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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/31/14 in tutte le aree
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Oggi sono particolarmente buono e vi faccio un bel regalo :). La moneta in oggetto e' un INEDITO Gigliato di Roberto D'Angio' che presenta alcune particolarita' molto interessanti: Lo Scettro del Re al D/ si trova in posizione "Verticale" e non inclinato come solitamente presente in questa tipologia. Inoltre i Segni di Interpuzione al R/ sono costituiti da una coppia " xx " che stranamente non e' resente al D/ (ci sono i calssici " : " ). Altra particolarita' e' la x della parola REx al D/ che invece presenta la stessa " x " miniscola usata nell'interpunzione al R/ . Negli ultimi 15 anni ne avro' visti 4 esemplari, quindi a mio giudizio, la rarita' puo' essere forse R3 . Che ve ne pare? Voi ne conoscete altri esemplari? Commenti sono come sempre ben accetti :) P.S. da notare le striature del fondo dovute all'alta conservazione della moneta ;) :P6 punti
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Grazie a tutti delle considerazioni! Si, sono pienamente consapevole dei "limiti tecnici" della mia mezza piastra, d'altronde se non li avesse sarebbe costata almeno il doppio e per me sarebbe stata comunque innarivabile, sia oggi che un domani. Diciamo che la mia idea di collezione non è quella di ricercare per forza monete perfette: non sono le classiche monete della repubblica o del regno, decisamente più semplici da trovare in alta conservazione, sono monete che hanno dai 200 ai 500 anni di vita sulle spalle... quindi le valuto e le giudico con un occhio più clemente rispetto a monete più recenti. Non avrò mai una collezione degna di un museo, questo lo so per certo, e di sicuro i miei pezzi sfigurerebbero in qualche collezione importante di chi magari da molti più anni colleziona questo tipo di monete. Ma non mi importa, semplicemente perchè quelle monete sono figlie di una passione, di ognuna mi sono per qualche motivo innamorato, ognuna mi porta un ricordo o una sensazione, ed è questo valore aggiunto che trasforma un tondello in metallo in un oggetto capace di suscitare in noi collezionisti forti emozioni indipendentemente dalle (ahimè) necessarie e sterili valutazioni di carattere economico. Ad esempio il foro riparato mi fa sognare qualche nobildonna romana che nel '700 indossò questa moneta in segno di devozione. Chissà quante ne avrebbe da raccontare questa mezza piastra... se solo potesse parlare... Capite bene che dopo simili voli di fantasia e dopo tutte queste fantasticherie che mi frullano nella mente ogni volta che vedo il mio nuovo acquisto, non riesco a non perdonarle i suoi peccati e difetti! @rcamil ti ringrazio per il tuo autorevole parere, "critiche e precisazioni" ovviamente incluse... ti dirò, sulla patina c'ho riflettuto anch'io... poi però mi sono detto (passatemi il paragone blasfemo) che quando si va a letto con una bella donna, anche se magari non più giovanissima, è meglio non porsi domande sulle sue avventure passate... bisogna invece godersi l'attimo e non pensarci più! :clapping:5 punti
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Buonasera Luca, a proposito del ripostiglio di Lurate Abbate, è molto difficile stabilirne con certezza la data di interramento perché, a parte i nomi dei dogi di Venezia letti sui matapan, delle altre monete Ambrosoli ha dato indicazioni molto sommarie. Sto pensando soprattutto alle monete di Firenze presenti nel ripostiglio e dalle quali, se lo studioso milanese avesse riportato i segni di zecchiere, oggi ci potrebbero venire indicazioni molto utili al riguardo. Visto però che non potremo mai sapere con maggiore precisione quali monete fossero presenti, credo che dovremmo accontentarci del terminus ad quem che ci dà la moneta di Ludovico IV (non V come indicato da Ambrosoli ) ivi contenuta. Le monete di questo imperatore furono infatti coniate tra il giugno del 1327 ed il febbraio del 1329. Ora, poiché i primi denari imperiali di Ludovico il Bavaro con il titolo di rex furono scoperti solamente nel 1907-1908 dobbiamo pensare che l'imperiale di Lurate fosse il tipo "più comune", con il titolo di imperator (in caso contrario Ambrosoli non avrebbe certo mancato di segnalarlo), coniato non prima dell'incoronazione avvenuta nel gennaio del 1328. Questa seconda tipologia di imperiale fu poi emessa fino al febbraio del 1329. La data di nascondimento del ripostiglio non può dunque essere antecedente il gennaio 1328. Il fatto che fosse presente un unico esemplare potrebbe infine significare che quando il gruzzolo fu nascosto tali monete erano appena entrate in circolazione. Naturalmente in questo caso si tratta di un ipotesi non altrimenti verificabile. Spero di esserle stato d'aiuto. PS per quei pdf che lei sa, la prego di scusarmi, ma nei giorni scorsi sono stato molto impegnato con il lavoro. Abbia ancora qualche giorno di pazienza. Una buona serata, Teofrasto5 punti
