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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/24/15 in tutte le aree
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Per 1866 nikita ha già inviato monete immaginando Napoleone III di Francia, Leopoldo II del Belgio, Guglielmo I di Prussia e Franz Joseph dell'Austria. Qui è una moneta che li tira tutti insieme—l'imperatore del Messico, Maximilian, su 1866 1-peso che, sorprendentemente, è la prima volta comparsa di peso d'argento del Messico: Debolezza americana durante la guerra civile ha aperto la porta ad una prova della Dottrina Monroe dell'imperatore francese Napoleone III, che ha installato Massimiliano, fratello dell'imperatore austriaco Franz Joseph, come imperatore del Messico. Massimiliano aveva sposato la principessa Charlotte, il cui fratello era il re Leopoldo II del Belgio. Si è conclusa l'avventura francese in Messico dopo la vittoria dell'Unione nella guerra civile americana nel 1865 ha permesso uno spostamento dell'attenzione dagli Stati Uniti, e Francia, naturalmente, interessò anche raccogliendo il suo punto di forza a casa, a causa della crescente sfida presentata da re Guglielmo I di Prussia. :) v. -------------------------------------------------- For 1866 nikita has already posted coins picturing France’s Napoleon III, Belgium’s Leopold II, Austria’s Franz Joseph, and Prussia’s Wilhelm I. Here’s a coin that pulls them all together—the Emperor of Mexico, Maximilian, on an 1866 1-peso which, surprisingly, is the first-ever appearance of Mexico’s silver peso: American weakness during the Civil War opened the door to a test of the Monroe Doctrine by the French Emperor Napoleon III, who installed Maximilian, younger brother of the Austrian Kaiser Franz Joseph, as Emperor of Mexico. Maximilian had married Princess Charlotte, whose brother was Belgium’s King Leopold II. The French adventure in Mexico ended after the Union victory in the American Civil War in 1865 allowed a shift of attention by the United States, and France, of course, was also interested in gathering its strength at home, because of the growing challenge presented by Prussia’s King Wilhelm I. :) v.5 punti
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Buonasera a tutti! Oggi, dopo qualche settimana di impaziente attesa, finalmente ha visto la luce il monetiere artigianale realizzato su misura per le mie esigenze da un bravissimo artigiano della zona, che in queste settimane ha creato un qualcosa di perfetto per quelle che sono le necessità della mia tipologia di collezione. Struttura in legno massello (massiccio! il monetiere finito pesa 14 kg da vuoto...) con dodici cassettini contenenti ognuno 12 monete della dimensione di una piastra (ho preferito fare tutti i cassetti con gli alloggiamenti identici), fondo del cassetto in bel vellutino rosso, stemma con le chiavi di san Pietro incrociate sul fronte (è una chicca, ci tenevo!), l'ho voluto al naturale senza verniciature per permettere al legno di respirare e per dare alle monete un ambiente il più possibile naturale dove riposare e patinare nel tempo. Come nel mio precedente album continuo a corredare ogni vassoio con la scheda del relativo pontefice, sul retro della scheda invece sono presenti i dati delle singole monete contenute in corrispondenza di ciascun alloggiamento... un cartellino dalla duplice funzione quindi. Inutile dire che sono felicissimo, che differenza rispetto alla plastica degli album... E ora... non resta altro che riempirlo! :blum:3 punti
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Concordo, siamo grosso modo intorno al BB, se desideri sapere come si è evoluta questa monetazione e con quale criterio venne stabilito il peso del ducato napoletano nel corso degli anni ti consiglio la lettura di questa tabella pubblicata in un vecchio studio di Giovanni Bovi.3 punti
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Ciao, ormai io non apro a nessuno... tra truffatori, venditori fasulli e tirapacchi vari ho deciso che la miglior difesa è questa. Se si tratta di un reale problema lascieranno un avviso. Non credo più a cartellini (con un PC ne puoi inventare di tutti i tipi), a proclami, etc... Un mesetto fa ho salvato la vicina un po' attempata e in buona fede dal cadere nei raggiri dei famosi "venditori di risparmi e di affari".. di solito non mi intrometto negli affari altrui ma detesto i truffatori. Detesto chi abilmente raggira la gente (specie di una certa età ma non esclusivamente) offrendo interventi, sconti, promozioni e quant'altro. Detesto dover motivare in casa mia i motivi per cui "non sono interessato" e a sentirmi dire in pratica che sono uno scemo se non accetto. Detesto vedere che far sparire questi "benefattori" basta affermare "mi dia un pieghevole con le vostre offerte e al caso vi ricontatto"... Detesto vedere che se non basta quanto affermato sopra allora basta pronunciare la parola magica "Carabinieri" (da vedere se poi intervengono detto tra noi...) e ti trasformi in un novello illusionista, facendoli sparire all'istante... Detesto sapere che c'è gente che firma contratti spacciando la sigla come autografa tua... (accaduto a miei conoscenti) Detesto sapere che rimontano le telefonate e un tuo "sì" alla domanda "Lei è tal dei tali?" diventa la risposta ad un "accetta la nostra proposta di contratto?" e ti ritrovi senza linea telefonica fissa... (accaduto a miei conoscenti). Detesto, per il motivo di cui sopra, dover cercare di evitare, durante le offerte pubblicitarie telefoniche, l'uso del termine "sì"... Detesto chi approfitta della buona educazione altrui e incalza