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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/31/14 in tutte le aree
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Pulire una moneta e una cosa, restaurare una moneta e un'altra cosa. Tempo fa ho pulito una moneta a un nostro utente del forum ( gratuitamente , non opero più da qualche anno) e ho voluto dimostrare fin dove si deve arrivare , lasciando integra la (antichità) non invadendo e cercando di lasciare la sua patina. Nello stesso tempo garantire la conservazione nel tempo. A dir pulire e una cosa , ma farlo professionalmente , con i tempi e l'esperienza e un'altra cosa. Con questo .... ci sono dilettanti allo sbaraglio (che devono imparare) che bulinano con mano pesante , al punto di cambiare dettagli originali con qualcosa che non esiste. Pertanto migliorare la moneta , si...... ma a chi lo sa fare.5 punti
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Eccoci qua. Durante una passeggiata sui sentieri sterrati di un camping ho trovato una bella moneta da 1 €cents Slovena! 2009 Nessun segno di zecca. Autore Miljenco Licul, Maja Licul e Janez Boljka. Contorno: Liscio Materiale: acciaio placcato con rame (acciaio 94,35% - rame 5,65%) Diametro: 16,25 mm Spessore: 1,67 mm Peso: 2,3 g Tiratura: 18.000.000 di copie. Battuta presso la zecca di Finlandia! Sono costituite da un disco di acciaio rivestito da una sottile lamina di rame, come in genere gli € cents. Quel che mi ha colpito è che, come conferma l'esperienza analoga di @@palpi62, in breve tempo l'esposizione agli agenti atmosferici l'ha ridotta alquanto maluccio: l'acciao che la compone (ma l'acciaio non resisteva bene all'ossidazione?) si è gonfiato ed ha sollevato quasi metà della superficie rivestita dalla lamina rameica. Forse come nei suberati romani si formano delle correnti galvaniche nella zone di contatto tra metalli diversi (in questo caso Cu-Fe) che intaccano la moneta... ma dubito che tra 2000 anni troveranno €cents nel terreno, se questo è il risultato a breve. Il che mi rivaluta alla grande lo stato di conservazione che presentano i suberati romani!!! Sulla base di questa considerazione... l'idea del giochino. Per dimostrarvi che una moneta battuta 5 anni fa con tecnologia moderna, esposta a meno di 5 anni agli agenti atmosferici, può esser messa peggio, in proporzione, di una moneta di 2000 anni. Per cui quando parliamo male di queste vecchie signore... riflettiamo a quante ne hanno passate! :D L'altra moneta, trovata in altra zona.. era una frazione di Kuna, 10 Lipa (1/10 della Kuna Croata dove 7,5 di queste fanno 1 €). Non aveva alcunchè di interessante da proporre. Ciao Illyricum :)4 punti
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@@frisax Se non vado errato la moneta é un quattrino di Brescia.: vedi scansioni tratte da: Brescia nelle monete di Eugenio Mainetti Gambera; ed. Grafo 1991 questa sotto é l'immagine ingrandita della tua moneta che come vedi è un "R2" tratta da questa è l'immagine della tua moneta presente a pag. 155 la n. 87 C22. presa in esame dall'autore del libro citato è ingrandita per una migliore visione/comparazione con la tua. Le immagini sotto sono la descrizione tipo della moneta che è la n. 87 di pag. 155 Le immagini che seguono(parte 1^-parte 2^--parte 3^) sono le varianti note nei particolari che vanno dal n. 88 al n. 101 di pag 157 visionando le quali puoi risalire alla moneta con varianti come la tua. ciao Pietro4 punti
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Aggiungo anche un'altra cosa: la mania delle conservazioni estreme ha fatto si che, senza parlare per forza di queste monete ma di tantissime altre, si sia perso il gusto per il "vissuto" del pezzo. Non dico che dobbiamo collezionare rottami ma se una moneta ha un po di usura sui capelli questo fa parte del suo vissuto e dovrei apprezzarlo e non coprirlo con qualcosa di falso. Invece capita spessissimo di vedere monete bulinate o ricostruite anche in piccola parte (ad esempio sui capelli, dove spesso si ha usura essendo la parte più esposta) per puro scopo di lucro, cosa che esula da qualunque interesse numismatico e storico.4 punti
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Continuo intanto.....Milano e che Milano :blum:, la moneta di cui stiamo parlando è in copertina del recente nuovo MIR Milano di Alessandro Toffanin e anche questo la dice lunga sull'importanza, rarità e messaggio che questa moneta racchiude. Sto parlando del testone di Gian Galeazzo Maria Sforza - Reggenza di Bona di Savoia ( 1476 - 1480 ), vediamo intanto in che contesto storico viene coniata. Bona nasce ad Avigliana nel 1449 da Ludovico di Savoia e da Anna Lusignano di Cipro, frequenta la corte del cognato Luigi XI di Francia, promessa in sposa poi come succedeva in quei tempi a Galeazzo Maria Sforza. Questi accordi matrimoniali erano dei veri contratti economici e di potere, lo fu anche in questo caso e il matrimonio avvenne per procura nel 1468. Bona di Savoia arrivò a Milano accompagnata da una bella dote di 100.000 scudi d'oro e riceveva in cambio una rendita annuale e il possesso in caso di vedovanza, che tra l'altro avvenne qualche anno dopo, del castello di Abbiategrasso. Galeazzo Maria muore assassinato nel 1476, Bona assume la reggenza