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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/25/15 in tutte le aree
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Con la moneta di oggi abbandoniamo l'impero Gallico, facciamo un salto di qualche anno in avanti e andiamo oltremanica nell'impero Britannico. Carausio Antoniniano, AE - 3,99 gr - 21 mm D/ Busto corazzato e drappeggiato con testa radiata dell’imperatore a destra; legenda leggermente usurata: “IMP C M A VAL MAXIMIANVS P (F) AVG”. R/ La pace in piedi volta a sinistra che regge nella destra un ramo di ulivo e uno scettro verticale con la sinistra; legenda: “PAX AVGGG”. Ai lati nel campo “S-P”, in esergo “C”. Provenienza: venditore professionale "Den of Antiquity", UK E' una bella moneta che in mano si presenta ancora meglio e appare riconoscibile il segno "C" di zecca (in più è venuta a un prezzo davvero esiguo... poco meno di 5 sterline per un Carausio AVGGG della C-mint in queste condizioni, da venditore professionale con tutte le pezze giustificative del caso... direi quasi regalato!). Apparentemente è piuttosto facile da classificare (avendo gli strumenti giusti): Bourne* n. 90; RIC 45; Carson 22. Ho asteriscato la prima classificazione perché il testo "The Coinage of Carausius and his Colleagues" di R. J. Bourne è, al momento, il più aggiornato per una classificazione puntuale delle varie serie "AVGGG" di questo usurpatore britannico (è a sua volta un aggiornamento molto accurato di una precedente analoga catalogazione fatta da Carson). Questo esemplare, però, mi sembra mancare nel testo di Bourne (e conseguentemente anche nei precedenti lavori di Carson e nel RIC). Se avete notato, nella legenda al dritto ho inserito la "F" tra parentesi perché, se la vista non mi inganna... mi sembra mancare! Ecco quindi che ci troveremo in presenza di una variante finora non censita da Bourne (me lo confermate?): una legenda intermedia tra la 90 e la 91: Per chi ha voglia di avventurarsi con la classificazione, lascio il link al testo completo di Bourne: https://www.spink.com/files/numismatic/PDFs/200912.pdf Come sempre, aspetto i vostri interventi, commenti e osservazioni. E per il momento, con questo pezzo, ho terminato la presentazione delle mie new entry estive di cui sono davvero molto soddisfatto e che ho voluto condividere con voi pubblicamente perché credo che il bello della numismatica sia proprio questo: mettere a disposizione di tutti quanta più conoscenza sia possibile, credo fortemente nella "divulgazione" amatoriale di pezzi non comuni (ma anche comuni!) come momento di spunto per reciproco arricchimento e approfondimento... e mi sta balenando l'idea di scrivere qualcosina di approfondito proprio su Carausio.3 punti
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Buongiorno a tutti, vorrei condividere con voi questo nuovo acquisto. Taglio : 50 miglioni di marchi Stato : Germania prov. Westfalen (notgeld) Anno : 1923 Materiale : bronzo dorato Peso: 32,5 gr Diametro: 44 mm Spessore: 3 mm Tiratura: 106.060 Notgeld der Provinz Westfalen 50 Millionen Mk. ⁃1923⁃ E' una tipologia che mi ha sempre attirato e così ne ho approfittato. Qualcuno di voi ne possiede? Si tratta inoltre di un grosso modulo ed è davvero piacevole da osservare sembra quasi un medaglione. Inoltre ho notato una rottura di conio lungo la scritta 'notgeld'3 punti
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buongiorno a tutti.....avevo visto quel post,e come asardo vuole,tante setimane fa,mettendo un po d'ordine nel mio garaggio,dove tanto casino ci e.... :lol: ..o ritrovatto,quel tondino di piombo di 35mm di diametro......dimenticato e rissalito del fondo de la mia memoria.....tandu occi erano piu fini... :lol: ...e nel 99 ero pronto a mangiare il mondo!!!.. :lol: :lol: :lol: avevo fatto su quel tondino,un projetto di moneta di "centi soldi" di Corsica...hahahaah! con stema di una parte,e muvra imbleme di liberta da l'altra....avevo anche messo data.......e mi riccordo che ,se avevo avuto in quel tempo,piu soldi e disponibilita per mettere dal vivo il mio progetto,l'avresti fatto senza esitare....ma famiglia e bambini mi avevano datto altra strada,e dovere d'uomo dovevo fare!...mah?!... :D ...rimanera sempre un sonio di piombo collatto su un cubo di marbro... :lol: :lol: che oggi vi presento senza vergogna!!... :lol: tanto tempo passato!!..tanti projetti lontani!! :lol:3 punti
