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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/13/15 in tutte le aree
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Una versione romanzata , ma non priva di una sottesa verità , un momento commovente per chi , come il generale Nunziante si ritrovò ad essere attendente di quel Re che ora , si trovava difronte al suo plotone d'esecuzione . Molto si è detto , e molto ancora si dirà , dal suo coraggio e alla sua gloria al momento in cui , voltò le spalle all'Impero , un gesto che , medita riflessione . Da poco l'Impero si è dissolto, ed a tante glorie , successi , onori militari di ogni singolo soldato , segue la dissoluzione dei reparti napoleonici , così a Milano [ di cui si ritroveranno gli esempi poi , del generale Teodoro Lechi ] , poi a Napoli , città nella quale , un Re , peraltro francese divenne napoletano . Ognuno di loro in cuor suo , manteneva una certa affezione , o comunque un certo sentimento nei suoi confronti , ad eccezione , s'intende di coloro i quali , furono i principali attori dell'arresto dell'ex Re di Napoli , costretto , per forza degli eventi , pagando ora il tradimento dell'ottobre 1813 , a ritornare , dalla Corsica , con un pugno di uomini alla conquista del suo regno . Era la domaenica dell'otto ottobre dell'anno 1815 , quando , dopo una faticosa navigazione , il Re Gioacchino , circondato dai suoi fedelissimi , sbarca nella spiaggia di Marina di Pizzo . Qui , accolto con una certa affezione dai cittadini del luogo , è seppur stanco ed avvilito dai recenti fatti accaduti , spronato a proseguire , la sua ultima avventura . Si avviano man mano dalla spiaggia , ove sono sbarcati , ad una località vicina , chiamata " Perrera " [ chi del luogo o comunque stato , saprà specificare meglio del sottoscritto ] , ed è qui che , il capitano Trentacapilli , fedelissimo borbonico , da poco ripristinato nel suo grado , raggiunge il manipolo di uomini , ed intima loro l'arresto . Un battibecco verbale che sfocia nell'estrazione reciproca delle pistola , la folla si accalca , la tensione sale , il Re ordina di non rispondere al fuoco ed esprime chiaramente la sua volontà di parlamentare , onde evitare spargimenti inutili di sangue . Il capitano , rozzo nei modi , lo ingiuria , lo offende , lo sbeffeggia . Il clima si surriscalda , il gruppo non può fronteggiare una situazione siffatta e così , decidono di reimbarcarsi , tentativo il quale , non riesce a funzionare , solo l'intervento poi , del conte Alcalà e del duca dell'infatado , riescono a far desistere la folla dal proseguire oltre , all'ingiuria . L'ex Re , viene arrestato e , previo avvertimento del generale Nunziante , inviato nella fortezza del coccodrillo , sita nella città di Pizzo . Qui , in meno di un giorno e mezzo , oltraggiato , derubato dallo stesso Trentacapilli , zelante ufficiale , sopratutto negli oltraggi ; riceve , la notizia della sua condanna a morte , mediante fucilazione . Una commissione , creata in fretta e furia dal sovrano restaurato , ora piegato all'invadenza inglese , decide per tale sentenza , riconoscendolo " nemico pubblico". [ quanta legalità in questa sentenza ?] Nei giorni che susseguono la prigionia , pochi , visto che il nemico è assai scomodo , sopratutto per ciò che rappresenta , ha il tempo per dare spazio all'uomo e mettere da parte sia il soldato che il re . Arriviamo al giorno 13 ottobre , data nella quale il Re Gioacchino riceve , prima il generale Nunziante , al quale recapita una lettera contenente una ciocca dei suoi splendidi capelli , per ricordo ai suoi figli ( Achille e Luciano ) ed una lettera per sua moglie Carolina : Cara Carolina del mio cuore, l’ora fatale è arrivata, morirò con l’ultimo dei supplizi, fra un’ora tu non avrai più marito e inostri figli non avranno più padre. Ricordatevi di me e tenetemi sempre nella vostra memoria. Muoio innocente e la vita mi è tolta da una sentenza ingiusta. Addio mio Achille; Addio mia Letizia. Addio mio Luciano; Addio mia Luisa. Mostratevi degni di me; vi lascio in una terra e in reame pieno di miei nemici; mostratevi superiori alle avversità e ricordatevi di non credervi più di quanto siete, pensando a ciò che siete stati. Addio, vi benedico. Non maledite mai la mia memoria; ricordatevi che il più grande dolore che provo nel mio supplizio è di morire lontano dai miei figli, da mia moglie e di non avere nessun amico che possa chiudermi gli occhi. Addio, mia Carolina, addio figli miei; ricevete la benedizione eterna, le mie calde lacrime ed i miei ultimi baci. Addio, Addio. Non dimenticate il vostro infelice padre! Così si congeda l'uomo Murat , mentre il soldato , darà dignità all'ultimo atto della sua vita . Nel colloquio con il generale Nunziante , al quale oltre a dare la lettera , riceve anche l'ora , alla quale avverrà l'esecuzione , chiede , di poter comandare il suo plotone . Il generale in questione , acconsente e , dopo una certa commozione , considerando il ruolo ricoperto da quest'ultimo , vicino al grande Re si congeda . Alle ore 16:30 il plotone , costituito da 12 uomini , si appresta a disporsi in posizione per eseguire gli ordini impartitegli : Il soldato prende possesso dell'uomo ed ordina , con una certa freddezza , calma , costanza, gli ordini di caricamento dei fucili . Comanda il fuoco , e dei 12 colpi 8 vanno in vano e 3 colpiscono il muro . Ed ecco che , l'affezione dei soldati napoletani si manifesta , soldati che hanno condiviso gloria e disgrazia con il loro Re , sopratutto la cavalleria , che arrivò ad essere la scorta dell'Imperatore Napoleone . Gioacchino ancora , rivolge nuovamente gli ordini al plotone , e questa volta , dopo la raccomandazione di non sfregiare il suo viso , cade a terra , tutto finisce , ma di quei 12 colpi solo pochi raggiungono veramente il cuore . L'atto di morte così recita : <<L'anno 1815 a dii dodici del mese di ottobre - Avanti a noi Gerolamo Tranquillo , Sindaco ed Uffiziale dello stato civile del comune di Pizzo , provincia della calabria ulteriore , sono comparsi : Nicola Moschella di anni 45 , domiciliato entro la città , di professione bastaso e Diego Galeano delle medesima professione , i quali hanno dichiarato che alle ore 21:00 di questa giornata del mese di ottobre 1815 è stato fucilato in questo castello Gioacchino Muratte Napolione ove era detenuto e si fece la commissione , di anni (45 ? ) di professione generale francese , domiciliato in questo castello , è morto nel suddetto domicilio . Per esecuzione della legge ci siamo trasferiti presso il defunto , ed avendo conosciuta , insieme ai dichiaranti , la sua effettiva morte ne abbiamo formato il presente atto , di cui s'è fatto lettura ai dichiaranti . ed indi si è segnato da noi . Essi dichiarano non sanno firmare >> Ma dov'è il corpo del Re ? , e di questo farò un altro post al seguito di quello presentato . Spero per tutti che la lettura sia stata piacevole . dedicata personalmente a @@francesco77 e @@Rex Neap che , con grande gentilezza ed umanità mi hanno accolto in questa sezione6 punti
