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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/13/15 in tutte le aree
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Non é certo entusiasmante, anzi, direi che é piuttosto triste, il dover mettersi a lavorare su delle orribili falsificazioni, quando sarebbe molto più appagante potersi godere lo studio delle monete. Ma stante la situazione in cui un mercato pesantemente inquinato da rozze contraffazioni di monete padane continua a prosperare, nonostante la massa di informazioni su queste monetazioni disponibile, anche in rete (fatto che dovrebbe mettere sull'avviso gli acquirenti...), qualcosa bisogna pur fare. Se i collezionisti si ritengono appagati dei loro acquisti, buon per loro. Ciò che non é accettabile é il rischio che la storia stessa venga falsificata, nel momento in cui tali contraffazioni dovessero essere accettate nell'ambito di lavori scientifici. Ed il caso si é già dato. Tempo fa http://www.lamoneta.it/topic/106830-pirakos-strana/ , mi ero ripromesso di lavorare su questi rozzi prodotti. Non ho fatto quanto avrei voluto fare, purtroppo. Ma qualcosa ho fatto. Tra ciò che ho fatto, per il momento vi propongo questa tabellina: Per quanto racchiuda una minima quantità dei falsi padani (coniati) in circolazione (almeno 15 conii di dritto e 14 di rovescio), credo sia abbastanza interessante per le connessioni. Non vado oltre per ora. Ne dicuteremo.6 punti
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Ciao, la domanda che poni è tutt’altro che stupida. Anche perché se potessi dare una risposta certa e definitiva mi assegnerebbero quantomeno una laurea ad honorem.. :D . Ero ripromesso di rispondere, poi il Talmut (saggio testo) mi ha bloccato ancor più. Speriamo bene e di risultare contributivi: il tema è molto complesso e di difficile interpretazione. Attorno alle “non ufficiali” si è creato tutto un calderone dove troviamo: Denari suberati Produzioni ausiliarie Produzioni locali Falsificazioni locali Direi che il fattore comune è la scarsità di flusso monetale, come ha correttamente già detto @@grigioviola. i denari suberati hanno vari periodi di fabbricazione, partendo dal periodo repubblicano sino a quello pienamente imperiale. Non sempre le motivazioni possono essere valide per tutti i periodi. Probabilmente in qualche dinamica simile a quella dei suberati possono rientrare i Denari-limes in bronzo, che possono però rientrare nella logica della scarsità monetale e quindi nelle dinamiche del “gruppone” di cui al punto seguente nel Primo Impero alcune di quelle che normalmente vengono descritte come “monete barbariche” sono in realtà frutto di emissioni prodotte da zecche militari: alludo al I secolo d.C. e faccio riferimento ad esempio agli assi claudiani tipo “Minerva” (sottopeso e con vari gradi di degradazione) prodotti ausiliari dalle zecche ispaniche e galliche. In altre aree abbiamo esempio di produzioni locali fuse (a memoria, cito Carnuntum e l’area pannonica) o coniate (presenza di matrici rinvenute a Vindonissa) sempre derivate da produzioni di zecche militari. Tollerate perché divenute “monete di necessità” in ambienti a scarsa circolazione monetale. Personalmente non escludo che questa metodica sia rimasta in auge per molto tempo. Si tratta di una tradizione che deriva dal periodo repubblicano quando il Comandante dell’esercito aveva deroga all’emissione di monete per il pagamento del salario delle truppe. In seguito tale poter spettava probabilmente al Legatus Augusti. I rifornimenti monetali potevano essere difficili durante una campagna bellica e il mancato pagamento degli stipendi avrebbe potuto portare ad ammutinamenti da parte della truppa. O anche al fenomeno della “corruzione” da parte del nemico. Si poteva ovviare dando alle milizie parte del bottino in caso di conquista. Ma quando questa non avveniva? Ma cerchiamo di restare nel tema iniziale… Falsificazioni locali … e tra queste possiamo inserire i “radiati barbarici”. Chi li produceva? Che utilizzo avevano? Sicuramente subentravano in aree soggette a scarsa circolazione monetale, sennò non avrebbero avuto alcun valore. In Britannia, nelle aree galliche del nord, in quelle del limes renano, cronicamente