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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/05/15 in tutte le aree

  1. Aggiungo la zecca di Castelseprio con questo tremisse coniato sotto Desiderio. Editions V. Gadoury > Auction 2013 Auction date: 30 November 2013 Lot number: 271 Price realized: 8,500 EUR (approx. 11,574 USD as of the auction date) Lot description: Barbares - Lombards - Desiderius 757-773 - Tremissis, Castelseprio, 757-773, AU 1.08g. Avers : DNDESIDIRIVS Croix potencée. Revers : FLAVIA SEBRIOI étoile à six rais. Ref : MIR 128, Bern 175, CNI 1/8. SUP, rarissime Starting Price: 7500 EUR Un altro esemplare, meno poroso: Nomisma - asta 45 lotto 583 CASTELSEPRIO Desiderio (757 - 773) Tremisse - CNI 1/8; MIR 128 AU (g 1,06) RRR Grading/Stato: SPL Buona giornata a tutti, Antonio
    6 punti
  2. Abbiamo visto i piccoli, grandi sogni dei giovani numismatici, ma ci sono anche altri sogni, tipo quelli di una comunità, in questo caso di Borgotaro. Su concessione del dott. Antonio Morello che ringrazio anche qui, posso pubblicare da Monete Antiche di gennaio - febbraio 2015, dalla rubrica " .....dalla redazione " " Il sogno di Borgotaro ", mi sembrava giusto divulgarlo anche sul forum perché la notizia era uscita sul forum nella sezione aste, spero di essere riuscito a comunicare per iscritto l'emozione che ho provato nel sapere questa storia reale di altri tempi, se fossi stato Pupi Avati avrei fatto un film e lo avrebbero meritato, non lo sono :blum: e ho scritto, certamente qui abbiamo dei valori, alti e virtuosi, speriamo ci siano in Italia tante altre Borgotaro.... P.S. Il file è quello che mi ha passato Morello, per rendere la lettura più agevole dovreste copiarlo e poi stamparlo....spero in buona lettura....
    4 punti
  3. Boh, capisco poco. Io ho acquistato 3 serie di Andorra, che dovrebbero arrivarmi a breve. Due le tengo, una terza sicuramente la venderò, non mi nascondo: collezionare è dispendioso, e se posso autofinanziarmi con una serie Andorrana per comprare quello che a me interessa non ci vedo niente di male. Detto questo, se ho preso queste 3 serie di Andorra è grazie a questo forum. Che ha segnalato il link su DelCampe per acquistarle nonostante fosse Natale (non ricordo chi fosse l'utente, ma lo ringrazio). Quando uscì il "paperopolese" però, in pochi ci hanno scommesso. Eppure le vendeva a 24 euro, il prezzo di emissione. Non era chiaro quanto volesse di spedizione, se 8, 10, 12 euro, forse 20 euro per chi prendeva 4-5 set. Sono cifre ridicole, mi sono detto, 4-5 euro di cresta a serie cosa vuoi che siano, è Andorra, mica la Germania! Per quanto ci siano 70.000 set, meglio un sito con feedback, un venditore con 3.000 feedback certamente riconosciuto da Andorra (dato che vendeva francobolli andorrani da DIECI anni su quel sito), che una zecca che non aveva minimamente comunicato alcuna modalità. Quanto ci rimetterò, 10 euro? 10 euro per 3 set? Per un ministato mi sembra una cifra talmente ridicola che non sto manco a discutere. Prendo e compro quello che sono disposto a rischiare... 2 serie per me e 1 per scommessa. Nel mio piccolo ho segnalato in pubblico l'affidabilità del venditore, ho scritto che secondo me era affidabile, ho comunicato il suo indirizzo (verificato), il fatto che avesse un IBAN francese (e che quindi era nel circuito SEPA), a tutti quelli che mi hanno scritto in privato ho detto che per me era sicuro al 100% e che era meglio rischiare: male che andava recuperavano i soldi. Questo venditore ne ha messe su Delcampe circa 100-150 credo. Si possono vedere contando le vendite che ha fatto. Ci sono amici del forum che ne hanno prese 1, 2, 3 come me. Un mio amico di un altro paese ne ha prese 5 (e ancora mi ringrazia per averglielo segnalato, è stato uno degli ultimi a sfruttarlo). Lui le ha vendute tra il 24 e il 26 dicembre, a botte di 25 a vendita. Poi una tornata il 12-13 gennaio, con spese di spedizione leggermente più alte (roba di 5-6 euro). Chi ha voluto scommettere 10 euro in più per avere una copertura di feedback di un sito serio come DelCampe è stato ripagato. Chi non ha voluto rischiare, ora lo rimpiange. In molti hanno fatto questioni di principio dicendo che Andorra le avrebbe emesse come zecca, che erano 70.000 serie. Secondo me alcune questioni di principio sono giuste, ma quando si parla di sovrapprezzi di 5-10 euro su uno stato così, secondo me la serenità di avere le serie vale assolutamente il prezzo. Cosa avrei (o avrebbe ognuno di noi che le ha comprate) dovuto fare, aprire una razzia? E quanto tempo avrei avuto per organizzarla, 10 ore? Le serie si volatilizzavano, le vendite duravano qualche ora ciascuna, ed era pure NATALE! Io le ho comprate nella pausa tra una tombola e l'altra. Qualcuno ci ha speculato. Un ex utente del forum (bannato da qui) ne ha comprate 39, certo lui se le rivende. Non c'era minimamente il tempo per organizzarla. Io sinceramente di comprarne 10 o 20 (spendendo 250-500 euro) in un colpo solo non me la sono sentita. E se poi il Governo di Andorra le avesse emesse a 30 euro comprese le spese di spedizione, chi me le ripagava le serie che avevo pagato in anticipo? Nessuno lo avrebbe fatto, sarebbe stato semplicemente FOLLE. Non c'erano i tempi, e non c'era margine di recupero per un rischio comunque alto (per me 500 euro sono una cifra enorme, non so per voi). Ripeto, io nel mio piccolo qui ho scritto tanti messaggi e ho cercato di fare chiarezza. C'è gente che 10 giorni fa voleva farsi ridare indietro i soldi dal Paperopolese, solo perchè non aveva ancora iniziato a spedire. Spero non lo abbia fatto, altrimenti sai le mani che si sta mangiando, pensa te.
