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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/14/14 in tutte le aree
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Carissimi, posto le immagini di un denaro di Lucca in cui la legenda del dritto si sviluppa in senso antiorario, probabilmente frutto del lavoro di un incisore di coni alle prime armi. Si tratta comunque, a mio avviso, di una moneta interessante. Il diametro è 16 mm, il peso 0.59 g. Un caro saluto, Valerio3 punti
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Il Tempio di Giano era ubicato in due diversi Fori di Roma , quello piu’ recente era un luogo di culto costruito agli inizi della prima guerra Punica nel Foro Olitorio , vicino a quelli di Giunone Sospita , di Spes e della Pietas , fu restaurato per l’ ultima volta da Augusto ma portato a termine da Tiberio nel 17 , che forse a lavori ultimati lo dedico’ poi alla Spes . Nel Foro romano esisteva pero’ un altro importante e piu’ antico Tempio di Giano , fatto risalire fin dai tempi del secondo re di Roma Numa Pompilio ; era composto in origine essenzialmente da un piccolo edificio a due porte a forma di arco con due ingressi , uno di fronte all’altro , la sua forma ricordava un cubo leggermente allungato su di un lato , di questo piu’ antico Tempio trattiamo . Questo Tempio era il più antico e importante santuario di Giano , la divinità autoctona italica romana bicipite , che proteggeva ogni ingresso ed ogni inizio di guerra , favorendone l’ esito vittorioso . La statua della divinità era collocata al centro dei due ingressi , che forse rappresentavano due porte della Roma Quadrata , l’orientale e l’occidentale . Della forma reale dell’ edificio restano soltanto rappresentazioni nelle monete di Nerone ; il Tempio veniva chiuso durante i periodi di pace . Il Tempio venne aperto per l'ultima volta sotto il regno del giovane Imperatore Gordiano III , prima della sua partenza per una campagna militare contro i Sasanidi nel 242 . Di questo Tempio non si conosce l’ubicazione precisa nel Foro non essendo rimasta nel terreno alcuna traccia , ma da Procopio di Cesarea ci giunge in questo senso una testimonianza molto importante . Procopio da Cesarea , nel suo "De Bello Gothico" , si rivela una vera miniera di informazioni ditette su Roma in generale , sui suoi monumenti e dintorni di Roma nel VI secolo , ci racconta che durante il primo assedio di Roma da parte dei Goti di Vitige , la popolazione romana , esasperata dalla durezza dell'assedio , tentò di forzare le porte del Tempio di Giano , ma senza riuscirvi completamente . Dobbiamo molto a questo storico e filosofo bizantino , da tutti annoverato come obiettivo e preciso nei suoi scritti , non sfacciatamente di parte bizantina , tanto da non lesinare ammirazione e una forma di rispetto verso i Goti , per questo i suoi scritti godono fama di assoluta verita’ storica . Leggiamo la sua testimonianza diretta , la descrizione dell’ ubicazione precisa nel Foro Romano del Tempio di Giano e la sua struttura , Libro I , Tomo XXV : “……..Allora avvenne pure che alcuni Romani sforzassero le porte del Tempio di Giano tentando di aprirle di soppiatto . Questo Giano era il primo di quegli Dei antichi che i Romani nella lingua loro chiamano : Penati . Egli ha il suo Tempio nel Foro , di contro al Senato , poco piu’ in la’ di : Tria Fata , che cosi’ chiamano i Romani le Parche . Quel Tempio e’ tutto in bronzo , di forma tetragona , e grande tanto da coprire la statua di Giano . Questa statua anch’essa in bronzo e’ alta non meno di cinque cubiti ( circa metri 2,50 ) , in tutto il resto ha figura umana salvo che ha la testa con due facce , delle quali una e’ volta ad oriente , l’ altra ad occidente . Dinanzi a ciascuna faccia sonvi porte di bronzo , le quali secondo l’antica costumanza romana in tempo di pace e di bene si chiudevano , quando invece si stesse in guerra si aprivano . Venuta pero’ quanto mai in onore presso i Romani la fede cristiana , queste porte non aprivano mai piu’ , neppure quando fossero in guerra ; in quell’ assedio tuttavia alcuni che avevano in mente, secondo io credo , l’ antica religione , si attentarono ad aprirle di soppiatto , senza pero’ riuscirvi totalmente , salvo che le porte non combaciavano piu’ tra loro come prima . Rimasero ignoti coloro che questo tentarono , ne’ in tanto trambusto di cose se ne fece inchiesta veruna . dacche’ ne fu avvertito dalle autorita’ e neppure il volgo , ad eccezione di ben pochi , ne venne a sapere” Da queste parole di Procopio possiamo ricavarne due considerazioni , la prima riguarda il Tempio , e’ ben chiaro il perche’ del Tempio non sia rimasta alcun traccia , essendo costruito completamente in bronzo , statua compresa , nelle epoche successive a Procopio sara’ stato demolito e fuso per ricavarne l’ abbondante e prezioso metallo , la seconda riguarda la presenza a Roma di uomini che ancora in pieno VI secolo apertamente o di soppiatto erano ancora legati per tradizione alla vecchia religione pagana e alle sue antiche usanze , tanto che nel corso della guerra gotica furono portati a Roma ed interrogati aruspici etruschi per scongiurare la capitolazione e la conquista della Citta’ da parte di Totila . Fortunatamente oltre allo scritto di Procopio , abbiamo in aiuto anche la numismatica con la testimonianza delle numerose monete del Tempio di Giano emesse da Nerone , l’unico Imperatore che ci ha tramandano la struttura di questo antico Tempio , anch’esso bifronte come la divinita’ in esso venerata ; tutte le monete sono con due diverse versioni del Tempio . Facendo riferimento al nord e alla direzione della testa di Nerone , si puo’ ricavare quale porta era raffigurata , se la occidentale o la orientale , la cui porta veniva aperta , od entrambe , se la guerra proveniva da oriente o da occidente . La chiusura del tempio di Giano avvenuta appunto sotto Nerone e rappresentata nelle monete in foto , consacrava il protettorato di Roma sull’Armenia . La leggenda PACE P(opuli) R(omani) TERRA MARIQ(ue) PARTA IANVM CLVSIT , ne sanciva l’ evento . Sotto due bellissimi sesterzi di Nerone con raffigurato al rovescio il Tempio di Giano , con la legenda PACE……..…CLUSIT , con le due opposte porte , orientale ed occidentale ; un Asse repubblicano con Giano e inoltre ruderi attualmente esistenti del Tempio di Giano di epoca repubblicana sito nel Foro Olitorio sul fianco destro della medievale Chiesa di San Nicola in Carcere , costruita sopra i resti forse del Tempio della Pieta’ o di Giunone Sospita . Occorre dire che per quanto riguarda questi ruderi del Tempio di Giano del Foro Olitorio , non e' sicuro che appartengano a questo Tempio o piuttosto a quello della Spes ; comunque la tradizione antica lo da ubicato come il piu' vicino , dei tre , al Teatro di Marcello , li' appresso , a pochi metri dal Tempio .2 punti
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Signor Giorgio Gualdi, così gentile e formale nei suoi messaggi, le consiglio di rivedere anche le inserzioni appena messe sul nostro mercatino: mi riferisco a quel lotto di 2 monete, che arrivano appena al BB, proposte come FDC.2 punti
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Lasciale "gioire" nella loro patina. La patina è la storia della moneta, non bisogna MAI togliere la storia. Non fare alle monete quello che certe persone si fanno con il lifting: alcune perdono la loro personalità. Le monete hanno una personalità propria che si chiama fascino dettato dalla patina. La moneta è storia vissuta, se togli la patina togli loro la storia e le fai diventare comuni pezzi di metallo, anche se sono rarità.2 punti
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@@Legio II Italica Ciao Claudio, bellissimo scritto Giano era un dio amato anche dalle altri genti italiche..se voi a Roma non ne avete più traccia, Ti posto l'ingresso del tempio di Giano che è presente dalle mie parti A conferma dell'importanza di Giano per le altri genti italiche, non dimenticherei, da un punto di vista numismatico, il quadrigato, forse la prima moneta in argento della storia di Roma, con Giano imberbe al diritto Ti Saluto Eliodoro2 punti
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Taglio: 20 cent Nazione: Olanda Anno: 2006 Tiratura: 100.000 Condizioni: SPL Città: Bruxelles2 punti
