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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/20/15 in tutte le aree
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Salve a tutti, il 2015 per me è iniziato con queste due monetine acquistate pochi giorni fa...Il primo coronato è del tipo con busto e croce, senza sigla con ritratto giovanile, riportato nel PR al numero 13. Il secondo invece è con l'arcangelo e con sigla T dietro il busto, PR 17b anche se con l'angelo inciso non di prospetto ma in "movimento"...ecco le foto...cosa ne pensate? il primo il secondo Gaetano6 punti
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Posto le foto della divisionale che mi e' stata consegnata oggi.Molto bella anche questa.Speriamo che si organizzino bene per dare l'oppurtunita' a molti di poterla avere. Un saluto5 punti
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Gentili amici, mi scuso se m'inserisco sol'ora in questo forum dedicato, ma diversi contrattempi mi hanno impedito di farlo prima. Sono un giornalista cultore di storia napoletana, ed ho per amore della mia adorata Napoli, realizzato una raccolta di documenti, oggetti e testimonianze riconducibili a Napoli, che è mia intenzione poter esporre quanto prima, si spera, in maniera permanente istituendo il Museo di Napoli per il quale ho anche aperto un'omonima pagina facebook alla quale vi invito di aderire. Detto questo, nel ringraziare il nostro comune amico Francesco Di rauso per avermi invitato a dare la mia testimonianza in questo forum, vi comunico che ho fatto uscire sulla stampa cittadina, cartacea e on line diversi articoli volti a denunciare il vergognoso epilogo che ha coinvolto la celebre collezione Bovi. Auspico un vostro fattivo intervento, magari da realizzare in maniera sinergica, affinchè quest'ennesima vergogna non cada nell'oblio e non resti impunita. Con viva cordialità, Gaetano Bonelli5 punti
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PDF del libro Bernardi Giulio Monetazione del Patriarcato di Aquileia http://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/103424 punti
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@@dabbene Per il pedigree e le storie che nascondono di questi grandi collezionisti....forse anche la collezione Trivulzio esitata da Baranowsky : Antica e Nobile Famiglia dell'Italia Settentrionale dal 1931 al 1932. Aneddoto: Pietro Accorsi (uno dei più grandi antiquari italiani) acquistó per intero la collezione dalla famiglia Trivulzio. L'Accorsi la pago' 50000 lire, facendo un'offerta a busta chiusa e con il monetiere ancora chiuso. I Trivulzio non sapevano cosa celava il monetiere , non erano interessati, ritenevano le monete un collezionismo noioso. L'Accorsi, come già' detto, lo pago' 50000 lire mentre il venditore ne richiedeva solo 25000 lire. Erano storie di altri tempi con due veri signori, la discreppanza derivava dal fatto che l'offerta e la richiesta furono fatte, per diletto, a buste chiuse....... la storia raccontata risale al periodo fascista e prima della guerra. Il testo riportava solo che fu venduta successivamente a Roma sotto un altro nome. inoltre L 'Accorsi per 9 milioni di lire aveva acquistato gran parte della collezione Trivulzio (disegni di Michelangelo, un Mantegna, una divina commedia del 1338, 10 mila volumi, opere di Cellini ect...) ma il podestà di Milano, per volontà' di Mussolini, volle subito ricevere l' antiquario facendogli capire che la collezione non poteva abbandonare la Lombardia......Allora fu raggiunto un accordo: il comune di Milano acquistava tutta la collezione alla stessa cifra pagata dall' Accorsi, pero' il ritratto di Antonello da Messina insieme al libro d'oro con le 27 miniature di Van Heick andavano donati a Torino, citta' natale dell'Accorsi. Ora nell'affare sfumato non so se era compresa anche la collezione numismatica (con la storia descritta precedentemente), in ogni modo la collezione, come riportato dal testo, fu venduta a Roma prima della guerra.4 punti
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Eccooommmmiiii ...... Scusate per il ritardo ma, pure io mi stavo dimenticando di questa moneta .... :) :) :) Australia Sidney Queen Victoria 1864 Sovereign Tiratura : 2.698.500 Mi scuso per le foto ma al momento ho la macchina fotografica in riparazione e quindi come foto vi dovrete accontentare di quelle del cellulare4 punti
