Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/26/15 in tutte le aree
-
Dunque, dal tempo degli Antonini si comincio' a produrre i tondelli dei sesterzi (ma non sempre!) in questo nuovo modo. Non più alberi di fusione, o altri metodi basati comunque sulla fusione, bensì produzione di barre di oricalco, di sezione rettangolare, larghe fra 22 e 25 mm. mediamente. Questa modalità era evidentemente più rapida e meno costosa, e nel 3° secolo si impose definitivamente; nell' ultimo periodo quasi tutti i sesterzi venivano prodotti così. Si incidevano poi sulla barra dei segmenti verticali, a distanza di circa 25 mm. l'uno dall'altro; probabilmente si approfondivano un po' con la lima, infine si spezzava la barra con lo scalpello in tanti segmenti, corrispondenti ai tondelli. Questi lati ottenuti a scalpello risultavano un po' più irregolari, e quasi sempre venivano poi arrotondati a colpi di martello. Il tondello veniva poi più o meno riscaldato e coniato. A. Finetti nel suo noto lavoro " Numismatica e tecnologia" (NIS,1987) fa presente che questo sistema, naturalmente adattato, venne usato per tutto il Medio Evo per la monetazione argentea; ovviamente la lamina d'argento, molto più sottile, veniva spianata martellandola, e poi ritagliata a cesoia. Non è chiarissimo invece se durante il 3° secolo il sistema "barra" sia stato usato solo per i sesterzi (come sembra) o anche, a volte, per numerari di bronzo più piccoli. Sicuramente, questa modalità è documentata in Gallia per certi radiati imitativi. Il tema per ora è illustrato genericamente, ci sarebbero molte cose da dire e,credo, varie domande senza risposta... Spero che abbiate esempi da postare!3 punti
-
Ciao si parla di circhi o stadi e del circo Massimo per eccellenza per i grossi eventi che si tengono e si sono tenuti al loro interno, però non abbiamo un'idea sicura di che splendore doveva essere se non tramite supposizioni o ricostruzioni, ci sono pervenuti molti esempi di circhi più o meno ben conservati e ne ho visitati parecchi da quello di Afrodisia a quello di Perge o Kybyra molto grossi o al piccolo di Arycanda di soli 117mt forse più per corse a piedi, ma a tutti manca la delimitazione della pista. La natura può essere molto spietata con le sue manifestazioni ma a volte ci regala fotografie del passato che altrimenti non avremmo mai visto, vedi Pompei o Ercolano, è il caso di uno stadio costruito con la parte tonda appoggiata alla collina che a un certo punto per un terremoto è franata coprendo e preservando dalle razzie posteriori un quarto dello stesso, che è giunto sino a noi, stessa sorte per parte del teatro, con i suoi sedili in marmo, ma torniamo allo stadio oltre a essersi salvato il tempietto centrale, il colonnato i sedili con le iscrizioni, sono giunti sino a noi i pannelli incisi a bassorilievo che delimitavano la pista. Non sono ancora tutti visibili perché i lavori di scavo sono in corso ma quelli visibili lasciano vedere la bellezza di questo stadio di provincia e lascia solo immaginare lo splendore che doveva essere il circo Massimo. Dimenticavo lo stadio in questione è quello di Magnesia ad Meandro. Vi posto alcune foto, la prima si riferisce allo stadio di Kybyra mentre le altre sono di Magnesia. Silvio2 punti
-
5 Lire "Quadriga Briosa" Argento 900/1000 - Peso gr 25 - diametro mm 37 Oggettivamente il capolavoro in assoluto della monetazione di Vittorio Emanuele III 2 lire "Quadriga Briosa" Argento 835/1000 - Peso gr 10 - Diametro mm 27 Cala il titolo del metallo e le dimensioni fanno un po perdere la bellezza della quadriga. Una lira "Quadriga Briosa" Argento 835/1000 - Peso 5 gr. - Diametro mm 23 Questo nominale è, a mio avviso di una eleganza e bellezza unica. Piccolo ma decisamente affascinante e la quadriga, seppur ridotta ai minimi termini, rispetto alla sorella maggiore da 5 lire, è di una bellezza e fascino unico! La realizzazione di questo rovescio, in questa serie è veramente azzeccata! Questo post è dedicato ad un frequentatore di questo forum, amante sfegatato delle quadrighe! Enrico/Re.in.sena posta qualcuna delle tue, per il godimento degli occhi! Renato2 punti
-
2 punti
-
Le quadrighe son davvero belle. Danno emozioni diverse, a seconda della patina, del modulo, e di quello che sogni quando l'hai in mano. Questa e' una delle mie. Ogni volta mi brillano gli occhi :)2 punti
-
2 punti
-
Per rispondere alla tua domanda sul perchè venivano battute, ti invito a pensare al guadagno. Una moneta sconosciuta anche d'oro poteva creare problemi ad essere accettata, mentre una moneta similare al ducato veneto, non uguale ma simile, poteva essere scambiata senza nessuna difficoltà. Per questo i genovesi di Scio e della Maona imitarono ducati a bizzeffe. Perchè non stamparono monete d'oro di Genova? Stesso discorso vale per i Grossi Serbi, Bulgari e Croati e delle zecche italiane. Ed infine i Sesini di Frinco e Masserano. Monete spendibili che davano guadagno alla zecca che le emetteva. Le imitative risalgono alla fine dell'impero romano http://www.beastcoins.com/Topical/VLPP/Coins/Imitative/VLPP-Imitative.htm con le varie monete barbare (vandali, longobardi,goti, normanni) che imitavano le monete d'oro con i nome degli imperatori romani.2 punti