    4 punti
  4. Un moderatore provvederà a spostarla sotto i tag NAPOLI e SICILIA. Se quella è fdc eccezionale e per di più di presentazione questa come si potrebbe definire?
    4 punti
  5. Certo che un minimo di grazia nel chiedere non guasterebbe, ti ricordo @@Gabriele1996 che questo forum non è una caserma, ( ma se sei del 1996 manco l'hai viste le caserme!) e gli ordini non si danno. Hai anche sbagliato la sezione essendo una medaglia papale avresti dovuto inserirla nella relativa sezione. saluti. TIBERIVS
    3 punti
  6. Considerazione ad alta voce: io che sono appassionato di epigrafia rabbrividisco nel vedere come vengano riscritte ex novo certe legende. Almeno almeno si studiassero di imitare il tratteggio antico delle lettere!
    3 punti
  7. l'hai appena comperato è già pensi di venderlo? .. sui 30/35 euro
    3 punti
  8. Dal nostro catalogo "Una delegazione genovese si reca a Norimberga dove viene ricevuta da Corrado II di Svevia, Re dei Romani (Sacro Romano Impero della Nazione Germanica)... ... Corrado concede ai Genovesi il privilegio di battere moneta, con apposito diploma, in cui viene specificata la data del 1138. Per i Genovesi fu un vero motivo di orgoglio ed in segno di ringraziamento dedicarono a Corrado, per ben 500 anni, il Rovescio delle monete. Costituiva il soggetto del diritto delle monete il "Castello genovese", e lo fu ininterrottamente per 5 secoli. Castello a 3 torri, ma anche porta a due battenti con probabile riferimento al nome stesso di Genova (IANVA = porta). La prima moneta battuta fu il "denaro" (moneta in mistura argento-rame che rappresenta la dodicesima parte del soldo, a sua volta ventesima parte della lira) e la medaglia (o mezzo denaro)." Questa è l'esemplare della mia collezione che dovrebbe datare attorno al 1200.
    3 punti
  9. Per restare in Emilia..... andiamo a Ferrara. Il Bellesia cita che che il comune nel 1164 ottenne da Federico I la conferma di tutti i privilegi già ottenuti con l'aggiunta di altri privilegi....nel diploma in questione non si accenna esplicitamente al diritto di battere moneta ma tutti gli autori, dal Muratori in poi (Bellesia compreso), considerano questo l'atto che pose il primo germe per la nascita della zecca di Ferrara. La prima citazione documentale di monete ferrarese viene fatta risalire dal Bellini a documenti del 1187, molti anni dopo l'ipotizzata concessione imperiale. La prima moneta emessa dalla zecca ferrarese fu il denaro imperiale o Ferrarese (anche Ferrarino).il cui valore era pari ad un dodicesimo del soldo ferrarese che, a detta del Bellini, rimase però come moneta ideale ed immaginaria. La moneta al dritto riporta nel giro la legenda INPERATOR, nel campo le lettere F.D.R.C. che fanno esplicito riferimento alla concessione dell'imperatore Federico I. al verso, nel giro la legenda FERARIA, nel campo la croce dritto (ex asta Artemide) verso a presto Mario
    3 punti
  10. Salve a tutti, il 2015 per me è iniziato con queste due monetine acquistate pochi giorni fa...Il primo coronato è del tipo con busto e croce, senza sigla con ritratto giovanile, riportato nel PR al numero 13. Il secondo invece è con l'arcangelo e con sigla T dietro il busto, PR 17b anche se con l'angelo inciso non di prospetto ma in "movimento"...ecco le foto...cosa ne pensate? il primo il secondo Gaetano
    2 punti
  11. Salve, volevo farvi conoscere una circostanza davvero singolare. Circa 7 anni fa ho comprato l'opera "The New Style Silver Coinage of Athens" di M.Thompson (American Numismatic Society, New York 1961). L'acquisto è avvenuto tramite Internet presso un antiquario di Amsterdam. La cosa simpatica è che nelle pagine iniziali dell'opera in due volumi campeggia un timbro con l'indirizzo del precedente proprietario: "Prof. A.Alföldi, Spiez, Oberlandstr.,99". Ma chi era questo professore svizzero? Si tratta nientemeno che di un illustre numismatico nato a Budapest e trasferitosi in Svizzera! Ecco cosa dice di lui l'Enciclopedia on line Treccani: ALFÖLDI, Andreas Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948) di Tibor NACY ALFÖLDI, Andreas. - Archeologo, storico e numismatico, nato a Pomez (prov. di Pest) nel 1894. Dal 1927 professore di archeologia all'università di Debrecen e dal 1930 in quella di Budapest, attualmente risiede in Svizzera. Ha compiuto studî storici sull'impero romano, specialmente intorno alle figure di Gallieno, di Costantino e sugli Unni, e si è occupato anche della classificazione del materiale archeologico romano dell'Ungheria. Sue opere principali: Der Untergang der Römerherrschaft in Pannonien, I-II, Berlino e Lipsia 1924-26; Funden aus der Hunnenzeit und ihre ethnische Sonderung, in Archaeologia Hungarica, IX (1932);Zur Ausgestaltung der römischen Zeremoniellwesens, in Römische Mitteilungen, XLIX (1934), p. 1 segg.; The Festival of Isis at Rome under the Christian Emperors of the IVth Century, in Dissert. Pann., II, 7 (1937); Tracce del cristianesimo nell'epoca delle grandi migrazioni in Ungheria, Ist. di Studî Romani, Roma 1938;Antike Darstellungen zur Kenntnis der Kultur der eurasischen Reiterhirten, Budapest 1941; Daci e Romaní in Transilvania, Budapest 1940; inoltre i capitoli nella Cambridge Ancient History, XII (1939), p. 139 segg. Insomma, oltre all'orgoglio di possedere un'opera importante come quella della Thompson, il caso ha voluto riservarmi anche l'orgoglio di avere un testo utilizzato da un grande studioso!!!
