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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/03/15 in tutte le aree

  1. Un 1900 1-krone da immaginando il Principato di Liechtenstein di eccezionalmente lunga regnante principe Johann II. Colpito a Vienna del .835 d'argento, pesa 5 grammi, e 23 mm di diametro, questa corona 1900 è—nel suo tessuto fisico—identico a 1-corona e 1-korona contemporaneo Impero austro-ungarico. Valuta del Liechtenstein, che era legato al suo vicino di casa Austria-Hungary negli anni prima di Guerra Mondiale I, aveva quel link rotto dalle incertezze del dopoguerra. Invece, Liechtenstein forgiato valuta e legami commerciali con il suo vicino, Svizzera. Una nuova moneta, il frank, legato alla Svizzera Franco nel 1920, è stato emesso in inizio di forma di moneta con monete datati 1924, and this 1900 1-krone type, although identical in weight and fineness to the Swiss 1-franc as well as the previous Austro-Hungarian corona/koruna, was nevertheless retired in August, 1920. Come monete in circolazione, sia questa corona e il successivo frank erano di breve durate. Il franco svizzero ha fatto il moneta-lavoro giornaliero in Liechtenstein per molti decenni. :) v. ------------------------------------------------------ A 1900 1-krone from Liechtenstein picturing the Principality’s exceptionally long-reigning Prince Johann II. Struck in Vienna of .835 silver, weighing 5 grams, and 23 mm in diameter, this 1900 krone is—in its physical fabric—identical to the 1-corona and the 1-korona of contemporary Austria-Hungary. Liechtenstein’s currency, which was tied to its neighbor Austria-Hungary in the years before WWI, had that link broken by the uncertainties of the postwar. Instead, Liechtenstein forged currency and trade ties with its other neighbor, Switzerland. A new currency, the frank, linked to the Swiss franc in 1920, was issued in coin form beginning with coins dated 1924, and this 1900 1-krone type, although identical in weight and fineness to the Swiss 1-franc as well as the previous Austro-Hungarian corona/koruna, was nevertheless retired in August, 1920. As circulating currencies, both this krone and the later frank were short-lived. The Swiss franc has done the day-to-day coin-work in Liechtenstein for many decades now. :) v.
    4 punti
  2. Ho fatto qualcosa di più. Qui sotto avete le immagini proprio delle monete che Kunz e aveva visto e di cui Brunetti ha fatto i calchi. Foto realizzate con il telefonino ed a luce naturale, quindi non un gran che (le monete sono molto scure). Comunque potete cominciare a farvi un'idea. Come temevo, purtroppo la presenza di un denaro di Enrico Dandolo necessariamente esclude la tesi di Sonia (+ Andreas), che possa trattarsi dei primi esemplari ufficiali di piede veronese introdotti dallo Ziani a Venezia. A questo punto è probabile che siano falsi. Per capire se sono d'epoca, bisogna verificare se ci sono esemplari di questo tipo in scavi o in vecchi ripostigli, come a me sembra, però al momento non riesco a trovare conferme. Le dimensioni sono g 0,29 e mm 13 per lo Ziani e g 0,24 e mm 13 per il Dandolo. Il peso è estremamente basso, e corrisponde più o meno a quello dei cosiddetti 'mezzi denari' (per me invece denari svalutati) coniati da alcune zecche in Italia settentrionale attorno alla metà del '200. Questo potrebbe darci un'indicazione sull'epoca della possibile falsificazione, che in effetti potrebbe aver riguardato anche i denari veneziani non più coniati dal 1205, ma sicuramente ancora molto diffusi. C'è da dire però che i falsi sicuramente d'epoca che ho avuto modo di vedere (coniati dagli anni '30 agli anni '50 del duecento), alcune decine, hanno uno stile molto più vicino agli originali di queste esemplari. La cosa potrebbe far pensare quindi a falsificazioni moderne, ma perché fare esemplari di peso così basso, che sarebbe stato probabilmente notato dai collezionisti, visto che si tratta di monete ben conservate, oltretutto utilizzando tondelli molto sottili, e quindi assai difficili da lavorare? Poi queste monete sono fatte molto bene, con una tecnica piuttosto elevata. Guardate ad esempio il punzone delle due gobbe della B di SEB nel pezzo postato da @@altrove2000: è fatto molto bene ed è tutt'altro che di facile fattura (infatti nelle monete originali si usa un solo punzone a forma di crescente lunare per entrambe le gobbe). Morale, boh? Andreas
    4 punti
  3. Veniamo infine al lotto 6 di Art Coins Roma: l'apoteosi. Il pezzo é molto, interessante. Ribattuto, sembra inedito (quanto meno per Göbl e Kostial vengono dati dei prudenti "cfr"). Non viene dichiarato raro, ma la conservazione riportata é "spl". Qui i curatori stanno sottovalutando la moneta, che in realta é un fdc. Peccato che qualcuno l'abbia pagata 220 euro (più diritti) quando su ebay poteva tranquillamente acquistarne una dello stesso conio a meno di un decimo di questa cifra (anche meno, facendo un'offerta diretta). o spendere ancora meno, optando per la versione non d'argento. Ma senz'altro la soluzione più economica sarebbe stata acquistarla direttamente dai produttori http://www.antiquanova.com/Celtic-Hemidrachm-Danube-area-3rd-2nd-century-BC-fine-silver-replica-coin-d10.htm http://www.antiquanova.com/Celtic-Hemidrachm-Danube-area-3rd-2nd-century-BC-tin-replica-coin-d11.htm Per un confronto: Inutile aggiungere che é ovviamente inedita, trattandosi di una moneta di fantasia.