-
"condivido molto quel che dici, direì però che una moneta é rara di catalogo o di etichetta per la reperibilità sul mercato, mentre la conservazione é un altra cosa." La considerazione è che se la moneta è già di per se di difficile reperibilità, lo sarà ancor di più se la si vuole in altissima conservazione (si parla, naturalmente, di monete destinate alla circolazione.....). M.2 punti
-
Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2009 Tiratura: 258.000 Condizioni: BB Citta: Nizza Taglio: 10 cent Nazione: Belgio Anno: 2015 Tiratura: ??? Condizioni: BB Citta: Nizza Note: Grazie della segnalazione pino2 punti
-
Un 1939 10-pesos del Paraguay ha colpito di rame-nichel, 28,5mm di diametro e peso di 8g. Alcuni 4.000.000 di queste monete sono state prodotte nella vicina Argentina, presso la zecca di Buenos Aires (che ha colpito anche gli altri membri della serie di monete del Paraguay 1925 e 1938-39). Paraguay aveva continuato la sua monetazione decimale con una nuova monetazione di rame-nichel nel 1925. Le tre nuove denominazioni (50-centavo, 1- e 2-peso) erano presto sopraffatto da un'inflazione di guerra-guidato, tuttavia, e quando la guerra del Chaco si è conclusa in 1938, Paraguay rinnovata la relativa monete. Il 50-centavo, 1- e 2-peso monete erano coniate in alluminio più conveniente nel 1938—e nel 1939 le monete di rame-nichel 5-pesos e 10-pesos è apparso per la prima volta. (La stella paraguaiana è gialla, tra l'altro, e simboleggia il giorno di indipendenza del paese, 14 maggio 1811). Questo pezzo di 10-pesos 1939—come è spesso il caso in tutto il mondo con una moneta di denominazione nuovo, più alto—ha assunto le funzioni di una banconota già esistente. Purtroppo, però, 1939-41 possibilità del Paraguay al buon governo passato (beh, è morto in un incidente aereo), e la valuta del paese ha continuato a deteriorarsi. L'unità di valuta in cui è stata introdotta questa moneta aveva solo qualche anno in più per l'esecuzione. Nel 1944 il peso esausto fu sostituito in circolazione dai guarani, al tasso di 100 vecchi pesos per un nuovo guarani. :) v. --------------------------------------------------------- Paraguay’s 1939 10-peso struck of copper-nickel, 28.5mm in diameter and weighing 8g. Some 4,000,000 of these coins were produced in neighboring Argentina, at the mint in Buenos Aires (which also struck the other members of Paraguay’s 1925 and 1938-39 coin series). Paraguay had continued its decimal coinage with a new copper-nickel coinage in 1925. The three new denominations (50-centavo, 1- and 2-peso) were soon overpowered by a war-driven inflation, however, and when the Chaco War ended in 1938, Paraguay revamped its coinage. The 50-centavo, 1- and 2-peso coins were struck in cheaper aluminum in 1938—and in 1939 copper-nickel 5-peso and 10-peso coins appeared for the first time. (The Paraguayan star is yellow, by the way, and symbolizes the country’s independence day, 14 May 1811 .) This 1939 10-peso piece—as is often the case worldwide with a new, higher denomination coin—assumed the duties of an already existing banknote. Unfortunately, though, Paraguay’s 1939-41 chance at good government passed (well, died in a plane crash), and the country’s currency continued to deteriorate. The currency unit into which this coin was introduced had only a few more years to run. In 1944 the exhausted peso was replaced in circulation by the guarani, at the rate of 100 old pesos to one new guarani. :) v.2 punti
-
Questa è l'unica che posseggo (per il momento!) Effettivamente sono gran belle incisioni!2 punti
-
Ovviamente per una corretta valutazione servirebbe avere una buona traduzione in italiano del progetto di legge in Germania, altrimenti aumenta solo la confusione. Comunque da alcune informazioni sembra che ci sarà in atto una nuova politica molto più restrittiva e allineata alle normative più severe in vigore in molti paesi europei, in primo luogo l'Italia. Purtroppo ha fatto molta sensazione la presenza di abbondante materiale di evidente origine furtiva anche molto recente. La vera novità, a parte l'inversione dell'onere di prova (già in atto in Italia), starebbe nell'articolo 29 del progetto di legge, che dice in pratica: "E' vietata l'importazione dei beni culturali se sono classificati o definiti dagli Stati membri come patrimonio nazionale aventi valore artistico, storico o archeologico e