    2 punti
  12. L’imperatore Claudio circa nel 42 d.C. inizio’ i lavori di costruzione di un grande porto marittimo che sorse a circa 3 km. a Nord della foce del Tevere dove oggi si trova il complesso dell’ Aeroporto Intercontinentale di Fiumicino , l’ antica Portus , che ne ricopre in parte le antiche strutture ed e’ sede di un piccolo Museo del Porto e delle Navi ; l’ opera fu terminata da Claudio , ma il Porto venne inaugurato nel 64 d.C. sotto il principato di Nerone che emise per l’ occorrenza monete celebrative , tra cui il famoso , raro e ricercato Sesterzio con la bellissima stilizzazione al rovescio del Porto di Claudio . Questo Porto andava a sostituire l’ antico e piccolo Porto di Ostia ormai insufficiente per le esigenze della grande metropoli e quello di Pozzuoli in Campania che fino ad allora provvedeva in gran parte alle derrate alimentari di Roma che da li raggiungevano Roma via terra . Qui attraccavano le grandi navi onerarie che giungevano da tutto il Mediterraneo e il loro carico veniva poi trasbordato sulle imbarcazioni fluviali adatte alla risalita del Tevere fino a Roma , oppure una volta scaricate venivano poi caricate su carri e percorrevano il tragitto fino a Roma percorrendo la Via Ostiense o la Via Portuense . Tutto il bacino portuale di Claudio si estendeva per 150 ettari , fu scavato in parte nella terra ferma e in parte era racchiuso verso il mare da due moli curvilinei che tendevano ad unirsi dalla parte del mare aperto verso l’ingresso del Porto . Qui proprio d’avanti l’ ingresso fu creata un’isola artificiale poi marmorizzata sulla quale sorgeva un gigantesco faro , forse ripreso come struttura dal celebre faro di Alessandria d’Egitto che segnalava , come quello , ai naviganti l’ingresso del bacino claudiano . La costruzione di questa isola artificiale e del faro si attuò con il riempimento e il conseguente affondamento di una enorme nave da carico che aveva trasportato dall'Egitto il grande Obelisco utilizzato per decorar la spina del Circo Vaticano di Caligola . Due canali artificiali “fossae” ricordate da un’iscrizione del 46 d.C. servivano per il collegamento tra il mare , il Porto di Claudio e il Tevere . Le fondazioni del molo destro sono ancor oggi visibili alle spalle del Museo delle Navi nel recinto dell’ Aeroporto per un’estensione di circa un chilometro verso occidente . Mentre sulla banchina che delimitava il bacino portuale verso terra sono visitabili alcune delle strutture funzionali pertinenti al porto , realizzate, però, in un’epoca posteriore all’impianto di Claudio. L’ insabbiamento progressivo cui il Porto andava soggetto con la conseguente difficoltà di ingresso al bacino e di ormeggio delle navi specialmente le onorarie , essendo l’ ingresso forse troppo avanti nel mare con il conseguente accumulo di detriti sabbiosi lungo gli imponenti bracci e isola , spinsero l’imperatore Traiano a costruire, appena 40 anni dopo (100 e il 112 d.C.), un nuovo bacino più interno , chiamato appun to Porto di Traiano ; il Porto di Claudio continuó, comunque, ad essere utilizzato come riparo delle navi in rada . Il problema dell’ insabbiamento e del costo enorme dell’ opera , oltre ai costanti sedimenti trasportati dal Tevere , problematiche che gli ingegneri di Claudio gia’ conoscevano bene tanto che avevano dato parere sfavorevole al compimento della gigantesca opera portuale , resero la vita del Porto di Claudio estremamente breve , pochi decenni , almeno per lo scopo per il quale era stato ideato . Infatti Traiano pochi decenni dopo provo’ a costruire il suo Porto piu’ all’ interno , usando il Porto di Claudio come baluardo contro mareggiate e insabbiamenti , ma tutto fu inutile , anche il suo Porto non pote’ reggere contro la natura del fondale marino sabbioso e dei sedimenti trasportati costantemente dal Tevere ; nonostante opere continue di manutenzione del fondale marino interno ai due Porti , questi furono utilizzati , finche’ queste opere manutentive furono mantenute attive , ma verso la fine dell’ Impero quando quasi tutto rallento’ o si fermo’ , anche il Porto di Traiano di forma esagonale con 358 metri per ogni lato e profondo oltre 5 metri , si insabbio’ definitivamente . Tutto il complesso portuale subì distruzioni a cominciare dagli attacchi di Alarico nel 408 e dei Vandali di Genserico nel 455 , ma si riprese ; Cassiodoro descrive i Porti con molte navi ormeggiate alle banchine ed anche Procopio di Cesarea , nel VI secolo la descrive come una città portuale ancora fiorente , poi l'invasione dei Goti di Vitige del 537 diede il colpo finale e i due Porti cessarono in pratica di funzionare al massimo delle loro potenzialita’ . Il Museo Archeologico di Fiumicino aperto nel 1979 , contiene un’importante collezione di cinque imbarcazioni antiche di età imperiale romana rinvenute nell’invaso del Porto di Claudio . E’ un museo didattico, con apparati descrittivi di grande valore ed attualità (tecniche costruttive, rotte commerciali, vita a bordo, ecc.) , purtroppo e’ chiuso da vari anni . Ai giorni nostri i due antichi Porti sono distanti dalla attuale costa marittima circa tre chilometri , a dimostrazione di quanto il Tevere con i suoi sedimenti in duemila anni abbia spostato in avanti l’ antica costa . A conclusione un passo di Svetonio dove nella Vita di Claudio parla di questa opera , Tomo XX , 3 : “Costrui’ il Porto di Ostia , facendolo circondare a destra e a sinistra da due moli e facendo innalzare una diga per sbarrarne l’entrata dove le acque erano piu’ profonde e per poterne rendere piu’ stabili le fondamenta . Dapprima fece affondare la nave con cui era stato trasportato dall’ Egitto il grande Obelisco (del Circo di Caligola) , poi piantativi sopra dei pilastri vi fece costruire una torre altissima , destinata come quella di Alessandria ad illuminare con i suoi fuochi notturni il cammino delle navi” E un passo di Cassio Dione , Libro LX , Tomo XI , 3 , 4 e 5 : “ 3.Essendo dunque al corrente di questa situazione Claudio si accinse a costruire un Porto e non cambio’ idea neppure quando nel momento in cui egli chiese un preventivo della spesa , gli Architetti gli risposero : <<Tu non devi costruirlo>> ; cosi’ essi sperarono che se avesse saputo in anticipo l’ enormita’ della spesa ne sarebbe stato dissuaso ; tuttavia volle comunque prendere in considerazione un’opera all’altezza della gloria e della grandezza di Roma e la porto’ a compimento . 4. Innanzitutto dopo aver scavato un tratto non piccolo di terra costrui’ un molo lungo tutta la parte circostante dello scavo e allago’ l’ area facendovi entrare l’acqua del mare , in mezzo al quale realizzo’ un’isola e su di essa una torre provvista di segnale luminoso. 5. Questo Porto dunque , quello che ancora oggi viene chiamato con il nome locale (Ostia) venne realizzato da Claudio a quel tempo………..”
