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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/28/14 in tutte le aree
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Siamo addolorati per questa tua decisione e non possiamo che prenderne atto. Un caro saluto7 punti
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Caro @over the top ! A caval donato non si guarda in bocca! Magari ne avessi ricevuti io di regali simili, ricordati una cosa importante: la numismatica non è fatta solo di soldi e monete ma anche di gesti. Questa moneta ti ricorderà sempre un gesto sano fatto per farti felice. Chi te l'ha donato sa bene che sei un amante della numismatica e ti ha voluto farti un regalo mirato. Se un giorno dovesse capitarti un'altra 1856 FDC ad un prezzo da affare ricordati di non sostituirla a questo esemplare ma di affiancarlo. La tua piastra è un BB+, ha piccole tracce di ribattitura nella data (errore di punzonatura molto frequente) ma ha il fascino della circolazione e un valore aggiuntivo molto importante. Per il resto siamo qui a tua disposizione per qualsiasi info o delucidazione. A presto, Francesco4 punti
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Gentile @@Luca_AT, complimenti per l'entusiasmo e la voglia di approfondire la conoscenza di questa zecca, per la quale manca ancora un lavoro rinnovato e di sintesi (ma forse qualcuno dei lettori del forum ci sta già pensando o lavorando ...). Probabilmente qualche lume ce lo darà l'attesissimo MEC sull'Italia settentrionale, una volta pubblicato. Nel frattempo volevo precisare solo alcune cose che quando si parla di monete, e dunque anche di storia, sono importanti, sperando che ciò possa esserti di qualche utilità: 1) La grida che riporti qui non è del 1310, ma del 7 novembre 1311, come riporta giustamente anche Gianazza, citato in qualche post precedente. Sembrerà banale ma in quel momento e vista la complicata vicenda politica affrontata da Enrico VII in occasione della sua discesa in Italia, un anno di differenza cambia ...quasi tutto. Il 7 novembre 1310 era arrivato da poco in Italia, neppure era stato ancora incoronato Re d'Italia a Milano (gennaio 1311) e soprattutto non aveva già emesso 3 editti sulle monete imperiali e sui monetieri (10 agosto 1311, 17 e 18 ottobre 1311) dei quali questa grida è diretta conseguenza. Scusami (scusatemi) ma sono fresca di un articolo appena concluso sulla politica monetaria di Enrico VII in Italia e davvero per capirci qualcosa bisogna stare attenti alle date ed al contesto generale nel quale questi atti in materia di moneta furono promulgati, altrimenti si rischia di non capirci nulla. 2) Riferito a qualche post prima e sempre a questo discorso: il volume che citi qua http://www.lamoneta.it/topic/128346-doppio-grosso-o-mezzo-tornese-astese/?p=1464055 altro non è che una delle raccolte ottocentesche degli Atti di Enrico VII realizzata da Doenniges nel 1839. Si tratta di una buona edizione ma non critica. Una edizione critica degli stessi documenti, ordinati ovviamente in modo diverso si trova nelle serie dei Monumenta Germaniae Historica, Leges, Constitutiones et acta publica imperatorum et regum,volumi IV/1 e IV/2, editi dallp Schwalm rispettivamente nel 1906 e 1910-1911. Se li volessi leggere sono consultabili in rete e scaricabili dal sito dedicato agli MGH. Nella fattispecie il documento da te linkato sul Doenniges è un altro editto di Enrico VII del 12 gennaio 1312 , nel quale trovi la parola "astensis" riferita ai denari di Asti citati tra le equivalenze delle nuove monete volute da Enrico, ma anche in riferimento al monetiere, Giorgio Alyon o Alione, da quel momento incaricato di coniare moneta "sovrana" (Enrico qui non era ancora formalmente stato incoronato) ad Asti, in società con uno zecchiere genovese, Filippo de Nigro (o de Nigrone). Lo stesso atto lo trovi in edizione critica anche negli MGH, come i precedenti. 3) Ho visto che fai molte domande sui documenti medievali, ed il fatto che tu abbia voglia di leggerli direttamente è assai lodevole (mai fidarsi troppo delle citazioni delle citazioni o delle date riportate senza verifica, come hai visto sopra). Tuttavia, e senza scoraggiarti, è bene avere presente che i documenti medievali vanno imparati a leggere e non solo la singola citazione monetaria, ma tutto il documento, perché il testo, ovvero ancora il contesto nel quale è inserita la citazione monetaria, può cambiarne senso e/o interpretazione. Mi permetto di dirti queste cose perché spesso ho visto usare citazioni documentarie con disinvoltura magari da chi le frequenta da poco tempo o senza la necessaria preparazione per saperle leggere. Quindi ti rinnovo il suggerimento che mi pare in qualche discussione ti abbiano già dato: mentre fai il censimento dei pezzi noti e tutte le osservazioni sui pesi , sui punzoni etc... prima di passare ai documenti, leggi bene la letteratura esistente sulla monetazione di Asti e sul Piemonte nel medioevo, magari a ritroso (dalla più recente andando indietro). Poi se sei ancora interessato a fare le tue giuste e legittime verifiche o ricerche sui documenti, anche solo quelli editi, cerca di avere prima una infarinatura di diplomatica. E vedrai che poi si comprende tutto un poco meglio (o almeno così a me è sempre parso ;)). Un caro saluto e buona prosecuzione :) MB P.S. Per @@aemilianus253: per quanto riguarda la nomenclatura dei grossi io suggerisco sempre di vedere come erano citati nelle fonti scritte coeve, piuttosto che usare termini magari anche più espliciti, ma legati alla nostra cultura. Ma anche qui ognuno può avere la propria opinione...4 punti
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Ciao Francesco, posto questa foto fatta col mio cellualre a luce naturale.4 punti
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Io credo che organizzare un asta di quelle monete, con tanto di certificato e cofanetto della zecca, sarebbe un successo internazionale...4 punti
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Veramente non si tratta di 10, ma di 70 (soldi). E' un peso per il mezzo scudo della croce veneziano. Saluti Gzav4 punti
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Carissimi proseguendo nella carrellata delle rarità del Regno, Vi sottopongo oggi la data più rara dei 100 lire del Re Galantuomo. La moneta possiede un vecchio cartellino della Numismatica Aureli (metà degli anni 70 quindi, circa), con l'indicazione dei riferimenti del Bobba, ma senza conservazione. L'esemplare è ben lontano dal FDC, ma se Vi dico quanto fu pagato all'epoca (aprile 1977, in trattativa privata da un collezionista romano molto famoso, avevo 17 anni ma stavolta me la ricordo bene) potreste davvero sorridere. Vi ringrazio dei Vostri sempre graditi pareri. Un saluto min_ver3 punti