del Ducato in nome del figlio di soli sette anni Gian Galeazzo Maria. Donna di carattere ed energica seppe contornarsi inizialmente dei favori ed aiuti dei vicini Stati, fin qui la storia che è poi la storia di un momento storico di Milano che avrà poi degli accadimenti convulsi e complessi.... Ma veniamo ora all'aspetto puramente numismatico, il testone viene coniato in quel breve periodo di reggenza di Bona dal 1476 al 1480, l'aspetto rivoluzionario di questa moneta è che riporta il primo ritratto di una donna sulle monete italiane dai tempi dell'Impero Romano e già questo non è poco. Sul rovescio abbiamo poi una memorabile immagine della Fenice, uccello favoloso dell'Arabia, raffigurato sul rogo, che rappresenterebbe l'immortalità in quanto rinasce dalle proprie ceneri. Una considerazione personale ulteriore, la moneta respira come tutti i testoni milanesi l'aria rinascimentale, il ritratto e qui non solo abbiamo una donna, ma la donna è velata e anche questo dice molto. La moneta diventa, come spesso accade, messaggio, messaggio da dare alla popolazione, in questo caso il velo testimonia la vedovanza della donna e lei si espone col suo ritratto e rappresenta la situazione e il momento storico in cui vive. Moneta indubbiamente rara, quando passa in asta è un must per pochissimi, certamente il fascino che trasmette è enorme. Testone, Gian Galeazzo Maria Sforza - Reggenza di Bona di Savoia ( 1476 - 1480), zecca di Milano Argento, peso da gr. 8,31 a 9, 78 , diametro 29 mm. D/ testina BONA 7 IO GZ M DVCE MELI VI, busto della duchessa velato a destra R/ testina SOLA FACTA SOLVM DEVM SEQVOR, la Fenice ad ali aperte sul rogo rif. Crippa 2/A, MIR 218/1, CNI 11-13 e 15-16 Provenienza da Asta 32 NAC, del 23-1-2006, lotto 50 Spero che tutto questo vi sia piaciuto e possa essere stata una buona lettura divulgativa .....questo è poi il vero intento di questa discussione.....ripasso ad altri ora....3 punti
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Io mi chiedo, ma se uno ha delle capacità e tempo per usare determinati attrezzi da lavoro, mole frese ecc, perché non impiegarlo per qualcosa più costruttivo invece che per fare queste .......? La mia non vuole essere un'accusa all'utente luxor90, ma spesso vedo postati questi artefatti da utenti "giovani", il dubbio che mi viene è, è mai possibile che capitino per le mani proprio a loro? Ripeto nessuna accusa nello specifico, però postarla con riferimento proprio alla mole il dubbio in me si insinua alla grande. Vale per questa moneta come per quelle da 1 euro e 2 euro "smontate" e rimontate.3 punti
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Sottoscrivo: lo spirito del numismatico apprezza una moneta antica nel suo stato originale che la rende "vissuta". La mania della buona conservazione prima d'ogni altra cosa, anche a costo di "ritoccare" la moneta, è estranea allo spirito numismatico.3 punti
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Ciao...volevo chiedervi qualche parere su questa monetuzza...appena l'ho vista mi è piaciuta e l'ho presa...tra l'altro ad un prezzo irrisorio secondo me...quanto ci avrei dovuto spendere secondo voi?2 punti
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Regno di Napoli, Filippo IV 1648 - Ufficiale di zecca Giovanni Andrea Cavo; grado di rarità R. Catalogo Pannuti-Riccio n° 78. Saluti.2 punti
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@@corzanopietro @@karnescim @@Giovanna, Una possibile combinazione potrebbe essere questa: solo che è un quinario d'argento... In aleternativa: KINGS OF THRACE. Kavaros (230/25-218 BC). Ae. Kabyle. Obv: Laureate head of Apollo right. Rev: ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΚΑΥΑΡΟΥ. Nike standing left, holding wreath; monogram before.2 punti
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ma sta tranquillo...è una bella moneta, pulita ma non intaccata nella sua originalità...e il prezzo è contenuto... cmq considera che quando vedi questi bronzetti con patine molto omogenee e superfici regolari, una trattamento l'hanno subito...soprattutto se sono di provenienza tedesca...2 punti
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Ne ho visto ben peggiori nel corso del tempo, comunque ci sono altri particolari, la scrittura grossolana sul fronte, la trama verde non omogenea al retro ecc. Metto di seguito le principali differenze, la prima immagine è del falso in questione, la seconda è di un originale molto usato. Il contrassegno di stato anche se usurato non si impasta, ed al retro difficilmente affiora l'immagine della filigrana (piuttosto grossolana nel falso).2 punti
