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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/10/14 in tutte le aree
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e per finire... :yahoo: Taglio: 5 cent Nazione: Germania F Anno: 2003 Tiratura: solo in divisionale Condizioni: B+ Città: Milano5 punti
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Credo che sia più volte discusso che in linea di principio esistono alcune limitazioni nel mettere a diretto confronto due esemplari di uno stesso conio che sono stati coniati in momenti diversi della sua produzione. Accantonando per il momento sul problema della durata di un conio del diritto, ossia sistemato all'incudine e generalmente destinato ad avere una vita più lunga del conio del rovescio, che è quello che riceve la maggiore forza della battitura (col martello) e quindi soggetto a una maggiore usura. Ci sono varie discussioni su quanti esemplari potrebbero essere stati prodotti da un simile conio del diritto. Diversi studi, alcuni anche in corso, stimano che un simile conio possa produrre qualcosa come circa 10.000 esemplari. Sono tanti e ci sono moltissime ragioni per cui possono essere sopravvissuti fino ai giorni nostri un numero limitato di esemplari. Ci sono situazioni per cui sono pervenuti in un numero ben maggiore altri tetradrammi prodotti da un medesimo conio (basti pensare al famoso tetradramma Naxos Cahn 54, anche a prescindere dalla sicura esistenza di diversi falsi moderni). So che era stata invocata l'esistenza di una foto digitale di adeguata definizione dell'esemplare Pennisi, senza però dimenticare le limitazioni che ho detto all'inizio. Il Museo di Siracusa sta portando avanti la stesura del Sylloge sulla colelzione Pennisi ed esistono sue immagini digitali "ufficiali", sui quali però grava il diritto di riproduzione e quindi esistono, purtroppo, limiti legali. Tempo fa un caro collega, per motivi di studio, ebbe modo di esaminare e fotografare personalmente questa moneta e mi ha girato le sue foto, anche se ovviamente effettuate con non ottimali condizioni di illuminazione e di posizione. Per amore della verità metto a disposizione queste nuove foto (anche se in questa piattaforma le foto, che pesano circa 1,3 Mb l'una, vengono automaticamente compresse): Però, come più volte ribadito, questo esemplare fu coniato molto all'inizio della produzione del conio. Forse in maniera più appropriata si dovrebbe usare il pezzo di Parigi, che ha lo stesso abbinamento col conio del rovescio di quello NAC: anche se il pezzo di Parigi risulta ancora coniato in una fase anteriore al pezzo NAC…..3 punti
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Ciao a tutti, vi posto la foto del catalogo delle Pubblicazioni del Comune di Milano. Sono dei testi a volte molto ricercati, ma di difficile riferimento. Oggi passando davanti al museo Archeologico di Milano di Corso Magenta, ho parlato con il titolare della libreria del Museo: Edoardo. Con Edoardo abbiamo raggiunto un piccolo accordo in riguardo a queste pubblicazioni. Se si raccolgono un minimo di richieste (circa 10) anche tutte diverse, si potrà' provare a fare richiesta al comune, attraverso la libreria del museo. Più' il numero di richieste e' alto e più' possibilità' si hanno per raggiungere l'obiettivo. Tutte le richieste sono soggette alla disponibilta'. Non e'detto che tutti i testi siano ancora disponibili. Nel caso in cui le richieste sono 3 e le disponibilita'2 naturalmente vince chi ha fatto per primo la richiesta. Anche le tempistiche potrebbero essere un po' lunghe. Bisogna iniziare......provare. Edoardo e' molto disponibile e disposto ad "autarci". Ora come ora sono già' disponibili i seguenti testi: 1) La monetazione Ludovico il "Moro" 2) La monetazione di Filippo III 3) Zecca e le monete di Milano 4) I luoghi della moneta, le sedi delle zecche dall'antichità all'eta' moderna. Vi lascio la mail. Pero' prima di contattarlo cerchiamo di raggiungere un buon numero di richieste: [email protected]2 punti
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Questo è il più bello !!!! Taglio: 1€ Nazione: Germania Zecca: Stoccarda (F) Anno: 2006 Tiratura: 150.000 solo in divisionale credo Condizioni: SPL Città: Palermo Note: mancante :yahoo:2 punti
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Ecco io direi, se siete d'accordo, di mantenere le tradizioni e di trovarci il sabato verso le 12 e 15/30 davanti allo stand di R - R, come punto d'incontro per chi va poi al pranzo dei lamonetiani alla Grotta Azzurra. Per chi non potesse venire e comunque sarà sabato 24 maggio a Verona, questa può essere anche l'occasione, il momento anche solo di un saluto, di darsi la mano, un momento di condivisione tra gli utenti del forum....anche per un solo momento saremo passati dal virtuale al reale, Mario2 punti