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Si, guarda, speriamo che a qualche demente di casa nostra non venga in mente di copiare l'iniziativa... ci manca solo che a ogni resto non possiamo stare tranquilli perchè c'è il rischio di vedersi rifilare gettoni in mezzo alle monete.3 punti
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Allora posto il 1822, una umile ma storica monetina, 5 centesimi del Regno Lombardo Veneto della zecca di Milano.3 punti
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Giusto un infarinatura...per saperne di piu' o per rinfrescarsi la memoria a chi gia sa .....giusto per ricordare che livorno è nata molto prima !!!! .... ma molto prima....ho scritti del 900 dopo cristo ...ovviamente...che riportano paesotti che hanno dato il nome a quartieri ora esistenti . Il Mastio di Matilde Mastio di Matilde Con l'avvento delle invasioni barbariche il villaggio di Labrone non segue più le sorti di Pisa. Nel 1100 è governato da Matilde di Canossa che ordina la costruzione di una torre di forma rotonda detta poi Mastio di Matilde, all'imboccatura della cala, per difenderla dalle incursioni dei Saraceni. Quadratura dei pisani Allorché le città italiane si ribellarono all'imperatore tedesco, Pisa divenne una florida repubblica marinara e la sua potenza fu accresciuta dal possesso del castello di Livorno donatogli da Matilde di Canossa nel 1103. I pisani, nel 1143, per aumentare il potenziale difensivo del porto, costruirono la Quadratura dei pisani, cittadella quadrata situata sul lato nord della cala, che incorporò il Mastio di Matilde. Torre del fanale Nel 1284 i pisani persero la battaglia della Meloria ad opera dei genovesi che distrussero le torri pisane. Il loro porto, inoltre, cominciava ad interrarsi a causa delle sabbie del fiume Arno. Per queste ragioni, costruirono, nel 1304, ad ovest del villaggio, su una scogliera, la Torre del Fanale, altissima, imponente, costituita da due torri sovrapposte, con un diametro di circa 12 metri e alta oltre 50 metri sul livello del mare. Fanale dei Pisani in stampa antica Una ricostruzione degli antichi arsenali della Repubblica Pisana In questa antica stampa si vedono le antiche strutture di Porto Pisano, le sue maestose Torri e le Mura che racchiudevano anche il Castello di Ligorno, probabilmente già diventato Città di Livorno sotto il volere dei granduchi di Firenze Prima cinta muraria Ultima opera monumentale della decadente repubblica pisana a favore di Livorno fu la costruzione di robustissime mura che cinsero il Castello (1392). Esse partivano dalla Quadratura dei Pisani , giungevano alla Porta a terra, da questa, a semicerchi, si congiungevano alla Rocca Vecchia, da dove partivano altri due tronconi che cingevano la cala naturale. Le succitate mura, lunghe circa 2200 braccia (Km 1320) furono costruite con pietre quadrate di tufo e senza terrapieno, e munite negli angoli di torri simili a quelle che accompagnavano le mura pisane. Il porticciolo dei genovesi Decaduta la potenza pisana, nel XV° secolo il Castello passò attraverso varie dominazioni, una delle quali fu quella dei genovesi. Essi costruirono il cosiddetto porticciolo dei genovesi a forma di ampio canale, a levante della Quadratura dei pisani, terminante verso la Porta a Terra. Si allargava in una darsena che, pur servendo per barche di piccolo pescaggio, contribuì ad incrementare i traffici, al punto che poco distante fu costruita una dogana. La Torre del Marzocco in un dipinto La Torre del Marzocco Il primo luglio 1421 i fiorentini acquistarono Livorno per diecimila fiorini d'oro dai genovesi e presero i primi provvedimenti, senza però tener conto della situazione sanitaria del Castello, che era precaria, in quanto esso si trovava al margine di una zona paludosa sopra un lido sul quale si ammassavano spesso strati di alghe putrefatte. È di questa epoca un importante piano di lavori portuali, solo parzialmente condotto a temine, che costituisce l'ultimo tentativo di rimettere in efficienza l'approdo del porto pisano. Di questo piano faceva parte la Torre del Marzocco, mirabile opera di architettura militare, forse su disegno di Lorenzo Ghiberti. Di marmo bianco, in forma ottagonale, con le pareti rivolte ai venti principali, si erge con un'altezza di 29 braccia dal pelo dell'acqua. Sotto i ponti erano scolpite le quattro armi di Firenze e nelle facce ottagonali i nomi degli otto venti principali. La Fortezza Vecchia Dopo la lunga guerra fra pisani e fiorentini, che terminò nel 1509, si ebbe la restaurazione della dinastia dei Medici a Firenze nel 1512 per volere degli spagnoli. Il cardinale Giulio dei Medici, uomo versatissimo nell'arte militare, comprese la necessità di trasformare Livorno in una vera e propria piazzaforte e a tal fine incaricò l'architetto Antonio da San Gallo. Il progetto prevedeva la costruzione di una Fortezza, detta poi Vecchia, capace di contenere 5000 soldati, fornita di bastioni e circondata dal mare, da erigersi nel punto militarmente più debole e più pericoloso del Castello, vale a dire all'ingresso del suo porto. La Fortezza Vecchia Questa costruzione, armoniosa di linee, potente di difesa, è una delle più belle progettata dall'architetto che fece delle sue fortezze capolavori di architettura del rinascimento e, insieme, di arte militare. Così nel 1518 iniziò la sua costruzione, per la quale fu necessario abbattere gli edifici fatti costruire da Lorenzo il Magnifico alla fine del 1400. La fortezza chiude nelle sue mura il Mastio di Matilde, la Quadratura dei Pisani, raccogliendo quindi in sé tutti i monumenti della più vecchia tradizione marinara e guerriera di Livorno. Fu completata nel 1530 dal duca Alessandro dei Medici, dopo un periodo d'interruzione dovuto all'allontanamento dei Medici da Firenze. Il canale dei Navicelli Fino a questo punto la storia del porto di Livorno è prettamente militare e il luogo è considerato una fortezza. Il duca Cosimo I°, succeduto al duca Alessandro, aveva in mente la costruzione di un nuovo porto e di un canale navigabile. Il canale dei Navicelli abbreviava notevolmente il tragitto fra Livorno e Pisa evitando il traffico via mare. La pericolosa e non facile entrata dei navicelli a Bocca d'Arno univa veramente Pisa, sede di case commerciali, col porto di Livorno. Cosimo I°, per dare incremento alla città, promulgò alcuni bandi, in funzione dei quali prometteva l'incolumità a tutti coloro che erano ricercati dalla giustizia, con la condizione di trasferirsi definitivamente a Livorno. I lavori di scavo del canale ebbero inizio nel 1541 e segnarono il principio della funzione economica di Livorno. L'opera, infatti, non era importante dal punto di vista militare ma serviva per l'unione commerciale, non solo di Livorno con Pisa, ma anche con l'entroterra toscano, cosa problematica per quel tempo, dato che non esisteva alcuna strada veramente carrozzabile. Il funzionamento regolare del canale si ebbe, come vedremo, sotto Ferdinando I°. Il progetto prevedeva d'impedire alle maree di penetrare nel canale che doveva mantenersi pieno con l'acqua presa per mezzo di una cateratta dall'Arno a Porta a Mare.3 punti
