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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/16/14 in tutte le aree
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Come mai ho inserito nel sotto-titolo l'appellativo di medaglia borbonica? Eppure la medaglia è del 1869 e tutti sanno che in quell'anno sia il Ducato di Parma di Roberto I di Borbone che il Regno delle Due Sicilie risultavano annessi al Regno di Sardegna da ben otto anni, forse sarò impazzito? No, la medaglia è borbonica al 100% perchè sia i Borbone di Napoli che di Parma non abdicarono mai, ancora oggi i Borbone conferiscono onorificenze istituite dai loro avi prima del 1861 e ancora oggi ne sono Gran Maestri. E' un discorso molto lungo ma una cosa è certa: se volessimo considerare una tematica di sole medaglie borboniche questa ne rientrerebbe a pieno titolo. http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Pia_di_Borbone-Due_Sicilie Maria Pia di Borbone Due Sicilie era figlia del re Ferdinando II di Borbone e di Maria Teresa d'Austria, nel 1869 andò in sposa al deposto duca di Parma Roberto I di Borbone (vedi foto del loro matrimonio). La medaglia in bronzo è opera dell'incisore della zecca di Vienna Anton Scharff (il solo dritto?), ha un diametro di 35,5 mm e molto probabilmente, per lo stile dei caratteri, venne coniata a Roma con un rovescio inciso a Roma, nel 1869 la famiglia reale borbonica era ancora in esilio nella città capitolina ospite del pontefice Pio IX. A breve verrà messo on line un articolo a firma Agnese Catemario pubblicato nel bollettino del 1972 del Circolo Numismatico Napoletano proprio su questa medaglia, interessanti i documenti dell'epoca. @@fabio22 @@Lord_Acton @@paulby @@incuso2 punti
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Comprare un senza punto in questa conservazione é sempre un po' un terno al lotto purtroppo.2 punti
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La risposta, altrettanto banale è...c'erano le banconote :rolleyes: Dal 1896 al 1899 furono emessi 17.200.000 biglietti, quasi tutti sicuramente ancora in circolazione a inizio secolo, e a cui si aggiunsero, tra il 1906 e il 1910 altri 18 milioni. E questo solo per quanto riguarda le emissioni della Banca d'Italia, ma in quegli anni erano autorizzati all'emissione anche il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. Il primo stampò, tra il 1896 e il 1909, più di 8 milioni e mezzo di biglietti, il secondo, tra il 1897 e il 1909, 1 milione 300 mila. In totale, tra il 1896 e il 1910, furono messi in circolazione oltre 45 milioni di biglietti da 50 lire...direi che ce n'era a sufficienza ;) petronius oo)2 punti
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scusate se mi intrometto, ma le possibilità che sia Giovanni sono pari a zero. oltre alla questione del retro, che da sola basterebbe, il disegno del volto si discosta dalla norma per le monete di Giovanni. non fatevi ingannare da "beh si vede male" perché è una scusa, il tratto è chiaro, ed è chiaro che non sia il volto di Giovanni. vendere questa moneta come un Giovanni, a mio parere è altrettanto scorretto quanto vendere certe monetine di Onorio come "bronzetti di Avito" credo tu abbia tutto il diritto di chiedere indietro i soldi. non so quanto tu l'abbia pagata, ma se si parla di più di 10/15 euro (e sono già tanti), fatti rimborsare. un caro saluto a tutti2 punti
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Innanzi tutto mi complimento con Taras per l'attenzione ai dettagli su una emissione molto rara e in effetti controversa. Colgo l'occasione per evidenziare che nella mia vecchia monografia ho commesso un grave errore, forse frutto di una distratta lettura di un particolare. Avevo scritto che questa emissione, della quale fino a pochi anni fa erano noti solo 6 esemplari e piuttosto sconservati, dovrebbe essere datata al 36-27 a.C. e quindi in periodo forse pompeiano, sulla base di una riconiazione sopra un esemplare, esistente a Berlino, con