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Notevole davvero. Ma questi gigliati con l'abbreviazione IhR dove li mettiamo ? :D Come già accennato a Francesco in base a miei recenti studi trovo pareri discordanti tra Baker e Testa, quest'ultimo è propenso ad attribuire il suo gruppo 2a con l'abbreviazione IhR in legenda alle emissioni provenzali postume. Baker invece è scettico su quest'ipotesi anche se ammette che è in dubbio se spostare questa tipologia alla metà del XIV secolo così come suggerito da altri studiosi come Sambon. Di conseguenza il gruppo 2b sarebbe immediatamente successivo al primo e quindi cronologicamente post 1321 ante 1324 anziché post 1324. Questa moneta con queste caratteristiche mi fa propendere ad una collocazione a metà del XIV secolo... Che ne dite ? Biblio che ho consultato: Baker 2006 = J. Baker, Some notes on the monetary life of the Dodecanese and its micro- aseatic peraia, ca. 1100-1400, in Το νόμισμα στα ∆ωδεκάνησα και τη μικρασιατική τους περαία, Αthens, pp. 351-377. Baker 2011b = J. Baker, Tipologia ed epigrafia nella evoluzione dei carlini, in G. Colucci (ed.), 3o Congresso Nazionale di Numismatica. La monetazione angioina nel Regno di Na- poli, Bari 12-13 novembre 2010, Bari, pp. 377-393. Bompaire 1987 = M. Bompaire, Un livre de changeur languedocien du milieu du XIVe S., in Revue Numismatique, 6a serie, 29, pp 118-183. Rolland 1956 = H. Rolland, Monnaies des comtes de Provence xiiie-xve siècles, Paris. Testa 2008 = G. Testa, I gigliati napoletani: il punto della ricerca, in RIN 109 (2008), pp.553-560. Testa 2011 = G. Testa, I gigliati di Provenza, in G. Colucci (ed.), 3 Congresso Nazionale di Numismatica. La monetazione angioina nel Regno di Napoli, Bari 12-13 novembre 2010, Bari, pp. 555-588.4 punti
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Credimi invece che ho capito benissimo. Il punto invece é quanti acquisti da 300/400 euro posso fare in un anno? Io, se sono fortunato ne faccio due, a tre non ci arrivo. Comprare due monete in un anno é per me impensabile, sarebbe come chiedere ad un alcolizzato di ubriacarsi due volte all'anno con lo champagne d'annata.. io preferisco il bottiglione di merlot in tavola ogni settimana, poco importa se non é buono come lo champagne e se a rivenderlo non mi riprendo la spesa fatta: la mia fame non si colma una tantum un paio di volte all'anno. Forse semplicemente non sono un vero collezionista, bensì un sognatore che "butta" i suoi quattro soldi in monetine modeste che però riescono a trasmettermi un qualcosa di positivo e mi fanno stare bene! E a me, francamente, tutti ciò basta e avanza.3 punti
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Prendere il 5 lire del '14 con i polpastrelli è un gesto molto rock and roll. Complimenti per il possesso e la confidenza che le dai.3 punti
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Ed infine il pezzo forte di oggi... Taglio: 50 Cent Nazione: San Marino Anno: 2007 Tiratura: 320.000 Condizioni: BB Città: Trieste3 punti
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Hai ragione! Vedi come è stato condotto un serio studio, quello di Rambach e Walker, del 2012, che ho appena citato prima. Se lo si legge attentamente salta fuori questa bella chicca... In pratica: quel particolare conio, a partire dal famoso esemplare di Londra, che fu acquistato nel 1867, è FALSO !! Evidentemente hanno potuto esaminare a fondo l'esemplare del British Museum e sentenziare la sua falsità. Il pezzo Triton sembra ottenuto con un conio più moderno, ricavato dall'esemplare del BM (die-transfer), probabilmente con piccole discordanze. Ma, un interessante dettaglio, gli autori annotano che l'aureo Triton, probabilmente per i dubbi sollevati successivamente, fu esaminato attentamente dalla CNG (o meglio da esperti assoldati dalla CNG) e la moneta "rescissa" e restituita al proprietario e viene accennata all'esistenza in giro di un altro esemplare della stessa coppia di conii. Chiaramente era l'esemplare poi apparso su ArtCoins !! Così il cerchio si chiude e abbiamo chiarimenti definitivi su questa particolare emissione con una testa così originale…. Ecco cosa serve scambiarci informazioni!3 punti
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Ragazzi, ho ufficialmente concluso il conteggio già da qualche giorno, tanto abbiamo capito tutti che era un conteggio inutile, col passare degli arrivi . A pensar male ci si becca sempre !! :good:2 punti
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In realtà pensavo finisse ben più su.. La conservazione comunque è inusuale, anche cosiderando che è battuta a Napoli che non eccelleva per la qualità dei coni. Non si vede dalla foto, ma i fondi sono ancora molto belli e riflettono il lustro Concordo sul qSPL2 punti