    4 punti
  4. Non è la prima volta che si tratta del tema, e al proposito adoro un passo dell'introduzione a un catalogo d'asta. Era il 1880: "Tali grandi vendite vanno a buon dritto somigliate a delle impetuose raffiche di vento, le quali nel mentre pare che disperdano e distruggano i semi delle piante sollevati nei loro vortici, ne spandono invece in ogni parte il germe e la vita" G. Sambon Ogni vendita è grande e "spande la vita", quella che oggi è la moneta più importante della mia collezione domani sarà tua. Nessuno vive in eterno... Detto questo credo che al momento opportuno venderò, lascerò a più eredi intellettuali le mie monete, sapendo che sapranno accudirle e custodirle finché vorranno. Ovviamente in caso in famiglia non ci sia nessun appassionato che possa andare avanti dove io non arriverò. Un piccolo "obolo" viaggia già con me, nel portafogli. Un regalo inaspettato di un utente di Lamoneta.it, ricevuto parecchi anni fa. N.
    3 punti
  5. Ferdinando di Borbone, 1° Re delle Due Sicilie, con Real Decreto datato 1° gennaio 1819 fondò il Reale Ordine Militare Cavalleresco di San Giorgio della Riunione, in sostituzione del precedente Reale Ordine delle Due Sicilie, creato nel 1800 da Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone I. L’ordine fu creato per due motivi: - per celebrare la riunione dei domini di Napoli e Sicilia sotto lo scettro della Casa Reale; - per istituire un Ordine puramente Militare per premiare le azioni di valore e onorare i servizi di guerra, dando così nuovi stimoli alle virtù militari, al fine di garantire l’indipendenza del Regno. L'ordine prevedeva quattro classi: Gran Croci (detti Bandierati), Commendatori, Cavalieri di diritto e Cavalieri di grazia. Inoltre fu istituito un sistema premiale di conferimento medaglie, di grado inferiore a quello di Cavaliere di grazia: Medaglia d' oro e Medaglia d' argento. Con il detto R. Decreto del 28 settembre 1829 i due reali Ordini di Francesco I e di San Giorgio della riunione furono uguagliati in dignità e prerogative. Insegne: una croce smaltata color rosso rubino attraversata da due spade d’oro decussate, con al centro l'effigie di San Giorgio a cavallo che trafigge il dragone, circondato da un cerchio turchino e da una ghirlanda d’alloro. Nel cerchio è inciso il motto dell'Ordine: IN HOC SIGNO VINCES. I Cavalieri di Gran Croce, oltre la placca d'argento sul lato sinistro del petto, portano sospesa nel braccio inferiori della croce l'immagine di San Giorgio d'oro. Le medaglie presentano su entrambi i lati l’effigie di San Giorgio che trafigge il drago e nella medaglia d’oro v’è inciso il motto VIRTUTI, mentre in quella d’argento la parola MERITO. Fonte: http://www.nobili-napoletani.it/Ordine-S-Giorgio-della-Riunione.htm Un paradosso della numismatica, un quesito molto stimolante per gli appassionati di ordini cavallereschi del XIX secolo. Come già accennato poc'anzi tra le righe estrapolate dal sito dei nobili napoletani, il Reale Ordine Militare di San Giorgio della Riunione venne istituito il I gennaio 1819 per compensare gli atti di valore militare, onorare i servizi di guerra e dare uno stimolo alle virtù militari, nel sito appena linkato e nei vari almanacchi annuali del Regno delle Due Sicilie furono centinaia, se non migliaia, gli insigniti con le croci di cavaliere (meno numerosi i commendatori), ma quante furono invece le medaglie conferite? Beh ....... davvero poche, pochissime, sui conferimenti di medaglie non c'è alcuna notizia, ecco i vari gradi: L’Ordine è diviso in otto Gradi: i Cavalieri di Gran Croce, che vestono il nastro da collo, la croce e la placca; i Grandi Uffiziali, con nastro da collo, croce senza il San Giorgio e placca con raggiera ridotta; i Commendatori, con nastro da collo e croce; gli Uffiziali, con nastro, piccola nappa e croce alla bottoniera; i Cavalieri di Diritto, con nastro e croce alla bottoniera; i Cavalieri di Grazia, con nastro e croce alla bottoniera; la Medaglia d’oro e la Medaglia d’argento. Di seguito alcune immagini delle tavole delle decorazioni dell'ordine tratte dal testo di Antonio Benedetto Spada, la "medaglia d'oro" è in realtà in argento dorato ed ha un diametro di mm. 29 e si distingue dalla "medaglia d'argento" per la scritta VIRTUTI, mentre nella seconda è MERITO. Esisterebbero sul mercato anche due esemplari di medaglia in oro (e non in argento dorato) di cui una in una collezione a Roma ed una venduta all'asta NAC 47 nel giugno 2008, lotto 460 aggiudicata a 36.580,00 euro compresi i diritti (31mila + diritti). Ad oggi non si ha alcuna notizia su chi fosse l'incisore del conio ma quel che è incredibile è che proprio le due classi delle medaglie che dovrebbero essere meno rare rispetto a tutte le altre decorazioni sono invece medaglie borboniche di altissima rarità. A detta di uno dei massimi esperti della materia: di medaglie VIRTUTI se ne conoscono al massimo 6 - 7 sparse nelle varie collezioni in Italia, lo stesso numero di medaglie d'argento MERITO risulta orientativamente nelle varie collezioni in Italia, personalmente, a parte l'esemplare fotografato nel testo Il Medagliere, al n. 135, Ricciardi 118, e Spada, non ne ho visto nessun altro, quello qui riportato in foto è l'unico che abbia mai avuto tra le mani. Il dritto è dello stesso conio del rovescio ed il nastro è celeste orlato di giallo.
