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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/17/14 in tutte le aree
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Non so molto sul Principato di Salerno, quindi vi prego di non arrabbiarvi se dico una cosa probabilmente già nota e scartata da mille studi . Però mi sembra interessante segnalare come la mano del secondo sigilllo abbia una delle tipiche posizioni del calcolo digitale medievale (nel senso di 'indicato dalla posizione delle dita'), su cui ad esempio è basato uno dei famosi indovinelli di Alcuino di York (735-804), riportato da Beda Venerabile. In questo caso dovrebbe essere il numero 500, essendo la mano destra, ma non ne sono sicuro perché c'erano variazioni. In internet trovate alcune raffigurazioni di queste posizioni. Questo numero (o il calcolo matematico) può avere un senso nella storia di Salerno, a parte i 5 secoli dal possibile arrivo dei Longobardi già nel VI sec., intendo? Scusate il disturbo, Andreas4 punti
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Segnalo lo studio di Alessandro Giaccardi intitolato: Il sistema monetario di Ferdinando IV di Borbone Liberamente disponibile su: https://independent.academia.edu/AlessandroGiaccardi3 punti
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" Cristofano e la peste " è un libro di Carlo. M. Cipolla, è una piacevole lettura come tutte quelle del Cipolla, ma in particolare in poche pagine riesce a dare un ritratto e un quadro della peste del 1630 e nel contempo a fornire tante, ma tante informazioni sul potere d'acquisto delle monete in quel periodo. Vedo giustamente che poi uno dei quesiti che ritorna è cosa si poteva comprare con....e cosa costava il..... Il Cipolla indubbiamente mi fornisce nella lettura molte informazioni che mi piace riportare anche a voi.... Inquadro l'ambito e il periodo intanto in questo post : siamo a Prato, Prato dal punto di vista politico e amministrativo era parte del Gran Ducato di Toscana, all'inizio del XVII secolo Prato conta circa 6.000 persone all'interno delle mura e circa 11.000 fuori delle cerchia. In quell'epoca Prato non era un centro commerciale e manifatturiero di primaria importanza, i Gran Duchi favorivano la manifattura fiorentina e a Prato si produceva essenzialmente seta per i mercanti fiorentini. Siamo nel 1630 e 1630 vuol dire peste : il 2 ottobre 1630 gli ufficiali sanitari di Prato informano l'Ufficio di Firenze che la città era preda della peste. A Prato c'erano due ospedali e seguendo un po' la tradizione medievale si dedicavano più che altro alla carità più che all'assistenza dei malati. Ma chi fu il Cristofano del libro del Cipolla ? Cristofano è uno degli ufficiali sanitari di Prato in quel periodo e lasciò uno scritto, un Libro della Sanità. Cristofano non era un medico, ai tempi non era necessario esserlo per fare l'ufficiale sanitario, proveniva da una famiglia pratese illustre ma non titolata. E qui butto la prima annotazione, il papà di Cristofano risultava essere al trentesimo posto nella tassazione, pagava circa 6 fiorini, i più ricchi pagavano circa 18 fiorini, si consideravano benestanti quelli da 5 fiorini in su. Cristofano era un uomo preciso, accorto, cercava di far tornare i conti, anche se il momento era decisamente straordinario e difficilissimo e intanto che cercava di fare il suo difficile lavoro annotava...., scriveva....sul suo Libro della Sanità... Continua.....3 punti
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Intervento davvero molto interessante!! Però forse il numero rappresentato da quella mano va ricondotto al singolo Gisulfo II piuttosto che all'intera stirpe longobarda salernitana, beneventana o meridionale in genere....magari un anno di regno? Però ciò vorrebbe dire che il sigillo doveva variare ogni anno e mi sembra abbastanza improbabile. Forse, allora, in riferimento a qualche battaglia o evento particolare. O, ancora, potrebbe essere da doversi leggere in relazione alle due stelle ad otto punte che sono ai lati della mano e di cui ho parlato sopra? Come ho detto la stella ad otto punte ha un significato religioso preciso. Anzi, a quello del riferimento alle 8 virtù teologali di San Matteo (patrono della città di Salerno e qui tumulato), alla base anche della croce amalfitana, va aggiunto anche un significato mariano....in questa veste la stella ad otto punte appare anche nello stemma pontificio di Jorge Mario Bergoglio a completare la Sacra Famiglia costituita dall'emblema gesuita (con il monogramma IHS, che indica Gesù) e dal fiore di nardo (che nell'araldica ispanica indica San Giuseppe). Ma sto divagando :P3 punti
