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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/06/15 in tutte le aree
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Con quelle crepe cieche, quel bordo e quei pallini un po' dappertutto? Da non credere che abbiano avuto il coraggio di proporla...d'altra parte i polli abbondano tuttora nonostante tutto ! Cordialmente, Enrico4 punti
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Ciao a tutti, continua il mio innamoramento per la monetazione USA di inizio '900.....qui passiamo ad una colonia ma la bellezza dell'incisione rimane altissima, almeno a mio parere. Vi piace?3 punti
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Taglio: 2 euro CC Paese: Italia Tiratura: 3500000 Anno: 2015 A Conservazione: Spl/qFDC Luogo ritrovamento: Bernalda (MT) Note: News (?)3 punti
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Da poco ho iniziato a prendere in considerazione questo tipo di moneta e mi sono reso conto che la valutazione del grado di conservazione è particolarmente complesso. Quali sono i punti chiave da prendere in esame? Al R/ le criniere, la fiaccola, l'Aequitas? Al D/ capelli, baffi, sopracciglio, stelletta, spallina? Questa l'ho graduata Spl/Fdc, cosa ne pensate?2 punti
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Per me bb-Spl la rosetta è quasi integra, per la vendita non partirei da 1 € ma da 150 € a scendere ogni volta potresti calare di 5 o 10 € fino a fermarti a 90 €, se parti da 1 euro meglio aspettare ottobre le ferie riduranno le risorse disponibili e le possibilità d'acquisto.2 punti
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Quello in alto al centro è :good: molto, molto simile allo stemma civico di Cisternino (BR): (da: http://www.araldicacivica.it/stemmi/province/provincia/stemmi-comuni-provincia/?id=33) Nel medesimo, ottimo sito ho "girato" tutta la Puglia e non mi pare di aver trovato gli altri...2 punti
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Sulle monete di rame c'era ben poco da tosare... a mio avviso quella postata è solo di tondello irregolare, ma non tosata. Una (abbondante) tosatura è quella che si può vedere su questo mocenigo di Mantova: Mentre per far capire meglio il discorso della coniazione a rulli e dei difetti che si potevano creare, posto questo curioso soldone coniato a rullo, in cui è rimasta la sagomatura e pure la perlinatura della moneta adiacente:2 punti
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ciao a tutti in un lotto di moneta appena arrivatomi dalla francia ho trovato questa, direi che si tratta della moneta con la barra dopo la data, e siccome da un po di ricerche su internet non ho trovato nulla vi chiedere lo stato di conservazione e il suo valore di vendita, cioè se la mettessi in vendita su ebay in asta da 1 euro secondo voi che prezzo potrebbe spuntare.... grazie a tutti e ciao1 punto
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Nel 70° anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima, vorrei riproporre qui un articolo scritto e pubblicato per un altro sito, esattamente dieci anni fa. "Non posso fare a meno di sentirmi triste se penso alle persone che mi hanno servito tanto lealmente, ai soldati e ai marinai che sono stati uccisi o feriti sui campi di battaglia di là dei mari, alle famiglie che hanno perso la casa e tanto spesso anche la vita nelle incursioni aeree; non è necessario che vi dica come mi riesca intollerabile l'idea di veder disarmare i valorosi e fedeli combattenti giapponesi; altrettanto intollerabile è per me l'idea che altri, dopo avermi servito con devozione, siano passibili di castigo come ispiratori della guerra. Nondimeno, è arrivato il momento di sopportare l'insopportabile" Con queste parole l'imperatore Hirohito, alle tre del mattino del 10 agosto 1945 annuncia al Consiglio della Corona la sua volontà di resa incondizionata agli Alleati; la decisione sarà ufficializzata cinque giorni dopo in un messaggio radio letto dallo stesso Hirohito: è la prima volta