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Vediamo se riesco a chiudere questo veloce excursus sulle attività mercantili di Ancona nel periodo considerato. Ancona è stata sempre in ottimi rapporti con le città della costa Dalmata, la parte orientale dell'Adriatico. Ma anche se più lontana rispetto a Segna, Zara, Sebenico, Traù, Spalato, i migliori rapporti furono intrattenuti con la città di Ragusa che divenne nel tempo il nodo cruciale per tutti gli scambi commerciali verso la Grecia e l'oriente. Molti furono gli anconetani che vi acquistarono abitazioni e vi installarono imprese. E molte furono le transazioni di acquisto di immobili e terreni, di noli di navi verso l'oriente e contratti di servizi. Molte furono le prospettive di guadagno, con scambi di lana, pellami, lino, spezie, vino e generi alimentari. Ma ciò che maggiormente interessava Ancona e molte delle altre città italiane ed europee erano i prodotti del sottosuolo sia della Dalmazia che della vicina Bosnia, quali argento, rame e piombo, utilizzati nell'industria civile (il piombo), ma anche per la produzione di monete. Ragusa importava principalmente cereali dalla Puglia e dal centro Italia, e vino dalle Marche. Di questo commercio si interessavano mercanti anconetani. Ragusa diveniva sempre più uno scalo verso la Grecia, le isole dell'Egeo, Cipro e Costantinopoli. Quest'ultima gradualmente, da tappa finale divenne il centro nevralgico degli scambi commerciali di tutto l'oriente, da cui si importava principalmente spezie, cotone, lino , zucchero. Importante per l'industria della Marca, e non solo, il cotone che veniva lavorato e riesportato verso altre regioni italiane e d'Europa. Tra i prodotti esportati, anche carta e sapone, molto ricercato. I traffici si svilupparono in tutta l'area del mediterraneo, e principali porti di arrivo erano Tripoli, Alessandria, S. Giovanni d'Acri, Famagosta, Costanza (nel mar Nero), Trebisonda,….. In molte di queste località venivano istituiti dei centri di riferimento, con uffici, magazzini, chiese, ecc. gestiti da "consoli" che a volte erano di diretta provenienza di Ancona, ma che spesso erano gestiti di comune accordo con le altre città più importanti italiane, come Venezia, Genova, Pisa, …. Ecco quindi spiegato perché in tali località erano accettate le monete delle città italiane, dal momento che venivano costituite delle vere e proprie comunità che erano di supporto in tutte le attività mercantili. Senza entrare troppo nei dettagli ho messo molta carne sul fuoco, forse troppa. Vediamo magari come si svilupperà, con gli interventi anche degli altri utenti. Intanto mi sembra che si sia iniziato anche a parlare di monete.4 punti
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Quando un collezionista scrive "Finalmente mia" vuole dire che la moneta che desiderava è arrivata in collezione dopo agognate ricerche e esborso economico, perciò, a prescindere dalla moneta e in quale conservazione sia, meriti il mio plauso, Bravo con la B Maiuscola.3 punti
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Visto che abbiamo in discussione esperti della monetazione di Napoli e Sicilia, e magari altri potrebbero ancora arrivare, posso finalmente tentare di entrare in un ambito più globale e complesso e vedere cosa succedeva in questi due ambiti, uno direi del Centro - Nord riconducibile all'Europa e uno direi di area Mediterranea. I movimenti monetari sono diversi, in particolare per i metalli, anzi sembrano andare in controtendenza. Importante per chi volesse ampliare l'argomento è il lavoro di Roberto Sabatino Lopez " Il ritorno all'oro nell'Occidente duecentesco ", ma anche Lucia Travaini parla molto di quello che cercherò di dire. A metà del XIII secolo sembrano esserci due Italie che si muovono in modo opposto per quanto riguarda le coniazioni in oro e argento, è ovviamente un po' una schematizzazione, ma certamente riprendono le coniazioni d'oro nel 1252 a Genova e Firenze, seguono Roma, Venezia, Milano, l'Europa in genere, il tutto poi fu aiutato dall'oro proveniente dall'Ungheria che fece aumentare la quantità di queste e anche le imitazioni sempre in oro. Quindi si coniava in oro, arrivavano in oro, e si tendeva ad esportare l'argento in Oriente dove era valutato bene. Napoli e la Sicilia sembrano seguire l'inverso, loro che coniavano molto in oro, riducono questo fino a interromperlo a un certo punto e si inseriscono in un quadro che riguarda più i paesi del Mediterraneo. Ci furono anche altri aspetti da valutare, la difficoltà di tenere i rapporti tra i due metalli abbastanza fissi nel mercato e le carestie dell'argento in Europa che incisero sicuramente su tutto questo. Credo di avere buttato tanti sassolini, importanti ritengo su una valutazione globale del mercato nel tempo, sui metalli utilizzati, sulle macro zone presenti nel mondo dei traffici mercantili.....3 punti