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La cioccolata in questo caso non ha colpe. La riproduzione e made in Mediolanum.. ciao Mario2 punti
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io ho detto come la penso nel momento stesso in cui ho dato del "tu" ad Andreas....cosa che di persona non mi sono nemmeno lontanamente permesso di fare. Sarebbe una carenza di rispetto...dal vivo... il forum annulla le distanze formali. il rispetto si guadagna con le idee, con quello che si dice, e con il come lo si dice. se la mia idea è buona, viene valutata da molti come tale indipendentemente dal mio nome, status, qualifica, titolo di studio. e anche questa è e rimane una mia opinione assolutamente personale buona giornata2 punti
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Ringrazio chi è potuto venire ad assistere alla piacevole conferenza. Non capita sempre poter discutere, anche con pareri non perfettamente omogenei, con esperti del calibro del dott. Martini (direttore del medagliere di Milano) e dott. Poggi (docente a contratto dell'Università di Bologna).2 punti
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Ciao Nicola, ho analizzato bene i caratteri e devo dirti che in genere sono restio nello stabilire con certezza se si tratta di F o E anche perchè sappiamo bene che la E è in sostanza una F completa di terza asticella orizzontale inferiore (ovviamente sono due distinti caratteri punzonati su un conio), nel caso di FERDINAA si nota chiaramente la differenza tra la A e la N. Nei particolari evidenziati in rosso si evince la differenza tra i due caratteri quindi se proprio vuoi che ti sia sincero devo ammettere che non sono convinto al 100%, in questi casi converrebbe aggiungere un bel punto interrogativo alla cosa ed attendere che sul mercato ne venga fuori uno analogo, solo così sarà possibile stabilire se si tratta di un'escrescenza di metallo equivoca o di una E venuta un po' male. Ma come è possibile stabilire se si tratta di un'escrescenza di metallo causata da rottura di conio? Semplice: sappiamo che le rotture di conio sono progressive, quindi basterebbe appurare se qualche altro esemplare ha l'asticella inferiore di questa "E" con un'ampiezza/lunghezza inferiore o superiore. Non so se hai compreso il concetto, ad ogni modo consiglio a tutti di mettersi alla ricerca e di postare in questa discussione tutti gli esemplari con la stessa particolarità. :good: :good:2 punti
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Per completezza e correttezza posto una trascrizione del documento precedente dove sono indicate altre cose molto interessanti riguardanti anche il rapporto tra pila e torsello. Fonte I Registri della Cancelleria Angioina ricostruiti da Riccardo Filangieri con la collaborazione degli archivisti napoletani vol. XXXI, pag. 1412 punti
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anch'io come Monbalda sono rimasto sorpreso dalla piega che, a volte, prende la discussione. Ma invece di scendere nel particolare e rischiare di dare opinioni che certamente potrebbero essere superficiali, parziali o di parte, forse conviene, e mi scuserete del brevissimo intermezzo, fare una piccola riflessione sul "medium" che stiamo utilizzando. Indubbiamente le comunicazioni on-line, anche se forse non tuttti se ne rendono conto, sono uno strumento di comunicazione nuovo , come poteva essere l'introduzione del telefono ai tempi di Meucci e poi Graham Bell, oppure della radio con Marconi (quante scienziati italiani nel settore della comunicazione.. vorrà significare qualcosa :rolleyes: ). Ogni nuovo mezzo (includiamo anche tv, etc. naturalmente) che ci permette un contatto diretto univoco o biunivoco come il telefono , internet etc. ha comportato un adattamento del linguaggio e dell'espressione. Cosi se noi ascoltiamo una telefonata registrata, capiamo immediatamente da certe espressioni che si sta parlando al telefono... cosa voglio dire con questo ? che abbiamo imparato ogni volta ad adattare le nostre espressioni al "medium" , nuovo, utilizzato. Abbiamo imparato ad usare certi toni e lessico quando parliamo al telefono. Cambiamo esperessione tono della voce e atteggiamento se , ad esempio, ci intervistano alla radio. E cosi via.. Se duemila anni fa ci si poteva rivolgere solo direttamente al proprio interlocutore, oppure al massimo per iscritto, oggi abbiamo piu' scelte ed ognuna ha determinate caratteristiche che ci impongono di sviluppare un linguaggio e soprattutto un modo di comunicare adatto al nuovo mezzo