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In effetti sembra essere proprio così come ha notato Andreas: la postura del solo indice piegato verso l'interno sembra indicare uno specifico numero mediante l'uso del calcolo digitale, piuttosto che ad altre interpretazioni. Forse però esprime il numero 5, ma anch'io non posso esserne sicuro. Buona giornata, Teofrasto PS sigilli e immagini bellissime, complimenti.3 punti
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E magari con una simpatica targhetta con su scritto: "Rompere il vetro in caso di necessità" :lol:2 punti
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Auguri @@grigioviola per la piccola.... @@Illyricum65, bellissimo regalo.... Parlando della maternità e fecondità nell'antichità,Ti posto un prodotto tipico delle mie zone :D La Mater Matuta capuana, antica divinità italica, che rappresenta un ex voto fatta per favorire la fecondità e fertilità, o a fini di ringraziamento. Furono rinvenute dove sorgeva un templum orientato secondo i quattro punti cardinali dedicato, si pensa, alla grande madre Iovia Damusa o Bona Dea patrona delle partorienti che si è voluto anche identificare con Cerere, dea della crescita, con riferimento alla fertilità non solo agraria ma animale ed umana. Cronologicamente , esse si situano in un arco di tempo che va dal VI al II sec. a.C. Purtuttavia il VI sec. a.C. non può essere considerato il periodo di inizio poiché alcuni esemplari posseduti sono da attribuirsi ad epoche precedenti, paragonando la loro arcaicità a quella dei monumenti preistorici, tali da essere definiti i prodotti più ingenui della scultura di tutti i tempi e di tutti i luoghi.2 punti
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Come mai ho inserito nel sotto-titolo l'appellativo di medaglia borbonica? Eppure la medaglia è del 1869 e tutti sanno che in quell'anno sia il Ducato di Parma di Roberto I di Borbone che il Regno delle Due Sicilie risultavano annessi al Regno di Sardegna da ben otto anni, forse sarò impazzito? No, la medaglia è borbonica al 100% perchè sia i Borbone di Napoli che di Parma non abdicarono mai, ancora oggi i Borbone conferiscono onorificenze istituite dai loro avi prima del 1861 e ancora oggi ne sono Gran Maestri. E' un discorso molto lungo ma una cosa è certa: se volessimo considerare una tematica di sole medaglie borboniche questa ne rientrerebbe a pieno titolo. http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Pia_di_Borbone-Due_Sicilie Maria Pia di Borbone Due Sicilie era figlia del re Ferdinando II di Borbone e di Maria Teresa d'Austria, nel 1869 andò in sposa al deposto duca di Parma Roberto I di Borbone (vedi foto del loro matrimonio). La medaglia in bronzo è opera dell'incisore della zecca di Vienna Anton Scharff (il solo dritto?), ha un diametro di 35,5 mm e molto probabilmente, per lo stile dei caratteri, venne coniata a Roma con un rovescio inciso a Roma, nel 1869 la famiglia reale borbonica era ancora in esilio nella città capitolina ospite del pontefice Pio IX. A breve verrà messo on line un articolo a firma Agnese Catemario pubblicato nel bollettino del 1972 del Circolo Numismatico Napoletano proprio su questa medaglia, interessanti i documenti dell'epoca. @@fabio22 @@Lord_Acton @@paulby @@incuso1 punto
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Mi correggo.... con su scritto: "Rompere il vetro (e tagliare) in caso di necessità" :rofl:1 punto
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salve a tutti, mi potete dare un vostro parere su quanto potrebbe valere questa moneta. vi invio due foto perché in un messaggio non entra. grazie a tutti.1 punto
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Buona sera Giuppo, ate ed al forum; ma che gusto c'è?...personalmente trovo pagante raccogliere pezzo, dopo pezzo seguendo un profilo storico documentato od imput di altro tipo che documentino il percorso della civiltà: divinità; costumi ecc... Una collezione completa! tela ritrovi lì, in un colpo solo senza aver messo conoscenza su nulla o poco, senza aver preparato un percporso da segure...al di là del fattore economico, che escludo a priori; ma che senso ha, che gusto c'è. Un caro saluto da nonno Cesare1 punto
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Assomiglia alla mia ma è di un'altro tipo: http://www.lamoneta.it/topic/120091-luigi-xviii-1814-piece-de-5-francs/ Secondo me per questa del 1824 25 euro ci stanno tutti, non è messa così male :)1 punto