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Visto che il 1818 è stato poco rappresentato, ci torno sopra, avendo visto solo ora la discussione, con questo tallero "della costituzione" della Baviera, coniato il per il re Massimiliano Giuseppe.3 punti
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Io linee di espansione non ne vedo....vedo linee di flusso, rugosità dove non ce ne dovrebbe essere e qualche segno globulare in negativo......nel complesso non da una bella impressione......orecchie comprese.3 punti
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caro @@scacchi, i motivi di una partecipazione meno attiva da parte di tanti in questa sezione, come in altre del forum del resto, possono essere diversi e concorrenti, come hanno già detto diverse persone che mi hanno preceduto. Senz'altro tra queste ve ne sono di "strutturali" (ad esempio, anche io penso che il distaccamento in sezioni separate di varie zecche attive nel medioevo non abbia aiutato, oltre a non essere particolarmente lungimirante dal punto di vista "scientifico" come ha detto anche @@Arka ...che sono contenta si sia ricreduto ;)) e altre congiunturali, come il fatto che magari diversi utenti molto attivi che vivacizzavano le discussioni lo siano un poco meno, o addirittura non intervengano più. Questo può essere causato da più motivi, che però possono anche essere personali, e dunque di poco aiuto per capire se e come migliorare la situazione. Io ti posso dire di me che negli ultimi mesi ho rallentato parecchio la mia partecipazione, ma in generale al forum e non solo in questa sezione. Da un lato e principalmente hanno pesato e pesano tutt'ora miei problemi personali di salute (si invecchia... :() ed anche di tipo professionale (noi "precari" dell'università ed enti pubblici siamo messi proprio male adesso e per sopravvivere bisogna lavorare su progetti con mille scadenze che tolgono il tempo ad altro). Tuttavia a questi si sono accompagnati altri fattori che hanno fatto un poco da deterrente, se vuoi. Il primo è che dopo un primo momento nel quale gli "esperti", cioè chi si occupa di numismatica per professione facendone oggetto di ricerca scientifica come me ormai da una vita, erano stati accolti a braccia aperte, è stato insinuato e poi detto da più utenti che la nostra presenza e/o in generale gli interventi troppo tecnici inibivano la partecipazione di altri utenti. Quindi onde non togliere il piacere ad altri di contribuire e viste anche le mie difficoltà nel trovare tempo adeguato per fare gli interventi tecnici (che costavano comunque tempo e anche fatica, visto che io quando l'ho fatto ho sempre cercato di dare tutte le informazioni possibili per questo tipo contesto) mi è parso opportuno diradare. A questo si è aggiunta un poco di delusione derivata di fatto dalla poca sensibilità o interesse dimostrati - e non solo e non tanto in questa sezione, ma in generale - al tema dei ritrovamenti e dell'importanza di un certo "consumo critico" da parte dei collezionisti (vedi discussioni varie anche nella sezione di legislazione), che era invece una delle molle che mi spingeva a confrontarmi con i collezionisti e gli appassionati su una piattaforma così ampia come questa. Se a questo si aggiungono tutte le volte, come è capitato un poco a tutti, che ci si sente dare indirettamente dello stupido da chi probabilmente sa appena di cosa sta parlando ma pensa di avere la scienza in tasca, o c'è chi equivoca quello che hai postato alle 3,00 di notte pur di rispondere e se la prende e così via, capisci che la voglia di scrivere su una piattaforma pubblica come questa alla fine venga meno. Ovviamente vi sono per fortuna molte eccezioni ed anche nuovi utenti che spingono, quando si può, ad intervenire sempre e a non abbandonare mai del tutto il forum, che comunque ritengo uno strumento importante di comunicazione per la comunità di persone che ruota intorno alla numismatica nel nostro paese, ma anche all'estero, senz'altro anche con grandi potenzialità di ulteriori sviluppi. Grazie al forum e soprattutto a questa sezione, che per me era e rimane una delle migliori (eh beh...si sa: ogni scarrafone...), ho poi incontrato diversi cultori e collezionisti che sono diventati cari amici, con i quali ho fatto studi e pubblicazioni (alcune in corso) o che mi hanno aperto le loro case e le loro raccolte (thanks to all !). Chiaramente questo è importante e va riconosciuto, anche se poi ad esempio il rapporto diretto che si è creato con queste persone fa sì che magari ci sentiamo e ci mettiamo a discutere di monete più al di fuori dal forum che dentro alle varie sezioni per ovvi motivi di comodità. Quindi: che dire ...? Vediamo la prossima ristrutturazione del forum e come procede la partecipazione di vecchi e nuovi utenti volenterosi. Io continuerò a partecipare in questo modo saltuario e a dare una mano come posso e quando posso, a meno che non cambi soprattutto la mia situazione professionale. Mi fa anche molto piacere leggervi, però: quindi avanti con discussioni interessanti! Un caro saluto e ...ad maiora! :) MB3 punti
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Salve signore ecco l'ultima della serie 1851 1859 finalmente ho completato questa serie,avanti con le prossime ahhahahaha :hi:2 punti
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Questo piccolo vasetto é stato un esperimento per controllare, in cottura, i colori ceramici. Non è un granché, ma il risultato è accettabile. ;)2 punti
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Questo l'ho inciso 20 anni fa. Che te ne pare? Scusa i riflessi ma l'ho fatta al volo!2 punti
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si, ma anche avendo 11k, e dovendo fare una scelta, avrei comprato questo 100 lire ... il 100 del ' '37 è ancor più raro, ma vuoi mettere l'interesse storico di questo primo 100 lire dell'Italia unitaria ? .. non c'è confronto ... :D2 punti