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II° ed ultima parte Un breve passo indietro : era il 25 maggio 1810 quando , il Re Gioacchino Murat , in visita nei territori del Regno più distanti che , tempo prima avevano visto all'opera il brillante Mahnes contro il brigantaggio locale e nazionale , si accingeva a visitare la città di Pizzo , nella quale , caso volle , il parroco della chiesa di S.Giorgio chiese , per i restauri interni e la salvaguardia delle opere al suo interno , una "carità" direttamente al Re . Fu così che , la chiesa , ebbe una cospicua donazione in ducati d'oro , personalmente dal Re . Ma cosa c'entra questo fatto con quanto precedentemente narrato ? . Fu nella chiesa di San. Giorgio ad essere nella notte del 13 ottobre dell'anno 1815 , sepolto il Re Gioacchino Murat , in una fosse comune , vuota o semi-vuota [ non è dato saperlo] , per poi essergli , di lui sopra riversata della calce viva . La fossa venne richiusa , fin quando l'epidemia di [ colera ? ] nel 1837 non si diffuse per l'intero regno , oramai governato dal figlio di Ferdinando IV , visceralmente ostile agli inglesi , in virtù dei suoi ricordi , non buoni , maturati in tenera età [ così riporta Mach Smith ] , venne riaperta e colmata di resti umani . I cadaveri si ammassavano e , le autorità dell'epoca , decisero di rendere fruibili tutte le fosse comuni presenti in loco , fra le quali , ignari sicuramente , dal momento che la fossa era completamente anonima , quella ove risiedeva il corpo dell'augusto reale . Notte tempo , i cronisti dell'epoca ,coadiuvati da una fervida immaginazione , fra questi , lo stesso Guglielmo Pepe , affermarono , e tramandarono tale scorretta notizia , della decapitazione postuma di Re Gioacchino , notizia che è , doveroso da parte mia , riportare ma altrettanto corretto definire falsa , come poi fu dimostrato [ a tal proposito la corte borbonica non ha mai ordinato siffatto atto ne vi sono testimonianze attendibili ] . I soldati di artiglieri che , con fatica si addossarono la cassa e la trasportarono nell'ultima dimora , anonima , gettarono la cassa e , alla presenza dello stesso Condoleo , egli riportò quanto segue << nel momento in cui la cassa era discesa nella sepoltura , si aprì , perché male inchiodata e fu veduto il volto del Re sanguinante e sfigurato >> Ma chi sfigurò il viso del Re ? , è doveroso effettuare questa breve disgressione , al fine di , discolpare gli stessi soldati e lo stesso Nunziante . Dalle fonti in mio possesso , dalle quali , ho voluto cercare , di riportare le dinamiche della triste vicenda , si evince quanto segue : << E' da notare anche che , Gioacchino morì da buon cattolico , dopo essersi confessato al canonico Mesdea , e che tanto gli ufficiali , che lo condannarono , quanto i soldati che eseguirono la fucilazione , erano estremamente commossi ; tanto che , lo stesso generale Nunziante , per non sentire i colpi dei fucili , andò a chiudersi nella stanza più remota del castello . sarebbe venuto meno il coraggio di compiere così nefando sacrilegio sulla persona di un Re ,vincitore di tante battaglie e morto da cristiano >> forse uno sfregio post mortem ? o forse una escoriazione nel trasporto del corpo alla fossa ? . Credo che , ad ora possano rimanere solo dubbi che , difficilmente si dipaneranno . Così , nell'anno 1837 , quella fossa si riempì di cadaveri , oscurando e mescolandosi con quello dell'augusto reale , ivi sepolto . Il tempo passò , ma , nessuno ebbe l'ardire , considerando che , aprire i feretri era considerato un delitto di stato fino al 1860 di effettuare alcun sopralluogo . Questo fin tanto che , gli stessi parenti , prima Letizia Bonaparte poi sua nipote , si interessarono della sepoltura del loro avo . Dopo varie richieste , caldamente sollecitate dagli stessi familiari [ siamo nel 1899 ] , il sindaco dell'epoca , decise di autorizzare l'apertura della fossa . Ignari , i curiosi che compirono il fatto , si ritrovarono difronte ad un cumulo di ossa , indistinte , anonime e , le stesse fonti riportano lo stupore o forse , molto più probabilmente , lo sconforto della stessa madama Bonaparte che " rimase per ben sei ore ad osservare quel cumulo indistinto di ossa , oramai irriconoscibili ". Fu così che il primo tentativo , fallì , nella difficoltà della situazione e nella pochezza dei mezzi . Ma quale fu il vero problema ? , lo scavo iniziò , considerando le fonti dell'epoca che , parlavano della terza fossa , nella chiesa di S.Giorgio , nella quale sicuramente era stato gettato il corpo . Nessuno poteva sapere , i messi d'allora , tanto meno gli avi all'ora in vita che , la fossa n°3 comunicava con altre due fosse , costituendo quindi un cimitero sotterraneo , totalmente anonimo . Passarono , ben 78 anni , fin quando un'altra " spedizione " , venne ricostituita, questa volta da membri dell'associazione Murattiana insieme al dott.Canfora , medico legale dell'università di Napoli . Loro , in occasione di un rifacimento interno della chiesa , chiesero ed ottennero il permesso per praticare nuovamente un foro , sulla botola e poter scattare alcune fotografie , permesso che , una volta accordatogli permise di evincere , seppur ancora nella confusione delle ossa , alcuni dettagli importanti ; osservati e comprovanti la presenza del corpo Reale . L'attento esame , postumo , delle fotografie , del presidente dell'associazione Murattiana di Pizzo , sig Pino Pagnotta , fece notare a ragione , la presenza di una cassa di legno , oramai andata distrutta [ la cassa di abete nella quale fu deposto il corpo del Re ] , a causa dell'indelicatezza dei messi che , al tempo la calarono , anzi gettarono nella fossa . In essa si potè osservare , la presenza di un tessuto di panno nero , che , oramai a brandelli , rispondeva alla fodera interna della cassa : finalmente , seppur anonimamente fra i tanti , il corpo del Re riveniva alla luce . Ed è così che , pur non essendosi potuto riesumare , ne prima ne dopo , il corpo reale , venne , per merito dell'associazione Murattiana del loco , posta la seguente : << Io, Joachim Murat , muoio da cristiano , credendo nella santa chiesa cattolica , apostolica e romana . Joachim Murat. >> Con queste ultime parole , il diavolo rosso , come solevano chiamarlo di cosacchi russi , si congedò dal mondo terreno . Ecco qui @@francesco77 che si conclude la mia breve trattazione , sperando di non aver fatto cosa sgradita a nessuno6 punti
