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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/01/15 in tutte le aree
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Un saluto a tutti. Vorrei condividere con voi questo gioiellino, il famoso scudo “unità d’Italia”. Personalmente attribuisco a questa moneta una importanza storica e simbolica superiore a qualsiasi altra moneta del regno (compresi i celeberrimi “mostri sacri” 5 lire del 1901 e 50 lire del 1864, al di là della loro rarità e valore commerciale, ovviamente ;) )… e sono davvero onorato di custodirla :) Certo essa non brilla per originalità o per particolari pregi artistici (al pari di tutta la monetazione ottocentesca dei Savoia prima del Re numismatico), tuttavia fa tipologia a sé, e la stessa effigie del sovrano, un tantino (forse troppo) austera peraltro, è un unicum rispetto ai notissimi ritratti più bonari (collo lungo e collo corto) della monetazione di VEII, ante e post unità. Fu coniata dalla zecca di Firenze tra il 21 marzo ed il 13 aprile 1861, quindi a ridosso della data cruciale del 17 marzo 1861 (che segna la nascita ufficiale dell’Italia unitaria), e comunque prima del decreto ufficiale che autorizzava l’emissione della monetazione ordinaria. Fu anche l’ultima importante emissione di questa gloriosa zecca, dalle grandi tradizioni, prima di venire chiusa di lì a pochi anni. Oltre all’importanza legata alla sequenza cronologica dell’emissione, fu anche la prima moneta a riportare l’insieme completo di attributi, titoli e riferimenti del nuovo corso: le lire vengono definite “lire italiane”, Vittorio Emanuele II viene appellato “Re d’Italia”, e, oltre alla zecca e al millesimo, viene chiaramente indicato questo storico mese di “marzo” ). Quindi è la prima moneta commemorativa (in tempo reale :P) dell’Unità d’Italia. Per tutte queste singolari ragioni e coincidenze viene abbastanza facile dire che questa è la moneta più importante di tutto il Regno d’Italia (almeno io la penso così). E lo dico da una posizione ipercritica verso le modalità estremamente discutibili adottate dai Savoia (e dai loro noti “consulenti”) per realizzare l’unità. Tuttavia, da un mix di cose anche molto malfatte (che sono alla radice di tanti mali perduranti nel presente), è nato un bene indiscusso, ovvero il nostro paese (bellissimo, straordinario… anche se oggi purtroppo in crisi d’identità) nella sua configurazione territoriale (+/-) attuale. Scusate il commento forse OT. E’ una moneta emessa in 21472 esemplari, che circolò normalmente insieme alla grande massa di scudi dell’epoca. Tant’è che i rari pezzi oggi disponibili sono di norma in conservazione mediamente bassa. Le conservazioni alte, o altissime come quella di questo esemplare, sono davvero rare. Le foto fortunatamente non sono mie oo), e, anche se fatte benissimo, ci sta “a fagiolo” la solita frase: “dal vivo è molto più bella”… e scusatemi se mi sono dilungato un po’ troppo con queste note :D7 punti
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Buongiorno, questa dovrebbe essere la prima coniata a Firenze sotto i Medici. descrizione: Firenze Cosimo I de’Medici, 1536-1574. II periodo duca della Repubblica di Firenze, 1537-1557. Lira, AR 4,76 g. COSMVS MED R P FLOREN DVX II Busto giovanile a d. Rv. IN VIRTVTE TVA IVDICA ME Il Giudizio Universale. primo periodo, dove Cosimo era Duca di Firenze e non Granduca di Firenze e Siena e della Toscana. moneta molto rara e conosciuta in pochi esemplari. il Busto sul diritto è giovanile, senza barba, non ha la corazza, nel rovescio invece vi troviamo la rappresentazione del giudizio Universale.7 punti
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Ci ho pensato un po'... Volevo trovare un argomento comune che potesse dare un senso alla riunificazione delle varie realtà numismatiche italiane in un'unica sezione temporale (mancano le pontificie, ma spero che anche loro partecipino). L'idea non sarà originale, anche se ho controllato se non ci fosse già una discussione simile. Al limite se avessi controllato male, avremo un doppione... :pardon: L'idea è questa: mi piacerebbe che gli utenti appassionati delle varie zecche d'Italia postassero e spiegassero la prima Lira coniata nella zecca a cui si dedicano. Alla fine dovremmo ottenere una bella sequenza di monete interessanti... Arka6 punti
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Nella visita mattutina assieme ad altri utenti del forum presso il MNR ho fotografato (finalmente) quello che viene definito come uno stampo per realizzare falsi coronati. Quello che a mio avviso colpisce, al di là del metodo, è l'accuratezza dell'incisione. In diversi (@@eliodoro @@adolfos )abbiamo potuto constatare l'abilità del falsario. Lo "stampo" si presenta formato da due placche metalliche (presumibilmente bronzo o lega di rame) con due perni per il bloccaggio delle stesse posti agli angoli opposti per una migliore chiusura. Vi è poi uno "scivolo" su entrambe le placche da dove veniva versato il metallo fuso e, sulla placca con la croce, due ulteriori "canali" presumibilmente creati come sfiatatoi per la fuoriuscita dell'aria. La moneta da falsificare è del tipo privo di sigle ed è stata riprodotta nei minimi particolari. Si possono infatti osservare i cosiddetti "punti di compasso", la rigatura della croce, la cordonatura sul bordo e del cerchio che delimita il campo con la legenda, l'interpunzione etc. Insomma un bel lavoro. Sarebbe stato interessante osservare il prodotto finale venuto fuori da questo stampo che, a guardarlo, sembrerebbe aver lavorato. Ovviamente sarebbe stato tradito dal fatto di essere stato prodotto per fusione, ma magari nel “mucchio”, riusciva a passare inosservato. Sperando di aver fatto cosa gradita.6 punti
