplari entrambi con legenda scritta normale. blaise1 punto
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1944 REPUBLICA ORIENTAL DE URUGUAY 5 Centavos sopra il valore, segno di Zecca So in monogramma1 punto
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Un 1943i australiano 1-penny coniate in bronzo, 30,8mm di diametro e peso 9,41g. il "I" sotto al ritratto—accoppiato con i puntini prima e dopo "PENNY"—contrassegnare questa moneta come un prodotto della zecca Bombay in India britannica. Si noti che il "I" marchio di zecca sul bronzo australiano della seconda guerra mondiale significa qualcosa di diverso che lo fa sul bronzo australiano della prima guerra mondiale (dove segna la moneta come un prodotto di Calcutta). La ragione per la coniazione Penny australiano in India? Guerra. Le zecche a Perth e a Melbourne ha avuto più lavoro di quanto avrebbero potuto gestire. Bombay ha aiutato con l'monete di bronzo dell'Australia e le zecche di U.S. a Denver e San Francisco hanno aiutato con argento australiano. Le spedizioni di queste monete 1943i arrivato in un'Australia che era sopravvissuto alla crisi esistenziale del 1942, ma queste monete avevano un sacco da fare—gli americani e altri alleati continuarono ad arrivare in Australia in gran numero come parte dello sforzo per spingere indietro i giapponesi. Mi ricordo leggendo un racconto contemporaneo scritto da un soldato americano per il consumo a casa. Ha detto che il biglietto del tram in Australia era due penny, ma che donne e uomini militari ripercorso per metà prezzo, vale a dire per un pezzo 1-penny come questo (naturalmente due half-pennies avrebbe anche comprato la corsa}. In alcuni casi, anche se (segnalato il soldato), un conduttore amichevole avrebbe permesso loro di viaggiare gratuitamente, e un penny come questo potrebbe essere restituito a tasca del un soldato o marinaio per altri compiti. :) v. ----------------------------------------------------------------- A 1943i Australian 1-penny struck in bronze, 30.8mm in diameter and weighing 9.41g. The “I” beneath the portrait—coupled with the dots before and after “PENNY”—mark this coin as a product of the Bombay mint in British India. Note that the ”I” mintmark on the Australian bronze of WWII means something different that it does on the Australian bronze of WWI (where it marks the coin as a Calcutta product). The reason for minting Australian pennies in India? War. The mints at Perth and at Melbourne had more work than they could manage. Bombay helped with Australia’s bronze coinage and the U.S. mints at Denver and San Francisco helped with Australian silver. Shipments of these 1943i pennies arrived in an Australia that had survived the existential crisis of 1942, but these coins had plenty to do—Americans and other allies continued to arrive in Australia in large numbers as part of the effort to push back the Japanese. I remember reading a contemporary account written by an American enlisted man for consumption back home. He said that tram fare in Australia was tuppence, but that military men and women rode for half-price, that is, for a 1-penny piece like this one (of course two half-pennies would also have bought the ride}. Occasionally, though (reported the soldier), a friendly conductor would let them ride for free, and a penny like this one could be returned to a soldier or sailor’s pocket for other duty. :) v.1 punto
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Complimenti bel falsone , gia' presente anche nella collezione di Blaise1 punto
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Riprendo questa discussione , pur non essendo un commerciante, per dire due parole sul mercato del Cordusio. E' una libera Associazione Culturale in cui gli espositori privati possono accedere la domenica mattina, ma non tutte, c'è un numero massimo prefissato, pagano una quota annua per poter esporre e sono forniti di un contrassegno di riconoscimento che devono mostrare . Nel caso , come e' successo e succede, il privato entri nell'ambito prettamente commerciale e si doti di una partita IVA ,non può più partecipare ed esporre per statuto al mercato. Ci sono casi di bravi commercianti che sono partiti da qui e sono ora nella Nip per esempio. Ci sono frequenti controlli su questo ed altro da quel che ho potuto vedere. Quindi anche un inizio per chi vuole accostarsi alla professione ma soprattutto , a parte le vendite o gli scambi che pur ci sono ( il Cordusio nacque per solo scambi tra privati ), il mercatino ,qualunque sia , riveste in senso lato una virtuosa funzione di punto fisso e continuativo di incontro, quasi un salotto culturale tra appassionati, un riferimento per molti giovani e meno giovani. E quindi punto e ritrovo reale per la divulgazione numismatica per tutti, poi ovviamente se la passione crescerà ...., la numismatica offrirà e saprà offrire altri riferimenti sia commerciali che non .....1 punto
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L'ansia più grande????? Che mia moglie riesca a sapere quanto ho speso in monete in 30 anni!! Credo che sarei condannato al mattarello perpetuo!!!1 punto
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Sicuramente ordinate in un raccoglitore. Aprendo il raccoglitore hai una visione d'insieme migliore. Un pò alla volta, puoi cercare quelle che mancano e sostituire quelle brutte. Se accetti un consiglio: non buttare o cambiare quelle del nonno, tienile per ricordo. Il valore economico è poco ma il valore del ricordo del nonno è tanto.1 punto
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Il primo imperatore del IV secolo, padre di uno dei più grandi imperatori dell'Impero,il cui figlio fu artefice delle più grandi opere sociali,culturali ed architettoniche. Cos'altro aggiungere, per descrivere questa gloriosa moneta?(:.1 punto
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Stupenda, all'ultimo asta Inasta lotto 1847 era presente il 10 centesimi in rame, si tratta di una coniazione strepitosa. Per completezza, la moneta postata ha valore di 2 lire ed è catalogata da Montenegro come R (così come il 10 centesimi) il 50 lire è invece in oro e classificato R2 la coniazione del 18 e R3 quella del 17 ( considerabile come conio di prova). Nulla È specificato sulla tiratura, fonte monete di casa Savoia - Montenegro - 735-740. 3-11-1918 data dell'armistizio di villa Giusti e della fine delle ostilità italo austriache Grazie x la condivisione monete cosi giustificano la nostra passione e la alimentano giornalmente.1 punto
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Tutelato negli scambi tra privati? La vedo dura. L'unica tutela è "caveat emptor", in altre parole: in campana... Non ho mai avuto notizia di nessuno che sia mai stato oggetto di una "visita" avendo come motivazione iniziale dell'indagine il fatto che deteneva "la collezione del nonno". A meno che, come dicevo sopra, non fosse quello che stava scritto nelle sue inserzioni eBay ;) La legge non fa nessuna differenza di questo genere: la ricerca di cose di interesse storico/archeologico è vietata, lucro o svago, metal o non metal, punto. Si può essere d'accordo o meno, ma allo stato attuale la legge è questa e va rispettata.1 punto
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Ciao Caio Ottavio, per questo sguardo su un evento storico "minore" della travagliata metà del III secolo d.C. Le monete note ed emesse a nome suo o della moglie sono circa 25, tutte ribattute su monete precedenti. Brutte, quasi barbariche nei tratti. Ma sai che festa averne una nel raccoglitore? :P Ciao Illyricum :)1 punto
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