nella storia che un imperatore giapponese si rivolge direttamente al suo popolo. Ovunque, nelle case, nei luoghi pubblici, nelle caserme, nelle guarnigioni più lontane, i giapponesi ascoltano quella voce quasi irreale; l'avvenimento che essa annuncia, il tono dimesso, di disfatta, col quale è impartito l'ordine di cessare le ostilità, provocano un irrefrenabile pianto collettivo. Scrive Fosco Maraini, che in quei giorni si trovava a Tokyo: "Molti furono i suicidi, una cinquantina dinanzi allo stesso palazzo imperiale" Il 2 settembre 1945 a bordo della corazzata americana Missouri, ancorata a Yokohama, i plenipotenziari giapponesi, vestiti in frac e cilindro, appongono la loro firma sul documento di resa, davanti al generale Douglas MacArthur, comandante delle forze Alleate, che li riceve in maniche di camicia. E' la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per la circolazione monetaria nei territori giapponesi occupati, gli Alleati avevano predisposto della cartamoneta, i cosiddetti am-yen (allied military yen) di tipologia simile a quella emessa per l'Europa (Italia, Francia, Germania) Questi biglietti non indicano, come per la cartamoneta europea, l'anno di emissione, ma l'indicazione generica series 100 poiché la data dell'invasione non era certa. Furono prodotte due serie, contraddistinte dalle lettere A e B nei tagli da 10 e 50 sen, 1-5-10-20-100 e 1000 yen (quest'ultimo solo nella serie B) La serie A, inizialmente prevista per l'occupazione della Corea, dove effettivamente circolò dal 7 settembre 1945 al 10 luglio 1946, fu poi utilizzata anche in Giappone, dal 19 luglio al 30 settembre 1946. La serie B fu utilizzata nelle isole Ryu-Kyu dal 15 luglio 1945 al 15 settembre 1958 e nell'intero Giappone dal 6 settembre 1945 al 15 luglio 1958: il che fa di questa serie l'emissione di occupazione rimasta più a lungo in circolazione. Il colonnello Paul W. Tibbets, il pilota di Hiroshima, decolla alle 2.45 del mattino del 6 agosto 1945 dalla base americana di Tinian, nel Pacifico, al comando del bombardiere B-29 ribattezzato Enola Gay in onore di sua madre: il compito che attende Tibbets e gli uomini del suo equipaggio è quello di sganciare su una città giapponese la prima bomba atomica della storia. La destinazione non è certa, sarà decisa all'ultimo momento in base alle condizioni atmosferiche: alle 7.25, su una rosa già predeterminata di quattro città , la scelta cade su Hiroshima. Tutti gli orologi della città segnano le 8.15 del mattino quando l'atomica scoppia all'altezza di 660 metri da terra, in una palla di fuoco di oltre 100 metri di diametro: il calore emanato dalla deflagrazione dura meno di un decimo di secondo, ma è così alto da fondere il granito della terra entro il raggio di un chilometro: sette secondi dopo il silenzio è spezzato da un rimbombo assordante, mentre con l'esplosione vengono demoliti in un attimo tutti gli edifici nel raggio di tre chilometri. Il pika-don (lampo-tuono) annienta, al primo istante, almeno 30.000 vite. Intervistato a più riprese negli anni seguenti, Tibbets ha sempre dichiarato: "Personalmente non ho rimorsi: mi fu detto, come si ordina a un soldato, di fare una certa cosa. E non parlatemi del numero delle persone uccise. Non sono stato io a volere la morte di nessuno. Guardiamo in faccia alla realtà : quando si combatte, si combatte per vincere, usando tutti i metodi a disposizione. Non mi posi un problema morale: feci quello che mi avevano ordinato di fare. Nelle stesse condizioni lo rifarei.” Hiroshima 6 agosto 1945 - 6 agosto 20151 punto
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Salve, Mi date una mano ad identificare questa monetina? Sicuramente è del periodo medievale e credo sia in ag, ma non so altro. Per adesso posseggo solo queste due foto, che non sono un granchè.. e per ora non ho peso e diametro. Appena mi invieranno questi dati ve li detterò.. Grazie a chi mi darà una mano1 punto