    3 punti
  6. Anche se fuori dalla mia collezione principale sabauda mi sono fatto tentare da questa moneta della mia regione. Una delle ultime monete coniate a Carmagnola (dopo si sono dedicati solo piu' ai peperoni... ;) ) si tratta di un Grosso di Gabriele di Saluzzo 1537-1548, MIR 160, CNI 5/8. Moneta estremamente rara da vedersi come quasi tutte quelle di questo marchese per questo ho pensato di condividerla con voi. Coniata oramai in piena decadenza del marchesato, con al comando dello stato il marchese Gabriele dopo la reggenza della madre Margherita di Foix, prima che i territori passasero sotto la dominazione francese. Questi territori tornarono all'Italia (con i Savoia) solo nel 1601 quando Carlo Emanuele I li scambio' con altri territori d'oltralpe.
    2 punti
  7. Creta. Giorgio I° (1845-1913). 2 lepta. 5 lepta. 10 lepta. 20 lepta.
    2 punti
  8. Gionnysicily e Skubydu hanno già espresso pareri e consigli, che condivido. Comprendo il pessimismo di Numa, ma non voglio essere così catastrofico. La raccolta di monete antiche in bronzo, in particolare delle siceliote, è sicuramente molto difficile e facilmente inquinata da falsi moderni. L'unica strada percorribile è quella di grande studio e attenzione e in ogni caso richiede un approccio molto specialistico, che però può dare grandi soddisfazioni. Ovviamente siamo tutti disponibili a dare consigli, almeno a chi vuole umilmente ascoltare. Passando alle monete di Segesta, si tratta di una particolare emissione, il Calciati 37, che corrisponde al Bérend 41 nella sua monografia in francese dedicata proprio alla monetazione bronzea di Segesta. Chi ama questa monetazione dovrebbe iniziare ad avere il Bérend e studiare… Quando avrò un pò di tempo, posso provare a scansionare e incollare le pagine del lavoro di Bérend. Per questa emissione la Bérend conosceva almeno 14 esemplari e anche un incrocio di conio. La stessa testa si ritrova abbinata a un simile rovescio, ma con i globetti di valore in verticale (Bérend 40 = Calciati 36). Le due monete apparse recentemente: Heritage 3040/2015, 31013 g. 6,56 Peus 410/2013, 77 g. 5,78 Sono falsi moderni. Per capire qualcosa, proviamo a cercare un paio di esemplari sicuramente autentici, come quelli provenienti dalla vecchia e famosa collezione Virzì (che possedeva in tutto due esemplari di questa emissione). Virzì 1348 Leu 6/1973, 202 = Naville 12/1926, 982 coll Bisset = Virzì 1348 g. 8,42 Virzì 1349 Muenzen und Medaillen Deutschland 17/2005, 276 = Virzì 1349 g. 8,56 Anche se si tratta di un confronto solo fotografico e quindi con i suoi limiti, è possibile riconoscere gravi discrepanze che permettono di sospettare, anzi di riconoscere già, che le prime due monete sono falsi. Le due monete autentiche ex-Virzì mostrano chiaramente come la testa della ninfa (diritto) sia stata coniata con il conio di incudine e quindi con un flan più piatto. Il lato con il cane è coniato con il conio di martello, che riceve la maggiore forza della battitura e quindi è il lato che presenta un maggiore incavo. I due falsi, specialmente quello di Heritage, presentano invece una forte pressione di coniatura anche dal lato del diritto. La riproduzione copia abbastanza fedelmente i conii originari, ma colpisce come i due diritti dei due falsi abbiano dettagli identici, con stessa usura e rilievi (occhio e sopracciglia troppo netti considerando che il vicino diadema è un poco usurato e quindi i vari rilievi non appaiono congrui). Nell'insieme direi che l'esemplare ex-Peus è più pericoloso (è stato infatti venduto a 330 euro contro stima di 350 euro), con patina più gradevole, ma chiaramente artificiale, troppo uniforme. In ogni caso bisogna insospettirsi di esemplari "troppo belli" e freschi (non necessariamente sempre falsi). I falsari cercano di accontentare i collezionisti che però vogliono solo esemplari "freschi" e patina "perfetta", quasi che non abbiano risentito degli oltre 2000 anni di vita....
