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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/22/15 in tutte le aree
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1865 Portogallo (per le Azzorre) 5 reis ogni tanto mi concedo un pezzo BB/SPL :rolleyes:6 punti
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Vi racconto quanto accaduto ad un collezionista una decina di anni fa: aveva una interessante collezione di monete e medaglie di una zecca minore, essendo molto anziano decide di donarla al proprio comune con l'obbligo di esporla. Si reca presso il municipio e parla con i funzionari addetti. Gli viene risposto che non c'è problema a donarla, l'unica richiesta (!!!) è che lui stesso provveda all'allestimento della sala dell'esposizione, che paghi per la sicurezza, per le teche e per tutto quello che riguarda l'esposizione stessa. La prima reazione è stata di buttarla nel fiume, poi nel frattempo è morto e la vedova ha venduto la collezione. Purtroppo la situazione è questa ed hanno ragione sia Elledi che Numa numa. E poi: sapete quanto collezioni (ed altro) sono state donate senza alcun vincolo per essere esposte, ed adesso sono a "marcire" negli scantinati, spesso non inventariate (e chissà se ci sono ancora......). Non sarebbe meglio, come per esempio si fa spesso all'estero, vendere quello che è già presente nei musei e, con il ricavato, poter esporre quanto è negli scantinati? Ma si sa che le cose semplici in Italia sono le più difficili da farsi.4 punti
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Un pezzo di 3-cent 1865 colpì a Philadelphia per aiutare ad alleviare la scarsità di moneta causata dalla guerra civile americana. Questo esempio di primo anno di nuovo 3-cent "nickel"—3-cent pezzi d'argento per la maggior parte erano sparito dal 1862—segna la prima apparizione del 25% di nichel, 75% di rame lega che sarebbe diventato così un appuntamento fisso della monetazione americana. (Notare lo stile romano "III" non accompagnati da "cents", che ha funzionato bene con questa moneta, ma il cui successo probabilmente ha contribuito a portare al disastro del pezzo "no cents" V-cent del 1883). 1865, anno finale della guerra, e del primo anno della pace. Famose parole di Abraham Lincoln dal suo secondo discorso inaugurale nel marzo 1865: "Con malizia verso nessuno, con carità per tutti, con fermezza nella destra come Dio ci dà il diritto di vedere, sforziamoci a finire il lavoro siamo in, per fasciare la nazione ferite..." Che era il 4 marzo. La guerra sarebbe finita su aprile 9, e la vita di Lincoln sarebbe finita una settimana dopo, il 15 aprile. :) v. -------------------------------------------------- An 1865 3-cent piece struck in Philadelphia to help alleviate the coin shortage caused by the American Civil War. This first-year example of the new 3-cent “nickel”—the silver 3-cent pieces had mostly disappeared by 1862—marks the first appearance of the 25% nickel, 75% copper alloy that would become such a fixture of American coinage. (Note the Roman-style “III” unaccompanied by “cents,” which worked fine with this coin, but whose success probably helped lead to the disaster of the “no cents” V-cent piece of 1883.) 1865, final year of the War and first year of the Peace. Abraham Lincoln’s famous words from his second inaugural address in March, 1865: “With malice toward none, with charity for all, with firmness in the right as God gives us to see the right, let us strive on to finish the work we are in, to bind up the nation’s wounds….” That was March 4th. The war would end on April 9th, and Lincoln’s life would end a week later, on April 15th. :) v.3 punti
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In ogni caso..ormai dovreste aver capito che, senza offesa per la categoria, nel campo del giornalismo sono pochi quelli che ne masticano di archeologia...men che meno di numismatica e spesso vengono scritti strafalcioni non di poco conto...tipo monete di inestimabile valore ecc ecc salvo poi verificare che si trattava di oggetti da nulla....3 punti
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Buongiorno Volevo informazioni su questa moneta che non riesco a decifrare il diametro è di 13mm e il peso di 0,30 circa grazie3 punti