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Bella discussione, rappresenta un po' quello che si vorrebbe ogni tanto fare sul forum, condividere argomenti comuni e monete, ognuno dando un proprio contributo per le conoscenze personali. A Venezia il 27 maggio 1472 parte" la lira tron " sotto il Doge Nicolò Tron, è un pezzo di buon argento che doveva valere i 240 denari veneziani del tempo ; quello che il Cipolla chiama " la materializzazione del fantasma della lira " avviene ora e si concretizza quella che da Carlo Magno in poi era l'unità di conto a cui si rapportavano le monete, cioè la lira. Milano segue velocemente l'esempio veneziano e nel documento del 4 giugno 1474 avviene l'introduzione del " grosso da 20 soldi " detto anche grossone o testone. Il testone avrebbe dovuto avere un valore pari a 240 denari imperiali milanesi, Galeazzo Maria Sforza tenta quindi di concretizzare il tentativo che però non ebbe nel tempo il risultato sperato. La bontà del metallo venne trascurata e solo 40 anni dopo il testone di Carlo V avrà un valore non più di 20 soldi, ma di 30 soldi. Sotto il testone di Galeazzo Maria Sforza di Milano.6 punti
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Parto io con una "micro-zecca", a cui però mi sono dedicato e continuo a dedicarmi con grandissimo interesse: quella di Volterra. La storia della sua prima moneta medievale è veramente molto molto interessante, e altrettanto complessa. Sul tema mi sono espresso una volta, in un articolo di circa un lustro fa, sull'ultimo numero di Cronaca Numismatica, con i limiti dell'inesperienza di chi si è appena affacciato allo studio di una monetazione, e prima di me Ermanno Winsemann Falghera in un articolo di matrice locale, oltre ad altri autori come Cicali o Finetti in modo meno "monografico", all'interno di più ampie trattazioni. La moneta è il denaro Volterrano, che nasce come imitazione del più diffuso lucensis. Lo scopo di un'imitazione è sempre molto chiaro: ricalcare le caratteristiche grafo-pondometriche con lo scopo di facilitarne l'ingresso e la circolazione sul mercato, come di fatto dovette accadere, sulla base di diversi rtrovamenti, tra i quali, a naso, ricordo quelli di Rocca S. Silvestro e Rocchette Pannocchieschi. Già Lisini, e prima ancora Rossi, sollevarono il problema relativo a questi denari, che, tuttavia, trovava in quell'epoca soli riscontri documentali, anche a causa dello stato, in quegli anni, degli studi sugli imitativi del lucensis. Questa situazione portò alcuni studiosi di fine Ottocento ad ipotizzare che quei denari altro non fossero che moneta di conto. Nell'articolo di Winsemann-Falghera, questi riporta le note relative alla visione di tutti i documenti allora noti (siamo negli anni Ottanta) a riguardo del devaro volterrano, delineando una datazione successiva al diploma imperiale del 1189, non riuscendo ad individuare quei documenti relativi agli ultimi anni Settanta di quel secolo, sui quali altri autori avevano basalto tesi su di una apertura autonoma della zecca. La moneta volterrana è dunque, senza molti motivi di dubbio, coniata nel periodo immediatamente successivo al diploma: in un documento del 1194, Enrico VI vietava ai Fiorentini di accettare nel loro distretto monetam vulterrani episcopi; leggiamo infatti: “Ceterum precipimus vobis ut monetam Fulterrani episcopi in civitate vestra et districtu vestro nec recipiatis aliquatenus nec recipi permittatis, quia nos prorsus eam deletam habemus et cassatam”. Dunque, pur trovandoci a constatare la sostanziale infondatezza documentale su cui, ad oggi, si baserebbe la teoria di una zecca pre-concessione, dobbiamo invece riconoscere l'esistenza di una moneta nei primi anni Novanta del XII secolo. Il denaro indicato da Winsemann-Falghera non pare veramente essere attribuibile a volterra, e sembra, al contrario, un comunissimo denaro lucchese enriciano; quel denaro, che lui donò insieme ad una nutrita collezione di rarissime monete medievali ad una istituzione cittadina, risulta oggi perduto, come il resto di quella raccolta, e questo ne impedisce anche un'analisi più precisa, a fronte della foto pubblicata in quell'articolo che non appare perfettamente leggibile. Al contrario, diversi denari da ritrovamento presentano, all'interno della C di LUCA un trattino orizzontale sufficiente a trasformare il genitivo in VVLT, trasformando la C in T. di questi denari, solo 7 me ne sono noti in collezioni private, di cui uno ne ho faticosamente reperito per la mia personale, che vi posto qui sotto. Per una mappatura dei ritrovamenti, rimando alla tesi di laurea di Cecilia Pucci, che ha affrontato proprio il tema dell'archeo-numismatica in quel periodo. Chiedo cortesemente ai lettori di non utilizzare in altra sede questa immagine, perchè vorrei pubblicarla (spero presto) su uno studio più ampio sulla monetazione volterrana. Qui vi metto anche la sintesi grafica della moneta, che è anche particolare rispetto alle altre che ho visto per l'evoluzione della T, che si trasforma da una semplice C con il tratto ad una vera e propria T, evidenziando gli estremi del semicerchio ed attribuendo una forma più spigolosa. Un caro saluto a tutti, Magdi4 punti
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Due bei capolavori della monetazione di Vittorio Emanuele III4 punti
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Se la memoria mi assiste, la lira cessa di essere una moneta di conto e viene coniata realmente a Venezia dal doge Nicolò Tron nel 1472 e assume proprio il nome di lira Tron. Si tratta di una moneta di circa 6.50 gr. di alto titolo (circa 948/1000)4 punti
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e per finire :yahoo: Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 456.000 Condizioni: BB+ Città: Milano4 punti
