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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/11/15 in tutte le aree
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questa bella abitudine è nata nei primi anni 70, tanto per...................essere diversi. Io sarei per uniformare la modalità di sigillare e periziare le monete, una volta per tutte. Il sottoscritto, ad esempio, è cresciuto a Bobba, a Ratto, a Santamaria, ad Ambrosoli, a Gnecchi, a Manfredini e potrei andare avanti per un pò, e tutti chiudevano le monete con SPL-FDC per una conservazione intermedia e SPL/FDC per differenziare le due facciate della moneta. Che poi, qualcuno si è svegliato al mattino ed ha invertito le scritture per una sua comodità, per carità, ma negli anni 60 questo era il metro. E chiaramente, io continuo con il mio metodo.6 punti
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Prima che " ribattuta" venga interpretato in modo negativo come " ribattuta su un tondello non antico " o che si ingeneri altra confusione:il termine "ribattuta" è qui usato a sproposito. Per ribattuta si intende una moneta battuta su un'altra di altro genere ( ribattuta appunto) come per certi bronzi dei Mamertini o certe monete del regno ribattute su altre ( i centesimi esagono, se non sbaglio).Purtroppo è anche una tecnica di falsificazione dove su tondelli antichi originali, privi di immagine residua, si ribattono appunto le immagini di una nuova moneta usando conii in acciaio. Ma non è il caso del sesterzio in questione che è perfettamente autentico( anche se meno verde di come si vede in foto) e non ha avuto nessuna lavorazione né dei fondi, né di altreparti. Il termine che sarebbe stato giusto usare sarebbe stato " doppia battitura" o "rimbalzo di conio" che è quello che ha determinato un certo sdoppiamento su alcune lettere della legenda ed è dovuto a movimenti spuri del tondello tra un colpo e l'altro della mazzetta con cui si colpiva ( ripetutamente) il conio e si imprimeva l'immagine sulla moneta. Lo si trova molto spesso sulle monete eseguite a mano in qualsiasi epoca, dalle greche, alle romane alle rinascimentali e medievali, fino all'avvento della coniazione a macchina.5 punti
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ANDORRA 1,2,5 cent 2014 TAGLIO : 1 Cent STATO : Andorra MATERIALE : acciaio (94,35) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 16,25 mm SPESSORE : 1,670 mm PESO : 2,30 gr. CONTORNO : Liscio TAGLIO : 2 Cent STATO : Andorra MATERIALE : Acciaio (94,35%) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 18,75 mm. SPESSORE : 1,67 mm. PESO : 3,06 gr. CONTORNO : Filetto orizzontale in incuso TAGLIO : 5 Cent STATO : Andorra MATERIALE : Acciaio (94,35%) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 21,25 mm. SPESSORE : 1,67 mm. PESO : 3,92 gr. CONTORNO : Liscio Le monete da 5,2 ed 1 cent andorrane , con data a partire dal 2014 ( coniate dalla zecca di Madrid ) , rappresentano animali tipici della fauna dello Stato, con sullo sfondo un tipico paesaggio pirenaico e sulla sinistra un po’ angolato, la scritta Andorra e l’anno di emissione . Sono molto significative in quanto in un immagine rappresentano flora, fauna , paesaggio , insomma la natura di Andorra . L’autore di questi disegni è Ruben da Silva Carpio . In particolare si vede in primo piano un camoscio pirenaico , in secondo piano un gipeto in volo e sullo sfondo una montagna dei Pirenei . Diamo un breve saggio su questi animali e su questa catena montuosa così imponente: Il camoscio pirenaico o camoscio dei Pirenei (Rupicapra pyrenaica) è un'antilope caprina che vive sui Pirenei, sui Monti Cantabrici e sui Monti Appenninici. Appartiene alla sottofamiglia Caprinae, all'interno della famiglia dei bovidi, insieme a pecore e capre. Piccola curiosità, è la mascotte della Nazionale di rugby andorrana, appunto . Il suo mantello estivo è bruno-ruggine; in inverno è bruno/nero con macchie più scure attorno agli occhi. Sia i maschi che le femmine hanno corna uncinate rivolte all'indietro lunghe fino a 20 cm. Si nutre di erba, licheni e germogli di alberi. Agile e ben saldo sulle sue zampe si trova in ogni tipo di ambiente montano, fino ai 3000 m di quota. La lunghezza totale del corpo, misurata dall’estremità della testa alla radice della coda, varia tra 100 e 110 cm. L’altezza media, misurata al garrese, è di 70 cm. Il peso corporeo è influenzato dall’età, dal sesso: nei maschi adulti tale valore oscilla tra i 25 e i 40 kg, nelle femmine adulte tra i 25 e i 32 kg . Cacciati fino quasi all'estinzione negli anni quaranta del Novecento, la popolazione ha mostrato una forte riprese e nel 2002 è stata stimata una popolazione