trasferiti al di fuori del Paese, in violazione delle sue leggi". In altre parole, la Germania recepirebbe la validità anche nel proprio territorio della legislazione straniera. Cerchiamo di capire alcuni esempi pratici. Nel caso della Svizzera, che è un paese notoriamente ancora molto liberale, qualsiasi oggetto, quindi anche monete antiche, che è stato ufficialmente importato con relativa denuncia alla Dogana diventa perfettamente legale quando viene messo in asta e nessuno rivendica la relativa proprietà entro un determinato periodo di tempo. Quindi in teoria chiunque abbia acquistato dalla Germania una moneta greca da un'asta svizzera non dovrebbe avere problemi e basterebbe esibire la relativa provenienza. Il vero problema (e scandalo) risiede nel grande numero delle monete greche siciliane che sono state contrabbandate fuori dei confini italiani, soprattutto a partire dagli anni '80 in poi, in spregio delle note norme vigenti in Italia. Avrà più valore il diritto italiano oppure quello svizzero...? Non sarà un compito facile per le autorità che si occupano dell'importazione (almeno in Germania), che dovranno avere una preparazione molto specifica, non solo sulle monete stesse, ma anche sulle varie normative in vigore nei diversi paesi... In ogni caso un bel casino e ci sarà sempre più una politica in senso restrittivo, anche in un paese di tradizioni liberali come la Germania e questo spiega le preoccupazioni dei numerosi commercianti tedeschi, che hanno (diciamo francamente) lucrato abbondantemente su materiale (anche interi ripostigli) irregolarmente contrabbandato in Germania da paesi come Italia, Grecia, Turchia. Evidentemente i politici tedeschi non amano fare brutte figure, specie di fronte a un contrabbando sempre più sfacciato... Ma come capita sempre in questi casi, ci saranno variazioni sulla gestione del materiale numismatico, con dirottamento verso l'Inghilterra e Londra (e non più Monaco) diventerà sempre più la vera crocevia (hub) del commercio antiquario. Bisogna vedere se l'Inghilterra resisterà alle sempre maggiori pressioni dei crescente numero dei Paesi che vuole tutelare il proprio patrimonio archeologico e culturale (stendendo un pietoso velo sull'Italia che non sa tutelare seriamente i propri beni, come a Pompei)....2 punti
-
E' con mia somma gioia che per grazia divina concessami, ho ricevuto il rimborso dal papero con 5 euro in più per il mio disturbo! Adesso posso passare anche a miglior vita con il sorriso in volto.2 punti
-
buona serata. Giocando :pleasantry: con il microscopio per il pc mi ha colpito il vessillo in questo grosso, ma non dovrebbe comparire la croce?1 punto
-
1 punto
-
2/10 di Tallero - Una lira per la Colonia Eritrea Argento 835/1000 Peso gr. 5 - Diametro 23 mm Esemplare emesso in 598702 pezzi, la tiratura più bassa dei tre anni, eppure quello con il valore di catalogo più basso...ci sarà un perché a qualcuno noto? Patina autentica di monetiere :blum: Per la conservazione lascio a voi il giudizio. Renato1 punto
-
ciao a tutti moneta ha identificato grazie e se avete la moneta URL dela volentieri prendere P 0,68 diam 131 punto
-
1 punto
-
Qualcosina allora la si estorce anche a me... Questa è la mia preferita e più alta in conservazione che ho :-)1 punto
-
Forse la prossima settimana ..... Oggi faccio il badante da mio papà che è stato dimesso lunedì dall'ospedale. Tu quando vai?1 punto
-
1 punto
-
Il Montenegro ha tante pagine che fungono da corollario al catalogo; si parla di imitazioni, contraffazioni, monete con contromarche, bolle, monete delle colonie .... poi, in premessa, parla della zecca, le tipologie delle monete con alcune spiegazioni generiche sul loro nome; insomma un "concentrato", però buono per poi approfondire.1 punto
-
Mah, io vedo varie componenti in tutto questo, certamente in Germania si concentravano ormai grossi commerci illegali e il tentativo tedesco è quello di fermarli. Probabilmente il risultato finale invece sarà solo lo spostamento di tutto questo a Londra ed eventualmente poi in altre nazioni....ma fin qui capisco il problema .....il risultato finale sarà che coinvolgerà non tanto i trafficanti che si adegueranno subito ma l'intero comparto del collezionismo diffuso europeo. Personalmente a oggi cambia poco per me, amo comprare in Italia e l'ho fatto sempre in case d'asta italiane, mi sento più tutelato e tranquillo a comprare da persone che conosco e stimo che da altri che non so bene chi siano, mi piace pensare " italiano " ma comunque io penso che questa sia una grossa limitazione alla libertà personale che partendo dalla Germania si estenderà anche ai Paesi UE. Ora il problema se si porrà anche per il nostro mercato si dovrà vedere se sia auspicabile e giusto che ci sia una restrizione e una distinzione tra chi ha la lecita