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Proveniendo dalle moderne a me viene da fare un'altra precisazione: cosa è stato alterato? Nelle moderne la patina non ricopre ma colora in genere, in questi casi invece parliamo quasi (col termine patina) di qualcosa che ha una vita a se. Vedo 3 gradi: 1. pulizia delle concrezioni 2. alterazione della patina 3. alterazione del metallo Sono tutte e 3 interconnesse tra loro, soprattutto le prime due. Posso rimuovere le concrezioni e scoprire sotto una patina tutta butterata e che in parte ingloba ancora le concrezioni, rendendo la moneta poco leggibile o non piacevole. Allora magari posso rendere la patina più "omogenea" cercando di non andare a "riscrivere" i rilievi, bensì facendo in modo che la patina stessa sia "posata" sopra i rilievi del metallo sottostante limitandomi a rendere di bell'aspetto ciò che trovo. Questo mi par di capire che accada spessissimo per questioni di carattere pratico. Se invece spatino e vado a modificare il metallo vivo per poi ripatinare beh, in questo caso c'è poco da dire, si tratta di falsificare i rilievi originali della moneta e ripatinare con una patina falsa. La stessa cosa può accadere se compio questo lavoro su una patina molto spessa di malachite ad esempio: se scolpisco la patina e solo quella, può accadere che essa non ricalchi più i rilievi sottostanti dell'oricalco. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di falsificato dunque. Se poi vi è aggiunta di materiale per riparare fondi, tappare buchi, ricostruire legende e ritratti allora il grado di falsificazione, che il materiale provenga dalla moneta o meno, è al massimo grado. Cercando quindi di trovare un improbabile centro di gravità permanente (che non esiste) posso cominciare ad affermare, vedendo i molteplici punti di vista, un mio pensiero. Se la moneta è stata pulita dalle concrezioni (fin qui siamo tutti d'accordo) e la patina è stata resa più "bella" senza alterare nulla del carattere originale della moneta ma rendendola più leggibile e con interventi non invadenti, allora la moneta mi piace poichè conserva il suo caratterre, i suoi rilievi, il materiale originale di una patina millenaria. Tutto cio' che va oltre questo per me è falso, a partire dai rilievi per arrivare ai materiali. Nel link che avevo postato a inizio discussione si parlava con un utente della differenza tra "trucco" e "palstica" in una ragazza. Senza essere troppo rigidi si possono fare le dovute distinzioni. Possiamo poi spendere mille parole (e sarebbe comunque un bene ) su quale sia il discrimine che bisognerebbe adottare in prossimità di quella zona concettualmente "grigia" che si trova tra la fine della concrezione e l'inizio della patina. Ma probabilmente entra in gioco il carattere estetico personale che non può essere che soggettivo: di fronte a un intervento più o meno invasivo - ma sempre nei limiti di "intervengo il meno possibile" - ognuno di noi troverà il piacere di scegliere. La vero problema sta (e la cosa mi spaventa un po') nel saper riconoscere questi interventi. Cosa, come abbiamo visto, spesso impossibile. Se guardo una patina desertica mi piace pensare al modo in cui si è formata, al luogo, al fatto che ha una storia millenaria. Se scoprissi che tale patina è falsa (intendo fatta in laboratorio con la terra del giardino) mi girerebbero non poco, poichè tutto il vissuto della moneta, che è il suo fascino, non esisterebbe più.2 punti
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Ma se è così "alterata" da non aver mai avuto quell'aspetto, allora cosa è?...una produzione di fantasia...quindi è più un falso che una moneta alterata. E' vero che il tondello ( la base) è pur antico, ma questo non significa molto. SE prendo un tondello antico in argento, come se ne vedono in vendita spesso, e ci conio sopra con uno dei conii che vendevano su ebay qualche tempo fa, cosa ho in mano? una moneta alterata,( il tondello è autentico ma l'impronta no, come nel caso delle monete troppo ritoccate e reincise), o un falso e basta, visto che quella moneta con quelle impronte non è mai stata prodotta a suo tempo? Per me è solo un falso, visto che né quella coniata con i conii nuovi su un tondello antico, né quella reincisa , sono mai esistite in origine in quella forma.2 punti
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100? euro...io per un birmingham non andrei oltre i 50 al massimo...ce ne sono a tonnellate. bell'acquisto complimenti.2 punti
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Da Tesorillo, il sito web di Manuel Pina, utile, interesante ed educativo, c'è un bell'esempio di "restauro" di una moneta. E' un caso di restauro, anche se molto pesante, e non di falsificazione, in quanto non è stata cambiata l'identità della moneta. Si tratta di un sesterzio di Marco Aurelio venduto su ebay allo stato originale, quindi non restaurato, per 37 euro nel dicembre del 2006. Colui che lo comprò lo restaurò e a suo a volta lo vendette su ebay un mese più tardi, nel gennaio del 2007, per ben 500 euro, 15 volte di più di quanto lo pagò. Nella foto che segue, sopra il sesterzio prima del "restauro", sotto dopo il "restauro": E' lecito un restauro che non si limita a pulire la moneta, ma che ricostruisce parte del disegno e della legenda perduta? Altri tre esempi tratti dallo stesso sito: Sono tre casi ben diversi per "profondità del restauro". Da notare, nel primo, che è stata applicata una bella "patina del deserto"! Restauro o frode? Cosa ne pensate? Antvwala Il sito di Manuel Pina dal quale sono state prese le immagini postate è il seguente: http://www.tesorillo.com/juegos/1_13.htm1 punto
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Buonasera a tutti. Appena tornato dalle vacanze sto dando un'occhiata su sixbid ai vari cataloghi online di prossime aste (quanta roba tra settembre e ottobre!!!). In particolare sono rimasto colpito dalla presenza nella prossima asta Roma VIII di vari esemplari di emissioni dell'ultima fase della zecca tarantina, tutti in ottimo stato di conservazione e privi di pedigree. Verrebbe da pensare che si tratti di esemplari provenienti dallo stesso ripostiglio!1 punto
