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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/16/14 in tutte le aree
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Ciao a tutti, Vi posto il mio ultimo arrivo: Cavallo Carlo VIII° zecca di Chieti..4 punti
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La data qui sembra quasi più "1851" di "1831", ma è di 1831. :D Questo 1831 5/10-real della provincia argentina di Buenos Aires (notare l'ortografia diversa qui) appartiene a un tipo introdotto nel 1827 come successore il decimos Buenos Aires del 1822-3. Molte di queste monete di 5/10-real "Banco Nacional" spiccia furono giustiziati 1827-31 (vedi i molti muoiono crepe e sciopero di questo particolare esempio fuori centro), e almeno alcuni di quei problemi di produzione deve risultato da molti di loro avendo stato sia utilizzando i decimo 1822-3 pezzi. :) v. -------------------------------------------------------- The date here looks almost more like “1851” than “1831,” but 1831 it is. :D This 1831 5/10-real from the Argentine province of Buenos Aires (note the different spelling here) belongs to a type introduced in 1827 as the successor to the Buenos Aires decimos of 1822-3. Many of these 1827-31 “Banco Nacional” 5/10-real coins were sloppily executed (see the many die cracks and off-center strike of this particular example), and at least some of those production problems must result from many of them having been overstruck using the 1822-3 decimo pieces. :) v.4 punti
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Ciao Luciano. Riporto qui quanto ho già scritto al nostro comune amico. Preciso subito che Lorenzo Tiepolo è piuttosto lontano dai dogi che di solito frequento ....ma qui provo a sbilanciarmi. Analizzando il dritto, sulla base della forma dei caratteri, e per quanto riguarda la scritta S.M.VENETI, la S invertita, la M solo abbozzata, la N ottenuta con una E speculare senza trascurare la sproporzione della X di DVX, io vedo una serie di errori, caratteri anomali e inversioni che non mi sembrano propri della produzione a nome di questo doge. Ho riguardato le diverse varianti di cui posseggo immagini (comprese quelle del catalogo on-line) e non ho trovato alcuna corrispondenza. Penso quindi che si debba considerare come possibile che si tratti di un falso di matrice slavo bosniaca (che spesso usavano le stelle come interpunzoni).....penso... ma non ne sono certo. ciao Mario3 punti
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La data dice 1826 ma... Non così comune, in quale conservazione la giudichereste? E un bel primo piano dell'aquila :)2 punti
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Allora ecco il mio esemplare. E' passato anche per me il tempo in cui consideravo con esclusività la monetazione sabauda: ora gli interessi sono più variegati e mi piace prendere spunto da una moneta che mi affascina, per approfondirne gli aspetti storici, economici e monetari correlati. ;)2 punti
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Provo con questa identificazione, anche se potrebbe non essere corretta... CONSTANS (25/12/333-18/01/350) Flavius Julius Constans César (25/12/333-9/09/337) Centenionalis ou nummus 335-336 Date : 335-336 Nom de l'atelier : Nicomédie Métal : cuivre Diamètre : 15mm Axe des coins : 6h. Poids : 1,15g. Degré de rareté : R1 Traduction avers : 'Flavii Constantis Beatissimus Caesar', (Au très heureux césar Flavien Constans). Titulature revers : GLOR-IA EXERC-ITVS// SMN?. Description revers : Deux soldats debout face à face, casqués et vêtus militairement, tenant chacun une haste et s'appuyant sur un bouclier ; au milieu, une enseigne militaire. Traduction revers : 'Gloria Exercitus', (La Gloire de l'armée). Commentaire à propos de cet exemplaire : Poids léger. Historique : Constans est né en 320 et reçoit le titre de césar le 25 décembre 333. Auguste après le 9 septembre 337 avec ses deux autres frères, Constantin II et Constance II, il ne tarda pas à se fâcher avec son frère aîné qui périt en avril 340. Après la mort de son frère, Constans récupéra l'héritage de Constantin II et eut en charge l'Occident. Nell'immagine non vedo bene l'officina... su quello aspetta pareri piu autorevoli2 punti