afflitte da questo problema. L’area danubiana probabilmente godette dell’istituzione di zecche ufficiali (Viminacium prima di tutte poi quelle di Siscia e Sirmium). Ma nelle aree rurali di certe provincie il problema sussisteva. E per ovviare al problema si crearono dei “simulacri” della moneta ufficiale che aveva valore a livello locale. In questo quadro inseriamo un altro elemento: i minimi. Come poteva essere che delle produzioni così piccole ed evidentemente non ufficiali venissero accettate? Taluni propongono valessero in base al peso e non ad un valore attribuito al singolo esemplare. Ma allora dovremmo trovare nelle aree rurali hoards pieni di monete imitative e minimi: perché non è così? Una risposta è che spesso le imitative non vengono discriminate nei depositi monetali. Ma laddove lo sono, segnalate come “irregolari” – vedi il Braithwell Hoard, alla fine un classico deposito monetale della seconda metà del III secolo di un area abbastanza “rurale”- vi sono 54 su 1332 note. Pari al 4%. E non vi sono rappresentati minimi. Comunque presenti in un sito che ha dato minimi radiati conservati al Doncaster Museum. Come la mettiamo? Potrebbe essere che veniva tesaurizzata la moneta “buona” salvo qualche imitativa che magari scappava nell’insieme della raccolta? Potrebbe essere… la moneta ufficiale aveva valore nelle aree cittadine. Se ti recavi al mercato cittadino dovevi pagare in moneta ufficiale. Idem le tasse, se non chiedevano direttamente l’Annona sotto forma di prodotto. E comunque anche le imitative giravano per l’Impero, magari nelle saccocce dei soldati e dei commercianti che si spostavano da un’area all’altra. E se lo facevano vuol dire che erano tollerate.Concordo con grigioviola quando ipotizza che la moneta imitativa potesse avere un valore di “frazione” rispetto all’antoniniano ufficiale. Un ultimo spunto: perché un barbaro avrebbe dovuto prendersi la briga di creare una moneta falsa? Per guadagnarci su qualcosa è la risposta evidente. Ma se andiamo al Primo Impero che utilità avrebbe avuto con alcuni assi (o al limite sesterzi) falsi? Se la moneta fosse stata accettata cosa ci avrebbe guadagnato ? Una pagnotta? Una brocca di vino? Avrebbe raggirato un commerciante esperto ed avezzo a manipolare monete nei suoi scambi? No, non erano i cosiddetti “barbari” a creare le cosiddette “barbariche”… erano cittadini dello stesso Impero… ;) Ciao Illyricum :)4 punti
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A me, come supponevo, sembrerebbero graffi prodotti dal difetto di conio. Le zone d'ombra invece erano prodotte dalla fotografia. Vista la tipologia esemplare notevole per conservazione, con fondi lucenti, complimenti!3 punti
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Tra i vari hobbysti c'é anche il tuo collega di Firenze, MCN, con 9mt di stand, mi pare al mio fianco ci sia Nomisma, la Abafil e poi altri che non ricordo al momento...3 punti
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@@sulinus ragazzi forse non è ancora chiaro un concetto: sarà anche bello fotografare le monete alla luce del sole, ma non è la luce adatta per capire le vere gradazioni di colore. La luce solare è molto ricca di raggi infrarossi che tendono a dare una tonalità calda (giallo, giallo-arancio, 3200° Kelvin) e di raggi ultravioletti che danno una tonalità fredda (azzurro, azzurro-bluastro, 6500-7500° Kelvin). Per avere la percezione della giusta colorazione bisogna avere la così detta "luce normalizzata" che ha una temperatura di colore tra 5500 e 6500° Kelvin. Per ottenere questo, all'aperto si deve avere una luce da nord con cielo sereno verso le 11,00 di mattina, che non ti garantisce comunque la continuità e la riproducibilità, ma il miglior modo è quello di usare una fonte artificiale normalizzata, più controllabile, gestibile e riproducibile. Se utilizzi una normale lampada a basso consumo da 15-20 watt da 6500° Kelvin (che trovi in qualsiasi centro commerciale) ed un normale bilanciamento del bianco con la fotocamera, hai risolto il problema. In aggiunta con la luce normalizzata si evitano i fastidiosi riflessi sul metallo, cosa che con la luce solare molto più complesso.Immagino che come sfondo hai utilizzato un cartoncino bianco, ma come vedi è diventato azzurro, questa è la prova che il colore non è bilanciato. Prova e vedrai che avrai ottimi risultati. La moneta direi che è un qSpl-Bb/Spl. .3 punti