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Il problema è solo uno... Nel 2017 questa discussione sarà in 5° o 6° pagina, se va bene, e nel frattempo ci sarà qualcuno che di discussioni con lo stesso titolo ne avrà create altre due o tre, con conseguente dispersione di informazioni e elementi utili per gli altri utenti. Non ho niente contro le discussioni di pubblica utilità, ma credo occorra rispettare le tempistiche. A volte ho come l'impressione che ci sia una corsa all'apertura della nuova discussione "ad ogni costo", chissà per quale motivo... Non voglio offendere nessuno, né creare polemiche, né urtare la sensibilità degli altri amici del forum, ma credo che questo tipo di discussioni anacronistiche generino più confusione e disordine che effettivi benefici al forum.2 punti
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Buona serata Curioso il fatto che Venezia sia arrivata tardi, rispetto ad altre città, a coniare una moneta d'oro? Nemmeno tanto. Diciamo che la causa è da ascriversi soprattutto alla sana opportunità commerciale e politica che Venezia ha sempre privilegiato (quando ha potuto). Venezia era "legata" da vincoli politici e commerciali con Bisanzio e, ovviamente, commerciava soprattutto in quell'area, dove le monete preferite erano l'iperpero in oro di 21 carati e l'aspron trachy di elettro di 7 carati; fino a quando Bisanzio ha conservato la propria credibilità politica e finanziaria e le sue valute hanno retto alla svalutazione, non c'è stata alcuna necessità di rimpiazzarle con una moneta propria, tanto più che il grosso .... "andava alla grande"; tutti lo cercavano per commerciare nel levante (e poi non solo) e lo accettavano. Solo quando Venezia si accorse che le monete in oro che fino ad allora aveva utilizzato, cominciavano a "perdere colpi", si è decisa a coniarne una propria C'è un aspetto, inoltre, da considerare; già espresso dal Cessi e ribadita da Saccocci. Merano cominciò ad emettere, nel periodo antecedente l'emissione del ducato d'oro, una sua moneta basata sui grossi da 20 denari come quella di Verona, usando l'argento che proveniva dalle aree dalle quali sia Verona, sia Venezia si rifornivano. Stava maturando un grosso pericolo per Venezia e bisognava immediatamente controbattere con delle riforme monetarie per resistere a questa concorrenza. In primis, sotto il dogato di Lorenzo Tiepolo (1268-1275), la Serenissima svalutò il denaro piccolo e successivamente coniò il ducato d'oro a protezione della circolazione del grosso. Non c'è però da pensare che fu subito un successo, anzi. Nei primi tempi tanti veneziani preferivano l'argento (in grossi e lingotti) oppure dirottavano la richiesta sui fiorini fiorentini; la zecca ebbe non pochi problemi per incentivare i mercanti tedeschi a portare l'oro necessario alla coniazione, e soprattuto a portarlo con continuità e a venderlo a costi vantaggiosi che permettessero a Venezia di avere un aggio; .... ma questa è un'altra storia che ci porterebbe molto lontano :pleasantry: saluti luciano2 punti
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Lo confesso, sono entrato in fissa, la notte non ci dormo più e se è vero che la notte porta consiglio mi è venuto in mente di effettuare un piccolo, semplice, esperimento. Ho preso in prestito da mio nipote :ph34r: un blocchetto di plastilina vergine nota marca. Per simulare l'opera di un punzone convesso ho da prima utilizzato la lama di un giravite praticando una pressione sul "punzone" posto in orizzontale.Ho praticato così un'impronta alla quale ho poi sovrapposto leggermente una seconda impronta (prima foto fig B) Ho ritentato l'esperimento questa volta sovrapponendo un po' di più le impronte (prima foto fig C) Non pago ho pensato di simulare l'uso di un punzone piatto (il bordo della scala graduata di un calibro) stessa procedura salvo per il fatto che questa volta le due impronte sono leggermente convergenti, non sovrapposte nel punto X1 (prima foto fig A) per divenire sovrapposte nel punto X2.(ibidem) Le tracce delle sovrapposizioni ottenute non vi sembrano compatibili con gli spazi tra le impronte dei denti del provisino che ho indicato nella seconda foto? Non ho provato ad utilizzare un simil bulino ma non credo di riuscire mai ad ottenere un risultato paragonabile Cosa ne pensate?2 punti