di 25.000 esemplari . L’animale è infatti, per adesso , classificato “ a rischio minimo “ di estinzione. Il gipeto (Gypaetus barbatus) è un uccello rapace della famiglia Accipitridae . Comunemente noto come "avvoltoio barbuto" o "avvoltoio degli agnelli", fa parte degli avvoltoi del Vecchio Mondo, ed è l'avvoltoio di maggiori dimensioni tra quelli nidificanti in Europa.Tipicamente stanziale, nidifica sui dirupi in alta montagna nell'Europa meridionale ( Alpi,Carpazi, Pirenei, Caucaso ), in Africa ( Atlantide, Tunisia , Acrocoro etiope ), in India ed in Tibet ( sulle montagne dell’Himalaya), deponendo una o due uova. È stato reintrodotto con successo sulle Alpi, ma continua ad essere uno dei più rari avvoltoi d'Europa ( infatti viene classificato come “prossimo alla minaccia” di estinzione. Come altri avvoltoi è un necrofago, cioè si nutre principalmente di carcasse di animali morti, ed ha una dieta estremamente specializzata, nutrendosi in particolare delle ossa e del midollo osseo. Un comportamento tipico è quello di lasciar cadere le ossa di carcasse da grandi altezze, per frantumarle e quindi nutrirsene. L'adulto può raggiungere una lunghezza di 110-115 cm (la sola coda, a forma di cuneo, misura 42–44 cm), con un'apertura alare di 266–282 cm e con un peso di 5–7 kg . Nell'adulto il colore del piumaggio presenta un netto contrasto tra le parti ventrali e la testa, chiare, e le parti dorsali e le ali, scure. Le penne timoniere e le penne copritrici delle ali e del dorso, pur essendo di colore grigio scuro, sono dotate di un rachide biancastro che produce delle sfumature chiare.Sul capo, costantemente bianco, spiccano i ciuffi di vibrisse nere che circondano l'occhio e scendono fin sotto il becco a formare una specie di "barba". L'iride è gialla ed è circondata da un anello perioculare membranoso di colore rosso che diventa particolarmente evidente nei momenti di eccitazione. Il gipeto è piuttosto longevo (20–25 anni in natura, fino a 40 in cattività) ed è caratterizzato da un ciclo riproduttivo lungo. La riproduzione occupa, infatti, la maggior parte dell'anno, dall'autunno, con la preparazione del nido, fino all'abbandono del territorio da parte dei giovani quando gli adulti iniziano le parate nuziali per un nuovo ciclo. Ogni coppia è monogama ed occupa un territorio che può raggiungere anche i 300 km2 di estensione. I Pirenei sono una catena montuosa che forma il confine fra la Francia e la Spagna, all’interno della catena ( nei Pirenei orientali )vi è , appunto il Principato di Andorra. Separano la penisola iberica dalla Francia e si estendono per circa 430 km dal Mar Cantabrico (golfo di Biscaglia) fino al Mar Mediterraneo (cap de Creus). La vetta più alta dei Pirenei è il Picco d'Aneto (3.404 m s.l.m.), situato sul versante spagnolo. I sedimenti che compongono i Pirenei furono inizialmente depositati in bacini litoranei durante le ere paleozoica e mesozoica. Nel periodo cretaceo inferiore, il fondale marino sotto il Golfo di Biscaglia si è alzato spingendo la Spagna contro la Francia e ponendo gli strati di sedimento in una sorta di stretta. La pressione e il sollevamento della crosta terrestre in primo luogo hanno interessato la parte orientale ed hanno influenzato progressivamente l'intera catena, con un culmine nell'eocene. La parte orientale dei Pirenei è costituita in gran parte da granito e da rocce di gneiss, mentre nella parte occidentale le cime composte da granito sono fiancheggiate da strati di calcare. L'aspetto voluminoso e "nuovo" della catena viene dalla relativa abbondanza di granito, che è particolarmente resistente all'erosione, così come un'evoluzione glaciale scarsa.4 punti
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Agli inizi del IX secolo inizia la propria attività la zecca di Venezia coniando un denaro di tipo carolingio a nome di Ludovico il Pio (814-840), figlio di Carlo Magno. E questa è una cosa interessante in quanto Venezia formalmente era territorio bizantino, come confermato da accordi tra Carlo Magno e l'imperatore di Bisanzio Michele I Rangabe. Il primo tipo coniato ebbe al dritto la legenda H LVDOVVICVS IMP e al rovescio VENECIAS MONETA in tre righe. Questo primo tipo, ora rarissimo, venne ben presto sostituito dalla tipologia che al rovescio porta la scritta VENECIAS in due righe, qui rappresentata. Arka4 punti
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Fonte Cataloghi Online Quella che ho postato è l'immagine del R/ di un quattrino di Ancona del XV secolo. Di quelli che nel campo portano le lettere CVS. Sembrerebbe tutto normale, ma controllando la legenda c'è qualcosa di anomalo che a me non è mai capitato di vedere. Al termine della legenda, infatti R/ X_PP*S*QVIRIA* (?) / nel campo C*V*S* ad ore 10 c'è un simbolo strano. L'avete mai visto? Che cosa è per voi?3 punti