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In passato erano molte di più, in pratica ogni stato che della Germania come la conosciamo oggi aveva la sua zecca............ A : Berlin 1750 to date A : Clausthal (Hannover) 1833-1849 B : Bayreuth, Franconia (Prussia) 1750-1804 B : Breslau (Prussia, Silesia) 1750-1826 B : Brunswick (Brunswick) 1850-1860 B : Brunswick (Westphalia) 1809-1813 B : Dresdan (Saxony) 1861-1872 B : Hannover (Brunswick) 1860-1871 B : Hannover (East Friesland) 1823-1825 B : Hannover (German Unification) 1872-1878 B : Hannover (Hannover) 1821-1866 B : Hannover (Prussia) 1866-1873 B : Regensburg (Regensburg) 1809 B.H.: Frankfurt (Free City of Frankfurt) 1808 B (rosette) H-Regensburg (Rhenis Confederation) 1802-1812 C : Cassel (Westphalla) 1810-1813 C : Clausthal (Brunswick) C : Clausthal (Hannover) 1813-1834 C : Clausthal (Westphalla) 1810-1811 C : Dresden (Saxony) 1779-1804 C : Frankfurt (German Unification) 1866-1879 D : Aurich (East Friesland under Prussia) 1750-1806 D : Dusseldorf, Rhineland (Prussia) 1816-1848 D : Munich (Germany) 1872 to date E : Dresden (Saxony) 1872-1887 E : Muldenhutten (Germany) 1887-1953 F : Dresden (Saxony) 1845-1858 F : Magdeburg (Prussia) 1750-1806 F : Cassel (Hess-Cassel) 1803-1807 F : Stuttgart (Germany) 1872 to date G : Dresden (Saxony) 1833-1844, 1850-1854 G : Glatz (Prussia Silesia) 1807-1809 G : Karlsruhe (Germany) 1872 to date G : Stattin in Pomererania (Prussia) 1750-1806 GN-BW – Bamberg (Bamberg) H : Darmstadt (German Unification) 1872-1882 H : Dresden (Saxony) 1804-1812 H.K. – Rostock (Rostock) 1862-1864 I : Hamburg (Germany) J : Hamburg (Germany) 1873 to date J : Paris (Westphallia) 1808-1809 M.C. : Brunswick (Brunswick) 1813-14, 1820 P.R. : Dusseldorf (Julich-Berg) 1783-1804 S : Dresden (Saxony) 1813-1832 S : Hannover (Hannover) 1839-1844 L'ultima a chiudere in ordine di tempo è stata quella di Dresda (Muldenhutten), simbolo di zecca E, ovviamente non era un esclusiva tedesca quella di avere varie zecche, anche l'Italia solo in tempi recenti aveva Milano, Torino, Genova, Napoli, Firenze etc, è stato poi accentrato tutto a Roma che ha come simbolo di zecca la R, in Germania invece si è scelto di mantenere attive 5 zecche, ognuna emette il contingente di monete assegnato e contrassegna le monete con la proprie letterine che come sappiamo sono A-D-F-G-J, sono monete diverse le une dalle altre solo per quella letterina ma è proprio quella che fa la differenza e non è cosa da poco. Stesso discorso per la Grecia 2002 con la serie "estera" EFS, per Malta negli ultimi anni. E' chiaro poi che ognuno sceglie di impostare la collezione come crede..................................2 punti
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Per me la collezione non è mai stata un semplice aggiungere un pezzo all'altro. Ho sempre pensato che i soldi che spendevo non potevano essere un semplice collezionare ma dovevano avere un senso. Io spendevo pezzi di vita in quanto devo lavorare per guadagnare. Comprare un pezzo con poca appetibilità commerciale per me equivaleva al buttare via le fatiche del mio lavoro. Inoltre mi faceva piacere pensare che avrei lasciato la mia collezione, magari a mia figlia, che volendo avrebbe potuto venderla facilmente. Fatto sta che la mia collezione di monete è stata ceduta e tra l'altro un bel 80% è transitato nella recentissima Asta Varesi. L'ho ceduta molto bene a dimostrazione che ho sempre comprato con molta oculatezza. Io vi inviterei a riflettere sulle mie motivazioni. Forse non avete famiglia cui rendere conto o non ne avete ancora una... Ma dopo anni di collezionismo trovarsi pezzi che nessuno vuole credo che non farà piacere a nessuno.2 punti
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Spero che tu non gli abbia "regalato" una moneta che ti mancava .... :rofl: da un collezionista c'è da aspettarsi anche questo ... Se fosse stata mia moglie sono certo non l'avrebbe presa tanto bene :crazy: COMPLIMENTI per il secondogenito... :good: PS: immagino ora avrai anche più tempo per postare nel forum viste le nottate che ti attendono ... ehehehehe .. cattivella questa :blum:2 punti
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Ti ringrazio Amedeo. Il mio secondo figlio è nato il giorno 11 settembre e da buon "secondo" non potevo che chiamarlo Federico ;). Per la medaglia da coniare... Chissà che io non lo abbia già fatto ;)2 punti
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si concordo che non sia piu' estremamente raro, ma dopo alcuni anni in cui ne sono venuti fuori molti esemplari, ultimamente non se ne vedono piu' cosi' tanti in giro ... forse una R ci vuole :P2 punti
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@@dareios it nel MEC14 lo trovi al n. 669-670, sul D'Andrea-Andreani-Faranda l n. 51 e lo dà come C. Io penso chde si può considerare NC, perché non si trova molto facilmente.2 punti
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Vorrei per un attimo tornare al titolo della discussione che recita: La rarità: solo un'asettica questione di numeri? Bhe! penso che i numeri siano imprescindibili dal concetto di rarità e 34 pezzi conosciuti (fonte scheda Lamoneta??!!) (che tradotto in sigle può essere R5? o sulla base dei 34 pezzi forse R4???) è sicuramente più raro di 114 (che io tradurrei in R3 anzichè R4, ma non vorrei avviare un'altra disputa...) e questa è una semplice e fredda questione di numeri ma diventa incontestabile sostanza se analizziamo i recenti dati statistici. Lo scudo aquila araldica 1901, dal 2004 ad oggi è passato in asta 20 volte (fonte scheda Lamoneta), ergo, aggiungo io, se faccio sventolare 100.000 euro (ma forse anche 80mila, 90mila euro) sotto il naso di uno dei 114 possessori la moneta la trovo in poco tempo (forse il tempo di un trasferimento estero su estero?). Dello scudo 1821 di Parma se non erro non si conoscono recenti passaggi in asta e se voglio lo scudo di Parma 1821 ma anche una qualsiasi alta rarità più antica vedi nel periodo rinascimentale il mezzo testone di