l'improvvido, a maggior ragione se anziano. Detesto dover dare spiegazioni e motivare le mie scelte, in casa mia. Detesto vedere che chi segnala e scova questi furboni sono trasmissioni come "Le Iene" o "Striscia la notizia". Detesto che quella volta che scopro che l'acquisto on-line di 130€ è stata una "sola" e mi rivolgo alle Istituzioni (non tanto per la somma quanto per bloccare il responsabile) mi viene detto: i termini temporali ci sono, consideri che bisogna vedere se il Magistrato manda avanti la pratica, se sì tra 4-5 anni il Giudice competente (campano) può convocarla in loco a deporre a spese sue... Detesto venire a conoscenza tramite un gruppo Facebook di fregati che lo stesso venditore è responsabile negli ultimi mesi di un'altra ottantina di truffe anche economicamente più rilevanti e che è difficile fare un'azione comune per sanzionarlo... Ma ciò che detesto di più è il dover limitare la mia libertà e dovermi barricare in casa per vivere in pace. Mala tempora currunt, amici! Ciao Illyricum :diablo:3 punti
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Continuo col 2° esempio virtuoso, siamo questa volta in Brianza a Biassono vicino a Monza c'è il Museo Civico Verri, il curatore è il prof. Arslan, il direttore Leopoldo Pozzi, persone eccezionali con idee e passione e tanto lavoro....il Verri si basa sul lavoro di diversi volontari, l'idea è di farne un polo innovativo, tramite l'Associazione del Gral il Museo permanente diventa anche Centro Culturale con opportunità di conferenze, biblioteca, il Museo vive sempre tutto l'anno, la tecnologia è la base, tutte le monete vengono messe on line, ci sono anche pubblicazioni cartacee, mostre, ed esposizioni permanenti o temporanee di monete, molte delle monete sono di donatori, queste sono ancor più valorizzate di altre, il donatore deve essere giustamente gratificato e ringraziato, chi arriva da quelle parti anche lì sarà accompagnato, spesso dallo stesso Pozzi, il Museo diventa la casa di tutti gli appassionati. Il Verri ha già fatto mostre importanti, eventi di caratura internazionale, anche qui si tende alla valorizzazione dei beni , se dovessi sintetizzare la ricetta del Verri direi un mix di innovazione, idee, lavoro volontario tanto, digitalizzazione, cortesia , polo culturale che va oltre il Museo, un centro permanente che cerca di fideilizzare l'appassionato e di coinvolgerlo e poi.... e poi se vuoi vedere monete esposte a Milano, senza preavviso lì devi andare, vedrete classiche, milanesi, lombarde....e tanto altro... Concludo quello che mi disse circa dieci anni fa Pozzi, gli chiesi se potevo fotografare i reperti archeologici e le monete....mi guardò ridendo....stai scherzando ? Ricordati sempre che queste monete non sono mie, non sono di lui, ma sono di tutti te compreso e queste cose purtroppo poi le sentiamo poche volte .....a volte mai.... Tutto questo per dire che a volte si possono ottenere grandi risultati con idee, lavoro, passione....e quindi ....forza....3 punti
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Io invece penso che sia soprattutto questione di intelligenza, iniziativa e organizzazione Si possono realizzare molte cose , soprattuttocon la tecnologia odierna che mi permetono di rendere fruibile una colkezione per il grande pubblico ed edicarlo senza pensare di dover necessariamente predisporre teche per diecimila monete Dive sta scritto che devo esporre una collezione per intero? Sai chd noia.. La visione della collezione puo' essere riservata agli studiosi ( in moltissimi musei neppure questo e' possibile - pensate a wuanyo inefficiente e' il sistema) Mentre al grande pubblico riservo una selezione di pezzi ( bastano due tre teche fatte bene) ma soprattutto gli fornisco gli strumenti edicativi e informativi per poter apprezzare cio' che ha davanti Video educational sulla monetazione oggetto della collezione dove si parli di storia, numismatica, usi di quelle monete e soprattutto si facciano vedere , ingrandite , le monete piu' significative aiutano moltissimo a comprendere meglio cio' che rappresentano quei reperti che altrimenti sarebbero solo dei miseri , scuri ed anonimi tondelli agli occhi dei piu' Infine qualcosa che racconti anche la storia del collezionista che con infinita passione ( penso al Bovi) pazienza, conoscenza e perizia ha saputo raccogliere un insieme unico di testimonianze numismatiche che possiamo oggi apprezzare sotto tanti punti di vista e che ci fornisce informazioni storiche e godimento artistico ( oltre che piu' specificamente numismatico) accrescendo la nostra cultura. Come finanzio wueste cose? Non stiamo parlando di cose impossibili. Gestendo meglio le risorse a disposizione, non sprecando ma gestendo meglio la spesa gia' diverse cose potrebbero saltare fuori ( ci sono cosi tante spese stupide o sprechi fatti nella gestione dei beni culturali che un minimo di efficienza tirerebbe fuori gia' parecchio) Per quelli che manca si potrebbero sollecitare opportunamente privati, sia istituzionali ( banche ad esempio da sempre legate e affascinare dal discorso 'moneta') . Dico questo con cognizione di causa perche' gia' sono stati realizzati in passato progetti simili con contributi o partecipa ioni di istituti bancari al loro finanziament0 Oppure anche risorse raccolte presso cittadini privati opportunamentdmotivati al progetto Certo occorre sbattersi per realizzare queste cose, meglio per il funzionario pigro restare in poltrona. Occorre poi avere gli opportuni gradi di liberta' - cosa che oggi pochi musei ancora hanno. E poi occorre essere bravi organizzatori e avere iniziativa. Anche qui non e' scontato che un bravo direttore di museo che sia magari uno studioso sia anche un bravo organizzatore. Queste sono forse le cose che mancano maggiormente. Ma e' riduttivo essere rinunciatari in partenza o nascondersi dietro difficolta' che spesso ci vengono mostrate come oggettive quando e' invece la volonta' a monte che manca .3 punti