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Un saluto e Buon Anno a tutti prima che finisca in cassetta di sicurezza domattina, condivido con Voi il regalo che mi sono fatto quest'anno, un carlino da 5 doppie d'oro di Carlo Emanuele III, millesimo raro, del 1757 (quindi non il solito '55 che si vede solitamente). Di questa monetazione sono stati coniati, per le cinque date conosciute, 2.376 esemplari, gran parte dei quali non sono giunti a noi perché rifusi o comunque tesaurizzati già all'emissione. La ritengo moneta di una certa importanza e prestigio anche a livello internazionale, ed è giunta fino a me, acquistata ed entrata in collezione in un modo anche abbastanza inatteso proprio sotto Natale, che non sto a dirvi per non annoiarvi. Un massimale che reputo di grande rilievo sia per tipologia che per data che per conservazione a mio avviso, ultimamente apparso alla ribalta di varie aste internazionali con direi discreto successo di pubblico e con aggiudicazioni finali decisamente interessanti. Le foto non sono il massimo ma si sa, non sono che un dilettante; chi desidera peraltro può reperirla meglio effigiata su un noto listino a prezzi netti. Comunque la riga al R nella realtà è quasi inesistente, il bordo presenta un difettuccio di conio a ore 8 del D ed i rilievi sono generalmente ottimi sia al R che al D, con le gemme della corona ed i capelli conservati meglio di entrambi gli esemplari esitati lo scorso autunno a Ginevra e a Parigi, che ho studiato molto attentamente per rilevarne le affinità. La giudico personalmente almeno in linea con la valutazione di chi l'ha posta in vendita, ossia SPL+, ma potrei azzardare anche un SPL+/q.FDC ed è a mio avviso tra i migliori esemplari conosciuti, se non il migliore, dato che da mie ricerche non mi sono noti passaggi d'asta di millesimi 1757 in qFDC o FDC. Sono quindi felice di condividere col Forum questa nuova acquisizione natalizia, anche s ein ritardo, di cui sono noti pochissimi esemplari. Ancora auguri! min_ver4 punti
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Reficul mi ha confermato che per il momento la nostra sezione non verrà "riassorbita", in futuro si vedrà... in base al bilancio di quanto accade alle altre sezioni interessate alla riorganizzazione. Ciao, RCAMIL.4 punti
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Ciao ragazzi , volevo soltanto condividere con voi questo magnifico pezzo che ho preso poiche' e' quasi impossibile reperirlo in questa qualita'. E' uno scudo 5 lire 1850 di genova periziato FDC eccezionale da Bazzoni,Cavaliere e il grande e in gamba Sebastiano Mazzarino x ultimo . Non voglio pareri sulla conservazione,ma solo condividerla con voi :) (Magari mettete anche voi pezzi eccezionali cosi me li gusto un po ;) SCUSATE PER LE FOTO MA NON SO COME INGRANDIRLE :(3 punti
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Mi chiamo Tommaso sono nato a Venezia nel 1305, ho sempre amato il mare e viaggiare, viaggiare con la mente ma anche con il corpo, presto ho capito che il mio lavoro era quello di navigare, di andare per mare.... Quando nacqui i trasporti incominciavano a prendere sempre più la via del mare piuttosto che quelle per terra, navigare per mare era diventato più veloce, a volte si potevano fare anche 160 km. al giorno, d'altronde io ero sempre su barche che trasportavano merci, a volte pesanti, e per terra trasportare merci era pesante, difficile, periglioso, antieconomico. E così iniziai a salire a bordo in quel di Venezia, iniziai con delle barche chiamate cocche più piccole delle navi, le cocche presero piede in Guascogna e attraverso lo stretto di Gibilterra entrarono nei nostri mari come pirati facendo molti danni. Le cocche furono adottate subito sia da veneziani,genovesi, catalani, veleggiavi più facilmente, in sicurezza, con tempi ridotti . Fu un po' un nuovo modo di navigare, quasi una rivoluzione, il trasporto marittimo delle merci diventava il mezzo preferito, andar per mare era un lavoro, un lavoro necessario, i mercanti ti affidavano le merci, a volte venivano anche loro per poi trattare e commerciare nei vari porti. Partivamo ovviamente da Venezia e arrivavamo sempre a Corfù, Corfù era il crocevia delle rotte, da lì si biforcavano in due le rotte o verso Est verso le colonie greche, a volte si andava ad Alessandria, a volte si puntava verso Rodi per poi andare a Famagosta e poi Beirut, a volte la rotta era invece verso ovest, si scendeva l'Italia, facendo scali in Sicilia, risalendo verso Napoli, Pisa, Marsiglia, Barcellona, a volte si puntava verso l'Africa, Tunisi, Algeri, Melilla e poi da Gibilterra verso Cadice, Lisbona per arrivare a Bruges o a Londra. Ho visto tutto e di più, di ogni porto ho dei ricordi, usanze, costumi, modi e stili di vita, ma la terraferma non mi mancava, io amavo il mare, le onde, l'avventura, e navigando facevo guadagnare i mercanti veneziani e trasportavamo un po' di tutto a seconda delle rotte. In ogni porto caricavamo acqua e cibo per il numeroso equipaggio, portavamo di solito cereali dal Nord Africa o il cotone siriano, il vino cretese, le più grandi cocche potevano trasportare anche 250 tonnellate di merci, Certamente erano Genova e Venezia a spartirsi il traffico marittimo del Mediterraneo e poi per le altre mete, Lubecca per esempio aveva traffici di circa un quinto delle due potenze marittime, si pagava in ducati, ma io di ducati personalmente ne ho visti pochi, i ducati li facevano girare i ricchi mercanti, ma a me bastava altro, io Tommaso nato a Venezia nel 1305 amavo il mare, l'avventura e la gente e le donne dei porti, la mia vita era questa e a me bastava, il mare....la mia vita...3 punti