    2 punti
  9. Salve, Ecco a voi il mio piccolo mondo numismatico (in lenta ma costante crescita, soprattutto sotto l'aspetto bibliotecario).
    2 punti
  10. Stupendo è questo : Mezzo Carlino:Giovanni d’Aragona, 1458-1479. Zecca di Messina, AR 1,25 g. D/ Aquila coronata stante di fronte ad ali spiegate, volta a destra;scritta periferica circolare:+IOANNES:D:G:R:SI:ET:A R/ Stemma coronato accostato da I.I.;scritta periferica:+AC:ATENAR:NEOP:D:. Riferimenti:Maugeri n°47;Spahr n°106. MEC 14,n° 882.;MIR n°231/1 La moneta pubblicata è stata venduta all'asta n°50 di Numismatica Ars Classica del 15/11/2008 ed era presentata al lotto n°301 con stima di € 1200 e realizzo di € 3000+ diritti La tipologia monetale è di difficile apparizione sul mercato --Salutoni -odjob
    2 punti
  11. le banche o fondazioni si muovono anch'esse. Nascono, crescono , alcune vengono fuse , incorporate, altre muiono... E' il divenire economico, nulla di strano o irreale, piuttosto una realtà normale cui nessun soggetto puo' sottrarsi. Per le imprese succede la medesima cosa. Strano sarebbe pensare che un'organizzazione possa restare immutata nei secoli , graniticamente solida.. dalle maggiori banche (Lehman insegna) alle maggiori corporations (anche IBM - pensata come modello di business universale e inscalfibile negli anni Sessanta - ha subito un'evoluzione profondissima e oggi non è ceeto piu' il giganet dei computer che era 40 anni fa essendo satta scalzata proprio nel suo campo dal PC). L'istituzione privta non puo' offrire la stessa garanzia nel tempo dell'istituzione pubblica anche se naturalmente puo' offrire una ben maggiore valorizzazione, pensando alla raccolta Verri della vecchia COMIT, alla Magnaguti della BAM , alle oselle di Palazzo Montanari a Vicenza. Se poi , un domani una di queste collezioni dovesse tornare sul mercato perche' la banca o la fondazione decide , o è costretta per motivi e conomici, a venderle non è la morte di nessuno e si fanno felici centinaia di collezionisti. In fondo alle monete non dobbiamo trovare una tomba, non era questo l'intento - credo di capire - dei "sepolcri" invocati dall'amico Ant - piuttosto quello di una collocazione intelligente...
    2 punti
  12. Oggi sono particolarmente buono e vi faccio un bel regalo :). La moneta in oggetto e' un INEDITO Gigliato di Roberto D'Angio' che presenta alcune particolarita' molto interessanti: Lo Scettro del Re al D/ si trova in posizione "Verticale" e non inclinato come solitamente presente in questa tipologia. Inoltre i Segni di Interpuzione al R/ sono costituiti da una coppia " xx " che stranamente non e' resente al D/ (ci sono i calssici " : " ). Altra particolarita' e' la x della parola REx al D/ che invece presenta la stessa " x " miniscola usata nell'interpunzione al R/ . Negli ultimi 15 anni ne avro' visti 4 esemplari, quindi a mio giudizio, la rarita' puo' essere forse R3 . Che ve ne pare? Voi ne conoscete altri esemplari? Commenti sono come sempre ben accetti :) P.S. da notare le striature del fondo dovute all'alta conservazione della moneta ;) :P
    1 punto
  13. Vi posto questo bellissimo (a mio parere) medaglione in vendita sulla baia, è veramente raro? visto il prezzo di vendita. Grazie METALLO ARGENTO GR.636,6 TITOLO 925/1000 DIAMETRO MM.110
    1 punto
  14. Cosa ne pensate della rarita' del Carlino di Ferdinando I d'Aragona , con la lettera S nel campo? E' sicuramente molto piu' raro del tipo di Ferdinando senza siglie o con M, oppure di Alfonso con S. Come mai nel catalogo sono riportati tutti comuni? A mio parere questo carlino di Ferdinando I d'Aragona , con la lettera S nel campo, e' molto piu' raro degli altri tipi menzionati. Qualcuno ha dei riferimenti d'asta coi prezzi realizzati? Riferimenti Catalogo Lamoneta - Carlini di Ferdinando I d'Aragana: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIAR/15 - Carlini di Alfonso I d'Aragana (palato I e IV): http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ALFI/3
    1 punto
  15. era li da almeno 25 anni sotto un mucchio di scartoffie 20 cent errore di stampa. non mi ricordavo di averlo. mi sono sentito come un archeologo che dissotterra un reperto.