Mantova con il ramarro per Federico II http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FMM/23 ...ma quanti se ne possono citare? inumerevoli... anche il semplice quattrino con San Prospero di Reggio Emilia per Ercole II o il torello di Parma con scudo sul toro (pezzi unici o quasi) ... Bhe! se chi li possiede non ha intenzione di vendere hai un bel fare offerte e proporre scambi.....se la risposta è CICCIA! torni a casa con le mani in tasca e il malloppo intatto...ma senza moneta....e quindi per le assolute rarità può essere sensato anche 150mila o 1 milione di euro...se la vuoi...??!! C'è poi una questione di mercato e quindi di incontro fra domanda ed offerta...ed è qui che si fa la differenza: il pezzo unico o conosciuto in massimo tre o quattro esemplari se non ha amanti, se non genera desiderio di possesso, resta la palo anche se è posta in vendita a 500 euro. La moneta concupita (vedi le più o meno grandi rarità del regno) può essere un semplice R2 o R3 ma produce comunque aspre contese e cifre iperboliche....ingiustificate per i medioevalisti e gli appassionati di rinascimentali e preunitarie...assolutamente comprensibili per gli appassionati del regno...e qui si può comprendere anche la differenza di pensiero fra gli appassionati dei differenti ambiti numismatici. Il collezionismo è desiderio e passione e ogni collezionista cerca e trova le giuste motivazioni all'irresistibile necessità di soddisfare il proprio il desiderio.....è un po' più difficile trovare i soldi e qui mi fermo un saluto Mario2 punti
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Buonasera, ho da poco acquisito questa medaglia e gradirei saperne di più oltre che sulla medaglia in se sull'evento che commemora, ovvero il 18°centenario del martirio dei santi Pietro e Paolo. Noto che è stata emessa il 29 giugno del 1867 e vorrei sapere se è stato in questa occasione che sono diventati patroni di Roma o lo erano già. Grazie1 punto
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Dopo un bel pò ho fatto un acquisto sulla baia... anzi due Questo è il primo ...parere conservazione & valore? In asta battuta spesso passa moooooooolto peggio di questa La semicirconferenza nera / scura credo sia dovuta a una moneta posta per diversi anni sopra a questa... magari l'altro 50c che ho preso dallo stesso venditore Ciao1 punto
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Da parte mia non c'è alcuna acredine verso le monete in bassa conservazione. Semplicemente da amante dell'arte e del bello apprezzo più una moneta ben conservata che il fantasma di questa. Proprio per questo e considerato che a parer mio la monetazione pontificia appare sempre più per persone molto abbienti e visto anche che io cercavo il "bello". Ho da tempo diretto la mia passione verso la medaglistica papale che a parer mio è dal punto di vista artistico qualche volta pari e quasi sempre superiore alla monetazione pontificia. Oltre alle medaglie papali ora mi interesso anche al mondo dell'orologeria vintage. Posto la mia medaglia dorata di Ripetta. Costata "solo" un centinaio di euro. Non è appagante e costa anche relativamente poco? Ed anche un orologio acquistato proprio ieri del 1954.1 punto
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il discorso non fa una piega,però addirittura accomunare questa moneta a "pezzi che nessuno vuole" mi sembra un po' denigrante... Se il prezzo è ragionevole troverà sempre qualcuno disposto ad acquistarla. In fin dei conti io ho fatto sempre un altro tipo di discorso,se avessi avuto un hobby come la pesca? Tempo fa ho aiutato un amico a vuotare il suo garage,c'erano a dir poco 8/10 milioni di lire di attrezzatura da pesca;canne,mulinelli,cassette,reti e un'altra infinità di cose...Tutta roba ormai superata ma che all'epoca era il top!Costui avrebbe dovuto spararsi?Tra esche,benzina,attrezzatura quanto ha speso e quanto si ritrova?La nostra passione ci permette comunque di "rientrare" in parte dei soldi spesi,ovviamente acquisti oculati permettono anche di guadagnare qualcosa,ma credo siamo in molti a preferire il Merlot :lol:1 punto
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Di queste ne nesceno.....pocco e micca.. in Corsica....peso 0.50 g...diam 14mm...1 punto
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Moneta molto gradevole, mi piace molto il rovescio perchè mi ricorda molto la monetazione di Maria Teresa di Milano, anche se questa arriva un bel secolo dopo....1 punto
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@Veridio comprendo pienamente il tuo punto di vista, ma la mia visione è diametralmente opposta. Se vogliamo dircela tutta, ed entrare nel personale, io una famiglia ce l'ho, sono sposato con un figlio di due anni e mezzo da crescere, e di questi tempi considero la mia passione per le monete un vero piccolo lusso che riesco a concedermi tra mille sacrifici e difficoltà visti i tempi che corrono. Anche per me i piccoli acquisti che ogni tanto faccio sono pezzi di vita, ma cerco di non farli pesare troppo sulle finanze familiari. "L'affronto" (passatemi il termine) per come la vedo io, e per il mio vissuto, sarebbe sottrarre troppi fondi alle esigenze familiari per dedicarmi pesantemente al mio passatempo! Per me collezionare monete è un