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Continua la carrellata di rarità questo fine settimana nebbioso e freddo! Cosa ne pensate, quale la conservazione secondo voi? Poi vi dirò la conservazione espressa dal Maestro :blum: :hi: Renato2 punti
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Un esemplare di questo oggetto monetiforme apparve in commercio nel 1998 nell'asta n. 12 "Italo Vecchi Ltd"2 punti
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Ringrazio per gli interventi e in particolar modo @@francesco77 per l'interessante tabella che amplia sull'argomento del valore del peso. Nel periodo della reggenza, tra il 1665 e il 1666, furono battuti, solo a nome di Carlo II, carlini che si collocano sullo stesso standard ponderale di Filippo IV, mentre nell'ultimo anno di regno congiunto apparvero monete da un ducato, mezzo ducato e tari' con leggenda duplice, le quali, però, sia per il peso inferiore alla norma sia per l'accuratezza dei conii, dovrebbero ritenersi come coniazioni commemorative. Intanto la Spagna viveva momenti difficili, soprattutto per le mire di Luigi XIV di Francia, cui fu costretta a cedere alcuni territori, e ne subiva le conseguenza persino in Sicilia, dove la rivolta di Messina del 1674, diretta a ppunto contro il governo spagnolo, privò la città di battere monete del Regno, privilegio che passo a Palermo. Per esempio le emissioni monetarie in Sicilia si possono pertanto dividere in quattro momenti diversi: 1) Zecca di Messina fino al 1674; zecchieri D.Gregorio Vigevi 1665-1666 (DG - V) e D. Giovanni Battista Vigevi 1667-1674 (DI - BV). 2) Emissioni dei tipi messinesi del 1678 con sigla R - C, cioè Regia Corte, battuti a Messina, nonostante il divieto, forse unicamente per provvedere alla ribattitura delle monete francesi rimaste in circolazione nella città. 3) Emissioni "di transizione" a Palermo, dal 1677 al 1693, corrispondenti all'inizio dell'uso del bilanciere, con conseguente sforzo per migliorare la qualità delle monete nel disegno e nella fattura. La sigla presente su tutte le emissioni palermitane, anche successive, è R - C. 4) Emissioni palermitane definitive in puro stile barocco, dal 1697. A Napoli, per merito del marchese Carpio, la complessa monetazione trovò finalmente ordine con la riforma che vide comparire nel 1683 nuove monete d'argento coniate con una lega di 11 onze per libbra e l'opportuno provvedimento del ritiro dalla circolazione di tutte le vecchie monete, nonostante ciò comportasse all'erario un notevole sforzo finanziario. Nel periodo successivo furono emesse anche monete d'argento di peso inferiore, in seguito all'aumento del costo del metallo, situazione a cui corrispose un operazione di maggiorazione del valore delle monete battute in precedenza e ancora in circolazione. Tutta questa monetazione d'argento di Carlo II a Napoli fu eseguita al bilanciere con pregievole fattura; schematicamente può essere divisa in tre periodi principali: 1) 1683-1687: ducato, mezzo ducato, tari', carlini, sulla base del peso dell'unità (il carlino) di gr. 2,81. 2) 1687-1689: si aggiungono monete da 8 grani sul peso di un carlino di gr. 2,56. 3( 1691-1700: stessi nominali con pesi basati sul peso di un carlino di gr. 2,19. Dal 1677 parallelamente si batteva anche rame: 1 grano, 1 tornese, 3 cavalli. Fino al 1680 in questo metallo si battevano monete al martello, da questa data in poi fu usato il bilanciere.2 punti
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Si Michele, certamente se citiamo gli esempi negativi italiani questa discussione non la finiamo certo più :blum:, cercavo di dare un target, se possibile, di speranza e di esempio da seguire, di proposta, dobbiamo cercare di dare qualche input affinché la Collezione Bovi non finisca nell'oblio e nelle casseforti o scantinati e che un giorno si debba dire come a Bosa e la Collezione Bovi ? Scusi quale Collezione Bovi ? Di cosa stiamo parlando....? Ecco perché gli esempi virtuosi, ove esistano, possono essere un faro da seguire, per esempio non per insistere la digitalizzazione della Collezione, o la esposizione anche di una piccola parte come a Ozieri e poi magari ruotata con un'altra parte, che potrebbe avvenire non necessariamente nella attuale sede, l'ausilio su base volontaria di alcune di queste incombenze che essendo quindi a costo zero potrebbero essere un aspetto valutabile dagli attuali gestori, e poi comunicazione che nella numismatica non è facile per i numeri limitati e per una unità che spesso è difficile trovare, ma per esempio centrare il prossimo Convegno Partenopeo @@francesco77 dal punto di vista culturale su questa tematica potrebbe dare una certa cassa di risonanza magari con appello firmato da molti precedentemente.....insomma vediamola dal punto di vista propositivo, fermo restando le oggettive difficoltà, queste evidentemente ci sono, se no non saremmo qui a parlarne :blum:2 punti