    1 punto
  16. Buona giornata a tutti. Ho appena ricevuto questa medaglia e mi piacerebbe sapere se è conio originale del Mercandetti, magari recensito da Arnaldo Turricchia nella sua opera " Tommaso Mercandetti e le sue medaglie", oppure successivo riconio. Purtroppo mi manca il volume, ancora ....e non ho trovato riferimenti in aste passate Secondo voi , a questo punto, è rara e come la giudicate? Grazie Bronzo Ø 66 e spessore al bordo circa 7 mm, il peso (indicativo) 131 gr
    1 punto
  17. :D auguri di buone feste di Pasqua a tutti...ecco da identificare ,e soppratuto admirare quest'opera di bronzo di 3 cm di alto......figurazione certenamente con gran interresse simbolico......
    1 punto
  18. la terza Siscia RIC VII 133 Constantine II, as Caesar, AE20 Follis. CONSTANTINVS IVN NOB C, laureate draped bust left holding Victory & mappa / VIRTVS EXERCIT, standard with VOT X between two captives seated on ground, S to left, F over HL monogram right, Epsilon SIS-star in crescent
    1 punto
  19. ..il fatto che l'aquila guardi a destra dovrebbe aiutare nell'identificazione... questo è un altro bel sito: http://www.megagem.com/ancient/ptolemy_series.html
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  20. @@quadriga direi che e' un bell' accontentarsi... La moneta e' molto bella ,il prezzo mi pare buono,a te soddisfa ..quindi hai fatto un ottimo acquisto. Complimenti Enrico
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  21. DE GREGE EPICURI @@pedro_88: puoi cercare comunque in: "Rovesci imperiali".
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  22. Il Belgio. Leopoldo II. 5 centesimi. Leggenda francese.
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  23. @@quadriga 1200/1250 , per me :) , anche se mi ero ripromesso di non parlare di denaro ....
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  24. @@Eolo ti faccio i miei complimenti. Continua così. :clapping:
    1 punto
  25. Ritornando sull'ambiguita' delle emissioni di g galeazzo c'e'da ricordare che era prassi per i Visconti, quando cominciarono ad allargare con politiche espansionistiche i propri domini, omettere o appena abbozzare sulle monete l ' autorita' emittente con richiami a simboli o iniziali, e questo era tanto più evidente quanto più il possedimento si allontanava dal centro di potere (Milano o Pavia), a tale scopo pensiamo alle emissioni di BOLOGNA O Siena , città dove peraltro furono chiamati da fazioni cittadine per il perdurare di diatribe interne e non conquistate militarmente. Tale comportamento porterebbe a pensare la volontà di non far pesare eccessivamente l'autorità per evitare eventuali malumori con le rappresentanze cittadine, preferendo quindi all' estensione del nome timide aggiunte iconoclastiche come il piccolo biscione nella legenda. Milano a questo punto avrebbe potuto avere tutte le descrizioni estese sulle proprie monete, ma forse il duca non era particolarmente interessato. A Milano ben si sapeva che aveva raggiunto il proprio scopo, consolidando la propria autorità presso l aristocrazia europea, garantendosi anche la legittimità ereditaria del titolo stesso, ricordiamo che il Moro fara' stesso nel secolo successivo con l'imperatore Massimiliano). Forse un'ipotesi, ma tale resta, e' quella per cui i milanesi, ben consapevoli del titolo ducale, videro aumentare con un'impennata notevole le proprie tasse creando notevoli malumori, insomma il titolo l'aveva pagato proprio il popolo milanese, era quindi proprio necessario ricordarlo ogni volta che si prendeva in mano una moneta ?