toccasana, un passatempo intelligente ed utile, niente di più e niente di meno. Diciamo che preferisco spendere le mie quattro lire in monete piuttosto che al bar, in sigarette o slot machines, ma non ho la mentalità e la disponibilità finanziaria di chi compra monete per investimento o per far fruttare i propri risparmi. Se poi un domani questo mio piccolo ed innocente passatempo potrà fruttare a chi verrà dopo di me quattro soldi ben venga, ma di certo le mie monete non passeranno mai per le grandi aste... Capisci quindi che, pur essendo assolutamente d'accordo con te sulle premesse, in sostanza essendo due persone con un vissuto diverso le facce della medaglia restano pur sempre due e ben diverse... E il bello è che nessuno di noi due ha ragione e nessuno ha torto, ma semplicemente ognuno sceglie la propria filosofia ritenendola corretta per se stessi, convinti di essere nel giusto. Ad ogni modo ti ringrazio per il tuo punto di vista, che apprezzo e stimo, ma che francamente non posso e non riesco a condividere per le ragioni di cui sopra... cordialmente, Marco1 punto
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Ciao Vox, la terza bolla è una riproduzione (temo) di una bolla salernitana di Guglielmo, con al dritto la rappresentazione di San Matteo, hai letto correttamente la legenda; al rovescio dovrebbe esserci : +G.DUX / CAL /.ITAL. / SICL.. Sto andando a memoria quindi perdonami eventuali inesattezze. Purtroppo non ho sottomano ne foto ne dati riguardanti la bolla originale. Parlo di riproduzione - ovviamente si tratta di una mia valutazione, solo con la visione diretta dell'esemplare si potrebbe dirimere ogni dubbio - solo perché l'originale è molto diverso per stile, specie nella rappresentazione del santo e nella perlinatura. La riproduzione (se ci ho visto giusto, ovviamente) fa parte di una serie di falsi che giravano una ventina di anni fa, che comprendevano, tra l'altro, bolle salernitane e di Capua medievale, alcune riproducenti bolle realmente esistenti (come la tua), altre invece completamente di fantasia. Per stile affine temo che anche il secondo esemplare possa far parte dei falsi sopra citati. Spero di essere stato utile. Matteo Sforza.1 punto
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Vorrei aggiungere che nel 1936 sono stati coniati i primi Merdury Dimes proof , se non sbaglio in un quantitativo pari a 4.130 esemplari In allegato un Mercury classificato PR681 punto
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Concordo. La foto in alta definizione fa la differenza, per cui, un paragone fotografico è decisamente impari. Da queste foto, ben si vede che la seconda ha dei rilievi nettamente più forti e tagli dei rilievi più netti (motto, numeri romani, profilo della lama...) e cosa non indifferente, sembra esserci ancora una gradevole freschezza (zigomo del ritratto, verghe del fascio littorio e su tutto il modellato della lama e della faccia del leone). La prima, anche con foto in bassa risoluzione, si percepisce che i rilievi non presentano la stessa forza e vigorosità dei rilievi, mentre è lapalissiano dai numeri romani e dal motto, come la conservazione sia almeno almeno un quarto di punto inferiore abbondante al di sotto. la differenza può farla la patina: la prima ce l'ha, ed anche attraente. La seconda avrà bisogno come minimo di un bagnetto in acqua demineralizzata e lavaggio con sapone neutro, per togliere quelle antiestetiche macchie verdi sicuramente causate dalla bustina della perizia. Dopo la richiesta dell'immancabile sconto, :P (sulla seconda giocherei molto sul fatto della bruttissima patina che ha, del fatto che andrebbe lavata...) se il prezzo c'è, e sempre sulla base di queste foto (cosa sempre determinante) mi orienterei sulla seconda senza dubbio. I rilievi migliori ci sono, maggiore freschezza... alla fine se il prezzo conviene ;)1 punto
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hahaha ecco perche' non lo trovavo :) ... ho consultato un sacco di libri sulla Sicilia , ma Salerno non mi era venuto in mente. La legge del contrappasso ... hahah aver pubblicato un libro su Salerno e non volerlo guardare per classificare le monete hahahah :)1 punto
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Con un po’ di rammarico ho notato che il mio precedente post “Marco Aurelio e Mercurio” non ha suscitato risposte e interventi di discussioni o di interesse . La moneta antica , nel nostro caso romana , credo vada studiata anche nel senso di provare , perche’ di tentativo si tratta senza alcuna pretesa di insegnare nulla a nessuno , di capire i messaggi che questa doveva trasmettere ai cittadini dell’ impero tramite le numerose e varie raffigurazioni allegoriche presenti nei rovesci dei vari Imperatori ; studiare la moneta solo a livello collezionistico per stabilire se questa sia autentica , falsa , restaurata , patinata d’epoca o ripatinata moderna , oppure stabilirne un valore economico , sono argomenti tecnici senza alcun dubbio utili per i collezionisti , ma riduttivi per lo studio piu' ampio della numismatica antica ; ammiro molto alcuni interventi nella sezione “Monete Antiche” in generale , dove si studiano le monete principalmente dal punto di vista storico in generale , iconografico ed anche geografico . Fatta