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Ciao @@Gimo85 visto che ne approfitti per ripassare, come denominazione non è mai esistito l'Impero "Austro-Ungarico". Esisteva l'Impero Austriaco e il Regno di Ungheria, riuniti sotto il nome di K. u. K. Doppelmonarchie (Kaiserliche und Königliche Doppelmonarchie) Gli Asburgo erano quindi Imperatori d'Austria e Re d'Ungheria) Un Triestino dovrebbe saperlo ;)3 punti
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Buongiorno a tutti, premetto che le banconote non sono la mia collezione primaria, diciamo che ogni tanto prendo qualche pezzo che trovo interessante. Sono rimasto colpito da questa bellissima serie degli Stati Uniti emessa nel 1896, con i nominali e il relativo tema $1 la storia istruisce la gioventù, $2 la scienza presenta il vapore e l'elettricità al commercio e la produzione, $5 elettricità come forza dominante nel mondo. Mi pare di aver visto che le quotazioni sono piuttosto considerevoli, l'ultimo Krause in mio possesso riporta le seguenti: - $1 : VG 175$, VF 425$, Unc 1250$ - $2 : VG 400$, VF 1250$, Unc 2500$ - $5 : VG 400$, VF 2000$, Unc 6000$ Qualcuno di voi le ha per caso in collezione? Beh non mi resta che allegare le immagini!2 punti
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Ciao a tutti, Volevo avere il vostro parere su questa moneta di Galeazzo Maria sforza. Presenta una variante della legenda, D 7C in luogo di DNS 7C, che non ho trovato negli ultimi passaggi D'asta. Non ha segni di tosatura e i rilevi mi sembrano di uno spl pieno. In che conservazione la giudicate?2 punti
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Qualche elemento in più su questa moneta: http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a76/a76.html Faustina Minore e la Salus Giulio De Florio2 punti
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buongiorno a tutti.....certamente questa" sette dolori" faceva partito di un rosario.....il destino a voluto perdere i suoi dui appicagnoli,con la fortuna di mostrarci i suoi favolosi relievi..... :) bellezza di medaglietta ne raggio di sole... :)2 punti
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Proprio come dice @@sandokan. Si facevano le medaglie in un determinato anno e si continuavano a conferire successivamente. Peraltro sono convinto che non sempre le medaglie venissero conferite già incise, già nominative. Immaginate grandi esposizioni in cui si conferivano centinaia, davvero!, di medaglie, inciderle tutte in poco tempo era quasi impossibile. Motivo per cui ritengo che fosse poi cura del singolo premiato decidere se farsela incidere o meno.2 punti
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Il quadro generale sulle emissioni arcaiche, e sulle frazioni in particolare per ciò che concerne diffusione e funzione, così come sulla problematica derivante dalla coesistenza nell'ambito di un'economia monetaria di mezzi di scambio non necessariamente monetali (money) e di moneta vera e propria (coinage), é notevolmente cambiato dai tempi di Kraay. Una sintesi eccellente può essere trovata nei seguenti (densi) articoli di Henry Kim: Kim, Henry S. (2001). “Archaic Coinage as Evidence for the Use of Money.” In Andrew Meadows and Kirsty Shipton (eds.), Money and Its Uses in the Ancient Greek World. Oxford: Oxford University Press, 7-21. Kim 2001.pdf Kim, Henry S. (2002). "Small change and the moneyed economy." In: P. Cartledge, E. Cohen, and L. Foxhall (eds.) Money, labour and land: approaches to the economies of ancient Greece, Routledge, 44-51. Un elemento piuttosto importante é dato a mio avviso dalla tesi che un'economia monetaria preesistesse la nascita stessa della "moneta" (coinage) e che la nascita della moneta in sé non abbia poi rappresentato questa grande rivoluzione. A questo proposito ritengo anche estremamente interessante la lettura dei seguenti lavori: Kroll, John H. (2008). "The Monetary Use of Weighed Bullion in Archaic Greece." In: W.V. Harris, (ed.), The Monetary Systems of the Greeks and the Romans, Oxford, 2008 Kroll 2008.pdf Kim, Henry S. Kim & Kroll, John H. (2008). "A Hoard of Archaic Coins of Colophon and Unminted Silver (CH I.3)." In: AJN Second Series 20, 53–103. Kim Kroll 2008.pdf In particolare quest'ultimo ci riporta al tema della circolazione delle frazioni accanto a quella di frammenti di argento grezzo testimoniata dal ripostiglio CH I.3 (che non rappresenta certo un caso isolato: ripostigli archaici di tradizione ionica con caratteristiche simili ne abbiamo anche molto vicino a noi, da Volterra, alla Provenza, alla Spagna) e quindi al tema della discussione. Leggendo la discussione, e la domanda che ne sta alla base "cosa ci si poteva fare con queste monetine?" mi é venuta in mente la vecchia storiella riportata da Aristotele nella Politica, circa l'operazione finanziaria messa in atto da Talete di Mileto (quello del teorema di Talete...), operazione che é comunemente considerata come il primo derivato (di cui ci sia restata traccia) nella storia. Siamo in Ionia, per l'appunto, a Mileto, tra la fine del VII sec. a.C. e la metà del VI: Talete « siccome, povero com'era, gli rinfacciavano l'inutilità della filosofia, avendo previsto in base a calcoli astronomici un'abbondante raccolta di olive, ancora in pieno inverno, pur disponendo di poco denaro, si accaparrò tutti i frantoi di Mileto e di Chio per una cifra irrisoria, dal momento che non ve n'era alcuna richiesta; quando giunse il tempo della raccolta, cercando in tanti urgentemente tutti i frantoi disponibili, egli li affittò al prezzo che volle imporre, raccogliendo così molte ricchezze e dimostrando che per i filosofi è molto facile arricchirsi, ma tuttavia non si preoccupano di questo. » Bene, non sappiamo se per le caparre date ai frantoi Talete utilizzò biglione o frazioni monetate (stante l'epoca direi in elettro). In ogni caso, alla domanda "cosa ci si poteva fare con quelle monetine?" sulla base dell'episodio citato si potrebbe rispondere: "Ci si poteva fare una call-option." :)2 punti
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Potrebbe trattarsi di un clone oppure della stessa moneta in ogni caso anche se sono due monete sono false e il segno di fusione lo stai tenendo tra le dita,probabile fusione ottocentesca e considerato che l' hai pagata un euro,anche se falsa,hai fatto un buon affare perché può servire come studio. Saluti Babelone2 punti
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Beh dai non vale più niente, NO, vale meno, è più se lo fosse (come temo) ... era forse l'uno o modo per averla. Comunque attendiamo di averla in mano..2 punti
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DE GREGE EPICURI Questa tipologia con Artemide Tauropolos al rovescio si trova fino ad Adriano. A mio avviso c'è il consueto velo, che a volte può essere frastagliato, sembrando un ramo. E l'imperatore? Io starei per Augusto, anche se il nome non si legge perché in questo caso sta a sinistra. La legenda completa è: KAICAP THEOY YIOC (Cesare figlio del divo= cioè figlio di Giulio Cesare divinizzato). Qui si legge, un po' malamente, solo: ..C KAICAP. A mio avviso è la RPC 1626,SNG Copen. 89, però non ci posso giurare. La moneta è presete nella Collezione De Sanctis Mangelli al n. 539.2 punti