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alcuni dei miei, cavallo con croce cantonata da gigli, D.A. 26 RRR " " " " " rosette, D.A. 27 RR " " " ancorata D.A . 14 NC2 punti
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i cavalli di Carlo VIII per Chieti, partono da NC a R5, comunque , si vedono in vendità molto di frequente, questo è il tipo D.A. 22 NC, var. per l'assenza della T, ci sono anche esemplari ribattuti su cavalli di Ferdinando I, su questo non noto evidenti tracce di ribattitura, ma se vuole, mi mandi delle immagini ingrandite in mp2 punti
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Ammazza Claudio. Ti è venuta proprio la piastrite acuta hahah. Torna alle medievali :)2 punti
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Uhmm.....penso che sia @ che @@francesco77 ci hanno visto giusto, riprenderemo il discorso (se non Vi dispiace, più avanti quando arriveremo a queste date). :) Stamane però (diciamo che ieri sera era tardi e di sabato pure) ho fatto alcune considerazioni che volevo sottoporvi, analizzando appunto, il fatto che avrebbe fatto tutto lui, il Cariello. Essere precipitosi nello scrivere non è un buon segno, ma se non si scrive non ci rendiamo conto se commettiamo degli errori. Mi sono andato a riguardare un pò di appunti che avevo, erano notizie già di mia conoscenza, ma che ieri mi erano sfuggite .... ed ho constatato che (sommariamente): Quando si costituì il Gabinetto d'Incisione (1830) Vincenzo Catenacci era un incisore già affermato in zecca e proprio a lui si devono parecchi coni anche della monetazione di Francesco I; il Direttore del neo-costituendo Gabinetto fu il Rega e credo, anzi sono quasi sicuro che il Catenacci svolse in zecca un ruolo importante in quegli anni, assumendo (vista la consolidata esperienza e bravura) la carica di Primo incisore dei dritti. Il regolamneto però prevedeva anche la carica di un secondo Incisore (dritti) e aiutanti e d alunni, ma questi ultimi teniamoli da parte, perchè parliamo di effige sovrana. Nel 1830 l'alunno Cariello era già in grado di operare ad alto livello in zecca (sotto Francesco I) e credo che in zecca con l'istituzione del Gabinetto, prese la carica di secondo Incisore dei dritti (e probabilmente il figlio di Catenacci, Scipione era tra gli alunni o addirittura già un aiutante). Nel 33, morto il Rega, Catenacci divenne Direttore, ma è proprio in questo lasso di tempo 31-33 che si diede avvio alla monetazione di Ferdinando II di Borbone. Ora non è da sottovalutare il fatto che il Direttore (Rega) era colui il quale dava ordini in zecca e distribuiva i lavori agli incisori, sorvegliandone anche le lavorazioni ecc.ecc. Mi sono chiesto: è mai possibile che il Rega avesse scelto il Cariello (anche se bravo, ma ancora molto giovane) per preparare i conii delle monete di Ferdinando ? tutte ? ... credo di no, anche perchè il Catenacci era uno oramai consolidato (amico del Rega) e su cui si poteva fare appieno affidamento per iniziare la monetazione.....non si poteva sbagliare o fare brutte figure. Un'ultima considerazione mi è data dal fatto che in zecca i lavori veniva divisi e/o distribuiti ed in questo caso si affidava i moduli maggiori agli incisori più bravi o ai Primi, mentre quelli di taglio inferiori agli altri, i secondi. E credo che proprio su questa linea che dobbiamo muoverci per imboccare la strada che ci conduce fino al 1860. Adesso mi fermo un attimo, poi proseguiamo. Grazie per la cortese attenzione.......e spero di non annoiarVi....tutti.2 punti
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Buona Domenica Bruno Vedo che gli appuntamenti si moltiplicano con orari che, tra l'altro, si sovrappongono; considerato che questo può generare non poco smarrimento (soprattutto per i ragazzi che desiderano ritirare i libri e per coloro che, come te, invece, li donano); oppure quelli che desiderano acquistare da Tinia il Quaderno Lamoneta, ricapitolo a beneficio di tutti: Sabato ore 11.30 presso Tinia Numismatica: appuntamento per coloro che hanno interesse alla consegna/ritiro di libri, o l'acquisto del Quaderno Lamoneta; Terminato lo scambio, penso verso le 12,00 - 12,15 nulla osta congiungersi a coloro che non avendo tale interesse, desiderano farsi trovare presso R-R e poi, per coloro che si sono prenotati, dirigersi insieme al pranzo numismatico. Ovvero, al grido di "liberi tutti" .... :pleasantry: trovarsi addirittura alla Grotta Azzurra. Dopo pranzo - sempre per coloro che sono interessati - si tornerà presso Tinia Numismatica per consegnare altri libri ai ragazzi che non sono potuti venire in mattinata. Ho dimenticato qualche cosa? Eventualmente correggetemi. :pardon: saluti luciano2 punti