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Cari Amici, come ogni anno anche per il 2015 stiamo organizzando la parte culturale del Convegno Numismatico di Torino che, quest'anno, si terrà il 28 e 29 marzo. Il 2015 è l'anno dell'ostensione della Sindone, motivo per cui abbiamo pensato di prendere tale evento come tema di riferimento per le nostre conferenze. Interverranno tra le persone più esperte sull'argomento e, ho l'onore di annunciarvi, che tra gli autori delle conferenze ci saranno anche alcuni tra i nostri migliori utenti. Le conferenze sono più numerose del solito e, molto probabilmente, saranno distribuite tra il mattino ed il pomeriggio del sabato 28. Spargete la voce e non mancate perchè gli argomenti trattati sono veramente interessanti ed unici. L' Associazione Numismatica Taurinense ed il Forum La Moneta organizzano, per il giorno 28 marzo 2015, in occasione del 34° Raduno Città di Torino, un convegno di studi dedicato alla Sacra Sindone ed alle monete del tempo di Gesù e successive, riportanti simboli ed immagini del sacro volto. Interverranno i seguenti relatori: Professore Pierluigi Baima Bollone : “Giustiniano II e la riproduzione del volto della sindone sulle sue monete” Professore Fiorenzo Catalli: “Costantino I e la sua falsa o presunta conversione” Professore Giulio Fanti: "Analisi numismatica delle raffigurazioni bizantine di Gesù Cristo e loro influenza nel mondo" Matteo Siciliano (@@Matteo91): "I simboli cristiani nella monetazione costantiniana: ruolo politico ed aspetti evolutivi" Alain Gennari (@@Poemenius): “Simboli cristiani su monete romane, lo staurogramma nel panorama dei monogrammi cristologici” Professor Fiorenzo Catalli: “Le presunte monete deposte sugli occhi dell'uomo della Sindone”. Alain Gennari e Alberto Trivero Rivera (@antwala): “Il solido nuziale di Marciano e l'introduzione dell'immagine di Gesù sulla moneta” Sarà inoltre organizzata nei locali dell'Hotel una piccola esposizione che ospiterà le monete oggetto dei temi sopra riportati e materiale commemorativo. Nel corso della mattinata il colonnello dei Carabinieri Claudio Mazzarese Fardella Mungivera presenterà il suo libro dal titolo: “Il cancro della corruzione!”. Il presidente NIA Avvocato Michele Cappellari presenterà il volume “Le monete di Luni”. L'evento si terrà in Torino, presso l'Hotel Jolly Hotel Ambasciatori, corso Vittorio Emanuele II n. 104. (Seguirà un programma dettagliato con gli orari degli interventi).2 punti
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Mi chiamo Ciriaco Pizzecolli. Sono nato nel 1391 in una città di mare, dove da sempre gli abitanti vivono con il mare. Da qui ogni giorno arrivano e partono navi provenienti o dirette verso tutto il Mediterraneo, ed anche oltre. Sono marinai, naviganti, commercianti. E così è la mia famiglia, di commercianti e navigatori. Ricordo che già da bambino (avevo appena 8-9 anni) , mio nonno (mio padre morì che avevo 6 anni) mi portava con se nei suoi viaggi d'affari in giro per l'Italia, ed una delle mie prime mete fu Venezia. E da lì ho continuato per tutta la vita a girare, girare, girare. Spesso per via mare, ma anche talvolta via terra (un po' scomodo in vero). Appassionatomi di storia e cultura, ma non disdegnando di perseguire anche gli affari di famiglia, ho viaggiato per tutta Italia, Firenze, Roma,..... Ho fatto tappe in Dalmazia, ho visto la Grecia e moltissime sue isole. Sono stato a Cipro, in Tracia, a Costantinopoli, in Egitto, Siria, Libano. E non solo. E in diverse di queste località esistevano colonie di miei concittadini. E dovunque ho portato ed acquisito cultura, fatto affari, ma anche ho operato come ambasciatore di pace. Ed ho incontrato tante genti, anche di altissimo lignaggio, persino papi e imperatori. Non sono un Santo, anche se il mio nome è lo stesso del Patrono della mia città. Dovunque, ormai, sono conosciuto come Ciriaco d'Ancona.2 punti
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Mercanti e cambiavalute hanno spesso storie fantasmagoriche da raccontare; io ho studiato lo scorso anno il manoscritto di Lippo di Fede del Sega, che si trova all'Archivio di Stato di Firenze (nel quale, peraltro, si è appena conclusa una mostra numismatica magnifica): in poche parole si tratta del diario personale di un cambiavalute, dove questi annotava le informazioni commerciali, ma non solo, legate alla sua attività, che consisteva nel girare per le tante zecche aperte all'epoca approfittando dei cambi favorevoli che si potevano ottenere in termini di fino tra l'una e l'altra; è stata un'emozione anche solo toccare quelle carte, compagne di un'avventura nelle transazioni, che al tempo si facevano fisicamente, viaggiando con i bauli di monete tra un castello e l'altro, attraversando selve e boschi. Consiglio, in proposito, a tutti il volume "Un changeur florentin di Trecento" di De La Roncière, che affronta lo studio di quel testo in modo estremamente interessante. Magdi2 punti
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Io muovevo merci, uomini....ma anche denaro.... Dicono che sia stato un grande mercante, forse uno dei più grandi, certamente per l'epoca fui un uomo di successo, però i miei inizi non furono facili, anzi.... Intanto mi presento sono Francesco Datini, sono nato a Prato nel 1335, sono nato in una casa di umili origini, mio papà era un oste che tra l'altro morì durante la peste del 1348 che invase anche Prato. Fui allevato da una brava donna che fece da mamma a me e a mio fratello, andai a lavorare subito come garzone presso due mercanti di Firenze dove imparai il lavoro. E capii subito una cosa che per avere fortuna, nonostante i tempi, bisognava viaggiare, vedere altre realtà, imparare da tutti e poi tentare, provare, l'iniziativa era nel mio sangue... La mia prima tappa fu Avignone dove lavorai come dipendente in una Compagnia, ma il lavoro da dipendente non era per me, mi stava stretto e presto arrivò il volo....fondai un'azienda mia e con la stessa posso ben dirlo feci fortuna. Avevo rapporti mercantili e commerciali con tutti, in Francia, nel Mediterraneo, nelle Fiandre, sono anche nella Milano dei Visconti, lì fabbricavano armi, io le importavo e le portavo ad Avignone e dove ci fosse richiesta. Ma successivamente i miei interessi si estesero alle spezie, ai tessuti, ben presto diventai io stesso produttore di tessuti, avevo due ditte una per le stoffe, una per tintura. Ben presto aprii sedi in Spagna, in tutto il Mediterraneo Occidentale, all'apice della mia carriera riuscii a coprire ogni settore merceologico. Molti si chiederanno se muovevo tanti soldi, in verità si, ma non i tondelli a cui voi pensate, i miei soldi giravano in altro modo con le