provenienza da più di 20 anni e tra chi ce l'ha diciamo da 5 anni e deve aspettarne 15 per entrare in un circuito di serie A ? Per me è incoerente, ingiusto e incomprensibile, crea una sperequazione ingiustificata tra collezionisti comunque entrambi virtuosi , pre 20 e i post 20...., per me più che una legge per i grossi trafficanti, che certamente devono essere colpiti, ma che si trasferiranno invece subito, se non l'hanno già fatto, sembra più fatta per creare problematiche diciamo così al mondo del collezionismo diffuso creando un ulteriore blocco e ulteriori difficoltà oltre a quelle già presenti....con norme che secondo me non sono neanche costituzionali, creerebbe una ingiustificata differenziazione tra collezionisti con documentazione di lecita provenienza per un fatto solo temporale.....1 punto
-
1 punto
-
Esposizione nazionale svizzera del 1939 a Zurigo. La mostra si è tenuta a Zurigo dal 6 maggio al 29 Ottobre 1939. EINLÖSBAR BIS 30 NOV. 1939 = rimborsabili prima del 30 novembre 1939 (probabilmente :) ). La Banca nazionale svizzera di emettere "monete" da fare.1 punto
-
1 punto
-
@@oldgold comprendo le tue perplessità, anche perchè la monetazione veneziana è veramente ampia al pari di alcune zecche italiane (genova). Infatti vista l'ampia circolazione delle monete venete, altre zecche imitarono Grossi, Ducati e Zecchini, Soldini ed addirittura Sesini. Nel nostro caso abbiamo imitazioni a Iosa. Vedi la discussione sulla vendita di una minima parte della collezione Mazarakis (grande esperto delle imitazioni di area anatolica ed egea) http://www.lamoneta.it/topic/130303-asta-lanz-n159-dell-8-dicembre-2014/?hl=mazarakis#entry1483553 http://www.lamoneta.it/topic/131810-andreas-d-mazarakis/?hl=mazarakis Ora ti posto tutta una serie di monete per farti capire le imitazioni, che hanno circolato. STATO PONTIFICIO Römischer Senat Dukaten o.J. (14.-15. Jhdt.), Rom, zeitgenössischer Beischlag nach Vorbild eines venezianischen Dukaten. ATOR VRB - · - S/P/E/T/R/S, ein Senator vor dem Heiligen Petrus kniend, zwischen beiden die Fahne, an deren Schaft rechts entlang S/E/N. Rs: ROMA CAPVT · - MVDI · S P Q R · Heiligenkopf ·, nimbierter Christus in der Mandorla von acht Sternen umgeben. Mazarakis 11, Friedberg vgl. 2, CNI 501, Muntoni IV/104, Gamberini vgl. 390 (1. Periode). 3,48g. Kl. Testfeilspur am Rand, sehr schön.1 punto
-
Buon giorno, signor Fofo :hi: Vediamo alcuni esempi . Due di mia moneta . 1. 20 fiorini -Molto raro. Circolazione grande ? Relativamente . Sì. Quanto rimane? Molto poco. 2. Filippo Spinola, scudo. piccola circolazione ? Sì. Quanto rimane? Molto poco. Conclusione . La storia della vita della moneta=Storia della rarità della moneta . PS una rarità in katalogh-Aste di gioco per il profitto :pleasantry:1 punto
-
Questo è un interessante: Cavallo:FERDINANDO II D'ARAGONA(1495-1496) Zecca di Napoli AE D/FERRANDVS°D°REX ;testa di Ferdinando I con ribattitura R/EQVITAS REGNI °°A°° con ribattitura Riferimenti:MIR n°104 La moneta è interessante poiché non sono riuscito a comprenderne la ribattitura --Salutoni -odjob La moneta appartiene a collezione privata e non è possibile pubblicare queste foto altrove,senza il mio consenso1 punto
-
Ciao @@mariov60 a me sembra Volusiano sesterzio RIC 244, al rovescio Volusiano in toga Saluti P.s: a conferma di quanto detto da Gianfranco... riguardo i denari angioni medievali, Carlo I° D'Angiò stabilì che 1 libbra ( 320,758999 gr) di denari doveva contenere 7 1/2 trappesi ( gr. 6,6824775) d'argento e che, dalla stessa, se ne tagliavano 420 pezzi.. per cui ciascun denaro pesava circa 0.76 g. con un contenuto di fino pari solo a 0.015 g.. a titolo di esempio ne posto uno1 punto
-
1939 Canada 1 dollaro arg. 800/ moneta comune Commemorativo della visita reale di Giorgio VI. Siamo alla vigilia del secondo conflitto mondiale.1 punto
-
"Rarità: questione di tiratura o di conservazione?" Non so se ho capito la domanda. La rarità di una moneta è legata alla sua reperibilità. La tiratura c'entra ma fino ad un certo punto. Ci sono monete coniate in oltre 270 mila esemplari che sono R2 (vedi il 5 lire del 1914) e monete coniate in qualche migliaio di pezzi che sono solo R o anche NC. La conservazione incide sicuramente sul grado di rarità. Una moneta in FDC può essere R2 mentre la stessa moneta in MB può essere NC o persino C. Saluti. M.1 punto
-
1 punto
-