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Certamente qui ci sono tanti fattori che si incrociano, Venezia...Venezia con le sue monete è protagonista senza dubbi, inizia per prima il grosso d'argento, quindi sente forte questa esigenza di avere una moneta per transazioni maggiori e che andasse oltre il denaro ormai svalutato però....però con l'oro arriva dopo altre zecche arriva nel 1284 quando ormai il fenomeno oro si stava diffondendo in Europa. Da Venezia a Napoli... ( ovviamente qui mi improvviso tuttologo ora e se sbaglio intervenite mi raccomando :blum:), Napoli con la riforma monetaria del 1278 non conia più i tarì d'oro, anche se il tarì rimane però come moneta di conto. E qui abbiamo una contemporaneità incredibile Venezia inizia con l'oro, Napoli invece finisce.... Però non finisce qui....se il grosso d'argento di Venezia fu la moneta più richiesta nell'Impero Bizantino, quando questo declinerà, sarà poi il gigliato napoletano ad inserirsi e prendere posizione al suo posto. Quindi argento sostituito da altro argento, oro sostituito da altro oro.... Quindi quando a Bisanzio nel 1376 non si conia più in oro è il ducato d'oro veneziano che diventa la moneta d'oro del Mediterraneo Orientale, mentre il gigliato d'argento diventa quella più diffusa d'argento. Una inversione delle parti emblematica che troverà altri riscontri in Sicilia dove anche qui le monete d'oro rallenteranno e invece quelle dei grossi d'argento registreranno grosse produzioni. E le monete direi che le abbiamo messe in campo ora..., oro e argento..., certamente chi vorrà scavare su tutto questo lo potrà fare :blum: e spero anche continuare il quadro che si presentava nel Mediterraneo....discussione indubbiamente interessante, sempre più interessante di quelle che vogliono raccontare e cercare di far divulgazione per tutti e dove tutti in realtà potrebbero veramente intervenire.....2 punti
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E' molto bello ma 300 euro è fuori dal mondo per quella moneta, la deformazione è molto pronunciata, la conservazione è buona ma è un Dante ordinario, io starei sui 100 come cifra massima.2 punti
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Non vorrei sbagliarmi ma penso che a quella di fabrizio gli abbiano offerto molto di più, rifiutando. Comunque sarà eventualmente lo stesso Fabrizio a confermarlo. Stiamo parlando di VERI FDC e per il 2 Lire Cinquantenario, in 55 anni, ne ho visti veramente pochini, si possono contare sul palmo di una mano. Questi FDC vanno pagati, se si vogliono in collezione, e sempre che si trovano.2 punti
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Grazie ad Andrea, 1000Coins, Littore e Giovanna apollonia2 punti
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con molta fortuna sono riuscito a reperire già da un po di tempo un'altro esemplare in conservazione decisamente migliore...ecco le foto...a voi i pareri @@Giuseppe @@cippiri76 @@Marfir @@italpen e a tutti gli altri amici del forum :hi:2 punti
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Dovete andare qui https://www.lb.lt/uzsakymai/Pagrindinis/logon.aspx?ReturnUrl=%2fuzsakymai%2fUzsakymai%2fUzsakymai.aspx una volta entrati cliccare su " My former reservation list"2 punti
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Ma dai, sarà una dimenticanza , ok l'essere sprovveduti e conoscere poco lo Stato pirenaico , però non a questi livelli . E comunque, non dimentichiamoci che Andorra usava già l'€ come moneta , anche se non monete proprie , mentre per la Lituania è stata una novità assoluta, come lo fu per noi nel 2002 .2 punti
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caro @@vv64, grazie di essere intervenuto con i tuoi dubbi e la tua bella prova grafica. Il dente C non fa testo perché non impresso bene (in questo caso cosa non possibile con il bulino...) o con segno intercettato da altro elemento su altro conio, ma non ho fatto la prova con la sovrapposizione dell'altra faccia per ciò non saprei. Per quanto riguarda l'A e il B io avevo fatto la prova sovrapponendo il punzone A-A1 al dente B ruotandolo e alzandolo un leggermente in alto, anche perché mi pareva più vicino alla tecnica che avrebbero potuto adottare e quindi più corretta, e mi pareva tornare. Prova anche tu e dimmi se così coincide o meno. Anche nella tua prova del resto non vi è grande differenza a parte la lunghezza ed un minimo di rotazione, mentre in altre prove fatte nei tipi con i denti dritti la differenza era anche nello spessore e non alla punta ma alla base vicino alla schiena del pettine. Grazie al tuo ingrandimento comunque ho notato un particolare curioso che vi evidenzio, anche se si vede bene solo su due denti. Allo stesso modo ho visto che la punta di B potrebbe essere un poco più lunga di