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In verità è la musicalità degli anni '80 che da tutta un'altra emozione. Anche se non la conosci è piacevole ascoltarla. Andrò anche controcorrente,avrò pure una mentalità all'antica ma io adoro gli anni '70 - '80 per diversi motivi e soprattutto per le canzoni nate in quel periodo.1 punto
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Ciao, la problematica è nota all'amministratore e dovrebbe venire presto risolta. Non è un problema tuo ma di tutti gli utenti, compreso me ;)1 punto
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Ciao, penso che le difficoltà nell'identificare questa moneta proseguiranno putroppo vista la bassa conservazione.... se dovessi indicare per forza una data , forse direi Vittorio Amedeo III 1777 ... ma è solo una mia ipotesi e difficilmente potra' trovare riscontro per il motivo che ho scritto all'inizio... attendi i pareri degli esperti Savoia.. alla prossima. :D1 punto
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@karnescim@giovanna@ bel colpo@@eliodoro le immagini dei rovesci potrebbero calzare . potrebbe starci forse di più la seconda. e potrebbe starci anche la prima se si sapesse che la città ha coniato monete di bronzo con la stessa effige, non sarebbe una novità. e se si potessero trovare, e ci sono sicuramente, altre città che hanno coniato monete simili. l'unico limete sono testi/cataloghi d'asta da consultare; io ne ho più di trecento ben selezionati di aste non italiane.; e ne ho anche di aste italiane. nei giorni piovosi faccio sempre dei ripassi. un caro saluto Pietro .1 punto
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Sovrano: Filippo IV Zecca: Napoli Anno: 1648 Rif.: MIR 262/8 Mastro di zecca: Giovanni Andrea Cavo Forse "V" come iniziale del coniatore Valore: "a chi ti offre di più" Conservazione: qBB1 punto
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Molti ho l'impressione che seguano uno schema quasi matematico: il bb vale tanto, lo spl tanto e il fdc tanto. Io ho due aquilotti del 30 entambi fdc, uno tirato a lucido e l'altro con una favolosa patina iridescente. Queste due monete hanno la stessa conservazione ma non sono uguali. Per il rame questo discorso per me vale ancora di piu'. Ciao1 punto
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Ci sono quasi arrivato.... Qualche anno fa avevamo in programma un'escursione in montagna di qualche giorno, con tre notti da passare in tre diversi rifugi non protetti in quota; va precisato che sia mia moglie che io amiamo da pazzi le camminate in montagna. Ebbene, le previsioni meteo non mi convincevano al 100%, e siccome avevo una certa "voglia" di monete, facendo lo sornione le ho proposto come alternativa un paio di giorni nelle Marche. Morale: bella spiaggia, bel mare, zero ritrovamenti!1 punto
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In attesa delle 'riflessioni' rimandate al rientro dalle vacanze, riferisco di una recente gita a Lucca. Il 27 agosto scorso, in occasione dei nove anni compiuti da Alessandro, siamo stati a Lucca per fargli visitare la città. All’ingresso del Duomo di Lucca il bimbo richiama la mia attenzione su questo particolare dell’arcata di destra, inciso nel mezzo pilastro aderente alla torre campanaria. - Nonno, ma questo è il labirinto fatto costruire da Minosse a Dedalo per tenervi rinchiuso il Minotauro poi ucciso da Teseo aiutato da Arianna, di cui m’hai tanto parlato – dice Alessandro alquanto meravigliato. Lo conferma la scritta in latino a destra del labirinto così traducibile: “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna”. Probabilmente in questa frase sta il significato simbolico del labirinto raffigurato nelle chiese (ad es. quello presente sul pavimento della Cattedrale di Chartres in Francia, simile a questo nella forma ma di dimensioni maggiori): un messaggio allegorico per ricordare che la strada della vita è un labirinto alla ricerca dell'uscita da questo mondo superficiale e materiale e che solo seguendo un "filo di Arianna", un filo che ci appare nella vita di tutti i giorni e dobbiamo essere in grado di riconoscere, si potrà trovare la via d'uscita. Il fatto che in alcune chiese il labirinto sia in bella evidenza come nella Cattedrale di Chartres mentre nel Duomo di Lucca sia stato collocato all'entrata laterale sotto l'arcata più piccola, quasi da essere anche difficile da trovare, deve ancora trovare una spiegazione. Vuol significare l’impervia strada della vita dove è facile entrare e perdersi, ma difficile trovare la via d’uscita? Anche alla domanda del perché la figura del labirinto, presente anche in altre zone d'Italia (es. Labirinto di Pontremoli, Labirinto di Alatri) e del mondo (es. Notre Dame di Amiens), sia diffusa solo in particolari zone, nessuno ancora oggi sa dare una risposta soddisfacente. apollonia1 punto
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@@donty Direi che e' un buon acquisto. :clapping: :clapping: :clapping:1 punto