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@@monbalda Per quanto mi riguarda sono d'accordo con l'uso della tecnica a bulino, a formare i denti, per le prime emissioni (e forse anche un poco oltre :)). A un primo e frettoloso esame, in attesa di più immagini particolareggiate di ambedue le emissioni (Cola e Bonifacio) l'impressione è nel primo si utilizzi un punzone mentre per l'altro il bulino. Mi riprometto di analizzare il problema con più calma, comunque. @@anto R Premetto che per rispondere, ragionevolmente, a tutti i quesiti di Antonio occorre tempo e "frullato" di meningi :D. Sarei dell'idea di rispondere prima agli spunti di Monica. Che ne dite? Per ora intendo trattare, in linea di massima, la prima "domandina" ovvero perchè la S sopra il pettine nella moneta di Bonifacio. Nel tuo articolo in rete riguardo al bolognino romano, per altro ben fatto a mio parere, affermi che con il ritorno di Urbano V a Roma cessa l'attività della zecca senatoriale (se sbaglio correggimi). Personalmente non sono d'accordo ma questo poco importa in finale. Però, a mio avviso una domanda nasce spontanea: che moneta piccola circolava a Roma nella seconda metà del XIV secolo? Probabilmente se riesci a rispondere trovi la soluzione. A presto e cari saluti2 punti
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Il vostro Roscius denarius ha i simboli di Crawford 176(Babelon 128). Finora, solo due esemplari eranno conosciuti ma su entrambi i simboli erano difficili da vedere. Il vostro denarius è il primo con simboli chiari, quindi grazie per averci mostrato. Il simbolo dritto è un cervo con corna (o animale simile) con campane (o cablaggio) appesi al collo. Il simbolo rovescio è una tazza seduto su un vassoio. Vi preghiamo di mostrare i vostri altre monete con controlmarks perché anch'essi siano meglio rispetto agli esempi pubblicati. Richard2 punti
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"Io porto come esempio degli esempi italici, non siamo in grandi città, siamo in strutture che oggi definiremmo minori, una è in Sardegna, una è in Brianza vicino a Monza." Ma certo che anche in Italia ci sono realtà che funzionano. Il punto però è che, a ben vedere, queste realtà altro non fanno che compiere il loro dovere e svolgere il lavoro per il quale esistono e sono retribuite (in genere con denaro della collettività....). Ormai abbiamo una visione talmente deformata della realtà, che ci sembra straordinario e meritevole di apprezzamento ciò che invece dovrebbe essere (e altrove lo è...) la normalità. Io ho invece un esempio di segno diverso che vorrei raccontare, ma non tanto perché è negativo (esempi negativi ne avrei anche altri, se è per quello...) ma perché è semplicemente....."grottesco" o, se volete perché è un tipico esempio "italiota". Qualche tempo fa trovo in una biblioteca il testo di Francesco Guido pubblicato nel 1994 "Bosa. Le monete del museo civico" e mi viene lo sghiribizzo di vedere le monete dal vivo. A luglio scorso, ho un impegno di lavoro di venerdì mattina nel nord Sardegna e pianifico con mia moglie il fine settimana nella cittadina sarda posta ad una quarantina di Km. a sud di Alghero e nota, fra le altre cose, per ospitare nel suo territorio il Castello dei Malaspina. Quale migliore occasione per visitare la collezione del Museo civico e, magari, acquistare una copia del Catalogo del Guido, che la casa editrici di Milano dà nel suo sito per esaurito? Metto nel bagaglio una lenta di ingrandimento ed il costume da bagno e si parte. Il venerdì sera, arrivati a Bosa, dopo aver preso l'albergo decidiamo di fare subito un salto al museo civico, che fra l'altro si trova lungo la strada principale della cittadina. Ecco il Museo, è aperto, chiedo subito alla gentile signorina che è dietro un banco se si può vedere la collezione di monete sarde. Mi guarda in modo strano e mi chiede: "scusi...quale collezione di monete? Noi qui non abbiamo monete". Con aria a mia volta perplessa, le rispondo che sto riferendomi alla collezione riportata nel Catalogo del Guido e che forse potrebbe essere che non sia esposta, ma che se prende una copia del Catalogo del Guido ne potrà constatare l'esistenza. "Scusi". mi dice l'addetta, "ma di quale Catalogo sta parlando? Qui non abbiamo nessun Catalogo di una collezione civica di monete". A quel punto, chiedo a mia moglie di far vedere alla ragazza un'immagine della copertina del Catalogo dal suo IPhone (il mio telefono è un po'...arretrato.. tecnologicamente) e così gliela mostriamo. L'addetta cade dalle nuvole e mi dice che non l'ha mai visto quel Catalogo e che non ha mai sentito parlare di una collezione civica di monete. Chiede anche al alcuni suoi colleghi, che nel frattempo ci hanno raggiunto, ma nessuno sa niente. Ma non hanno la minima idea di cosa sia potuto accadere alle monete. Uno mi dice anche: "vabbè...dopo tutto sono passati 20 anni dalla pubblicazione del Catalogo"....ed io aggiungo: "e già....in 20 anni hai voglia di quante cose possono capitare...". Così a Bosa non ho potuto usare la lente...in compenso ho usato molto il costume da bagno.... :pleasantry: http://www.edizioniennerre.it/IT44125.htm Saluti. Michele2 punti
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comunque per tua conoscenza il significato della succitata scritta era il seguente: "Il sovrano, in coincidenza con l'anniversario della propria ascesa al trono, poteva chiedere agli dei di conservarlo in buona salute per un dato numero di anni, per esempio per venti o dieci o cinque o anche trenta (si parla in questo caso di "vota suscepta vicennalia, decennalia, quinquennalia ecc. ecc."), il tutto in cambio di un sacrificio che avrebbe avuto luogo alla scadenza; oppure poteva, trascorsi o cinque o dieci o venti anni dall'ascesa, adempiere ad una promessa fatta vent'anni prima "vota soluta".2 punti