come l'hai disegnata e se confermata l'ombra che ho visto la coincidenza sarebbe ancora maggiore. Teniamo conto comunque che stiamo lavorando su esemplari non del tutto ben leggibili, e con fotografie con ombre non sempre desiderabili o che potrebbero falsare le letture anche grafiche se misurate al minimo dettaglio, e che facciamo soprattutto per evidenziare delle possibili tendenze. Una cosa che mi ha anche convinto che in molti di questi tipi tardi potessero essere stati usati dei punzoni è che spesso in essi si vedono i denti con le punte "tagliate" dal cerchio o ancora di più che vi si sovrappongono (vedi immagini qui sotto), cosa che di norma non mi pare che invece accada nei tipi con i denti dritti e più sottili che si arrestano abbastanza al cerchio, con punte più o meno aguzze. Vi dico però ad esempio che i tipi con i chiodi nei due quarti, sempre tardi, non sono affatto certa che siano stati usati i punzoni (avevo già messo un punto interrogativo all'esemplare del test, che ora rafforzo un poco in favore del bulino), come anche mi pare che ci sia qualche serie tra le ultime della prima emissione con denti dritti che ha i denti in numero inferiore e a tratti più spessi, per i quali i punzoni potrebbero essere anche compatibili (una sorta di transizione?). La tendenza generale mi parrebbe ancora quella che ho già detto ieri, dunque, ma con alcune emissioni particolari che andrebbero viste bene facendo un lavoro sistematico dall'inizio alla fine delle coniazioni di questi nominali. Ma anche per questo parlo sulla base di osservazioni fatte in questi giorni sulle foto (poco più di un centinaio) che ho e quindi con tutti i limiti del caso. Magari avete ragione voi sebbene mi pare di capire che vi siano idee diverse. Se però un domani dovessi proprio cambiare idea, propenderei senza dubbio più per il bulino per tutte le emissioni come dici tu, piuttosto che per il punzone per tutte le emissioni. Anche la proposta del sistema misto di @@adolfos non riesce a convincermi. Vediamo anche cosa ne pensano gli altri utenti e anche gli orefici, che senz'altro mi smentiranno alla grande! :D. Con questo post devo sospendere un poco i miei interventi, almeno fino al fine settimana per varie scadenze di lavoro. Ma appena posso vi leggerò volentieri :hi:. Buona notte e buona prosecuzione MB2 punti
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Ho letto attentamente, quando sarà tutto pronto e definito valuterò e darò il mio modesto parere! Effettivamente credo che avere visibilità verso altri utenti che collezionano altre monete e medaglie non produca benefici ne a noi "borbonici" ne agli altri in quanto io personalmente ( ma è un mio problema) non mi interesso di altri tipi di monete e medaglie e credo anche per altri sia la stessa cosa!!! Comunque staremo a vedere.......cosa succederà e come ci troveremo con questa nuova impostazione del forum!!! Un saluto e grazie.2 punti
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Carissimi, a completamento del mio intervento precedente posto un dettaglio dell'esemplare E in cui ho provato ad evidenziare quelle che a me sembrano diverse forme dei denti e che mi hanno fatto propendere per l’uso, anche in questo caso, del bulino. Le curve dello stesso colore sono uguali a parte traslazioni e rotazioni. Mi rendo conto che l’analisi grafica proposta è molto approssimativa, anche perché non è facile dalla foto evidenziare in maniera accurata il profilo dei denti, tuttavia almeno il dente C mi sembra diverso dagli altri, e qualche dubbio mi nasce anche il confronto tra il dente A’ ed il dente B. Un caro saluto, Valerio2 punti
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______________ 1864 New Brunswick Vittoria (1819-1901) 1 Cent - Rame2 punti
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secondo me non ti converrebbe farla periziare, a meno che tu non volessi venderla, io consiglierei una conservazione più appropriata per quella moneta che una bustina chiusa, poi a te la decisione.2 punti
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Buonasera @@vox79 @@azaad @@francesco77, non so perché ma la stragrande maggioranza dei cuponi da me visti, fino a oggi, sono tutti con la sola prima cedola incassata. Comunque per onor di cronaca mi devo correggere, i soldi degli interessi si incassavano a Roma ma non presso il Palazzo Farnese, come da me erroneamente detto, ma direttamente presso la Banca dello Stato Pontificio. ( Grande Papa Pio IX, amico dei Borboni fino all' ultimo). Fortunatamente ho ripescato in archivio l'articolo dell'amico Alessandro Romano, che di seguito ho postato, inerente il prestito di Gaeta. Con il cupone del Cap. Alessandro Romano siamo a 4...ancora pochini. Sergio. pag 1.1 punto