    1 punto
  26. Ho faticato a concordare con voi, che credo sia qualcosa come "la storia può essere più preziosa di perfezione fisica." Possiedo un 1852E francese 10centime "essai" che ho trovato con un mazzo delle usuali monete Napoleone III 10-centime (Sai sono come comune). Mia moneta evidentemente andato in circolazione ad un certo punto e ha acquisito qualche leggera usura. Ѐ affascinante, così forse soprattutto—ma ancora una volta, io stavo lottando per dargli più valore economico di pari livello FDC superstite. E poi cosa si è verificato a me con qualche forza, come io stavo lottando con l'idea, era l'esempio il dime 1894s. (Stavo solleticato più tardi quando leggo @@petronius arbiter... perfetto!) Comunque, il dime di 1894s non è il modello che ipotizzano nel tuo esempio, ma... La storia la dime 1894s che fu dato alla figlia di suo padre, il sovrintendente della zecca di San Francisco, che è stato ammonito per mantenere, perché un giorno varrebbe la pena un sacco di soldi, e che trascorse apparentemente acquisto gelato... Una bella storia. E come si pensa che quel particolare dime sono state recuperate dalla circolazione molti anni più tardi—con le superfici usurate per dimostrarlo—sto pensando che c'è la storia che dimostra la tua premessa può talvolta essere vero. Ma... Ho avuto modo di pensare. Io preferisco avere quel particolare dime 1894s usurati, con il suo perfetto, perfetto, o il dime di 1894s delle immagini, quella con il suo splendore perfetto-patina FDC. E mi maledicono—tanto quanto io amo circolata monetazione—la risposta onesta deve essere, per me, la bellezza FDC. :) v. ---------------------------------------------------------------- I was struggling to agree with your premise, which I think is something like “the story can be more valuable than physical perfection.” I own an 1852E French 10-centime “essai” that I found with a bunch of the usual Napoleon III 10-centime coins (you know how common they are). My coin evidently went into circulation at some point, and acquired some light wear. It is charming, perhaps especially so—but again, I was struggling to give it more economic value than its surviving FDC siblings. And then what occurred to me with some force, as I was wrestling with the idea, was the example of the 1894s dime. (I was tickled later on when I read @@petronius arbiter…perfect!) Anyway, the 1894s dime is not the pattern that you posit in your example, but… The story of the 1894s dime that was given to the daughter by her father the superintendent of the San Francisco mint, that she was cautioned to keep, because one day it would be worth a lot of money, and which she apparently spent buying ice cream.... A beautiful story. And as that particular dime is thought to have been recovered from circulation many years later—with the worn surfaces to show for it—I’m thinking that there’s the story that proves your premise can sometimes be true. But… I got to thinking. Would I rather have that particular worn 1894s dime, with its perfect, perfect story, or the 1894s dime of the pictures, the one with its perfect-patina FDC splendor. And curse me—much as I love circulated coinage—the honest answer has to be, for me, the FDC beauty. :) v.
    1 punto
  27. Bravo Numa Numa: hai centrato il punto! Rispondendo ad una precedente domanda di pinky, se io possedessi una collezione interessante sceglierei il Secondo Sepolcro: lasciarla ad un "erede culturale". Ma, tranne i trachy, non possiedo una collezione interessante, ma solo delle monete tra loro non molto collegate che per di più si trovano a casa mia, in Cile, e qui in Cile di "eredi culturali" manco l'ombra. Solo collezionisti di "tipo nordamericano", poca cultura e molti soldi: comprano monete antiche solo quando molto belle e appariscenti, soprattutto sesterzi di alta conservazione, non per amarli ma per esibirli (ed esibire la loro disponibilità economica) e quindi, come scontato, le loro sono collezioni di falsi e di monete talmente pesantemente "restaurate" da potersi dire che sono state rifatte. I collezionisti cileni(*) di monete classiche per lo più assomigliano tantissimo al pubblico che va alle prime alla Scala: ignoranti, arroganti, arricchiti. Con una differenza: loro le monete le pagano di tasca propria, mentre i cafoni che frequentano le prime alla Scala, politici in prima fila, il biglietto non lo pagano. Glie lo pagano gli italiani che ruscano da mattina a sera. (*) PS. E' totalmente differente il discorso quando si parla di monetazione coloniale spagnola: in quel caso sì che ci sono collezionisti davvero ben preparati.
    1 punto
  28. purtroppo si caro legio in qualunque altro paese civilizzato sarebbe un altra storia
    1 punto
  29. L'ultima medaglia è da rosario, bronzo/ottone,con due appiccagnoli (quello in basso è stato probabilmente rimosso per farne una medaglietta portativa), del XVIII sec . La scena rappresenta il settimo dolore della Madonna " Maria accompagna Gesù alla sepoltura", al R/ di solito è rappresentata la Madonna delle sette spade? Ciao Borgho.
    1 punto
  30. La medaglia originale del 1865 è di modulo ovviamente inferiore ed è opera dell'incisore Luigi Arnaud, questa in oggetto è del 1961. Bella tipologia.
    1 punto
  31. Ciao Vincenzo, non preoccuparti assolutamente, non c'è bisogno di taggare i nostri nick, sappi che almeno due o tre volte al giorno provvedo io ad inserire i tag dopo aver fatto un giro di perlustrazione delle varie sezioni. Tu scrivi senza problemi, ci penso io o qualcun altro in automatico. :good:
    1 punto
  32. salve, il carlino con la S http://numismatica-italiana.lamoneta.it/passaggi/W-ALFI/3-6 Ciao.
    1 punto
  33. Non è che non concepisco il cambio di oro in cartamoneta, è che non posso credere che davvero qualcuno fosse disposto a pagarci una commissione. Alla parità sicuramente poteva avere i suoi vantaggi pratici, ma per credere a quel quid in più dovrei leggere con quale documentazione il Cipolla argomentava le sue parole.