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bella moneta...anche qua non mi sarei spinto oltre i 40/50 euro al massimo. complimenti per l'acquisto,è una tipologia molto bella.1 punto
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Veramente un bel fior di conio! Io avrei speso sui 100 euro per via della tipologìa comune.1 punto
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Questo è il vero guaio! La notevole perfezione con cui oggi si restaura una moneta, con patine poi rifatte a regola d'arte e che ne riducono la percettibilità, diventa un guaio proprio perché il confine tra restauro e falsificazione è chiaro in termini concettuali, ma evanescente quando abbiamo la moneta nelle nostre mani. Se anche per monete di interesse mediano si fanno restauri così accurati, è perché l'arte del restauro ormai utilizza macchine di alta precisione a controllo numerico. Quindi quando si tratta di monete importanti, questa abilità artistica sarà ancora maggiore di quelle usata su monete di media importanza e che pure già essa porta a non distinguere più con ragionevole sicurezza se la moneta sia o non sia restaurata.1 punto
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Non posso avere la certezza che sia stata lucidata, ma quando vedo questo tipo di segni mi viene da pensare ad una lucidatura maldestra...in questo caso, quando l'ho vista in vendita a quel prezzo, non ci ho pensato due volte ed ho sorvolato sui segni...l'ho vista in condizioni ben peggiori a prezzi molto superiori e quindi ne ho approfittato...sono cmq contentissimo del mio acquisto... e grazie a tutti per i commenti fin qui espressi... :good:1 punto
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Quoto e straquoto!@@cig e'sempre bellissimo leggerti.Ci sono persone in questo forum che quando scrivono mi si illuminano gli occhi.Tu sei uno di questi.Spero che le tue figlie possano "seguire" le tue orme. Un abbraccio;)1 punto
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Quella di Gionny più che pulizia di una moneta mi pare che sia una burilatura del fondo, e non solo, con successiva ripatinatura. Molto ben fatta (complimenti!) ma è giusto farla su una moneta in vendita senza dichiararlo esplicitamente? Ripeto una domanda cattiva: pensate che anche nelle aste più blasonate si vendano monete restaurate senza dichiararlo? Non mi pare di aver mai letto in un listino d'asta la dicitura "moneta restaurata" o "moneta con il fondo burilato". Ma è lecito vendere una moneta restaurata senza dichiararlo in modo chiaro e senza illustrare in che consista il restauro? Fino a che punto è davvero una moneta restaurata e a che punto comincia ad essere una moneta ritoccata? e a che punto diventa una moneta falsificata? Temo che questi punti di passaggio siano molto sfumati e addirittura soggettivi... Vedendo l'esempio di Gionny credo che Sator ora sia più preoccupato di prima....1 punto
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A mio parere non è restaurato, la differenza di qualità tra i due lati si può ricondurre ad una differente freschezza dei due conii1 punto
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La chiudo, più che altro perchè ci sono tante altre discussioni simili , nelle quali puoi farti un'idea maggiore su tutti i metodi e i materiali ( è sempre bene usare la funzione CERCA ) Grazie :good: Ciccio 861 punto
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son monete di borsa, come tutte le sterline d oro dalla regina vittoria ad oggi. ma, per I motivi che ti spiego subito sotto il loro prezzo non segue quello delle alter sterline normali.. il motivo del differente valore e presto spiegato< la sterlina del 2002 presenta per la seconda volta nella storia un rovescio diverso rispetto al tradizionale san Giorgio col drago (la prima e per celebrare il 500 anniversario dalla coniazione della prima sterlina, nel 1989). Questa sterlina oggi si trova in commercio al prezzo di 250,00 Pounds. Il rovescio presenta uno scudo che rappresenta e celebra il giubileo della regina, ovvero il suo 50 esimo anno di regno. Oltre alla gia citata versione diciamo standard esiste quella proof (fondo specchio) al prezzo corrente di 460,00 Pounds. Le tirature dei due pezzi sono rispettivamente di 100.000 e 12.500 pezzi. la sterlina del 2005 invece presenta una versione stilizzata del classico rovescio di san Giorgio col drago. Diversamente da quanto successo nel 1989 e 2002 non ci sono motivi particolari ne celebrazioni specifiche da onorare. Forse, come sembra ormai appurato, fu un tentativo (mal riuscito) di introdurre ogni anno un cambiamento nel rovescio, per creare ancor piu domanda per queste monete (ammesso che si possano ancora chiamare tali) e un mercato ancor piu attraente per I collezionisti. Il tentativo pero ha avuto poco o scarso successo e (fortunatamente aggiungo io) ha "vinto la linea tradizionalista. Anche questa sterline, come quella del 2002 (la doppia versione bullion/proof e stata coniata a partire dal 1999) la puoi trovare in doppia versione, ed I prezzi son all incirca quelli menzionati per il 2002. Qui la tiratura della versione bullion e leggermente minore (75.000 pezzi) di piu, non so1 punto