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Bravo Gaetano.....i Coronati sono monete che in collezione non devono mancare, anche se ambedue presentano la legenda leggermente poco chiara, nel complesso hai fatto un ottima scelta. Riguardo al tuo quesito cerco ti scrivere qualcosa per dar corso al dibattito, essendo un giovane studioso dovresti essere tu a proporci qualche novità....quindi datti da fare e mostra tutta la tua bravura. I coronati alla Croce iniziarono ad essere coniati dal 1472 .... secondo te che età poteva avere Ferdinando raffigurato così come lo vedi sul tuo coronato ? .... metti però da parte quello dell'incoronazione, perchè in quel caso mi sembra che l'incisore (nella raffigurazione) non abbia tenuto molto conto nella rappresentazione del sovrano in termini di "ritrattistica" individuale.1 punto
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Puoi chiedere, in base allo stile dello scritture, se possono dare una data post-quam? per intenderci la calligrafia araba è molto complessa, e molti stili vennero usati nell'arco dei secoli. intorno all'anno 800-1000 andava "di moda" il cufico, ma questo non è cufico. credo che una persona esperta possa definire dalla calligrafia quantomeno un periodo di qualche secolo in cui possa essere stata coniata, o comunque escluderne alcuni, che non è poco.1 punto
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caro @@lele300 nel corso degli anni le postille che descrivevano le pagine, di semplice carta di cellulosa, con le foto in bianco e nero (quando c'erano!) dei cataloghi erano del tipo "stato zecca", "moneta di qualità superiore", "di grande qualità" etc. etc. Oggi si usa convenzionalmente solo la parola "eccezionale" ma se ne abusa tanto. ne abbiamo parlato varie volte. Tu stesso dici come ci ha insegnato il buon Tevere "FDC commerciale": questo tipo di FDC, per me, per Bruno e per Fabrizio non è assolutamente FDC, e viene detto così giusto per vendere un esemplare che, se dato per SPL+ n-o-n-s-i-v-e-n-d-e come pure non è vero che è una "moda recente" indicare lo stato di conservazione intermedio (vedi foto, di passaggi d'asta di SPL/FDC datati 1985...) E' vero pure che se una moneta non era FDC, la si metteva SPL ... senza voler "accontentare" il collezionista voglioso dell'alta conservazione come si fa oggi... Allego un paio di scatti dal catalogo Gigante 1995 (una delle prime edizioni del catalogo più famoso d'Italia....)1 punto
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Sicuramente sì, hai ragione, ma ricorda che il vero patito della perfezione queste monete le ha sempre pagate quello che gli hanno chiesto. Anch' io Lele ho una decina di 2 lire Cinquantenario , tutti periziati FDC, alcuni miei amici Periti li hanno anche visti, tutti belli, tutti FDC per loro ma non per me, perciò non mi stupisco più di tanto se un 2 Lire del 1911 và a mille euro. Pazzia?...................sì sono d' accordo, ma coloro che ne hanno 1.100 di €uro, gli danno anche il resto e non battono ciglio. Perciò, non fraintendermi, concordo ma sò anche che la richiesta fà il mercato e le monete belle, sono sempre e dico sempre, andate via molto in fretta.1 punto
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che della tipologia in discussione ne esistano parecchi falsi, è risaputo, ma non credo che si possa parlare di emissione fantasiosa. skuby p.s. spero stasera di aver tempo. Franco ci sei?1 punto
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Ne fa parte eccome! Qui trovi tutte le serie di tutti i tagli http://www.lamoneta.it/topic/23312-operazione-bernhard/?p=254590 la tua, A137 fa parte del primo gruppo, da A128 a A275. Detto questo, per verificare se si tratta effettivamente di un "falso Bernhard" (ci sono anche banconote autentiche con le stesse serie), devi controllare la filigrana: nelle banconote false, dalla base della prima N di England, in filigrana all'altezza della firma, parte una linea verso il basso, che nei falsi ha origine dal centro del piedistallo, mentre nelle banconote vere è spostata a sinistra. In altre parole, se metti la banconota in controluce, tra "Bank of England" e la firma di Peppiatt, ti appare la scritta ENGLAND in filigrana: è la prima N che devi controllare. La freccia ti indica dove devi guardare e questo è quello che dovresti vedere se la banconota è falsa la linea si diparte dal centro del triangolo alla base della N, mentre se è vera dovrebbe essere spostata a sinistra (purtroppo in questo caso non ho foto da mostrarti). Nel caso si tratti di un falso, 70 euro è un prezzo ottimo per la conservazione, per non dire che ti sei portato a casa un bel pezzo di storia :) Come puoi vedere, banconote in conservazioni più basse viaggiano tra gli 80 e i 90 euro, ma ce n'è una, più o meno al livello della tua, che è stata venduta a più del doppio ;) http://www.ebay.it/sch/Monete-e-Banconote-/11116/i.html?_from=R40&_nkw=operazione+bernhard&LH_Complete=1&LH_Sold=1&rt=nc petronius oo)1 punto