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Stavo pensando che le discussioni generali come questa dovrebbero avere un TAG arcobaleno... :D Arka3 punti
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dopo una decina di giorni di monete normali ecco la prima BOMBA del 2015 :yahoo: Taglio : 50 cent Nazione : Malta Anno : 2013 Tiratura : 35.000 solo divisionali Condizione : SPL Città : Bereguardo Data : 10/02/15 note : la più bassa tiratura da me trovata Taglio : 1 euro Nazione : San Marino Anno : 2014 Tiratura : 1.556.500 Condizione : Città : Bereguardo Data : 10/02/153 punti
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1875 Regno Unito Vittoria Sovereign Sidney (S)3 punti
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Come sempre le monete sabaude continuano a riservarci delle sorprese... Ho avuto la fortuna di poter inserire in collezione questa monetina (una delle mie amate piccole) e penso che meriti dedicarci due parole! Si tratta di una moneta di Carlo II, un mezzo quarto di grosso di Piemonte, moneta abbastanza rara a vedersi ed a trovarsi, coniata nella meta' del 1500 a Vercelli ed a Nizza. Le monete coniate a Vercelli riportano le sigle IT dello zecchiere Girolamo Torrato e LF di Giovanni Ludovico Ferraris, sono le più' viste e conosciute, il Cudazzo sul MIR pubblica una moneta con le sigle GC che segnala come battuta a Torino o Cornavin e la segnala inedita apparsa su di un'asta nell'ottobre 1999. Le monete di Vercelli sono state battute al taglio di 304 pezzi al marco per un totale di 2680 marchi, mentre a Nizza a 260 pezzi al marco per un totale di soli 322 marchi. Visto l'esiguo numero di monete coniate non risultano ancora censite su nessuna pubblicazione numismatica di mia conoscenza... Ora andiamo alle mie conclusioni... Partendo dal presupposto che senza uno studio approfondito dei documenti queste sono solo mie supposizioni, deduco che l'attribuzione del mezzo quarto con le sigle GC per la zecca di Cornavin sia errata per la mancanza di documentazione di battitura di questa moneta per questa zecca e sopratutto perché moneta coniata per il Piemonte e non per la Savoia, sia errata l'attribuzione alla zecca di Torino perché le sigle GC per Girardino Carcassone non sono fattibili avendo lavorato in quella zecca nel 1536 cioè precedentemente al l'ordinanza di battitura di queste monete... Posso quindi supporre che queste sigle siano di Gabriele Capello che invece proprio in quel periodo lavorava a Nizza e siglava le sue monete con NGC, in cui pero' non ha inserito la N per Nizza. Ora altra considerazione per la moneta ora in mio possesso... Questa, a differenza delle altre, al rovescio non presenta alcuna sigla dello zecchiere, ma la legenda del diritto termina con una N. Si può leggere al diritto: croce KROLUS : SECOND : N al rovescio: croce DVX : SABAVDIE Non posso dire che non sia strano inserire la sigla di zecca al diritto sulla moneta nella legenda, non è una cosa consueta, ma a mio parere identifica quasi certamente la provenienza, cioè Nizza. Ora, se non ho stufato nessuno con questa lunga disquisizione su un piccolo "rottame" avrei il piacere di sentire le opinioni di chi ha avuto la pazienza di seguirmi in questo discorso lungo, ma penso logico... Altra cosa che stavo dimenticando... La foto di questa moneta che cinque anni fa avevo inserito a catalogo nella scheda e che mi era stata passata gentilmente da un utente ho notato che presenta lo stesso conio della mia, il che significa che probabilmente si tratta proprio di una coniazione e non di un errore.... Sono curioso di ascoltare altri pareri concordi o discordi...2 punti
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Buonasera a tutti, più per curiosità che per altro ho passato un po' di tempo a studiare i bagattini coniati a Ferrara tra la metà del 1300 e la metà del 1400 sotto Niccolò II d'Este (1361-1388) (detto lo Zoppo a causa della gotta, al quale si deve la costruzione, in soli due anni del Castello Estense che tuttora domina il centro della città e al quale si deve l'introduzione della "lira ferrarese di marchesini" detta volgarmente marchesana come ci insegna il Bellini), e il nipote Niccolò III (1393-1441) (che divenne marchese all'età di 10 anni, famoso anche per la triste storia di Ugo e Parisina, ma che a Ferrara è da sempre ricordato per le avventure amorose: ebbe moltissimi figli legittimi - tra i quali Ercole futuro duca della città - e illegittimi -tra i quali Leonello e Borso - che gli succedettero al governo di