"Non sono completamente d'accordo con te @bizerba62 per quanto riguarda il discorso dei gradi di rarità. Innanzitutto la moneta al centro della questione era propriamente coniata per la circolazione mentre i 2 esempi da te citati no (sbaglio?). Inoltre ha anche un valore storico importante visto che è l'ultimo conio per Bologna. Per me resta rara." Sul fatto che le monete citate come esempi non fossero destinate alla circolazione, a differenza del 5 centesimi 1861 B, non c'è alcun dubbio. Ma se la rarità è rappresentata dalla reperibilità sul mercato di una data moneta (ma potrebbe essere anche una medaglia, perché no?), che si parli di un conio che ha circolata o invece di una moneta commemorativa, non c'è alcuna differenza. Il 100 lire oro 1940, moneta che non ha mai circolato, in una scala da R a R5 sarà R5, visto che dovrebbe essere stato emesso in due o tre pezzi (almeno così si dice) ed è apparso, se non sbaglio, due sole volte sul mercato. Lo scudo del 1901, che pure non ha mai circolato, lo vogliamo consideriamo R3, in base alle sue apparizioni e reperibilità? Nell'esempio che facevo prima, I compilatori dei Cataloghi che assegnano le rarità, riportano una sola volta rara la moneta da 100 lire vetta e da 50 lire 1911. Mentre riportano R2 il 5 centesimi 1861 Bologna. Se il criterio per determinare la rarità di una moneta è quello sopra indicato (reperibilità/apparizione sul mercato), non vedo cosa influisca: - il fatto che si parli di una moneta che ha circolato piuttosto che di una medaglia; - il preteso "valore storico" (che poi....chi lo stabilisce se il 5 cent 1861 ha più valore storico del..... fascetto, tanto per fare un esempio?). Al di là del "valore storico", dell'effettiva circolazione ecc., la rarità è comunque connessa alla reperibilità sul mercato di quel dato bene. L'operazione sensata dovrebbe essere semmai quella di calibrare le rarità effettive sullo stato di conservazione di una moneta. Quella sarebbe un'operazione utile....non riportare che il 5 centesimi 1861 B è un R2....perché è una stupidaggine. Lo sarà, forse, dallo SPL a salire....ma non lo è certamente sotto lo SPL. M.1 punto
-
La linea così profondamente demarcata della legenda è a mio parere assolutamente in linea con le emissioni di Valentiniano lll senza averla in mano io ti direi che mi pare assolutamente autentica1 punto
-
Gettone di rame dell’assedio di Gertrudenberg (1593) con la raffigurazione di Alessandro Magno WORLD MEDALS. Spanish Netherlands. Siege of Gertrudenberg, Copper Jeton, 1593, city with ships, encampment and man ploughing, rev Alexander the Great leads his troops to capture Mt Aornos [swat, Pakistan], 29.5mm (Dugn 3324; vL I, 429; MH 480). Very fine. apollonia1 punto
-
Intanto il grado R2 indicato lo trovo abbastanza discutibile. Al link che segue trovi una caterva di passaggi di questa moneta, che al più la giudicherei NC. Forse è R2 se parliamo di FDC. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/passaggi/W-VE2/2-0 Quanto alla conservazione, direi qMB al dritto ed MB+ al rovescio. ed aggiungerei: ma chi se la piglia? Teoricamente 25 euro li potrebbe forse valere, ma il punto è trovare un collezionista disposto a mettersi in collezione una moneta di così bassa conservazione, quando con 100 euro praticamente in qualunque momento può portare a casa un dignitoso BB. M.1 punto
-
La Francia. Terza Repubblica. 5 CENTIMES. 10 CENTIMES. 25 CENTIMES. 50 CENTIMES. Svizzera. 5 FRANCS (FRANK). 5 FRANCS (FRANK) (600 ° anniversario della battaglia di Laupen). Svezia. Gustaf V (1858 — 1950) 2 KRONOR. La Repubblica Di Estonia. 1 SENT.1 punto
-
E' curioso, una discussione del genere dovrebbe generare un allarme inusitato, una levata di scudi in difesa del nostro diritto di collezionare, e invece pochi interventi . Sarà il caldo?? Non è che pensiamo che tocchi sempre agli altri e mai a noi?? Secondo me è una petizione che va sottoscritta in massa, ( anche se ho i meii dubbi che serva qualcosa, ma almeno proviamoci).1 punto
-
Ma a che pro richiedere l'indirizzo preciso dell'abitazione? N.1 punto
-
Sicuramente le emissioni di Laos sono molto interessanti e l’ottimo studio di Sternberg merita ormai un aggiornamento. Sarebbe bello che tu provassi a mettere a punto tale revisione, anche alla luce del nuovo materiale e anche di più recenti scavi archeologici nel sito (a Marcellina e dintorni). Sulle monete di Laos si è parlato anche in questa discussione: http://www.lamoneta.it/topic/111578-laos/ Passando all’esemplare di Numismatica Ivlia, riporto la relativa illustrazione (sempre meglio riportarla in quanto in futuro il link resterà vuoto e non si vedrà più la foto): Si tratta di una emissione rara, corrispondente a Sternberg 7 (V6-R6). Allego alcune immagini di esemplari autentici: Triton 7/2005, 29 g. 8.03 Stacks 18.xii.2007, 26 g. 7,98 Jameson 256 g. 7,94 In effetti il peso dell’esemplare di Numismatica Ivlia ha un peso eccessivamente basso, oltre un grammo in meno, anche considerando un certo grado di usura. Per quello che si può vedere dalla foto, ha un aspetto molto “molle” e sembra di notare delle bolle: c’è il sospetto che possa essere un esemplare fuso e quindi un falso, da espungere dal catalogo delle monete. Circa l’ubicazione, Dracma ha magistralmente riassunto la questione. Ormai l’attuale opinione prevale verso l’identificazione del sito di Laus con l’attuale località Marcellina, più verso il Bruttium che verso la Lucania. Riguardo la cronologia, concordo con la datazione ribassista indicata da Rutter, 480-460 a.C., anche considerando che nella regione il passaggio dall’incuso al doppio rilievo si completò verso il 475 a.C., pur con alcune oscillazioni.1 punto