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Sul fatto che questa moneta non andrebbe considerata a tutti gli effetti come appartenente al Regno d'Italia, mi ero già espresso, nel mio primo messaggio. Il fatto che sia stato prodotto da una zecca ufficiale non significa che sia ufficiale anche esso: al termine zecca vanno ricondotti due significati fondamentali; il primo è quello del luogo fisico dove vengono battute le monete, il secondo riguarda il diritto di battere moneta che spetta al sovrano (o allo stato). In questo caso, è chiaro il divario tra i due aspetti. Il fatto, comunque, che sia un rpodotto di zecca ufficiale, che abbia circolato liberamente (ma nel regno circolavano anche, ad esempio, monete francesi, che nessuno attribuirebbe al Regno d'Italia, per questo) sicuramente la rende appetibile e non nascondo che la vorrei anche io in collezione. Riguardo alla F, ritengo possa essere la semplice contrazione di Fecit (ovvero fece). Questa benedetta F si ritrova anche, ad esempio, in questo francescone http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-L2/19. Un piccolo excursus storico sui fatti toscani mi pare doveroso: A seguito dell'esilio di Leopoldo II di Lorena e dello scoppio della seconda guerra di indipendenza, il 27 aprile la municipalità di Firenze nominò un Governo provvisorio (Peruzzi, Malenchini e Danzini) che avrebbe dovuto offrire la dittatura a Vittorio Emanuele II, il quale si limitò ad assumere il protettorato e nominare Commissario straordinario (per lo stato di guerra) il suo Ambasciatore nel Granducato Boncompagni: i tempi non erano maturi e Cavour con lettera indirizzata al Governo Provvisorio il 30 aprile 1859 sosteneva la necessità di mantenere l'autonomia amministrativa (e dunque monetaria) riservando al Re il comando delle truppe. Il commissario straordinario divenne ((11 maggio 1859) quindi il vero e proprio capo di stato che nominò il suo governo (Interni Ricasoli, Istruzione ed Esteri Cosimo Ridolfi, Giustizia e Grazia Poggi, Finanze Busacca, Guerra Malenchini, Affari ecclesiastici Poggi) e una Consulta. Gli atti e le sentenze venivano emanati a nome del Governo di Toscana e il giuramento doveva essere rivolto a Vittorio Emanuele II, come protettore del governo nazionale di Toscana. Con l'approssimarsi dell' armistizio di Villafranca, venendo meno la necessità del regime commissariale Boncompagni il 1° agosto cedette i suoi poteri al consiglio dei ministri, il cui presidente divenne Ricasoli. Vennero, quindi indette le elezioni per l'Assemblea toscana il 7 agosto che avrebbe dovuto dichiarare decaduta la dinastia dei Lorena e richiedere l'annessione al Regno di Sardegna. Con proclama del 29 settembre il governo dichiarava esplicitamente di volere esercitare il potere "in nome di S, M. Vittorio Emanuele di Savoia, Re eletto". La formula del giuramento divenne: "Giuro di essere fedele a S. M. Vittorio Emanuele Re eletto". Tra gli altri provvedimenti presi vi fu quello dell'adozione dello stemma di Savoia, l'attribuzione del titolo Regio alle isitituzioni e l'introduzione del sistema decimale (la moneta toscana cessò di avere corso legale il 1 novembre del medesimo anno) Nel marzo 1860 il plebiscito sancì l'annessione al regno di Vittorio Emanuele ii che nominò Eugenio di Savoia Luogotente e Ricasoli governatore generale. L'annessione, comunque, fu graduale e venne comunque mantenuta, inizialmente una certa autonomia (decreto del l 23 marzo 1860 (...) Art. 2. È mantenuto provvisoriamente in Toscana un centro amministrativo che rimane stabilito nella città di Firenze. A capo di esso sarà un governatore generale. Art.3 A ciascuno dei rami do governo e di pubblica amministrazione, che a termini delle leggi vigenti in toscana erano rispettivamente di competenza dei cessati ministri (...) presiederà un direttore sotto la dipendenza immediata del Governatore (...) art. 5 Il Governatore sottoporrà al nostro luogotenente i provvedimenti pei quali, secondo le norme vigenti in Toscana, richiedevasi per lo passato la sovrana assensione e spedirà direttamente gli affari pei quali bastava un decreto ministeriale (...)2 punti