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Salve Questo tetradramma a imitazione dei tipi di Alessandro Magno battuto nel 2013 alla Triton XVI ha raggiunto un hammer di $35000 partendo da una base di $15000. The Earliest Coin from Saudi Arabia - One of Seven Known ARABIA, Eastern. Gerrha. Circa 230-220 BC. AR Tetradrachm (28mm, 16.80 g, 1h). Imitating the types of Alexander III of Macedon. Head of Herakles right, wearing lion skin / Shams, wearing tainia and chlamys, seated left on backless throne, holding eagle in his extended right hand, leaning with his left on a long staff; ΩBs (Shams in South Arabian [Musnad]) in left field, ¬¬E$Å@dro¨ in right. Huth 106a (this coin); Arnold-Biucchi, Arabian, pl. 18, 3; Potts –; HGC 10, 697 corr. (rarity R2, not R1). EF, underlying luster. Well centered and struck from fresh dies. Of considerable historic importance and extremely rare, one of seven known, the fifth of this variety without throne back, and one of only two not in public collections. From the Martin Huth Collection. Ex Frankfurter Münzhandlung E. Button 109 (2 December 1963), 2101 (incorrectly described). La ragione della straordinaria valutazione di questo tetradramma è dovuta al fatto che si tratta di una raro esemplare dell’antica monetazione di Gerrha (ca. 230-220 a. C.), quando divenne la potenza regionale leader dell’Arabia Saudita. La città ribadì la sua indipendenza con l'emissione di moneta propria modellata sulla monetazione seleucide del tipo di Alessandro, ma aggiungendo nel campo a sinistra il nome della divinità suprema locale, Shams (il dio del Sole), in piene lettere. Il tetradramma è quindi un Arabian Alexander autentico a imitazione dei tetradrammi del Grande e non un’imitazione di una moneta autentica. La dimostrazione che Alessandro era riconosciuto come una figura eroica e la sua moneta usata come modello anche nell’antica Arabia Saudita. apollonia1 punto
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https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CCEQFjAAahUKEwjM5fbV3sLHAhUJVhQKHYuoAH8&url=http%3A%2F%2Fwww.mucchioselvaggio.org%2F&ei=3ZbbVYwDiaxRi9GC-Ac&usg=AFQjCNETfPid3IS0KgE78zTKDDSi0khvYQ&sig2=wJJLNVV9Hy11wLhgzMfh8A @@dabbene nella sezione libri c'è un po di materiale interessante.sempre se si apre il link.1 punto
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Gettone Caffe' Alfieri Torino valore 25 Metallo argentato d. 37 mm. gr. 21,05 Per un buon bicerìn bastavano 20 centesimi, una cifra che tutti potevano permettersi. Nella Torino di fine Ottocento, la prelibata bevanda si poteva trovare in tutti i caffé, ma il suo tempio in assoluto era il caffé Alfieri, in piazza Solferino (l'antico Cafè du Midi), tenuto dall'ex-lustrascarpe Giuseppe Gentile. Si dice che con il bicerìn fece tanta fortuna da arrivare a guadagnare mezzo milione in lire oro, che poi donò alla casa di riposo dei Poveri Vecchi. Il bicerìn è un'evoluzione della colazione settecentesca dei torinesi, la "bavareisa", una bevanda a base di caffé, cioccolato e latte. Nell'Ottocento, un piccolo bicchiere con supporto e manico di metallo fece la differenza: il bicerìn cominciò ad essere servito in tre versioni, con i tre ingredienti miscelati nella "'n pò d'tutt", solo latte e caffé nel "pur e fior" e solo caffé e cioccolata nel "pur e barba". Si dice che la fortunata bevanda ebbe origine tra le mura dell'attuale caffè Bicerìn situato proprio di fronte al santuario della Consolata: la deliziosa miscela era il sostegno ideale per chi usciva dalla chiesa a digiuno e aveva bisogno di energia immediata; altresì era un ottima alternativa anche in tempo quaresima, dal momento che la cioccolata calda non era considerata “cibo” e poteva quindi essere consumata anche dai più fedeli. L'usanza voleva che il bicerìn si bevesse solo fino a mezzogiorno e sempre accompagnato da qualche pasta profumata: crociòn, garibaldin, brioss, chifel, biciolàn, torcèt, parisièn, forè, democratic, cicia d' monia, picòl d'fra, michette. Alessandro Dumàs così scrisse a monsieur de Raude: "Parmi les belles et bonnes choses remarquèes à Turin, je n'oublierai le bicerin, sorte d'excellente boisson, composèe de café e de chocolat, qu'on sert dans tous lès cafés, a un prix relativement très bas". Tra gli amanti del bicerìn si ricordano il Conte di Cavour, Silvio Pellico, Giacomo Puccini, Friedrich Nietzsche, la regina Maria Josè e Umberto II, Macario, Carlo Campanini, Wanda Osiris, Guido Gozzano, Italo Calvino, Mario Soldati...1 punto