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E’ online il numero 7 - 2015 del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato: 1895 – 2015. GLI AUREI DEL TESORO DI BOSCOREALE E LE MONETE DALLO SCAVO DI PORTA STABIA (REGIONES VIII.7.1-15 E I.1) A POMPEI: DUE STORIE DI TUTELA E DI CONOSCENZA A CONFRONTO. Il volume, disponibile in formato pdf e collegato alla sezione Vetrine Virtuali, può essere consultato, sfogliato online e scaricato gratuitamente! http://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/notiziario/Notiziario_7_2015.pdf SOMMARIO CONTRIBUTI S. Pennestrì, Itinerari archeologici italiani dallo scavo alla fruizione. La nuova collana audiovisiva della Direzione Generale Archeologia A. Campana, Gli aurei del tesoro di Boscoreale G. Pardini, Conoscenza, tutela e divulgazione numismatica a Pompei tra passato e futuro. Il caso del Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia – PARP:PS (VIII.7.1-15) S.J.R. Ellis, G. Pardini, Pompei. Lo scavo delle Regiones VIII.7.1-15 e I.1 G. Pardini, Catalogo selettivo delle monete recuperate nello scavo del Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia-PARP:PS (Regiones VIII.7.1-15 e I.1) F. Barello, Un gruppo di monete dalla Dogana di Domodossola G. Libero Mangieri, Il tesoretto di Avetrana e una lettera di Ciro Drago del 1936: breve storia di una contesa G. Gargano, Storie parallele: le grandi collezioni di monete nella Calabria del XIX secolo e il ruolo degli ispettori onorari VETRINE E CATALOGHI Soprintendenza Archeologia del Piemonte, Museo di Antichità di Torino Sala I. Sequestri F. Barello, Vetrina 2. Acquisizioni del Museo di Antichità di Torino dalla Dogana di Domodossola Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia Sala I. Lo scavo del Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia-PARP:PS (Regiones VIII.7.1-15 e I.1) G. Pardini, Vetrina 1. Monete greche e puniche G. Pardini, Vetrina 2. Monete di Ebusus, Massalia e di imitazione G. Pardini, Vetrina 3. Monete romano repubblicane G. Pardini, Vetrina 4. Monete imperiali DOSSIER N. 5 Scoperta, dispersione e fortuna del “tesoro” degli aurei di Boscoreale. Documenti scelti S. Pennestrì, Scoperta, dispersione e fortuna del “tesoro” degli aurei di Boscoreale. Documenti scelti P.G. Ferri, Il “tesoro di Boscoreale”: un’esperienza da non ripetere. Strumenti normativi contro il saccheggio e per il recupero dei reperti archeologici italiani Si tratta di un volume interessante, in parte dedicato alla storia del famosissimo Tesoro di Boscoreale, che segnò una pagina non molto edificante della tutela del nostro patrimonio archeologico e numismatico. La polemica che ne seguì contribuì non poco alla stesura della prima organica legge di tutela archeologica, del 1909 (e nel volume viene riportato anche il testo integrale). Posso solo dire che, per ironia della sorte e vero esempio di opportunismo tutto italico, il proprietario del terreno dove avvenne il grande ritrovamento e che fu artefice della sua clandestina esportazione fino a Parigi, incassando fior di quattrini, l’avv. Vincenzo De Prisco, divenne poi anche deputato del Regno d’Italia per una legislatura….. e in Italia non è rimasto niente.....1 punto
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ciao a tutti sempre nel lotto proveniente dalla francia ho trovato anche questa 100 lire.... mi dareste un vostro giudizio sulla conservazione... grazie e ciao1 punto
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Alla ricerca di un po' di fresco in questa serata torrida... GROENLANDIA - COLONIA DANESE, 1922 H.C.N. ♥ G.J. (1926) IVIGTUT CRIOLITE MINING & TRADING COMPANY 10 KRONER TOKEN. Colonia danese, zecca di Copenhagen, zecchieri Hans Christian Nielsen e Knud Jensen Gunnar. Gettone da 10 Corone emesso per la Ivigtut Criolite Mining & Trading Company. Rame-nichel, 12,08 g, 31 mm. Bordo zigrinato, coniato nel 1926. D: IVIGTUT • KRYOLITHBRUD / HCN 1922 [cuore] GJ, orso polare seduto con un elmo alato sopra la testa e affiancato da attrezzi di minatori. R : Kryolith * MINEOG * HANDELS SELSKABET * / 10 KR, valore in cornice ornamentale. Cf.: KM Tn49 . Coniazione di 10.706 monete. La miniera a Ivigtut è stata chiusa nel tardo 20° secolo e la città mineraria è stata abbandonata. I pezzi da 10 Corone coniati nel 1922 sono caratterizzati da un contorno liscio e sono stati prodotti in bronzo-alluminio. Poiché erano delle stesse dimensioni e dello stesso colore della moneta danese da 2 Corone, sono stati ritirati dalla circolazione e quasi tutti distrutti. Gli stessi conii datati 1922 sono stati usati nel 1926 per coniare i gettoni sostitutivi da 10 Corone in rame-nichel, caratterizzati da un contorno zigrinato per distinguerli dalle 2 Corone danesi. apollonia1 punto