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ricordo i miei tentativi con lo scanner :wub: ben venga fosse la variante, oppure errore :rofl: ? oro rosso, secondo me è lo scanner tarato su documenti :rofl: cmq sia, io ad ogni ricorrenza (dalla nascita) regalo un marengo a mia nipote, e pare abbia preso la malattia :blum: ora ha 9 anni, e non avendo (ancora) piena libertà sulla Sua collezione, si diverte quando è da Me , con la NOSTRA :diablo: ho forse creato un mostro? Sergio3 punti
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Queste sono quelle che ho ritirato solo ieri, in tagli vari, divisi in sacchi, per una somma totale di 80.000 centesimi... :lollarge:3 punti
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Di questo millesimo ne ho due... soprattutto con la stessa zecca :crazy: cosa ne pensate? spero di non averla pagata troppo :rofl:2 punti
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Non sono assolutamente un esperto di queste monete, ma tra il primo esemplare postato ed il secondo in vendita sulla baia, mi pare che di differenza, a favore della seconda, ce ne sia non poca. Sabato, al convegno numismatico di Terni, ne ho acquistato un bell'esemplare (sempre a mio modo di vedere) chiuso qFDC da noto perito. L'ho pagato 90 euro e l'ho presa per farne dono a mio padre, classe 1926. :)2 punti
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@@anto R @@Fufluns Vabbè, dai, di sicuro non ci leggono :). Accade lo stesso fenomeno per gli enriciani lucchesi anche se negli ultimi tempi qualcosa si muove. Provisini and company sono monete poco studiate al momento. Speriamo in bene ;) Cari saluti a tutti2 punti
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Sono felice di riportare in alto la conversazione con il mio primo Pfenning uniface: Svizzera, San Gallo Città (XVIII secolo) einseitig Pfenning senza data Mistura, 0.23g Mastro zecchiere Hans Caspar Anhorn (la A stilizzata sotto l'orso) 1715-1736 HMZ 2-912/d Da notarsi che nel XVIII secolo anche l'abbazia di St. Gallo batteva lo stesso Pfenning, sebbene non uniface...2 punti
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Il Bagattino è arrivato oggi, con un pò di ritrdo :) Ho provato a fargli due foto veloci Come avevo immaginato, osservando bene la moneta con una lente contafili, si può notare come il cerchietto ad ore 12 sia parte integrante dell'impronta del conio. Il postino, insieme al Bagattino, mi ha consegnato un'altro tondello veneziano che aspettavo con ansia :) una bella medaglia di grande modulo di Francesco Erizzo datata 1634 Un caro saluto, Luca2 punti
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@@francy78 Puoi scrivergli tramite mail . Ma posso solo dirti una cosa . Mawmaw è una persona più che corretta, ha i suoi impegni e lo dice fin da subito, ci vuole un pò prima che risponda ma offre spendendo il suo tempo un servizio a noi del Forum e al Forum stesso, economicamente parlando, non è qui soltanto per apparie nelle razzie o per scambi e annunci di vendite varie ( non vado oltre , dico solo che ho ricevuto alcuni messaggi e lamentele via MP ) . Porta pazienza, non ha mai tirato pacchi nè venduto aria a nessuno ;-)2 punti
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la questione secondo me è un'altra però: alla moneta oggetto della discussione non son state fatte belle foto....ha senso a questo punto offrire per un qfdc o pagarlo per tale?...anche nel caso che lo fosse veramente?...secondo me no. ora se ti chiedono il prezzo di un bb/spl allora facci un pensiero così quando ti arriva di sicuro peggio non è...tutti gli altri discorsi sul chi ci va più vicino o meno secondo il mio modestissimo punto di vista lasciano il tempo che trovano. marco2 punti
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@@Rex Neap concordo Pietro, La moneta è chiaramente in altissima conservazione, su quello il dubbio non c'è, ma se la foto lascia dubbi, va da se che tutto quello che scriviamo può essere giusto oppure sbagliato... @@nando12 esposizione e punto di bianco, come già scritto la foto non ha un colore innaturale, in quanto tende al giallo2 punti