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Quesito a mio avviso molto interessante ed ancora meritevole di approfondimenti. A riguardo questa particolare coniazione, cosa rara, esiste un documento che però, per stessa ammissione del Trasselli, è tutt'altro che chiaro. Mi limito a riportarne la trascrizione dal De Rebus Regni Siciliae e poi magari lascio la parola agli esperti della monetazione siciliana. Sembrerebbe quindi proprio il documento che ordina questo particolare denaro che doveva essere scambiato a 20 per tarì e la sua medalia, cioè la sua metà ed il suo quarto ( quest'ultimo mancherebbe all'appello) se il documento è stato ovviamente ben interpretato. Le mie conoscenze però sulla monetazione siciliana sono fortemente limitate quindi lascio la parola a chi più esperto. Ovviamente se ho detto castronerie invoco a mia difesa il fatto che sono sveglio da ieri mattina alle 6.00... :p.2 punti
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@@monbalda l'imitazione non solo della moneta ma anche dei metodi di produzione della stessa penso anch'io sia un fatto molto interessante....e a questo punto si potrebbe fare un bello sviluppo del discorso partendo dal Provisino senatoriale con la Y sopra al pettine ed approfondire quindi il concetto di moneta imitativa. Per rispondere ai tuoi quesiti sulle ultime serie ecco le immagini dei miei esemplari: Cola di Rienzo e Bonifacio IX (piccolo appunto per questo Provisino: notare come dopo PP al diritto vi sia una sola N anziché due) I denti dell'esemplare di Nicola mi sembrano originati da un punzone (hanno tutti lo stesso spessore, lo stesso raggio di curvatura, la stessa forma della punta). Per quanto riguarda quelli dell'esemplare papale il discorso inizia a farsi - almeno per me - più complicato. I denti sono molto simili e le punte sembrano identiche tra loro, ma lo spessore è veramente minimo!!! Per questo sostengo l'ipotesi dell'uso del bulino nelle mani "giuste". E adesso alcune domandine le faccio io..... Secondo voi come mai Bonifacio IX decise di mantenere la S sopra al pettine? (Qui riprendo un quesito della @@adolfos univesity, che magari qualcuno si è perso nelle svariate pagine di discussione) Ritenete antecedenti i Provisini di Cola con VRBS inquartata oppure quelli con i quarti vuoti? Parere sul seguente pezzo: L'avevo già postato quando mi ero inserito nella discussione, ma era stato degnato di poca attenzione (certamente la pessima conservazione ed il salto di conio non hanno aiutato). Attenzione che non aveva avuto troppo nemmeno da parte mia, fino ad oggi. Iniziamo dal diritto, dove possiamo notare come il pettine abbia i denti a D (sulla questione punzone/bulino non saprei che dire....) e sia sormontato dalla S tra crescente e stelletta. Al rovescio le cose iniziano a farsi più interessanti....Infatti oltre ad una stelletta nel I quarto, abbiamo circa ad ore 9 una S. La S al rovescio unita agli altri elementi compare in questa monetazione solamente due volte: con Bonifacio IX (BONIFATIVS PP NN) e in un periodo imprecisato del XIV secolo, con il Provisino catalogato dal Muntoni al numero 84 (ROMA CAPVS M). Secondo voi qual è l'attribuzione più probabile? Tanto per aggiungere un piccolo mattoncino al mio discorso su denti a C e denti a D entrambe le monete (Provisini di Bonifacio IX e Muntoni 84) si presentano con i denti a D e hanno, come possiamo vedere dal mio dubbio di attribuzione, parecchi tratti in comune (posizione e tipologia dei simboli, stile delle lettere, qualità della lega..)...quindi forse davvero i denti a D furono voluti e non casuali, forse ad indicare l'emissione più tarda e svilita della moneta. Buona giornata a tutti, Antonio2 punti
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Buongiorno ragazzi, ciao Francesco, come già spiegato a breve inserirò la data in forma ufficiale, posso anticiparvi che il convegno si svolgerà o a fine febbraio o a fine marzo, queste sono le date disponibili per Castellammare di Stabia, ho prorogato la decisione finale a venerdi 30 gennaio a Piacenza, dopo aver sondato ulteriormente gli espositori e coordinandomi con organizzatori di altre manifestazioni, segnalerò e aggiungerò nel calendario degli eventi qui su la Moneta, un pò di pazienza ancora, a presto da Attilio.2 punti
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Guardate che chiunque abbia studiato a fondo una emissione, compulsando anche vecchi testi e cataloghi, risce talvolta a ricostruire dei pedigrees inimmaginabili. Ovviamente se sono emissioni di una certa importanza storica e di pregio è più facile scoprire vecchie foto fino alla fine Ottocento. Prima ancora c'erano solo disegni, che hanno spesso scarso valore documentario. Un solo banale esempio. Attualmente sto completando il Corpus sul denario di Cn. Domitius Calvinus, con circa 200 esemplari censiti da musei e collezioni, compresi vecchi e recenti cataloghi, permettendomi di ricostruire la sequenza dei conii. Ho anche rintracciato esemplari provenienti dai soli 5 ripostigli noti in Europa per questi denari. Confrontando le varie immagini ho scoperto che l'esemplare che era stato venduto, quasi alla chetichella, nell'asta sanmarinese iNumis 11/2010, n. 88 (senza pedigree) non era altro che l'esemplare appartenuto alla famosa collezione Maddalena, dispersa in Canessa & Sambon del 7 maggio 1903, n. 796. Basta il seguente confronto (considerando che in Canessa & Sambon la moneta era riprodotta in calco, con conseguente riduzione delle fratture sui bordi): caratteristico il graffio davanti la testa e l'esatta corrispondenza delle centrature delle immagini:2 punti