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....e te a 17 anni c'avevi 2450000 in tasca ????? ah ah ah....io giravo sul PIAGGIO SI usato ....1500 lire di miscela ...e 5000 lire nel portafoglio per il fine settimana !!!! ah ah ah.... Grande !!!! .......CHI UN HA SOLDI UN ABBIA VOGLIE !!!!! saluti a tutti.2 punti
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Pezza della Rosa di Cosimo III 1684, dopo l'unica data di Ferdinando II della serie di questa moneta vengono perfezionate e battute sotto questo nuovo Granduca, la prima data è il 1670 sino al 1718 con questo Granduca che rimarrà conosciuto da tutti per i suoi 50 anni di Governo. Sicuramente moneta che racchiudeva il messaggio del Granduca e delle sue leggi la scritta al rovescio: GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA LIBURNI va interpretata come un ammonimento del Granduca che concedeva la grazia a molti condannati e dava molta libertà a Livorno con le sue leggi, ma come una bella pianta di rose, che mostrava la sua bellezza, allo stesso tempo aveva e presentava le spine e sarebbe stata o stato in in grado di pungere o togliere la libertà concessa.2 punti
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Per quel poco che sò circa queste piastre mi sembra una bella moneta, il conio del D/ è un conio particolare che al momento ho verificato solo abbinato ad un conio del R/ tipo AGA lineare, come la tua, tipologia più rara da quanto mi risulta rispetto al tipo AG/A su due righe (il tipo del R/ AGA lineare però si trova anche con altri D/) e che per quel che ho censito come abbinamento di coni per gli esemplari che ho visto si trova in genere in conservazione peggiore della tua. Ovviamnete non è un FdC :nea: ma la valuto molto buona, specie in considerazione di quanto dicevo sopra :good:2 punti
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Ed ora il pezzo forte della giornata. Tornerò sicuramente a questo cambia monete nelle prossime settimane, carico di banconote da cambiare. Oggi con me avevo poco e poco tempo, eppure ho fatto dei buoni ritrovamenti. Taglio: 2 euro CC Nazione: Grecia Anno: 2013 Tiratura: 754.000 Condizioni: BB Città: Monaco Note: News2 punti
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Mentre vedo con piacere intervenire in discussione e @@fofo dilettarci anche con le monete relative, volevo fermarmi su un altro punto, certamente Livorno ha una grossa espansione demografica, commerciale, diventa un riferimento europeo, ma non dobbiamo dimenticare i vari provvedimenti tesi a creare tutto questo. E qui dobbiamo ricordare " la prima livornina " che è un documento fondamentale per la storia economica ma anche nei confronti della tolleranza religiosa. Viene sancito l'invito a tutti di mercanti di ogni nazione, Levantini, Ponentini, Spagnoli,Portoghesi, Greci, Tedeschi, Italiani, Ebrei, Turchi, Mori, Armeni, Persiani di poter accedere, commerciare con le loro famiglie, se volevano, senza impedimenti alcuni o molestie reali. Era un pò una liberalizzazione commerciale geografica e religiosa, si creavano dei salvo - condotto per i mercanti e si garantivano anche agli ebrei diritti e libertà personali. Tutto questo attrasse a Livorno artigiani e commercianti onesti ma anche quelli di ogni tipo, avventurieri compresi. Anche 22 corsari inglesi trattarono per stabilirsi in Livorno, la trattativa pare andò a buon fine, il Granduca era sensibile alla pecunia e non andava troppo per il sottile su questi aspetti. D'altronde era diventato ormai un affare per tutti, i Granduchi avevano visto bene e finchè si potè si spinse sul guadagno per tutti, Livorno città compresa, in molti ne trassero buoni vantaggi e guadagni.2 punti
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Mario citava l anno 1665 per la guerra tra Inglesi e Olandesi. A Livorno invece sotto Ferdinando II veniva coniata la prima pezza della rosa 1665 da 8 reali o da 5 lire. :blum: :blum: :blum:2 punti
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Noto spesso che spari una botta e vai via. Gradirei invece di una sparata....... un commento accompagnato da argomenti convincenti, che abbiano un senso , che sia un parere o una opinione , dovresti sforzarti al dialogo . Cosi facendo influenzi chi legge a discapito di una ricerca della chiarezza . Qualcuno lamentava che non si intravvedevano linee di espansioni...... a mia modesta competenza ,io li vedo e li evidenzio. Un altro nota che le retini fanno scoprire tutto e allora serve un confronto , che ho postato e che va commendato. Questo non vuol dire che sto affermando che il tetra e genuino o falso, come al solito cerco di trovare il modo , con l'aiuto di altri , di conoscere la verità. La discussione è al fine della ricerca di una e sola verità, senza sarcasmi e senza arroganza. A volte la facilità di postare opinioni tirando al caso , con monete di questo livello ,penso che un po di cautela non fa male.2 punti
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Ecco qui la mia 1821!! Lippe-Detmold 1 1/2 Pfennig 1821 T Paul Alexander Leopold II Rame 3,36 g. 20 mm.2 punti
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... non asporta ... rimodella parte della X con il panneggio: infatti, se ingrandisci molto l'immagine, si riesce a vedere, anche se leggermente, il proseguimento di una piccola parte della X. ;)2 punti
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Butto un altro amo non indifferente sulla Livorno di quegli anni, poi spero in tanti altri appassionati di questa monetazione e in @@fofo anche per le monete, anche di aste, non necessariamente sue.... Altro binomio fu Livorno e gli inglesi....dal 1750 in avanti il Mediterraneo diventa l'area di riferimento per navi e mercanti inglesi, poco alla volta diventa la potenza commerciale e marinara più importante dell'area. Gli olandesi si affiancarono più tardi dal 1590 e in modo importante verso la fine del 1500, tramontava così il predominio dei mercanti italiani nei nostri mari, " un ribaltamento di posizioni drammatico " così lo definisce il Cipolla. Cosa era successo ? Gli inglesi e gli olandesi seppero cogliere subito le nuove tecniche e le novità sia negli affari, nei commerci, che nelle tecniche di navigazione, l'Italia rimase imprigionata dal tradizionalismo,non seppe innovare. Il Mediterraneo era considerato un mare pericoloso, assalti, i pirati, navi di varie nazionalità sempre in guerra tra di loro.... Nel 1628 nel porto di Livorno si trovavano già 40 navi, dieci delle quali di una stazza