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Ho visto questa moneta, attualmente in asta, e ho l'impressione che invece della solita legenda del dritto BONIFAC in questo esemplare sia stato scritto, pur malamente, BONIFACIO dove l'ultima O è andata a sovrapporsi alla B iniziale. Oppure potrebbe essere che quel tondo sopra la B non sia una O ma il secondo anellino ( un po' troppo grosso e troppo in alto) però, in questo caso, ci sarebbe la I di troppo... Inoltre ci sono quei segni gialli che non riesco ad interpretare. Che ne dite?2 punti
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tralasciamo le quotazioni dei vari cataloghi che son più o meno fantasiose... :) il grado di rarità è soggettivo anche quello e comunque opinabile(ricordiamo che il catalogo lo scrivono persone e non macchine della verità)....ricordiamo che le tirature son spesso note ma il numero di monete restanti sul mercato e quindi non ritirate e non rifuse non è mai dato sapersi(o quasi);inoltre non basta la sola tiratura(o presunta) a determinare la rarità ma soprattutto il mercato che tale moneta ha e quanta gente la colleziona. oltre a tutto ciò si potrebbe anche dire che ogni stato di conservazione ha una propria rarità relativa..... un bel casino insomma... marco2 punti
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Grazie a voi ragazzi, inizio ad apprendere qualche tecnica fotografica,ancora non riesco a fare foto bellissime al 100% ma, se riguardo le mie prime foto, credo di aver fatto un grosso passo in avanti e se ci sono riuscito è grazie a persone come voi che non si tirano mai indietro nel dare un sano consiglio.Grazie1 punto
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Buongiorno a tutti voi! Sono recentemente venuto a conoscenza di possedere questo straordinario marengo coniato a nome di Umberto I, regalatomi in occasione del mio battesimo. Non mi è mai stato mostrato prima, perché ero ancora troppo "piccolo" :pleasantry: !. Adesso, però, vorrei porre a voi espertissimi delle domande: I miei genitori hanno fatto un "buon lavoro" a custodire tanto gelosamente questo pezzo? Hanno giustamente attribuito un valore economico, oltre all'elevatissimo valore affettivo, vista la ricorrenza in cui mi è stato regalato? Ed attualmente, In che stato di conservazione si trova? Quale pensate sia la sua attuale valutazione in queste condizioni? Peso:6,45 g. -21 mm. Vi ringrazio infinitamente per gli aiuti che mi fornirete :good:!.1 punto
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per@@joker67 l'ho pagata cosi' come hai scritto. Non se ne trovano tante di Bologna anche in condizioni peggiori. In giro vedo ruderi a 80 euro. Quelle di Roma si trovano piu' facilmente anche in ottima conservazione. Per @@sixtus78, provo a conservare i 5 baiocchi in capsule quadrum giganti. Per ora tutto bene. La macchia su uno dei monetoni c'era gia quando l'ho comprata e visto che mi pare stabile non l'ho toccata.1 punto
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buonasera a tutti,secondo me considerarla un BB/SPL è un giudizio troppo ottimista,che sia chiaro la moneta è assolutamente collezzionabile è gradevole nell'insieme ma alcuni particolari presentano tracce di abbondante circolazione come ad esempio il boccolo sopra l'orecchio e l'orecchio stesso che è quasi totalmente andato,la base della corona,il giro a 6 del rovescio e altri particolari mi fanno orientate verso un qBB,ripeto non è una moneta da denigrare e spero non me ne voglia il proprietario ma proprio non si può dire che è un BB/SPL...1 punto
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mi sento di consigliarvi: O. Bopearachchi, Indo- Greek, Indo Scythian, Indo Parthian coins in the Smithsonian institution (New Delhi, 1993). . R. Krishnamurthy, Non Roman Ancient Foreign Coins from Karur in India (Chennai, 2000). P.V. Radhakrishnan, Roman Gold and Silver Coins from India (Nasik, 1999). P. Turner, Roman coins in India (London, 1990). The Late Roman copper coins of Karur: A south Indian case study of commerce and heritage management1 by Rebecca Darley (University of Birmingham)1 punto