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Mi allaccio all'intervento precedente, io credo che la passione, la buona volontà, il senso del dovere siano fondamentali nella vita e nel lavoro, dove questi albergano negli uomini tutto è possibile e aggiungerei anche la determinazione nel cercare di fare le cose.... Io porto come esempio degli esempi italici, non siamo in grandi città, siamo in strutture che oggi definiremmo minori, una è in Sardegna, una è in Brianza vicino a Monza. Ogni anno vado a trovare due brave e appassionate signore di Ozieri, poi vi spiegherò perché ogni anno, una è la Direttrice del Museo di Ozieri in Sardegna, l'altra è una sua Collaboratrice, cosa fanno queste due signore ogni anno da sole ? Ozieri è una realtà che ha nei magazzeni quantità di monete, donazioni, rispostigli accumulate nel tempo, tante.... Ritengono che non sia giusto che muoiano e morire e la parola giusta in questo caso, si muovono con il Comune, con la Banca locale, ottengono qualche aiuto, ma poi ci vuole il lavoro e neanche poi tanto....a loro dire....il minimo sindacale.... Provvedono ad allestire sale con teche ben illuminate, pannelli con led tecnologici di spiegazione e poi iniziano.... Nella spiegazione si scherniscono....sa siamo sarde i nostri tempi, ritmi sono lenti, ci siamo prefissi di catalogare ogni giorno una moneta, quindi 365 monete all'anno, il minimo secondo noi che ce la prendiamo comoda, facendo così noi siamo in grado di esporre ogni anno 365 nuove monete a rotazione per gli appassionati, per la comunità, per i nostri giovani.... E se lei verrà tra un anno ne vedrà altre 365 altre ecco perché ritorno ogni anno..., poi sempre con qualche fondo ottenuto provvediamo a qualche pubblicazione del catalogato e poi sono lì, il visitatore diventa amico, spiegano, raccontano, ti accompagnano, un vero piacere, credo che un giovane dopo una visita così si possa anche appassionare....è il giusto approccio, di certo non impossibile....come vedete.... Nel salutarmi mi dicono vorremmo tanto venire a Milano a vedere le monete del Castello....gli spiego che non è poi come pensano....ma nel prossimo post vi racconterò come si possa in altro modo non in Milano, ma abbastanza vicino a Milano, fare divulgazione numismatica, far appassionare, creare poli culturali d'avanguardia, come ? diciamo subito che senza la passione e il lavoro di un gruppo di volontari questo non sarebbe successo....e poi certamente ci vuole l'idea, il progetto e le persone che vogliano e sappiano portarlo avanti...e la Collezione Bovi da questi due esempi virtuosi potrà trarne qualche spunto utile e di riferimento....al prossimo post....2 punti
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Ciao Jolly, tutto bene ti ringrazio, spero che anche a te sia tutto ok :) Hai ragione, oramai è un bel po' che non posto più nulla, sia a livello di medaglie che di monete, ma la collezione fortunatamente va avanti. Dai, prossimamente, tempo permettendo, inserisco qualcosa :) A presto!2 punti
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Oddio vi prego ve lo traduco io ma non usate google traduttore perche' uccide l'italiano;(Gia' scienza sconosciuta ai piu';)Comunque il senso e' abbastanza chiaro. Speriamo..2 punti
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Ho pensato di aprire questo topic per raccogliere tutte le discussioni iniziate da petronius arbiter nelle quali racconta le storie più interessanti che stanno dietro alle nostre amate monete. Dato che pur essendo molto interessanti non tutte possono essere in evidenza si rischia, come è successo inizialmente a me, che ai nuovi arrivati qualcuna possa sfuggire e sarebbe veramente un peccato! Con l'aiuto di petronius arbiter ho quindi cercato tutte queste discussioni e vado ad elencarvele: MONETE D'ORO: 1. James B. Longacre e la "Double eagle" 2. L'aquila di San Gaudenzio 3. Un'aquila da 7 milioni di dollari 4. Racconti dell'età dell'oro DOLLARI D'ARGENTO: 1. Il Re ed Io 2. Storia di Morgan 3. L'Uomo dei Dollari 4. Un dollaro di pace 5. Il Dollaro Perduto del '64 ALTRE MONETE: 1. A nickel's story 2. Cinque piccoli indiani 3. Who's that girl 4. 1 milione per un centesimo 5. Il dollaro di Susie B. 6. It's only a dime... 7. Confederate Half Dollar 1861 8. La prima Americana 9...e poi lo chiamarono Dollaro 10. I dollari dei Nativi 11. L'Innovazione Americana 12. Il Presidente e Mister T 13. Le monete di Abramo CURIOSITA' 1. Quando pulire le monete fa male... 2. Gin Craze 3. Cosa fare a Denver quando sei morto Stiamo preparando una discussione simile anche per la sezione "cartamoneta e scripofilia", appena pronta inserirò qui di seguito il link. ECCOLO! Buona lettura a tutti!1 punto
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Dopo anni di ricerche e studi, è finalmente nato e pubblicato: “Tecniche ed errori di coniazione”. Al momento in versione e-book (su amazon.it, hoepli.it, google play store, rizzoli, etc.) a EUR 14,99 e presto in versione cartacea a EUR 35,00. Circa 250 pagine (formato A4) e riccamente illustrato (più di 300 immagini a colori). https://play.google.com/store/books/details?id=FzJiBgAAQBAJ Pur essendo stati pubblicati altri libri sul tema in Italia, il mio si sviluppa in un modo totalmente differente. Infatti, i libri ad oggi disponibili affrontano l’argomento come un ordinario catalogo numismatico, vale a dire elencando le varie monete che presentano un errore di coniazione attraverso un metodo di classificazione basato sull’autorità emittente, il valore facciale, il tipo e, quindi, il millesimo. Tuttavia, a mio parere, nel caso degli errori di coniazione ha poco senso seguire questo classico metodo di classificazione; infatti, per definizione, si tratterebbe innanzitutto di un’opera incompleta visto che molte tipologie di errore sono “non