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Riprendo la discussione perché nell'asta Heritage di Long Beach del prossimo 4 giugno, sono offerti un lingotto di Moffat da 16 dollari e uno slug da 50 dollari di Humbert. Il primo, ha già raggiunto una quotazione di 32.500 dollari http://coins.ha.com/c/item.zx?saleNo=1206&lotNo=5016&ctrack=1946202&type=collectorb-3--coin--news--tem051714 mentre la "pallottola" di Humbert sembra, almeno per ora, decisamente più abbordabile :rolleyes: http://coins.ha.com/c/item.zx?saleNo=1206&lotNo=5017&type=collectora-3--coin--news--tem051714 petronius oo)1 punto
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Dunque io riporto quanto dice C.M. Cipolla nel suo libro che riporta a sua volta, mi auguro bene, quanto ha scritto Cristofano di Giulio Ceffini nel suo " Libro della Sanità ", quindi è un documento ufficiale dell'epoca. Quando il Cipolla parla di scudi si riferisce alla terminologia usata ai tempi dal Cristofano, presumo si riferisca al nominale grande corrente, la piastra e penso di Firenze essendo il tutto a Prato. C' è una distinzione nei dati che riporta il Cipolla tra scudo e lire perché spesso poi riporta il totale, per esempio ma potrei farne altri, quando dice tre scudi riporta la voce poi in lire di 21, con l'equivalenza 1 a 7. Poi questi dati sono tutti poi da analisi e da commento, però sono quelli riportati ai tempi e il Cipolla è storico economista. L'esempio dei due incisori fiorentini sul loro stipendio mensile è riportato invece nel Pucci, e può servire anche se non riferito proprio agli anni della peste, per vedere due stipendi in anni diversi ma non lontanissimi, può essere utile per rapportarli agli altri dati. Sul pane, e qui bisogna fidarsi di quanto dice il Cipolla e che riporta anch'esso, mezzo chilo di pane costava circa 5 soldi, che poi era computato come ai tempi la razione quotidiana giornaliera media, altro non dice su questo....e certamente poi ogni dato merita un commento e una analisi, tenendo sempre conto però del periodo eccezionale.... Per chi volesse comunque approfondire ulteriormente il libretto " Cristofano e la peste " di C.M.Cipolla si trova facilmente in libreria a un prezzo modico ed è una bella lettura che consiglio, come d'altronde per tutti i testi del Cipolla.1 punto
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Ciao a tutti, vi presento questa nuova medaglia appena arrivata. Il rovescio lo trovo molto interessante in quanto mancano le classiche tre aquile e solo raffigurante un monte con il famoso motto “Calarono dai monti……” UNA delle due una date e' molto interessante : 18/07/1944 che mi riconduce alla Liberazione della Citta' di Ancona. Posso dire: Variante Ancona? Grazie a tutti. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME7OH/54 variante Brescia1 punto
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Giulio Clemente XII anno 1736 - Muntoni 94 armetta del Cardinale Lorenzo Casoni1 punto
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Da alcune immagini che avevo appena controllato su Internet, mi sembrava che per il 5 ed il 500 le dita avessero le stesse posizioni, ma il primo fosse fatto con la mano sx ed il secondo con la dx; però potrei sbagliarmi, le immagini hanno una pessima risoluzione (e poi il testo è del XV secolo, ma in base all'indovinello di Alcuino le cose non dovrebbero essere tanto cambiate). Lunedì in biblioteca posso controllare. Saluti, Andrea Avevo in una cartella un'immagine più definita di quella tavola, ma non lo ricordavo. Provo a spostarla qui sotto1 punto
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ho preso in Banca 4 rotolini misti da 50 centesimi per il negozio.... devo dire che su 80 euro sono stato molto fortunato... :blum: Questi i miei ritrovamenti: Taglio:50 cent Nazione:Olanda Anno:2003 Tiratura: 1.200.000 Condizioni: BB Città: Chieti Note: mi mancava! Taglio:50 cent Nazione: Italia Anno: 2007 Tiratura:4.955.490 Condizioni: BB Città: Chieti Note: è la terza che trovo in circolazione Taglio:50 cent Nazione: Vaticano Anno: 2010 e 2013 Tirature: 2.184.708 e ? Condizioni: SPL Città: Chieti Note: doppie Taglio: 50 cent Nazione: Grecia Anno: 2006 Tiratura: 950.000 Condizioni: BB+ Città: Chieti Note: mi mancava! Taglio:50 cent Nazione: Lussemburgo Anno: 2007 Tiratura: 4.000.000 Condizioni: BB Città: Chieti Note: doppia Taglio:50 cent Nazione: San Marino Anno: 2007 Tiratura: 1.350.000 Condizioni: Spl Città: Chieti Note: doppia p.s. la finlandese 2009 è in foto ma non credo vada inserita1 punto
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5 lire 2^ Prova Tecnica del Progetto in nichelio Montenegro Prove e Progetti 212 - peso di questo esemplare gr. 14,10 - diametro 33 mm Il contorno reca in incuso tre FERT tra nodi e rosette A mio avviso un bel modulo, l'aquila con le ali spiegate in questo modulo grande è imponente! Renato1 punto