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Scot utilizzò per il dime lo stesso disegno delle altre monete d'argento da lui realizzate, dall'half dime al dollaro. Per Miss Liberty, si basò probabilmente sul disegno di una nota esponente dell'alta società di Philadelphia, Ann Willing Bingham, moglie del politico William Bingham, fornitogli dal pittore Gilbert Stuart, famoso tra i numismatici soprattutto per il ritratto di George Washington che campeggia sulla banconota da un dollaro. Miss Liberty è una formosa matrona, dai lunghi capelli arricciati appena contenuti dal nastro e dal fiocco. Il suo volto è dotato di una dignità che rimanda a certi busti in marmo dell'antichità classica, Minerva o la Dea Roma, il tipo di antichità che stava arrivando proprio allora nel Nuovo Mondo, sotto forma di calchi in gesso che costituirono una fonte di ispirazione per molti artisti americani. Intorno a Miss Liberty sono 15 stelle, nell'emissione del 1796, 13 o 16 in quella del 1797. Le stelle stavano a indicare gli Stati costituenti l'Unione. Erano 15 quando furono coniati gli esemplari del 1796, ma nel giugno di quell'anno si aggiunse il Tennesse, e così nei primi esemplari coniati nel 1797 le stelle diventarono 16. Ma poi ci si rese conto che se fossero continuati ad entrare Stati, e si fosse continuato ad aggiungere stelle, la cosa sarebbe presto diventata ingestibile. Si decise così di limitarle a 13, tante quante le colonie inglesi che avevano dato vita al primo nucleo degli Stati Uniti, e una parte dei dimes del 1797 fu coniata con questo numero. L'aquila al rovescio, in piedi sulle nuvole all'interno di una corona di palme e rami d'ulivo, non è il ritratto dell'animale in natura, ma deriva piuttosto da una tradizione, lunga almeno una generazione, di sculture americane in legno, decorazioni su porte, fregi sulle poppe delle navi e insegne di negozi. In nessuna parte della moneta compare il valore, sotto nessuna forma...per questo bisognerà aspettare il 1809. petronius2 punti
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Seguire la moneta è per me come viaggiare nell’autostrada della storia, ogni tanto esci ad un casello (moneta che guardi e riguardi che ti rigiri tra le mani, prima di chiudere gli occhi e sognare) ed esplori il territorio circostante, apprendi gli usi ed i costumi della gente che ci vive, rivivi la loro storia. Viaggiare in Europa, tutto sommato è abbastanza semplice; problemi geografici, se ce ne sono, sono contenuti…qualche puntatina “fuori porta” più o meno l’abbiamo fatta tutti e dove non siamo stati ci vengono in aiuto le reminiscenze scolastiche, un po’ più ostico è muoversi su territori a noi quasi sconosciuti così; quella monetina degli “Arsacidi” mi ha messo in crisi…mi sono piantato e prima di parlare dei Parti e delle loro monete è stato giocoforza tornare sui banchi di scuola a studiare la geografia Ve la ripropongo come la vide G.W Rawlinson molti, molti anni fa e se volete rifare il viaggio con me…accomodatevi: in carrozza signori si parte, destinazione la Partia per conoscere il popolo che per circa 500 anni ( dal 250 ca. A.Ch. al 250 ca. A.D.) vi prosperò e le sue monete. La Parthia classica, il primo insediamaneto ( alla luce delle attuali nostre conoscenze) del popolo Partico era, similmente alla Persia Classica ed alla Macedonia Classica, una striscia di terra di scarsa dimensionalità che si estendeva dall’angolo Sud-Est del Mar Caspio verso un restringimento a Sud Est costituito da una regione montagnosa connessa, ad una estremità con l’altopiano di Elburz, che costeggia il Caspio da Sud e dall’altra con il Paropamisus o Kush Indiano. Sul lato opposto, verso Nord e verso Sud si allunga, per centinaia di miglia una desertica distesa di sabbia e ghiaia nota al Nord come “Deserto del Khorasan” o “Khiva”, al Sud come grande “Deserto salato dell’Iran” tra questi si trova una striscia di terreno relativamente ricca e produttiva; tra il 54° ed il 61° meridiano. Una distanza di circa 7° che tradotto in miglia significa una lunghezza di ca. 300 miglia per una larghezza di ca. 2° – 3° mediamente pari a ca. 170 miglia. Questa regione, almeno relativamente al periodo di cui abbiamo coscienza storica ospitava due paesi, appartenenti a due diverse genti, noti rispettivamente come: Parthia ed Hicarnia. Tracciare una linea di confine tra i due è praticamente impossibile tuttavia è abbastanza probabile che l’Hicarnia fosse situata a Nord-Ovest mentre la terra abitata dai Parti si trovasse ad Est ed a Sud. All’Hicarnia appartengono le vallate di Ettrek e del Gurghan, mentre le regioni a Sud ed i versanti delle valli che costeggiano le catene montagnose a Sud, da Damaghan a Shebrino e le valli del Tejend, oltre alle rive del Nishapur costituiscono il paese di quest’ultimi. I confini della Partia classica, così come definiti, corrispondono, grosso modo alla odierna provincia Persiana del Khorasan che come già detto si estende da Danaghan (long. 54° 20’) ad Ovest, sino allo Heri-rud o: Riva di Herat ad Est e comprende l’attuale distretto di Damaghan, Shah-rud; Sebzawar, Nishapur; Meshed; Tersheez e Shebri-no. La larghezza è mediamente di un centinaio o poco più ( 120) miglia. La superficie è valutata in 33.000 miglia quadrate, quasi eguale alla dimensione di: Irlanda, Bavaria o Santo Domingo. La regione è ricca e produttiva e la parte montagnosa è costituita da quattro o cinque distinte catene montuose tra loro separate da valli longitudinali ricche di boschi. Ai piedi dei rilievi, il terreno pianeggiante è fertile ed ubertoso, abbondante di corsi d’acqua che si raccolgono in fiumi che raggiungono anche dimensione notevole. I fiumi più importanti sono: il Tejend alimentato da diverse sorgenti che si trovano sulle montagne centrali, anticamente note come:Labus o Labuta ed oggi chiamate Alatagh; il decorso del fiume va verso Sud e passata Merhed, in un punto poco oltre il 61° meridiano, devia a sx. volgendo verso Est, poco a Nord-Est dell’Heri-rud Dopo aver ricevuto le acque dell’Heri-rud fa una seconda ed ancor più brusca deviazione a sx. per correre in direzione Nord, Nord-ovest; passato Sarrakhs, sito Russo posto ai piedi della regione montagnosa partica del Nord, oggi nota come: “Montagne del Kurds” si impantana in una palude estesa tra il 57° ed il 58° parallelo. Il fiume di Nishapur è un piccolo fiumiciattolo che nasce dalle montagne che chiudono da tre lati la città omonima e scorre in direzione Sud, Sud-ovest verso il deserto iraniano. L’acqua è pressochè totalmente utilizzata per l’irrigazione della fertile pianura che si trova a Sud di Nishapur; ma il corso del fiume è sempre individuabile almeno sin dopo Tersheez, in pieno deserto ed in qualche stagione di abbondanza l’acqua arriva sino a quell’arida distesa di sabbia. Le vallate di questi due fiumi costituiscono la parte più fertile e produttiva dell’intero territorio; ma in antico il tratto che maggiormente era valorizzato ed in cui viveva la maggior parte della popolazione,sembra essere stato quello che ci è oggi noto come “Atak” o “Skirt” il territorio coltivabile che si estende a Sud, tra i piedi delle alture ed il deserto. Lungo tutta la regione da Damaghan a Tersheez le montagne degradano in rapida successione ed i ruscelli, torrenti e fiumi rendono la terra facilmente lavorabile con poca fatica e scarso impegno lavorativo anche a distanza di quatto o cinque miglia dall’insediamento agricolo. Se vengono poi realizzati accorgimenti per operare riserve ed accumuli di acqua o canali di distribuzione sotterranei, il ritorno economico è più che pagante. I tanti resti di città, nell’intero Atak, oggi ridotte a cumuli di macerie sono sufficiente indice della benevolenza che “Madre Natura” ha riservato a questa fascia del paese, solo se assecondata dall’attività e dalle capacità dell’uomo. D’altro canto i tratti montani di cui il paese è dotato sono in netto contrasto con le valli solcate dai molti fiumi ed alla fascia orientale del territorio; la parte montana è per la maggior parte, sterile, il terreno accidentato e povero di legname, solo in grado di procurare un minimo di pastura alle greggi ed agli armenti. Altro di rimarchevole non c’è se non il fatto che i rilievi non sono molto elevati, rispetto ad esempio al monte Demavend, nell’Elburz, a Sud del Caspio, la cui cima supera i 20.000 piedi ed altezza di poco superiore è raggiunta da molte vette della catena montagnosa del Paropamisus; nella Parthia la cima più elevata non supera i 10.000 od al massimo 11.000 piedi. Il territorio più a Nord, oggi