di circa 450 tonnellate, molte di queste erano inglesi. Ma non c'erano solo grandi navi, c'erano anche tanti piccoli velieri, di piccola stazza e di equipagggio ridotto, queste spesse formavano il convoglio e ritornavano poi per essere più sicure insieme in Inghliterra. Nel tollero del porto le raffigurazioni sembrano richiamare questo tipo di vascello estremamente più diffuso e presente. I vascelli inglesi arrivavano con stagno, piombo, pesce salato e pannilana di vario tipo, tornavano in Inghilterra con seta grezza, spezie dell'Oriente, uva passa, malvasia greca, vino campano, olio anche della Puglia. Gli inglesi si appoggiarono essenzialmente al porto di Livorno che divenne un grande centro di raccolta e smistamento merci favorito in questo dalla lungimiranza dei Granduchi di Toscana. Gli inglesi andavano anche in altri porti però Marsiglia faceva parte del Regno di Francia e gli inglesi non amavano i francesi..., a Napoli c'erano gli spagnoli e anche con questi i rapporti non erano entusiasmanti..., Genova era indipendente ma legata alla Spagna.... Livorno diventò così la base permanente dei commerci marittimi inglesi e da Livorno gli inglesi si potevano muovere nel Mediterraneo e nel Medio - Oriente. L'ordine era che la Royal Navy nel Mediterraneo facesse rifornimenti di vettovaglie a Livorno, poi spesso la meta era l'Oriente. Livorno grazie ai commerci diventa una città bella e forte, famoso centro commerciale della Cristianità così viene descritta nel 1630 da Thomas Mun in un suo trattato " England's Treasure by Forraign Trade ", da luogo poco conosciuto diventa strategico e cruciale nello scacchiere del Mediterraneo, è il momento di Livorno come città, come porto, come centro di smistamento commerciale, tutto questo lo ritroveremo poi anche nelle sue monete....monete, storia, vascelli, navi, porto e poi le rotte che fanno sognare......un bel mix indubbiamente....2 punti
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Quando ne ho la possibilità, la domenica amo girare per i mercatini dell'antiquariato della mia zona alla ricerca di qualche pezzo da aggiungere alla mia collezione. Oggi è stata una giornata particolarmente istruttiva. Primo banco di numismatica, ci sono delle ciotole dove frugo per un po', poi rivolgo la mia attenzione ai vassoi. Do un'occhiata, poi ne vedo uno coperto e praticamente inchiodato al tavolo. Chiedo al venditore se sia possibile vederlo, e mi risponde: "Eh, ma lì ci sono monete care". "Va bene, posso vederle?"... Al che lui: "Ma tanto non trovi niente adatto a te lì". Ora, io sono vicino ai 35 anni, non sono un marmocchio rompipalle di 12, e mi vesto in maniera molto classica, non mi sembra di avere l'aspetto di un barbone. Quindi mi spiazza doppiamente, per il contenuto della risposta e per il passaggio al "tu" che par essere più di disprezzo che amichevole. Alla mia insistenza me lo mostra, continuando a borbottare che non è roba per me. La metà delle monete di questo mistico vassoio già le possiedo, e il pezzo più pregiato non supera i 300 euro. Alla fine non acquisto nulla, e me ne vado davvero perplesso per il comportamento del venditore. Secondo banco di monete, vedo un 20 lire Elmetto malamente lucidato e generosamente periziato BB. La moneta mi manca e da un po' ne cerco una economica da mettere in collezione: visto che il regno non è la mia priorità voglio un pezzo con rilievi ancora godibili ma sotto i 100 euro, questo potrebbe fare al caso mio. Chiedo, e il venditore mi dice che costa 300 euro: sostiene che sia un ottimo prezzo e che in giro a meno di 350 non se ne trovano. Faccio il finto tonto e il venditore comincia a raccontarmi un mucchio di fandonie e prova a rifilarmi della cianfrusaglia a prezzi abominevoli. Alla fine ringrazio per "gli insegnamenti" e me ne vado, ovviamente senza comprare nulla. Va bene che non sono i commercianti a dover educare i nuovi collezionisti, ma anche cercare di fregare il primo inesperto che passa non è una bella cosa. Me ne vado sempre più convinto che la concorrenza del mercato online stia seriamente minando queste fonti tradizionali di acquisto, e arrivo al terzo banco. Mentre guardo le monete arriva una signora che dice al venditore che la vecchia mamma ha in casa molte monete e banconote e lei vorrebbe disfarsene. Chiede così se sia disposto a "ritirarle" (questo il verbo da lei utilizzato, che giustifica il successivo comportamento del venditore). La donna tira fuori una ventina di Caravelle più un album con molte banconote di regno e repubblica. Il venditore sfoglia il materiale e fa una cosa spettacolare: calcola il valore facciale (contando che c'erano varie banconote da 1, 2, 5, 10 lire capite quanto sia ridicola la cosa) e il loro cambio in euro: risultano 35 euro, ne offre generosamente altrettanti per le caravelle (con l'aria di chi magnanimo sta offrendo un servizio), insomma 70 euro per tutto quanto. La signora ovviamente accetta contenta di essersi liberata di quella cartaccia fuori corso e se ne va. Avevo la tentazione di intervenire, ma non per aiutare la signora, che non credo proprio lo meritasse: semplicemente per dire "guardi, le do il doppio, dia tutto a me"... però un po' per lo stupore e un po' temendo la reazione del venditore ho preferito lasciar perdere. Alla fine in un altro banco ho acquistato qualche monetina per completare la mia collezione di Pio XI e XII (gli anni che mi mancavano dei centesimini), per un paio di euro l'uno, e son tornato a casa soddisfatto: delle monete acquistate ma soprattutto delle scene cui avevo assistito.1 punto
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Calvello? Sì ne ho sentito parlare, ma tu ne sai più di me! ;) Sarebbe una bellissima idea ammirare i capolavori di @@eracle62 e ... non solo. Però, immagino i pensieri ad alta voce dell'amministratore: ma che ...zzo centra tutto questo con la numismatica? :rofl:1 punto
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Ti posso mostrare quella della Civitas Neapolis Varesi 42 del novembre 2003. Anche questa aveva i fondi super brillanti (nonostante una piccola marginale debolezza di conio con graffi al lato opposto) e classificata oltre due lustri fa da @@Alberto Varesi q.FDC fondi lucenti. :good:1 punto