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@@ilcollezionista90 ma per 25 euro penso che non ci si possa lamentare!! Di rilievi è alta, ha pure la bava di conio sul bordo.. i rilievi sono super... ... E' UN PECCATO che sia stata lucidata... ma sei sicuro che non sia solo stata lavata male? comunque a prescindere dalla pulizia fatta, se la metti a patinare, la moneta ne guadagnerà in bellezza..1 punto
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Taglio: 10 cent Nazione: Finlandia Anno: 2010 Tiratura: 738.000 Conservazione: B+ Località: Milano1 punto
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Taglio: 2 euro cc X 2 Nazione: Monaco Anno: 2013 Tiratura: 1.229.131 Conservazione: qFDC Località: Montecarlo di resto all MTM dopo aver preso dei francobolli1 punto
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Nel mio piccolo ho una serie di casistiche esilaranti e, allo stesso tempo, grottesche. Professionalmente, ho contatti pressochè giornalieri con Uffici pubblici, e ormai rido per non piangere. Dai primi di agosto avevo una pratica ferma in un importante Ufficio di un importante ente locale; i tentativi di contattare l'ufficio al numero istituzionale o tramite centralino non davano alcun esito e non riuscivo quindi a capire perchè la pratica fosse ferma. Direte Voi....vabbè cosa ti aspetti...si sa che ad agosto ci sono le ferie.... Però, vista anche l'importanza dell'Ufficio e dell'ente, un presidio anche durante le ferie estive ci dovrà pur essere. Insomma, non ottenendo risultati con i metodi "canonici", passo al brevettato "metodo Italia". Chiamo un compagno di Scuola che lavora in quell'ente ma in un altro Ufficio distaccato e gli sottopongo il problema. Tempo un'ora, la risposta. La pratica e OK e posso passare a ritirare il documento che sto aspettando. Stupito, chiedo quale fosse il probema e come mai la pratica non si fosse sbloccata prima. La risposta, riferitami in confidenza, farebbe cadere "le palle" a chiunque....ma non a noi italiani, che non ci sorprendiamo per così poco. Il problema era questo: la pratica, prima di andare alla firma del Dirigente, doveva essere scansionata (si componeva, inclusi gli allegati, di ben 5 pagine). L'impiegata addetta all'ufficio, nel periodo feriale, non sa usare lo scanner (il collega "tecnologico" era in ferie) e quindi non poteva lavorarla. Analoga sorte, devo supporre, accomunava tutte le altre pratiche finite in quell'Ufficio. Il mio ex compagno di scuola altro non ha fatto che passare in quell'ufficio, scansionare in tre minuti (anzi, forse due)le 5 pagine .....e il gioco è fatto. Qualcuno parla di corruzione, mazzette e quant'altro per ottenere atti dovuti dalla P.A. Ma magari...(lo dico scherzosamnte, è ovvio) Per la mia modesta esperienza possa assicurare che i problemi sono ben altri.... :rofl: :rofl: Saluti. M.1 punto
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Iniziamo….non aspetto :) Aelia Zenonis. Il falso è quello in mezzo. In questo caso specifico ci sono fattori oggettivi e soggettivi che ne indicano la non originalità. Soggettivamente a prima vista vi dico: a- patina strana e innaturale b- colore e feeling generale non corretto c- somiglianza ad altre monete dubbie oggettivamente a- non parlo di peso perché sarebbe lunga b- i rilievi di tutta la moneta sono poco definiti, non per usura ma come se il conio fosse ben più che stanco… nemmeno pare davvero coniata c- le lettere della legenda al dritto non sono stilisticamente compatibili e sembrano grossolanamente impresse d- il retro è corrotto ad hoc per celare i punti che potrebbero creare dubbi, e comunque è evanescente e- il busto…piccolo e diversissimo. Spesso questi falsi hanno una testa n po’ più piccola per celare l’imprecisione, che di solito è massima nella zona naso occhio. Voto...a mio parere: 4 al dritto 7 / 8 al retro 5 alla patina generale1 punto
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Noi che abbiamo aderito al conto deposito abbiamo pagato Puccini che manco era ancora nato... :P :D1 punto
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La moneta proposta non deve essere necessariamente rara o particolare, magari essere un buon riferimento per una monetazione e in questo caso mi rivolgerei su una moneta, che conosciuta è, ma simbolo rimane, parlo del mezzo ambrosino d'oro di Milano. Moneta che racchiude, pur essendo una moneta di un certo prestigio, ma non irraggiungibile, tutto quello che credo uno vorrebbe, simbolo, moneta in oro, essenzialità, ma anche gusto estetico, simbolo dell'identità con quella m gotica, il MEDIOLANVM, l'AMBROSIVS col busto di Sant'Ambrogio, il tutto in un una moneta dal diametro di 15 mm. e un peso dal 1,72 gr. a 1,76 gr., possiamo pure dire un piccolo gioiellino. La moneta ha una particolarità, è anonima, e quindi risulta difficile una sua attribuzione di datazione ; su questa molti numismatici hanno fatto varie proposte ed ipotesi, ora l'ultima attribuzione che rimane quella, a oggi, ritenuta la più credibile è quella riportata nel Crippa di attribuirla al periodo di Luchino e Giovanni Visconti ( 1339 - 1349 ) o Giovanni Visconti ( solo ( 1349 - 1354 ). In proposito non ci sono documenti e le deduzioni che portano il Crippa in questa direzione sono legate più che altro ad aspetti stilistici, sulla rappresentazione della figura del Santo, simile a quella del fiorino d'oro dello