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Con un pò di tempo a disposizione ho rifatto delle foto a questa moneta che dopo oltre un secolo e mezzo conserva inalterato tutto il suo fascino e il suo splendore soprattutto ora che sta cominciando a patinarsi!3 punti
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Ed alla fine ce l'hai fatta a raggiungerci e ne siamo stati contentissimi. Speriamo che la prossima volta tu abbia un pochino più di tempo da passare con noi, ci farebbe molto piacere... Ne approfitto per salutare gli amici che sono dovuti andar via prima che io uscissi dal Museo, è stata una bella giornata, mi è dispiaciuto dover andar via ma è stato meglio non rischiare di restare bloccati per il ghiaccio sulla strada, anche se il tempo alla fine era migliorato moltissimo. Un saluto particolare a Franco Obetto che finalmente son riuscita ad incontrare e che spero di rivedere prestissimo . Purtroppo qualcuno non è potuto venire per problemi sopraggiunti all'ultimo minuto ma ci saranno altre occasioni, state tranquilli, ho già in mente diverse visite che potremo effettuare prossimamente, ne parleremo più in là. Domani scaricherò le foto e poi le posterò, così potrete vedere anche voi qualche bella moneta. Ciao, Giò :)3 punti
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approfitto della discussione per postare il mio denaro(almeno credo che lo sia) di Martino peso gr. 0,56 è un denaro?3 punti
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Inserisco un passo sull'origine della lira, non si parla ancora di moneta coniata, ma penso renda l'idea sul principio di tale termine.... Nella storia monetale europea assume grande rilievo la riforma di Carlo Magno; questa ultima stabiliva «il monometallismo argenteo e istituiva come unica moneta legale il denaro argenteo di cui le zecche dovevano consegnare 240 pezzi per ogni libbra di argento ricevuta» (Cipolla, 1976, p. 20). La lira origina da un peso: un peso che i Romani chiamavano libbra e che doveva equivalere all’incirca a 325 dei nostri grammi. Questa libbra aveva già allora legami di parentela con il mondo monetario perché era con riferimento ad essa che si usava determinare il piede delle varie specie monetali. Ma non era una moneta (Cipolla, 1976, p. 19). La libbra entrò nel sistema monetale a seguito della riforma di Carlo magno che si può collocare fra il 781 e il 794. A dire il vero, la riforma non modificava il carattere della libbra di misura di peso, non le attribuiva cioè quello di moneta. A seguito della riforma, la nuova unità monetaria diveniva il denaro d’argento che, nonostante all’inizio sembrasse, dato il peso di 1,7 grammi, una moneta troppo di valore per le transazioni quotidiane, spesso poteva capitare di doverne concludere di veramente ingenti e in un tale contesto, ben si capisce, come nascesse la necessità di una unità più grossa. E sebbene spesse volte si usasse far computo con altre merci di valore unitario più elevato, si sentiva l’esigenza di una unità condivisa, di un multiplo fisso del denaro. E così, senza imposizione alcuna da parte di autorità, la gente trovò comodo utilizzare la libbra come multiplo ideale di conto. «Siccome da una libbra (peso) di argento la gente otteneva alla zecca 240 denari, invece di dire per esempio 240 denari la gente preferì dire 1 lira, e invece di dire per esempio 2163 denari la gente preferì dire più semplicemente 9 lire e tre denari» (Cipolla, 1976, p. 21).3 punti
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TAGLIO : 1 Cent STATO : Austria TEMA : Genziana MATERIALE : acciaio (94,35) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 16,25 mm SPESSORE : 1,670 mm PESO : 2,30 gr. CONTORNO : Liscio ZECCA : Vienna Come anche per i 5 cent e 2 cent, l’Austria ha deciso per il centesimo di raffigurare un fiore , in questo caso una genziana . I simboli sono stati selezionati da una commissione nazionale di esperti attraverso un sondaggio pubblico. L’autore è l’artista Joseph Kaiser. Anche questa, come le altre 2 monete di taglio più piccolo richiama il rispetto per l’ambiente e il ruolo svolto dall’Austria nell’elaborazione di una politica ambientale comunitaria. Anche in questa moneta, come negli altri 7 tagli è raffigurata araldicamente la bandiera austriaca. Andiamo a dare qualche cenno sulla genziana : Questo genere si trova un po' ovunque nell'habitat alpino delle regioni temperate dell'Europa, dell'Asia e del continente americano. Alcune specie si trovano anche nell'Africa nord-occidentale, nell'Australia orientale ed in Nuova Zelanda. Sul versante italiano delle Alpi sono presenti diverse specie, che fioriscono durante l'estate. Sono quasi tutte "specie protette". Alcune specie si ritrovano anche sugli Appennini. Si tratta di piante annuali, biennali e perenni. Alcune sono sempreverdi, altre no. La disposizione delle foglie è opposta. Sono anche presenti foglie che formano una rosetta basale. I fiori sono a forma di imbuto; il colore è più comunemente azzurro o blu scuro, ma può variare dal bianco, avorio e giallo al rosso. Le specie col fiore di colore blu predominano nell'emisfero settentrionale, quelle col fiore rosso sulle Ande; le specie a fiore bianco sono più rare, ma più frequenti in Nuova Zelanda. Questi fiori sono più frequentemente pentameri, cioè hanno una corolla formata da 5 petali, e generalmente 5 sepali o 4-7 in alcune specie. Lo stilo è abbastanza corto oppure assente. La corolla presenta delle pieghe (pliche) tra un petalo e l'altro. L'ovario è quasi sempre sessile e presenta nettarii. Le genziane crescono su terreni acidi o neutri, ricchi di humus e ben drenati; si possono trovare in luoghi pienamente o parzialmente soleggiati. Sono utilizzate frequentemente nei giardini rocciosi. Secondo quanto afferma Plinio il Vecchio, questo genere di piante prese il nome di genziana dopo che Genzio (180-168 a.C.), re dell'Illiria, affermò di averne scoperto le proprietà curative. Molte specie , sarebbero infatti usate come piante medicinali, e le loro radici sono usate per la preparazione di liquori tonici. La genziana è inoltre utilizzata come aromatizzante, ad esempio negli amari o in bibite analcoliche. Inoltre, in molte zone, la sua raccolta è stata proibita dalla legge, in quanto specie protetta.3 punti