Ferrara). Niccolò III nel 1431 ottenne dal Re di Francia Carlo VII il privilegio di inquartare lo stemma estense con l’arme della corona di Francia cioè i tre gigli d’oro dando inizio così al periodo di maggior splendore della città di Ferrara. Ma torniamo ai bagattini: è moneta molto piccola in mistura: 11-12 mm di diametro e un peso medio di 0,30 g. La cosa che ha suscitato la mia curiosità è che mi sono trovato in mano due esemplari, che per quanto non ben conservati, erano a mio avviso assai diversi. Ho provato a consultare i testi di cui sono in possesso e questa è la sintesi: il CNI cita solo il Bagattino di Niccolò III (nn. 20-23), quello di Niccolò II non è indicato Il MIR, come il CNI, cita solo il Bagattino di Niccolò III (n. 226), quello di Niccolò II non è indicato; Il Bellesia non indica il bagattino tra le monete di Niccolò II, lo indica tra quelle di Niccolò III (n. 8) indicando un solo esemplare conosciuto e scrivendo "Anache il bagattino di Niccolò III si distingue da quello di Niccolò II per la diversa forma delle lettere: si notino come al solito la A, la C e la O (il riferimento alle solite lettere che cambiano deriva dalla stessa evoluzione avuta dal Marchesano). Il catalogo di numismatica italiana di lamoneta.it lo indica solo tra le monete di Niccolò III E' quindi evidente che, pur non citandolo direttamente tra lemonete coiate sotto Niccolò II, il Bellesia ne ammette l'esistenza e, indicando il bagattino di Niccolò III come esistente in un unico esemplare, implicitamente evidenzi come quello di Niccolò II sia più comune. Secondo le indicazioni del Bellesia le due monete differiscono per le lettere A, C, e O. La questione è nota, tra l'inizio della signoria di Niccolò II e la fine di quella di Niccolò III trascorrono 80 anni gli stili e le tecniche di coniazione sono cambiati. La A di Niccolò II era più tozza, formata con linee dritte e con base piatta, quella di Niccolò III era più elaborata e la base aveva le punte verso il basso. La C di Niccolò II era formate da una mezzaluna e da due triangolini, quella di Niccolò III era invece chiusa davanti da un tratto verticale infine le O di Niccolò III erano più gonfie ai lati. Di seguito posto l'immagine che ho elaborato per confrontare le due monete: L'elemento che mi è saltato all'occhio e dal quale sono partito ad approfondire è la differenza tra le due n centrali: una grossa e tozza e l'altra decisamente più snella. Gli altri elementi di confronto sono indicati nell'immagine. Ho cercato evidentemente anche su internet diverse immagiini ma ho sempre trovato bagattini classificabili, secondo la mia teoria, al primo tipo, quello di Niccolò II. Quello indicato al n. 8 di Niccolò III nel Bellesia invece appartiene evidentemente al II tipo. Se la mia teoria è giusta, anche il bagattino fotografato nel catalogo di lamoneta.it, ed indicato sotto Niccolò III, dovrebbe invece appartenere a Niccolò II. Attendo le vostre considerazioni in merito.2 punti
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DE GREGE EPICURI Un catalogo, non mi risulta. Esiste un volume con molte foto in bianco e nero,uscito (mi pare) negli anni 70, titolo "Ritratti di Auguste" o qualcosa di molto simile; contiene molte foto di monete delle auguste, alcune veramente splendide. Direi che la descrizione propriamente numismatica non mi aveva entusiasmato, mentre quella artistico-iconografica è notevole. Credo si possa trovare usato su ebay o in qualche negozio.2 punti
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2 punti
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Concordo con Francesco, falso Raro, visto il taglio........si potrebbe arrivare anche ai 50/70 euro.2 punti
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Ciao Riepo. Come puoi vedere dagli allegati, il nastro della medaglia riprende i colori del Canton Ticino, mentre sulla targhetta è impresso lo stemma di Bellinzona. Non è sicuramente una onorificenza elvetica : a giudicare dalla scritta che hai riportato, penso sia una delle tante medaglie di benemerenza dedicate a gruppi o reparti, in questo caso i Veterani del Ticino. Ho avuto occasione di parlare con un anziano signore svizzero di Zurigo, con cui mi rallegravo per la loro neutralità nel corso dei due conflitti mondiali hanno sconvolto l'Europa. Mi è sembrato meravigliato....poi mi ha chiarito che anche loro erano al fronte durante i conflitti. Le loro truppe erano mobilitate e schierate sui confini, lui faceva ancora parte della Territoriale e conservava a casa sua l'intero equipaggiamento compreso il fucile, inoltre era soggetto a periodici richiami e gare di tiro. Un aspetto dello spirito militare elvetico che non immaginavo ma che non deve sorprendere, basta conoscere un po' la storia del Paese.2 punti