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sì, tutto confermato :D gli arabisti che mi hanno aiutato, contattati oggi, mi confermano, hanno interpretato male in un primo momento il nome che compare sul lato 1 (presumo sia il dritto), complice anche il fatto che la moneta è alquanto usurata. la lettura corretta è certamente "mahmud", probabilmente di seguito "al zangi". quindi... bingo!!! ci siamo!!! allora ricapitolando: è un fals di mahmud nur ad-din ibn imad ad-din al zangi, europeizzato come nureddin, in italiano antiquato norandino (1118-1174). siamo nel regno zangide di siria all'epoca delle crociate, una costola del dominio selgiuchide resasi autonoma, e il "nostro" fu quello della famiglia che unificò i vari possedimenti (aleppo, damasco, mosul) sotto di se, divenendo il nemico giurato e implacabile dei regni crociati della costa, poco prima che a sua volta emergesse dall'egitto saladino. questo fals è stato coniato a damasco. http://it.wikipedia.org/wiki/Norandino sulla relativa categoria su zeno.ru non ce n'è nessuna veramente uguale alla mia, ma diverse estremamente simili, in modo particolare quella che ho linkato nel post precedente. in conclusione: finalmente l'ho trovata! ci combatto dallo scorso maggio.. io e tutti quelli che si sono impegnati nei vari tentativi di identificazione, credo che siamo stati tratti in inganno da come si presenta la moneta a prima vista: per il nostro sguardo di profani della materia, l'abbiamo creduta molto più recente di quello che in realtà è, poiché indubbiamente a uno sguardo profano e superficiale, può ricordare un pochino certe monete ottomane o soprattutto nordafricane decisamente più vicine a noi nel tempo.. ed ecco che ci siamo buttati su seicento e settecento. hai voglia a cercare!.. ;) tuttavia ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto i miei vari tentativi disperati di venirne a capo, hanno tentato ipotesi, si sono perfino messi per proprio conto a cercare su cataloghi, siti.. una menzione particolare per @@komodo che mi ha segnalato il sito turco, le cui indicazioni ("non è una moneta ottomana") non sono state risolutive in se, ma si sono dimostrate esatte e cmq hanno contribuito un po' a restringere il campo, e per @@nikita_ che si è messo a spulciare certosinamente pagine e pagine di cataloghi! thx a lot!!!3 punti
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:)saluti a tutti...una piccola moneta,comunissima moneta del popolo....tossata,per il suo peso,0.72grammi di bronzo,15,16,12mm.... :lol:...ma proprio per le stelle,un piaccere vederne una cosi bella!.. :D2 punti
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Mi piace tanto tanto :) , breve descrizione : Il Credito Agricolo Industriale Sardo nasce il 27 Luglio 1873 , la sede era Cagliari , l'incarico di stampare questi biglietti nei tagli da 30 50 100 lire fu affidato alla Bradbury Wilkinson & C di Londra . IL 27 Giugno 1887 fu dichiarato il fallimento .2 punti
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La Finlandia usa quasi sempre dei soggetti molto particolari per le propie rappresentazioni, al contrario vorrei fare un paragone con le nostre CC dove viene evidenziato in maniera molto poco artistica il volto del personaggio commemorato, insomma io gradisco le Finlandesi mentre ai nostri autori chiederei di abbandonare un po la classicità dei ritratti per esprimere anche in maniera diversa i personaggi illustri al quale le monete CC Italiane si ispirano.2 punti
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E' un BB... ma un BB messo con questa patina, scomoderebbe pure @cembruno5500... che dici Brù? Con questa patina io le amo :good:2 punti
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Dall'asta Sincona 9 - 22.10.2012 questo fiorino d'oro Pisa Repubblica. Zecchino o. J. (1313-1494). 3,49 g. Fr. 965. Biaggi 1939. CNI XI 3012 punti
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Tratto invece dall'asta Artemide XXXVIII - 22.06.2013 questo alfonsino d'oro Zecca di Napoli. Alfonso I d'Aragona (1442-1458). Alfonsino d'oro, da un ducato e mezzo. D/ Stemma a tutto campo inquartato con le armi di Aragona e di Napoli (Ungheria, Angiò e Gerusalemme). R/ Alfonso, in armatura ed al galoppo verso destra, brandisce la spada sguainata. P.R. 1. MIR 52. AU. g. 5.202 punti
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Tratte dall'asta Varesi 63 - 30.10.2014 MESSINA - FEDERICO II (1197-1250) Augustale. Sp. 98/102 MIR 59 Kowalsky U14/AX1 Au g 5,302 punti
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1 Euro Cent della Repubblica Italiana TAGLIO : 1 centesimo di euro STATO : Italia ANNO : 2002/... AUTORE : Eugenio Driutti, incisore medaglista, nato a Tarcento (Udine) il 14 Gennaio 1949; finito la scuola professionale entra in una bottega artigiana di Udine dove impara la cesellatura e le tecniche a tutto tondo. Nel 1971 vinse la borsa di studio messa in palio dalla Numismatica Friulana che gli permise di frequentare e di diplomarsi alla "Scuola dell'Arte della Medaglia - Giuseppe Romagnoli" dell'IPZS. Dal 1981 è incisore presso la Zecca di Stato. Vive e lavora a Roma. Ha preso alle più importanti esposizioni di arte della medaglia, nazionali ed internazionali riportando sempre ottimi giudizi ed importanti riconoscimenti. TEMA : Castel del Monte di Andria in Puglia DATA DI EMISSIONE : 01/01/2002 