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@@numa numa Credo che quella al rovescio non sia una contromarca ma l'impronta originale...3 punti
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Per gli stati sabaudi la prima lira fu quella coniata da Emanuele Filiberto. “Emmanuele Filiberto per gratia di Dio Duca di Savoia, […] Considerando quanto importi al bene pubblico, che il fatto delle monete sia con buoni ordini stabilito, abbiamo giudicato […] provvedere a tutti i disordini, che per addietro sono corsi, così nel modo di spendere esse monete, come nella maniera di fabbricarle, intorno alla qual cosa, […] Ci è paruto esser necessario a questo effetto di riformar, e stabilir di nuovo gli ordini della Fabbrica delle nostre monete, con li quali primieramente abbiamo provveduto, che esse monete possano star a paragone con quelle de’Potentati circonvicini […], oltre di questo si è procurato di restringer le specie di esse monete a un certo, e determinato numero, e che le pezze vengano a corrispondere tra loro nel valore, con proporzione tale, che agevolmente si possano moltiplicare l’une per le altre, e che ciascuna delle minori moltiplicata sempre, venga a costituire giustamente qual si voglia delle maggiori così d’oro come di argento, […] abbiamo stabilito […] gli ordini seguenti[…]. COSTITUZIONI Primieramente ordiniamo che tutte le somme […] negli Stati Nostri, così di qua come di là da’ Monti s’abbia a calcular, e a ridurre a nostra nuova moneta, cioè a scudi, lire, soldi, e denari[…]. Le nostre monete nuove saranno fabbricate di questa forma, e si spenderanno per lo valore sottonotato. Doppio Filiberto d’oro di suo peso vale lire 27; il peso sarà di dinari 21, e grani 21. Filiberto d’oro, di suo peso vale lire , e sarà al peso di dinari 7, e grani 7. Scudo di peso di dinari duoi e grani 14, vale lire tre. Lira d’argento di peso di denari nove, e grani venti traboccanti valeno soldi venti. Mezze lire di peso di denari 4e grani 22, soldi dieci, e sei valeno il scudo. Filiberto d’argento di peso di danari duoi, grani 11, vale soldi cinque, e 12 valeno il scudo.5 Soldo vale danari dodici. Quarto di soldo vale dinari tre. Dinari dodici al soldo. […] Dat. In Rivoli sotto il sigillo Ducale della Camera nostra alli 13 di marzo del 1562, e del Ducato nostro l’anno nono. Per il Duca nostro Signore a relazione delli Signori della Camera. Vista Solfo. P. Boschi. In Vercelli nelle stampe di Sua Altezza.” (Purtroppo non possiedo la moneta in questione, per cui allego il link del catalogo in modo da poter visionare esemplari originali: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-EF/58) D/: Busto con corazza, volto a destra. Intorno “ + EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”. R/: Orizzontalmente, su due righe “ INSTAR / OMNIVM”, entro corona di quercia. Sigla sotto la legatura dei nastri. Metallo: Argento Diametro: 35 mm Peso: 12,10 / 12, 77 g Rif: Biaggi II pag 586 - 588 n. 425 (a-m); CNI I pag 196 n. 82; pag 198-199 n. 99-102; pag 200 n. 110; pag. 201 n. 123; pag 213 n. 221-222; pag. 215 n. 238-239. Note: Coniata al titolo di 21,21 carati, al taglio di 19 e 1/3 pezzi al marco, nelle zecche di Aosta, Asti, Bourg-en-Bresse, Chambèry, Moncalieri, Nizza, Torino e Vercelli. Si conoscono varianti in base alla data e alla zecca.. Il motto del R/ è una citazione di Cicerone (“Plato mihi unus instar est omnium”- Bruto, 191) e può essere tradotto liberamente come “Uguale per tutti”, alludendo alla riforma che unificava il sistema monetario dei territori al di qua e al di là delle Alpi. Incisore dei conii fu Alessandro Cesati, detto “Grechetto”, perché nato a Cipro; operante nella zecca dei Farnese, fu chiamato alla corte del Duca nel 1561. Si conoscono esemplari datati 1561, senza segno di Zecca (ma coniate a Vercelli), ritenute delle prove, in quanto il corso della lira venne stabilita solo nel 1562. La riforma della monetazione rientra nell'ambito della ricostruzione dello stato Sabaudo che iniziò Emanuele Filiberto.. Essa prese corpo con le Patenti del 13 marzo 1562 che prevedevano l’adozione di un’unica monetazione, che aveva corso sia in Piemonte che in Savoia, e la riduzione dei tipi monetali che avrebbero avuto un rapporto definito e fisso tra loro. Veniva sostituito, quindi, il sistema di conto dei Fiorini, Grossi, Quarti e Denari con la Lira, composta di venti Soldi equivalenti a duecentoquaranta Denari. Prendeva, così, “vita” negli Stati Sabaudi, la lira, originariamente unità di peso e successivamente, con la riforma di Carlo Magno, moneta di conto. I tipi prodotti dalla riforma sono i seguenti: Doppio Filiberto d’oro 27 lire d’argento Filiberto d’oro 9 lire d’argento Scudo d’oro 3 lire d’argento Lira d’argento 20 soldi Mezza lira d’argento 10 soldi Filiberto d’argento (quarto di lira) 5 soldi Soldo di biglione 12 denari Quarto di soldo di biglione 3 denari Denaro di biglione Un sistema quindi basato su tre specie metalliche (oro, argento e biglione o mistura), su tre tipi monetali per ciascun metallo e sui multipli del tre per quel che riguarda le monete auree: Chiaudano non esclude una valenza simbolica, di natura superstiziosa. Questo sistema, probabilmente, si ispirò al sistema monetario fiammingo (… au dict pays de Fiandres ilz marcandent a Livres, Solz et Deniers…) Il titolo della Lira era fissato a denari 10.18, cioè la media ponderale tra la bontà del Testone di Savoia e quello di Piemonte. Per evitare, tuttavia, che la moneta minuta (soldi, quarti di soldo e denari) prendesse la via dell’estero, dato l’intrinseco in argento, ne fu leggermente ribassato il titolo (6 grani per 20 pezzi). La riforma, inoltre, inizialmente, prevedeva il ritiro dei pezzi facenti parte del vecchio sistema monetario, tuttavia, per mancanza di una quantità sufficiente di nuove monete, all’atto pratico, queste ultime affiancarono, ma non sostituirono mai completamente le precedenti, tanto che, fu autorizzata, anche dopo il 1562, la coniazione di Fiorini in argento, quarti di Piemonte e Forti. Alla morte di Emanuele Filiberto, il figlio Carlo Emanuele I ripristinò l’antico sistema, riservando quello del 1562 ai soli conti dello Stato3 punti