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"Se in mano fosse FdC non mi sorprenderebbe" Ho capito bene? Nonostante i difetti di conio, le debolezze e la successiva corrosione, questa moneta viene classificata qFDC o addirittura FDC? Renato2 punti
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Buona sera a tutti. E' con grande piacere che Vi presento questo nuovo lavoro sulla monetazione Savoia per la Sardegna, che sarà in vendita a partire dal prossimo Convegno di Verona (21, 22 e 23 novembre). Si tratta di un lavoro che mi è costato due anni di ricerca e che vede la luce grazie all'impegno dell'Editore sardo Giampaolo Cirronis. Il libro prende in esame la monetazione emessa durante i 128 anni di dominazione sabauda della Sardegna e s'incentra sull'esame rigoroso di documenti storici – in molti casi sconosciuti alla letteratura numismatica anche più risalente nel tempo – svelando alcune “scoperte” che.....beh non Vi voglio togliere il piacere di verificarlo da Voi, scorrendo il libro..... :pleasantry: In appendice al libro troverete un'altra originalissima novità, curata da una persona che non ha bisogno di presentazioni: sto parlando del perito numismatico Riccardo Rossi (R-R), forse uno fra i maggiori studiosi e conoscitori del mercato relativo alla monetazione sarda. La novità consiste nel fatto che le valutazioni delle monete sono riportate tenendo conto della loro rarità riferita alla conservazione. Credo che questa tecnica estimativa compaia per la prima volta in Italia in questo listino; essa risponde ad un'esigenza molto avvertita dal mondo collezionistico/commerciale ovvero quella di attribuire un più accurato grado di rarità in base allo stato di conservazione della moneta. Chissà che il lavoro di Riccardo non apra, sul fronte dei prezziari/listini, un nuovo scenario anche per altre monetazioni. Staremo a vedere. Vi fornisco alcune caratteristiche del libro: Formato: A4 (150 pagine) – Copertina: rigida (cartonata); Sovracoperta; Rilegatura editoriale (le pagine sono cucite, non incollate): la carta è satinata. Le foto delle monete sono tutte a colori e in buona/alte definizione, mentre i documenti postati sono in bianco e nero. Le foto delle monete sono state gentilmente fornite da alcuni Utenti di questo Forum direttamente o tramite il Catalogo de laMoneta.it nonché da Case d'asta (quando leggerete i ringraziamenti...capirete chi sono i "conferenti"..). L'Editore ha fissato il prezzo di copertina in € 40, ma su mia richiesta, chi lo acquisterà al Convegno di Verona, presso lo Stand di Riccardo, lo pagherà solo 35 euro. La successiva commercializzazione sarà curata direttamente dall'Editore (Riccardo ed io abbiamo rinunciato a qualunque compenso). Il libro si potrà acquistare a partire dal Convegno di Verona in quanto, mentre Vi sto scrivendo, è in corso di stampa presso una Cooperativa tipografica di Iglesias. Vi posterò più tardi due immagini, rispettivamente della prima e della quarta di copertina nonché l'indice del libro. Mi scuso fin d'ora per la qualità delle foto, scattate domenica scorsa in tutta fretta dalla copia numero “zero”, che poi ho dovuto anche lasciare nelle mani dell'Editore.... :crazy: Chi volesse prenotare la Sua copia per ritirarla a Verona, allo Stand di Riccardo (che, per l'occasione ha anche affittato un box tutto Suo... :good:.) può farlo inserendo in questa discussione la Sua richiesta: in ogni caso potete anche contattare direttamente Riccardo (338 9108907), che “traghetterà” materialmente dalla Sardegna a Verona i libri; o l'Editore Giampaolo Cirronis (328 6132020), per qualunque richiesta e/o informazione. Poiché sarò anch'io presente a Verona (dal venerdì alla domenica), chi vorrà potrà ottenere sulla propria copia del libro una dedica “personalizzata”. Grazie per l'attenzione e saluti. :hi: Michele P.S. Naturalmente, se avete qualcosa da chiedere...domandate pure...1 punto