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Medaglietta devozionale francescana,tonda, alluminio, inizio XX sec.- D/ S. Antonio di Padova con Gesù Bambino. - R/ L'angelo custode che protegge un fanciullo. medaglia comune- Ciao Borgho.1 punto
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La moneta non è mia, magari lo fosse. La foto sta in : http://worldcoingallery.com/countries/Albania.php1 punto
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5 euro oggi, 5 euro domani…….il discordo è questo: ok che 5 euro non sono una cifra che manda in rovina, però le foto son quelle che sono e non permettono una buona lettura delle 2 monete in questione. Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Se devo basare un acquisto osservando solo delle foto e di una conservazione espressa, pretendo che queste siano chiare e di entrambe le facce per far si che io riesca a giudicare la moneta indipendentemente da quello che c'è scritto….Non vederla come una critica, ma questo è quello che farei. ;)1 punto
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L'eventuale intervento di pulizia deve essere valutato considerando le reali necessità. Ritengo inutile lavare, pulire, asciugare, monete comunque prive di ossidazioni, concrezioni, tracce di sporco organico o altro. La necessità di un lavaggio non dipende dallo stato di conservazione (che comunque non cambierà di una virgola) ma dalla presenza di agenti che alla lunga possono peggiorarne l'aspetto o la conservabilità.... Senza reali ed evidenti necessità lascia stare. Ciao Mario1 punto
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DE GREGE EPICURI @@Druso Galerio: hai sostanzialmente ragione quando dici che la monetazione imitativa era soprattutto locale (anche se poi, in ogni caso, le monete un po' viaggiavano). Le imitative di cui noi qui ci occupiamo sono tutte e solo di rame; per le imitative in metallo nobile (es. denari repubblicani imitati) il discorso sarebbe molto diverso. Quello che tu hai in mente, e che ti suscita giustamente molte perplessità, è un impero romano ben ordinato, pacifico e mediamente ben funzionante. Ma dal 250 d.C. circa in poi le cose andavano ben diversamente. In certi periodi, la zecca di Roma aveva ben altro a cui pensare, che coniare grandi quantità di antoniniani da mandare in Gallia, Britannia ed Africa. A volte magari cercava di farlo, ma i sacchi di monete non arrivavano a destinazione, intercettati dagli Alamanni o altri che facevano scorrerie. Tieni conto che almeno dal 260 la Gallia era quasi tutta perduta per l'Impero, ed aveva un suo proprio regnante (Postumo e successori), con tutte le conseguenze anche economiche, monetarie ecc. Per non pochi anni, Postumo coniò monete di livello buono od ottimo, molto meglio di quelle coniate a Roma, Milano o Siscia. Poi però in molte zone della Gallia mancò il piccolo numerario, e dovettero arrangiarsi. Aggiungerei che non tutte le imitative hanno un peso particolarmente basso, alcune hanno peso normale o quasi normale.1 punto
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Complimenti per questo aureo! Veramente un gran pezzo e in eccellenti condizioni! In collezione farà sicuramente la sua ottima figura, hai fatto molto bene ad acquistarla. ?1 punto
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.... quando si trova nelle possibilità legali ed economiche per farlo!1 punto
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Problematica di causa-effetto interessante E nato prima il collezionismo oppure lo studio delle monete? Personalmente propenderei per una genesi collezionistica dalla quale, per esigenza di approfondimento si e' sviluppata la scienza numismatica Ovvero prima nasce l'esigenza della raccolta da cui deriva la necessita ' della sistematizzazione1 punto
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grazie a tutti, siete sempre gentilissimi! l'ho pagata 10 euro, dai 15 che all'origine ne richiedeva, credo sia un prezzo abbastanza buono per questa monetina. un saluto a tutti.1 punto
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@@Lay11 i punti da guardare sono : - il fascio ed i fascetti sotto alle zampe dell'aquila - il petto dell'aquila e la corona savoia - la lama del fascio - la freschezza del fogliame - i tratti più in rilievo , sopratutto le nervature del collo .1 punto