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Mi era sfuggita questa discussione. Mi sono permesso di raccogliere la discussione in un unico file pdf. Grazie per le informazioni. LA ZECCA DI LECCE.pdf2 punti
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Mi chiedo se non sarebbe il caso di inviare una lettera aperta, tramite una rivista specializzata, all'autore dell'articolo, per chiedere pubblicamente...un "approfondimento" della nota nr.562 punti
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Complimenti agli autori! Impegnati da anni nella ricerca in questo particolare e assai ostico campo.. Non vedo l'ora di leggerlo2 punti
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Mi associo. E' importante sostenere, anche economicamente (senza grande spesa), queste iniziative editoriali, tanto più che sono fatte bene e con buon impatto culturale considerando che si occupa di un periodo storico e numismatico molto complesso e oscuro. Mi sembra di capire che a cura degli stessi autori ci saranno prossimamente altri volumi sulla monetazione vandala, analizzando depositi e ripostigli di monete vandale.2 punti
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Ordinata una copia. Credo che il miglior modo per sostenere l'editoria numismatica ed apprezzare il lavoro degli Autori sia quello di......acquistare i libri. Che poi vanno però anche letti.., Saluti e complimenti a tutti, Autori ed Editore. Michele2 punti
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______________ _________1875 Germania - Impero Guglielmo I° (1797-1888) ____________________ 1 Marco - Argento .900 20 Pfenning - Argento .900 5 Pfenning - Rame/nickel2 punti
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Aggiungo un altro tassello "emiliano" alla discussione.... L'attività della zecca di Modena è caratterizzata da due distinti periodi. Il periodo comunale che va dal 1242 al 1598 e il periodo estense, dal 1598 al 1796, anno in cui Ercole III d'Este venne scacciato dai francesi morendo esule a Treviso nel 1803 (gli Austro-Estensi, tornati a Modena nel 1815, non coniarono moneta). Da notare che le monete modenesi emesse prima del 1598, anche a nome dei vari signori estensi (fino ad Alfonso II d'Este), vennero prodotte sulla base della conncessione imperiale alla comunità cittadine e che questa autonomia fu constantemente osteggiata dai signori di turno. La concessione a battere moneta, unitamente ad altri benefici, venne rilasciata nel 1226 da Federico II alla comunità della città di Modena come atto di riconoscenza alla città emiliana che, in seguito all'occupazione di alcuni castelli e territori modenesi da parte dei bolognesi, era uscita dalla lega dei comuni ed era passata dalla parte degli imperiali. I bolognesi, che non aspettavano altro, passarono ad occupare altri territori modenesi, devastando, saccheggiando e portando scompiglio e morte. Le vicende belliche ritardarono l'apertura della zecca cittadina che avvenne solo 1242 con l'emissione del grosso modenese citato nei post precedenti. dritto (ex asta Varesi) verso per una visione delle varianti: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOCOM/1 un saluto dal distretto dei Pirenei atlantici....; -) Mario2 punti
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Cosa ne pensate di questo esemplare? Non viene dalla solita soffitta o dal solito cassetto del nonno..... :blum: :blum: Renato1 punto
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Salve, volevo farvi conoscere una circostanza davvero singolare. Circa 7 anni fa ho comprato l'opera "The New Style Silver Coinage of Athens" di M.Thompson (American Numismatic Society, New York 1961). L'acquisto è avvenuto tramite Internet presso un antiquario di Amsterdam. La cosa simpatica è che nelle pagine iniziali dell'opera in due volumi campeggia un timbro con l'indirizzo del precedente proprietario: "Prof. A.Alföldi, Spiez, Oberlandstr.,99". Ma chi era questo professore svizzero? Si tratta nientemeno che di un illustre numismatico nato a Budapest e trasferitosi in Svizzera! Ecco cosa dice di lui l'Enciclopedia on line Treccani: ALFÖLDI, Andreas Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948) di Tibor NACY ALFÖLDI, Andreas. - Archeologo, storico e numismatico, nato a Pomez (prov. di Pest) nel 1894. Dal 1927 professore di archeologia all'università di Debrecen e dal 1930 in quella di Budapest, attualmente risiede in Svizzera. Ha compiuto studî storici sull'impero romano, specialmente intorno alle figure di Gallieno, di Costantino e sugli Unni, e si è occupato anche della classificazione