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Monete come queste e' già difficile averle, averne due meglio ancora, con una buona conservazione meglio ancora, ma io sono sempre per meglio averle comunque siano.....1 punto
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Mi pare di capire che la proprietà del Museo abbiia innanzitutto il problema si "salvarlo" da un'inevitabile chiusura. In questo caso il discorso dell'esposizione della Coll. Bovi viene necessariamente in un momento successivo. Quanto a diffidare la Soprintendenza, non ne capisco francamente il senso, non essendo la stessa responsabile né della decisione di "tombare" la collezione né potendo la stessa decidere la sorte del Museo (privato) e della Collezione. In altri tempi si sarebbe potuto pensare ad un intervento dello Stato finalizzato a rilevare il Museo, ma in questo momento storico dubito che ci siano risorse disponibili per un'operazione del genere. Quanto a pretendere il rispetto delle condizioni a cui venne subordinata la donazione, l'art. 793 del C.C consente a chiunque vi abbia interesse di chiedere al donatario l'adempimento.......il problema però è che se il donatario non è economicamente in grado di mantenere l'impegno, diventa impossibile imporgli di rispettarlo. Quanto invece alla risoluzione della donazione per inadempimento del donatario, l'azione spetta unicamente agli eredi del donante ma occorre che il testo della donazione contempli espressamente la possibilità di risolvere la donazione per il mancato rispetto delle modalità poste a carico del donatario. M1 punto
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e hai fatto bene a prenderla, la conservazione e' quasi ottima e fa tipologia a se l'hai pure pagata poco chapeau :hi:1 punto
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Ecco cosa accadde: Con l’occupazione francese a Napoli, nel 1806, si manifestò chiaramente la volontà di unire le scienze alle arti con il vantaggio che quest’ultime potevano conseguire se avessero avuto per guida proprio le Accademie. La società Reale di Napoli nacque con un decreto del 20 maggio 1808, nr. 139 sottoscritto dal Re Giuseppe Bonaparte, facendo risorgere, con mutata denominazione e organizzazione l’Istituto Nazionale fondato durante la Repubblica Napoletana del 1799 e sopravvissuto per circa un anno e nello stesso tempo incorporando le attività dell’Accademia di storia e di antichità creata con il decreto del 17 marzo 1807. Lo scopo della nuova istituzione fu quello di estendere il progresso alle altri parti dell’umano sapere e cioè le scienze, la filologia e le arti la cui unione con gli uomini meritatamenti distinti in queste, con gli altri delle antichità, si combinasse in modo tale che in nessuno di esse il singolo fosse distolto da quegli studi o da quei lavori a cui si sia applicato.1 punto
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Per me buono, si vedono tracce di appiccagnolo, conservazione modesta, mb/q.bb1 punto
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@@elmetto2007 aggiungi anche me alla lista delle persone che non solo ti stressano per pareri ma che anche ti apprezzano e ti ritengono uno dei più preparati e generosi del forum. Chi se la prende per j giudizi sulle monete non ha semplicemente voglia di crescere nella passione numismatica. Con stima, un buona serata1 punto
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Peccato che non mi hai avvertito ti avrei rivisto volentieri, sarà per la prossima visita. Ciao, Giò1 punto
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..allora SPL è la conservazione che si merita. E' più o meno il suo prezzo (in questa conservazione la si paga massimo 7 euro, e mediamente 5) ma la forbice tra SPL e FDC per questa moneta è piuttosto stretta (a memoria mi pare che il Gigante quoti lo SPL 10 euro e il FDC 25). Quando passerai al nichel capirai quanta differenza di prezzo c'è tra uno SPL "vero" ed un FDC "vero" ;) per ora goditi appieno la tua monetina :)1 punto