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Si ho notato la tiratura ma come diceva Luca è assurdo che le banche non diano i rotolini al facciale. Al dettaglio son d'accordo con te che arriveranno a quel prezzo, ma al DETTAGLIO. Anche il 2 euro cc Italia Braille ha più o meno la stessa tiratura, ma in BDI i rotolini te li davano e al facciale.1 punto
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Posto le foto del mio esemplare, che purtroppo ci metterà un pò a patinare come il tuo!!1 punto
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Chissà perchè il 31 luglio 1857 e non il 30 maggio :crazy:1 punto
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Premesso che avevo gia qualche moneta italiana sia pre-repubblicana che repubblicana perché comunque la moneta italiana mi piace. Infatti tutto è nato con questo signore proprio perché io la settimana scorsa gli avevo chiesto se avesse qualche pezzo italiano,lui mi ha risposto si quante ne vuoi. Oggi si è presentato con il cofanetto e mi ha detto questo è tuo,portalo a casa se ti piace mi dai questa cifra altrimenti domani me lo riporti. Puoi immaginare il mio shock (prima per la cifra e poi per la quantità di monete ). Lui mi ha detto che il set aveva un certo valore per questo mi ha chiesto una cifra che reputo importante. Poi è normale che se trovo all'interno di un bella collezione il pezzo o i due di valore non puo' fare che piacere anche perché sulle monete svizzere,ho praticamente concluso quelle economiche ,adesso ci sono quelle d'argento e quelle cantonali e quelle le paghi benino. Poi io ho chiesto al forum un consiglio,se loro mi dicono che con il valore di una moneta mi pago il pacchetto,be' il gioco vale la candela. Tu non lo faresti ?1 punto
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Il Tempio del Sole fatto costruire da Aureliano nel 275 in voto al Sol Invictus e con il bottino della guerra contro Zenobia regina di Palmira , era uno dei templi piu' famosi ed ammirati dell' antichita' , eppure di questo superbo Tempio non rimane alcuna traccia tranne una possibile architrave in marmo dalle dimensioni gigantesche che sovrastava le possenti colonne anch'esse in marmo , che oggi si trova nei giardini di Palazzo Colonna e cosa piu' incredibile non si e' certi neanche della sua esatta collocazione in citta'. Dalle fonti sappiamo che si trovava nella Regio VII in Via Lata , nel Campo di Agrippa , cioe' per chi non e' pratico di Roma , in prossimita' della odierna Via del Corso , in Piazza San Silvestro , esattamente dove oggi sorge la Chiesa dedicata al Santo , detto questo sembrerebbe tutto facile , tutto risolto ma forse non e' cosi'. Innanzi tutto il luogo presunto mal si presta ad accogliere un Tempio dedicato al Sole , infatti la pianura della Piazza e' praticamente sotto le prime propaggini del colle Quirinale il cui altopiano si estende fino al Pincio , quindi piuttosto in ombra , ci si aspetterebbe invece che Aureliano avesse fatto costruire il Tempio in posizione elevata sopra un colle e orientato l' ingresso verso il sorgere del Sole , inoltre la zona era gia' abbondantemente piena di precedenti e importanti monumenti , occorre anche dire che nel corso dei secolari scavi nella zona del Tempio non furono mai trovate rovine pari alla fama di quelle . Per questi motivi gia' dall' epoca del Lanciani si presuppose , in base a possenti rovine rinvenute , che il Tempio fosse in verita' sul colle Quirinale sulla Piazza dove oggi sorge il Palazzo Presidenziale , anch'esso nei confini della Regio VII ma non nel Campo di Agrippa secondo le fonti , ma questo potrebbe essere una imprecisione delle fonti o delle successive trascrizioni . Vediamo ora perché si pensa che questo Tempio fosse sul Quirinale e non nel fondo valle della Piazza San Silvestro ; il primo motivo e' quello gia' esposto cioe' per un motivo logistico , piu' adatto e consono ad un Tempio dedicato al Sole , in cima ad una altura dove l' astro poteva illuminarlo ininterrottamente dall' alba al tramonto , secondo motivo le dimensioni che in base alle fonti era costituito da 44 colonne in marmo del solo peristilio aventi un diametro di 2,33 metri ed una altezza 19,8 metri , l'area complessiva del Tempio era di 141,5 metri per 97,5 metri ; questo portento dell' architettura romana sorgeva sul ciglio orientale del Quirinale ed era accessibile dalla sottostante pianura del Campo Marzio tramite una maestosa scalinata in marmo costruita appositamente anche per facilitare l' accesso al colle dalla sottostante zona monumentale ; a tal proposito esiste una "leggenda" a Roma secondo la quale tutti i gradini in marmo della scalinata furono rimossi