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Buonasera, non ho resistito a lungo...vi ho rifatto le foto con la luce naturale, naturalmente in spiaggia :blum: Poichè ho acquistato una nuova macchina fotografica con l opzione macro attendo commenti!!!! :acute: Adesso vanno bene le foto? Buone vacanze a tutti.1 punto
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Che fantasia, molto simile ai centesimi tedeschi con la porta di Brandeburgo.1 punto
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BIBBONA (LI) SOCIETA' DI MUTUA ASSISTENZA - PREVIDENZA E LAVORO1 punto
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Andrea, cominci ad essere bulimico con tutti 'sti grifi! A parte gli scherzi, complimenti vivissimi! :D1 punto
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Bentornato @@Candia, grazie per aver condiviso la tua bella gazzetta.1 punto
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@@Candia Moneta stupenda, complimenti Per il ducato inserisci Venier nel motore di ricerca "cerca" e ti usciranno le discussioni afferenti questo doge. Saluti Luciano1 punto
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Rieccomi posto la mia gazzetta per Candia. Se qualcuno mi segnala la discussione dei zecchini venezia avrei un antonio venier qfdc da caricare..1 punto
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È presente un colpo al rovescio a ore 11 che abbassa la conservazione e il valore, a mio avviso la moneta è qFdc/spl+ il valore é sui 15 €1 punto
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Il terzo stemma in alto a dx mostra le stesse pezze del Comune di Mesagne (BR) : due spighe piccole al posto di una grande.....Anche i due colori del campo sono gli stessi.1 punto
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"Si tratta di un volume interessante, in parte dedicato alla storia del famosissimo Tesoro di Boscoreale, che segnò una pagina non molto edificante della tutela del nostro patrimonio archeologico e numismatico. La polemica che ne seguì contribuì non poco alla stesura della prima organica legge di tutela archeologica, del 1909 (e nel volume viene riportato anche il testo integrale). Posso solo dire che, per ironia della sorte e vero esempio di opportunismo tutto italico, il proprietario del terreno dove avvenne il grande ritrovamento e che fu artefice della sua clandestina esportazione fino a Parigi, incassando fior di quattrini, l’avv. Vincenzo De Prisco, divenne poi anche deputato del Regno d’Italia per una legislatura….. e in Italia non è rimasto niente....". Ciao Alberto. Innanzitutto complimenti per il Tuo contributo nel Notiziario. La vicenda di Boscoreale ha certamente mosso le coscienze verso l'adozione di strumenti normativi di tutela, quali quelli che poi vennero adottati con la Legge del 1909 e con il Regolamento di attuazione del 1913. Tuttavia e almeno per una volta, mi sembra ingeneroso bollare con l'etichetta di "opportunismo tutto italico" una vicenda che se appare indubbiamente abnorme, osservandola con gli occhi di un contemporaneo, se la inquadriamo correttamente nell'epoca in cui si svolse e la circostanziamo sul piano dei fatti, potremo giungere a ben altre conclusioni. In altre parole, usare Boscoreale come "goccia che fa traboccare il vaso", per evidenziare l'esigenza di tutela del nostro Patrimonio alla fine dell'800, è certamente comprensibile, ma trattare Boscoreale come un episodio in cui si violarono