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Ecco una delle prime che ho postato Affascinante!!!!!!!! A mio parere naturalmente3 punti
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Cari tutti, condivido con voi un follaro con la vergine, coniata a messina sotto il regno di Guglielmo I la moneta presenta, rispetto alla norma, un peso eccezionale, arrivando fino a 2.50 grammi, quanto la maggior parte degli esemplari si ferma a 1.5 -1.6 grammi. In molti testi consultati nessun peso al di sopra dei 2 grammi sembrerebbe riportato. La differenza con gli altri esemplari che ho in collezione sta fondamentalmente nello spessore, molto maggiore in questo, rispetto alla norma. Cosa dite, aggiungo alle immagini del catalogo?2 punti
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Per festeggiare la riunificazione delle zecche medievali d'Italia in un'unica sezione temporale, ho pensato di far partire una discussione che coinvolga tutti. L'idea è questa: postare e spiegare la prima moneta coniata nelle varie zecche. Per le zecche già esistenti in epoca romana, varrebbe la prima moneta di epoca medievale. Alla fine, credo, potremmo avere una bella sequenza di monete... Arka2 punti
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Buongiorno ho il piacere di mostrarvi 6 prutah della mia collezione. Le monete non sono ben conservate, ma sono attraenti in quanto testimoni di un periodo storico antico e affascinante . Il contesto è la Giudea negli anni dell'occupazione romana e della vita di Gesù. Le prutah circolavano tra la gente povera. Moneta citata anche nel vangelo in merito ad un'offerta effettuata da una povera vedova. Purtroppo tra le sei monetine in visione non c'è la prutah della vedova. A partire dalla prima in alto a sinistra in senso orario: prutah di Marcus Ambibulus 9-12 d.C., prutah di Erode Agrippa 41-42 d.C, prutah di Erode Archelao figlio di Erode il Grande 4 a. C. - 6 d.C., prutah di Marcus Ambibulus 10 d.C., prutah di Erode Agrippa 41-42 d. C., prutah del periodo della rivolta giudaica 66 - 70 d. C. Saluti Antonio2 punti
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tralasciando che tutte le fonti che citano non sono disponibili, a parte l'ultima, quella del sito miglio verde, da cui l'articolo è copiato pari pari e dove neanche da lì le fonti sono disponibili. Mancava solo dire che in realtà Reagan non è morto, ma è insieme ad Elvis Presley e Hitler in Argentina a controllare le sorti del pianeta e non mancava nulla :) Che poi sia il blog di economia, politica e finanza più letto in Italia ho i miei dubbi... e comunque continuo a preferire un buon articolo del sole24ore e di tutta l'altra stampa di regime che leggo quotidianamente a sti pseudo oracoli che occupano spazio in internet.2 punti
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E' anche abbastanza palese che qualcuno nel mondo politico internazionale sta cercando di farci pensare che il "cattivo" di turno (per il qualcuno è gli USA) abbia interesse ad appoggiare l'ISIS... ma molti pensano che addirittura sia stato il cattivone stesso a metterlo in piedi. Il fatto è che a parte le sciocchezzuole raccontate dai media di queste faccende se ne sa poco, quindi è facile fare propaganda a sostegno di questo o quell'altro interesse, come fa più comodo. La situazione reale è un filino più complessa... L'ISIS non è saltato fuori un bel giorno dall'uovo di Pasqua solo perché a qualcuno stava antipatico l'occidente: la radice di tutta questa faccenda sta nel fatto che le popolazioni sunnite irachene si erano rotte della politica del governo sciita di al-Maliki e volevano mettere in piedi un gruppo per contrastarlo. Dato che le tribù che l'hanno costituito avevano interessi contrastanti, oltre questa impostazione anti-governativa irachena se n'è sviluppata anche una anti-USA (che sono i principali sponsor del governo iracheno) e anti-russa (principali sponsor del governo siriano) che poi è degenerata sempre più in anti-occidentale in genere. In sostanza la situazione ha finito per sfuggirgli di mano, tanto che la tribù Jubur (la più importante del paese, che domina nel centro-nord) se n'è tirata fuori e ha stretto un'alleanza con le forze governative e le popolazioni sciite, poi ha formato un fronte comune con la tribù Obayad per impedire a ISIS di prendere la raffineria di Bayji, la più importante dell'Iraq. Stessa cosa nella regione di Diyala: si è formata una specie di confederazione tribale per difendere i giacimenti di gas di Mansuiyah. USA e alleati non fanno altro che cercare di sfruttare questa situazione appoggiando le milizie curde e sunnite anti-ISIS. In Siria è più o meno la stessa musica, complicata dal fatto che al-Assad nel 2011 ha fatto liberare tutti i salafiti legati ad Al Qaida, in particolare Abu Khaled el-Suri, grande amicone del defunto Bin Laden, che sono andati a costituire il braccio armato del gruppo Fratelli Mussulmani in Siria: in pratica qui è il governo stesso che usa i jihadisti come scudo per evitare di farsi abbattere. Anche se i Fratelli Mussulmani hanno cercato di farsi accettare dalla popolazione locale, invece di vessarla come fa l'ISIS nei territori che controlla, è scoppiata una rivolta anti-islamista della confederazione tribale guidata dai sunniti della tribù Shaitat di Abu Haman, e in tutto questo casino si è aggiunta ulteriormente la Turchia, che ha aiutato i Fratelli Mussulmani a formare un'alleanza tra 14 fazioni armate tribali. E risparmio il resto della telenovela... dovrebbe essere chiaro come funziona. Sulla Libia magari ci tornerò più avanti, lì la situazione è quasi più intricata che in Siria e Iraq.2 punti