nel 1348 con un decreto del Senato e trasferiti nell' attuale scalinata che porta alla Chiesa dell' Ara Coeli sul Campidoglio nel corso dello stesso anno , non so se questa sia una leggenda o verita' comunque se qualcuno si avventura a piedi a percorrerre i 124 scalini che portano alla Chiesa , pensi che forse sta calpestando i gradini che in antico portavano verso il Tempio del Sole . Sotto un disegno del Duperac del 1575 delle rovine del presunto Tempio del Sole di Aureliano chiamate nel medioevo "La torre di Mesa" . Tutte le rovine furono distrutte nel 1625 da Papa Urbano VIII , gran parte dei ruderi sono oggi inglobati nell' edificio della Pontificia Universita' Gregoriana a Piazza della Pilotta .1 punto
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Oggi pomeriggio?? sono aperti solo dalle 8,15 alle 13,30 dal lunedì al venerdì :D1 punto
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Mi spiego un po' meglio, quando ho detto che è comune, intendevo che la tipologia di errore (i.e. conio ostruito) è molto comune. Ci sono tantissimi casi di conio ostruito non censiti nei cataloghi, ma per questo non significa che la moneta sia rara, anzi. A titolo di esempio, ti allego una 20 lire 1973 senza una foglia di quercia. Anche questa "mancanza" è causata da un conio parzialmente ostruito e non mi risulta ci sia nei cataloghi. Di monete senza la firma dell'incisore, senza segno di zecca, senza qualche cifra di data, senza qualche lettera o parti della figura ce ne sono tantissime. E' uno degli errori più frequenti. Ti potrei allegare centinaia di immagini di monete con questa tipologia di errore non censite nei cataloghi. Peraltro, a mio avviso non ha alcun senso mettere nei cataloghi questa tipologia di errore, perchè è del tutto casuale. Sicuramente si presenta più frequentemente in determinati "posti" (millesimo, segno di zecca, firma dell'incisore, etc.), ma ciò è dovuto ad una chiara motivazione. Inoltre, ad un vero collezionista di errori di coniazione il millesimo assume un'importanza secondaria, quello che è importante è la rarità della tipologia di errore e la sua "intensità". Non posso escludere che magari il tuo sia l'unico esemplare di 20 lire 1981 senza firma dell'incisore, ma questo - a mio avviso - ha poca importanza, perchè quella tipologia di errore è molto comune. Certo se cominciassero a censirla nei cataloghi assumerebbe valore, ma semplicemette per il fatto che alcuni collezionisti ragionano con una logica "riempi buchi" piuttosto che valutare l'interesse numismatico della moneta. Questa naturalmente è solo la mia opinione.1 punto
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Questo il mio esemplare: Fonte Cataloghi Online Fonte Cataloghi Online Provenienza H.D. Rauch 12th live auction del marzo 2013, lotto n. 1736 http://www.sixbid.com/browse.html?auction=681&category=14867&lot=6805681 punto
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In un anno di vendemmia abbondante un barile di vino costava circa 70 soldi, in uno normale 160 soldi. Ogni barile conteneva circa 46 litri e un litro costava circa 1 soldo e mezzo negli anni prosperi e 3 e mezzo in quelli normali. Quindi possiamo dire che una dieta quotidiana di un litro di vino e mezzo chilo di pane costava almeno 8 soldi. Nel 1594 i prezzi erano inferiori del 100% rispetto a quelli del 1630 , in una locanda a Firenze si pagava due giuli per un pasto e per chi si trattiene per giorni la stessa cifra era buona per due pasti. Chi veniva segregato in casa avena un sussidio di 10 soldi, era più o meno la cifra per un sostentamento alimentare. L'abito per il chirurgo per esempio costava circa 15 scudi, il chirurgo ne prendeva 18 mensili, infatti il chirurgo tenne lo stesso vestito per tutto il periodo della peste. Prato dava ai medici una indennità annua per l'alloggio di 126 lire, cioè circa 10 lire al mese, per i lavoratori artigianali o manuali un affitto non superava 1 o 2 lire al mese.1 punto
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Forse è come dici tu, fra 20 anni magari ci ritroveremo a parlare di quanto hanno fatto bene ad acquistare questa moneta nel 2014. Ma se ti capita prova a guardare la trasmissione, vedrai che non è rivolta ad un pubblico specializzato, ma piuttosto al collezionista medio o neofita, vedrai e sentirai come tentano di accaparrarsi il cliente, non che questo sia illegale o altro, ma è solo un mio parere su come debbano essere gestite le vendite di monete. Infatti uno attirato da futuri guadagni potrebbe investire i propri risparmi in tali cose, come le monete, le televendite alle volte sono molto pericolose, come insegna "striscia la notizia", questo comunque ci tengo a ribarilo non e che sia una televendita fraudolenta o tesa alla truffa, ma solo un accrescimento di quello che effettivamente è la realtà dei fatti, magari sottolineando, non il fatto che la moneta sia un errore, ma un'altra cosa che proviene dalla nostra Zecca, ma un artefatto che in maniera particolare è arrivato in circolazione.1 punto