MATERIALE : acciaio placcato con rame (acciaio 94,35% - rame 5,65%) DIAMETRO : 16,25 mm SPESSORE : 1,67 mm PESO : 2,3 g. CONTORNO : Liscio Bordo : Leggermente alzato e piatto La faccia nazionale riporta Castel del Monte di Andria in Puglia di prospetto frontalmente sull’entrata principale. Sotto il prospetto centralmente vi è il monogramma della Repubblica Italiana, rappresentato dalle lettere “R” e “I”, in maiuscolo, sovrapposte, alla cui sinistra vi è il segno di zecca (la lettera “R” in maiuscolo) e alla cui destra il monogramma dell'autore, Eugenio Driutti, ricordato dalla sigla, a caratteri maiuscoli, “ED”, in cui la lettera E (tondeggiante) è in secondo piano rispetto alla D, il cui spigolo alto poggia sul piede basso della E. Al di sopra del prospetto del Castello vi è il millesimo di conio. Il tutto è racchiuso tra 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea. Castel del Monte fu costruito tra il 1229 e il 1249, ma l’esatta funzione dell'imponente edificio è tuttora sconosciuta: secondo alcuni studiosi è una residenza di caccia, in posizione favorevole al passo degli uccelli, ma sono assenti le stalle e altri ambienti tipici delle case di caccia e presenti fini ornamenti; secondo altri studiosi è un edificio militare, ma non è posto in una posizione strategica ed è privo di elementi tipicamente militari e di fossati e le scale a chiocciola nelle torri sono disposte in senso antiorario, situazione che metteva in svantaggio gli occupanti del castello contro eventuali assalitori, perché avrebbero dovuto impugnare la spada con la sinistra e le feritoie sono troppo strette per ipotizzare anche solo il lancio di frecce; altri hanno ipotizzato che potesse essere una sorta di tempio per i simbolismi di cui è impregnato e dato che la struttura sintetizza conoscenze matematiche, geometriche ed astronomiche; altri hanno ipotizzato che potesse avere una funzione di “centro benessere”, su modello dell'hammam arabo, essendo rilevabili molti e geniali sistemi di canalizzazione e raccolta dell’acqua, numerose cisterne e la presenza delle più antiche stanze da bagno della storia; per altri ha la funzione di ricordare ai popoli che abitavano quelle terre il potere imperiale, dato che a causa della sua forma ottagonale, con altrettanti ottagoni posti in corrispondenza dei vertici della pianta centrale, ricorda la forma di una corona ed è posizionato in modo tale da essere visto a distanza di decine di km. Nonostante non si è ancora determinata l’esatta funzione è il capolavoro dell’architettura sveva e uno dei più perfetti e originali edifici civili del medioevo, il monumento più famoso dell’architettura civile sveva in Italia. Sorge nella solitudine su una collina della catena delle Murge occidentali, a 540 metri sul livello del mare; poggiato come una corona imperiale, domina gran parte della Puglia e della Basilicata. Sito nella frazione omonima del comune di Andria, a 18 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del Monte, in provincia di Barletta-Andria-Trani, a 60 km da Bari, è inserito nell’elenco dei monumenti nazionali italiani dal 1936 ed è uno dei 49 siti italiani che l’Unesco nel 1996 ha inserito nell'elenco dei patrimoni dell'umanità (The World Heritage List). Considerato universalmente un geniale esempio di architettura medievale, Castel del Monte unisce elementi stilistici diversi, il romanico dei leoni dell’ingresso, il gotico della cornice delle torri, l’arte classica dei fregi interni alla struttura difensiva dell'architettura, lo stile islamico dei mosaici. Frutto di una profonda cultura, a cui partecipa come elemento coibente la componente classicistica, Castel del Monte accoglie nella sua struttura elementare e complessa, la pesantezza romanica della massa, le reminiscenze dei castelli islamici avvicinati dalle Crociate all’esperienza dei nostri architetti, la sobrietà del gotico di origine cistercense. Opera genialissima d’ignoto architetto (alcuni studiosi riconducono l'opera a Riccardo da Lentini), una suggestiva tradizione la vuole concepita e progettata dallo stesso Federico II di Hohenstaufen (di Svevia), che a soli tre anni divenne sovrano del Regno di Sicilia, che fu soprannominato “Stupor Mundi” per l’eclettismo e la vastità della sua cultura e che vi soggiornò per brevi periodi e vi organizzò e diede la festa di nozze della propria figlia naturale Violanta con Riccardo Sanseverino conte di Caserta (1249). L’unico documento relativo alle sue vicende costruttive è un decreto datato Gubbio 28 gennaio 1240 con cui Federico II ordinava a Riccardo di Montefuscolo, Giustiziere della Capitanata, di preparare alcuni materiali per i lavori dell’edificio. L’architetto, però, fu sicuramente locale, in quanto le misure dell’edificio sono multiple o sottomultiple del “palmo napoletano”, la