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"....stai a vedere che anche in altri posti cominciano a rispettare il collezionista?" Sarebbe però anche il momento che fosse il collezionista a farsi rispettare....innanzitutto aprendo gli occhi ed accorgendosi di cosa sta accadendo intorno a lui. Grazie alle attuali tecnologie, basta molto poco per tenersi informati e per selezionare meglio sia le monete che si vedono in giro che coloro che le propongono. Se poi invece si preferisce far finta di nulla e tenersi le fette di prosciutto sugli occhi, e continuare a pensare (come scrive luigi78...e sottoscrivo), che "capita", che "ritirare mezza asta è un atto di onestà", o altre amenità del genere.....allora come si dice...."chi è causa del suo mal"....ecc. ecc. Se affrontiamo l'argomento "falsi" senza ipocrisie e senza partire dal presupposto che la segnalazione di un lotto come irregolare è unicamente funzionale allo "sputt...nto" di un concorrente, forse potremo anche raggiungere quella che è la vera finalità da perseguire e cioè quella di espellere dal mercato delle monete autentiche tutto quel "ciarpame" che si infiltra con sempre maggiore invasività. Attenzione anche a non delegittimare quei pochi veri esperti che possono permettersi di esprimere dei giudizi tecnici sulle monete, perché una volta ridotti al silenzio costoro, non rimarrà altro che affidarsi al proprio istinto o a Gesù bambino. La qual cosa, considerando il numero elevato di lotti che vengono ritirati anche solo a seguito dei rumors che riecheggiano dal Forum, dovrebbe dare molto da pensare. M.2 punti
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@@ihuru3...permettimi difronte a tanta bellezza di compararla ad un altra meraviglia fotografata oggi a Palazzo Massimo.... quella della collezione del re "numismatico "Vittorio Emanuele III"...sono una piu' bella dell' altra!2 punti
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Il castello è l'impronta della moneta originale. Non una contromarca ;)2 punti
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Secondo Angelo Finetti, con il quale concordo pienamente (ma non solo io), la prima moneta emessa dal Senato Romano fu il provisino a titolatura Pietro II di Vico, Prefetto di Roma dal 1186. Lo studioso giunse a questa conclusione basandosi su un’attenta critica storica del periodo e un’analisi di ordine stilistico del tipo. E’ una fedele imitazione del denaro di Provins di Enrico II del quale mantiene la Y fra due mezzelune rovesciate, numero e forma dei denti del pettine, simboli agli angoli della croce, modulo, taglio dei caratteri epigrafici. D\ PETRVS DEI GRATIA croce patente: 1° bisante, 2° omega, 3° alfa, 4° bisante R\ PREFECTVS . VRBIS pettine a 12 denti dritti sormontato da Y fra due mezzelune. Diam. mm. 19,5; peso g 0,97; tondello circolare Chiedo scusa, non posto l’immagine per il semplice fatto che ne esiste un unico esemplare noto della ex collezione Muntoni (poi lotto n° 31 dell’Asta della ditta Montenapoleone di Milano 1 Marzo 1984) e non è più rintracciabile. Tutto ciò è importante perché la datazione proposta revisiona la letteratura trascorsa. Cari saluti e complimenti per la discussione ;)2 punti
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Bello spunto anche questo, ci vorrebbe però poi un po' di partecipazione....lascio stare Milano questa volta e mi concentro su Pavia, presumo, vista la sezione, che debba iniziare da Carlo Magno ( anche se non mi dispiacerebbe cimentarmi anche su Desiderio sempre per Pavia....),lascio stare anche il il tremisse stellato CNI1 e parto col denaro pesante di Carlo Magno, che poi ritroviamo anche a Milano e Treviso. E' il tipo monogramma e nome della città in cerchio che ha un peso circa sul 1,70 gr. Coniazioni che furono sicuramente abbondanti per il numero importante di conii conosciuti con un articolato sistema di identificazioni basato essenzialmente sulla presenza di globetti e simboli nella leggenda del rovescio. Il tipo che posto è la variante col +PAPI . A ed è tratto da " Le monete di Pavia dalla riforma monetaria di Carlo Magno alla seconda metà del XIII secolo " " di Mario Limido e Giorgio Fusconi, è il denaro n.1 ed è quello che è presente nella Collezione Brambilla presso il Museo Civico di Pavia, nell'immagine c'è il confronto col disegno fatto dal Kunz come riportato nel libro di Camillo Brambilla " " Le monete di Pavia ", libro del 1887. Spero in una buona partecipazione di tutti nel nome della divulgazione, in questo caso sicuramente lo è e rappresenta il giusto tributo che dobbiamo dare alla figura di Camillo Brambilla, grande collezionista, insigne studioso, grande e virtuoso donatore che tanto ha dato alla numismatica pavese e italiana e che è giusto ogni tanto ricordare come esempio a tutti noi.2 punti
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Un grazie a tutti per la bellissima mattinata trascorsa insieme, siete fantastici! :clapping:2 punti