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The March of Dimes Avevo programmato di inserire questo post più avanti, dopo aver introdotto il Roosevelt dime. Ma, nell'aprire il pc stamattina, ho visto che Google celebra il centenario della nascita di Jonas Salk (28 ottobre 1914), lo scopritore di uno dei due vaccini contro la poliomelite (l'altro è Albert Sabin) che ha potuto sviluppare i suoi studi e giungere alla sua scoperta, nel 1955, proprio grazie ai finanziamenti della March of Dimes Foundation. Mi è sembrato giusto portare un piccolo contributo, e parlare oggi di questa importantissima iniziativa, che va sotto il nome di March of Dimes. Nata nel 1938 come National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP), Fondazione Nazionale per la Paralisi Infantile, l'iniziativa raggiunse una popolarità istantanea, che rifletteva quella del suo fondatore, il presidente Franklin D. Roosevelt. Roosevelt, nel 1921, al'età di 39 anni, aveva contratto una malattia, ritenuta al tempo una grave forma di poliomelite, che aveva causato la paralisi dei suoi arti inferiori (nel 2003, uno studio condotto da alcuni medici e ricercatori statunitensi, è giunto alla conclusione che la malattia di cui soffriva Roosevelt fosse probabilmente la sindrome di Guillain-Barré una malattia auto-immune del sistema nervoso periferico, e non la poliomielite. Questo studio non è stato appoggiato da alcuni ricercatori ed ha aperto un forte dibattito che non si è ancora concluso). Nel 1926, Roosevelt aveva fondato il progetto no-profit Georgia Warm Springs Foundation sul sito delle sorgenti termali che frequentava abitualmente, e che pare avessero qualche effetto benefico sulla sua malattia. Finanziata in origine grazie alla generosità di ricche celebrità, la Fondazione non riusciva però a raccogliere fondi abbastanza velocemente per tenere il passo con la diffusione della poliomelite, fortemente aumentata durante la Grande Depressione. Roosevelt decise così di fare appello alla generosità dell'intero popolo americano, varando la Fondazione Nazionale per la Paralisi Infantile, un'associazione di scienziati, medici e volontari, che contribuivano a finanziare la ricerca per un vaccino contro la poliomielite, e assistevano le vittime della malattia attraverso un programma di riabilitazione fisica. Venne supportato in questo dall'aiuto propagandistico di molti uomini di spettacolo, tra cui, su tutti, l'attore e cantante Eddie Cantor. Fu Cantor, durante un incontro con altri attori e produttori cinematografici negli studi della Metro-Goldwyn-Mayer, il 22 novembre 1937, a proporre il nome con cui l'iniziativa sarebbe passata alla storia. Nel corso della riunione, Cantor ricordò il successo dei 30 secondi di appello radiofonico per la raccolta dei fondi di soccorso dopo una catastrofica inondazione del Mississippi. Propose quindi l'applicazione di questa idea alla Fondazione Nazionale: "Sono sicuro che tutti i programmi radiofonici nazionali sarebbe d'accordo nel dedicare 30 secondi per questa grande causa!" Suggerì poi che il denaro raccolto dovesse essere diretto verso la Casa Bianca, in attesa dell'approvazione del presidente. Infine, dopo un altro momento di riflessione, aggiunse: "Potremmo chiamarla March of Dimes" Tutti i presenti approvarono La National Foundation for Infantile Paralysis venne ufficialmente costituita il 3 gennaio 1938, e il primo Radio appello per la March of Dimes ci fu nella settimana precedente il compleanno di Roosevelt, che cadeva il 30 di gennaio. Come lo stesso Cantor sottolineò: "La March of Dimes consentirà a tutte le persone, anche ai bambini, di mostrare al nostro Presidente che sono con lui nella sua battaglia contro questa malattia. Quasi tutti possono inviare un dime, o più monetine. Tuttavia, ci vogliono solo dieci monete da dieci centesimi per fare un dollaro e se un milione di persone inviano un solo centesimo, il totale sarà di $ 100.000." Lì per lì, l'ottimismo di Cantor si scontrò frontalmente con la notizia che l'appello aveva raccolto solo un pugno di monetine nei giorni dopo la prima trasmissione....solo 17,50 dollari erano stati inviati alla Casa Bianca in due giorni. Ma quello che seguì divenne un diluvio: entro il 29 gennaio, oltre 80.000 lettere con dimes e dollari invasero la Casa Bianca, e la corrispondenza ufficiale del Presidente fu letteralmente sepolta da una valanga di donazioni, per un totale di 2.680.000 monete da dieci centesimi o $ 268.000. Nella foto, vediamo Roosevelt che conta le monetine alla sua scrivania alla Casa Bianca La foto è in realtà del 1944, ma testimonia il persistere del successo della March of Dimes anche durante i duri anni della Seconda Guerra Mondiale...un successo culminato con la scoperta del vaccino Salk nel 1955. Oggi che la poliomelite è virtualmente scomparsa dal mondo occidentale (permangono alcune sacche in Nigeria e in alcune zone del sud dell'Asia) la March of Dimes Foundation, continua la sua attività, utilizzando i fondi raccolti per prevenire i difetti dei nascituri e combattere la mortalità infantile. petronius1 punto
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Coincards arrivate dalla zecca belga : 3 pezzi acquistati e 3 pezzi arrivati, rigorosamente con bordo bulgaro :D1 punto
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Proprio non ce la fate eh ..? Peccato Il sesquiducato e' una moneta bellissima, tra le piu' suggestive ( non la piu' bella forse) monete medioevali . La questione della supposta coniazione a Gaeta e ' ancora molto aperta non distinguendosi con assoluta esattezza gli esemplari coniati in tale zecca. Meriterebbe certamente ulteriori studi ed approfondimenti. Qualcuno sa se il problema sia stato affrontato in qualche articolo del BCNN ?1 punto
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Ciao, non so se faccio una cosa in linea con il Forum... ma ritenendo che si tratta di un'iniziativa a sfondo culturale e di tutela volevo segnalare a quanti interessati, la seguente petizione pro-salvaguarda di Pompei. http://www.change.org/p/salviamo-pompei-dal-silenzio?recruiter=39764173&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=email&utm_source=share_petition Ciao Illyricum :)1 punto
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Illyricum scusa, ma ho l'impressione che non ci siamo capiti. I punzoni venivano impressi nella superficie del conio. Cosa c'entrano tondelli , contromarche ee ribattiture all'altro lato? Non stiamo parlando di azioni svolte "sulla moneta" o sul suo tondello, ma di incisioni realizzate, tramite deformazione plastica, sul piano del conio, e che poi si sarebbero impresse su ogni moneta, né più né meno di quello che si fa anche oggi quando il positivo della raffigurazione ideata viene impresso su quello che diventerà il conio a tutti gli effetti e che potrà essere duplicato a volontà semplicemente re imprimendo il positivo suddetto ( in pratica un punzone che riporta tutta la moneta) su un nuovo fusto di acciaio che verrà poi usato come conio. Suggerisco la lettura del Finetti e un giro sul web per cercare un filmato della zecca, passato anche su Quark, in cui si può osservare l'intera lavorazione, dal gesso modellato in positivo , alla sua riduzione, sempre in positivo, su fusto in acciaio che diventa un punzone in positivo riportante l'intero disegno della moneta , fino alla sua impressione su quello che sarà il conio da usare, in negativo.1 punto