lettere di cambio, fui uno dei precursori di quelli che poi divennero gli assegni. E come capita spesso agli uomini di successo, vennero poi importanti incarichi pubblici, le mie frequentazioni erano alte e importanti, ero diventato quello che oggi voi definireste un uomo che si è fatto da solo, un multimilionario del Medioevo. In pratica avevo anticipato di molto i tempi, se doveste definire oggi la mia azienda era in pratica quella che oggi voi chiamate una holding. Sfruttai tutte le occasioni che mi si presentavano, capii quali erano i generi più ricercati, i beni di lusso che poi finivano ai sovrani, al clero, ai nobili, ai grandi ricchi e così facendo divenni molto ricco. Ma anche a me mancò qualcosa, non ebbi tutto nella vita, non ebbi figli e questo mi mancò moltissimo, il mio unico pensiero a un certo punto della vita non fu il successo, il lusso, ma la paura della morte, dell'aldilà. Ancora oggi vengo ricordato a Prato, per il mio Archivio straordinario di documenti, lettere, libri contabili, per un monumento in Prato in Piazza del Comune, per un Palazzo storico a mio nome e per aver lasciato il mio enorme capitale accumulato in vita ai poveri istituendo diverse Istituzioni per gli altri, malati e bisognosi. Questa fu la mia vita, quella di Francesco di Marco Datini, un mercante del Medioevo....un precursore dei vostri tempi, questo lo posso dire tranquillamente...2 punti
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Qui , compreso nel link sopra postato, riporta un'altro sigillo di papa Johannes che è già molto piu' somigliante ( con i 5 globetti tra la croce e PAPAE) --2 punti
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Cari amici, Allego una parte del convincente ed importante articolo che, molto gentilmente, mi e' stato inviato da Gionata Barbieri e che chiarisce l'attribuzione della moneta di Capua (collezione reale) a Ruggero II. E' da notare che interpreta le lettere Rx come R(e)X ed al rovescio R__P come Sanctus Petrus. L'articolo e' datato 2010. Complimenti a Gionata. Amedeo P.S.: Il file completo e’ troppo pesante per poterlo allegare ed e' protetto da diritti come ha specificato Enzo. Parte di Una_conferma_di_attribuzione_a_Ruggero_II_di_un_follaro_capuano-GIONATA_BARBIERI.pdf2 punti
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prezzo folle ed ingiustificato :( ... se conoscete chi e' arrivato secondo gli cedo volentieri la mia FDC assoluto a 500 euro :P2 punti
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A me non viene spontaneo, nonostante abbia abbondantemente usato la Lira, ma a molti si. E poi in molti non è rimasta solo questa usanza ma anche il riferirsi all'Euro al femminile, ad esempio dicendo: "Ho le 10 cent" :lol: Il paragone è improponibile anche perchè l'Euro in quanto tale non c'entra assolutamente nulla con questo presunto raddoppio dei prezzi che sarebbe stato provocato dal cambio di valuta, un mito inculcato in anni di martellamento propagandistico che sfruttava e sfrutta tutt'ora l'Euro come capro espiatorio per coprire varie e vere magagne. Infatti un conto sono gli aumenti dei prezzi (non sempre tutti automatici e del doppio) dovuti alle speculazioni sul cambio di modello di contante nel 2002 (e non di valuta, che avvenne nel 1999) e tutt'altro la valuta che usiamo, che è molto più stabile e prestante del "caro vecchio conio nazionale", ai suoi tempi un po' meno caro, spesso denominato spregevolmente "liretta", a cui per fortuna è molto improbabile che torneremo. E' un discorso "trito e ritrito"... ma per il nostro bene, dato che c'è chi vuole rovinarci proprio sfruttando questa nostalgia per la lira, è meglio continuare a ricordarlo... proprio come si continua a dire non c'ho una lira.2 punti
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Io non vedo alcun ritratto ma solo un'accozzaglia di capelli, barba e sopracciglia. Se un incisore avesse fatto all'epoca un simile ritratto il re lo avrebbe fatto mettere ai ferri a vita in un carcere di massima sicurezza. Tipo l'isola di Santo Stefano vicino Ventotene (LT). :girl_devil:2 punti
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La patinatura è un processo naturale, che oltre a dipendere dall'ambiente in cui viene a trovarsi la moneta, risente dei trascorsi di questa. Ho notato che se la patina viene asportata con l'apposito liquido, il tempo di patinatura è molto molto lungo. Consiglierei caldamente di non cercare escamotage per accelerare la formazione della patina. Più il processo è lento, più il risultato è gradevole. madre natura è un'artista formidabile, ma ha i suoi tempi, dovuti (il più delle volte) alle manomissioni dell'uomo. lasciamogli fare il suo lavoro, tempo al tempo... non deluderà ;) Questa moneta sono anni ed anni che sta riposando (complice il lavaggio subito)... e finalmente il processo è iniziato... e promette bene ;) Come era... come è...2 punti
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...e chissà quanto spesso viaggiavate in aereo per il mondo...ti ricordi?! :) E quanti telefonini avevate a testa! Quelli sì erano bei tempi... Le variazioni del paniere Istat la dicono diversamente da te per es. http://www.istat.it/it/archivio/30440 Infatti le tue sono percezioni...i numerosi ribassi (come gli aerei, le telecomunicazioni etc) si tende a dimenticarli.2 punti
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Buon giorno, Allego il grafico della Travaini che riguarda le ribattiture del RV CA__TA. Da qui si evince che il RV CA__TA ribatte i follari di Gisulfo II (Bellizia n° 33; 42; 44; 45) che nello schema portano i numeri 13; 15; 16; 21. Il RV CA__TA ribatte poi anche la moneta al n° 31 dello schema che corrisponde allo stesso numero nella classificazione che ne fa la Travaini, attribuendolo, in accordo con Grierson, al periodo di Roberto il Guiscardo (quindi questo sarebbe l'unico caso noto in cui un RV CA__TA ribatte un follaro attribuito al Guiscardo). Infine, l'unica ribattitura che riceve il RV CA__TA è da parte di un follaro di Ruggero Borsa (nello schema n° 90 corrispondente a Bellizia n° 87). Le stesse osservazioni si possono apprendere dalla pagina dedicata dal Bellizia a questo follaro che concorda con le ribattiture già riportate dalla Travaini nel suo schema. Per dovere di chiarezza preciso che queste spiegazioni mi sono state gentilmente inviate da un nostro amico. Cio’ premesso, se l'unica ribattitura che riceve il RV CA__TA è da parte di un follaro di Ruggero Borsa, ne deduco che: 1) Il Borsa e' successivo al monarca che aveva fatto coniare il RV CA__TA. 2) Il RV CA__TA ribatte un follaro di Roberto il Guiscardo e quindi e' successivo a Roberto. 