ripetitive”, vale a dire si manifestano in modo sempre differente da moneta a moneta. Si pensi ad una moneta con battitura decentrata o doppia battitura. Inoltre, l’attributo essenziale che caratterizza gli errori di coniazione è la tipologia di errore (es. brockage, coni collisi, etc.) e le altre caratteristiche sopra descritte assumono un’importanza secondaria. In aggiunta, i testi oggi disponibili non illustrano la dinamica e le cause di formazione dei singoli errori se non in modo sommario. Questo aspetto è tuttavia essenziale per poter essere in grado di distinguere gli errori “artefatti” dagli errori “genuini”. Infatti, la più importante domanda a cui ogni collezionista di errori di coniazione deve saper rispondere per essere in grado di distinguere gli errori genuini da quelli artefatti è come gli stessi si formano. Una risposta a tale domanda richiede evidentemente una profonda conoscenza delle varie fasi del processo di coniazione e la loro evoluzione nel tempo. Infatti, per saper identificare un errore di un determinato processo è quantomeno indispensabile conoscere come avrebbe dovuto funzionare quel processo in modo corretto. Per tutti questi motivi, la prima parte del mio libro è dedicata ad un’esposizione dettagliata della storia delle tecniche e delle tecnologie di coniazione, con una descrizione dettagliata del moderno processo di coniazione delle monete destinate alla circolazione. Solo dopo aver appreso i concetti base di tale processo ho ritenuto opportuno analizzare nella seconda parte del libro i singoli errori, illustrandone le varie cause ed effetti. Inoltre, in questa seconda parte del libro ho analizzato gli errori di coniazione più celebri della monetazione italiana illustrando l’origine del relativo errore (es. 100 lire 1972/, 200 lire mezza luna, 2 centesimi 1915 quattro mani, etc.). Prima di investire in errori di coniazione è fondamentale investire in conoscenza per cercare di trovare le risposte ai numerosi dubbi che possono sorgere. Solo una volta appresi i concetti base che consentano di riconoscere gli errori autentici da quelli artefatti e di distinguere un errore raro da uno comune, sarà possibile avviare una collezione che potenzialmente non ha limiti! Per qualsiasi informazione non esitate a contattarmi. Allego indice del libro per avere un’idea dei contenuti. Andrea Del Pup Indice libro.pdf1 punto
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Il più piccolo nominale in oro per Vittorio Emanuele III: mezzo marengo, unica emissione per questo regnante. Della serie "Aratrice" è sicuramente il meno "appariscente" e forse il meno apprezzato dai collezionisti. La trovo assolutamente fantastica nonostante le sue ridottissime dimensioni. Renato1 punto
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Piacevole "liretta" della serie "Impero" Cosa ne pensate? Quanto disturbano i segnetti al dritto sul volto del Re?1 punto
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...Renato, sei effervescente questa sera, accidenti .... Megalustro ... chissà da cosa dipende? Che il conio sia stato approntato fresco fresco ... ma poi i rilievi bassi ... boh .... :huh:1 punto
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...................... e poi questa discussione .............. buona lettura!! :good: :hi: http://www.lamoneta.it/topic/66127-monete-napoletane-di-carlo-ii-di-spagna-approfondimenti-sugli-hamerani/1 punto
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Sperando che possa stimolare la discussione, avanza una mia ipotesi circa le emissioni dei nominali più piccoli di bronzo tra il 378 dC (riforma monetaria di Graziano) e il 423 dC. Ovviamente è un'ipotesi, in gran parte derivata dall'LRBC, nella quale il termine "nummus" individuerebbe una specifica moneta di bronzo forse sin dal 387-8 (riforma monetaria di Teodosio I). A partire dalla rifroma monetaria del 395 dC (di Teodosio I, ma postuma), il sistema monetario eneo sembra essersi separato tra Occidente e Oriente: in Occidente il nummo avrebbe mantenuto il peso di 1,15 g, stabile sino al 455 e quindi durante tutto il regno di Valentiniano III), mentre in Oriente si sarebbe ridotto a 0,90 g (per questa ragione anziché "nummo" l'ho chiamato "minimo", scelta arbitraria, naturalmente). Insisto: la mia è solamente un'ipotesi, quindi legittimamente criticabile.1 punto
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Nel frattempo, propongo l'ipotesi che si tratti di un oggetto con finalità devozionali. La testa femminile potrebbe anche essere di una dea, come ad esempio la Venere ericina. L'astro aveva ovviamente un importante ruolo nella mitologia antica e non solo indicava la luce che viene dall'alto, talvolta identificato col Sole. Non sembra casuale la scelta di un alto numero di raggi, 16.1 punto
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Oppure da dare come ricordo agli operai che avevano contribuito alla realizzazione dell'arma o ai migliori clienti... Lord Acton1 punto
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______________ 1866 Prussia German states Guglielmo I° di Prussia (1797-1888) 1 Silber Groschen - Argento .2221 punto
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______________ 1866 Austria Francesco Giuseppe (1830-1916) 5/10 Kreuzer - Rame1 punto
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dovresti mettere una immagine migliore per leggere cio' che recita la legenda.. cosi' non si vede nulla Penso che sia un denier ou petit blanc du Dauphinè - Dauphins du Viennois - Charles VII ma prendilo con riserva in attesa di vedere bene le immagini. http://www.cgb.fr/dauphine-dauphins-du-viennois-charles-vii-denier-ou-petit-blanc,v22_0425,a.html1 punto