misura allora in uso in Puglia. Dapprima si chiamò “Castello di Santa Maria del Monte” dal nome di un’abbazia benedettina nota dal XII secolo e oggi scomparsa; il nome attuale compare nel 1463 in un decreto del re Ferdinando d’Aragona emesso ad Altamura. Appartiene, per la struttura e le parti essenziali della decorazione, ai primordi dell’architettura gotica nell’Italia meridionale, pur allacciandosi alla vigorosa tradizione romanica della regione. Benché spogliato di tutti i rivestimenti marmorei interni e delle sculture, con i paramenti esterni cariati dall’erosione, Castel del Monte conserva integra la sua struttura cristallina, stupefacente per regolarità e armonia di forme e di dimensioni e per maestria di esecuzione. Il Castel del Monte è costruito direttamente su un banco roccioso affiorante in molti punti, ed è a due piani e a pianta ottagonale (il lato esterno misura 10,30 m da torre a torre); anche la corte interna è a ottagono i cui lati misurano tra i 6,89 m e i 7,83 m. Il diametro del cortile interno è di 17,86 m. Il diametro dell'intero castello è di 56 m. Le torri posizionate ad ogni spigolo sono anch’esse a pianta è ottagonale, il cui lato è 2,70 m, e sono alte 24 m mentre le pareti del castello sono alte 20,50 m. Il portale d’ingresso, classicamente architravato e con tracce della rivestitura di marmo rosato, si apre in arco acuto sulla parete della struttura ottagonale orientata approssimativamente ad est, vale a dire di fronte al punto in cui sorge il sole in coincidenza degli equinozi di primavera e d'autunno. L'ingresso principale è decorato con due colonne scanalate che sorreggono un finto architrave su cui si imposta un frontone di forma cuspidale. Attraverso esso, con una scalinata a due rampe di scale simmetriche, disposte "a tenaglia" ai lati dell'ingresso, ricostruite nel 1928, si entra nell’interno dove intorno all’ottagono del cortile, ritmato da eleganti archeggiature cieche a sesto acuto, di gusto più orientale che gotico, si dispongono su due piani comunicanti a mezzo di scale a chiocciola. Le strutture gotiche sono trattate con pesantezza romanica al piano terreno, e con vibrante slancio al piano superiore dove agli angoli tre snelle colonne unite a fascio da un unico capitello danno ritmo alle vibranti vele che si saldano nella chiave di volta. L’ingresso secondario, orientato a ponente, è costituito da un semplice portale ad arco a sesto acuto. Nelle otto torri della stessa forma nelle cortine murarie in pietra calcarea locale, segnate da una cornice marcapiano, si aprono otto monofore nel piano inferiore, sette bifore e una sola trifora in quello superiore. Il cortile, di forma ottagonale, è caratterizzato, come tutto l'edificio, dal contrasto cromatico derivante dall'utilizzo di breccia corallina, pietra calcarea e marmi. In corrispondenza del piano superiore si aprono tre porte-finestre, sotto cui sono presenti alcuni elementi aggettanti ed alcuni fori, forse destinati a reggere un ballatoio ligneo utile a rendere indipendenti l'una dall'altra le sale, tutte comunicanti tra loro con un percorso anulare, ad eccezione della prima e dell'ottava, separate da una parete in cui si apre, in alto, un grande oculo, probabilmente utilizzato per comunicare. Per ogni piano ci sono otto sale di forma trapezoidale. Lo spazio è ripartito in una campata centrale quadrata coperta a crociera costolonata, mentre i residui spazi triangolari sono coperti da volte a botte ogivali; le colonne al pianterreno sono in breccia corallina a pianterreno, mentre al piano superiore sono trilobate e di marmo. Le chiavi di volta delle crociere sono diverse fra loro e decorate da elementi antropomorfi, zoomorfi e fitomorfi. Il collegamento fra i due piani avviene attraverso tre scale a chiocciola inserite in altrettante torri. In alcune torri vi sono cisterne per la raccolta delle acque piovane, in parte convogliate anche verso la cisterna scavata nella roccia, al di sotto del cortile centrale, mentre in altre torri sono ubicati le latrine e i lavabi, affiancati da un piccolo ambiente, forse utilizzato come spogliatoio o forse destinato ad accogliere le vasche per le abluzioni, poiché la cura del corpo era molto praticata da Federico II e dalla sua corte, secondo l'usanza tipica del mondo arabo molto caro al sovrano. Grandissimo interesse riveste il corredo scultoreo che, sebbene fortemente depauperato, fornisce una significativa testimonianza dell'originario apparato decorativo, un tempo caratterizzato anche da un'ampia gamma cromatica dei materiali impiegati: tessere musive, piastrelle maiolicate, paste vitree e dipinti murali, di cui fra la fine del ‘700 ed i primi dell'800 alcuni scrittori e storici locali videro le tracce, descrivendole nelle loro opere: nel corso dei restauri sono stati rinvenuti frammenti