stesso periodo, forse opera anche dello stesso incisore, tra l'altro il Santo risulta imberbe e anche questo depone a favore di questa tesi per l'analogia con monete di analogo periodo. Altro aspetto che è stato discusso è cosa rappresenti la m gotica nel campo, la tesi più accreditata porta al MEDIOLANVM, ma Tribolati e Colin Martin propendono per l'affascinante ipotesi di una m come iniziale di Maria, a loro favore ci sarebbe il fatto che il nome della città in leggenda c'è già. L' Arcivescovo Giovanni Visconti poi era molto devoto alla Vergine, tanto che coniò l'unica moneta dove era raffigurata l'immagine della Vergine. E' comunque una moneta sulla quale si potrà ritornarci magari con nuovi studi sulla stessa. Mezzo Ambrosino d'Oro, Luchino e Giovanni Visconti ( 1339 - 1349 ) o Giovanni Visconti ( 1349 - 1354 ), zecca Milano Au, diametro 15, mm. peso 1,72 a 1,76 gr. D/ + MEDIOLANVM , M gotica entro cornice a sei lobi R/ + trifoglio S trifoglio AMBROSIVS trifoglio, Sant'Ambrogio imberbe a mezzo busto rif. Crippa 1/A, MIR MILANO 96/1 Da Asta Bolaffi 24, lotto 425, 15 - 6 - 2014 Per il collezionista e studioso di Milano certamente una di quelle monete da sognare e magari un giorno anche raggiungere.....che in una discussione come questa ci sta secondo me alla grande.....1 punto
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Taglio : 2 euro cc Nazione : Germania D Anno: 2007 Tiratura : 11.840.000 Condizioni : BB+ Regione : Puglia1 punto
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Caro @@teofrasto, parlando seriamente, non so cosa esattamente volesse sapere @@vox79, ma immagino che con 1/4 di denaro intendesse una moneta in rapporto fisso di 4:1 con il denaro locale (cioè un sottomultiplo), non una moneta che avesse questo rapporto di cambio con una qualunque altra moneta in circolazione in quell'area. Penso che la differenza sia notevole, perché nel primo caso la cosa coinvolge il sistema monetario locale ed il livello dei prezzi, perché se un'autorità monetaria emette due monete, distribuendo su di esse il flusso di argento alla zecca, evidentemente la domanda di moneta è giustificata per entrambe ed una delle due esiste solo perché esiste l'altra, non può vivere di vita propria; nel secondo caso si tratta di un rapporto di cambio che può anche essere casuale e soprattutto è potenzialmente variabile e non necessariamente riguarda monete effettive. D'altra parte poi l'imperiale venne emesso proprio per essere multiplo fisso di tutte le monete già in circolazione nel Regnum Italiae, per cui le possibilità non erano molte: il denaro cremonese 'poteva' legalmente corrispondere o ad un imperiale, oppure a metà imperiale (come il terzolo milanese/mezzano lombardo), o ad un terzo dell'imperiale (monete delle zecche emiliano -romagnole), oppure infine ad un quarto dell'imperiale (Verona e Venezia). E questi cambi immagino che siano stati fissati anche con un certo lasco rispetto all'effettivo contenuto intrinseco. E non si può escludere, ad esempio, che le monete citate nelle fonti come quarti, terzi, mezzi etc. in realtà non fossero più coniate ma indicasssero il valore delle vecchie emissioni non più prodotte, in rapporto al nuovo imperiale (nei contratti le 'valute' rimangono in vita ben oltre la loro morte fisica, per rispettare debiti e crediti: così ancora oggi, e per molti decenni ancora, le "lire" compariranno in tutti i documenti in cui ci si debba riferire ad una transazione, un mutuo, un prestito iniziato prima del 2001). Ora non ricordo bene la discussione su questa moneta di Cremona, che vedo essere piuttosto ampia, per qui non entro nel merito e mi scuso fin d'ora se dico sciocchezze oppure ripeto cose già dette, ma escluderei che quella moneta possa effettivamente considerarsi un sottomultiplo fisso da 1/4 di un'altra moneta del sistema monetario locale, che è ciò che normalmente si intende parlando di sottomultipli o spezzati. Altrimenti dovremmo considerare come spezzati da 1/4 anche i denari veronesi e veneziani (ci sono numerosi rapporti di cambio documentati fra queste monete e l'imperiale, ma immagino che nessuno possa raggiungere o addirittura precedere il 1163), così come il denaro bolognese non può essere considerato un 'tercetto' perché valeva un terzo dell'imperiale. Se avete letto la mia riposta a @@monbalda, anche il quartarolo di Venezia non è effettivamente un sottomultiplo locale, essendo probabilmente un nominale destinato ad un altro mercato, però in quel caso abbiamo almeno una fonte storica (non contabile) che ci dice che era usata per il valore di 1 quarto di denaro e poi il sistema monetario veneziano all'interno era allora assai strutturato con grosso, denaro, mezzo denaro (il vecchio denaro veneziano precedente alla riforma di Sebastiano Ziani (1172-78), doge che raddoppiò il valore della valuta veneziana, e rimasto in produzione come mezzo denaro), e quarto di denaro. Tuttavia nessuna di queste era comunque un vero sottomultiplo, nato come tale. Prima di postare questo messaggio ho dato un occhiata al prosieguo della discussione, che ho visto essere andata avanti. Mi permetterei però di suggerirvi molta cautela. Perché se il vostro interesse è quello di capire quando possano essere state introdotte monete chiamate quarti, quartaroli