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Porto nella conversazione un altro cantone svizzero, il Cantone di Berna. L'amico @@dabbene ci ha già presentato l'orso bernese tratto dall'illustrazione di un libro, qui ve lo riporto su una bella monetuzza che ho di recente acquistato. 1/4 di Tallero, 1797, Ag, HMZ 2-220/g, KM# 160 variante con data grande, ribattitura del 7 della data e legenda al R/ che inizia a ore 7. Non me ne voglia @@Corbiniano se lo interpello per una corretta blasonatura. Di seguito lo stemma a colori: Berna si unì ai confederati nel 1353 diventandone l'ottavo cantone. Il simbolo di Berna è, per eccellenza l'orso, personificazione della città stessa. Sono numerose le importanti città che fanno dell'orso il proprio animale araldico (Berlino e Madrid per dirne due) in relazione all'origine del nome della città. L'attuale stemma di Berna fa risalire le proprie origini al XIII secolo. Precedentemente lo stemma consisteva in un orso nero, rampante, su sfondo bianco (che "curiosamente" combacia con l'attuale stemma di Berlino). L'origine semantica del nome delle due città trova infatti un antenato comune della parola Orso (Bär). La leggenda di fondazione vuole infatti che il buon Berthold V von Zaringhen (figlio del duca Berthold IV del post precedente) abbia scelto come nome della città quello del primo animale che incontrò durante una battuta di caccia.2 punti
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e tu fregatene Renato, purtroppo ci sono anche quelle persone che non hanno di meglio da fare. :good:2 punti
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Hai ragione, Michele, cambiare la mentalità di operatori e collezionisti è cosa lunga e dura ma non vedo molte altre strade che possano dare frutti "buoni e duraturi". In merito alla marchiatura resta insoluto il problema principale: chi dovrebbe effettuarla ? Il singolo perito ? La casa d'aste ? Un Ente particolare ad hoc ? E la marchiatura andrebbe fatta col consenso del proprietario o anche in maniera coattiva? Nel caso, neppure tanto remoto, di una moneta autentica marchiata erroneamente per falsa chi risponderebbe, economicamente, del danno ?2 punti
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"non sono tanto per la marcatura delle monete: si tratta di una pratica eseguita, in passato, ma non sempre con risultati attendibili al 100% avendo visto monete autentiche con una indelebile punzonatura FALSO a tutto campo. Il problema non si risolve "marchiando a fuoco" una piccolissima percentuale delle monete false che circolano in Italia (ribadisco, col rischio di marchiare anche una autentica), quanto, a mio avviso, modificando la mentalità di operatori e collezionisti." Ciao Alberto. Non so quanto possa essere efficace, nella lotta contro i falsi, attendere che si modifichi la mentalità di operatori e collezionisti. Finora non mi pare che né gli uni né gli altri abbiano dimostrato alcuna particolare sensibilità al problema. Per quanto riguarda la "marchiatura", nei casi in cui la moneta presenti oggettive difficoltà, ci si asterrà dal battezzarla come falsa, ma ci si dovrà altresì astenersi dal presentarla come certamente autentica. In questi casi, si formerà un tertium genus di monete "border line", ovvero di monete "controverse", la cui collocazione sul mercato sarà tuttavia ben chiara, in quanto il corretto operatore dovrà presentarle come tali. Certo che se poi l'operatore, dopo che ha percepito i mormorii, ritira la moneta e non ci fa più sapere niente, mi viene da pensare che la moneta non fosse, in realtà, border line, ma fosse falsa tout court. Ti chiedo poi quale potrebbe essere la consistenza numerica di queste monete border line. Il loro numero sarebbe poi così imponente? Eliminare dalla circolazione i falsi riconosciuti è, d'altra parte, una misura eccessiva, che neppure la legge pretende. E' noto poi che vi è un segmento di collezionisti al di sopra di ogni sospetto, che coltiva il settore dei falsi da studio; mi pare giusto che questo settore possa continuare la sua ricerca ma dovrà accontentarsi di monete che rechino, bene in vista, un punzone che le renda subito riconoscibili per quello che sono. D'altronde, questo è anche il senso dell'attuale normativa che prevede che i falsi siano resi riconoscibili. M.2 punti
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non sono tanto per la marcatura delle monete: si tratta di una pratica eseguita, in passato, ma non sempre con risultati attendibili al 100% avendo visto monete autentiche con una indelebile punzonatura FALSO a tutto campo. questo perchè stabilire l'autenticità di una moneta non è sempre lavoro facile (ricordate la discussione sul deca di agrigento?) e tutto è sempre delegato alla competenza del singolo commerciante che dovrebbe prendersi la responsabilità di marchiare (ergo rovinare) una moneta sulla base delle proprie convinzioni. E se poi risultassero sbagliate ? Marchiamo allora solo i falsi "pacchiani" ? Ma quelli sono appunto i meno pericolosi (con questo mietono ugualmente vittime, magari meno facoltose ma non per questo meno degne di essere tutelate...) Il problema non si risolve "marchiando a fuoco" una piccolissima percentuale delle monete false che circolano in Italia (ribadisco, col rischio di marchiare anche una autentica), quanto, a mio avviso, modificando la mentalità di operatori e collezionisti. Non deve esistere un commercio dei falsi. I falsi vanno accantonati, messi alla gogna, buttati nella spazzatura o, nel caso di esemplari aurei, "squagliati". Non devono uscire dalla porta per rientrare dalla finestra o non ce ne libereremo mai.2 punti
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Nel 1870 il nuovo "Dominion del Canada" ha introdotto la sua prima serie di monete, le prime monete d'argento nuove per la colonia dal pre-Confederazione (1867) giorni. Questo pezzo di 50-cent 1870—alcuni 450.000 furono coniate a Londra di argento .925—era l'alto valore della nuova serie di "Dominion". (La serie di monete 1858 "Provincia del Canada" aveva superato con il valore di 20-cents.) La denominazione di 50-cent che ha debuttato nel 1870 rimarrebbe moneta d'argento di alto valore del Canada fino a quando le monete di 1-dollaro del 1935. :) v. ----------------------------------------------------- In 1870 the new “Dominion of Canada” introduced its first coin series, the first new silver coins for the colony since pre-confederation (1867) days. This 1870 50-cent piece—some 450,000 were struck in London of .925 silver—was the high-value in the new “Dominion” series. (The 1858 “Province of Canada” coin series had topped out with the 20-cent value.) The 50-cent denomination that debuted in 1870 would remain Canada’s high-value silver coin until the 1-dollar coins of 1935. :) v.2 punti