chiamato: Danian - i – Kob è quello più elevato ed è caratterizzato dalla scortesia delle tribù del Kurdish, che la abitano, nei confronti degli stranieri. La parte centrale che volge verso Ovest, è chiamata: Alatagh mentre quella volta ad Est: Macrabea è considerevolmente più bassa, rispetto alla prima. La regione centrale posta a Sud si trova più o meno allo stesso livello di quella che volge ad Ovest e viene chiamata indifferentemente: Djuvein o Jaghetai. Il clima della Parthia classica, secondo gli scrittori antichi era estremo: eccezionalmente caldo nel fondo valle e particolarmente rigido sulle montagne; ma i moderni viaggiatori sono più propensi a modificare questa affermazione e ci dicono che gli inverni, sebbene si protraggano più a lungo nella stagione, non sono poi tanto inclementi ed il termometro raramente scende alla notte, sotto i 10 – 12 °F mentre di giorno anche nei mesi di Dicembre e Gennaio che costituiscono il periodo più freddo dell’anno, si assesta tra 4 e 5 °F La stagione fredda inizia ad Ottobre e continua sino alla fine di Marzo quando tempeste di neve e di grandine annunciano l’arrivo della primavera. Durante l’inverno la quantità della neve caduta è tale che nelle vallate permane sino a Marzo, più a lungo sulle montagne ed è fonte di alimentazione, tra primavera e l’inizio dell’estate dei corsi d’acqua che scendono a valle. In piena estate la calura è elevata, soprattutto nelle regioni note come: Atak o Skirt e qui il vento malsano che spira dal deserto del Sud si percepisce come un terribile flagello. Sugli altopiani la calura non è così intensa e gli abitanti, per difendersi dal caldo si trasferiscono per circa un mese all’anno negli alloggiamenti di alta montagna. Nonostante i moderni visitatori della zona riferiscano che nel paese, solo scarsamente popolato di foreste, ancora sono presenti: il pino, il noce, il sicomoro, il frassino,il pioppo, il salice, la vite, il gelso, l’albicocco e numerose altre piante da frutto, nei tempi passati sembra che, ferma restando la tipologia delle piante sopra menzionate, la loro quantità dovesse essere di gran lunga maggiore. Strabone dice che il territorio era densamente alberato ed anche se le piante indigene sono: lo zafferano, la pianta assofaetida e la gomma ammoniacale, la fertilità del terreno è tale che crescono bene anche l’orzo ed il cotone; per l’orzo poi abbiamo un indice di resa di 10:1 praticamente senza cure di coltivazione mentre se si praticano le usuali lavorazioni agricole il rapporto sale 100:1 La resa sul riso, secondo alcune testimonianze raggiunge il 400: 1 Nella zona montagnosa abbonda la selvaggina ed i corsi d’acqua sono ricchi di pesce. Tra i prodotti minerali ricordiamo: Sale, Ferro, Rame e Piombo ed in montagna si possono estrarre pietre preziose di specie diverse , in particolare i Turchesi. Partendosi da questa ristretta; ma discretamente produttiva regione i Parti ampliarono gradualmente il loro dominio sino a coinvolgere la maggior parte dell’Asia Occidentale. Subito dopo essersi assicurata l’indipendenza i Parti attaccarono i loro vicini confinanti dell’Ovest: l’Hicarnia Era l’Hicarnia un paese geograficamente connesso, nel senso più stretto del termine, con la Parthia a questa molto simile nelle caratteristiche generali; ma più ricco, più caldo, più vivibile. L’Hicarnia occupa la metà occidentale della regione appena descritta che si estende dal Mar Caspio all’Heri- Rud mentre la Parthia ne è il completamento orientale. Composta per la maggior parte dalle due fertili vallate di Gurghan ed Ettrek, con inclusa la catena di montagne che le divide, l’Hicarnia è un paese pittoresco, ricco di alberi e grande più o meno come la stessa Parthia; ma notevolmente più produttivo. Sui declivi dei monti crescono querce, faggi, olmi, ontani ed il ciliegio selvatico, qui sorgono dal terreno arrampicandosi con i pampini ed estendendosi da albero ad albero, come grandi festoni, le piante della vite. Sotto la loro ombra il suolo è ricoperto dei fiori più disparati, dalle primule alle violette, dai gigli ai giacinti ed altre specie a noi sconosciute. Il terreno del fondovalle costituisce un grande prato con soffici e molli erbe in grado di assicurare la pastura di numerosi greggi ed armenti. Le foreste brulicavano di selvaggina mentre verso la foce dei fiumi, dove il terreno è per lo più paludoso, pascolavano grandi branchi di cinghiali che costituivano un ottimo bersaglio per la caccia. L’Hicarnia era regione ricca e fertile, descritta da Strabone come :”Altamente favorita dal Cielo” la sua straordinaria fertilità era in grado di far produrre ad un singolo vigneto nove galloni di vino ed una sola pianta di fichi riusciva a produrre 90 bushels di frutti; il frumento poi non necessitava di semina; ma si rigenerava spontaneamente dopo il precedente raccolto. Non molto dopo la conquista dell’Hicarnia le armi partiche si diressero verso il paese di Mardi. Questa regione confina ad Ovest con l’Hicarnia ed è sostanzialmente costituita dal tratto montagnoso che a Sud del Mar Caspio rappresenta una continuazione delle tre catene della Partia e che va generalmente sotto il nome di Elburz. Non è ben chiaro il confine occidentale del territorio mardiano; ma con buona probabilità si estende per ca. due gradi, dal confine di Damagan sino alla grande montagna di Demavend ( da 54° a 52° di log. Est) Il territorio viene generalmente descritto come interamente accidentato e montagnoso ma che tuttavia comprende anche la zona tra la base delle montagne ed il Caspio, quella che è la parte più ad Est dell’attuale Mazanderan. E’ questo un ricco terreno alluvionale pianeggiante, appena sopra il livello del mare e via, via, elevandosi in collinette sempre più alte,che fanno da contrafforte allo altipiano, che fu il cuore del territorio di Mardi. Qui alte sommità rocciose si alternano ad impenetrabili foreste; il fianco nord delle montagne, vicino alla vetta, è coperto da querce nane, cespugli e sottobosco impenetrabile mentre la parte più in basso è coperta da foreste di olmi, cedri, castagni, faggi ed alberi di cipresso. Gli orti ed i frutteti coltivati dai nativi sono disseminati lungo gli ammassi della foresta primordiale e si presentano di superbo aspetto, la vegetazione è lussureggiante; abbondano: Limoni, arance, pesche, melograni assieme ad altri vari frutti mentre riso, canapa, canna da zucchero, gelsi crescono rigogliosi e la vite la fa da padrona nelle vallate disseminate da arbusti e fiori di straordinaria fragranza tra cui spiccano le rose ed il cerfoglio. Madre Natura, dispensatrice di tanti straordinari vantaggi, vi ha posto a guardia la: “Tigre” altrimenti sconosciuta in altre parti dell’Asia Occidentale che, nascosta dalle giungle, è pronta a balzar fuori ed aggredire, in ogni momento, l’incauto viaggiatore che si avventuri in quelle zone. Frequenti sono anche le inondazioni che portano diffuse ed estese desolazioni, l’acqua fuoriuscita dall’alveo dei fiumi, ristagna nelle paludi e durante la calura estiva ed autunnale rilascia esalazioni mefitiche e pestilenziali che sono fatali agli stranieri e creano una profonda selezione naturale anche nei confronti dei nativi. Per tutti questi motivi il territorio mardiano non presentava eccessiva attrattiva nei confronti dei conquistatori se non per il fatto che si trovava sul passaggio obbligato verso altre più salubri regioni un anello indispensabile della catena che tiene unito l’Est con l’Ovest ed attraverso il quale possono essere riuniti, in un unicum, i frammenti dispersi di quel grande impero Persiano che ebbe origine con Ciro e che fu distrutto da Alessandro. Il terzo settore che i Parti annessero al loro territorio fu quella parte della Media costituita da un aspro sperone che fuoriesce dalla montagna dell’Elburz circa 52° 20’ Est e che si proietta nel deserto originando una netta divisione tra Est ed Ovest. Il tratto immediatamente ad Ovest dello sperone, fa parte della Media antica, nota come: Media Rhagiana, dal nome Rhages della sua capitale, situata in un angolo tra lo sperone e la catena montagnosa principale, a non grande distanza dall’altra. Poco dopo la conquista della Mardia, la Partia invase questo territorio ed andò a stabilirsi in un luogo oggi chiamato Charax, molto vicino allo sperone, con ogni probabilità nel sito che al giorno d’oggi porta il nome di: Uewanikif e da qui, un poco alla volta, sciamò nel resto della Rhagiana