le leggi esistenti e il cittadino agì truffaldinamente, mi pare alquanto gratuito e antistorico. I contributi riportati nel Notiziario (non il Tuo, sia chiaro) pur citando il testo del Prof. Carlo Avvisati come fonte, omettono alcuni passaggi o non li mettono nella giusta evidenza, impedendo una oggettiva comprensione della vicenda. Comprendo che Boscoreale sia utilizzato come "casus belli", ma sarebbe magari stato opportuno anche precisare che: 1. il rinvenimento dei primi reperti avvenne il 6 aprile 1895 (un sabato). Già il giorno 9 successivo (martedì) nel primo pomeriggio, il Direttore del Museo di Napoli Giulio De Petra inviava al Ministero a Roma un telegramma (la data del 6 aprile riportata a pag. 101 Fig. 2 del Notiziario, a commento del testo del telegramma è sbagliata) con il quale segnalava gli importanti ritrovamenti nella proprietà De Prisco, sottolineando l'opportunità di acquistarli con fondi speciali ministeriali, non avendo il Museo mezzi sufficienti. Ciò dimostra come il De Prisco informò immediatamente il Responsabile del Museo di Napoli del ritrovamento e ciò mi pare in evidente contrasto con asseriti intenti fraudolenti del fortunato ritrovatore, che ben avrebbe potuto celare del tutto la scoperta se fosse stato davvero animato da volontà illecite, o quanto meno farla emergere con il tempo, dopo aver "bonificato" accuratamente il sito da ciò che poteva rivestire maggior valore, per lasciare al De Petra le sole "briciole". Non è nota, invece, la risposta che il Ministero fornì al telegramma del De Petra, ma non ci stupirebbe se essa mancò o se anche ci fu, lasciasse al Funzionario la responsabilità di prendere le decisioni più opportune, ferma restando la non disponibilità di fondi. In altre parole; arrangiati! 2. Già il 28 giugno 1895, cioè a meno di 3 mesi dal ritrovamento dei primi reperti, il Direttore del Louvre Villefosse diede pubblicamente notizia "in pompa magna" (cito quanto scrive Avvisati a pag. 33) "che il Tesoro sarebbe entrato a far parte delle Collezioni del Louvre", grazie alla donazione del Barone Rothschild. Dov'erano le Autorità italiane quando venne diffusa questa dichiarazione e perché, se il De Prisco, Canessa & soci avevano commesso atti illeciti, anche con riferimento all'esportazione in Francia dei reperti, gli stessi non vennero denunciati? 3. Leggendo il libro di Avvisati (pag. 70 e seguenti), si scopre poi che il De Prisco aveva pure richiesto ed ottenuto una licenza di scavo, che dopo i noti fatti gli venne ritirata dal De Petra. Da ciò ne nacque un contenzioso penale con contrapposte denunce che si concluse con un proscioglimento del De Prisco "per insussistenza del reato". Ma vi è di più. All'esito del procedimento di primo grado, non solo non si valutò opportuno andare in appello contro De Prisco ma si scomodò persino l'allora Ministro Baccelli per proporre al De Prisco una transazione in dodici punti. Vale la pena di riportare cosa scrive Avvisati a pag. 71: "Dodici. i punti considerati e accettati. Tra essi, oltre tutti quelli suggeriti da Vincenzo De Prisco" (alla faccia della transazione....n.d.r.); "'c'erano: la conferma della licenza per il primo scavo archeologico e la promessa di rilasciare permessi per i terreni limitrofi di cui erano proprietari i fratelli; si ribadiva l'impegno a rispettare i decreti ferdinandei": omissis; "ci si impegnava a denunciare tutto quanto recuperato"; omissis; "i reperti sarebbero stati disponibili per studi e foto che la Direzione del Museo avesse ritenuto opportuno fare; lo Stato avrebbe avuto prelazione sugli oggetti recuperati, ovvero poteva acquistarli al prezzo stabilito da tre periti o a quello offerto da privati, ma in questo caso diminuito di un terzo"; omissis; "infine, il De Prisco donava al Museo tutti i reperti recuperati ed inseriti nella [nota] della Direzione dei musei e scavi di Napoli, datata 5 novembre 1894"; omissis. Come si vede dal tenore della transazione, sottoscritta il 29 aprile 1896, al De Prisco non solo non venne mossa alcuna accusa, ma gli si