    2 punti
  13. E aggiungiamo il tipo 7. Un globetto sotto il gomito sinistro e un globetto sotto il gomito destro. (vendita Del Campe) la situazione: 2 3 4 5 6 7 9 11 12 13 14 15 16 19 22 24 29 30 31 32 33 Avanti un altro! Mario
    2 punti
  14. @@Cosimodamianog ciao.. beh ! vedo che sei molto interessato al valore venale.... :whome: Allora, . i fattori che determinano il valore di una moneta antica sono la rarità ( o la presenza sul mercato) e la conservazione. Le monete romane in bronzo, in particolare vengono rivalutate molto in base alla patina formatosi nel corso dei secoli attraverso l'azione degli agenti atmosferici. Molte volte causa una errata pulizia della moneta, la stessa viene deprezzata dal valore numismatico. In ogni caso nell'animo del vero collezionista, sul semplice piacere estetico o sull'investimento, deve prevalere l'interesse culturale. Una moneta è semplice testimonianza di storia , d'arte e di economia ,nonchè di costume. Ogni moneta, racchiude un messaggio e per questo va rispettata curata e conservata a prescindere dal valore commerciale.
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  15. "Ripeto: perchè non si vendono questi oggetti a qualche museo all'estero che li compra, li cataloga e poi li espone?" Semplice: perché la legge attuale non lo consente. E non mi pare che ci sia alcuna intenzione di cambiarla. M.
    2 punti
  16. Premesso che è una moneta da veder in mano, esaminandola dalle foto direi SPL+/qFDC. Quelle postate da @@Il*Numismatico e @@francesco77 sono un'altra storia!!
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  17. Come promesso e ringraziando ancora il dott. Antonio Morello per il permesso di pubblicarlo anche sul forum ecco " Il sogno di Borgotaro " dalla rubrica " .....dalla redazione " di Monete Antiche di gennaio -febbraio 2015, spero di essere riuscito a comunicare bene l'emozione che ho provato nel sapere tutto questo, certamente ritengo utile che sia divulgata questa storia reale che rappresenta poi un valore....un valore che ha avuto una comunità.... P.S. Vi consiglio per una migliore lettura di stamparlo....
    2 punti
  18. Purtroppo non potrò essere presente,in quanto anche a Torino si svolge un convegno numismatico con mostra e dibattiti. Un vero peccato!!!!! Blaise
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  19. Qui ci sono abbastanza stemmi ... per chi volesse passare del tempo.
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  20. Ciao Francesco, infatti ti chiedevo della medaglia disegnata sullo studio del Bovi perche' io non l' avevo mai vista prima, e come tu mi confermi rimase solo sulla carta. Purtroppo nella mia collezione medadaglie di Francesco II non ce ne sono.....con quello che costano. Circa una decina di anni, ne acquistai una (quella dell' assedio coniata a Roma da Zaccagnini) ........... ma "puzza ancora di zolfo" hahahaha
    2 punti
  21. L'Italia potrebbe guadagnare un sacco di soldi vendendo a prezzi di mercato (non svendendo) i reperti archeologici ripetitivi, soprattutto monete comuni, cocci di anfore,... Basterebbe una modifica legislativa, non si tratta di cambiare la Costituzione. Ma per l'immaginario collettivo ogni coccio o denario romano è un reperto archeologico di valore inestimabile e temo che una simile legge risulterebbe molto impopolare ai non addetti al settore (vendere la storia ai privati? un altro favore ai soliti ricchi, meglio lasciarli a marcire nei musei che però sono di tutti).
    2 punti
  22. Bellissima Agrippina @@eliodoro, complimenti! Nonostante la conservazione conserva tutto il suo fascino e la moneta trasuda antichità e originalità, grazie al fatto che non è stata vandalizzata e ci è arrivata quasi integra. Ottimo rilievo tra l'altro per il ritratto, cosa non scontata per questo nominale anche in conservazioni piu' alte. Si puo' assolutamente collezionare in BB o in MB, ma con assennatezza e discernimento ricercando monete come questa, che hanno preservato il loro valore storico attraverso i secoli. Il problema è che una moneta come questa al giorno d'oggi ha molte piu' probabilità di finire nelle mani sbagliate, e di tramutarsi immediatamente in un esemplare vandalizzato come quello del post iniziale di Quadriga...