scultorei raffiguranti una Testa ed un Busto acefalo, ma non è stata rinvenuta neanche una traccia della vasca ottagonale posta al centro del cortile, citata da alcuni studiosi del passato. Attualmente sono ancora presenti le due mensole antropomorfe nella Torre del falconiere, i telamoni che sostengono la volta ad ombrello di una delle torri scalari ed un frammento del mosaico pavimentale nell'VIII sala al piano terra. Alla caduta degli Svevi nel 1266 Carlo I d’Angiò vi imprigionò i figli di Manfredi Enrico, Federico e Azzolino, e salvo brevi periodi di feste (come nel 1308 per le nozze di Beatrice d’Angiò e Bertrando del Balzo; nel 1326 fra Umberto de la Tour, delfino di Francia, e Maria del Balzo), il castello fu usato come carcere. Annesso al ducato d’Andria, appartenne ai Del Balzo, a Consalvo di Cordova, ai Carafa conti di Ruvo. Servì da rifugio a nobili famiglie di Andria durante la pestilenza del 1665. A partire dal XVII secolo seguì un lungo periodo d'abbandono, durante il quale il castello venne spogliato degli arredi e delle decorazioni parietali di marmo (le cui tracce restano visibili solo dietro i capitelli) e divenne oltre che carcere anche un ricovero per pastori, briganti e profughi politici. Nel 1799 fu asilo di profughi fuggiti dinnanzi alle stragi sanfediste. Nel 1876 fu riscattato, in condizioni di conservazione estremamente precarie, dallo Stato italiano per la somma di 25.000 lire (pari a € 12,91) e dal 1879 ebbero inizio lavori di restauro, ripresi con maggiore continuità e cautela scientifica dal 1928 dall'architetto Quagliati, il quale fece rimuovere il materiale di risulta all'esterno del castello e demolire parte delle strutture pericolanti per ricostruirle. Questo non ne arrestò il degrado e tra il 1975 e il 1981 si procedette a un ulteriore restauro.2 punti
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@@gastia1963 Si tratta di un marchesano piccolo coniato a Ferrara sotto Nicolò III d'Este (1393 - 1441): http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-NIFEES/3 Buona giornata, Antonio2 punti
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Ebbene sì... questa moneta ha uno stato di conservazione decoroso!!! :pleasantry: ... ma non vi abituate troppo ... :rofl: Tunisia 4 Kharub - Abdülazīz [Muḥammad al-Sādiq] KM# 158 Rame Ci si vede tra due anni!2 punti
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______________ 1865 1281 - ١٢٨١ Tunisia Muhammad III al Sadiq (1813-1882) 2 Kharub - Rame2 punti
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Lo confesso, sono entrato in fissa, la notte non ci dormo più e se è vero che la notte porta consiglio mi è venuto in mente di effettuare un piccolo, semplice, esperimento. Ho preso in prestito da mio nipote :ph34r: un blocchetto di plastilina vergine nota marca. Per simulare l'opera di un punzone convesso ho da prima utilizzato la lama di un giravite praticando una pressione sul "punzone" posto in orizzontale.Ho praticato così un'impronta alla quale ho poi sovrapposto leggermente una seconda impronta (prima foto fig B) Ho ritentato l'esperimento questa volta sovrapponendo un po' di più le impronte (prima foto fig C) Non pago ho pensato di simulare l'uso di un punzone piatto (il bordo della scala graduata di un calibro) stessa procedura salvo per il fatto che questa volta le due impronte sono leggermente convergenti, non sovrapposte nel punto X1 (prima foto fig A) per divenire sovrapposte nel punto X2.(ibidem) Le tracce delle sovrapposizioni ottenute non vi sembrano compatibili con gli spazi tra le impronte dei denti del provisino che ho indicato nella seconda foto? Non ho provato ad utilizzare un simil bulino ma non credo di riuscire mai ad ottenere un risultato paragonabile Cosa ne pensate?2 punti
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Salve a tutti,e' da molto che seguo questo forum che riesce sempre a stupirmi sia in bene che in male ogni giorno. Volevo solo dire la mia E' possibile che ogni volta che uno posta una moneta c'e' sempre e dico sempre da dire? Ad esempio,moneta periziata in fdc passata piu volte in mano da periti professionisti e classificata fdc arriva qua sul forum ,e c'e' la gente che dice siamo SPL o SPL/FDC. E' inutile per me che si postino le monete poiche' alla fine c'e' sempre una gara tra chi ha l'esemplare migliore.. Condividere i propri gioielli numismatici va benissimo,ma ricevere sempre commenti inerenti e sempre negativi ... NON HO MAI E DICO MAI RIGUARDO AL REGNO D'ITALIA VISTO DELLE PERSONE D'ACCORDO PER UNA MONETA FDC,periziata anche da gente importante e viste e riviste con tanto di lente e tempo. Magari la moneta e' intonsa e perfetta ma c'e' un graffietto microscopico e voi state a discutere se e' fdc o meno oppure su quel graffietto che come tutti sanno e' dato dal contatto con altre monete al momento della coniazione. NON HO NULLA CONTRO VOI,SIETE SICURAMENTE PROFESSIONISTI,MA CERTE VOLTE SIETE TROPPO SEVERI. AUGURO UN BUON ANNO A TUTTI E BUONI ACQUISTI !2 punti