EPPI (Bahrfeldt, p. 80-83), che fu coniato intorno al 37 a.C. Invece, rileggendo meglio la letteratura, e soprattutto l'articolo del Bertino e pure quello del Manganaro, citato nella mia monografia, emerge che è il bronzo con EPPI ad essere stato riconiato sopra il bronzo di Abakainon e non viceversa! Mi scuso del mio errore. Ovviamente questa rara emissione dovrebbe essere precedente al 37 a.C. e se Calciati ha proposto una datazione alta, coincidente con la creazione della provincia romana della Sicilia dopo la prima guerra punica, personalmente ritengo più verosimile una datazione dopo la seconda metà del II secolo a.C., quando ci fu in tutto il mondo romano iniziò una grave penuria di bronzo monetato, lasciando spazio ad emissioni locali. Fatta questa doverosa premessa, il diritto non era di sicura identificazione, ma, dato anche il periodo in esame, di sicura epoca romana, appare molto verosimile la canonica testa di Apollo con i capelli lunghi. Negli ultimi anni sono comparsi nuovi esemplari, alcuni dei quali possono essere tacciati come falsi (o nella migliore delle ipotesi pesantemente ritoccati). I due esemplari sotto illustrati possono essere considerati come falsi e ricavati con una stessa coppia di conii poco verosimil (e osservate come ambedue riportino un simile graffio dietro il culo del toro)i: Vosper ebay GR-JFQB/2012 g. 6,10 LAC asta E/2013, n. 6 g. 6,98 Poi esistono due esemplari con lo stesso conio del rovescio, non con la stessa centratura, ma stranamente troppo simili come resa dei rilievi pur nella diversa coniazione (e il graffio dietro il culo si rivela essere una specie di rottura di conio, come anche sopra il dorso del toro), mentre la testa appare molto simile, ma al posto dei cornetti si vede una fitta ciocca dei capelli (sembra più Riccardin dal ciuffo….): Busso Peus 405/2011, n. 2120 g. 7,52 Hirsch 264/2009, n. 48 g. ? Quest'ultimo appare essere più naturale del precedente, e potrebbe essere il prototipo originale. Poi c'è un altro esemplare ancora più naturale e apparentemente originale: Hirsch 272/2011, n. 45 g. ? Infine esiste ancora un esemplare da vecchia collezione privata, che è stata dispersa e del quale ho solo una foto e peso: ex coll. privata g. 8,53 Questi due ultimi esemplari mostrano una tipica testa di Apollo. Quindi la presenza di una testa con cornetti di dio fluviale è da rigettare e conseguente alla fantasia di un inesperto falsario, che credeva di essere facilitato anche dalla trasandatezza della rappresentazione. Purtroppo non ho le foto digitali dei due pezzi del British Museum.2 punti
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Ciao Nico, le due monete "Lac© e Vosper(D) e mia opinione che sono falsi . La Lac e riconiata su di un tondello di una altra moneta genuina. Il Vosper e fuso . I rovesci di entrambi sono simili ai bronzi Hirsch , mentre i dritti sono un rimodellato dell'Apollo Hirsch. Come vedi i capelli sopra l'occhio sono bulinati sopra la fronte verso l'orecchio , i cornetti sono creati come la disposizione dei capelli sul cranio. Mia convinzione che anche una delle due Hirsch(B) e pure falsa, copiata dalla moneta Hirsch con il segno (A) Tra l'altro sembra una moneta riconiata su un altro bronzo , la testa di Apollo non e impressa perfettamente proprio per i rilievi precedenti. Pertanto sarebbe l'unica di odor di genuinità.2 punti
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Mi ricordo mio figlio quando diceva "Papà indovina cosa ho in mano?", tenendo un oggetto nel pugno. Lo faceva quando aveva 4-5 anni.2 punti