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È una discussione da alimentare con foto. Ecco una mia selezione ;)2 punti
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Buonasera il mio pezzo da novanta è questo 5 lire 1848 perché è un regalo della fidanzata :) non è del regno ma rappresenta la voglia di liberarsi dall'occupazione straniera e di avere l'unità nazionale che arriverà 12 anni dopo2 punti
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Chiaramente non stiamo parlando di un investimento economico ma formativo. L'uscita settimanale e l'opera "in crescendo" creano grande interesse e curiosità nei ragazzini, che così hanno modo di appassionarsi scoprendo poco a poco la disciplina; alla fine avranno imparato molte cose e, magari, avranno voglia di andare avanti da soli. Secondo me è un sistema vincente; certo il prezzo è un po' caro, ma credo che ne valga la pena, Infatti l'ho consigliato per mio cognato (10 anni). Pensate che potrebbe sostituire (sono 100 uscite) 2 anni di figurine dei calciatori: risparmiando su quelle già quasi si va in pari. E il guadagno dal punto di vista culturale è RADICALMENTE diverso.2 punti
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Si ma non riserviamo queste accoglienze cosi spigolose ai neofiti, altrimenti se poi ci bollano come snob non abbiamo scuse...;) Non avrà consultato un catalogo e ovviamente si e' confuso sul segno di zecca, ma alzi la mano chi di noi e' nato "imparato"! E poi ha ringraziato in chiusura di post e questo e' un fatto. Facciamo che la scarsa conoscenza del nostro "mondo" non sia una colpa, ma un punto di partenza per un percorso di conoscenza.2 punti
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Finalmente un evento all'altezza della città di Milano. Un occasione per coniugare divulgazione e acquisti od anche solo visioni di monete notevoli. Sul discorso pranzo, ritengo anch'io che sia molto meglio organizzarsi al volo per non rubare tempo all'evento. Soprattutto per chi parteciperà il mattino all'Assemblea SNI di tempo da ''perdere'' per pranzare ne rimarrà ben poco. Sui temi scelti spendo 2 parole. Le tessere di beneficenza sono un argomento a molti nuovo ( me compreso) ma molto affascinante; ho avuto la fortuna di parlarne in Cordusio qualche settimana fa con un Amico molto competente in materia e posso assicurarvi che ne sono rimasto rapito. Affascinante anche l'iconografia di queste tessere che seppur coniate per scopi pratici, non ripudiavano certo a priori un omaggio all'estetica. Il donum dei e la peste del 1593; quando il sostentamento di una grande città qual'era all'epoca Milano (circa 100.000 abitanti) era ancora in balia della natura dei suoi cicli delle sue carestie e delle sue epidemie. Arrivarono a coniare i simboli dell'abbondanza nell'auspicio di esorcizzare tutto questo. In ultimo un salto ancora più indietro nel tempo accompagnati da Pittini. .......ah, un ultima cosa: @@dabbene ho capito bene? Avremo un spazio espositivo a cura di Crippa ? ...... Vado a rompere il salvadanaio.1 punto
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Credo sia proprio quel che indichi, é come dici te, é tagliata a meta da entrambi i lati, la fustella, é il bordo della moneta, quando essa é così nitida e integra é sinonimo di originalità della stessa. Certe fustelle sono lucide oppure presentano tacche di montatura e risultano limate quelle non sono dovute al sistema di coniatura e di tranciatura ma dalla manomissione da parte di chi le utilizzava per bellezza ornamentale ecc... Per farti un esempio di tranciatura a fustella, potrebbe essere quello più vicino di sistema, tipo quello dei tipografi quando tagliano e rifilano blocchi di carta.. Dico bene @@dabbene ? @@dizzeta ? spero di esserti stato d aiuto futuro ingegnere meccanico!1 punto
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@@UmbertoI per la tua domanda posso dirti che collezionando solo e esclusivamente questo periodo Toscano di nicchia, le monete venivano sino al 600 coniate con presse o con matello, scaldavano il tondello o la lastra, la inserivano e con la botta del punzone impressionavano la lastra, in questo caso di argento. se il connubio era perfetto, cioè lastra calda, conio fresco e giusta impressione venivano fuori dei capolavori. altrimenti gli errori emergevano alla grande, lo stesso argento tante volte non era perfettamente puro al punto giusto.. poi vi furono le presse idrauliche e la coniazione a Molino d'acqua come scritto su altri post passati che venne praticata sotto francesco dei Medici a firenze nel fine 500..a copia di quella Tedesca. per quanto riguarda il tondello, veniva tranciato, doveva tornare di peso e non era perfettamente tondo risultava essere tranciato, di solito a ore 12 o 6, sopra la testa del granduca sulle piastre ad esempio ve ne sono tante, oppure tranciate sopra la testa e ponderate di peso a ore 9 ecc.. altra cosa caratteristica era la tranciatura del tondello fatta male o imperfetta che presentava la perlinatura di un altra moneta, quindi della successiva. credo tu intendessi capire questo... ti allego un esempio da una mia moneta, qui si denota la ripartenza di un altra moneta. per me sono queste le monete più belle di tutti i tempi. ciao Fofo1 punto
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