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Braccino corto, dici? Sono in tanti che me lo dicono, ma io mica son tirchio... Raccolgo laddove gli altri sprecano. Perché spendere 30 euro al mese per comperare caffè al supermercato se posso averlo gratis usando ciò che gli altri buttano? Mia moglie ed ioci concediamo, soprattutto nell'alimentare, certi piccoli lussi proprio perché magari spendiamo (veramente poco) più tempo, ma risparmiamo. Parliamo di monete : ho fatto spesso scorta di rotolini commemorativi italiani; ben sapendo a quanto vendono le singole monete, molto spesso ho "piazzato" questi rotolini all'estero a 60 euro, quindi con un margine di 10 euro. Poca cosa, se pensiamo, ma finora a colpi di deca mi sono sempre ripagato il viaggio e magari anche qualche piccolo acquisto...1 punto
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Ciao Leonumi . una medaglia davvero modestissima come concezione, di cui al massimo si potrà giungere a sapere il nome della Ditta che ha provveduto a coniarla. Giustamente l'hai definita omnibus, può essere impiegata per le più svariate occasioni : al verso, schiacciato da un serto ingombrante, lo spazio per il nome di chi ha meritato questo modesto premio (direi sia stato usato soprattutto per premi scolastici). Due euro sono pochi....ma non ne vale di più. Dall'aspetto e dai caratteri grafici potrebbe essere stata prodotta nella prima metà del '900, ma non ne sono certo. Saluti.1 punto
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non so se abbia senso confrontare uno zecchino del '700 con uno del '300 (perlomeno riguardo alla cosiddetta "satinatura" e i "fondi a specchio"), credo che una foto migliore senza luce riflessa possa aiutare a riconoscerne la autenticità o meno. Per ora, quindi, sospendo il mio giudizio riguardo al Venier. Per carità, si tratta di un ducato abbastanza comune, ma raro in conservazione così perfetta, quindi meglio andarci con i piedi di piombo, credo.1 punto
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@@nikita_ un momento di gloria anche per lei!1 punto
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Termoluminescenza? Non credo che sia applicabile alle monete metalliche. Viene usata solo sulla ceramica antica.1 punto
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Ok... ma non è un gran bel guardare.... ______________ 1832 Austria Francesco II° 10 Kreuzer - argento .5001 punto
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Caro @@dizzeta, in effetti ad un esame ravvicinato delle differenze sembrano vedersi soprattutto sul lato dello scudo. Se confermate (come giustamente hai ribadito nel caso del CNI si tratta di un calco, a mio parere sin troppo "definito" nei particolari e nei rilievi...e questo dovrebbe suggerire cautela) potrebbe voler dire che non sono nati da conii identici, cosa che a sua volta potrebbe far propendere per l'ipotesi di chi vuole questo pezzo fatto per circolare (quello di Carige mostra segni di usura soprattutto sul lato del grifo...) contro chi lo pensava come una prova. Potrebbe anche essere invece una sorta di "medaglione del valore di...", cosa anch'essa compatibile con un minimo di usura e con il basso numero di pezzi noti, seppure da conii diversi, ipotesi che non scarterei a priori. Francamente, avendo avuto in mano solo l'esemplare di Banca Carige non ho avuto il particolare sentore di falsità rispetto ad altri pezzi di zecca genovese del periodo, ma è pur vero che avendo visto solo quello ed in mezzo ad un lavoro ampio di schedatura (con luce artificiale nel caveau dove era conservato) è difficile fare valutazioni definitive in questo senso. Per il terzo esemplare, che non ho mai visto (non so le ho ha visto solo Pesce o anche qualche altro collezionista genovese), non ti saprei invece dire nulla. Un caro saluto MB P.S. Leggo ora altri post qui e in piazzetta: ricordo come detto da DZ in piazzetta che Ruggero commentò, non fugando del tutto alcuni suoi dubbi, il calco ...1 punto