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Ciao per ramon i sesterzi da lei citati sono coniati da Augusto a nome di Tiberio da cesare e non da Tiberio. Silvio1 punto
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50 centesimi non direi, la più economica che ho visto in giro costava 2 euro ed era un rottame, questa andrebbe via anche a 4-5 euro. Benché la tiratura ufficiale sia alta, buona parte dei nichelini di Umberto I sono stati ribattuti nel 1918-20 per ottenere i 20 centesimi esagono. Questo li rende meno comuni dei 20 centesimi esagono, libertà librata e impero, sebbene lungi dall' essere rari.1 punto
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Moneta in argento 900 coniata in quasi 10 milioni di esemplari nel 1824 dalla zecca di Lille. Il Krause edizione 2009 la quota 20$ F e 38.50$ VF. Secondo me non è più di F.1 punto
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ciao, purtroppo questa non puo' considerarsi la variante P anziche' R, poiche' la gambetta della R si vede , anche se meno nitida di una R normale; la variante P anziche' R e' dovuta ad un rottura o otturazione del conio che ha appunto iniziato cosi' ( con monete come la tua..) per poi continuare fino alla scomparsa assoluta di qualsiasi segno della gambetta... possiamo dire che quindi questo e' un "inizio " di variante.....o meglio ancora ...non variante ma ( a mio parere) un difetto di conio..che i cataloghi spesso riportano come variante, come pure il 5 lire del 1969 con 1 capovolto...ma questa e' un'altra storia.... RR1 punto
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Esatto concordo pienamente ma il bello della numismatica è che quando una moneta ha poco o nessun valore economico ha valore sentimentale e in essa sono racchiuse tante storie e tante persone!1 punto
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@@renato, sò cattivo, secondo me con qualche divagazione in meno sui preunitari l'avresti potuta prendere un pelino meglio, almeno col bordo più preciso e poi... patinata no? Dai su... da te ci si aspetta qualche pezzo con più appeal... Tra le due, sceglierei quella di @@rickkk tutta la vita, anche se la conservazione è inferiore... bellissima patina!!!! :wub: Le foto per me son belline1 punto
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Non è proprio vero, non sempre almeno. Nel 2000 e per un paio di anni successivi vi furono i sequestri delle prove, ritenute illegali. Noi facemmo causa (civile) e la vincemmo, ottenendo la restituzione delle monete. Non sempre c'è bisogno di chiamarsi Bolaffi per far valere le proprie ragioni, ma di sicuro si devono seguire le vie giuste con le persone giuste (leggasi avvocati competenti). Quanto alla differenza, giuridica, dei due pezzi credo che paolino abbia già risposto: nel caso del 20 cent. a monte C'era un ordine di distruzione che qualcuno, per proprio tornaconto, ha "disatteso", trafugando dei pezzi, ergo la moneta è illegale a prescindere da discorsi tecnici di conformità. È un oggetto di illecita provenienza e come tale va sequestrato (non perchè sia non conforme, ma perchè rubato). Il centesimino è uscito dalla zecca negli starter kit. Non doveva uscire ? Concordo, non essendo conforme alle direttive (alla faccia dei controlli !) ma non è illegale così come non lo sono altre monete, banconote e francobolli che vantano differenze tali da farli ritenere "non conformi".1 punto
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Non sono solito pubblicare ritrovamenti, ma questo ne vale proprio la pena! Oggi in università prendo uno snack alle macchinette e mi esce come resto 50 cent Finlandia 2008, niente di particolare, anche se in circolazione non l'avevo mai trovato. Nel pomeriggio ripasso alla stessa macchinetta e cosa mi dà di resto? 10 cent Austria 2003 emessi solo in divisionale, e praticamente nuovi! Taglio: 10 centesimi Nazione: Austria Anno: 2003 Tiratura: 125.000 solo in divisionale Condizioni: qFDC Città: Milano Note: Solo in divisionale L'immagine non le rende giustizia ma vi assicuro che è lucidissima1 punto