del materiale archeologico romano dell'Ungheria. Sue opere principali: Der Untergang der Römerherrschaft in Pannonien, I-II, Berlino e Lipsia 1924-26; Funden aus der Hunnenzeit und ihre ethnische Sonderung, in Archaeologia Hungarica, IX (1932);Zur Ausgestaltung der römischen Zeremoniellwesens, in Römische Mitteilungen, XLIX (1934), p. 1 segg.; The Festival of Isis at Rome under the Christian Emperors of the IVth Century, in Dissert. Pann., II, 7 (1937); Tracce del cristianesimo nell'epoca delle grandi migrazioni in Ungheria, Ist. di Studî Romani, Roma 1938;Antike Darstellungen zur Kenntnis der Kultur der eurasischen Reiterhirten, Budapest 1941; Daci e Romaní in Transilvania, Budapest 1940; inoltre i capitoli nella Cambridge Ancient History, XII (1939), p. 139 segg. Insomma, oltre all'orgoglio di possedere un'opera importante come quella della Thompson, il caso ha voluto riservarmi anche l'orgoglio di avere un testo utilizzato da un grande studioso!!!1 punto
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Se tutti avessero la padronanza della materia e non cercassero assolutamente le bullette, si vivrebbe tutti piu' sereni e si acquisterebbero MONETE non perizie.... Cosi', mi viene dal cuore, tu @@nando12 cosa acquisti?1 punto
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Grazie Simone, la divulgazione è molto importante e il tema e tutte le conferenze che si terranno sono veramente interessanti; trovare riuniti per l'occasione importanti studiosi, ricercatori e numismatici è una vera opportunità. Io credo che saranno tantissime le domande da porgere agli interlocutori. ..1 punto
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poche :crazy: ho tanti 9 cavalli ma sono tutti mb o alcuni bb,,, dovrebbero essere una decina... poi a breve arriveranno altre1 punto
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Infatti ci sono periti di serie a e periti di serie b. Come i grandi gioiellieri hanno cura e reputazione da difendere. Sono d'accordo sulla necessità di avere visione comune sui parametri di giudizio così come avviene per diamanti e altri preziosi. Onestamente trovo molto rigorosa la cng e soprattutto ben più indipendente nel business rispetto ai commercianti periti che per forza di cose sul proprio venduto rischiano di essere generosi.1 punto
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La forma dei punzoni dell'argento è un ottimo identificatore dell'età di queste medaglie. Il punzone con i dati del fabbricante è a forma di losanga ma non contiene all'interno il fascio, quindi non è certamente riconducibile al periodo fascista. Come si può ben vedere da questo sito: http://www.silvercollection.it/punzoniitaliani.htmlil punzone a forma di losanga, ma con un piccolo fascio tra il numero identificativo e la provincia, è stato usato dal 1934 al 1944. Nell'ottobre 1944 il fascio è stato eliminato, i punzoni a forma di losanga ma senza fascio sono quindi stati usati tra il 1944 e il 1968 (quando il punzone ha cambiato forma, diventando poligonale), quindi queste medaglie vanno datate a questo periodo.1 punto
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Ma quanto belle sono le pagine colorate dai TAG... :good: Arka1 punto
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Come anticipato vi presento la new entry la famosa widow mite. Pesa 1,55g ha segni di spatinatura ma la trovo graziosa. E adesso in cerca di una prutah di Ponzio Pilato accessibile tenuto conto che queste monetine comunque sono comuni....adesso voglio approfondire il tema...come affermiamo che la monetina in visione è proprio quella citata nel vangelo? come si arriva ad una conclusione quando all'epoca circolavano monetine di diversa tipologia? secondo me non c'è risposta. Comunque ecco la widow mite...1 punto
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Chiaramente appoggio in pieno @@cembruno5500, comunque la maggior parte dei periti usa il trattino - come conservazione intermedia, da quello che vedo. Certo.... non penso che ci voglia tanto ad uniformare questo valore o no????? Saluti1 punto
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Ciao a tutti! Posto in questa sezione per la prima volta Mentre curiosavo su alcune monete ungheresi mi sono soffermato su 1 korona 1896 Come la giudicate? Grazie per i vostri pareri Saluti miza1 punto
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Bellissima e ricca di fascino la moneta, davvero ben fatta la fotografia. Complimenti per entrambi i motivi. Il rovescio è davvero spettacolare.1 punto