3) Chi fece coniare il RV CA__TA si colloca tra Ruggero Borsa e Roberto il Guiscardo. 4) Se cosi’ stanno le cose, tra i due non c'e' un altro monarca famoso. 5)Puo' essere un principe di Capua o di un altro ducato limitrofo?. Dubito. Tutto cio' e' vero se le ribattiture sono state attribuite correttamente, altrimenti siamo di nuovo al punto di partenza. L'unico numismatico vivente dei tre e' Lucia Travaini, che avevo interpellata per avere un giudizio sul mio articolo. Lei mi rispose in maniera vaga e non si espresse sulle ribattiture. Occorrerebbe avere le immagini delle monete ribattute, ma non so se sono state pubblicate. Conosco sole le immagini delle ribattiture su Gisulfo II. Se Bellizia concordava con la Travaini sulle ribattiture dello schema, vuol dire che queste erano note (esistono le immagini). Il grafico ha una valenza probante solo se gli altri studiosi possono vedere tutte le immagini delle ribattiture e non solo i disegni e le possono valutare. Non si puo' accettare "per fede" cio' che viene proposto solo con disegni. Una prova di cio' risulta evidente in merito alla moneta di Roberto II Principe di Capua. In base al solo disegno, bisognava accettare il parere di illustri studiosi, ma vedendo le immagini reali della moneta si possono formulare tante ipotesi del tutto diverse dalle precedenti. La stessa Travaini, in merito al RV CA__TA del Fitzwillam Museum che aveva studiato con Grierson, scrive che e' ribattuto, ma non specifica su quale moneta. Mi rendo conto, pero', che studiando centinaia di monete non potevano approfondire tutti gli aspetti delle stesse; era impossibile. Amici, avete dei suggerimenti?, possedete le immagini delle ribattiture?, concordate sulle ribattiture? Ritenete che i miei commenti siano errati? Vi ringrazio. Amedeo1 punto
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veramente ... avevo cominciato anch'io ad affezionarmicisivicisi .... :P :P1 punto
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No no, mi riferivo proprio a queste tipologie: le lettere N O ritornano in varie combinazioni, abbinate ad altre lettere ai lati del trono di Cristo, mentre i tre puntini (anche solo uno o due) sembrano effettivamente più rari. Sul discorso "imitazioni di imitazioni" per gli ultimi casi mostrati personalmente non sono d'accordo, poiché a livello sia stilistico, sia epigrafico non noto incongruenze (almeno questa è la mia idea e le "imitazioni di imitazioni" di solito sono molto molto più "grezze"). Di seguito altri due esempi con le lettere N O che mi paiono altrettanto ufficiali: http://www.acsearch.info/search.html?id=1044061 http://www.acsearch.info/search.html?id=20155001 punto
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@@gloriagunner... ti pregherei per il futuro di postare una moneta per ogni discussione per evitare risoluzioni parziali1 punto
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Ciao, naturalmente falsa.... Non esiste alcuna moneta con il Duce raffigurato....sono solo medaglie1 punto
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si.. i pallini. :crazy: ..... ma nella tua non ci sono sostituiti da crocette....1 punto
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Mi dispiace contraddirti, ma lo scudo dell' 11 fu fatto per la circolazione ordinaria, se poi 60.000 esemplari fossero non sufficienti per una piena circolazione è un altro discorso, d'altra parte bisogna considerare che nell' 11 l'Italia era in guerra con l'Impero Ottomano, per la conquista della Libia, comunque non è certo un'emissione per "collezionisti" quelle verranno anni dopo..... ma con emissioni da 50/20 pezzi, questi si che non furono coniati per la circolazione!! saluti TIBERIVS1 punto
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@@ilcollezionista90 ... si conclude la mia breve trattazione (di ilcollezionista90), sperando di non aver fatto cosa sgradita a nessuno parafrasando la tua frase finale hai fatto cosa gradita a molti Complimenti1 punto
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Sempre in tema di pfennig "uniface", posto qui un esemplare di Salisburgo con la G del principe Guidobaldo Thun-Hohenstein, del 1656.1 punto
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beh, la moneta è spettacolare. Grazie di averla postata e condivisa con noi, veramente un ottimo acquisto1 punto
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@r-29 ti consiglio di cercare una prutah di ponzio pilato ne esistono 2 tipi, una è quella che ho come foto del profilo e poi cen'è un secondo tipo entrambe le monete sono state identificate sulla S. Sindone. prova a cercarla su internet digitando prutah pontius pilate oppure monete della sindone. un'altra moneta è la cosiddetta obolo della vedova che viene identificata come una prutah di alessandro janneo. prova a cercare qualche info digitando prutah widow's mite. qui puoi trovare qualche info oltretutto mi sembra che @@roth37 sia anche sul forum e ti può dare una mano ti ricordo che anche se tradizionalmente si pensa che la vita di Gesù sia durata 33 anni non è vero infatti probabilmente è nato nel 6 ac e la data più certa per la morte è il 7 aprile del 30 dc quindi è vissuto per circa 36-37 anni :D1 punto
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@@lele300 a questo punto se e' come sostieni, ed a me sembra molto probabile, quelle che non patinano sono state tutte lavate. io a parte qualche dubbio sulle altre ( quelle lavate) ne ero quasi certo. Ma sbagliando s'impara...1 punto
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Daccordissimo! Spesso mi capita di pianificare l'acquisto di un argento e poi mi ritrovo ad acquistare rame se è in ottime condizioni1 punto
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Più tempo impiegheranno le monete a patinare e migliore sarà il risultato. Tentare di accelerare il corso della natura non è mai un buon affare.1 punto
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Prova a confrontarlo con le monete per Milano della collezione Reale recentemente riclassificate e pubblicate nei bollettini disponibili sul Portale Numismatico dello Stato Comprende la classificazione piu' recente e scientificamente accurata per le monete di milano di questo periodo1 punto