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Ho scritto presumo che non sia stato possibile dimostrare che la battitura sia stata fraudolenta Questo non signfica certo che io pensi che tale moneta sia stata battuta per sbaglio, basta leggersi qualche vagonata di messaggi scritti da me in questi anni, in cui ho sempre confermato che un tale aborto mai e poi mai può essere battuto per sbaglio. Ma un conto è ragionarci sopra, un conto dimostrarlo in fase processuale: per questo suppongo, e risottolineo, SUPPONGO (la verità non la conoscono nemmeno quelli che le indagini le hanno portate avanti, figuriamoci il sottoscritto) che in fase di dibattimento non sia stato possibile dimostrare il dolo, perlomeno per quanto riguarda gli esemplari finiti negli starterkit o in circolazione per altre strade (non so ad esempio come siano stati considerati gli esemplari ritrovati negli armadietti dei dipendenti disonesti, che li avevao già trafugati in attesa di immetterli sul mercato collezionistico). Per il resto, Alberto Varesi ha già descritto per bene la storia di questa non-moneta e i motivi per i quali non ha alcun senso paragonarla al 20 cent 1999. Del cent mole ricordo benissimo che se ne parlava già nel 2002, di come fosse stato ritrovato in alcuni SK, e questo ben prima che Bolaffi facesse la sua pesante entrata nella vicenda. Una moneta non diventa di illegale commercio perchè non conforme, ma perchè esistono prove che sia stata fatta uscire dalla zecca in maniera illegale. Di sicuro, gli esemplari ritrovati in SK diventa molto difficile poter dimostrare che siano illeciti (la commercializzazione, non la battitura), visto che si trovavano nei sacchettini inviati nel normale commercio dalla zecca. E credo sia proprio su questo punto che i legali della nota ditta abbiano posto la loro difesa. Tutto questo ragionamento, ripeto, non ha poi nulla a che vedere con i miei pensieri personali (pessimi, ed uso un eufemismo) sulla vicenda, che ho già ben espresso sia in questo post che in passato.2 punti
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ciao a tutti; vi posso assicurare che non tutti i commercianti e periti sono cosi'.... ci sono anche quelli che non disdegnano affatto le monete MB....le monete o le banconote non rarissime....e' hanno cura di visionare e dare un loro parere su tutto cio' che gli si mostra..... ogni collezionista, ogni tipologia di monete o banconote, in qualsiasi conservazione, hanno la loro dignita' e una loro valenza, a prescindere da rarita' e conservazione; quindi, per chi ha scelto, per varie motivazioni, di collezionare monete di questa tipologia non deve sentirsi sminuito di fronte ha cultori del FDC assoluto....ha sempre in mano un pezzo si "storia"...forse un po' piu' vissuta...ma che sicuramente avrebbe molto di piu' da raccontarci... RR2 punti
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Ciao a tutti.. proprio oggi mi è arrivata questa, non è un granché, ma visto che non l'avevo e visto il prezzo veramente basso, l'ho presa! Vi chiedo, secondo voi è autentica e come conservazione siamo sull' MB?! Grazie e ciao a tutti!1 punto
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5 lire 2^ Prova Tecnica del Progetto in nichelio Montenegro Prove e Progetti 212 - peso di questo esemplare gr. 14,10 - diametro 33 mm Il contorno reca in incuso tre FERT tra nodi e rosette A mio avviso un bel modulo, l'aquila con le ali spiegate in questo modulo grande è imponente! Renato1 punto
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Il Tempio del Sole fatto costruire da Aureliano nel 275 in voto al Sol Invictus e con il bottino della guerra contro Zenobia regina di Palmira , era uno dei templi piu' famosi ed ammirati dell' antichita' , eppure di questo superbo Tempio non rimane alcuna traccia tranne una possibile architrave in marmo dalle dimensioni gigantesche che sovrastava le possenti colonne anch'esse in marmo , che oggi si trova nei giardini di Palazzo Colonna e cosa piu' incredibile non si e' certi neanche della sua esatta collocazione in citta'. Dalle fonti sappiamo che si trovava nella Regio VII in Via Lata , nel Campo di Agrippa , cioe' per chi non e' pratico di Roma , in prossimita' della odierna Via del Corso , in Piazza San Silvestro , esattamente dove oggi sorge la Chiesa dedicata al Santo , detto questo sembrerebbe tutto facile , tutto risolto ma forse non e' cosi'. Innanzi tutto il luogo presunto mal si