questa breve premessa , vorrei questa volta tentare di comprendere il significato allegorico presente in una tipologia di monete di Alessandro Severo , nel nostro caso un Sesterzio , scelgo questa moneta perche' sempre ricca di particolari per il suo grande modulo , con al rovescio la PROVIDENTIA AUG . Forse Alessandro Severo , pur essendo un pagano , fu il primo imperatore romano apertamente simpatizzante in pubblico verso la nuova religione ; chi ci fornisce questa provata sensazione di benevola tolleranza e’ la Storia Augusta , infatti nella sua Vita , leggiamo al Tomo XXIX : “…….di buon mattino celebrava un sacrificio nel tempietto dei suoi Lari , dove conservava le immagini degli imperatori divinizzati , ma solo dei migliori di essi e delle anime piu’ sante , fra cui quella di Apollonio (di Tiana filosofo pitagorico famoso per i suoi miracoli) e secondo la testimonianza di uno scrittore dei suoi tempi , quella di Cristo ,di Abramo , di Orfeo e di vari altri , insieme con i ritratti dei suoi antenati” , in un altro Tomo , il XLIII , piu’ famoso ed esplicito del precedente , si legge : “…….frequentava assiduamente i Templi . Avrebbe anche voluto costruire un Tempio in onore di Cristo e accoglierlo tra gli Dei , come si dice avesse avuto intenzione di fare anche Adriano ……..Ma il progetto di Alessandro non pote’ tradursi in realta’ per l’opposizione dei Sacerdoti , i quali consultando le cose sacre (forse i Libri Sibillini) , avevano saputo che , se l’ Imperatore avesse attuato i suoi propositi , in breve tutti sarebbero diventati Cristiani e gli altri Templi sarebbero caduti nell’oblio e nell’ abbandono” . Da questa risposta dei Sacerdoti pagani ad Alessandro si capisce che Alessandro avrebbe voluto inserire Cristo nel Pantheon degli Dei romani al pari degli altri , ma probabilmente senza alcuna predominanza di Cristo verso gli altri Dei , questo , in quell’ epoca sarebbe stato gia’ tanto perche gia’ nel mondo romano di Alessandro era presente e cosciente in tutti , una profonda richiesta di cambiamento religioso ; in pratica gli antichi Dei non rispondevano piu’ alle esigenze religiose e alle richieste della gente comune e non , dell’ Impero . Ora lo spunto del post si rifa’ a questi passi della Storia Augusta nella Vita di Alessandro Severo e di conseguenza a questa famosa , ma comune moneta con la PROVIDENTIA , per altro presente in modo nominativo , ma anche come raffigurazione simbolica nelle monete fin da Augusto e successivi Imperatori ; nel Sesterzio e altri moduli , emessi sotto Alessandro Severo , questa allegoria della PROVIDENTIA alessandrina , poteva forse avere anche un secondo scopo religioso piu' attinente al Cristianesimo che alla vecchia religione pagana , avendo letto nei passi citati , della possibile apertura di Alessandro verso la figura di Cristo , tanto da volergli dedicare anche un Tempio . Le monete alessandrine ci mostrano quindi al rovescio la scritta periferica PROVIDENTIA AUG con al centro la figura della Provvidenza sotto forma di Annona forse per coniugare le due religioni , in due atteggiamenti simili , in entrambe le monete mentre riempie un moggio con del grano a simbolo della ricchezza o abbondanza materiale ma forse anche spirituale e religiosa , mentre con l’ altra mano in una tiene una cornucopia , nell' altra forse una falce o un’ ancora o qualcosa d’ altro .1 punto
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concordo con dux-sab, la prima ha i rilievi piu' consumati (ad esempio il nome dell'incisore), la seconda pero' ha graffi e sbucciature piu' evidenti.....oltre che un brutta patinatura (che personalmente farei sparire con bagnetto). Dovresti vedere che impressione ti danno in mano, ma immagino sia impossibile osservarle direttamente in contemporanea. Quindi io voto la seconda anche perche' la foto e' molto migliore. La prima potrebbe avere difetti che sonoi mascherati dalla foto a bassa risoluzione.1 punto
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Il quadro panoramico dei conii emerso nel suddetto studio si riassume in questa tabella: Il pezzo di Londra è il n. 1.11 del catalogo con i conii O4/R5, definito "forgery" e nel catalogo riportato nelle pagine successive viene indicato con F (= Forgery).1 punto
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E infatti in ogni studio che si rispetti, come ad esempio il recente lavoro di Rambach e Walker, del 2012, sulla serie dei bellissimi aurei "Heifer" (con giovenca, ispirata allo scultore Mirone), bisogna tenere conto anche degli eventuali falsi presenti. Il problema è che in genere si citano questi falsi (per lo più presenti in qualche museo) che sono certificati, ossia riconosciuti in maniera unanime come falsi (ad esempio riconosciuti per essere delle vecchie fusioni). Restano gli esemplari cosiddetti dubbi e che non hanno ancora la certificazione internazionale IBSCC appunto come falso (spesso perché ritirati in tempo e non più disponibili per un esame di questa commissione. La sigla sta per International Bureau for Supression of Counterfeit Coins. Ha ovviamente un bell'archivio di falsi, che però è (giustamente) accessibile solo ai membri professionali IAPN. Ecco un link: http://www.iapn-coins.org/en/ibscc/about-ibscc Naturalmente esistono dei costi