-
tenderei ad escludere che sia una sterlina d oro. non saprei da dove iniziare ad elencarne i difetti... mi spiace. magari puo anche essere d oro, quello lo puoi verificare facilmente ciao.1 punto
-
Caro Luciano, perché cosi negativo e piangente :) ? Quello per me è sicuramente un leone di San Marco visto di prospetto, forse c'e anche il libro a sinistra, ma non è un leone in moeca, le ali non sono aperte e quindi non hanno affatto quella forma rotonda a granchio (moeca) che si adatta così bene al campo della moneta. Qui sotto la foto di un po' di vere moeche veneziane ed un 'vero' leone in moeca. Non ho tempo di cercare una foto di un leone di San marco seduto di prospetto anteriore alla metà del XIV secolo, ma se guardiamo da davanti il più antico leone alato di Venezia, prototipo di chissà quanti altri leoni, e lo convinciamo a mettersi a cuccia, avremo più o meno il leone dello stendardo nel grosso. Notte, Andrea1 punto
-
Continuo intanto.....Milano e che Milano :blum:, la moneta di cui stiamo parlando è in copertina del recente nuovo MIR Milano di Alessandro Toffanin e anche questo la dice lunga sull'importanza, rarità e messaggio che questa moneta racchiude. Sto parlando del testone di Gian Galeazzo Maria Sforza - Reggenza di Bona di Savoia ( 1476 - 1480 ), vediamo intanto in che contesto storico viene coniata. Bona nasce ad Avigliana nel 1449 da Ludovico di Savoia e da Anna Lusignano di Cipro, frequenta la corte del cognato Luigi XI di Francia, promessa in sposa poi come succedeva in quei tempi a Galeazzo Maria Sforza. Questi accordi matrimoniali erano dei veri contratti economici e di potere, lo fu anche in questo caso e il matrimonio avvenne per procura nel 1468. Bona di Savoia arrivò a Milano accompagnata da una bella dote di 100.000 scudi d'oro e riceveva in cambio una rendita annuale e il possesso in caso di vedovanza, che tra l'altro avvenne qualche anno dopo, del castello di Abbiategrasso. Galeazzo Maria muore assassinato nel 1476, Bona assume la reggenza del Ducato in nome del figlio di soli sette anni Gian Galeazzo Maria. Donna di carattere ed energica seppe contornarsi inizialmente dei favori ed aiuti dei vicini Stati, fin qui la storia che è poi la storia di un momento storico di Milano che avrà poi degli accadimenti convulsi e complessi.... Ma veniamo ora all'aspetto puramente numismatico, il testone viene coniato in quel breve periodo di reggenza di Bona dal 1476 al 1480, l'aspetto rivoluzionario di questa moneta è che riporta il primo ritratto di una donna sulle monete italiane dai tempi dell'Impero Romano e già questo non è poco. Sul rovescio abbiamo poi una memorabile immagine della Fenice, uccello favoloso dell'Arabia, raffigurato sul rogo, che rappresenterebbe l'immortalità in quanto rinasce dalle proprie ceneri. Una considerazione personale ulteriore, la moneta respira come tutti i testoni milanesi l'aria rinascimentale, il ritratto e qui non solo abbiamo una donna, ma la donna è velata e anche questo dice molto. La moneta diventa, come spesso accade, messaggio, messaggio da dare alla popolazione, in questo caso il velo testimonia la vedovanza della donna e lei si espone col suo ritratto e rappresenta la situazione e il momento storico in cui vive. Moneta indubbiamente rara, quando passa in asta è un must per pochissimi, certamente il fascino che trasmette è enorme. Testone, Gian Galeazzo Maria Sforza - Reggenza di Bona di Savoia ( 1476 - 1480), zecca di Milano Argento, peso da gr. 8,31 a 9, 78 , diametro 29 mm. D/ testina BONA 7 IO GZ M DVCE MELI VI, busto della duchessa velato a destra R/ testina SOLA FACTA SOLVM DEVM SEQVOR, la Fenice ad ali aperte sul rogo rif. Crippa 2/A, MIR 218/1, CNI 11-13 e 15-16 Provenienza da Asta 32 NAC, del 23-1-2006, lotto 50 Spero che tutto questo vi sia piaciuto e possa essere stata una buona lettura divulgativa .....questo è poi il vero intento di questa discussione.....ripasso ad altri ora....1 punto
-