presta ad accogliere un Tempio dedicato al Sole , infatti la pianura della Piazza e' praticamente sotto le prime propaggini del colle Quirinale il cui altopiano si estende fino al Pincio , quindi piuttosto in ombra , ci si aspetterebbe invece che Aureliano avesse fatto costruire il Tempio in posizione elevata sopra un colle e orientato l' ingresso verso il sorgere del Sole , inoltre la zona era gia' abbondantemente piena di precedenti e importanti monumenti , occorre anche dire che nel corso dei secolari scavi nella zona del Tempio non furono mai trovate rovine pari alla fama di quelle . Per questi motivi gia' dall' epoca del Lanciani si presuppose , in base a possenti rovine rinvenute , che il Tempio fosse in verita' sul colle Quirinale sulla Piazza dove oggi sorge il Palazzo Presidenziale , anch'esso nei confini della Regio VII ma non nel Campo di Agrippa secondo le fonti , ma questo potrebbe essere una imprecisione delle fonti o delle successive trascrizioni . Vediamo ora perché si pensa che questo Tempio fosse sul Quirinale e non nel fondo valle della Piazza San Silvestro ; il primo motivo e' quello gia' esposto cioe' per un motivo logistico , piu' adatto e consono ad un Tempio dedicato al Sole , in cima ad una altura dove l' astro poteva illuminarlo ininterrottamente dall' alba al tramonto , secondo motivo le dimensioni che in base alle fonti era costituito da 44 colonne in marmo del solo peristilio aventi un diametro di 2,33 metri ed una altezza 19,8 metri , l'area complessiva del Tempio era di 141,5 metri per 97,5 metri ; questo portento dell' architettura romana sorgeva sul ciglio orientale del Quirinale ed era accessibile dalla sottostante pianura del Campo Marzio tramite una maestosa scalinata in marmo costruita appositamente anche per facilitare l' accesso al colle dalla sottostante zona monumentale ; a tal proposito esiste una "leggenda" a Roma secondo la quale tutti i gradini in marmo della scalinata furono rimossi nel 1348 con un decreto del Senato e trasferiti nell' attuale scalinata che porta alla Chiesa dell' Ara Coeli sul Campidoglio nel corso dello stesso anno , non so se questa sia una leggenda o verita' comunque se qualcuno si avventura a piedi a percorrerre i 124 scalini che portano alla Chiesa , pensi che forse sta calpestando i gradini che in antico portavano verso il Tempio del Sole . Sotto un disegno del Duperac del 1575 delle rovine del presunto Tempio del Sole di Aureliano chiamate nel medioevo "La torre di Mesa" . Tutte le rovine furono distrutte nel 1625 da Papa Urbano VIII , gran parte dei ruderi sono oggi inglobati nell' edificio della Pontificia Universita' Gregoriana a Piazza della Pilotta .1 punto
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Per far meglio comprendere la differenza tra il modulo definitivo scelto per la circolazione e questo progetto, posto le due monete affiancate. Il pezzo scelto per la circolazione in argento è forse più "pratico" Resta comunque il fatto che il Progetto in nichelio è fantastico! Renato1 punto
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Grazie Renato! Ora con la nuova macchina qualche chicca la metto anch' io...di quelle che piacciono a te!!!1 punto
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Aggiungo alla carrellata le foto della mia scusandomi delle imperfezioni fotografiche ma sto imparando con la nuova macchina fotografica...1 punto
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L'ossidazione che apre in due la 3za i di EMANUELE III ? Penso che Bruno si riferisse a quella riga, non a quella in basso. Quella che chiami porosotà sulla veste, é presente in moltissimi pezzi che ho avuto modo di guardare anche in altissima conservazione, soprattutto sulla guancia del regnante anche in questro esemplare presente. Sembrano più micro segni da contatto: non é porosità di metallo. La conservazione invece anche a me pare essere proprio tra SPL e FDC.1 punto