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Perché : "pensate a che lavoro e quanto tempo sarebbero stati necessari per una legenda al dritto tipo questa" Scusa, ma una volta fatti i 21 punzoni delle lettere, poi li usi su tutti i coni che vuoi, quindi, casomai è un risparmio infinito di tempo, rispetto all'incidere le lettere una per una su ogni conio. Senza contare che i punzoni non erano composti ognuno da una lettera ma erano "pezzi" di lettere da comporre, quindi con una decina di punzoni realizzavi qualsiasi lettera. Se controlli, molto spesso le "A" sono fatte con un "V" rovesciata e il trattino è lo stesso che poi veniva anche usato per la "G" aggiungendolo ad una "C" e per la "L" aggiungendolo alla "I". Le "X" non sono altro che due "I" incrociate e così via,le "R" sono costruite con una "I" una lunetta della "S" e il pezzetto della "L" e le "B" con le "P" e un'altra lunetta. le "O" con due "C" contrapposte. E si può continuare per un bel pezzo. quindi, alla fine, con pochi punzoni base, si poteva scrivere di tutto. E probabilmente lo stesso sistema era usato anche per le raffigurazioni, con accessori ( cornucopie, trofei, aste etc) già preparati e forse anche per i ritratti, il che spiegherebbe certe abbondanze numeriche di alcune emissioni che sembrano in contrasto con quella che si considera la vita media di un conio.1 punto
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Io piu' che "adotta una sammarinese al giorno" mi farei adottare da una sammarinese possibilmente con cittadinanza annessa.Almeno pago meno tasse;)1 punto
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bellissimo tondello ...moneta con disegno piu' rozzo delle altre...oserei dire piu' tozza...ma affascinante... 1665...LIVORNO sfora i 30000 abitanti....500 nel 1590....3000 nel 1608 !!! ... un incremento pauroso se si pensa agli anni in cui e' avvenuto e non del tutto scontato!!! ...in questo caso va di pari passo con lo sviluppo economico socio culturale , ma non e' sempre cosi. I D'Este fecero uguale ma non ebbero uno sviluppo esagerato come Livorno.1 punto
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Sono abituato a pensare che "a caval donato non si guarda in bocca".... E a rispettare il lavoro altrui. In ogni caso, definire lavoro misero quelle copertine e quelle rilegature mi pare davvero esagerato. Passi la diversità di fomato, ma ci sono certe cose in giro che..insomma..dai..definire il lavoro tipografico dell'editore Montenegro misero mi pare davvero ingeneroso.1 punto
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Ciao Claudio, confermo che non c'è alcun ritocco nella capigliatura e nel globo. Sappiamo oramai tutti che è l'ennesima base per destabilizzare l'ennesima discussione. Lasciamo quindi stare e pensiamo ad andare avanti per la nostra strada. Il nostro cammino è molto importante e non dobbiamo farci distrarre: un sassolino non potrà mai sbarrarci la strada. Ho già provveduto a segnalare la discussione allo staff che ancora non hanno preso provvedimenti per le diffamazioni che ho subito l'altra sera. Buona serata.1 punto
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rorey ha tirato in ballo ....l'Inghilterra....è gia, forse non tutti sanno che il buon cosimo...tollerava allegramente la pirateria.... La luga storia della presenza inglese a Livorno inizia simbilicamente il 25 giugno del 1573 con l'arrivo della "RONDINE " del capitano James Scott da Londra a Sauth ampton con campane stoffe piombo e drappi (carisei) pronte per essere scambiate con merci mediterranee orientali come seta spezie etc... In realta' erano viaggiate per il Levante gia dal 1511 ma poi per crisi economiche (....ahime' la storia si ripete) non tornarono prima degli anni '70.....ma i bee gees un c'erano !!! L'arrivo della RONDINE segna l'inizio di una rinnovata presenza degli inglesi nel Mediterraneo e per il futuro sviluppo di Livorno e' fondamentale. Quella nave apre la rotta per altre navi , ed in prospettiva , alla presenza stabile degli inglesi a Livorno. In quell'anno infatti arrivano anche la St,Mary of the Grief e la KIte....e via via fino ad arrivare ad olter cento navi in venti anni.Francesco I , che appezza tutto cio' dice di dare ogni comodo e honestotrattamento alla nazione inglese, che cominci a frequentare questo nostro porto con grande utile.Nel l nuovo rapporto tra Inghilterra e Mediterraneo il monopolio per il commercio con l'impero Ottomano,che Elisabetta I concede alla Levant Company (1581) e la revoca di quello gia concesso ad un mercante lucchese, per importare merci veneziane in Inghilterra ,danno l'idea di come l'inghilterra fosse pronta ad impadronirsi dei commerci nel mediterraneo. Dalla fine del '500 gli Inglesi trovano anche agevolazioni fiscali, infatti con la livornina del 1591 il Granduca Ferdinando I invita tutti i mercanti di " qualsivoglia nazione...ponentini Levantini Portoghesi Spagnoli, greci tedeschi hebrei e chi più ne ha ne metta !!!...a frequentare per i traffici il porto di Livorno. Nel 1593 con la seconda Livornina, concede ulteriori vantaggi agli stranieri residenti in citta'. Ma e' soprattutto con l'arrivo degli inglesi che si imprime un carattere particolare al porto, dopo che avevano gia provato ad affacciarsi nel '400 nel mediterraneo. Ora avevano una base privilegiata e benvoluta. ....poi c'è la chicca dei corsari...al servizio del granduca.....come il capitano Robert Thornthon che esploro' il rio delle amazzoni per conto del granduca nel 1608.... ma questa e' un altra storia ancora. La presenza inglese e' secondo me proprio fondamentale per la nascita e l'esplosione di Livorno nel Mediterraneo. saluti Erik1 punto
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Buonasera, non ho le foto delle monete di cui sono innamorato, molte di cui "tolleri del porto" di Livorno in alta conservazione, ho il 1685,1700,1703,1704 eccezionali ,non glie le feci e adesso mi torna molto scomodo andare a prenderle per fargli dei bei ritratti, ma un giorno gli scatterò due foto per condividerle con voi che le apprezzate in pieno anche se non siete come dice Mario tutti Toscani, son monete iconografiche dello spaccato di un epoca e di grande modulo e fascino. @@tommydedo metti anche le tue, quelle che posto qui sotto sono tutte in conservazione BB e molte le ho utilizzate nel tempo per fare permute con altre meglio conservate. sono tolleri, i primi di Ferdinando, molto rari e un mezzo tollero o chiamata Liburnina del 1683 con la raffigurazione del galeone sul retro.1 punto