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Sinceramente non so da dove sia uscita questa storia che il trattino tra due conservazioni stia ad indicare un grado di conservazione a metà o comunque compreso tra i due scritti; anche perché finora avevamo come giudizi intermedi l'aggiunta del + oppure della m (migliore) o del quasi quando si avvicinava al grado più alto.... Non siamo a livello della scala americana ma cerchiamo almeno di non complicarci la vita...1 punto
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Ciao, sono tutte e due dell'Impero tedesco dei primi anni del '900, 100 e 1.000 Marchi (stampate sino al 1910). http://www.banknote.ws/COLLECTION/countries/EUR/GER/GER-RBD.htm Artisticamente valide, due banconote meravigliose.... purtroppo comunissime, ne sono arrivate sino a noi in grandissima quantità ed in condizioni ottimali. Interessante la loro storia: http://it.wikipedia.org/wiki/Goldmark1 punto
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A volte vale più un falso d'epoca che un esemplare autentico1 punto
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Se servisse ben venga ma sinceramente non me lo vedo il ministro a compulsare le varie discussioni per cercare di capire qualcosa in piu della percezione che i cittadini hanno su come domo gestiti i beni culturali Forse un suo assistente con il quale instaurare un dialogo e che poi possa riferirgli in modo piu' sintetico sarebbe piu' efficace...1 punto
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Un dramma con chicco di grano a sx in posizione orizzontale (pag.71 post #1753) un altro, sempre a sx, in posizione verticale (post #1756) e quest'altro sotto il trono orizzontale. https://www.pecunem.com/auction-28- Lotto 331 punto
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http://www.lamoneta.it/tags/forums/Campania/ Zecche minori della Campania, comprese Gaeta e Sora. @@vox79 @@fedafa @@Rex Neap @@Gaetano95 (ex ermejoromanista) @@Reficul @@oedema1 punto
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Domanda e offerta. Gli ultimi anni è molta speculazione e rinnovato interesse, visto che comunque le tirature si sono alzate parecchio (restano comunque distanti dalle decine di milioni delle aquile americane). 25 Euro è un prezzo che ci sta, per questo ho abbandonato la serie un paio di anni fa. Io ne ho prese 5 del 2015 a $20 l'una, avevo dei buoni sconto da usare. In America siamo comunque intorno ai $25 nonostante sia l'ultima emissione. Per concludere, come detto in altre discussioni, voglio ripetere che è una delle serie più particolari e piacevoli. MM1 punto
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...si capisce sempre pochissimo....ma ci crediamo, dai!... ..Attento a non farci cader sopra il risotto!! :P1 punto
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Ancora con sta storia... Non é vero. Dipende dal Perito. Ora, capisco che Paolino ci terrebbe tanto che fosse uniformato per come preferisce lui (e anche a me non dispiacerebbe se ci fosse uniformità)... Ma così non é. L'uso del - o / é soggettivo e varia da perito a perito checchè uno ne voglia dire. Io, per esempio, lo uso al contrario da come da te descritto, ovvero lo uso COME LO USAVA TEVERE. Altrimenti sai quante "poche" monete esistono davvero con 1 punto intero di differenza sulla conservazione ? :) Andate sui siti dei Periti professionisti a leggere come chiudono. Ognuno fa "circa" a modo suo... Non ultimo addirittura usare scale diverse.1 punto
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Sono relativamente nuovo del forum , quindi , mi permetto di dare una mia personale , soggettiva e pertanto opinabile opinione . Per quanto i buoni propositi dietro ad una scelta siffatta , sono stati ben esposti , per me , la miscellanea che si è creata genera solo confusione . Se una persona vuole interessarsi , anche con la ripartizione delle e nelle sezioni competenti , può farlo : volere è potere , giusto ? Indubbiamente il fatto che , un utente si ritrovi in un bacino di discussioni , di monete molto più vasto può , certamente farlo avvicinare , non fosse solo per curiosità ad una certa tipologia , ma un conto è la curiosità , che potrebbe essere soddisfatta con un semplice clic , un conto è il cambio di una tipologia di collezione . Infine , per me , sarebbe meglio o comunque , consiglierei caldamente di ritornare ai vecchi ruoli , semplici ma ordinati . Salutando .1 punto