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La Finlandia si sta davvero perdendo per quanto riguarda le 2€cc negli ultimi tempi. Peccato, la loro zecca potrebbe perdere la mia stima, finora le migliori monete da 2 euro CC le hanno coniate proprio loro :cray:1 punto
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Il Messico ha emesso serie di 100 pesos messicani dedicata alle vecchie monete queste sono quelle di quest'anno1 punto
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Grazie Andrea. Sai, avere un nipotino affascinato dalle vicende mitologiche stimola la ricerca. Su questo piccolo dipinto a tempera grassa su tavola (17x12 cm) di Antonio del Pollaiolo dal titolo ‘Ercole e l'idra’ (la seconda fatica) databile al 1475 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze, la leontè è ben raffigurata in toto. La leontè nata come attributo iconografico di Eracle è stata utilizzata già in vita da Alessandro Magno, che per via paterna vantava fra le proprie ascendenze il divo Eracle, come segno della propria genealogia divina. Come si legge sul sito http://www.engramma.it/engramma_revolution/46/046_bonoldi_spoliadivina.html sono numerosi infatti i tetradrammi nei quali l’Eracle giovane (ovvero imberbe) assume i tratti somatici del sovrano macedone, e l’attributo della leonté è presente anche nella ritrattistica statuaria di Alessandro, come confermato ad es. dalla bella testa in marmo pentelico del Museo Archeologico di Atene. I sovrani ellenistici, eredi di quello che era stato il grande impero di Alessandro, presero a imitare anche nella politica dell’immagine il grande Macedone, assumendolo a modello per la realizzazione dei propri ritratti, nell’ottica della glorificazione dei nuovi dinasti, volta a sottolineare la continuità con l’impresa del grande predecessore. È il caso, ad esempio, della testa in marmo di Mitridate VI Eupatore, sovrano del Ponto, conservata al Louvre. Successivamente – secondo il disegno dell’imitatio Alexandri – anche gli imperatori romani presero a farsi raffigurare rivestiti dall’erculea leonté (come accade a Commodo nel busto conservato ai Musei Capitolini di Roma. apollonia1 punto
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Capirai se aspettavo tutto il fine settimana. Oggi mi e' partito l'embolo numismatico, patologia per me incurabile, ho preso il mio trenino e dopo 15 minuti di viaggio sono atterrato; 10 minuti a piedi visita dal venditore (gentilissimo) e il bellissimo pennuto era mio. Dal vivo vi garantisco che e' uno spettacolo. Questo vi dovevo per ringraziarvi dei contributi e dei pareri. Pero' non esagerate quando posto una moneta altrimenti mi riparte l'embolo e sono rovinato. A parte gli scherzi, grazie. Buona serata1 punto
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Che dire...in quegli anni di guerra la fornitura dei tondelli (e la lega ) lasciava a desiderare....1 punto
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Questa moneta che è della serie "nuova" è stata battuta nel 1792 con lo scudo "a cartocci" o "vecchio" mentre nel 1793 esistono esemplari sia con questo scudo che con lo scudo "nuovo" o "squadrato" che poi è quello degli anni successivi. Circa la rarità direi che questo tipo è considerato Non Comune mentre gli altri sono Comuni. In quanto alla loro usura c'è da dire che hanno circolato molto ed erano molto apprezzati anche dopo la caduta della Repubblica ...e i Savoia non li disdegnavano ...pare ...avendo continuato a coniarli anche nel 1814 (con data 1796 e stella dopo la data) ma sembra anche dopo.1 punto
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Oggi sono andato ad acquistarle e, sorpresa, il venditore ne aveva 3 di astucci 2 dei quali non lucidati. Anche se devo essere sincero le monete lucidate a me sembravano priva di righe, tant'è che gli ho chiesto come le aveva lucidate. La risposta è stata: "le ha lucidate mia moglie con il prodotto apposta per l'argento". Beh ho scelto un cofanetto con monete con una bella patina, mi spiace che le foto eseguite con il cellulare non rendano giustizia. Sul momento non ci ho pensato ma poi mi sono reso conto che non si tratta di un'edizione "ufficiale" perché sul cofanetto non c'è nessun marchio. Mi è stato riferito che sono stati acquistati in banca (penso in Svizzera) e che sono un'edizione creata per commemorare la fine degli "argenti" svizzeri. Non so magari c'è qualcuno che ne sa più di me. P.S. solo adesso guardando la foto mi son reso conto che il 2 cent è del 66! :o1 punto