prendendo possesso dell’intero territorio sino a Kaswin, verso Ovest e sino a Kum, verso Sud. Era questo un distretto di notevole dimensione, lungo 1.500 miglia, dallo sperone sino a Kaswin e largo circa 800 miglia dalla montagna Elburz a Kum; si tratta di un altopiano elevato 3.000 – 4.000 piedi sul livello del mare, caratterizzato da clima secco e salubre; ma con suolo di bassissima qualità. Parte dell’altipiano si prolunga nel grande deserto Iraniano centrale ed è assolutamente improduttivo mentre il resto presentava una sia pure scarsa fertilità. Nonostante l’elevata salinità, in presenza di notevole quantità di acqua, poteva produrre cereali e foraggio sufficienti a sostenere una popolazione abbastanza numerosa. Il successivo movimento di espansione dei Parti avvenne in direzione opposta: verso Est ov’essa si trovò a contatto con la Bactria, stato di considerevole potenza, cresciuto simultaneamente alla Partia e che aveva saputo assorbire molto del territorio circostante. Il primo attacco alla Bactria fu parziale e portò come risultato la conquista di due piccole province note come: Turiun ed Aspionus. Non ci è nota l’esatta ubicazione di questi siti che dovevano tuttavia trovarsi ad Ovest del territorio Bactriano e probabilmente erano distretti posti a Nord del Paropamisus, sulle sponde o del Murghab o dell’Ab-i-Kaisar. Il territorio annesso con la conquista era poco più che insignificante; ma ben presto ad esso vennero ad aggiungersi altre e ben più significative conquiste. Dopo questa acquisizione, ancora una volta l’attenzione dei Parti si rivolse ad Occidente e fu la Media, il grande paese che aveva primeggiato sull’Asia Occidentale ed esercitato il suo dominio dalle chiuse del Mar Caspio all’Halis e dal monte Araxes sino all’Istahan, a farne le spese. Assoggettata prima dalla Persia e successivamente da Alessandro Magno era stata confinata in più ridotte frontiere ed allo stesso tempo suddivisa in tre province: Media Rhagiana; Grande Media e Media Atropathene. Già abbiamo visto come i Parti abbiano preso possesso della Media Rhagiana adesso il loro interesse era rivolto alla Grande Media; era questo un territorio molto ampio, situato tra il 32° ed il 37° parallelo che si estendeva dal gran deserto salato dell’Iran, verso Est, sino alla catena montagnosa dello Zagros, ad Ovest. La sua lunghezza, da Nord a Sud, era di quasi cinque gradi, ovvero di ca. 350 miglia e la sua larghezza, da Ovest ad Est di ca. 4 °, più o meno 240 miglia. L’intera area non deve aver avuto estensione maggiore di 800 miglia quadrate che è poco meno del Regno Unito più Germania ed Austria messe assieme. Il paese è a sua volta diviso in due parti: l’Occidentale e l’Orientale. La parte Ovest rappresenta poco più della metà del paese e si spinge sino ai limiti della vasta regione montagnosa dello Zagros; è un paese in cui valli e monti si alternano in successione con ampie pianure molto produttive e per la maggior parte pittoresche e di una bellezza incomparabile. La parte più elevata della zona montana è spoglia ed accidentata; ma solo nelle cime più elevate, mentre più in basso è densamente coperta da foreste e le valli sono interamente occupate da frutteti e giardini dove abbondano: Noci, platani, querce nane, salici e pioppi ed occasionalmente compaiono anche frassini e terebinti ( Pistacia –Terebintus). Le piante da frutto vedono, accanto alla vite, il gelso, il melo, il pero, le mele cotogne, le prugne, mandorli, noccioli, castagne, l’olivo, la pesca, la pesca noce e l’albicocco. Il territorio ad Est dello Zagros presenta un forte contrasto, rispetto alla regione posta ad occidente; qui le montagne si elevano quasi a picco sul piano e sfociano in un altopiano sabbioso e ghiaioso in cui spesso affiorano depositi di sale ed efflorescenze saline chiamate: “Kavir” L’altopiano, attraversato da creste rocciose prive di terreno coltivabile, non in grado di far vegetare neppure un cespuglio od un ciuffo d’erba, è solo scarsamente irrigato da corsi d’acqua e pozzi spesso con acque salmastre. Se si fa eccezione per i punti dove affiorano i depositi di sale e le inflorescenze saline, il pianoro può ancora offrire una buona produzione di grano, se solo sufficientemente irrigato, da qui la presenza di un sistema di irrigazione detto “Kanats” la cui origine si perde nella notte dei tempi. Ovunque i piccoli corsi d’acqua ed i ruscelli che scendono dalle montagne e che, se lasciati a sé stessi sarebbero quasi immediatamente assorbiti dalle sabbie del deserto, vengono invece convogliati in cunicoli sotterranei, a considerevole profondità dalla superficie e fatti scorrere per molte miglia nel piano. Ogni tanto una apertura consente all’acqua necessaria all’irrigazione, di sgorgare in superficie ed in questo modo gran parte della pianura è resa coltivabile. La conquista della Grande Media raddoppiò i domini della Partia e nel contempo accelerò il processo di acquisizione di ulteriori e più importanti conquiste. La parte occidentale della Grande Media apre al ricco e prezioso paese, originariamente noto come Elam ed oggi come Kissia o Susiana. E’ questa una striscia di terreno molto produttiva che si interpone tra la catena dello Zagros e la sponda del Tigri e che si allunga per circa cinque gradi, ovvero ca. 350 miglia da Nord-Ovest a Sud- Est con una larghezza media di 150 – 160 miglia. Come già abbiamo detto la Grande Media è costituita da due regioni tra loro contrastanti, la parte occidentale è formata da una striscia di pianura alluvionale fertile che si estende dal Tigri ed il piede delle montagne; bene irrigata da numerosi e copiosi corsi d’acqua quali : il Jerachi, il Karun, il Keykhah, il Diala ed altri che sono in grado di irrigare quasi per intero, la parte pianeggiante del paese. Oltre questa regione, verso Oriente si trova ancora una zona amena, per quanto costituita da montagne che si alternano a valli ed altopiani anch’essi ricchi di bellissime, piccole vallate, dove abbondano alberi e zampillanti ruscelli che confluiscono in fiumi d’acqua limpida e fresca…poi la maggior parte della regione diventa montagnosa ed incoltivabile. Si susseguono allineamenti di rocce nude ed a precipizio nei crepacci biancheggianti di neve sino all’estate, man mano che ci si sposta verso Nord – Est. Le pendici più in basso delle montagne sono ancora coltivabili e le valli brulicano di frutteti e piante che forniscono una eccellente pastura; questa regione somiglia molto alla parte Occidentale della Grande Media, di cui ne è la continuazione, tuttavia, man mano che si procede verso Sud Est, nel paese di Bakhiyar che si congiunge all’antica Persia, il carattere della regione si deteriora, le montagne diventano più spoglie, più aride e le valli più anguste e meno fertili. Il Fato decise che i paesi adiacenti di: Babilonia e Persia dovessero sottomettersi alla Partia, quasi senza colpo ferire. Babilonia si estende dal Golfo Persico, su entrambe le rive dell’Eufrate, dalla foce, all’estremo limite Nord della pianura alluvionale, sino in prossimità di Hit sull’Eufrate e di Samarah sul Tigri: una distanza di ca. 400 miglia per una larghezza di ca. 180 miglia; ma la media è stata stimata in non più di 60 – 70 miglia, ed una area che non eccede le 25.000 miglia quadrate. La qualità del suolo era tale da farla ritenere il più grande granaio del mondo. Secondo Erodoto. Frumento, orzo e miglio che costituivano le granaglie principali, davano rese di 200: 1che in un qualche caso potevano arrivare a 300: 1 Lungo il corso dei fiumi erano numerosi i palmeti che producevano datteri di ottima qualità e sotto il primo Re Achemenide, quando il cibo alla Corte era fornito da ciascuna delle province, di volta in volta, lungo il periodo dell’anno, Babilonia aveva il dovere di rifornire di derrate la Corte per ben quattro mesi tanto che, rispetto alle risorse dell’impero, si poteva dire che ne rappresentasse 1/3 L’irrigazione era tanto capillare che l’intero paese era coltivato e trasformato in un grande giardino. A Babilonia la Partia ereditò tutti i vantaggi dell’antica civilizzazione e dovette solo curarsi di mantenere in ordine i lavori che già erano stati eseguiti: canali, chiuse, dighe ed argini per derivare, da una sola provincia, tutto il fabbisogno di cibo della sua intera popolazione. La Persia si trova diametralmente opposta a Babilonia, verso Est e Sud – Est; si estende lungo la sponda Sud – Est del Golfo Persico, dai più