consentì di proseguire le ricerche con il principale (se non esclusivo) limite del riconoscimento della prelazione statale sui ritrovamenti a condizioni, tuttavia, che potremmo definire "di mercato". Queste circostanze non sono state riportate nel "Notiziario" e il Lettore potrebbe essere indotto a stigmatizzare la figura del De Prisco, del Canessa & C. non avendo una precisa rappresentazione dei fatti. In conclusione, la storia di Boscoreale mi pare che metta in evidenza non tanto "l'opportunismo italico", quanto piuttosto il lassismo ed il disinteresse dello Stato italiano rispetto alla tutela del nostro Patrimonio archeologico. Almeno per una volta dunque, metterei sul "banco degli imputati" lo Stato e non il cittadino, che peraltro lo stesso Stato non ritenne allora responsabile di alcunché. Saluti. :hi: Michele1 punto
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Buonasera,mi interessava sapere qualche vostra opinione sulla conservazione e quindi valore Grazie1 punto
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Gettone emesso dalla SAN (società anonima nazionale) COGNE, come si legge nella cartella romboidale al diritto, con il disegno in prospettiva di una galleria mineraria e la data (1938), seguita dall’anno fascista (XVI°). La scrittura del sedicesimo anno dell’era fascista non è corretta perché l’ordinale XVI non ha bisogno del circoletto a esponente, simbolo che si usa con i numeri arabi (16°). Sul rovescio l’annullo del buono a h 12, il controvalore 1 a destra del foro tra due stelline a sei punte, la scritta DISTRIBUTORIO (termine non comune dal significato di spaccio di generi alimentari) in basso e la contromarca M in esergo. Esistono molte varianti ripetute a una o due lettere fino alla W, come pure altri gettoni di controvalore diverso che erano ad uso societario interno. La Cogne è stata un esempio tra i più significativi della siderurgia integrale nella storia industriale italiana, realizzando uno stabilimento siderurgico strategicamente vicino alle materie prime (la magnetite di Cogne) e utilizzando l’energia elettrica prodotta nelle centrali della zona. apollonia1 punto
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@@sandokan --- Ciao carissimo, già avevo visto la foto... ...e già mi ero arreso! :mega_shok: Le figure sono troppo corrose per essere leggibili. Le "colonne" potrebbero essere semplicemente le parti laterali di un manto che accolla lo scudo. Le uniche certezze stanno nella forma dello scudo (un sannitico, molto elegante) e della corona (con nove perle su punte). Due dettagli che stanno bene con una potenziale attribuzione all'Italia a cavallo fra XIX e XX secolo. Un po' poco, lo so. Ma di più non riesco a vedere.1 punto
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I falsi del Meneghetti. di Ivan Mirnik e Giovanni Gorini Co-autore : Elisabetta CHINO. in Bolletino del Museo Civico di Padova (Padova), 80/1991: 321-357 (324-344). https://www.academia.edu/1945347/I_falsi_del_Meneghetti1 punto
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Buongiorno a voi, il volume di Biaggi, Monete e zecche medioevali italiane, edito nel 1992, come scrive il suo autore nella premessa, “è finalizzato alla praticità del prontuario”. Come tale dovrebbe quindi essere usato. Le sue pecche sono molteplici e spesso assai grossolane. Qualche volta si tratta di sviste (delle quali nessuna pubblicazione, neppure quella più “scientifica”, è esente), altre volte gli errori (datazioni, attribuzioni, ecc.) sono causati dalle fonti utilizzate dall’autore, in primis il CNI. Il grande merito di questo libro sta sostanzialmente nell’essere una summa pratica e maneggevole del Corpus Nummorum Italicorum, quindi nel suo essere adatto ad una prima “sgrossatura” del materiale numismatico. Non contiene - ma non ha nemmeno la pretesa di farlo - TUTTO lo scibile, nonostante qualche volta chi lo utilizza se lo dimentica “facilmente”. Da dimenticare sono invece le sue quotazioni “di mercato” delle monete. Chi lo usa, una volta individuata la moneta