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Buongiorno, posto per gli amici Napoletani questa medaglia nominativa che ho visto girovagando sulla baia U.S.A. mi ha incuriosito il fatto che è l'Esposizione Partenopea del 1885 e la dedica è del 1891, come mai? Grazie1 punto
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E’ noto che i Romani erano amanti dell’ acqua che trasportavano dalle sorgenti anche da molte decine di chilometri di distanza tramite gli acquedotti che poi endavano ad alimentare terme e fontane , sia per uso personale che per quello pubblico , la dimostrazione pratica e’ che nell’ Urbs erano attive fino alla fine dell’ Impero , con le dovute manutenzione e ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli , ben 11 terme pubbliche tra grandi e piccole , oltre a numerosi piccoli stabilimenti privati , gestiti privatamente come vere e proprie imprese e noti dalle fonti antiche , da iscrizioni e ritrovamenti archeologici , che li citano come balnea seguito dal nome del proprietario . Le undici Terme pubbliche erano chiamate con il nome del committente imperatore o dell’ alto personaggio ed erano in ordine di tempo della costruzione : di Agrippa , di Nerone , di Tito , di Traiano , di Sura , di Commodo , di Caracalla , di Alessandro Severo (che ristrutturo’ quelle di Nerone in Campo Marzio) , di Decio , di Diocleziano , di Elena , di Costantino . Da questo elenco si capisce che alcune Terme sono ben note e i cui ruderi attualmente visibili e visitabili , di altre abbiamo solo il ricordo storico o qualche esiguo avanzo archeologico ; tralasciando le poche Terme note vediamo in piu’ puntate cosa e’ rimasto delle altre iniziando in ordine storico dalle Terme di Agrippa . Le Terme di Agrippa erano il primo complesso termale pubblico di Roma antica , inaugurate nel Campo Marzio nel 12 a.C. ad opera di Marco Vipsanio Agrippa e alimentate dall'Acqua Vergine , era situato subito a nord dell' attuale Largo di Torre Argentina , tra Corso Vittorio Emanuele , Via di Santa Chiara e Via dei Cestari ; le Terme traevano l’ acqua dall’ acquedotto Vergine alcuni avanzi del quale erano arei ; in foto un bel tratto aereo dell’ acquedotto Vergine in Via del Nazareno a Roma , tra Via del Tritone e Piazza San Silvestro . Furono restaurate dopo l' incendio dell' 80 , che le danneggiò gravemente , vennero successivamente ristrutturate da Tito , da Domiziano e da Adriano . Altri restauri si ebbero sotto Settimio Severo , sotto Massenzio ed infine nel 344-345 , da parte di Costante I e Costanzo II . Il funzionario imperiale , poeta e Vescovo , Sidonio Apollinare le descrive come ancora attive nel V secolo , poi probabilmente inizio’ lo smantellamento delle strutture che tramite le "calcare" ridussero in calce i preziosi marmi , questa distruzione continuo’ per tutto il Medio Evo e forse oltre , anche a causa del consistente popolamento dell' area del Campo Marzio ; oggi non rimane altro che una grande semivolta di una sala delle Terme che abbraccia due caseggiati .1 punto
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Buongiorno, In che conservazione si trova secondo voi questa medaglia Bolognetti sede vacante 1740? La "B" di Bolognetti non sembra ben impressa. Grazie f.f.1 punto
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Io comprerei tranquillamente una moneta periziata NIP, in particolare se esperto di quella particolare monetazione. Va da sé che difficilmente spenderei grosse cifre, nonostante la perizia, se non ho qualche minima conoscenza in materia. Non tanto per sfiducia verso il perito, quanto perché non ritengo intelligente spendere grosse cifre in ciò che non si conosce. Questo vale un po' in ogni ambito.. Ps: il forum parla di numismatica in generale, c' è una sezione apposita dedicata solamente alla Repubblica Italiana1 punto
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Buonasera a tutti, chiedo un'opinione su questa monetina di Asti: Pesa 0,23 e ha un diametro di 13 mm. Ha una croce di tipo "genovese" ed è veramente minuscola: si tratta di un obolo ? Grazie1 punto