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se è diversa, serve, e non a fare numero. :blum:1 punto
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@oddone, buonasera e benvenuto nel Forum, vengo subito al sodo.La piastra da 120 grana del 1816 e' comune (cosi dice il catalogo Gigante), ma ti assicuro che raggiunge quotazioni di mercato molto elevate. Ottimo il rovescio, mentre l' ossido nella leggenda e i capelli molto consumati del dritto, fanno scendere la conservazione. Io credo che valga circa 250 euro. La valutazione economica comunque la fa il mercato e il momento in cui si vende. A tale proposito ti do due numeri oggetto di due aste di ebay cosi ti fai un idea: 361097558451 - 111077755207 Il 10 tornesi del 1859 e' anch' essa comune, e con i vistosi colpi sul bordo e l' ossido al rovescio credo che raggiunga circa 30-40 euro. Naturalmente queste sono opinioni mie personali, ascolta i pareri di tutti, e valuta con serenita'. Ciao, Sergio.1 punto
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Taglio: 5 cent Nazione: Lussemburgo Anno: 2014 Tiratura: 10.000.000 Condizione: SPL Città: Milano1 punto
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spero un giorno di potervi mostrare un esemplare fdc Ti auguro che arrivi presto ma, comunque, non è fondamentale, anche le monete di bassa conservazione meritano la nostra attenzione e il nostro rispetto. :good:1 punto
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@ilcollezionista90 @nando12 grazie anche a voi per l'aiuto che mi state danno max1 punto
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Non è che abbia molta importanza, perchè non è la rarità effettiva... ma secondo il RIC: Prima: R3 Seconda: R3 Terza: R2 Quarta: R41 punto
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Rifaccio la prova, non vorrei che fosse colpa di internet explorer11, che tra l'altro non mi fa utilizzare il copia-incolla correttamente. cursore in posizione qui: e cursore in posizione qua: altra foto crepi l'avarizia! :D Ok, per funzionare debbo comunque prima cliccare l'icona in alto a sinistra Modo BBcode, diversamente non funzia. Perfetto, grazie @@Reficul :good:1 punto
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Vado un attimo OT, ma ritorno sulla riflessione del disprezzo, o della non percezione del valore, dei singoli centesimi. Ho da poco fatto una scoperta interessante: c'è una nota marca di caffè che ha uno store che ti premia con o,o2€ ( 2 centesimi) per ogni capsula usata di caffè che porti loro; ho trovato un'azienda che con le macchinette usano parecchio caffè e sono riuscito a convincere il responsabile a fare differenziata, facendo gettare le capsule usate in apposita scatola da me fornita; l'altro giorno, dopo due mesi, ne ho prelevate circa 1500 che mi hanno fruttato 30 euro di buoni spesa presso quello stesso negozio. Ho percorso, tra andata e ritorno, 3 km in macchina e tra prelievo e "versamento" in negozio ho speso meno di 2 ore. Insomma, due centesimi saranno anche pochi, ma nell'insieme non sono mica poi così male...1 punto
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Art.515 c.p. "Chiunque, nell'esercizio di un'attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all'acquirente una cosa mobile per un'altra, ovvero una cosa mobile [c.c. 812; c.p. 624], per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave delitto, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro 2.065 (2).Se si tratta di oggetti preziosi, la pena è della reclusione fino a tre anni o della multa non inferiore a euro 103 [c.p. 29]". Parliamo chiaramente di una fattispecie generale, poi nello specifico, occorre valutare caso per caso. Ma se ho un'autorizzazione al commercio (es. negozio di numismatica) e vendo monete classiche, ma anche moderne, false spacciandole per vere, commetto questo reato, a meno che non siano ravvisabili gli estremi della truffa o della ricettazione. Per le case d'asta dovrei controllare. Ciao1 punto
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bene sarà più appassionante la ricerca quando capiterai in un mercatino e poi amici parenti colleghi che magari vanno all'estero o vivono in altri luoghi buna caccia @@Ciccio 861 punto