dovrebbe cercare di trovare indicazioni più recenti e dettagliate su quello stesso pezzo, affinché la sua catalogazione alla fine possa essere la più corretta possibile. Quasi sempre ciò non avviene e questo si traduce a volte in fonte di malintesi e fraintendimenti (per quanto concerne le attribuzioni, le rarità, ecc.). Come detto da Favaldar, un’opera più aggiornata, nei contenuti e nelle quotazioni - e, se volgiamo, redatta anche con criteri più scientifici - è la collana MIR, che però è divisa in più tomi, suddivisi in Regioni o macro-Regioni. Personalmente li uso entrambi per cercare di individuare il più velocemente possibile un pezzo. Il “Biaggi” essendo un unico volume è più facilmente trasportabile e questo è il suo grande punto di forza. Ma, a mio parere, finisce - o dovrebbe finire - qui. Buona giornata, Teo1 punto
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Sì si possono fare foto liberamente sia al Correr che a palazzo Ducale, consiglio una gita a tutti :D1 punto
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ravviviamo un po' la discussione con un passo tratto dalle "monete anonime" del papadopoli. Niente di nuovo, per carità, ed anzi mi pare che il conte si sia basato sugli studi precedenti.1 punto
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@@molay666 @@Corbiniano Un bel bottone Molay, con un bello stemma gentilizio. Sembra rappresentare una figura umana, ai lati due colonne come tenenti : per Corbiniano sarà una passeggiata identificarlo !1 punto
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Buonasera a tutti, Qualche anima Buona ha qualcosa da raccontare a proposito di questa medaglia, Ringrazio anticipatamente.1 punto
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Medaglia devozionale e di protezione, ovale, bronzo/ottone (esiste anche in argento),della fine del XVIII inizio XIX sec.- D/ Busto della Madonna del Conforto di fronte, che si venera nel duomo di Arezzo.- R/ Busti raffrontati di S.Donato Vescovo e Beato Gregorio X Papa, aureolati, le reliquie di quest'ultimo riposano nel duomo di Arezzo, sopra di loro la colomba raggiata(Spirito Santo), medaglia non comune,la scritta del D/ allude alla protezione contro i terremoti e le calamità naturali. Ciao Borgho.1 punto
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Foto di qualità pessima, intravedo però Sant'Evasio al rovescio e un'aquila al dritto, quindi direi un cavallotto di Casale, tipo questo: http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-MNO/8 Data e regnante con queste foto sono impossibili da dirsi.1 punto
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http://www.siciliamagazine.net/arte-e-cultura/677-catania-l-esposizione-del-1907-la-rassegna-che-fu-parte-iii.html Questa la dedico a tutti gli amici siciliani, la medaglia è di impostazione ottocentesca ed è per un avvenimento davvero interessante. A Catania ci fu a quanto pare una bellissima esposizione in quel periodo. La medaglia ha una doratura a specchio ed ha un diametro di mm.38.1 punto
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Da questo straordinario rituale legato al culto degli antenati cominciamo a capire l’importanza del ritratto nella società romana, soprattutto quella patrizia. Lo ius imaginum era il diritto concesso alle famiglie più nobili di tenere le maschere di cera degli antenati nell’atrio della casa. Questo diritto era strettamente gentilizio. Le immagini erano conservate in armadietti di legno e aperte in determinate occasioni. Ben presto, sul finire della repubblica, le immagini di cera furono sostituite da busti marmorei, spesso replicati in diverse copie per permettere a tutti i membri della discendenza di onorare gli illustri antenati defunti. Da diritto solo patrizio, lo ius imaginum venne poi esteso a tutte le famiglie che potevano vantare membri che avevano ricoperto magistrature. Tuttavia il concetto di nobilitas rimase a lungo legato al ritratto familiare. Mario, l’homus novus, viene disprezzato “perché non ho immagini di antenati e la mia