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______________ 1866 Francia Napoleone III° (1808-1873) 20 Cent - Argento .8351 punto
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Questo è il mio ultimo arrivo, comprato perchè oltre ad essere la tipologia col busto giovanile, presenta all'inizio della legenda la croce, invece dei due più comuni cerchietti. Inoltre ha fondi lucenti sotto una patina azzurra, l'unico "neo" è la leggera schiacciatura di conio sui capelli. Il peso è giusto(3,90 g). Pagata 205,00.1 punto
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A mio parere questa moneta corrisponde al soldo di Castiglione classificato dal CNI per Ferdinando I Gonzaga, vedi collegamento http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FERIG/21 le doppie C intersecate che inquartano la croce del verso sono abbastanza leggibili. Se consideriamo che l'attribuzione del CNI parte da una legenda in cui il nome del sovrano non è leggibile e che anche Francesco Gonzaga si fregiò del titolo di Principe... La buona leggibilità nel tuo esemplare del nome del sovrano penso potrebbe essere un ottimo spunto per la riattribuzione di questa moneta.....sempre che io sia nel giusto...; -) ciao Mario1 punto
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Caro @@Ramossen, grazie per aver specificato il tuo intento, nel quale sei riuscito perfettamente. Io ho semplicemente ricordato quegli aspetti perché leggiamo in tanti (anche molti "ospiti") e non tutti seguono l'intera discussione e magari a qualcuno di passaggio nel thread o a qualche utente meno esperto di te, quegli elementi da tenere in considerazione potevano sfuggire o non essere noti e prendere per "buona" e sufficiente la sola prova alla plastilina. Al volo qualche osservazione comunque in una pausa di lavoro: io posto di nuovo quel denaro ingrandito con una zommata sui denti, che però io ti confesso vedo molto vicini ma non sovrapposti. Da notare invece le irregolarità nello spessore di diversi denti, nella superficie (vedi gibbosità), e anche nella forma delle punte (se fosse un punzone dovrebbero essere tutte uguali). L'unico modo che ho pensato potesse giustificare alcune di quelle irregolarità delle punte (ma non il resto) e la tua teoria della sovrapposizione del punzone è che usassero un punzone che si allargava verso la punta invece di restringersi o di rimanere di simile spessore. Ho fatto anche la prova che ti posto per raffronto alle punte indicate in fotografia. Il punzone l'ho disegnato sul dente centrale immaginandomi che un poco a destra fosse stato "nascosto" dal punzone successivo; non ho riprodotto invece gli ultimi due denti a destra perché converrai con me che quelli non possono essere fatti con il medesimo punzone...ma con un bulino. Ma ad essere onesta non mi convince, perché le punte non assumono la stessa forma che si vede sulla moneta e per via anche degli spazi che rimarrebbero / non rimarrebbero tra i denti nella parte alta, procedendo dalla punta verso la schiena del pettine (oltre che per i problemi di spessori diversi alla radice o lungo una parte del "fusto", etc...). Infine, una domanda: ma non ti convince la spiegazione dell'impiego del bulino solo per questo esemplare, o anche per gli altri tipi della prima emissione che abbiamo viso (e/o altri)? Un caro saluto MB1 punto
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La Finlandia usa quasi sempre dei soggetti molto particolari per le propie rappresentazioni, al contrario vorrei fare un paragone con le nostre CC dove viene evidenziato in maniera molto poco artistica il volto del personaggio commemorato, insomma io gradisco le Finlandesi mentre ai nostri autori chiederei di abbandonare un po la classicità dei ritratti per esprimere anche in maniera diversa i personaggi illustri al quale le monete CC Italiane si ispirano.1 punto
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In effetti..a onor del vero, non sempre è possibile esporre per intero una collezione numismatica, specie quando sono consistenti come pezzi....pensate alla Collezione Reale....occorrerebbe fare dei percorsi tematici periodici...inoltre, diciamocela tutta....tranne per noi addetti ai lavori, in genere gli utenti non amano soffermarsi a perdere la vista per guardare un tondello da non meno di 30 centimetri e sotto vetro...meglio una statua, un quadro..... e dunque per una fruizione ottimale i costi lievitano....quindi spesso anche ricevere una donazione come la Bovi comporta problemi e costi non indifferenti per metterla in mostra.1 punto
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Taglio: 50 Cent Nazione: Belgio Anno: 2003 Tiratura: ?? (190.000 in Divisionale) Conservazione: SPL+ Città: Bruxelles1 punto
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Ciao @memimemi, considera che non sono molto esperto, ma mi vengono in mente due monete che conosco: Neapolis: http://www.acsearch.info/search.html?id=249706 Thourioi: http://www.acsearch.info/search.html?id=1844374 Le scritte sono diverse nei due casi, ma non saprei confrontarla con quella della tua moneta. Spero che qualcuno più esperto possa commentare. Luca1 punto
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C’è tanta crisi che ormai l’unico che riesce ad arrivare sempre a fine mese è il calendario e chi si e aggiudicata la moneta. :o1 punto
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avendo buon professori.....divento esperto anche io!!! :lol: :lol: .....il suo averscio......!! :lol:1 punto
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