    2 punti
  23. Buona giornata Oggi mettiamo nel carniere il Grosso censito dal Papadopoli al nr. 9, in vendita presso "Medaglie & Monete di Ottolini Marco Alfredo" http://www.medagliemonete.it/product.php?id_product=2794 Un pallino al lato destro della gamba destra del Redentore e uno a lato del Suo piede sinistro. (Scusate ma non mi è riuscito di postare le immagini) Saluti luciano
    2 punti
  24. SAN FRANCESCO DI PAOLA e SAN CRISTOFORO - L'immagine di Francesco è quella del miracolo che dovendo attraversare lo stretto di Messina, chiese a un pescatore se li traghettasse all'altra sponda, poichè non potevano pagarlo il pescatore rifiutò. Francesco senza scomporsi legò il mantello al bastone come una vela, salì coi due frati e attraversò lo stretto. Miracolo di Francesco tra i più famosi. Grosso formato, XVIII secolo, ottone, mm. 36x40 - Produzione ignota
    2 punti
  25. TAGLIO : 5 cent STATO : Italia ANNO : 2002/... AUTORE : Ettore Lorenzo Frapiccini TEMA : Colosseo DATA DI EMISSIONE : 01/01/2002 MATERIALE : Acciaio placcato con rame (acciaio 94,35% - rame 5,65%) DIAMETRO : 21,25 mm SPESSORE : 1,67 mm PESO : 3,9 gr. CONTORNO : Liscio tirature: 2002 - 1.341.442.204 2003 - 1.844.000 2004 - 9.925.000 2005 - 69.943.900 2006 - 118.951.700 2007 - 84.955.490 2008 - 89.956.400 2009 - 84.953.900 2010 - 67.618.000 2011 - 36.958.000 2012 - 75.971.010 2013 - 79.975.180 2014 - 39.969.000 Chiamato dagli antichi Romani, "Anphitheatrum Flavlum" (Anfiteatro Flavio), il Colosseo è il più famoso e imponente monumento della Roma Antica, nonchè il più grande anfiteatro del mondo. Il nome è sicuramente legato alle grandi dimensioni dell'edificio ma deriva, soprattutto, dal fatto che nelle vicinanze era presente una statua colossale di Nerone in bronzo. Nel 1990, il Colosseo, insieme a tutto il Centro storico di Roma, le Zone extraterritoriali del Vaticano in Italia e la Basilica di San Paolo fuori le mura, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO, mentre nel luglio del 2007 è stato inserito fra le Nuove sette meraviglie del mondo. La costruzione iniziò nel 70 sotto l'imperatore Vespasiano, della dinastia flavia. I lavori furono finanziati, come altre opere pubbliche del periodo, con il provento delle tasse provinciali e il bottino del saccheggio del tempio di Gerusalemme (70 d.C.). L'area scelta era una vallata tra la Velia, il colle Oppio e il Celio, in cui si trovava un lago artificiale (lo stagnum citato dal poeta Marziale) fatto scavare da Nerone per la propria Domus Aurea. Questo specchio d'acqua, alimentato da fonti che sgorgavano dalle fondazioni del Tempio del Divo Claudio sul Celio, venne ricoperto da Vespasiano con un gesto "riparatorio" contro la politica del "tiranno" Nerone che aveva usurpato il terreno pubblico, e destinato ad uso proprio, rendendo così evidente la differenza tra il vecchio ed il nuovo principato. Vespasiano fece dirottare l'acquedotto per uso civile, bonificò il lago e vi fece gettare delle fondazioni, più resistenti nel punto in cui sarebbe dovuta essere edificata la cavea. Vespasiano vide la costruzione dei primi due piani e riuscì a dedicare l'edificio prima della propria morte nel 79. L'edificio era il primo grande anfiteatro stabile di Roma, dopo due strutture minori o provvisorie di epoca giulio-claudia (l'amphiteatrum Tauri e l'amphiteatrum Caligulae) e dopo ben 150 anni dai primi anfiteatri in Campania. Tito, aggiunse il terzo e quarto ordine di posti e inaugurò l'anfiteatro con cento giorni di giochi, nell'80. Poco dopo, il secondo figlio di Vespasiano, l'imperatore Domiziano, operò importanti modifiche, completando l'opera ad clipea (probabilmente degli scudi decorativi in bronzo dorato), aggiungendo forse il maenianum summum in ligneis e realizzando i sotterranei dell'arena: dopo il completamento dei lavori non fu più possibile tenere nell'anfiteatro delle naumachie (rappresentazioni di battaglie navali), che invece le fonti riportano per l'epoca precedente. Contemporaneamente all'anfiteatro furono innalzati alcuni edifici di servizio per i giochi: i ludi (caserme e luoghi di allenamento per i gladiatori, tra cui sono noti il Magnus, il Gallicus, il Matutinus e il Dacicus), la caserma del distaccamento dei marinai della Classis Misenensis (la flotta romana di base a Miseno) adibiti alla manovra del velarium (castra misenatium), il summum choragium e gli armamentaria (depositi delle armi e delle attrezzature), il sanatorium (luogo di cura per le ferite dei combattimenti) e lo spoliarum un luogo in cui venivano trattate le spoglie dei gladiatori defunti in combattimento Facciata esterna La facciata esterna (alta fino a 48,50 m) è in travertino e si articola in quattro ordini, secondo uno schema tipico di tutti gli edifici da spettacolo del mondo romano: i tre registri inferiori con 80 arcate numerate, rette da pilastri ai quali si addossano semicolonne, mentre il quarto livello (attico) è costituito da una parete piena, scandita da paraste in corrispondenza dei pilastri delle arcate. Nei tratti di parete tra le lesene si aprono 40 piccole finestre quadrangolari, una ogni due riquadri (nei riquadri pieni dovevano trovarsi i clipei bronzei), e immediatamente sopra il livello delle finestre vi sono collocate tre mensole sporgenti per ogni riquadro, nelle quali erano alloggiati i pali di legno che venivano utilizzati per aprire e chiudere il velarium, il telo di copertura che riparava gli spettatori, manovrato da un distaccamento di marinai della flotta di Miseno e probabilmente ancorato a terra alla serie di cippi inclinati che ancora oggi è visibile, in parte, esternamente al limite della platea basamentale in travertino (visibili quelli sul lato verso il Celio). Al secondo e terzo livello gli archi sono bordati da una parapetto continuo, in corrispondenza del quale le semicolonne presentano un dado come base. Le semicolonne e le lesene dei quattro ordini hanno a partire dal basso capitelli tuscanici, ionici, corinzi e corinzi a foglie lisce. I primi tre ordini ripetono la medesima successione visibile sulla facciata esterna del teatro di Marcello. Le raffigurazioni