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a me non piace...vediamo se son l'unico. non mi piace il bordo,non mi piace la perlinatura e neanche il peso :) ...ma sicuramente mi sbaglio. marco1 punto
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Il problema che spaventava Cristofano più ancora della peste era il grave deficit delle finanze cittadine. Nei lazzaretti delle grandi città come Milano, Torino, Roma, gli infetti erano separati dai sospetti, Prato non aveva queste possibilità, i sospetti venivano quarantenati in casa e gli infetti venivano mandati al lazzaretto, Cristofano doveva cercar di affrontare le urgenze senza mezzi straordinari. Scrive il Cipolla " una epidemia di peste non costituiva soltanto una tragedia umana ; era anche un disastro economico. Mercanti ed artigiani erano i più colpiti non solo per la contrazione del mercato locale ma anche e soprattutto perché i blocchi sanitari paralizzavano comunicazioni e commerci con i mercati esterni. " Ma la peste uccideva, uccideva anche i becchini, inservienti, medici e Cristofano era sempre a corto di fondi, Firenze non rispondeva agli appelli. Però c'erano le offerte, i donatori, quell'anno Cristofano ebbe 166 lire e 10 soldi da donatori, il più generoso diede 21 lire e Cristofano stimava che per nutrire sufficientemente una persona per un giorno ci volessero circa 10 soldi. Due uomini che furono colti ad entrare in Prato senza passaporto sanitario furono condannati a morte, ma poiché avevano bisogno di soldi, la pena fu sostituita dal pagamento di 70 soldi, quasi la metà di quello che aveva ricevuto Cristofano per le donazioni. I becchini costavano e costavano anche gli inservienti del lazzaretto, Cristofano, il Provveditore, aveva un salario non commisurato alle sue responsabilità, prendeva 8 scudi al mese, in pratica come un becchino..... A Prato prima che arrivasse Cristofano davano a ogni persona confinata in casa un giulio, fu ridotta nel tempo a 10 soldi e poi ancora a 5. Chi poteva invece sostenersi da solo non ebbe nulla a un certo punto ; la peste uccise circa il 25% delle persone, era andato peggio in altri luoghi, forse Prato soffrì meno perché la peste arrivò quando le pulci erano meno attive. continua.....1 punto
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Caro @@Fidelio purtroppo è squisitamente... falsa ! :D Si tratta di una fusione postuma su un "originale " di Giovanni da Cavino detto il "Padovanino" ( Klawans 2 di Tiberio pag, 27). Gli originali del Cavino erano coniati e precisamente di questo c'è un esemplare coniato a Parigi alla Bibliothèque Nationale, sempre lì è conservato il conio "originale" del diritto. Non poi così brutta come copia in sè ... ho visto fusioni ben peggiori ! Cordialmente, Enrico1 punto
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@@rintintin impara a taggare bene la gente :P :P :P ahahahahahahahhahahahahah @@niko ok cosi dovrebbe funzionare il tag ;)1 punto
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@Alberto Varesi perfettamente chiaro il criterio di gradazione della rarità esplicitato e l'attribuzione prudenziale di rarità NC (io, inconsapevolmente, nel cartellino del monetiere avevo dato lo stesso grado, vista la variabiltià dei vari autori), però reputo che si sarebbe dovuto dare lo stesso grado su entrambe i tomi e non due gradi così differenti fra loro, proprio in funzione del chiarissimo ragionamento da lei esposto. Cordiali saluti Claudio1 punto