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Il paragone con un 2 lire 1942 non è affrontabile, questo è un vero R2 mentre il 2 lire 42.... insomma.... Per la tipologia e la conservazione a meno non avresti MAI preso nulla.1 punto
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Se posso dire, certo il venditore può fare quello che vuole (relativamente se si tratta di beni di una certa epoca......) ma i curiosi, i passanti e i furbetti che si intromettono no. Per es. ieri ero ad un piccolo mercatino nelle Marche (Pioraco [MC] per chi conosce le zone di Fabriano-Castelraimondo) e stavo osservando fra le mani un certo oggetto (con il naturale consenso preventivo del venditore). Lo ripongo poi sulla bancarella. Dopo neanche averlo appoggiato, c'è un tizio che lo afferra e lo fa cadere rompendolo. Il venditore che ha visto tutta la scena, senza grandi discorsi chiede subito i soldi al tizio maldestro. Questo per dire che avere un po' di pazienza non è mai controproducente. @@cliff io non sono abituato ad alzare la voce o fare scenate, anzi tutt'altro, ma un tono deciso è qualche volta necessario perché molti furbetti pensano che la gente educata sia solo stupida e quindi è concesso loro di calpestarla. E invece no, le persone educate non sono fesse e possono rispondere anche a tono, senza naturalmente sfociare in discussione. Comunque dipende molto anche dai commercianti che dovrebbero essere loro i primi ad invitare le persone ad attendere il loro turno e non fare delle pseudo-aste.1 punto
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Se lo avessero fatto sarebbe stata la 102esima per quella Esposizione. :rolleyes: Giusto, Pietro? @@Rex Neap1 punto
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DE GREGE EPICURI Su Monete Antiche ci sono 3 articoli su questa monetazione: due di Alberto Trivero (nn. 59 e 60 del 2011) con moltissime foto, e uno di Mario Ladich, (n.63 del 2012) di orientamento un po' diverso, pure con varie foto. Però ho molte perplessità a collocare la tua moneta; il D ci può stare (anche se la scritta ISIS FARIA è illeggibile). Il tuo rovescio ricorda il tipo "Iside su nave", ma qui la nave è proprio scomparsa; inoltre la scritta dovrebbe essere VOTA PUBLICA, e non mi ci ritrovo. La figura ricorda piuttosto quella di una vittoria.1 punto
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..io, in quei casi, non li definirei nemmeno "colpi".. Il colpo deriva da un trauma,da una caduta..., questi invece sono fisiologici. E rispetto agli altri colpetti "anonimi", di questi sappiamo al 99% l'origine: lo "sconfinamento" dei Fert, appunto... (Oddio, adesso nasce il club dei colpetti anonimi....)....1 punto
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@@bizerba62 Quoto in buona parte il tuo discorso ma c'è più un distinguo, e non da poco conto, da fare nel tuo esempio quadro/granchio. A) il granchio è già comparso precedentemente in vendita, ricordo almeno una volta da nomisma nel 2000 (?) ma mi pare di ricordare anche in Italia negli anni 80/90 (grigoli? Finarte? Montenapoleone? Non rammento). B) sono diverse le prove mancanti al museo della zecca ed alcune di queste non di grande valore, segno che probabilmente, più che sottratte dalle bacheche del museo, non vi sono proprio mai entrate (disattenzione o menefreghismo di chi ne era deputato). Insomma, malagestione più che reato (perchè un conto è non ottemperare ad un regolamento interno alla zecca che prevede di tenere 2 esemplari per tipo ed un altro è rubare quanto già deposto al museo). Questa teoria ritengo sia passata al giudice, più che la mancanza di prove del reato. Quanto poi al discorso di informarsi sulla provenienza prima di acquistarla o di averla in conferimento: C) se il venditore/conferente fosse una ditta dubito che mi verrebbe a dire da chi l'ha avuta D) sono passati quasi 60 anni dalla sua battitura, davvero vogliamo sperare che sia rimasta sempre nel cassetto del proprietario/conferente senza mai aver fatto almeno un paio di passaggi ? Quale documentazione, quali nomi si possono fare dopo tutti questi anni ? Leggo lo stesso per le 5 lire del 1901 "comprare solo quelle con documentazione di provenienza". Personalemente non ne ho mai vista una, di documentazione (scritta)....quindi non ne comperiamo più?1 punto