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@@alexander-pc, Autentica sicuramente, per me è molto prossima al BB anche se le foto anno un'ingradimento maggiore del solito quindi si notano moltissimo i graffi dovuti alla circolazone, ....ma sono sicuro che in mano sarà più bella. In merito al valore della moneta dico 100/120/140 euro suppergiù. Saluti nando12.1 punto
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BB, il dritto ha una usura più accentuata rispetto al rovescio e diversi segnetti che disturbano un po' Non ha colpi ai bordi e non è stata lavata! Sul valore io direi sui 100/120 euro1 punto
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la cosa fondamentale per questo Buono è la Doratura che non vedo sul tuo. Siamo lontani dalla conservazione sopra citata1 punto
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Caro jadg, il conio o punzone è un pezzo solo, io stesso mi sono chiesto come lo utilizzavano. Le ipotesi secondo me sono: usato come punzone per fare il vero conio da stampare le medaglie, oppure se utilizzato come conio su lamierini sottili battuti sul rovescio poi assemblati con altro lamierino oppure come la medaglia al post 32 fatta con lamierino sottile e saldato il bordo. Saluti Giancarlone1 punto
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Pagina 241 esemplare n°514 ''Grosso da 5 soldi e 6 Denari'' D/ + SENA VETVS CIVITAS VIRGN3 - nel campo S fogliata entro cornice di otto archi doppi con stellette negli angoli. R/ ALFA . Z . O . PRINCIRV . Z . FINIS - Croce con estremita' fogliate in cornice come al D/; intorno cerchio perlinato che si apre e corconda il segno La moneta e' in argento e va' da 2.11grammi a 2.52 e dai 22 ai 24 MM. Mi sembra che ci siamo con tutti i dettagli. Ci sono alcune cose che non mi tornano. - La prima e' che, secondo la cirazione che riporto qui' sotto (presa dal MIR toscana zecche minori pagina 241 esemplare n°514) attribuisce questa moneta alla delibera della repubblica di Siena 1404 - 1423. ''... Questo grosso e' coevo, per ragioni stilistiche e per la presenza dei medesimi segni di zecca, al Sanese d'oro n°513. L'inaccettabilita' della datazione proposta dal Promis, e di conseguenza del CNI, e' stata avanzata in precedenza da Luigi Tondo, il quale, rifacendosi ad un ripostiglio rinvenuto in Valdambra nel 1898 contenente argentei prevalentemente di Firenze e Siena, i primi dei quali datati 1403 al 1430, ha asserito ''....C'erano, fatto che qui' piu' interessa, una trentina di 'grossi' di Siena, tutti assegnati dal Cini sulla base del Promis, ai cinquant'anni che precedevano il piu' antico dei 'grossi' di Firenze: osserviamo cioe' una sfasatura cronologica tra le monete d'argento di Firenze e Siena...'' L'autore, quindi, riferendosi alla varieta' monetale qui' rappresentata, ha aggiunto: ''... sembra difficilmente databile al '1376 - 1391', in assoluta discordanza con tutti i grossi di Firenze dello stesso tesoretto. E puo' essere forse utile ricordare che nello stesso periodo in atti ufficiali, per esempio nello stato di Milano, i grossi di Siena compaiono con lo stesso valore di quelli di Firenze, come ben difficilmente sarebbe avvenuto se la maggior parte degli esemplari Senesi in normale circolazione alla meta' del Quattrocento fosse stata costituita da monete piu' vecchie delle analoghe fiorentine, per la naturale svalutazione che segue all'usura del tempo dsulle monete'' (cfr. Tondo 1988. p. 20) - Il secondo problema, che e' quello piu' grande e' che nell' esemplare riportato vedo l'armetta n°51 (cerchio con croce pomata) che non e' tutt'oggi attribuibile a nessuno zecchiere. Questa armetta non e' indicata su questo genere di esemplari, ma nel fratello d'oro; Mi spiego meglio. L'armetta n°51 e' riportata dal ''Sanese D'Oro'' che differisce da questa moneta, chiamata //Grosso da 5 soldi e 6 Denari'' solo per alcuni dettagli (peso grammi 3.48/3.55 - e millimetri 18/20) mentre per i dettagli del conio e' esattamente uguale. La moneta del nostro forummista Lamonetiano ''Mario42'' presenta tutti i dettagli della moneta ''Grosso da 5 Soldi e 6 Denari'' ma l'armetta su quella moneta e' sconosciuta; Si presenta invece nel fratello che e' pero' d'oro, di grammatura maggiore e diametro minore. Secondo me ci sono 4 possibili spiegazioni; - E' un Falso ricreato sulla base del ''Sanese d'Oro'' ma riprodotto in argento. - E' un ''Grosso da 5 Soldi e 6 Denari'' con una armetta sconosciuta per questo esemplare. - C'e' stato un problema nella riproduzione di questa armetta nel libro. - Ho preso un granchio colossale. Che ne pensate? Enrico1 punto
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