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Patina naturale e patina artificiale Già che siamo in argomento colgo l’occasione per rispondere a chi mi ha chiesto qual è la differenza tra patina naturale e patina artificiale. A mio parere la patina naturale è la colorazione che si sviluppa sulla superficie di una moneta nelle normali condizioni di conservazione, quindi una colorazione che si forma spontaneamente nel tempo, per dirla alla Scajola, ‘a nostra insaputa’. La patina artificiale è invece una colorazione indotta ad arte, intenzionalmente, conservando o trattando la moneta in condizioni che accelerano il processo chimico responsabile della patina naturale. Ad es., nell’album delle 500 Lire Caravelle ho alcune monete ancora del colore dell’argento iniziale accanto ad altre che si sono più o meno inscurite (patina naturale di solfuro nell’atmosfera). Dopo 24 h nella scatola con l’uovo sodo, una moneta che aveva il colore dell’argento si è inscurita ancor più intensamente di quelle con patina naturale (patina artificiale da solfuro prodotto per decomposizione degli aminoacidi proteici contenenti zolfo, precisamente cistina e cisteina, presenti nell’uovo). Un’altra domanda è se anche le patine iridescenti o ‘arcobaleno’ dell’argento possono essere naturali. La risposta è affermativa, come dimostra la patina ‘rainbow’ dei dollari Morgan conservati per lungo tempo in sacchetti di tela caricata di zolfo di cui s’è detto in precedenza. Il trattamento della tela aveva lo scopo di evitare che fosse rosicchiata dai topi e il fatto che le monete più vicine o a contatto con essa avessero sviluppato quella patina per il continuo e prolungato ‘bombardamento a tappeto’ ad opera dello zolfo è stato casuale. Sappiamo infatti che l’argento può potenzialmente sviluppare in superficie tutti i colori dello spettro visibile e scomporre la luce bianca nelle radiazioni che la compongono attraverso l’interferenza differenziale operata dai sottili strati superficiali di diverso spessore del solfuro d’argento, come quelli che si sono formati nell’ambiente ‘intra-sacchetto’. Naturalmente si può riprodurre questo effetto cromatico ricoprendo p. es. la superficie di un dollaro Morgan con un impasto di vaselina e zolfo e lasciare così la moneta per una settimana o un mese, ma in tal caso la patina è intenzionale e quindi artificiale. apollonia1 punto
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anzi !.... direi che proprio non lo è!. :whome: come( purtroppo per lui..) non lo è quella di @@eliodoro1 punto
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Scusate, Mfalier e Andreas, vedo che concordate nel chiudere la polemica; come curatore della sezione posso suggerire di dimenticare gli ultimi 6 interventi e riprendere questa interessante discussione dal post n. 34? Grazie della collaborazione.1 punto
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Il problema non è che sia legale o no, infatti già la magistratura si è espressa su questo, il fatto e che in TV ti vogliano far passare una cosa come questa come una rarità numismatica, e vendertela come una cosa quasi unica che in futuro avrà un valore inestimabile, molti se inesperti potrebbero crederci, non lo trovo giusto, anche se loro fanno gli interessi dell'azienda e tentano di vendere in tutti i modi. Spero che nel futuro non si assista più a cose così................1 punto
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prova a studiare di piu' e visitare piu' musei .. poi ne riparliamo :)1 punto
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Ciao a te, e grazie per averci reso partecipi di questo documento. Senz'altro interessante. Per farmi un'opinione un po' approfondita, potresti per favore postare (o mandarmi in privato, se preferisci) un'immagine dello stemma a buona definizione? Grazie. :good:1 punto
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hai capito @@Paolino67 sapevo dell'urlo di Munch , ma una grida di Casale Monferrato datata 1626 non l'ho mai vista, hai una bella foto da mostrarci? Sergio :blum:1 punto