e non tutti hanno piacere di accollarseli... Gli studiosi che affrontano una determinata monetazione conoscono questi problemi e talvolta si rivolgono a questa Commissione per avere informazioni oppure più semplicemente ignorano oppure fanno seguire la dicitura "suspect", anche se non frequentemente, anche per ovvii problemi (si crea una sorta di marchio contro quell'esemplare, almeno a livello "accademico"). Quello che sinceramente non so (e mi piacerebbe sapere) se ogni moneta ritirata, in quanto dichiarata falsa o almeno molto sospetta, venga poi documentata e registrata nell'archivio IBSCC. Penso ad esempio ai vari lotti ritirati nell'ultima asta ArtCoins. Trattandosi di asta importante e con offerta anche di importanti esemplari autentici, mi piacerebbe sapere da un affiliato professionista alla IAPN se le monete ritirate vengono registrate dalla IBSCC…. Se poi quell'esemplare ricompare in un'asta secondaria o in una vendita on-line e quindi difficilmente tracciabile, è un altro discorso….1 punto
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Lo so. Ce li fanno vedere per farci venire l'acquolina in bocca. E' una moneta che ha acquisito un fascino tutto particolare. Dovrebbe essere la moneta più longeva, c'era l'articolo su GdN se non erro o C.N. Un nichelino da 20 centesimi con una storia lunghissima e ancora oggi ci lascia di stucco.1 punto
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in bassa conservazione la si vede relativamente spesso. Su ebay ce n'è almeno uno in vendita ;-) io metterei una R, ma non di più. Ci sono denari molto più rari.1 punto
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@ihuru3 @mariov60 I numeri sono importanti, ma secondo me ha un ruolo fondamentale il contesto in cui una rarità va a collocarsi. Nel settore medievale ci sono moltissime monete conosciute in pochissimi esemplari che non raggiungono nemmeno lontanamente cifre simili: però i collezionisti sono meno, le zecche sono un sacco e difficili da conoscere con esattezza. Una moneta del regno dà molte più garanzie di "rivendibilità". Quindi è possibile che un pezzo unico medievale o rinascimentale ottenga realizzi minori di un pezzo conosciuto in decine di esemplari, ma regolarmente presente nelle aste, il cui prezzo di mercato è continuamente "certificato" dai realizzi. In queste condizioni una moneta può diventare anche un investimento, soprattutto in un'epoca di rendimenti finanziari o immobiliari incerti e possono entrare in gioco anche soggetti che collezionisti sono fino ad un certo punto. La moneta, insomma, finisce per avere lo stesso ruolo di un diamante di qualità e caratura elevati.1 punto
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@@Enrico Volpicelli , a beneficio di inventario... Se interessa con 9K ne parliamo :P1 punto
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@@francesco77 @@Rex Neap @@nando12 Oggi purtroppo la giornata non è delle migliori,io sono scarso e il risultato è questo ahhaahhahahaha1 punto
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Buongiorno,@@Eric per valutare da solo le tue monete, ti dò alcuni strumenti di valutazione (quelli che uso anche io): sui 5 cent spiga, devi osservare bene la linea centrale della spiga, se è visibile e ben marcata, la moneta è almeno BB sui 5 cent Impero, devi guardare il piumaggio sul petto dell'aquila, se è liscio la moneta è meno di BB 10 cen ape , devi guardare il corpo dell'ape. le sottili strisce su di lei, se ci sono , moneta almeno BB 10 cent impero, guarda la spiga e la corona sopra il fascio , se si vede bene nei suoi particolari, moneta almeno BB 20 cent librata, qui devi vedere il seno e le cosce della donna, se ha le tette piatte, moneta circolata e meno di BB 50 cent leoni, guarda la criniera dei leoni, se piatta , la moneta è meno di BB, se folta è almeno BB buono da 2 lire, osserva i legacci del fascio e la testa del leone, se sono lisci moneta meno di BB poi per il dritto di tutte le monete, dove ci sta la testa del Re, osserva baffi e capelli, se il Re ha ancora i capelli la moneta è in conservazione migliore rispetto a una senza capelli. Inoltre la moneta deve essere senza botte e ammaccature per essere considerata almeno BB, se rispetta i parametri sopra esposti. Le macchie influiscono poco. saluti1 punto
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No problem Giovanna, come sai sono sempre di corsa per cui va bene anche un panino asciutto e indigesto in fiera. Anzi, quasi quasi stavolta mi porto la schiscetta1 punto