monetarie ci tramandano la presenza di quattro archi alle terminazioni delle assi dell'ellisse della pianta, ornati da un piccolo protiro marmoreo. Arena e ambienti di servizio sottostanti L'ARENA L'arena ellittica (86 × 54 m) presentava una pavimentazione parte in muratura e parte in tavolato di legno, e veniva ricoperta da sabbia, costantemente pulita, per assorbire il sangue delle uccisioni. Era separata dalla cavea tramite un alto podium di circa 4 m, decorato da nicchie e marmi e protetto da una balaustra bronzea, oltre la quale erano situati i sedili di rango. Sotto l'arena erano stati realizzati ambienti di servizio, articolati in un ampio passaggio centrale lungo l'asse maggiore e in dodici corridoi curvilinei, disposti simmetricamente sui due lati. Qui si trovavano i montacarichi che permettevano di far salire nell'arena i macchinari o gli animali impiegati nei giochi e che, in numero di 80, si distribuivano su quattro dei corridoi: i resti attualmente conservati si riferiscono ad un rifacimento di III o IV secolo. Tuttavia è ancora possibile fare un confronto con i sotterranei dell'Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, realizzato dagli stessi architetti del Colosseo, in modo da avere un'idea di come potevano essere in epoca romana i sotterranei del Colosseo: a Pozzuoli infatti sono tuttora visibili gli ingranaggi che i Romani utilizzavano per sollevare le gabbie contenenti belve feroci sull'arena. Le strutture di servizio sottostanti all'arena erano fornite di ingressi separati: gallerie sotterranee all'estremità dell'asse principale davano accesso al passaggio centrale sotto l'arena, ed erano utilizzate per l'ingresso di animali e macchinari; due ingressi monumentali con arcate sull'asse maggiore davano direttamente nell'arena ed erano destinate all'ingresso dei protagonisti dei giochi (la pompa), gladiatori ed animali troppo pesanti per essere sollevati dai sotterranei; l'arena era accessibile per gli inservienti anche da passaggi aperti nella galleria di servizio che le correva intorno sotto il podio del settore inferiore della cavea. Alla galleria si arrivava dall'anello più interno, lo stesso che utilizzavano i senatori per raggiungere i propri posti. CURIOSITA' NUMISMATICHE Curiosità numismatiche: Il Colosseo è stato raffigurato già precendentemente su di un altra moneta ma in epoca assai più antica, si tratta del sesterzio voluto da Tito per celebrarne la sua costruzione Tito, sesterzio, Roma 80-81 d.C. Tito su sella curule attorniato da armi. R/ Il Colosseo. ALTRE RAFFIGURAZIONI Alessandro Severo, sesterzio, Roma 223 d.C. Alessandro Severo. R/ il Colosseo. Gordiano, medaglione, Roma 242-23 dC. Gordiano. R/ Il Colosseo
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  26. Da Pavia a Ivrea, ma in questo caso per parlare della prima di Ivrea dovrò parlare necessariamente anche di Milano.... La prima moneta della zecca di Ivrea in termini cronologici di coniazione è un rarissimo denaro scodellato a nome di Federico I Barbarossa che imita il denaro imperiale scodellato milanese del II tipo, per intendersi quello coi trifogli, che oggi viene attribuito negli studi recenti di Marco Bazzini e Luca Ottenio, e in quello di Michael Matzke (anche se con un periodo più ristretto ), come coniato dal 1185 al 1240 circa fino a quando in pratica fu il denaro imperiale piano a sostituirlo. La moneta della zecca di Ivrea, seguendo per iconografia, tipologia e stile quella di Milano, deve essere datata quindi tra la fine del XII secolo e la prima metà circa del XIII secolo, comunque dopo il 1185. Le due monete hanno molte caratteristiche in comune : la scodellatura, la leggenda al diritto con FREDERICVS e nel campo IPRT ; al rovescio invece di MEDIOLANVM compare il segno di identità cittadino IPORIENSIS. Rimangono come segni di differenziazione per la moneta milanese la presenza di trifogli e globetti, per quella di Ivrea il fiore a quattro petali e globetti, ma certamente la similitudine tra le due monete, anche solo visiva, è evidente. da " La monetazione dell'Ivrea Comunale " di Mario Limido in Panorama Numismatico nr. 293, marzo 2014 DENARO IMPERIALE SCODELLATO, ZECCA DI IVREA ( da fine XII secolo a prima metà del XIII secolo circa ) Ag. , gr.0, 87, diametro 19 mm. D/ + FREDERICVS nel giro esterno, nel mezzo I . P . R . T . intorno a fiore a quattro petali R/ + IPO / RI . EN / SIS su tre righe, sopra e sotto due punti e fiore a quattro petali ( le due S sono coricate ) Bibl : CNI manca, MIR manca Provenienza : Gabinetto Numismatico e Medagliere di Milano, rif. Brera 560, n. inv. M.0.9.7781 ( si ringrazia per il permesso di pubblicazione il Gabinetto Numismatico e Medagliere di Milano )
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  27. ecco il ritrovamento ECCEZIONALE di Loz: COMPLIMENTI!!!!!!!!!!!!!!! :good: :good: :good: Taglio: 2 cent Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 373.400 Condizioni: BB+ Città: Cuneo
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  28. Bologna presente Questo bolognino piccolo, pur essendo stato coniato per quasi 200 anni e' considerato uno dei primi tipi in base ai rinvenimenti di ripostigli. Bolognino piccolo in mistura 1191-1236 D / +ENRICIIS, nel campo I.P.R.T in croce attorno a globetto R / +BO.N (cuneo)O.NI, nel campo A di prima maniera tra quattro globetti CNI 1,3 Chimienti 2 R3 per via del cuneo, secondo Chimienti che e' l'autore di riferimento per questa monetazione. PS questa piccolina pesa meno di mezzo grammo e splende come in foto
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  29. Ecco il mio contributo: Zecca di Piacenza PIACENTINO ANTICO (1140-1162) Si tratta della prima emissione dell’età comunale da parte della zecca di Piacenza. Rispetto ai successivi mezzani, riconducibili alla medesima tipologia, si differenzia per lo stile dei caratteri (assai più “arcaici”), per il peso (che dovrebbe essere di circa 1,0 – 1,1 grammi) e per il titolo in argento (sicuramente superiore a 500 millesimi). Sono a conoscenza di soli 4 esemplari (uno al British Museum di Londra e 3 in due collezioni private).