nobiltà è recente”. Segno di nobiltà era avere l’atrio della casa pieno di immagini affumicate degli avi. Il ritratto assunse quindi nella vita romana una importanza del tutto particolare, un importanza politica prima di tutto, di appartenenza ad una casta, ben prima di avere valenza artistica. E’ sul finire della repubblica che si sviluppò compiutamente il tipico ritratto romano repubblicano, espressione dell’aristocrazia senatoriale. Non stupisce, da quanto esposto, che lo stile ritrattistico della Roma tardo repubblicana sia caratterizzato da un minuzioso realismo. L’arte plebea era in voluto contrasto con l’intellettuale eleganza del mondo greco. Molti uomini recano i tratti di un’età avanzata, alla vecchiaia in sé a Roma era riservato un vero e proprio culto. Uomini troppo giovani non avrebbero posseduto la saggezza e l’esperienza per reggere le sorti della Repubblica, il senso di responsabilità richiesto a chi ricopre alte magistrature si rispecchia proprio sui volti, che non nascondono i tratti di un’accentuata senilità. Il ritratto romano intende celebrare l’austerità e la forza di volontà di una stirpe di vecchi contadini, usi alla fatica ma pieni di fierezza del loro passato e delle loro tradizioni. Mai prima di allora si era creato un tipo di ritratto che esprimesse una così totale aderenza alla realtà. Ma è proprio con questi inconsueti caratteri che è nata e si è sviluppata la ritrattistica nella tarda repubblica.1 punto
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Fulvia (77-40) Fonte Cataloghi Online Discendente di Tiberio Sempronio Gracco, e sposò Clodio (dal quale ebbe Clodia Pulcra, prima moglie di Ottaviano) e, dopo la sua morte, Gaio Scribonio Curione (morto nel 49 a.C.) e infine Marco Antonio (nel 44) Fece quanto in suo potere per far assurgere il marito ad un posto di predominio nella Repubblica. E' rimasta famosa anche per la soddisfazione manifestata per l'uccisione di Cicerone https://it.wikipedia.org/wiki/Fulvia_(moglie_di_Marco_Antonio)1 punto
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In succo è che questè monete in tale conservazione sono CC ...ovvero più che comuni..e la differenza di colore deriva dal fatto che la corrosione se l è mangiata.1 punto
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Salute come annunciato vi mostro le foto del 2 Euro EXPO e del 2 Euro Dante 750°anniversario della nascita. Come ho già scritto queste monete fanno parte di rotolini presi dalla Banca d'Italia ed usciti dalla Zecca dello Stato e sono il risultato di una accurata selezione da parte mia.Molte monete vengono coniate con imperfezioni soprattutto quelle di Dante --Salutoni -odjob1 punto
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Rivelando a caso intervalli durante l'ultimo paio di settimane, un cent 2015d, una dime 2015d, e un quarter di "Homestead" 2015d (dopo "The Homestead Act," attraverso il quale è stato dato molto terreno federale "Homesteaders", che ha incontrato i criteri necessari—vedere sulla moneta gli elementi essenziali della vita di frontiera... acqua, cibo e riparo.) E poi lo scorso fine settimana del Memorial Day, questo nichel 2015d arrivò in una manciata di spiccioli. Purtroppo, però, non rimanere a lungo. Le cicatrici circolari da un conteggio-macchina fanno di questo una moneta che potrai sostituire al più presto. :) v. ----------------------------------------------------------------- Showing up at random intervals during the last couple of weeks, a 2015d cent, a 2015d dime, and a 2015d “Homestead” quarter (after “The Homestead Act,” through which much Federal land was given to “Homesteaders” who met the necessary criteria—see on the coin the essentials of frontier life…water, food and shelter.) And then this past Memorial Day weekend, this 2015d nickel arrived in a handful of pocket change. Unfortunately, though, it won’t stay long. The circular scars from a counting-machine make this a coin I’ll replace at the earliest opportunity. :) v.1 punto
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