intimi recessi del Golfo, vicino a Mashur, sino a Capo Jask, un piccolo insediamento sullo stretto di Ormuz a longitudine Est 57° e 40’. Dalla parte interna si allunga sino ai confini di Isfahan, verso Occidente e verso Oriente, ai deserti di Kerman e Yezd. La sua lunghezza si estende per ca. 8° di longitudine che rappresenta una distanza di 620 miglia mentre la larghezza è compresa in circa cinque gradi di latitudine, più o meno 350 miglia; l’intera area è valutabile in 150 – 200 miglia quadrate. La Persia, come ricchezza naturale era di poco inferiore a Babilonia od alla Susiana. Lungo le coste, nel “Ghermsir” o “Paese caldo” come di solito veniva chiamato, c’era una striscia di territorio sabbiosa, spesso impregnata di sale, che si estendeva all’intera lunghezza della provincia come continuazione della piatta regione della Susiana; ma priva, in quel breve tratto, di quelle qualità che fanno della Susiana una terra di valore. Il suolo è povero, costituito per lo più da sabbia ed argilla che si alternano tra loro ed è poco irrigato; l’intera regione è percorsa da un solo corso d’acqua, degno di essere chiamato fiume, oltre tutto la sua posizione, appena oltre il Tropico del Cancro, lo rende tra i paesi più caldi dell’Asia Occidentale. Fortunatamente non è molto esteso, raggiunge appena le 50 miglia, nel retroterra e non costituisce più di 1/8 dell’intero paese; degli altri 7/8 parte considerevole, più della metà, è costituita da sale e sabbia del deserto, soprattutto dei deserti di Kerman e di Yezd che sono pressochè improduttivi. Tra questi due aridi distretti tuttavia, la striscia di colline che li separa, è di migliore qualità essendo costituita da montagne, pianure e valli, curiosamente intervallate e per la maggior parte abbastanza fertili. Nelle pianure il territorio è ricco, pittoresco e romantico oltre ogni immaginazione, con piacevoli piccole valli piene di alberi, con montagnole dalle verdi scarpate e verdi pianure, adatte alla produzione di ogni tipo di granaglie, ma nel complesso questi lineamenti sono solo circoscritti a piccole zone ed in generale si respira un senso di sterilità e povertà. Quasi ovunque l’acqua è scarsa e raramente i fiumi riescono a guadagnare il mare; dopo breve percorso vengono assorbiti dalla sabbia o finiscono in piccole pozze salate dalle quali l’acqua evapora. La Persia Classica merita comunque la descrizione che di sé davano gli antichi abitanti del paese sin dal tempo di Ciro il Grande.” Un paese aspro ed accidentato dove la sussistenza è possibile solo con un lavoro strenuo e continuo e dove le vicissitudini del clima sono tali da fortificare ed indurire quelli che ci vivono” Altro paese, con ogni probabilità sottomesso dai Parti nello stesso periodo in cui furono conquistate: la grande Media, Susiana, Babilonia e la Persia Classica, fu l’Assiria che era stata per lungo tempo, in precedenza, contenuta nei suoi confini naturali interposti tra il monte Zagros ed il Tigri, confinanate ad Est con la Grande Media, a Nord con l’Armenia, ad Ovest con la Mesopotamia ed a Sud con la Susiana e l’Elymais. La sua massima lunghezza era di ca. 320 miglia, con una larghezza media di ca. un centinaio di miglia per una estensione areale di ca. 32.000 miglia quadrate, più o meno la dimensione dell’Irlanda; ma a tanto scarsa estensione fa riscontro una estesa fertilità del suolo. Il tratto tra le montagne dello Zagros ed il Tigri ha natura prevalentemente alluvionale caratterizzata dalle piene del fiume che con regolarità esonda dal suo letto e si espande su una vasta area del paese fertilizzandolo. Vi si producono eccellenti granaglie: orzo, frumento e miglio oltre al sesamo e vi cresce rigogliosa la palma, il noce, il platano, il sicomoro ed il pioppo. Le colline, più bassi avamposti dello Zagros, producono olive ed in condizioni favorevoli, sono coltivati su larga scala i limoni; comune è la vite, il fico, il gelso, il melograno ed altre piante da frutto. Relativamente ai minerali, in Assiria si estraeva: Ferro, Rame, Piombo, bitume, oli minerali, petrolio, Zolfo, allume e sale. L’impero dei Parti si era così esteso verso Ovest ed era fatale che a questo punto volgesse lo sguardo ad Est, verso la Bactria che già era entrata nell’ottica conquistatrice di questo popolo che, come già abbiamo visto, si era appropriato di due ancorchè piccoli distretti. Il regno della Bactria, a quel tempo, si estendeva tra il Tejand e l’Hydaspes; ma nello stesso periodo in cui la Partia si espandeva verso Occidente, la Bactria perdeva potere e questo fatto venne visto come un invito all’invasione; nel conflitto che seguì la Partia ebbe la meglio e non molti anni dopo i Parti occuparono anche la Margiana, l’Aria, la Sarangia o Drangiana, Sacastana, Aracosia, cui dobbiamo aggiungere Sagartia e Diorasmia; doveroso quindi un cenno su questi paesi. La Bactria classica, ovvero il nucleo da dove aveva avuto origine il regno Bactriano può essere considerato come la vallata superiore dell’Oxus, in altre parole, della valle ove il fiume si origina, con le sue sorgenti, verso Est sino all’ingresso nel grande deserto Chorasmiano a ca. 65° 30’ longitudine Ovest. La valle è chiusa a Nord dal Sultanato Hazaret e dalla montagna Hissar, mentre a Sud confina con il Paropasmisus o Kush Hindù; verso Est raggiunge l’altopiano del Pamir da cui hanno origine alcuni tra i più importanti fiumi che la irrigano. La distanza tra il Pamir ed il deserto è di ca. 160 miglia mentre la distanza tra le due catene montuose varia da 140 a 250 miglia. L’area è probabilmente tre volte più vasta di quella della Partia e può essere stimata in ca. 7.000 miglia quadrate. La maggior parte del paese si pone a quote elevate, sopra il livello del mare, ha clima freddo e terreno non fertile; ma la parte più bassa della valle, specialmente la zona vicina all’antica capitale:Bactra, oggi Balkh, è molto produttiva e la regione tra l’Oxus ed il Paropamisus, la metà Sud della provincia, è la parte più ricca dell’Affghanistan Margiana, ovvero il distretto sul fiume Margus (Marg-ab) si trova, verso Occidente, in continuità con la Bactria e sebbene geograficamente riconosciuta come distinta, inizialmente dovett’essere un tutt’uno con la Bactria. Si tratta di un angusto corridoio chiuso da un lato dal deserto e dall’altro dal fiume: Margus, per una distanza di circa 200 miglia che va poi ad aprirsi in una verde oasi di grande fertilità, nota in antico ed anch’oggi chiamata: Merv. Distretto di grande importanza, di recente annesso alla Russia e congiunta con Ashkabad e Bokhara attraverso una strada ferrata. Aria si estende sul corso del fiume Ario, oggi Heri – Rud, che costeggia il lato Sud del Paropamisus a long. Est 67° e gira verso Ovest, prima attraverso le montagne e quindi sul loro fianco Sud sino a 61° di longitudine Est dove fa un giro ampio verso Nord e forzandosi attraverso la catena unisce Tejend al Pul-khatun, più o meno a latitudine 36°. Il corso del fiume, sino alla sua grande svolta verso Nord, misura ca. 270 – 280 miglia il chè lo pone come misura della intera lunghezza dell’Aria: da Est ad Ovest. La sua larghezza, tra il Paropamisus ed il territorio noto come: Drangiana o Sarangia è difficile da determinare; ma non fu certamente grande, mediamente può essere stato di 50 miglia sì che l’intera area coperta dal paese dovett’essere di ca. 13.000 miglia quadrate. Il terreno, bene irrigato, si presentava sufficientemente fertile; ma era posto ad una altezza eccessiva per essere almeno moderatamente produttivo. La capitale Aria, od Herat si trova a più di 3.000 piedi sul livello del mare ed il resto del paese è a quote ancor più elevate. Drangiana o Sarangia: Si congiunge all’Aria, verso Sud ed assieme costituiscono una regione di grande estenzione; ma di scarsa fertilità. Il paese è irrigato da fiumi che confluiscono, da Nord - Est a Nord, nello Hamun o lago di Seistan; ad Ovest declina verso il grande deserto iraniano e ne prende il carattere; ad Est si estende sino alla sorgente del fiume Kash. Difficile è determinarne esattamente l’estensione, ma al massimo dev’essere stata doppia, rispetto all’Aria, comunque non molto al di sotto delle 30.000 miglia quadrate. Sacastana o Seistan: Anche questo paese fu probabilmente assorbito dalla Partia e si trovava immediatamente a Sud di Hamun o Gran Lago Salato, in cui si versa il fiume Helmend; ad eccezione dei vasti banchi dell’Helmend il territorio era praticamente