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  30. Una versione romanzata , ma non priva di una sottesa verità , un momento commovente per chi , come il generale Nunziante si ritrovò ad essere attendente di quel Re che ora , si trovava difronte al suo plotone d'esecuzione . Molto si è detto , e molto ancora si dirà , dal suo coraggio e alla sua gloria al momento in cui , voltò le spalle all'Impero , un gesto che , medita riflessione . Da poco l'Impero si è dissolto, ed a tante glorie , successi , onori militari di ogni singolo soldato , segue la dissoluzione dei reparti napoleonici , così a Milano [ di cui si ritroveranno gli esempi poi , del generale Teodoro Lechi ] , poi a Napoli , città nella quale , un Re , peraltro francese divenne napoletano . Ognuno di loro in cuor suo , manteneva una certa affezione , o comunque un certo sentimento nei suoi confronti , ad eccezione , s'intende di coloro i quali , furono i principali attori dell'arresto dell'ex Re di Napoli , costretto , per forza degli eventi , pagando ora il tradimento dell'ottobre 1813 , a ritornare , dalla Corsica , con un pugno di uomini alla conquista del suo regno . Era la domaenica dell'otto ottobre dell'anno 1815 , quando , dopo una faticosa navigazione , il Re Gioacchino , circondato dai suoi fedelissimi , sbarca nella spiaggia di Marina di Pizzo . Qui , accolto con una certa affezione dai cittadini del luogo , è seppur stanco ed avvilito dai recenti fatti accaduti , spronato a proseguire , la sua ultima avventura . Si avviano man mano dalla spiaggia , ove sono sbarcati , ad una località vicina , chiamata " Perrera " [ chi del luogo o comunque stato , saprà specificare meglio del sottoscritto ] , ed è qui che , il capitano Trentacapilli , fedelissimo borbonico , da poco ripristinato nel suo grado , raggiunge il manipolo di uomini , ed intima loro l'arresto . Un battibecco verbale che sfocia nell'estrazione reciproca delle pistola , la folla si accalca , la tensione sale , il Re ordina di non rispondere al fuoco ed esprime chiaramente la sua volontà di parlamentare , onde evitare spargimenti inutili di sangue . Il capitano , rozzo nei modi , lo ingiuria , lo offende , lo sbeffeggia . Il clima si surriscalda , il gruppo non può fronteggiare una situazione siffatta e così , decidono di reimbarcarsi , tentativo il quale , non riesce a funzionare , solo l'intervento poi , del conte Alcalà e del duca dell'infatado , riescono a far desistere la folla dal proseguire oltre , all'ingiuria . L'ex Re , viene arrestato e , previo avvertimento del generale Nunziante , inviato nella fortezza del coccodrillo , sita nella città di Pizzo . Qui , in meno di un giorno e mezzo , oltraggiato , derubato dallo stesso Trentacapilli , zelante ufficiale , sopratutto negli oltraggi ; riceve , la notizia della sua condanna a morte , mediante fucilazione . Una commissione , creata in fretta e furia dal sovrano restaurato , ora piegato all'invadenza inglese , decide per tale sentenza , riconoscendolo " nemico pubblico". [ quanta legalità in questa sentenza ?] Nei giorni che susseguono la prigionia , pochi , visto che il nemico è assai scomodo , sopratutto per ciò che rappresenta , ha il tempo per dare spazio all'uomo e mettere da parte sia il soldato che il re . Arriviamo al giorno 13 ottobre , data nella quale il Re Gioacchino riceve , prima il generale Nunziante , al quale recapita una lettera contenente una ciocca dei suoi splendidi capelli , per ricordo ai suoi figli ( Achille e Luciano ) ed una lettera per sua moglie Carolina : Cara Carolina del mio cuore, l’ora fatale è arrivata, morirò con l’ultimo dei supplizi, fra un’ora tu non avrai più marito e inostri figli non avranno più pa­dre. Ricordatevi di me e tenetemi sempre nella vostra memoria. Muoio innocente e la vita mi è tolta da una sentenza ingiu­sta. Addio mio Achille; Addio mia Letizia. Addio mio Luciano; Addio mia Luisa. Mostratevi degni di me; vi lascio in una terra e in reame pie­no di miei nemici; mostratevi superiori alle avversità e ricorda­tevi di non credervi più di quanto siete, pensando a ciò che sie­te stati. Addio, vi benedico. Non maledite mai la mia memoria; ri­cordatevi che il più grande dolore che provo nel mio supplizio è di morire lontano dai miei figli, da mia moglie e di non avere nessun amico che possa chiudermi gli occhi. Addio, mia Carolina, addio figli miei; ricevete la benedizio­ne eterna, le mie calde lacrime ed i miei ultimi baci. Addio, Addio. Non dimenticate il vostro infelice padre! Così si congeda l'uomo Murat , mentre il soldato , darà dignità all'ultimo atto della sua vita . Nel colloquio con il generale Nunziante , al quale oltre a dare la lettera , riceve anche l'ora , alla quale avverrà l'esecuzione , chiede , di poter comandare il suo plotone . Il generale in questione , acconsente e , dopo una certa commozione , considerando il ruolo ricoperto da quest'ultimo , vicino al grande Re si congeda . Alle ore 16:30 il plotone , costituito da 12 uomini , si appresta a disporsi in posizione per eseguire gli ordini impartitegli : Il soldato prende possesso dell'uomo ed ordina , con una certa freddezza , calma , costanza, gli ordini di caricamento dei fucili . Comanda il fuoco , e dei 12 colpi 8 vanno in vano e 3 colpiscono il muro . Ed ecco che , l'affezione dei soldati napoletani si manifesta , soldati che hanno condiviso gloria e disgrazia con il loro Re , sopratutto la cavalleria , che arrivò ad essere la scorta dell'Imperatore Napoleone . Gioacchino ancora , rivolge nuovamente gli ordini al plotone , e questa volta , dopo la raccomandazione di non sfregiare il suo viso , cade a terra , tutto finisce , ma di quei 12 colpi solo pochi raggiungono veramente il cuore . L'atto di morte così recita : <<L'anno 1815 a dii dodici del mese di ottobre - Avanti a noi Gerolamo Tranquillo , Sindaco ed Uffiziale dello stato civile del comune di Pizzo , provincia della calabria ulteriore , sono comparsi : Nicola Moschella di anni 45 , domiciliato entro la città , di professione bastaso e Diego Galeano delle medesima professione , i quali hanno dichiarato che alle ore 21:00 di questa giornata del mese di ottobre 1815 è stato fucilato in questo castello Gioacchino Muratte Napolione ove era detenuto e si fece la commissione , di anni (45 ? ) di professione generale francese , domiciliato in questo castello , è morto nel suddetto domicilio . Per esecuzione della legge ci siamo trasferiti presso il defunto , ed avendo conosciuta , insieme ai dichiaranti , la sua effettiva morte ne abbiamo formato il presente atto , di cui s'è fatto lettura ai dichiaranti . ed indi si è segnato da noi . Essi dichiarano non sanno firmare >> Ma dov'è il corpo del Re ? , e di questo farò un altro post al seguito di quello presentato . Spero per tutti che la lettura sia stata piacevole . dedicata personalmente a @@francesco77 e @@Rex Neap che , con grande gentilezza ed umanità mi hanno accolto in questa sezione
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  31. buonasera Skuby il Buceti alla pagina seguente 23 porta qust'altra moneta che è a quanto pare l'unica con tre lettere dell'etnico mentre le monete di pag. 22 (precedente scansione)non hanno l'etnico Questo libretto di 64 pagine totali, non porta altro per Alikyai(Alicia) ILA.