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Da Pavia a Ivrea, ma in questo caso per parlare della prima di Ivrea dovrò parlare necessariamente anche di Milano.... La prima moneta della zecca di Ivrea in termini cronologici di coniazione è un rarissimo denaro scodellato a nome di Federico I Barbarossa che imita il denaro imperiale scodellato milanese del II tipo, per intendersi quello coi trifogli, che oggi viene attribuito negli studi recenti di Marco Bazzini e Luca Ottenio, e in quello di Michael Matzke (anche se con un periodo più ristretto ), come coniato dal 1185 al 1240 circa fino a quando in pratica fu il denaro imperiale piano a sostituirlo. La moneta della zecca di Ivrea, seguendo per iconografia, tipologia e stile quella di Milano, deve essere datata quindi tra la fine del XII secolo e la prima metà circa del XIII secolo, comunque dopo il 1185. Le due monete hanno molte caratteristiche in comune : la scodellatura, la leggenda al diritto con FREDERICVS e nel campo IPRT ; al rovescio invece di MEDIOLANVM compare il segno di identità cittadino IPORIENSIS. Rimangono come segni di differenziazione per la moneta milanese la presenza di trifogli e globetti, per quella di Ivrea il fiore a quattro petali e globetti, ma certamente la similitudine tra le due monete, anche solo visiva, è evidente. da " La monetazione dell'Ivrea Comunale " di Mario Limido in Panorama Numismatico nr. 293, marzo 2014 DENARO IMPERIALE SCODELLATO, ZECCA DI IVREA ( da fine XII secolo a prima metà del XIII secolo circa ) Ag. , gr.0, 87, diametro 19 mm. D/ + FREDERICVS nel giro esterno, nel mezzo I . P . R . T . intorno a fiore a quattro petali R/ + IPO / RI . EN / SIS su tre righe, sopra e sotto due punti e fiore a quattro petali ( le due S sono coricate ) Bibl : CNI manca, MIR manca Provenienza : Gabinetto Numismatico e Medagliere di Milano, rif. Brera 560, n. inv. M.0.9.7781 ( si ringrazia per il permesso di pubblicazione il Gabinetto Numismatico e Medagliere di Milano )1 punto
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Si, certamente, la notizia celata dalla nota 56 è una notizia "bomba"......ma per un ristretto ambito di appassionati di numismatica moderna. Quindi è incomprensibile il motivo per il quale ci sia tutta questa reticenza......neanche si trattasse di un segreto militare. Perché non dare le risposte più volte richieste, pubblicare l'inventario delle monete rinvenute dentro i barili e dialogare con chi è interessato ad approfondire l'argomento? Si sta chiedendo qualcosa di potenzialmente 'destabilizzante'? Non penso. Ma allora perché questo atteggiamento? M.1 punto
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TAGLIO : 50 Cent. STATO : Slovenia TIRATURA 2007 : 32.400.000 (Vantaa-Finlandia) AUTORE : Miljenco Licul, Maja Licul e Janez Boljka. TEMA : Monte Triglav DATA DI EMISSIONE : 01/01/2007 MATERIALE: Nordic Gold (rame 89% - alluminio 5% - zinco 5% - stagno 1%) DIAMETRO : 24,25 mm SPESSORE : 2,38 mm PESO : 7,8 gr. CONTORNO : Rigato con zigrinatura spessa Monte Triglav (in italiano Monte Tricorno) è la vetta più alta della Slovenia (2864 m.), fu raggiunta la prima volta il 26 agosto 1778. Si trova sulle Alpi Giulie in mezzo al Parco Nazionale del Triglav, è considerato dai sloveni monumento nazionale. Il nome deriverebbe dalla sua forma a tre punte, Triglav significa per l'appunto "tre teste". Sulla sommità, dal 1895, si trova un caratteristico bivacco chiamato torre di Aljaz. Secondo la tradizione ogni sloveno almeno una volta nella vita dovrebbe salire sulla cima del Tricorno. Sulla moneta si nota che la cima è posta sotto la costellazione del Cancro, è corrispondente al segno zodiacale sotto il quale la Slovenia ha conquistato l'indipendenza (25 giugno 1991) e la scritta "Oj Triglav, moj dom" (Oh Tricorno, mia dimora). Sia il monte, che la costellazione del Cancro, sono impressi sullo stemma di Stato. Elementi che spiccano anche sulla bandiera nazionale, si evince da questo il forte legame della popolazione slovena verso questo monte e la propria terra.1 punto
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Museo diocesano, iniziamo con una cassaforte del XIV secolo, sculture lignee del XIV e XV secolo ed argenteria medievale di incredibile bellezza, tesori da sballo!1 punto
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Per quanto mi concerne, sposo anche io la definizione citata da Odjob....... In particolare il FDC può avere dei difetti di conio......poi questi eventuali difetti a mio avviso si possono riverberare sul prezzo, non sullo stato di conservazione......esemplificando: se una moneta è uscita dalla zecca con un conio stanco è FDC e tale rimane se non circola, ma varrà meno di un FDC esente da difetti.......tuttavia saranno ambedue al top della conservazione. Per quanto invece riguarda i famosi FDC Eccezionale et similia la ritengo una valutazione troppo soggettiva.........a questo punto ha più senso parlare di "miglior esemplare conosciuto"...... :D1 punto
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