Eccomi di nuovo qua Lo spunto per illustrare questa moneta, mi viene da una richiesta di qualche giorno fa in Identificazioni. In verità, a prima vista, quest'oggetto, tutto sembra tranne che una moneta E invece lo è, una delle più longeve della storia, in uso per più di 500 anni, e a corso legale fino alla metà del secolo scorso. Il nome con cui sono comunemente conosciute, manilla, che significa bracciale (un testo italiano lo traduce con "armilla") è di origine iberica, ma la loro forma, un braccialetto aperto con estremità svasate, è africana. Barre di rame adatte a fare braccialetti giungevano nelle regioni dell'Africa centrale attraverso il Sahara fin dal X secolo, e oltre a quello ornamentale avevano già anche un uso monetario, ma le prime vere manillas furono commissionate a Venezia dai portoghesi, per il loro commercio con l'Africa, nel 1439 (33 anni prima che, sempre a Venezia, nel 1472, venissero coniate le prime monete denominate in lire :rolleyes:). Più tardi, nello stesso secolo, i portoghesi raggiunsero via mare i territori dell'Africa occidentale, incrementando grandemente i loro commerci, per i quali, nel 1498, acquistarono nelle Fiandre 450.000 manillas, anche in ottone. A partire dall'inizio del secolo successivo, le manillas divennero tristemente note come "il denaro degli schiavi". Era infatti pagando con manillas che i portoghesi acquistavano schiavi, principalmente nel Benin, ben presto affiancati in questo da inglesi, francesi, olandesi e, infine, dagli americani, che necessitavano di manodopera a basso costo per le loro piantagioni di cotone del sud. In un viaggio tipo, bracciali e oggetti in ottone utilitaristici, come ad esempio pentole, venivano portati dall'Europa in Africa Occidentale, dove la nave caricava schiavi da portare in America, e da lì tornava in Europa carica di cotone. All'inizio, uno schiavo non costava molto, ma dopo il 1500 il prezzo salì fino a più di 57 manillas, a causa dell'inflazione generata dall'importazione di un enorme quantità di manillas, tanto che a un certo punto si dovettero "calmierare" i prezzi...uno schiavo non si doveva pagare più di 48 manillas. La stessa inflazione colpì anche il commercio di spezie, oro e avorio, le merci principali del mercato africano. Gli inglesi entrarono nel commercio africano all'incirca nel 1550, scambiando manillas con avorio, pepe e oro. Nel 1668, o poco prima, produssero manillas in stagno per il Gambia, e a partire dagli anni 1720 incominciarono a mescolare al rame quantità sempre crescenti di piombo, fino ad arrivare, nelle ultime produzioni, a una percentuale di piombo superiore al 30%. Queste manillas venivano inizialmente prodotte in diverse città dell'Inghilterra, ma a partire dal 1836 fu Birmingham a monopolizzare la produzione, continuando a sfornarne fin dentro il XX secolo. Dopo gli inglesi, fu la volta di olandesi, danesi e spagnoli. I francesi, a partire dalla metà del XVII secolo iniziarono a scambiare avorio per manillas in Senegal, Costa d'Avorio e Sierra Leone, e manillas circolavano come monete in alcuni territori dell'Africa Occidentale Francese fino ai primi anni '50 del secolo scorso. Non tutte le manillas erano uguali: differivano per peso, dimensioni e, come abbiamo visto composizione del metallo. La conseguenza era che non tutte le manillas venivano accettate dappertutto, e in questo, ad essere particolarmente fiscali, erano i nigeriani. Si racconta che già nel 1603 un mercante tedesco, che cercava di smerciare manillas di bassa lega, abbia rischiato di essere mangiato dai nativi E, ancora nel 1905, poco più di un secolo fa, un tale che aveva fatto l'errore di rifiutare manillas di uso corrente nel mercato di Ohambele, sempre in Nigeria, venne legato a un palo, nelle vicinanze del mercato stesso, e lasciato lì a morire di sete La Nigeria proibì l'importazione di manillas nel 1902, ma esse rimasero in corso legale fino al 1911, e venivano scambiate anche con le valute delle colonie inglesi e francesi dell'Africa Occidentale. Ma anche dopo la perdita del corso legale, continuarono a circolare, soprattutto nel commercio dell'olio di palma, fino a che, stanchi delle speculazioni perpetrate nel succitato commercio, gli inglesi ne proibirono del tutto l'uso agli inizi del 1949, obbligando la loro conversione in scellini dell'Africa Occidentale Britannica. In pratica, le manillas furono ancora una volta trattate come una valuta a corso legale, e il cambio doveva essere particolarmente vantaggioso, se è vero che in molti dissotterrarono i propri risparmi e portarono via, per presentarle al cambio, anche le manillas offerte come sacrificio agli dei nei luoghi sacri. E', quello delle monete cosiddette "primitive" o "tribali" (anche se, nel caso delle manillas, la produzione fu quasi esclusivamente europea, i manufatti realizzati sicuramente in Africa sono pochi e rari) un campo affascinante, che meriterebbe di essere approfondito, io ho solo cercato di dare con questo breve excursus qualche informazione di massima, sicuramente superficiale e incompleta, su una di esse, spero di aver destato un po' di curiosità o, almeno, di non avervi annoiato troppo petronius1 punto
-