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Veramente una moneta bellissima... e poi trovarla in circolazione al valore nominale fa sentire odore di giustizia a me, nel senso è pur sempre un 2 euro anche se più bello dovrebbe circolare un pochino :) e dare la possibilità a chi non vuole spendere cifre assurde di trovarlo1 punto
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Eccola qui, non mi sarei mai aspettato di trovarla. Non ci potevo credere. Taglio: 50 cent Nazione: Irlanda Anno: 2013 Tiratura: 948.559 Condizioni: BB Città: Roma No, dai scherzo, mica vi metto in guardia per questo ritrovamento ;) Una giornata fredda, la prima vera giornata invernale di quest'anno. Nulla di buono da aspettarsi, sempre la solita routine con poche possibilità di variazione. Mamma mi ha detto che aveva trovato una moneta "strana" dal macellaio. Apro la zip del borsellino, lentamente, anche se in me credevo sempre di più che fosse la solita moneta italiana luccicante che puntualmente mamma ritiene interessante, dato che per l'età non vede bene da vicino. Aperto. Vedo tante monete, ma solo due da 2€. Punto subito a quelle, cartina nuova entrambe, afferro subito quella più lucente, ma rimango deluso, un Cavour. Perdo le speranze, credendo che mia madre si fosse riferita a quella. Scoraggiato, inizio a passare in rassegna tutto il resto, partendo dall'altra bimetallica. Ha circolato molto, e si vede. La parte dorata è quasi marrone, patinata dalle ditate prese in tanti anni. La giro a metà: bordo italiano, ma lo avevo già intuito dal modo in cui era coniata. "Sicuramente un Dante", penso tra me. La giro tutta. Il mio sguardo cade su un cavallo, sì, un cavallo imbizzarrito. C'è una persona, poi, che cade. "Momento, Momento..." Torna tutto: disegno, taglio, bordo. Associo subito il soggetto alla moneta, ho tutto ben chiaro, istantaneamente. Non ci posso credere. La guardo, la tocco, leggo le scritte. A meno che non sia in un sogno, tutto ciò che mi accade è strano, bello, non riesco a capire più nulla. Sono sconvolto. Eccola qui, un fulmine a ciel sereno. Una bomba. Taglio: 2€ cc Nazione: Vaticano Anno: 2008 Tiratura: 0 (106.084 folder&busta) Condizioni: BB Città: Roma Note: News (e ci mancherebbe :blum: ) Dopo un po'di tempo assente attivamente in osservatorio questo è il miglior modo per ricominciare. Non riesco ancora a sedare l'emozione. Direi proprio che per questa moneta la mia firma non vale, la conserverò per sempre, non me ne separerò per nessun motivo. Pulita si notano meglio i segni di circolazione (non me ne vogliate :D ) Volevo segnalare che c'è un errore nel foglio news, lepro ha trovato il commemorativo belga 2014, non derek83, e non è stato trovato alcun 2€ commemorativo austriaco dello stesso anno :good:1 punto
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e per finire... Taglio: 2 euro Nazione: Germania F Anno: 2006 Tiratura: solo in divisionale Conservazione: BB Città: Milano1 punto
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Beh non voletemene, ma una sezione di monete medievali zecche italiane che col tempo ha subito il distacco della zecca di Venezia e delle zecche meridionali, senza dimenticare la Savoia... a mio modesto parere potrebbe aver influito un poco a raffreddare gli entusiasmi. Poi magari mi sbaglio.1 punto
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faccio un saltino di qua per dire la mia :) un tempo ero più attivo in questa sezione, anche se attivissimo non lo sono mai stato in quanto intervenivo essenzialmente solo in relazione a una specifica zecca cittadina, quella della mia città, l'unica che conosco e seguo. è vero però che ho aperto diverse discussioni (sempre con questa tematica) e che almeno una si è rivelata lungimirante e, per qualcuno di referenziato, anche illuminante :) attualmente faccio, immeritatamente, il curatore della sezione delle antiche imperiali... per fortuna sono in buona compagnia in quanto personalmente non credo di avere elevate competenze per "curare" una sezione di tale portata! tuttavia cerco di fare del mio meglio e di apportare anche lì il mio contributo fattivo in un periodo in cui (tutte le sezioni son paese! :D ) si lamenta il languire delle discussioni proficue di un tempo. credo che ci sia un momento di relativa calma (ma solo apparente) un po' in tutto il forum. o almeno in determinate sue sezioni. perché? per una concausa di eventi: - la stanchezza ciclica che affligge gli utenti della prima ora - l'elevato livello di specializzazione che ha raggiunto il forum e che, in un certo senso, può intimorire chi vuole aprire per primo una discussione - l'esigenza di un ricambio generazionale o comunque di nuova linfa - il quadro normativo che interessa la numismatica antica/medievale - la settorializzazione che hanno intrapreso molti utenti che si sono specializzati in particolari tematiche e che quindi intervengono solo in relazione a quelle (io stesso praticamente intervengo e apro solo discussioni inerenti al III secolo e/o, come dicevo, alla mia zecca cittadina) - la mancanza di tempo di molti della vecchia guardia e, anche della nuova! - e, perché no, la mancanza di qualche moneta frutto di un eccezionale ritrovamento sulla piazza commerciale o virtuale che accende gli animi e apre al confronto e alla nascita di nuove teorie/ipotesi/discussioni... ma, in questo caso, le monete non possiamo inventarcele quindi... finché non appaiono, di che si discute? - una stanchezza generale, quella c'è, c'è sempre e sempre ci sarà perché fa parte dei casi della vita siamo un po' ottimisti e... rilanciamo noi per primi che notiamo questo momento un po' "in adagio" aprendo discussioni, postando monete delle nostre collezioni, aprendo interventi divulgativi e altro... non necessariamente bisogna puntare al "contenuto sublime". mai come in questo momento, se l'esigenza è quella di attirare e richiamare nuova linfa, c'è da puntare al "contenuto onesto": semplicità, chiarezza e abc perché la numismatica non dev'essere un hobby/scienza/passione d'élite, ma una sana passione che tutti possono coltivare e a cui tutti possono contribuire.1 punto
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