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ciao a tutti; vi posso assicurare che non tutti i commercianti e periti sono cosi'.... ci sono anche quelli che non disdegnano affatto le monete MB....le monete o le banconote non rarissime....e' hanno cura di visionare e dare un loro parere su tutto cio' che gli si mostra..... ogni collezionista, ogni tipologia di monete o banconote, in qualsiasi conservazione, hanno la loro dignita' e una loro valenza, a prescindere da rarita' e conservazione; quindi, per chi ha scelto, per varie motivazioni, di collezionare monete di questa tipologia non deve sentirsi sminuito di fronte ha cultori del FDC assoluto....ha sempre in mano un pezzo si "storia"...forse un po' piu' vissuta...ma che sicuramente avrebbe molto di piu' da raccontarci... RR1 punto
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Riprendo la discussione, per mostrarvi questo quattrino molto particolare nelle leggende del D e R. In che modo il battitore sia riuscito ad ottenere questo risultato non lo immagino. D: PHIOLAN IIII . REX. H R: ILIPP. DIOLANI. DVX. ET. C. ( non è presente la corona sopra la biscia )1 punto
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Grazie mille per le congratulazioni e complimenti a Illyricum per l'ottimo excursus! Il primo maggio è nata Matilde, seconda entrata in famiglia e sorella di Lorenzo. In effetti è la piacevolissima causa della mia recente latitanza dal forum :) in questi giorni sono a casa e più che monete vedo pannolini... ma non c'è moneta che tenga, ve l'assicuro, rispetto alla gioia di tenere in braccio un frugoletto così piccino che fa sembrare un gigante il fratellino di tre anni... i figli, completamento di un'esistenza e puro amore! Grazie ancora e... discussione salvata per quando Matilde sarà più grande e potrà leggerla.1 punto
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LA NASCITA E LE DIVINITA’ IN EPOCA ROMANA Quando il suo mito si intreccia a quello della pre-romana Diana, divinità con la quale si identificherà, Artemide diviene anche protettrice delle partorienti e delle nascite, aspetto probabilmente rafforzato dal racconto mitico delle sue stesse origini: nell’isola di Orthygia la dea bambina, nata prima di Apollo, avrebbe aiutato la madre Leto a partorire il fratello gemello. Grande importanza aveva, infine, la devozione nei confronti della dea ad Efeso e in tutta l’Asia Minore fin dai tempi più antichi dei re di Lidi: l’Artemision arcaico, incendiato nel 356 a.C. e poi ricostruito, fu un importante luogo di culto dove Artemide, assimilando i tratti di una divinità asiatica, era venerata come dea della fecondità anche durante l’età romana. In età romana il culto di Artemide si identifica con quello di Diana, divinità a sua volta di origini pre-romane. Nella religiosità romana la figura di Diana è il risultato di molteplici contaminazioni: riassume in sé i principali attributi della divinità greca, mantenendo però anche i tratti della originaria divinità italica venerata principalmente come protettrice delle nascite ed assorbendo allo stesso tempo l’aspetto “lunare” di Selene ed alcune connotazioni ctonie di Ecate con la quale talora si confonde. Un importante santuario dedicato a Diana Tifatina sorgeva nei pressi di Capua, sul monte Tifata, dove la divinità era oggetto di particolare devozione sin dal I secolo a.C.: le fonti greche narrano della ricchezza di questo santuario (Paus., V, 12, 3) ed alcune iscrizioni testimoniano la sua vitalità per tutta l’età imperiale e ancora in età tardoantica. Un altro importante centro di culto era il santuario nel bosco di Ariccia (nemus Dianae) sui colli Albani (Tac. Hist. 3, 36), nei pressi del Lago Nemi (lacus Nemorensis): qui la dea era venerata principalmente come protettrice delle nascite e come colei in grado di guarire dalle malattie, come attestato anche dai numerosi ex-voto fittili rinvenuti e raffiguranti organi genitali e statuette di donne con bambini in braccio. A Roma il culto di Diana venne istituito nel VI secolo a.C. dal re Servio Tullio che fece edificare un tempio sull’Aventino. (tratto da http://www.antika.it/001425_artemide-diana.html )1 punto
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Ciò che potrebbe essere davvero interessante è il cercare di capire le motivazioni che hanno spinto Liutprando (se è davvero stata emessa da lui la serie di ducati e tremissi in questione) ad apporre la nostra mano sulle monete. Ovviamente qui entriamo nel campo delle ipotesi. Posso buttarla? Liutprando, figlio di Gisulfo, assunse i pieni poteri dopo un periodo di reggenza (751-755) della madre Scauniperga, principessa della nobiltà pavese, moglie appunto di Gisulfo. Esistono anche delle splendide e rare monete di tale periodo. L’episodio più noto del regno di Liutprando è in realtà la sua clamorosa deposizione!! Nel 758 a causa della sua infedeltà, fu accusato infatti di tramare con