improduttivo e non in grado di ospitare alcun tipo di popolazione nomade. Alcune zone del territorio erano soggette alle inondazioni dell’Helmend ed in quell’occasione si poteva assistere all’insorgere di vasti canneti tra le aride zone desertiche. Valutarne l’estensione è vago ed indefinibile giacchè non ci sono confini naturali segnati a meno che non si voglia riconoscere come tali l’Helmend e l’Hamun a Nord mentre a Sud il paese si fonde con la Gedrosia e ad Ovest con il deserto Kerman. Il dominio su Sacastana e Sarangia porta quasi necessariamente alla sovranità sull’Arachosia. Arachosia: Prende nome dl fiume Arachotus (Argand-ab) un affluente dell’Helmend e costituisce il territorio montano attorno a Candahar oltre ad una parte del deserto adiacente oggi noto come Registan. Il paese è vasto; ma di non grande valore e si colloca sulla frontiera dell’impero dei Parti, verso Sud Est; chi detiene il potere su Hicarnia, Partia, Aria, e Sarangia lo ha di fatto anche sulla Sagartia che coincide con la parte Est e Nord – Est del Deserto Iraniano. I Sagartiani vagano liberi sulla maggior parte della regione centrale alla ricerca di una inadeguata sussistenza; il loro territorio era, a dispetto, molto esteso, ancorchè di scarso valore, essendo inadatto a qualsiasi tipo di coltivazione e privo di qualsiasi minerale che non fosse il sale. Corasmia: Un territorio similmente improduttivo ed invivibile, dalla parte opposta della catena di montagne della Partia e dell’Aria, viene comunemente considerato formare con la Bactria il limite del dominio dei Parti verso Nord, ad Est del Caspio; è questo il territorio della Corasmia, ovvero il paese dei Corasmiani, oggi noto come Deserto del Khorasan, che si estende dal fondo collinare della Bactria, Partria ed Hicarnia sino al vecchio corso dell’Oxus, dal suo ingresso nel deserto sino alla sua foce. Il territorio è vasto, non meno di 600 miglia in lunghezza e largo 300 miglia; ma il suo valore è eccezionalmente scarso giacchè, eccetto lungo il corso del fiume Oxus o moderno Amu Daria, non consente coltivazione alcuna. Grazie all’acquisizione di questi paesi e regioni la Partia raggiunse la sua più vasta estensione territoriale verso Est e Nord Est anche se era ancora in grado di fare ulteriori aggiunte ai suoi domini dalla parte opposta dell’impero, in particolare verso Nord Ovest. Mesopotamia: Nel periodo precedente il conflitto che la vide opposta all’Impero Romano, la Partia era diventata la prima potenza della grande e ricca regione della Mesopotamia che è il tratto compreso tra il Tigri e l’Eufrate che confina a Nord con l’Armenia ed a Sud con la pianura alluvionale di Babilonia. La lunghezza di questa regione, da Nord Ovest a Sud Est era di circa 350 miglia, mentre la larghezza, nel punto più largo era stimabile a non meno di 260 miglia tuttavia in qualche punto non si raggiungono le 50 miglia pertanto è probabile che l’intera area potesse essere valutata in 50.000 miglia quadrate. La maggior parte era improduttiva essendo costituita da una pianura priva di alberi, dimora degli asini selvatici, degli ottarda e delle gazzelle; ma verso Nord era più fertile ed il monte Masio, assieme al lembo Sud ed alla valle del Tigri a Nord era un territorio di una qualche considerevole ricchezza. Il Mansio produce abbondante legname assieme a manna (frassino) e nocciole ( cecidio); il pistacchio cresce incolto nel distretto tra Orfah e Diabekr; il tratto Sinjar delle colline è noto per la coltivazione dei fichi e l’intera regione a Nord è favorevole alla crescita degli alberi da frutto e produce: arance, noci, limoni, melograni, albicocche e gelsi. Durante il periodo di belligeranza con Roma i confini della Partia divennero estremamente fluttuanti, intere province vennero conquistate, perdute e riconquistate, larghe fette di territorio annesse e successivamente nuovamente perdute, interi paesi ceduti e dopo un po’ riconquistati; ma non è qui che possiamo parlare di tutte queste variazioni territoriali, limitiamoci solo all’estensione del territorio della Partia nel momento del suo più fulgido periodo, tuttavia è necessario completare il quadro con altri due distretti: la Media Atropatene e l’Armenia. Media Atropattene: Fu l’ultima ad essere acquisista dalla Partia e costituiva il territorio ad Ovest della parte bassa del Mar Caspio che si estendeva dall’Araxes (Aras) verso Nord, sino ai confini della Grande Media e della Media Rhegiana verso Sud; ad Est confina con l’Armenia con la quale fu talvolta politicamente connessa. Il confine Sud segue quasi pedissequamente la linea del 36° parallelo tanto che il territorio è molto simile ad un quadrato che si estende da Est ad Ovest per lo spazio di 240 miglia e da Nord a Sud per ca. 230 miglia. L’intera area non è meno di 50.000 miglia quadrate; i suoi fiumi principali sono: l’Aras ed il Sefid – Rud mentre sul suo territorio si pone il grande lago Urumiyeh. Il territorio è montagnoso; ma abbastanza fertile, con clima freddo nell’inverno; ma delizioso durante i mesi estivi; la regione è ricca e fu molto valorizzata dai suoi primi possessori: i Persiani. L’Armenia, ad Ovest del Caspio, confinava verso Nord con la Partia, quando l’impero ebbe raggiunto la sua massima estensione e si poneva a Nord Ovest e parzialmente a Nord dell’Atropathene, la sua estensione va dal Caspio alla foce dell’Aras, alla curva che fa l’Eufrate a 38° e 30’ di latitudine e 38° e 25’ di longitudine, una distanza di quasi 600 miglia e si estende dall’Iberia, a Nord sino al MonteNiphates a Sud; una distanza di ca 200 miglia. L’Armenia ha forma di losanga restringendosi gradatamente ad entrambe le estremità, per questo la sua superficie non eccede le 60.000 miglia quadrate. Il carattere della regione somiglia a quello dell’Atropatene anche se nel complesso gli è superiore essendo un territorio produttivo che esportava vino a Babilonia e commercializzava sui mercati della Fenicia con muli e cavalli. Nel momento della sua massima prosperità l’impero dei Parti dovette estendersi per 2.000 miglia da Est ad Ovest, tra il Pamir e l’Eufrate mentre la sua larghezza media era compresa tra 500 e 600 miglia, tra la frontiera Nord e quella Sud. La maggior parte del territorio Afgano, la Persia per intero e parte della Turchia, oltre a vaste regioni adesso in possesso della Russia, erano parte integrante della Partia e giacchè la Persia si estende per 500.000 miglia quadrate e l’Afganistan per 200.000 miglia quadrate, mentre le province in mano alla Russia e quelle Turche in possesso della Partia, erano stimate non meno di 100.000 miglia quadrate, l’intero territorio, in cluso l’impero dei Parti, alla sua massima espansione dovett’essere non meno di 800.000 miglia quadrate, l’equivalente cioè di: Francia, Germania, Austria e Turchia Europea messe assieme. I confini dell’impero erano a Nord: l’Iberia, il fiume Kus o Cyrus, Il Mar Caspio, l’Oxus, il sultanato Hazaret ed il territorio Hissar; all’Est: il Pamir, la catena Balor e la valle dell’Indo; al Sud: il Beludristan ed il Golfo Persico; ad Ovest: la Cappadocia e l’Eufrate. Ad Ovest dell’Eufrate si trovava il territorio in mano Romana, verso il Nord dell’Oxus c’erano le tribù degli: Scizi, Alani, Messageti, Yue-chi ed altri, sulla frontiera dell’Est c’erano gli Indo-Sciti: un popolo debole e diviso. Solamente due sembravano essere i popoli di maggior rilievo a da temere: Roma ad Occidente e le tribù Scizie al Nord ed a Nord – Est; con entrambe queste due popolazioni la Partia ebbe a scontrarsi in lunghe, devastanti e sanguinose guerre; la sua fine tuttavia non fu causata da nessuno dei due nemici; ma solo le rivolte interne al paese portarono alla distruzione della Partia il cui dominio venne alla fine sostituito dal secondo Impero Persiano: quello della Monarchia Sassanide.1 punto
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Ciao, te la posso ritirare io, non ci sono problemi, la domenica sera mi fermerò a Roma, possiamo vederci il lunedi e te la consegno, ci mettiamo d'accordo in MP, ciao1 punto