etc., beh allora la cosa ha un senso, e riguardo ai quarta(e)roli padani mi sembra che l'introduzione dell'imperiale possa essere all'origine di questa denominazione, vista la cronologia della documentazione (presente anche a Mantova, ma non ricordo in che anno) . Direi che potrebbe trattarsi proprio di valute messe in rapporto di 1 a 4 con l'imperiale milanese, se non ci fossero i 'terzoli' (però del valore di mezzo imperiale), a rompere le uova nel paniere; diverso invece il caso della Toscana, dove la parola quartaroli indica pezzi in rame (chiamati invece ferlini a Nord degli Appennini: notare che ferlino, derivante da ferto = quarto, ha lo stesso significato (piccolo quarto) di tetarteron e di quarterolo); qui è più probabile che si tratti, come a Venezia, di una derivazione dai tetertera bizantini, anche se probabilmente con funzioni diverse nelle due aree (o no?). Se invece il vostro interesse è quello di capire quale fu la prima zecca così avanzata da far circolare sottomultipli fissi del denaro (non è cosa così semplice come sembra, vista la competizione possibile fra due monete in rapporto fisso, secondo la legge di Gresham), in modo da rendere più elastico ed efficace il mercato monetario interno, allora la strada del XII - inizi XIII secolo secondo me non è quella giusta: nessuna di quelle monete fu in realtà un vero sottomultiplo del denaro, ma solo un denaro in rapporto di cambio con altri denari. E ci sono anche le prove: talvolta questi quarteroli vengono conteggiati in lire e soldi, e qualunque cosa venga conteggiata in 240 pezzi la lira e 12 pezzi il soldo non può esser altro che un 'denaro', non credo si possano avere dubbi. A Piacenza, inoltre, abbiamo denari neri da 66 pezzi l'oncia e denari bianchi da 68 pezzi l'oncia: come fanno entrambi a valere 1/4 di denaro?) Scusate la prolissità, ma devo andare a recuperare un montante per libreria da 28 kg all'Ikea, e sto cercando di guadagnare tempo Andrea1 punto
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Buonasera vox79, mi sono ritagliato qualche minuto e così cercherò di rispondere al suo quesito. Per questa sera però mi consenta di indicarle solamente la bibliografia sulla moneta di Cremona. Nei prossimi giorni le darò senz'altro altre indicazioni, ma questa sera non riesco. Per quanto ne so io, nell'Italia Settentrionale la prima moneta sicuramente (e sottolineo 'sicuramente') dal valore di un quarto di un altra moneta della quale la prima si può quindi ritenere un suo 'spezzato', è il 'cremonese' emesso dalla zecca di Cremona. Un documento del 1° agosto 1163 redatto nella sede del Comune cittadino cita infatti denarios quatuor de Cremona vel unum denarium imperialem (ASTEGIANO, I, , 207). Il denaro imperiale del quale il cremonese vale la quarta parte è quello iniziato a battere qualche mese prima nella zecca di Noceto, nei pressi di Milano, dalle maestranze di Federico I. La moneta cremonese ivi citata è stata recentemente riconosciuta nel tipo 'piano' con 'A' aperte (tipo CNI, IV, p. 191, n. 16). Non sto qui a farle tutta la storia degli studi, ma se le interessa può trovare indicazioni in FENTI G. 2001, la zecca di Cremona e le sue monete. Dalle origini nel 1155 fino al termine dell’attività, Cremona (Il volume raccoglie tre saggi già pubblicati, nel 1996, 1998 e 2000, sul «Bollettino Storico Cremonese», edito dalla Società Storica Cremonese), ma con importanti revisioni in BAZZINI M. 2002, Recensione al libro di G. Fenti, La zecca di Cremona e le sue monete. dalle origini nel 1155 fino al termine dell’attività, in “Panorama Numismatico» 163 (maggio 2002), pp. 52-59 con alcune puntualizzazioni in BAZZINI M. 2002, In risposta alla lettera di Germano Fenti, in «Panorama Numismatico» 166 (settembre 2002), pp. 54-57. Altre importanti notizie in MISSERE FONTANA F., TRAVAINI L. 2005, Monete medievali e materiali nella tomba di San Gemìniano a Modena, Nonantola (Modena). Nello studio citato, Fenti prende in considerazione 32 esemplari di cremonese, con un peso medio di g 0,353 (g 0,28 min. e g 0,43 max.) e un diametro compreso tra i 12 e i 14 mm. Il fino non è conosciuto. Come vede il quarto di denaro (in questo caso il riferimento è a quello imperiale, con tutte le implicazioni che ciò comporta) fu coniato almeno trent'anni prima del regno di Enrico VI e anche - almeno apparentemente - parecchi anni prima di Genova e Venezia. Seguiranno 'a ruota' Piacenza e Milano. Il caso di Piacenza è un po' più complesso, mentre quello di Milano attende ancora di essere definito nei particolari e 'centrato' nelle cronologie ma in linea di massima si può dire che se ne conoscano con relativa precisione le linee fondamentali. Ma di questo gliene parlerò le prossime sere. Adesso devo lasciare la tastiera del computer. Spero di esserle stato d'aiuto. A presto, Teofrasto1 punto
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1815 Medaglie o gettoni del GIURAMENTO DELLE PROVINCE VENETE all'IMPERATORE FRANCESCO I Nel rovescio sotto la Corona Imperiale FIDES NOVI REGNI / SACRAMENTO FIRMATA / VENETIIS / DIE VII MAII / MDCCCXV. Queste medagliette del Giuramento furono gettate alla folla per perpetuare l'avvenimento. Argento, mm.23 - Rif. Turricchia n.31 punto
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