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La figura storica di Antonino Pio sembra quasi appartenere alla lunga schiera dei futuri Imperatori cristiani , anzi , pur appartenendo al tradizionale mondo pagano , oltre che per tanti versi , dovuti principalmente alla sua alta moralita’ e al suo bel carattere , come figura ne fu superiore rispetto a molti di loro ed a quella dei suoi contemporanei . Il suo nome completo in omaggio ai parenti paterni e materni era Tito Aurelio Fulvo Boionio Antonino e successivamente , durante il suo imperio , appellato Pio dal Senato . La tradizione storica e in particolare la Storia Augusta ci narra quasi con devozione che fu un uomo di bell’ aspetto , alto di statura , di grande ingegno , equilibrato e di aspetto nobile , con un volto che esprimeva compostezza e una intelligenza fuori dal comune , uomo molto colto , mite , magnanimo e alieno dal toccare i beni altrui ; la sua figura fisica e morale fu da tutti paragonata a quella del secondo Re di Roma , Numa Pompilio ; sotto il suo imperio non fu ucciso per suo ordine nessun cittadino comune o alto funzionario o Senatore , come non fu mai eseguita alcuna confisca , fatti assai rari per quei tempi . Anche gli antichi di qualche generazione dopo , disputavano sul motivo per cui fu appellato Pio dal Senato , diverse furono le ipotesi : forse perche’ aveva sostenuto il suocero ormai cadente per l’ eta’ durante una riunione del Senato , ma questo fu piu’ un atto di pieta’ verso una persona anziana , forse perche’ aveva salvato la vita a quelle persone che Adriano in preda alla malattia finale , aveva condannato a morte , forse perche’ contro il volere di tutti aveva decretato grandiose onorificenze alla salma di Adriano , forse perche’ quando Adriano voleva uccidersi a causa della malattia , Antonino lo aveva sorvegliato assiduamente impedendogli di togliersi la vita , forse perche’ durante il suo imperio si astenne dal compiere la piu’ minima crudelta’ verso chiunque ; fatto sta che per alcuni di questi motivi o per tutti insieme , fu consacrato Pio . Con Antonino Pio termina quello che fu definito il “secolo d’oro” dell’ Impero Romano anche se in realta’ duro’ solo 63 anni , iniziato con l’ ascesa di Traiano nell’ anno 98 e terminato con la morte di Antonino nel 161 , questo “secolo d’oro” secondo alcuni storici puo’ essere ampliato a cominciare dall’ ascesa all’ Impero di Nerva fino ai primi anni dell’ imperio di Marco Aurelio ; infatti con l’avvento di Marco Aurelio iniziarono poco dopo le tremende guerre marcomanniche i cui primi presagi si manifestarono gia’ verso la fine dell’ imperio di Antonino . Militarmente Antonino Pio ebbe a combattere poche guerre e di non grande importanza , ma non intervenne mai personalmente riconoscendo la sua non attitudine al comando militare sul campo , affidandosi invece ai suoi luogotenenti , in particolare a Lollio Urbico che sconfisse i Britanni del nord , forse i Pitti , portando il confine della provincia piu’ a nord del Vallo di Adriano , costruendo il suo Vallo lungo 60 chilometri tra gli estuari di Forth e di Clyde ; sconfisse poi i Germani , i Daci e domo’ una rivolta di Giudei , poche guerre e brevi , in relazione ai 23 anni del suo imperio . Fu sempre ossequioso verso il Senato e tenne sempre conto del parere dei Senatori e degli amici intimi , come quando era un privato cittadino , non peccando mai di presunzione , come in altri personaggi , dovuta al suo rango ; costrui’ e restauro’ molte opere pubbliche in Roma e in altre citta’ dell’ Impero ; rifiuto’ di incamerare testamenti a lui indirizzati quando il testamentario aveva figli . Durante la sua epoca avvennero parecchie calamita’ naturali : terremoti , incendi , inondazioni , pestilenze e mostruosita’ , in tutti i casi intervenne aiutando le popolazioni anche con il patrimonio personale , per questo godette di un enorme prestigio personale presso tutti i popoli dell’Impero ed anche fuori di esso . Famosa fu una sua frase enunciata quando a Marco , il futuro Imperatore , mori’ il suo Maestro e i suoi Ministri cercavano di consolarlo per la triste perdita , al che Antonino disse : “Permettetegli di essere uomo , perche’ non c’e’ filosofia o potere imperiale che possano soffocare i sentimenti”. Per tutte queste sue qualita’ morali e civili non subi’ mai false indiscrezioni a suo carico da parte di alcuno ; fu altresi molto tollerante , dolce e mite di carattere anche verso chi si comportava male con lui , infatti una volta ospite in casa di un amico , un certo Omullo , vide delle colonne di rosso porfido e chiese da dove provenissero , al che quello altezzosamente gli rispose “Quando sei in casa di altri comportati come se fossi muto e sordo” , ma Antonino non si offese per questa risposta sgarbata , anzi accetto’ con spirito quella battuta di quell’ amico . Fu anche notevole l’ impronta da lui lasciata nel campo del Diritto . Mori’ , sembra per una indigestione di formaggio alpino, a 70 anni , rimpianto da tutti come per la morte di un padre , fu subito divinizzato e tumulato nella Tomba di Adriano . Fu il primo Imperatore a portare l’ appellativo di Pio , titolo che fu dato in seguito soltanto a Gordiano III . Questa in breve la vita di Antonino e la spiegazione per cui fu chiamato in vita e nella posterita’ , Pio . Sotto alcune rappresentazioni scultoree di Antonino , il suo Vallo in Britannia , la base marmorea della sua Colonna trovata in Campo Marzio , poi distrutta , con la Consacrazione di Antonino e Faustina ora in Vaticano e un medaglione con la rappresentazione , a lui piu’ consona , della Pietas .1 punto
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oggi ho acquistato il mio primo catalogo e ho optato per il gigante 2015, veramente un bel catalogo fatto molto bene.1 punto
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Dici? Oggi proverò a postare immagini migliori, nel limite del possibile. Ad occhio, però, mi sembrava di più un 1 che un 7...1 punto
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