    1 punto
  34. Lo stesso che troveremmo scritto sulla documentazione di un raro sesterzio! :D Gli obblighi legislativi non cambiano al variare della rarità della moneta. @@quadriga, mi sembra un moneta in ottime conservazione. La cifra è ragionevole, mi trovo d'accordo con Illyricum :)
    1 punto
  35. scusate ma ci ho preso gusto, e visto che siete bravi, aumento un po' la difficoltà descrizione data...parliamo di molto tempo fa.....: nummo 0,8 gr vandalo (?) a voi correggere questa dicitura, ovviamente ancora una volta errata! :) buon divertimento
    1 punto
  36. moneta collezionabile e senza infamia e senza lode. e' un BB o quasi, caratterizzata da debolezze di conio e colpetti. amo il tuo scudone del Cappellari ma non questo 5 baiocchi, comunque se ti piace e l'hai pagata poco sei sempre apposto, saluti.
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  37. ecco un altro gigliato con lo scettro verticale, da notare le differenze di legenda con gli esemplari precedenti :) , in particolare i ... anziche' : oppure xx come segno di interpunzione
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  38. al punto di pagarci una commissione? Non che metta in discussione quanto asserisce, solo mi incuriosisce questa cosa. Impicciavano così tanto alcuni chili d'oro (nel caso di una grossa spesa) da rendere necessario il ricorso a un cambio con cartamoneta?
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  39. Ma infatti non ho intenzione di tagliare la perizia.. Ormai ho deciso.. Poi la patina già sviluppata mi piace, dorata e tenue.. Va bene così.. Colleziono monete e perizie :D
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  40. Questo perché, negli stessi anni, si afferma anche in Italia l'uso generalizzato della cartamoneta. La necessità di monete di alto valore (come erano ancora 50 e 100 lire), è ormai ampiamente soddisfatta dalle banconote, e l'oro, anziché essere trasformato in monete, rimane nei caveau del Tesoro, anche perché serve a garantire il circolante cartaceo, in un'epoca in cui alla quantità di banconote circolanti deve corrispondere, in teoria, pari quantità d'oro nelle casse dello Stato. Le monete d'oro di alto valore non sono più necessarie alla circolazione e le poche coniate vengono tesaurizzate e collezionate, nella consapevolezza, in quest'ultimo caso, che, viste le basse tirature, un giorno potrebbero valere molto più del semplice contenuto in metallo Vero, ma solo in parte: il discorso è l'inverso di quello sopra, qui le monete d'oro si coniano, e circolano, perché c'è una necessità reale, mancando alternative. Sicuramente non andavi a comprare un litro di vino con una moneta d'oro, ma allo stesso tempo, se dovevi comprare qualcosa di grande valore, non ti portavi dietro sacchi di centesimi. E l'unica alternativa ai centesimi erano le monete d'oro, perché il Regno di Sardegna, nei primi 50 anni dell'Ottocento, non stampa e non usa cartamoneta. Dopo l'esperienza disastrosa delle Regie Finanze, bisognerà attendere il 1849 per i primi, timidi tentativi di tornare a stampare banconote. Se, nel 1830, volevi comprare una cosa che costava 1.000 lire, il modo più semplice era pagarla con 10 monete d'oro da 100 lire, che venivano coniate in quantità perché c'era una necessità reale di esse, almeno per certe transazioni. Necessità che viene a mancare nella seconda metà del secolo (diciamo pure verso la fine) quando, come detto sopra, vengono sostituite dalle banconote. petronius
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  41. Te lo abbiamo più volte scritto. Non si può acquistare monete antiche senza "capirle". E per capirle, vuol dire studiare gli stili ed i contesti storici. Certo, ci sono vari gradi di approfondimento, ma non si può affrontare la materia superficialmente. Per chi acquista e colleziona una moneta antica, la fase pre acquisto, ovvero la valutazione e studio del pezzo, è forse più stimolante dell'acquisto stesso. Si deve capire e studiare le tecniche di coniazione, vedere tante monete genuine e studiare parecchi volumi, sia moderni che antichi (oltre ai cataloghi di vendita di vecchie collezioni), e poi avere un GRAN OCCHIO. Nonostante quanto sopra, per carità, capita, l'acquisto di un falso può succedere. Spero tu abbia capito.. ciao, skuby
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  42. Non ho detto che fa schifo :) anzi hai ottenuto un buon risultato, :good: ribadisco solo che non è una patina naturale.