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compro al prezzo di catalogo del BB! Quasiasi anno e in qualsiasi quantità :D1 punto
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Gran bel pezzo, ricco di fascino! Complimenti! Anche io mi diletto, a volte anche troppo, nel collezionismo cartaceo! :P1 punto
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Discussione interessante che non passa mai di moda. Occhio!1 punto
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Grazie, @@alieno! :good: Ottime in particolare la foto di destra del msg #10, e la seconda del msg #12. Attraverso il raffronto fra entrambe, penso di poter dire che l'amico @@Anto1989 nel msg #8 aveva visto giusto. La legenda dovrebbe recitare: + SANCTI · IOS · SAPONARIA Quindi, "San Giovanni di Saponaria". L'abbreviazione di Giovanni ---> Ioannis ---> Ios è confermata dalla figura dell'agnello con croce, il quale è sia attributo caratteristico del Battista, sia protagonista del libro dell'Apocalisse scritto dall'Evangelista. Il problema diventa un altro. Dov'è "Saponaria"? Con questo nome, oggi, pare non vi siano località di una certa importanza. Esiste Saponara (senza la "i"), in provincia di Messina, ma non mi pare di aver trovato che lì sorgano edifici sacri dedicati a San Giovanni. Quindi, occorre cercare comuni che abbiano portato il toponimo Saponaria, in latino o in volgare. Una Saponaria era in Francia, zona di Tours, più tardi chiamata Savonieres. Un'altra era in Veneto, e oggi si chiama Saonara (PD). Una terza era Saponara di Grumento, dal 1932 chiamata Grumento Nova (PZ). E in quest'ultima località, dove c'è tuttora una chiesa di San Giovanni, prosperava un monastero sempre dedicato a Lui (cfr. C. G. Gattini, Delle armi de' comuni della provincia di Basilicata, Matera, B. Conti 1910 [ristampa Bologna, Forni 1981], p. 82, dove l'autore afferma che esso fosse "...ritiro di donzelle di distinte famiglie..."). Una prima ricerca mi dice che era un monastero carmelitano, ricavato all'interno del palazzo cinquecentesco di Isabella Gesualdo, feudataria del paese (http://old.basilicatanet.it/paesi/paese.asp?idPaese=49&idSezione=2). Probabilmente il monastero fu attivo fino al 1801 (http://www.culturaitalia.it/opencms/opencms/system/modules/com.culturaitalia_stage.liberologico/templates/viewItem.jsp?language=it&case=&id=oai%3Asan.beniculturali.it%3Acomp48475) . Tutte queste belle cose, però, mi lasciano un dubbio: lo stile così "antico" di questo sigillo mi pare un po' anteriore al Cinquecento... :nea: Occorrerà cercare ancora, temo... :mega_shok:1 punto
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@@rintintin vieni a Verona e falla vedere a Riccardo Rossi... lui è un'esperto della repubblica (oltre che un gran signore!!!) e non ti tratterà mai con sufficienza, nemmeno su monete di 50 centesimi... dico giusto @@cembruno5500 ?1 punto
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Vi mostra una bellissima moneta da 1 cent Austria 2012. Conservazione SPL, senza le stelle sul lato nazionale così come sul lato comune manca la parte esterna1 punto
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Esatto, caro Sorante, sono altri due termini che avevo omesso di citare. :good: Il primo è un termine francese, talvolta usato in passato anche da autori italiani, oggi francamente "brutto" e in disuso. Il secondo è un altra locuzione sinonimo di in divisa, applicata in passato quasi esclusivamente alla croce.1 punto
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Ecco le foto. Devo ricercare gli spagnoli. Francia per 50 centesimi, è un amico che possiede. Non lo so e posso mostrare qi. (50 centesimi Finlandia e Germania sono stati inclusi (marcato) una prima 1 €, quindi registrati (marcato) 50 cts).1 punto
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ecco in ritardo una mia idea per il... carabinieri 2014 :-) :-) la trovate qui: http://www.friziodesign.it/coins18.html :-)1 punto
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