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  32. Grazie tantissime per l'interessamento. Non vale la pena venderla la metterò sotto vetro e ci penserà la mia ultima figlia che adesso ha 4 anni.I grandi sarebbero capaci di venderla per una pizzata.
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  33. non sono nessuno per dirlo, capiamoci, ma la tua comprensione della monetazione borbonica fa passi da gigante, ho fatto la medesima analisi, e non ci sono arrivato dopo poco :D complimenti.
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  34. @@francesco77 Nel campo della gioielleria moderna e d'antiquariato due note case d'asta inglesi prendono il 34% dal compratore ed il 16% dal conferente!!
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  35. Questa moneta da un qualsiasi commerciante a meno di 50/60 euro dubito che si trovi. Ciao
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  36. non dimenticare la regola fondamentale..."nessuno regala niente", soprattutto le monete. skuby
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  37. Nella città di Pizzo (VV) in Calabria il comune ha deliberato una cosa che può interessarti caro Emiliano @@ilcollezionista90 http://www.murat.it/muratonlus/delibera-g.m.-pizzo-piazza-murat--4-2-2015-.html
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  38. Ecco una Litra di Siracusa (405 a.C. circa), periodo di Dionisio I° Dritto: testa elmata di Atena volta a sinistra, in alto a sinistra SYPA Rovescio: ippocampo andante a sinistra
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  39. Grazie @teodato e grazie @Theodor Mommsen ! Tutto sommato avendola pagata pochi euro posso farmela andar bene così, considerando anche che sono agli esordi! Grazie ancora!
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  40. @matcor stamattina le poste estoni mi hanno mandato una mail chiedendomi l'indirizzo postale...qualcosa si muove :-)
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  41. Ciao @@dux-sab ho avuto lo stesso problema ma poi ho capito:se hai uno smartphone scendi in basso e scegli la versione completa dopo di che vai dove ci sono le frecce destra e sinistra per cambiare pagina e clicca in mezzo ad esse dove c'e' scritto:" pag 87 di 87" a quel punto digiti la pag.e il gioco e' fatto,saluti e buona serata a tutti.
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  42. ______________ 1872 Stati Uniti d'America Presidente dal 1869 al 1877 Ulysses Simpson Grant (1822-1885) Half Dollar - Argento .900 - S (San Francisco)
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  43. @@Giovanna Guarda un po' cos'ho trovato su un sito numismatico cecoslovacco Come stile delle cifre e diametro (24 mm) ci siamo. E magari da Bettina deriva Bettinetti... apollonia
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  44. @@cliff Nella ricerca bibliografica sulle monete di Cnosso per un mio articolo ho trovato un libro sull'economia dell'antica Grecia dagli agricoltori minoici ai commercianti romani che ti potrebbe interessare. Chaniotis, Angelos, 1999. From Minoan farmers to Roman traders: sidelights on the economy of ancient Crete. Stuttgart (D). Questi sono i contenuti: Introductory reflections on economies and scale in prehistoric Crete / John F. Cherry -- Social development, management of production, and symbolic representation in prepalatial Crete / Kostas Sbonias -- Stapel finance, peak sanctuaries, and economic complexity in late prepalatial Crete / Donald C. Haggis -- Systems of weight and relations of production in late Bronze Age Crete / Anna Michailidou -- The nature of the economic relations of Crete with Egypt and the Near East during the late Bronze Age / Eric H. Cline -- Economy of refugees : life in the Cretan mountains at the turn of the Bronze and Iron Ages / Krzysztof Nowicki -- Introduction : the three 'r's' of the Cretan economy / Susan E. Alcock -- Milking the mountains : economic activities on the Cretan uplands in the Classical and Hellenistic period / Angelos Chaniotis -- Economy and territorial dynamics in Crete from the Archaic to the Hellenistic period / Didier Viviers -- Private economic activities in Hellenistic Crete? the evidence of the Isopoliteia treaties / Francesco Guizzi -- The introduction of coinage in Crete and the beginning of local mining / Manolis I. Stefanakis -- Wine in the Cretan economy / Antigone Marangou -- Imperial splendour in the province : imported marble on Roman Crete / Sara Paton ; Rolf M. Schneider -- The business of being Roman : the prosopographical evidence / Martha W. Baldwin-Bowsky -- Ostraca Chersonesi : a preliminary report / Nikos Litinas -- Crete in the Hellenistic and Roman economies : a comment / William V. Harris. apollonia
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  45. L'ho vista solo adesso, Complimenti :good:
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  46. Si dice che nel periodo del massimo costo dell'argento tante medaglie di Paolo VI (particolarmente se in conservazione non perfetta) siano state avviate a fusione. Mi sembra infatti di vedere una offerta diminuita. Ciò non significa che siano divenute medaglie rare. Per il bronzo si assiste nelle aste ad aumenti dei prezzi base e mi sembra che sia in atto un certo interesse per la medaglistica di Pio IX. Per Pio X e Benedetto XV le medaglie in bronzo sono decisamente più rare di quelle in argento. Evidentemente la quotazione degli esemplari in argento fa da freno. La presentazione di una collezione di medaglie in bronzo in alta conservazione è molto bella; la conservazione nel tempo è tuttavia più difficile che nell'argento.
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  47. L'utilizzo dell'olio non è consono al restauro per una serie di motivi. Ho letto l'articolo americano e non consiglio di seguirne i suggerimenti perchè sono sicuramente molto casalinghi e facili da applicare ma non tengono conto (probabilmente perchè chi ha scritto non ne è a conoscenza) di tutte le controindicazioni che ne derivano. L'utilizzo degli oli è in netto contrasto con le operazioni di stabilizzazione della patina e di rimozione di sali e cloruri. Una moneta pulita con olio, se nel tempo svilupperà corrosione attiva, sarà più difficile da curare per via dei residui di olio tra le porosità della patina.
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