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Rovescio/ ECCO. LA. FICO. - La moglie dell'Imperatore Beatrice seduta sulla mula che alza la coda...... Dopo la conquista di Milano da parte del Barbarossa e l'incendio della città i Milanesi le fecero questo scherzetto. L'Imperatore era impegnato a Monza, le presero la moglie, la misero su una mula girata e come briglie doveva tenere la coda, la fecero girare per la città, ma al ritorno del Barbarossa................ Prendo la descrizione da un libro che riporta anche la medaglia incisa all'acquaforte. Il volume MEMORIE D'ALCUNI UOMINI ILLUSTRI DELLA CITTA' DI LODI - 1776 ........l'Imperatrice sua moglie; azione ,che fu poi vendicata da Federigo nel modo,ch'io sono per narrare da Scrittori riferito. Erasi, scrive il Munstero nel libro II della sua Cosmografia universale a pag. 188, portata Beatrice alla Città di Milano, non da altri spinta, che dal desio di vederla, stimandosi sicura, e lontana dal ricevere affronto alcuno. Quando fermata dà Milanesi la Real Donna, ed allestita una Mula, sù di essa al rovescio salire la fecero; e datagli poscia in mano, a guisa di briglia, la coda della bestia, così uccellandola ne la mandarono fuori per l'altra Porta della Città. Ciò inteso da Federigo, adiratosene molto, si portò incontantenente ad assediare i Milanesi, i quali venuti essendo alla fine in suo potere, furono da Federigo accettati a patto però, che chi volesse vivere, uno dè fichi cavasse cò denti dalle parti vergognose della Mula, altrimenti sarebbero tosto messi a fil di spada. Molti, piuttosto che assoggettarsi alla ignominiosa pena, elessero di morire; la dove coloro, che amanti erano della vita, fecero quanto era ad essi imposto...........2 punti
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Medaglia di FEDERICO BARBAROSSA legata a una leggenda milanese del tempo. D/ ritratto del Barbarossa - FED. AENOB IMP - bronzo - diametro mm 50 - peso gr 371 punto
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Buonasera a tutti, potreste confermarmi la classificazione? D/ IMP CAES NERVA TRAIANO AVG GER DAC P M TR P COS VI P P R/ SPQR OPTIMO PRINCIPI - esergo ARAB ADQ peso 12,311 diametro 25mm Anche questa ha principio di cancro del bronzo?1 punto
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Stiamo parlando delle stesse persone. Possono essere chiamate in più modi, ma sempre loro sono.1 punto
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Molto francamente, e anche nell'intento di contrastare questa dilagante (e così tanto sovente fastidiosa) anglofilia, mi piacerebbe tanto definire "perizia" questa "expertise", che farà tanto "assiduofrequentatoredisotheby", ma che anche nel lessico comune si riserva solitamente ai dipinti o a reperti archeologici, ma raramente alle monete.1 punto
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Caro Franco, sarebbe particolarmente utile riuscire a scambiare qualche opinione con qualcuno che conosce i territori dell'est (con particolare attenzione alla Romania) e loro storia. Sull'argomento, avranno prodotto sicuramente materiale, servirebbe un madrelingua (numismatico). ciao skuby1 punto
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Le cose piu' importanti non sono mai passate per asta Cominciamo mettere dentro - non per finta - qualche tombarolo e gia' che ci siamo anche qualche falsario che di danni ne hanno fatti fin troppi e poi ne riparliamo Perche' questa gente deve girare impunemente e il povero diavolo delle ruzziche da ebay passare ld pene dell'inferno ?1 punto
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Ciao, le monete del popolo sono quelle che possono raccontare, passate di mano in mano, sono quelle più vive....questa è bellissima secondo me per l'iconografia e per l'identità, molto bella, complimenti !1 punto
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Genovino e fiorino.....altra bella coppia....qui potrebbero intervenire anche gli amici corsi :blum:, di certo le navi dei mercanti passavano di lì e qualche scalo o anche ammaraggio sarà capitato pure anche da quelle parti, di certo Corsica e Sardegna erano dei passaggi tra Genova, Toscana e nord Africa..... Genova parte per prima abbiamo visto con la monetazione aurea, uno potrebbe chiedersi perché proprio a Genova ? il Lopez ritiene che sia stato dovuto al fatto che i genovesi avevano importanti relazioni economiche, politiche e culturali col Mezzogiorno Italiano e forse proprio dalla Sicilia partì il riferimento, il modello. D'altronde in Sicilia c'era il tarì e il genovino lo segue nel peso ma lo supera nel titolo e questo