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La moneta di @@Lasaz Davide è la stessa che ho nella mailing list di Massimo Filisina di questa mattina n 98/2014 periziata dallo stesso perito in QFDC/FDC. Dico bene????? ;)1 punto
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@@claudioc47 bellissima moneta anche questa. Complimenti per l'aggiunta. Ottima lucentezza e freschezza A giudicare dalle foto sembra esserci una leggerissima usura sulla punta del naso, sul baffo e sulla guancia. Ad ogni modo è veramente una grande moneta ed in mano per me il qFDC ci stà1 punto
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si hai capito bene. scusa ma cosa c entrano debolezze e difetti di conio con il fior di conio stesso? se una moneta esce cosi dalla zecca, pur con I suoi difetti (insiti in quella e in tutte le altre dello stesso millesimo e taglio), e non ha mai circolato, resta un FDC...mi sembra ovvio no?1 punto
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No per 180 euro sono troppi di sicuro. E' una moneta che si trova, con un pò di calma, come uno desidera. Quella in foto, sarà anche l'angolazione ma non mi entusiama per niente.... Saluti1 punto
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@@francesco77 ho trovato questa foto del "Redentore che spezza il pane eucaristico" di Cariello...ho letto che fu donato da un avvocato tarantino al museo diocesano di Taranto nel 1936 e dal 6 Maggio 2011 è in esposizione...è la prima volta che vedo quest'opera della quale fino ad ora avevo solo sentito parlare1 punto
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Infatti se lo è scritto da solo, mentre satava facendo quest'idiozia . Avrà pensato, voglio lasciare un segno tangibile di me. Eureka, voglio desrivere come sono :rofl:1 punto
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Gentile Giovanna, la passione nasce nel momento stesso cui hai il "primo contatto", lo puoi avere a 15 anni, oppure a 50 anni. Gli eredi che non trovano le monete, avranno qualcos'altro in cambio, il ricordo del nonno per i nipotini sono più importanti per i figli che per i nipoti. Tutto è relativo, ci sono collezioni da 200 monete anche molto importanti che possono essere tesaurizzate e dimenticate in cassetta in attesa di un pro erede interessato, ci sono altre collezioni, probabilmente più complesse che richedono un'architettura e sapienza completamente diverse e non possono restare in balia degli avvenimenti. Io sono il primo beneficiato di un lascito, molto probabilmente senza il quale non sarei mai diventato un collezionista e studioso di monete, ma era un nucleo omogeneo e contenuto per valore e numero di pezzi, di facile gestione. Poi, gentile Giovanna, non è certo "Picchio docet" ognuno ha punti di vista quanto mai validi ed importanti. La numismatica è un fattore fortemente emozionale, il denaro meno e vanno conciiato questi due aspetti. All'età delle mie figlie, giravo già l'Europa a cercare monete, con la "mia" mitica Fiat UNO 55 culur trasù de ciucc (con tanto di aria condizionata che non si poteva accendere altrimenti la macchina non superava i 70 km/h); dal venerdì al lunedì arrivavo sino a Amburgo, Amsterdam, Lione, Marsiglia, Monaco in Baviera, Innsbruk, Napoli, Roma, e sa il cielo dov'altro a cercare monete. Queste cose o le hai dentro o non ti vengono. I miei amici andavano alle feste, discoteca ed al mare e io partivo per monete. Il lunedì sera ci vedevamo spesso tutti stravolti dal week end, io avevo il vantaggio di non aver buttato via il mio tempo (almeno dal mio punto di vista). Poi tre sere alla settimana con mio padre a studiarle, erano altri tempi e si potevano tenere a casa. Ci passavo ore con il "mio vecchio" a guardare cataloghi d'asta, a cercare di capire perchè una moneta era fdc ed una che mi sembrava uguale, solo splendida. Oggi lo faccio da solo. Una collezione deve essere vissuta, lasciarla in eredità è un impegno tutt'altro che trascurabile, sia per l'impiego finanziario sia per la dismissione, lasciata ad eredi non pratici può essere un "danno"..1 punto
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