gli odiati Franchi e Bizantini, fu deposto dal Re Desiderio, successore di Astolfo. In realtà non conosciamo le motivazioni che portarono Liutprando, passato alla storia come il Duca ribelle, a tradire la gens longobarda, ma probabilmente era mosso dall’ambizione personale di “affrancarsi” dal legame con la corte regale di Pavia. Ciò che è certo è che non fornì il sostegno militare richiesto dal suo Re, Astolfo, nel fronteggiare le invasioni franche di Re Pipino nel 755 e nel 756. Liutprando fuggì riparando prima ad Otranto, presso i Bizantini e poi a Costantinopoli (Bisanzio) ma cosa fu di lui la storia nulla ci dice. Che rappresenta la nostra manus (sempre che le monete in questione siano state emesse da Liutprando, intendiamoci)?? Forse, se leggiamo questo simbolo come la rappresentazione della legittimazione del potere, proprio il suo desiderio di indipendenza! Una dimostrazione di forza nei confronti del Re longobardo! Il paradosso fu che il suo successore Arechi II, riuscì davvero a liberarsi dalla “dipendenza” dalla corte pavese, nel frattempo rovesciata dai Franchi, ed elevando il ducato di Benevento a principato!! Ma, come noto, questa è un’altra (affascinante) storia!1 punto
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Mi pare inoltre di capire che il gentile Arka sostiene che si tratti della manus Dei ad imitazione di alcune monete romane. Non sono in accordo per una serie di motivi: 1. Le monete romane “modello” sono state emesse verso la fine dell’impero romano, da un numero limitato di imperatori/imperatrici, per brevi periodi, sono per lo più monetine di piccolo modulo destinate ad una circolazione “minuta” e , probabilmente, anche sconosciute alla maggior parte dei Longobardi di un paio o più secoli successivi. 2. I Longobardi della Longobardia Minor, Benevento, nella prima fase della loro storia, hanno si imitato, ma monete auree bizantine, cioè le monete maggiormente diffuse nel territorio (e questo ha sicuramente più senso!). Non a caso i solidi e i tremissi in questione (parlo appunto di Benevento) sono imitativi di monete di Anastasio II. Se Liutprando (o Gisulfo secondo alcuni) avesse voluto imitare le monete romane con la manus Dei che scende dal cielo, come da Lei sostenuto, perché raffigurare la nostra mano sul rovescio e non sul dritto nell’atto appunto di incoronare il Duca? Oppure perché raffigurarla sul dritto, quasi in faccia al busto, su altre monete della Longobardia Maior? Io ritengo che la risposta sia perché non si tratta della classica rappresentazione della manus Dei, (imitativa di altri modelli) ma perché si tratta di un simbolo che invece appartiene alla tradizione longobarda. 3. Ritengo appunto trattasi di un simbolo che appartiene alla tradizione longobarda. Mentre non abbiamo traccia in altre raffigurazioni del tempo (almeno non sono da me conosciute) di manus Dei che scende dal cielo, tutta la tradizione iconografica longobarda è piena di c.d. mani parlanti, cioè del famoso gesto di imposizione delle mani con cui molti duchi principi e re longobardi sono appunto rappresentati. Si pensi alla lamina, raffigurata in un precedente post, alle rappresentazioni di alcuni codici, ai sigilli!1 punto
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L'iconografia è qui ancora quasi totalmente "longobarda": il re è rappresentato frontalmente con lunghi capelli divisi simmetricamente al centro, con i baffoni spioventi, la barba a punta, con il manto aperto sul davanti e non, secondo la tradizione classica, allacciato alla spalla. Ebbene forse uno dei pochi elementi che lo collegano alle rappresentazioni classiche è proprio il gesto della mano con le ultime due dita piegate: il c.d. gesto della parola o mano parlante; il significato è che il sovrano (e solo il sovrano) amministra il potere e la giustizia e che tali attribuzioni gli derivano da Dio. Anche la legenda, in latino (pessimo) è il tentativo (incerto) di dare ufficialità alla rappresentazione, inserendosi nel filone delle grandi rappresentazioni classiche!1 punto
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Ho seguito l'interessante dibattito e vorrei spezzare piu' di una lancia a difesa dei "vituperati" follari, o bronzi, emessi a Salerno dai Normanni. Sono monete, almeno per me, di alto fascino e credo che se ammirate nella giusta gradazione di conservazione e patina non sfigurino affatto rispetto ai fratelli di metallo piu' pregiato. Anzi, aggiungerei, che le rappresentazioni che troviamo nel bronzo sono molto piu' variate e interessanti dei modelli piu' conformi dell'oro e dell'argento. Un cordiale saluto, numa numa1 punto
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