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Ciao Palpi : l'unica ipotesi plausibile è che la scritta sia stata apposta successivamente, forse dallo stesso percettore della medaglia oppure per un disguido o ritardo dell'organizzazione, inoltre l'esposizione viene definita "permanente" : occorrerebbe sapere quanto è durata.....1 punto
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Concordo che l'analisi comparativa dovrebbe essere fatta all'interno di una determinata emissione o serie e non tra serie diverse, che risentono di vari fattori, in particolare del contesto in cui sono state coniate. Possono essere momenti e zecche diverse, che danno luogo a prodotti piuttosto differenziati. L'insieme delle emissioni della Guerra Sociale è molto complesso ed è già qualcosa riuscire a raggrupparle in distinte serie omogenee. Ovviamente gli esemplari provenienti da ripostigli in documentati scavi sono molto importanti, sia per la loro sicura genuinità sia per il loro contesto. Il famoso denario trovato a Pietrabbondante il 5 agosto 2013 è importante per questo, ma fa parte di una distinta serie.1 punto
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Annullo il post sopra adesso leggo anch'io kaicap quindi credo che l'Identificazione di GianFranco si corretta se vuoi anche il Varbanov dimmelo.1 punto
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Grazie,magari a volte faccio domande banali ma pian piano vorrei incominciare a farmi l occhio sulle conservazioni :D1 punto
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@@teofrasto E si, tanto che la Transilvania è diventata la "TRANSALPINA" :rofl:1 punto
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ARPINO ( FROSINONE ) ASSOCIAZIONE OPERAIA DI ARPINO - PATRIA . LIBERTA' . ISTRUZIONE . BENEFICENZA1 punto
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Sicuramente lo studio di un " tesoro" di questo genere penso abbia dato grandi soddisfazioni e motivazioni agli esecutori.... Le riflessioni che mi vengono spontanee, in attesa di sentire da @@monbalda e da chi ha partecipato al lavoro le loro , possono essere su questi aspetti : 1) la rilevanza numerica del tesoretto 3.600 monete sono veramente tante.... 2) a livello geografico dove sono state trovate esattamente a Padru che è sotto Olbia, scendendo da qui arrivi a San Teodoro e andando all'interno per una quindicina di chilometri, in aperta campagna, anche ora, trovi Padru che è comunque nella Sardegna settentrionale. 3) la composizione costituita da monete genovesi di varie tipologie, grossi, denari, mezzi denari, quindi varia ma sempre di estrazione genovese 4) l'influsso e la circolazione di moneta genovese nell'epoca del deposito nella Sardegna settentrionale 5) nel post di @@monbalda si parla di area della chiesa ma si precisa " sotto l'altare " 6) quindi Chiesa che sicuramente all'epoca era un riferimento non solo religioso e sotto l'altare mi fanno pensare a un circolante dell'epoca raccolto probabilmente in questo ambito da donazioni, offerte, lasciti alla Chiesa stessa da parte magari della popolazione o di qualche ricco possidente o in seguito a qualche concessione o vendita di terreni da parte della stessa 7) l'occultamento sotto un altare fa pensare forse in seguito a un pericolo di scorribande nell'area al doverle nascondere sempre però all'interno della stessa Chiesa per non farle trovare e sotto l'altare poteva essere un bel nascondiglio non immediato da raggiungere e comunque in posizione protetta visto il posto. Riflessioni a voce alta leggendo la notizia in attesa di quelle ufficiali degli studiosi dello stesso....1 punto