fu un asso calato dai genovesi che puntavano sull'originalità del tipo, ma anche sulla finezza della moneta. Il fiorino d'oro arriva dopo, imita Genova, userà anche i sottomultipli dell'argento, ma di certo avrà un grande successo internazionale. C'è anche da dire che monete, storia ed economie vanno sempre insieme, Genova nel momento in cui conia il genovino è in momento di grande floridezza e potenza, un secolo dopo la storia si inverte è Firenze ad essere la moneta con la M maiuscola, accettata e conosciuta dovunque. E' bello quello che dice il Lopez, che ovviamente è un suo parere però certamente qualificato, su genovino e fiorino, Genova e Firenze.... Il fiorino dei banchieri aveva superato il genovino dei marinai.....o anche fu il trionfo del fiorino o di Firenze ? Certamente Firenze spinse la sua moneta verso il successo, ma forse aggiunge il Lopez non fu la vittoria di banchieri su i marinai, ma bensì di banchieri su altri banchieri....e indubbiamente queste sono riflessioni concise, ma estremamente efficaci.... P.S. Aspetto il parere degli amici corsi ....e un genovese o un fiorentino ....sulle loro monete ? Diamo anche un po' di bibliografia :blum: , il Lopez sicuramente ma per il fiorino, C.M. Cipolla " Il fiorino e il quattrino ",quest'ultimo lo trovate facilmente in libreria a modico prezzo.... :blum:1 punto
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:) un gran buongiorno a tutti...una monete di 22mm per 1.61 grammi....mi pare mistura.peccato malmessa. :( ...ma per curiosita di cosa era..... :)1 punto
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ti metto un 1741 :whome: A/ .LUD. XV. D. G. FR. (différent). ET. NAV. REX. Dans le champ, L couronnée entre trois lis posés deux et un. R/ .SIT. NOM. DOM. BENEDICTUM. (différent). (date). Dans le champ, L cursive et rameau entrecroisés, sous une couronne ; différent d'atelier à l'exergue. Billon. 2,00 g. 22,5 mm. 6 h. Dy.1690. Lec.141.1 punto
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Aggiungo che la doppia BB del verso indica la zecca di Strasbourg. ciao Mario1 punto
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Ciao intanto inizia a spulciare nel web chi erano i grandi incisori e scultori che hanno operato sui conii del regno d'Italia ovvero Gori, Ferraris, Speranza, Giorgi, Calandra, Mistruzzi, Romagnoli e vedrai l'evoluzioni degli stili... Sent from my Archos 101 Xenon using Lamoneta.it Forum mobile app1 punto
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può sembrarti banale, ma postare le foto abbinate, schiarite e magari in 4 momenti diversi, semplifica molto il lavoro di chi ti aiuterà..... unendo e schiarendo le tue foto si possono ottenere ottimi risultati..... guarda qua :)1 punto
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è una moneta francese dell'ancien regime: riesco a leggere bene il motto "benedictum sit nomen domini" sul rovescio, la parte meglio messa, e lud. ... (fr. et) nav. rex. non si capisce che luigi sia.. aspettiamo altri pareri..1 punto
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Eusebio Birocchi - Zecche e monete della Sardegna nei periodi di dominazione Aragonese-Spaguola1 punto
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Non sarà di VEII ma rende l'idea ancora meglio... E' l'unico di Carlo Alberto che ho, e che mi tengo stretto per la patina... Leggero verde smeraldo al R/ con rossiccio nei campi. ed al dritto campi color prugna con fantastiche iridescenze color rame/dorate lungo tutto il giro della legenda. E' un BB... ma un BB messo con questa patina, scomoderebbe pure @@cembruno5500... che dici Brù? :D soffiata ad eros per 50 miserissimi centesimi... te la ricordi @@nomisma50? ;)1 punto
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Era da un po' che mi proponevo di leggere qualcosina riguardante la numismatica cinese, questa è un' ottima occasione. Ordinato ieri, dovrebbe arrivarmi entro martedì. Un "bravo!" all' autore :)1 punto
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Prossima volta consigliamo alla vedova di metterla all' asta Facciamo felici un migliaio di collezionisti e leviamo un grattacapo ai funzionari ....1 punto
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Un piccolo consiglio. Non date troppo peso al "rabescato" ---> in termini blasonici: diaprato. A parte il fatto che è un'usanza passata... ...almeno, dalle nostre parti (mentre altrove, specie nei paesi di lingua tedesca, permane imperterrita). É un modo artistico di riempire le partizioni dello scudo (e raramente anche le figure), per farle sembrare meno "vuote". E basta. La storia dell'arte usa una bella e famosa coppia di parole per definire e spiegare il fenomeno. Horror vacui ---> paura del vuoto (nel senso: riempiamo tutta una superficie, chè altrimenti resterebbe liscia e sarebbe più brutta). Negli stemmi il diaprato si applica indifferentemente su componenti dello stemma di qualsiasi colore.1 punto