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Buona Domenica Facendo un giro in internet, mi sono guardato un po' di grossi a nome del nostro Zeno ... e l'attribuzione di quello in parola, se deve intendersi dello Zeno o del Soranzo, si fa più "spessa"; due casi emblematici. Abbiamo detto che nel grosso dello Zeno la legatura dei capelli del doge fa si che la parte terminale degli stessi sia più corta rispetto a quella del Soranzo; non è così :pardon: Abbiamo detto che nel grosso dello Zeno i visi hanno un incarnato che li delimita, mentre in quello del Soranzo, sono gli occhi, il naso, la barba ... che svolgono la stessa funzione; non è così :pardon: segue la verifica per la barba e la legenda..... saluti luciano1 punto
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Ciao, caro Jagd, e grazie della fotografia: sempre interessanti le tue osservazioni. :good: Osservo tre "lavori di scalpellino": Nell'ovale rosso, un'incisione "ospite" e certamente postuma rispetto al resto, perchè rozza e semplice. Se riuscissimo a leggerla (1874?!) ci potrebbe forse dare una data ante quem per tutto il resto. Nell'ovale azzurro, un lavoro di scultura che sembra ben fatto, e (forse) non troppo difficile da interpretare. Sembra un gallo posato su un supporto. O sulla testa di un bove? La pietra calcarea fa parte del piedritto della porta, quindi sta lì da quando esiste la casa. Ma forse fu prelevata da qualche altro edificio. Nell'ovale nero, un altro lavoro, apparentemente più consunto. Forse perchè la pietra bianca (diversa dalla precedente) è più malleabile. Oppure perchè la scultura è sull'esterno dell'edificio, mentre l'altra è più interna e riparata. Anche qui sembra esserci un gallo, sormontato da un qualcosa (cosa?) Anche questa pietra fa parte del piedritto, quindi fu forse prelevata da altrove. Un altrove che sembra comune a entrambe le pietre. E un altrove che inoltre sembra essere stato antico (alto medioevo?).1 punto
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@@EnricoooVIII, Scusami ...ma quella del '42 è in BRONZITAL e non in RAME. :huh:1 punto
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:yahoo: Taglio: 2 € TYE Nazione: Cipro Anno: 2012 Tiratura: 975..000 Condizioni: BB Città: Trieste Note: mi mancava1 punto
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per come io vedo le foto la moneta nelle due foto potrebbe non aver subito alcun intervento tra una e l'altra foto. solo la luce come cade sulla moneta quando la fotografi può farti sembrare che sia stata ritoccata.1 punto
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Lo spessore è pressochè identico alla moneta autentica. Come riportato in precedenza, la frode si nasconde nel titolo più basso dell'argento.1 punto
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Ciao, ho notato pure io questo bagattino proveniente da A..... N.......... e devo dirti che il bagattino è molto bello. Conoscevo la sigla HI.S di Gerolamo Soranzo come autore di alcuni dei più interessanti bagattini della Serenissima. Pure io ho fatto un' offerta anche se devo dire abbastanza limitata e non sono stupito dal realizzo che non giudico eccessivo. Ultimamente (mi sembra da 2 anni a questa parte) i prezzi delle monete veneziane sono saliti molto più dell'inflazione. L'altro bagattino da 1, pur più malmesso, ha realizzato una cifra importante e in asta Felsinea veniva venduto in QSPL a 35 euro. E' il mercato. :rolleyes: Per quanto riguarda il punto sopra l'aureola sembrerebbe quasi un tentativo di foratura. Prendi con le pinze questa idea perchè si dovrebbe avere la moneta fra le mani. Per le oselle ti giro questo link: http://www.palazzothiene.it/palazzothiene/jsp/dett_collezione.jsp?collid=1002 E' la raccolta completa delle oselle della Banca Popolare di Vicenza. Dovrebbero esserci quasi tutte. oo)1 punto
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Se mi capita tra le mani, è una bella cuorisità. Con tutti i sistemi sofisticati che ci sono, è mooooolto strano che simili aborti escano dalla zecca; sta di fatto che ci sono. Comunque non spenderei un euro per una moneta così.1 punto
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