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Sembrerebbe cuprite. L'incrostazione è normalmente abbastanza tenace ma è solubilizzabile con i normali prodotti complessanti o con soluzioni acide. Puoi procedere per fasi: 1) Se sei in grado di utilizzare un bisturi (trovi manico portalama e lame, o bisturi usa e getta, in farmacia per pochi euro), io ti consiglio di ridurne lo spessore e intaccarne l'impermeabilità superficiale (delle sole incrostazioni più consistenti). Dovrai agire con delicatezza e tenendo la lama parallela alla superficie della moneta (non diretta ad incidere la superficie...ma a sfiorare...); non lasciarti tentare dall'idea di far saltare le incrostazioni con questa tecnica....normalmente l'ultima porzione si porta dietro una sottile lamina superficiale d'argento..... 2) Mascherare con cera (proteggere) le porzioni non interessate al trattamento. 3) Immergere in soluzione complessante. La più pratica (anche se con gas fastidiosi) è preparare una soluzione al 50% con ammoniaca (la trovi al supermercato per un paio di euro al litro) e acqua distillata. (altro complessante è l'EDTA) 3a) metodo alternativo all'immersione completa è depositare alcune gocce di soluzione solo sui punti da trattare 4) in entrambi i casi, dopo poco tempo, le souzioni si tingeranno di azzurro: tu dovrai osservare, rimuovere gli strati di cuprite già solubilizzato usando panno-carta molto soffice, ripetere e......avere pazienza. Se procederai con precauzione e pazienza penso che potrai ottenere un buon risultato Buon lavoro Mario1 punto
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Buona sera,so che non e' questa la sezione giusta,ma ieri sera e' venuto a trovarmi un amico per mostrarmi una moneta che dice di aver trovato in fondo ad un antico pozzo che stava pulendo.non potevo credere ai miei occhi si tratta di una moneta d'oro che nella legenda al dritto riporta niente popo di meno che il nome del leggendario margheludo da pomonte ,capitano della comunita' di marciana divenuto podesta' per merito delle sue eroiche gesta quando,nell'anno 1292 scaccio' definitivamente i genovesi e ricondusse in patria con successo i prigionieri elbani detenuti a portovenere. Di Questa moneta si ipotizzava l'esistenza ma di fatto nessuno ne aveva vista una,ed io ieri sera l'ho tenuta in mano,ho ancora i brividi.Purtroppo avevo il tel.scarico ed ho fatto appena in tempo a farne una scansione. Eccola d.+( segno di zecca )marg(he)•lud(us)•de•p(edemontis)•m(arcianorum)•p(otestas)• r.croce pisana con ILVA nei quarti. Da notare la maestria dell'incisore .grazie e scusate se mi sono intromesso nella vostra simpatica discussione.1 punto
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Per l'argento dovrebbe esistere anche l'onkia che dovrebbe avere all'incirca un peso simile al sedicesimo di obolo. Per l'oro/ elettro il piu' piccolo nominale e' quello ricordato da Matteo: 1/192 di statere I jawa nepalese sono sottilissime lamine d'oro ( ed'argento) che spesso venivano frazionate in half e quarter - jawa Esiste anche un frazionale thailandese che corrisponde ad 1/128 di baht veramente minuscolo. Mentre tra le moderne uno dei piu' piccoli frazionali e' il trentaduesimo di ducato della zecca di Nurenberg. Direi che la 'micromoneta' della discussione e' in realta' un formato gigante rispetto a queste...1 punto
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Taglio: 50 cent Nazione: Vaticano Anno: Sede Vacante MMV Tiratura: solo in divisionale (60.000 BU set) Condizioni: BB+ Città: Milano Note: :yahoo: :yahoo:1 punto
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Autentica è autentica. La virola non ha espulso l'esemplare già coniato e ha impresso in negativo l'effige su quello successivo. Sono piuttosto rare in quanto venivano immediatamente controllate e rifuse.1 punto
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Peccato non sia di Mediolanum, ma conserva ugualmente un incredibile fascino e valore storico, sia perché apparteneva ai miei nonni da chissà quante generazioni, ma soprattutto perchè è stata coniata da un simile imperatore... .1 punto
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