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Sulla medaglia in sè, purtroppo, non ho notizie. Ne ho qualcuna sullo stemma e su mons. Ghizzoni, grazie alla cortesia di un mio carissimo amico e studioso sanminiatese, che qui :good: ringrazio. Innanzitutto, il blasone dello stemma: Partito: nel 1° d'argento, all'incudine di nero; nel 2° di rosso, alla croce greca di nero. Al capo attraversante d'azzurro, caricato d'un giglio accostato da due passeri posati e affrontati, il tutto d'oro. L'incudine fu voluta dal Ghizzoni per onorare la memoria del genitore, di professione fabbro. L'accostamento in questa medaglia fra il prelato, le vittime della strada, e la data dell'11 giugno 2006 non è casuale. Monsignor Paolo Ghizzoni scomparve in quel giorno di vent'anni prima a Pisa, per i postumi di un incidente.1 punto
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Un po' di foto: https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.335618206608268&type=11 punto
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Hai scelto una delle monete estere più difficili per individuare la zecca, un minimo di usura ed è impossibile leggerla. Se visibile la letterina la trovi dentro i due puntini (foto sotto). I segni di zecca sono riportati qui: http://en.numista.com/catalogue/pieces2217.html1 punto
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Oddio, uno scudo così pacchiano, addirittura col contorno rigato.... non è nemmeno definibile falso (figuriamoci d'epoca), con simili caratteristiche è poco più che un gadget.1 punto
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Quoto @@min_ver Se pensi all'acquisto della serie del 47 dovresti avere una certa disponibilità economica, quindi io punterei a prendere le 5 lire del 56 in FDC o qFDC. Questa è la sola moneta che cerchi di difficile reperimento in FDC, le altre basta spendere che si trovano senza problemi. Per quanto riguarda il cancro dell'alluminio è una possibilità ma se tenute in ambiente idoneo non credo che ci siano particolari problemi. Le mie godono di ottima salute, sgrat sgrat, una grattatina è d'obbligo.... :lol: :lol: :lol:1 punto
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Sono stato oggi a fare una capatina in cordusio. È stato veramente illuminante, non immaginavo una quantità tale di espositori e amatori. Veramente un bell'ambiente. Con tutti quelli con cui ho avuto a che fare è stato un piacere. Son tornato a casa con 3 2e cc che cercavo e 3 pagine di album pagate a un prezzo ottimo. Di sicuro tornerò appena riesco. Consiglio a tutti quelli che possono di andarci. P.S. la prossima volta prima di andare messaggio qualcuno di voi così magari ci si trova :) mi farebbe piacere1 punto
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Grazie tante a @@rada per il tuo prezioso contributo :) Allora,mancano le monete da 1,5 e 10 Lire del 1947,dopodichè possiamo passare alle monete coniate dal 1951 al 2001. Sarà possibile pubblicare anche tutti i vari argenti e gli ori che non hanno mai circolato,ed ovviamente sarà possibile pubblicare gli argenti che invece hanno circolato (500 lire caravelle,centenario,dante e le 1000 lire Roma capitale). MONETE ATTUALMENTE DA POSTARE: 1947: 1,5,10 LIRE MONETE POSTATE: 1946: 1,2,5,10 LIRE 1947: 2 LIRE 1948: 1,2,5,10 LIRE 1949: 1,2,5,10 LIRE 1950: 1,2,5,10 LIRE1 punto
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@@ARES III Epserto restauratore???!! per delle lirette in argento e 500 lire repubblicane?? ma per piacere..... se diamo dei consigli cerchiamo di restare nella realtà... saluti TIBERIVS1 punto
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Salve, ho acquisito alcune medaglie con tema aerostatico, forse erano di uno stesso appassionato. Mi auguro che sia la sede adatta dove mostrarvele. La prima riguarda: l'"exposition nationale de poste aerienne - Angers 1956" credo sia bronzo e misura 5cm di diametro (immagine scannerizzata)1 punto
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grazie francesco.....al momento hanno prenotato 20 tavoli, ne abbiamo ancora 3 o 4......tutti commercianti siciliani1 punto
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Non credo proprio. Però non disperare arriveranno anche quelle, bisogna però aspettare un po'.1 punto
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1 Euro Belgio 2002 Cosa ne dite, doppio bordo? Bordo strano? PS è in asse, ho solo fatto la scannerizzazione un po' storta1 punto
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Non sono un falegname però se l'impregnante è asciutto non dovrebbero esserci problemi di alcun tipo. Ti suggerisco magari di mettere monete in argento o in oro, dato che questi due metalli sono molto resistenti e difficilmente corruttibili, rispetto a bronzo o rame.1 punto
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@@tognon sulla carta , dal catalogo fai il 50% di meno , considerando poi la commerciabilità di un BB , ecco fatto il prezzo ;)1 punto
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Salve, si potrebbe aggiungere anche la mia partecipazione per la visita museale??1 punto
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@@ARES III Sicuramente quello! Quelli a cui sono legato! Però sai, sono soddisfatto del lavoro ma adesso subentrano le domande.. che vernice c'era prima? L'impregnante potrebbe rovinarle? Etc..1 punto
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Bella idea quella di utizzare un portafoto. Hai fatto un bel lavoro, con una spesa minima.1 punto
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la data non si legge. comunque la moneta è questa... http://www.ngccoin.com/price-guide/world/swiss-cantons-chur-bluzger-km-263-1705-1766-cuid-84617-duid-2292521 punto
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perchè pulirla?...........e con quali prodotti?.................non fare errori.1 punto
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Buongiorno a tutti, stasera aggiorno la Lista...oggi sono in giro...giornata ludica. Buona domenica tutti continuate ad segnalarmi le vostre presenze.1 punto
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Intanto sono state comunicate le tirature dei 50 cent vaticani 2013 : 1.941.484 circolanti e 2014 : 1.488.376 circolanti . Fonte : http://eurocollezione.altervista.org/_Tiratura_Euromonete.htm1 punto
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@@skubydu. Ciao , mi sento chiamato a un parere su queste frazioni in argento coniate a Syracusa. Ho letto la discussione e il mio parere e che boccerei le monete con i numeri 5-7-8-10. Bastava attenzionare le ali della Nike per capire che non sono state coniate dal conio di 2500 anni fa. In più, fratture varie nei bordi e crepe varie sui rilievi . Magari si può approfondire il discorso con dei paragoni con frazioni genuine.1 punto
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E' un peso - molto corroso, e quindi più leggero- per il Mezzo Scudo di Spagna, fabbricazione Milano, fine '700. Saluti Gzav1 punto
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No purtroppo no. Ho provato ad installarla sull'Iphone ma non me lo permette (Ipad only). Immagino che siano presenti e a colori le belle monete pubblicate nel libretto "Roman Medallions" edito dal Boston Museum of Fine Arts nel 1970. Il libretto è anche disponibile digitalizzato online a questo indirizzo: http://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=mdp.39015025914154;view=1up;seq=31 punto
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Provo a dare un po' di vigore alla bella discussione messa in piedi da dabbene con un'immagine tratta dal catalogo d'asta Kunst und Munzen XXIV del 1984 lotti 1501-1502. Il primo Cammarano 192 (questo esemplare) il secondo Cammarano 193, rispettivamente gigli e alabarde al rovescio, entrambi con sex nella leggenda al rovescio. Sarebbe interessante vederne di questi esemplari...1 punto