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@@joker67, Complimenti per la new entry, moolto moolto bella e magari ce la farai vedere meglio quando ti arriva.1 punto
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@@renato secondo me il rame ha subìto una rivalutazione negli ultimi 20 anni da far invidia a qualsiasi modulo in argento, grande o piccolo che sia negli anni '90 monete così costavano meno di 1.000 lire a pezzo... si trovavano "a chili" anche belle! oggi su ebay, la data più comune, basta che abbia un filino di rosso, che subito vanno su di brutto se poi vuoi considerare la contrazione economica rispetto al biennio 2005/ 2006, beh, qualsiasi moneta, argento rame o nichel che sia, anche rara, in quel biennio costava molto di più rispetto ad oggi... è stato un momento di euforia, con compratori esteri (russi in primis; americani, giapponesi..) che hanno pagato generosamente le monete nostrane.1 punto
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@@chievolan è giusto quello che dici... pero' l'utente chiedeva che tipo di moneta fosse quella in suo possesso, .. mi sono limitato ad identificarla... non avendo certezza di quello che raffigura il "vaso" e non essendo in possesso di elementi sicuri per confermare una mia "tesi", posso solamente ipotizzare che quello che "passa" per vaso, sia in effetti una bombarda rovesciata.... http://bianchetti-araldica.blogspot.it/2014/11/per-chi-non-lavesse-fatto.html1 punto
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I rilievi sono buoni, minima usura sui rilievi e non vedo colpi ai bordi. Il qSPL ci può stare. Io per ora proverei a lavarla con acqua calda e sapone neutro, strofinando delicatamente con i polpastrelli. Dopo l'operazione prova a rifare le foto. Renato1 punto
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@@stefano108, @@fra crasellame il sito "stile pisano" mostra le scansioni del mio primo contributo di sintesi sulla monetazione pisana (saccheggiato senza pietà quanto ad immagini e invece dimostrando di non avere letto bene neppure il testo e senza riportare la fonte... :(): M. Baldassarri, La monetazione della Repubblica di Pisa fino alla prima dominazione fiorentina, in Pisa nei secoli, II, a cura di A. Zampieri, ETS, Pisa 2003, pp. 7-66. Quell'immagine si trova a p. 53. In quel primo contributo di ormai una dozzina di anni fa (tempus fugit...! dal punto di vista scientifico per me praticamente un secolo) li definivo entrambi come piccioli, anche se quello in alto in realtà è un quattrino (e @@magdi, se volesse, potrebbe classificarlo senza problemi con il mio studio del 2010, come ha fatto con il denaro piccolo ;)), mentre quello sotto in effetti è un picciolo o denaro piccolo. Nel secondo l'iscrizione recita in FEDERIC'.IHPATOR. e la tipologia è quella indicata da Magdi, che io dato al 1318-1330 circa. Un cordiale saluto a tutt* MB1 punto
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La questione del non aver nulla da nascondere e' terribile. Con questo criterio non esiste privacy che regga: se non hai niente da nascondere, perche' non rendi pubbliche telefonate, mail o quant'altro? Non c'e' niente di male a voler tenere private le proprie transazioni, ma da noi vige la presunzione di colpevolezza e lo Stato crede di avere il diritto di fare strame delle liberta' individuali.1 punto
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Questa é la trama del prossimo film della disney per Natale? :D Guarda che qui veramente é il mondo alla rovescia... Cioé, tu prova a spiegarmi per quale motivo un cittadino di Como, Varese o Domodossola dovrebbe acquistare un immobile in Italia, quando a X km da casa sua c'é la Svizzera. Per pagare IMU, TARI, TASI, ecc...? Per quale ragione dovrebbe depositare il proprio stipendio o i propri risparmi in una banca italiana...per poi dover chiedere il permesso di ritirare i propri soldi, per ritrovarsi ad aver pagato una patrimoniale? Per quale motivo la gente dovrebbe portare i propri capitali, piccoli o grandi che siano, in Italia quando in Svizzera acquistare beni di consumo é più conveniente ? L' IVA é l' 8 % contro il nostro 22%...sembra che non gliene freghi nulla a nessuno, ma é una follia colpire i consumi in questo modo! ...e tu mi parli di autoriciclaggio? Dovresti indignarti perché in Italia chi ruba NON PAGA MAI...non col tuo vicino di casa perché ha voglia di comprare un televisore da 1500 euro pagandolo in contanti.1 punto
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Il limite di uso dei contanti entro 1000 euro è un pesantissimo vincolo alle libertà individuali, una cosa grave che in un paese civile non dovrebbe accadere. Inoltre ha un effetto depressivo sull'economia. L'effetto sulla lotta all'evasione fiscale è molto piccolo, non nascondiamocelo, si tratta solo di un clamoroso regalo alle banche, le stesse banche (BCE in testa) che per mezzo dell'euro ci stanno comandando e vampirizzando.1 punto
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Buonasera, come ampiamente riportato nell'articolo scritto insieme al caro Michelangelo2 su Michele Laudicina, vincitore proprio del concorso sugli studi di medaglistica di alcune mesi fa, la medaglia dedicata alla nascita del Duca di Calabria ebbe una travagliata storia. Il principe ereditario nacque nel 1836 ma il lieto evento venne accompagnato pochi giorni dopo dalla tragica morte per infezione che coinvolse l'augusta regina Maria Cristina. Detti funesti eventi rallentarono la realizzazione, già peraltro in parte pronta. In realtà furono due le medaglie realizzate per l'evento. Il primo tipo, approntato in tempi rapidissimi non fu di gradimento al Sovrano. La medaglia venne annullata ed i prototipi e la medaglia di presentazione vennero conservati in una cassetta in legno insieme ai disegni preparatori e dimenticati. L'unico esemplare conosciuto si trovava nella collezione Sen. Mazzoccolo. La seconda venne perlappunto approntata solo nel 1842, utilizzando il dritto già realizzato dal Laudicina per la medaglia 1o tipo (incisa sulla base della medaglia per le prime nozze del sovrano, venne aggiunta la barba all'incisione dal Catenacci). Il nome del Laudicina è da considerarsi pertanto un ultimo tributo a questo importante incisore ancora oggi sconosciuto che, seppur già defunto all'epoca, aveva dato un grande contributo alla realizzazione della medaglia. Ricordo il link all'articolo, le fonti bibliografiche non fanno mai male http://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/anon/2.pdf1 punto