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  43. Grazie mille, Surfando qua e la ho trovato questo sito che vorrei condividere. I prezzi si riferiscono al periodo romano, la lettura è stata di facile comprensione e gradevole http://www.fmboschetto.it/monete/Costo.html
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  44. Difficile spiegare il nummo del ripostiglio di Gargaresh, né è del tutto chiaro di quale quadrupede si tratti. Sul rovescio del mio, invece, è evidente che è raffigurato un tonno, immagine che ci riporta immediatamente alla monetazione punica. D'altra parte, nelle emissioni vandale già in altre occasioni sono richiamate iconografie tipicamente puniche: la protome equina, il ramo di palma, e soprattutto Karthago Felix. Analizziamo bene la figura del mio nummo. Intanto non si tratta di un tonno qualunque: la coppia di pinne ventrali in prossimità della coda ci dice immediatamente che è una varietà particolarmente pregiata, ormai molto scarsa: il tonno dall'ala aprilina, simile a quello dall'ala gialla per il quale i giapponesi fanno pazzie per comprarlo. Ma perché proprio quella specie ittica? Cos'ha di particolare quel tonno? Io credo che sia la materia prima per fabbricare il garum, la squisita e prelibata salsa di pesce che tanto piaceva ai romani. Marziale ne descrive la ricetta: "Si usino pesci grassi come sardine e sgombri cui vanno aggiunti, in porzione di 1/3, interiora di pesci vari. Bisogna avere a disposizione una vasca ben impeciata, della capacità di una trentina di litri. Sul fondo della stessa vasca fare un alto strato di erbe aromatiche disseccate e dal sapore forte come aneto, coriandolo, finocchio, sedano, menta, pepe, zafferano, origano. Su questo fondo disporre le interiora e i pesci piccoli interi, mentre quelli più grossi vanno tagliati a pezzetti. Sopra si stende uno strato di sale alto due dita. Ripetere gli strati fino all’orlo del recipiente. Lasciare riposare al sole per sette giorni. Per altri venti giorni mescolare sovente. Alla fine si ottiene un liquido piuttosto denso che è appunto il garum. Esso si conserverà a lungo". (Plinii Secundi quae fertur una cum Gargilii Martialis medicina, edidit Valentin Rose, Leipzig, Teubner, 1875, pag. 210). E' ben noto che il regno vandalo mantenne le esportazioni di quei prodotti che fecero ricca la Provincia d'Africa e che ormai riempivano le casse della corte di Genserico e dei suoi successori: il frumento e l'olio. Ma Cartagine esportava a Roma anche il garum, un garum di ottima qualità. Ce lo raccontano Malala ("garum vandalicum") e Jordane ("garum quod ex Vandalorum regno pervenit"). Visto che allora il prezzo del garum non era dissimile da quello che oggidì è il prezzo del tartufo, se davvero (come suppongo) il tonno dall'ala aprilina ne era la materia prima fondamentale (o forse lo erano le sue interiora), perché stupirsi se esso apparve raffigurate nel rovescio di una moneta coniata a Cartagine in nome di Valentiniano III? Tié, Gianluca! Avete ancora il coraggio tu e Kent di sostenere che questi nummi siano della zecca di Roma? :rofl:
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  45. @@Sim 75 Ecco le ultime fotografie del '27 scattate ieri sera e che ritengo essere molto simili alla realtà. Secondo me è una gran bella moneta in conservazione FDC. Ora, con l'ultima arrivata, non ho ancora deciso quale, tra il '26 e il '27, sia la migliore poichè hanno aspetti simili e diversi al contempo. Dovrò studiarle meglio. Ciao e grazie. Vince
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  46. Spero che il mio piccolo contributo sia pertinente......
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  47. TERZO ATTO, primo quadro Un collezionista già avanti negli anni che ho avuto tempo di conoscere e frequentare a lungo, socio del Circolo Filatelico e Numismatico di Mondovì, spendeva non poco in monete. La moglie brontolava: "Ginèt: collezionare monete è cosa da masnà! Sei un uomo o non lo sei? Dài, non spendere tutti 'sti dindini in giocattolini!". Ginèt non le faceva molto caso e continuava a comprare monetine, quasi tutte dallo stesso commerciante. Ma per tranquillizzare la moglie, barava sul prezzo e sul cartoncino che compilava attentamente per ogni moneta acquistata indicava il prezzo pagato..... ma togliendoci uno zero! Chi di voi dice la verità in famiglia su quanto spende davvero in monete batta un colpo! Sto attendendo il colpo! Silenzio assoluto.... Ginèt morì. E' un fatto sgradevole, ma che pare che non ci sia modo di evitarlo. Morì, dunque, e la sua collezione restò orfana. Peppina detta la Maiga, sua moglie, di tutte quelle monete non sapeva proprio che farsene. Ma per sua fortuna (fortuna?) nei cartoncini che acompagnavano la maggior parte di esse ci stava il nome del commerciante torinese che le aveva vendute. Lo chiamò, gli spiegò che Ginèt era passato a miglior vita, e che lei di tutte quelle monete non sapeva che farsene, "ma mica le voglio vendere per niente!....". Il commerciante giunse sollecito (chi bazzica Torino magari immagina di chi possa trattarsi!) e fu gentilissimo: le ricompró tutte le monete al prezzo segnato sui cartoncini. Peppina detta la Maiga ne restò soddisfatta. Il commerciante pure!
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  49. Pienamente d'accordo e anche la CC comune del 2015 non è molto comprensibile per i ministati.
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