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Ha fatto/fare il rame-nichel 50-cent, 1-, 2-, e 5-dollari circolare? Forse. Wikipedia—come osservato in precedenza—dice sì, occasionalmente. Dire catalogo Krause implica sì, da loro prezzi in un grado di EF (SPL), ed infatti ci sono pochi mintages in queste serie che possono essere interpretate come monete in circolazione—se imposta assemblato solo perché essi superano i quantitativi di zecca-sets. Posso solo dire che non ho mai visto nessuna delle Bahamas' in ottone e rame-nichel monete sopra 25-cents in gradi circolate. (Ma non sono mai stato alle isole, neanche). Forse semplicemente non rendono agli Stati in turisti tasche e borse, o forse lo fanno, come souvenir che i loro proprietari sono stati riluttanti a rinunciare. E se questa è la spiegazione, allora la realtà demografiche più severe (alcune) vi permetterà di sapere in un decennio o due. Vorrei potrei fare meglio per te, ma non so per certo. Hai altre domanda era veramente buono, uno meritevole di un lungo articolo: perché i britannici utilizzare monetazione patria in alcune delle loro colonie, ma organizzare una monetazione dedicata in altri? Accennerò solo pochi principi organizzativi (molto generale) che sospetto stipulato le determinazioni britanniche: 1) monetazione patria volle spesso essere utilizzato come un espediente temporaneo, fino a quando una via adeguata potrebbe essere tracciata; 2) monetazione patria sarebbe non essere adatto a zone dove il linguaggio ha presentato vera difficoltà; 3) monetazione patria sarebbe non essere adatto a zone che avevano un sistema stabilito proprie; 4) monetazione patria sarebbe non essere necessarie in colonie nei pressi di altre colonie britanniche con una monetazione dedicata proprie, che potrebbero essere usati preferibilmente; 5) monetazione patria sarebbe non essere utile nelle zone dove il sistema decimale è stato voluto. E ecc, ecc, come curare i differenziali di valuta (Australia, Nuova Zelanda e Figi negli anni '30, per esempio), o il desiderio di un dominio per maggiore autonomia, o come preparazione per i prossimi indipendenza di una colonia. Una domanda interessante, grazie per avermi fatto a pensarci. Divertimento! :D v. ----------------------------------------------------------------- Did/do the copper-nickel 50-cent, 1-, 2-, and 5-dollar circulate? Perhaps. Wikipedia—as you noted earlier—says yes, occasionally. Krause’s catalog say imply yes, by pricing them in an EF (SPL) grade, and indeed there are a few mintages in these series that can be construed as circulation coins—if only because they exceed the quantities of mint sets assembled. I can only say that I have never seen any of the Bahamas’ brass and copper-nickel coins above 25-cents in circulated grades. (But I have never been to the islands, either.) Maybe they just don’t make it back to the States in tourists’ pockets and purses, or maybe they do, as souvenirs that their owners have been reluctant to give up. And if that’s the explanation, then the harsher demographic realities will let (some of) us know in a decade or two. I wish I could do better for you, but I just don’t know for sure. You other question was a really good, one deserving of a long article: why did the British use homeland coinage in some of their colonies, but arrange for a dedicated coinage in others? I’ll just mention a few (very general) organizing principles that I suspect entered into the British determinations: 1) homeland coinage would often be used as a temporary expedient, until a proper path could be mapped out; 2) homeland coinage would not be well suited to areas where language presented real difficulty; 3) homeland coinage would not be well suited to areas which had an established system of their own; 4) homeland coinage would not be necessary in colonies near other British colonies with a dedicated coinage of their own, which could be used instead; 5) homeland coinage would not be useful in areas where the decimal system was desired. And etc., etc., such as curing currency differentials (Australia, NZ, and Fiji in the ‘30s, for instance), or the desire of a Dominion for more autonomy, or as preparation for a colony’s coming independence. An interesting question—thanks for making me think about it. Fun! :D v.1 punto
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Qualunque coincidenza abbiano o non abbiano i nostri interessi ancora dobbiamo risolvere il problema di come gestirli per i fatti nostri.1 punto
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Un simpatico gettone portafortuna : in Germania il maialino è popolarissimo in quanto tale e viene prodotto e collezionato in tutte le salse ; ho visitato addirittura un Museo dedicato soltanto a lui. Nel gettone poi il maialino tiene in bocca un quadrifoglio, quindi ha un....potenziale doppio ! Come dice la scritta, è stato creato in occasione di un nuovo anno (1948). Prosit (ma oggi è più comune il Prost) è il brindisi tedesco, il nostro "alla salute". Molto carino il tuo gettone. @@Nikita1 punto
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Scusa come fa a trovarla imbustata, non mi dire che tu ci riesci anche così tra i tuoi bei ritrovamenti :clapping: :clapping:1 punto
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Permettimi di spiegare... Carlo V era un convinto difensore della fede cattolica e sotto il suo governo in Germania nacque e si diffuse il protestantesimo, ovviamente non è lui che lo crea, quindi entrambe le frasi citate sono giuste ;)1 punto
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Secondo me la questione non è complessa. Non è un pezzo che potrebbe essere buono o falso per una piccola approssimazione. Qui la questione è molto chiara : o il pezzo è un esemplare eccezionale, con un alto profilo (che le piastre dello stesso tipo non hanno) una conservazione eccezionale e un'accuratezza di conio che le sorelle non evidenziano (le piastre dello stesso tipo sono normalmente di profilo piu' basso, consunte e circolate) ; oppure ci troviamo di fronte ad una replica moderna (non una riconiazione), con particolari che evidenzierebbero tale natura (il profilo piu' alto, la conservazione ineccepibile, il perlinato troppo regolare e curato). Da quel poco che è dato vedere sarebbe lecito optare per la seconda soluzione e le perplessità sollevate da altri periti conferemerebbero tale tesi. Un esame de visu permetterebbe in ogni caso di fugare qualsiasi dubbio in proposito. Cìè infine un ulteriore elemento, ipotizzando, per assurdo (all'Archimede) che il pezzo sia genuino, ne discenderebbe una provenienza da collezione importante perché una tale moneta in queste condizioni non è certamente appannaggio di qualsiasi collezione e si sarebbe già distinta, come pedigree, con una storia di belle provenienze. L'unica eccezione a tale fattispecie è ipotizzare che provenga da un ripostiglio che pero' sarebbe un'ipotesi relativamente remota. In mancanza di una provenienza è lecito propendere per il dubbio sul'autenticità esaminando gli elementi di cui sopra e soprattutto esaminando per bene la moneta da vicino che dovrebbe aiutare a sciogliere i dubbi. Ogni collezionista che si ritrova o ha acquisito un pezzo significativo tende naturalmente a propendere sempre per la sua autenticità. E' una mancanza di obiettività che puo' ritenersi pienamente giustificata, ecco perche abbiamo bisogno dell'occhio ed expertise altrui, esperti o periti professionali che siano, per poter esaminare la moneta in modo piu' obiettivo senza interessi di parte. Accettare o meno le analisi altrui sta a noi ma in sé l'oggettività del risultato non cambia.1 punto
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@@lollo2013, Per quanto ne possa capire io la tua è con la R davanti alla data, quindi rara secondo il cat. Gig. Come valutazione economica stai intorno ai 130/180 euro. comunque aspetta altri pareri.1 punto
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Sono prezzi "nascosti", molti venditori usano simbologie criptate note solo a loro per scrivere i prezzi sui cartellini. Generalmente si tratta del prezzo d'acquisto oppure del prezzo minimo a cui il venditore può vendere, come è ovvio che sia è un valore che deve sapere solo lui.1 punto
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Ipotizzando che Chievolan abbia ragione e che a ore 11 ci sia una crocetta, a ore 10 dovrebbe esserci una X, a ore 9 una V e a ore 8 una D (cose che non vedo e la mezzaluna mi turba). Tuttavia a ore 6 vedo chiaramente una O. E dopo la crocetta mi sembra una A... Che sia + AVRIO DVX...? Molto tirata, ma possibile. Arka1 punto
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splendide queste medaglie!! ne ho anch'io una che non sono riuscito a trovare da nessuna parte, mi sarebbe piaciuto sapere dove era appesa, magari voi ne sapete di più! (anzi sicuramente...) quello che ho scoperto è che è dell'aviazione :) con il motto "per aspera ad astra" e la madonna di loreto santa protettrice degli aviatori.1 punto
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rispondo ad alessio e semooon... intanto comincerei da: LA MONETAZIONE ROMANA REPUBBLICANA- Fiorenzo Catalli circa € 56,00 ma su internet lo dovreste trovare a meno. ciao1 punto
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