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Fantastici. 25 euro.... quello che non tollero è quando cercano di fregarmi... una volta mi hanno proposto uno di questi tondelli a 6 euro, spacciandomelo come prova. Prima gli ho detto pacatamente che non esistono prove e che non sono nemmeno monete e, visto che si è arrabbiato, mi sono arrabbiato anch'io e non è conveniente perchè come faccio scappare i clienti io.... :blum:1 punto
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Tempo fa parlando con un curatore di una famosa casa d'aste italiana mi spiegò che non esiste crisi per gli oggetti artistici, esistono solo oggetti belli e oggetti da vendere, i primi li piazzi al prezzo che vuoi i secondi vanno aiutati. Avete un Luca Giordano ? Un Fattori ? Un Boldini ? Li piazzate sempre Piatti di Capodimonte con visioni della Campania? Metteteli in asta e ci saranno i fuochi artificiali Parla di crisi chi vuol farti comprare fischi per fiaschi, chi lo stesso quadro lo cambia d'autore tre volte in 5 anni :D , chi mobili nuovi te li vende come mobili GIORGIO III ;) Guardate i risultati internazionali delle grandi vendite d'arte, tutti, forse questa crisi non esiste, non esiste dove il rapporto qualità/prezzo è buono. Se poi si parla di crisi perchè non si vende a 1000 quel che costa 100 allora il discorso è diverso, per il resto anche i russi hanno capito che ci sono troppi quadri di Ivan Konstantinovich in giro.1 punto
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E' da bambino che giro volentieri con i miei genitori mostre di mercato antiquario e di pittura antica a tema, spesso anche fuori dall'Italia e vi posso assicurare che negli ultimi 15 mesi l'arte non è in crisi ma in caduta libera! Bisogna innanzitutto distinguere due categorie di arte: quella dei nuovi ricchi che comprano arte contemporanea e che seguono la moda e quella degli amanti del bello che comprano arte antica e antiquariato. I primi elementi sono persone che seguono il momento e che credono di essere avanti a tutti con i gusti e comprano senza sapere e senza badare a spese, basta vedere quei programmi di televendite che propongono delle sculture di plastica fusa o di scarabocchi a cifre che vanno anche oltre i 50.000/100.000 Euro, vi assicuro che si vendono, ma cosa succederà quando poi passerà la moda? Meglio fermarsi qui. E' un discorso molto complesso. Preferisco piuttosto spendere qualche parola in più per l'antiquariato e l'arte vera (mobili, dipinti, maioliche, porcellane, biscuit, bronzi, orologi, avori, eccetera). Questi ultimi se acquistati da antiquari onesti che praticano ricarichi giusti, vi assicuro che non vedranno crisi. Faccio un esempio, negli ultimi due anni, in una strada del centro di Napoli (famosissima per la presenza di oltre 50 negozi di antiquariato) hanno chiuso i battenti oltre 12 negozi. Erano commercianti che comprano la fame e l'ignoranza della gente per poi rivenderla a prezzi assurdi. Almeno in numismatica ci sono i cataloghi che ci danno un'idea e che danno delle quotazioni molto orientative. Nel mondo dell'antiquariato, se un commerciante adesca un pollo benestante può chiedere cifre assurde e senza che ci sia un metodo di paragone con altre opere, ma cosa succederà quando un giorno il pollo rivenderà tale oggetto? Ve lo dico io....... si ritroverà con un pugno di mosche in mano e se tenterà di vendere all'asta rimarrà ancor più deluso. Questo è uno dei motivi principali della crisi del mondo dell'arte. C'è un urgente bisogno di ridimensionamento dei prezzi, solo così si potrà svegliare il mercato. Per quanto concerne poi la categoria merceologica più colpita nel campo dell'antiquariato, posso fare una breve analisi. I mobili, soprattutto di grandi dimensioni (letti, armadi, tavoli, credenze), risultano quasi invendibili per colpa delle dimensioni delle case moderne che hanno un'altezza standard di 2,90 metri, si salvano i tavolini, vetrinette, comodini (usati come mobiletti da salotto), sedie e poltrone. I dipinti, se di dimensioni giuste (esempio cm 100x120 o 80x60) risultano vendibili e molto richiesti. Le tipologie più richieste sono: natura morta, scene mitologiche e scene religiose (ad esclusione dei tristi martiri, crocifissioni o scene macabre varie). I dipinti più richiesto sono quelli che vanno dal '600 in poi. I dipinti su tavola o su carta sono poco richiesti in quanto c'è bisogno di esperienza maggiore. Il mercato dell'oggettistica è l'unico che non è in flessione ma in buono stato di salute, è una categoria che non conoscerà mai crisi (se i prezzi sono equilibrati) anche perchè in casa sono ben collocabili per via delle dimensioni contenute. L'oggettistica è suddivisa in oggetti di varia natura e genere come ad esempio: Maioliche, porcellane, bronzi, argenti, avori, cristalli, eccetera. A differenza del mobile e del dipinto che leggermente restaurati non perdono valore, la maiolica e la porcellana, se restaurati perdono dal 70 al 90% del valore, dipende poi dalle dimensioni delle rotture, se leggermente scheggiati svalutano pochissimo. Ricapitolando: acquistate da antiquari di fiducia e prima della trattativa portate con voi un esperto del settore che vi consiglierà in maniera riservata sulla validità dell'acquisto. Se avete diversi dubbi, fatevi rilasciare una foto ben nitida o l'oggetto (molti antiquari che vi conoscono prestano gli oggetti per pochi giorni) affinchè potrete mostrarala ad un secondo o terzo esperto. Se acquistate un dipinto, munitevi assolutamente di una lampada di wood (una lampada che usano i dermatologi per vedere i difetti della pelle e che riesce ad evidenziare le ridipinture e i resturi sulle superfici delle opere http://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_di_Wood ). Non comprate mai maioliche e porcellane rotte e restaurate (a meno che non ci sia un prezzo da amatore) perchè anche se importanti e rare non avranno mercato, un po' come le monete. Attenti poi ai bronzi dorati con dorature recenti e pacchiane, le dorature devono essere fini e antiche, bene lo stesso se sono leggermente rovinate. Se volete addentrarvi in investimenti seri sull'arte non trascurate la presenza in casa di un buon libro, utile per riconoscere lo stile, l'epoca e gli eventuali falsi. Se desiderate saperne di più su oggetti di antiquariato, sono a disposizione di tutti. Anche per una veloce valutazione on line. Francesco1 punto
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