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Ma quale speculazione in corso e in crescita, come mai a 120 non la compra più nessuno e adesso si aggira tra i 70 e gli 80 euro? Ricordo che in prevendita era arrivata anche a 130, Adesso ci sono ancora gli scalmanati a prenderla a quel prezzo, basta avere pazienza e tra 1/2 mesi arriverà ad un cifra accettabile, almeno secondo me. E tenete a mente, che adesso sono in prevendita a 70 i 2 euro cc :nono:1 punto
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http://ilportaledelsud.org/bcnn1975c.pdf http://ilportaledelsud.org/bollettini.htm Uno studio molto interessante.1 punto
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Visto che si è parlato anche di monete del Regno di Napoli, immaginiamo il nostro mercante di Ancona che torna in patria dopo aver girato il sud Italia...che monete avrà mai nel suo borsellino? Io immagino avesse sicuramente queste due...entrambe le monete sono da un carlino ma appartenenti a due riforme diverse...la prima, chiamata "Saluto" per via della scena dell'annunciazione al rovescio con la legenda riportante le parole dell'arcangelo "Ave gratia plena dominus tecum", fu introdotta da Carlo I d'Angiò (da qui il nome carlino che resisterà fino all'unità d'Italia)...successivamente il figlio di Carlo I, Carlo II sostituì il saluto con il Gigliato, chiamato così per via della croce gigliata al rovescio, con un'altra riforma monetaria...l'esemplare che ho postato è del successore di Carlo II, Roberto d'Angió... Ora sono col cellulare e non posso essere più preciso, poi tardi posterò anche qualche documento interessante al riguardo :) Ecco le monete: Napoli: Carlo II d'Angiò, saluto di Argento Napoli: Roberto d'Angiò, Gigliato Fonte: collezione personale Gaetano1 punto
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E' stato detto...una vergogna italiana, un insulto alla memoria del dott. Bovi e della sua signora, l'ennesima porta in faccia che si chiude in faccia ai napoletani amanti della storia e della cultura ma anche a tutti gli amanti della numismatica! Non ho mai avuto l'onore di conoscere, come disse una volta qualcuno, "quel numismatico di gran razza" di Bovi, uno degli ultimi maestri della numismatica napoletana che hanno fatto grande il Circolo Numismatico della nostra città ma, in pratica ancora adolescente, partecipai alla presentazione della collezione nelle nuove teche. Rimasi fulminato, frastornato ed affascinato da quella splendida collezione, inimitabile forse, ma da "modello" irraggiungibile per un ragazzo che si affacciava allora al magico mondo della numismatica. In quell'occasione conobbi quella gran signora della mogli di Bovi, elegantissima, poche parole scambiate, ma che bastarono a conquistarmi e a farmi sentire "grande". Alcuni giorni dopo mi arrivò a casa lo splendido volume che raccoglieva gli studi di Bovi, studi ancora oggi pietre miliari, accompagnato da un biglietto scritto dalla signora Bovi, che mi augurava uno splendido futuro numismatico..... Come dimenticare? E come accettare oggi questa notizia????? Ma, francesco77, il nostro Circolo non può intervenire istituzionalmente?? Scusate lo sfogo, forse molto personale, spero che ne abbiate compreso le motivazioni. Matteo Sforza1 punto
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Sono sempre piuttosto triste nell'esprimermi su queste tipologie...si tratta di opere piacevoli che, anche a livello storico, sono interessanti: purtroppo il mercato dice che le emissioni private valgono l'oro in esse contenuto. La Tua medaglia @@pedro_88 è, come avrai potuto vedere in scheda, un'emissione postuma commissionata dalla Numismatica Italiana in vari moduli. Ritengo sia piacevole sia il Dritto con l'impostazione canonica del Papa e del quale si può solo criticare la carenza di profondità che il Verso IN MEMORIAM con la bella rappresentazione dello Stemma di Papa Roncalli posto sul globo terrestre e tra rami d'alloro. (mi ricorda e probabilmente ispirata alla medaglia Ufficiale opera di Mistruzzi per l'81° genetliaco di Pio XII) Il riferimento principale, legato al ricordo del pontificato, ritengo sia rappresentato dalle storiche encicliche promulgate da Giovanni XXIII. Aggiungerei sempre una componente affettiva al valore di queste medaglie che spesso vengono fuse.1 punto
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Aggiungi per me: LE MONETE DI GENOVA, DELLA LIGURIA E DELLE SUE COLONIE (1139 - 1814), CARIGE LE MONETE NELLA ZECCA DI MILANO DELLA COLLEZIONE DI PIETRO VERRI, COMiT PIZZI-LOPEZ, LA ZECCA DI PARMA (questo spero di riuscire a metterlo online)1 punto
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