La moneta proposta non deve essere necessariamente rara o particolare, magari essere un buon riferimento per una monetazione e in questo caso mi rivolgerei su una moneta, che conosciuta è, ma simbolo rimane, parlo del mezzo ambrosino d'oro di Milano. Moneta che racchiude, pur essendo una moneta di un certo prestigio, ma non irraggiungibile, tutto quello che credo uno vorrebbe, simbolo, moneta in oro, essenzialità, ma anche gusto estetico, simbolo dell'identità con quella m gotica, il MEDIOLANVM, l'AMBROSIVS col busto di Sant'Ambrogio, il tutto in un una moneta dal diametro di 15 mm. e un peso dal 1,72 gr. a 1,76 gr., possiamo pure dire un piccolo gioiellino. La moneta ha una particolarità, è anonima, e quindi risulta difficile una sua attribuzione di datazione ; su questa molti numismatici hanno fatto varie proposte ed ipotesi, ora l'ultima attribuzione che rimane quella, a oggi, ritenuta la più credibile è quella riportata nel Crippa di attribuirla al periodo di Luchino e Giovanni Visconti ( 1339 - 1349 ) o Giovanni Visconti ( solo ( 1349 - 1354 ). In proposito non ci sono documenti e le deduzioni che portano il Crippa in questa direzione sono legate più che altro ad aspetti stilistici, sulla rappresentazione della figura del Santo, simile a quella del fiorino d'oro dello stesso periodo, forse opera anche dello stesso incisore, tra l'altro il Santo risulta imberbe e anche questo depone a favore di questa tesi per l'analogia con monete di analogo periodo. Altro aspetto che è stato discusso è cosa rappresenti la m gotica nel campo, la tesi più accreditata porta al MEDIOLANVM, ma Tribolati e Colin Martin propendono per l'affascinante ipotesi di una m come iniziale di Maria, a loro favore ci sarebbe il fatto che il nome della città in leggenda c'è già. L' Arcivescovo Giovanni Visconti poi era molto devoto alla Vergine, tanto che coniò l'unica moneta dove era raffigurata l'immagine della Vergine. E' comunque una moneta sulla quale si potrà ritornarci magari con nuovi studi sulla stessa. Mezzo Ambrosino d'Oro, Luchino e Giovanni Visconti ( 1339 - 1349 ) o Giovanni Visconti ( 1349 - 1354 ), zecca Milano Au, diametro 15, mm. peso 1,72 a 1,76 gr. D/ + MEDIOLANVM , M gotica entro cornice a sei lobi R/ + trifoglio S trifoglio AMBROSIVS trifoglio, Sant'Ambrogio imberbe a mezzo busto rif. Crippa 1/A, MIR MILANO 96/1 Da Asta Bolaffi 24, lotto 425, 15 - 6 - 2014 Per il collezionista e studioso di Milano certamente una di quelle monete da sognare e magari un giorno anche raggiungere.....che in una discussione come questa ci sta secondo me alla grande.....1 punto
-
Vorrei fare un passo indietro. Per capire in via preliminare e anche ai profani la struttura della monetazione della prima Sibari, provo a schematizzare le caratteristiche delle sue tre fasi (nella Historia Numorum di Rutter questa monetazione è trattata molto superficialmente….). Non dimentichiamo che la lettera che si presenta come una M, in realtà è un sigma e quindi ad esempio VM si legge come SY(baris) in senso retrogrado. FASE A La fase A, formata da un solo gruppo A, che dovrebbe risalire a ca. 535-530 a.C., è formata solo da stateri e dracme con YM sopra il toro al diritto: Allego un esempio di statere della fase A, desunto dal catalogo della Spagnoli (asta NAC P/2005, n. 1351 g. 7,63 = Spagnoli 27f): e un altro (Gorny & Mosch 195/2011, n. 26, g. 7,70 = Spagnoli 80d): Rarissimo è il dracma, noto in soli tre esemplari da tre differenti coppie di conii. Non sono riuscito a reperire una immagine. Un esemplare (= Spagnoli 1002) era transitato in Munzen und Medaillen listino 216/1961, n. 695 poi in Dorotheum 13/1961, n. 695 (l’importante collezione Hollschek). Non ho questi cataloghi e se qualcuno può scansionare. L’anteriorità della fase A rispetto alle successive fasi B e C è dimostrata dal fondamentale ripostiglio di Sambiase 1959, depositato nel Museo di Reggio Calabria, che conteneva solo questa fase di Sibari, assieme a pochi stateri arcaici di Corinto, (continua)1 punto
-
Probalbilmente la patina naturale , come scrive Sesino , rende la moneta piu' gradevole , l'orecchio del re ovviamente non mente..... tuttavia volendo collezionare per millesimo e zecca mi accontento p.s. x Daniele , ok ci vediamo in serata1 punto
-
1 punto
-
Carissimi, una piccola e divertente curiosità, proprio su questo pur evidentissimo falso, ritenuto invece autentico, alcuni grandi eseprti di marineria medievale hanno basato le loro ipotesi sulla forma delle navi bizantine alto-medioevali, con addirittura riscostruzioni tridimesionali; cfr. il divertente: Reinhold C. Muller, Venetian ships and shipbuilders before the millennium: Jal's chelandia or the fortunes of a fake, in Le technicien dans la cite en Europe occidentale, 1250-1650, Roma, Ecole francaise de Rome, 2004, pp. 61-76 Saluti, Andreas1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.