di comunicazione. Focalizzandoci sulla comunicazione via web, la rapidissima diffusione di nuovi modi di comunicare ha creato inevitabilmente qualche disorientamento. Cosicché alcuni, magari non cosi familiari con questi nuovi mezzi, magari accomunano il modo di comunicare via twitter con una comunicazione via facebook, blog, etc. Le nuove forme di comunicazione via web paiono tutte eguali ma in realta' l'unico comun denominatore è la piattaforma che viene utilizzata, mentre tra di loro diversissime , tanto quanto mettere accanto Eva Express a Bloomberg. Un tweet è un modo , quasi ufficiale (non per nulla anche il Papa e i politici prediligono il tweet, e non facebook ad esempio) per comunicare qualcosa. Facebook è una sorta di diario personale per comunicare con amici e conoscenti le proprie preferenze, ricordi, gusti etc. Un blog ha una connotazione piu' filosofica e raccoglie i discorsi, le opinioni , i ragionamenti del suo ideatore e di chi vi partecipa, una sorta di forum personale se vogliamo. Un Forum è invece un'arena di discussione , principalmente serve a quello, poi svolge mille funzioni utilissime ma soprattutto serve a incontrarsi e a discutere, a volte anche animatamente sui temi che ci interessano o stanno a cuore. Vi è una regola , molto bella trovo, che - non scritta - viene un po' accettata da tutti. Quella che sul Forum si è tutti eguali. Cadono le barriere che ci contraddistinguono, ci separano nella vita reale. Un'altra regola -sempre non scritta (ricordiamoci che le regole scritte sono iniziate assai tardi nell'umanità - codice di Hammurabi, i decreti del faraone, etc. sono recentissimi rispetto alle regole non scritte ma tramandate e rispettate della nostra storia che - come Sapiens - inizia almeno 200.000 anni fa - un'altra regola appunto è quella di darsi , quasi sempre, del tu - prova dell'immediatezza dei rapporti che si istituisce nei Fora. Perché dico tutto questo ? Perché a volte penso che in certe discussioni si perde questa immediatezza e ci si ricorda degli steccati, delle barriere, dei piedistalli che valgono nella vita reale , e che invece in quella virtuale - almeno nelle arene di discussione - dovrebbe essere attenuata se non abolita. Sul Forum normalmente le barriere sono abolite e la comunicazione non è mediata da convenzioni o vincoli formali. Il bello è l'immediatezza di un tale tipo di comunicazione, di converso si perdono deferenza, soggezione, e soprattutto distinzione dell'interlocutore, che non viene piu' ad assumere, chiunque egli sia, i panni che gli competono nella vita reale ma viene, al pari di tutti gli altri, a discorrere sullo stesso piano, senza distinzioni. Ne discende che chi, pur conscio della propria specificità e del proprio valore , accetta questa regola che è fondamentale per trovarsi bene nell'arena virtuale, proseguirà nelle discussioni, incontrandosi/scontrandosi etc. ma traendone beneficio e divertendosi in un bilancio che , pur con gli inevitabili alti e bassi , sarà comunque largamente positivo. Chi invece non riesce a compiere questa transizione dialettica che richiede a tutti di divenire un "commoner" per lo spazio virtuale della discussione, abbandonando privilegi, ruoli e posizioni della vita reale, rischia di trovarsi a volte a disagio, pretendendo deferenza, spettante nella vita reale, ma che il Forum, proprio per la sua impostazione di agorà, non accorda by default. Ecco allora che il grande commerciante o il grande funzionario o il grande direttore, o il grande collezionista o il grande studioso o il grande ingegnere o il grande avvocato/esperto legale o il grande chimico etc. etc. nell'arena virtuale compaiono come "commoner", e non piu' "peer" al pari di tutti gli altri partecipanti con i quali interagiscono nello spazio virtuale. Certamente saranno poi la loro dialettica , le conoscenze, i ragionamenti a distinguerli nella massa e a far guadagnare loro rispetto e approvazione, ma non i privilegi originari di censo ruolo o appartenenza. Certamenti altresi questa partecipazione espone a rischi dei quali occorre esser ben consci quando si affronta l'agorà del forum, in compenso puo' pero' dare anche grandi soddisfazioni, permettendo l'immediatezza dello scambio, di idee, e la condivisione. Credo che essere consci di queste "regole del gioco" sia molto importante per trovarsi bene in un'arena di discussione virtuale e cosi come, anche al bar Sport o al Circolo vigono le dinamiche delle interazioni tra i soci o gli avventori, cosi anche nell'arena virtuale del Forum vigono le stesse regole che in fondo sono quelle che governano le complesse dinamiche delle relazioni tra gli individui. COme al bar Sport si fa e si disfa cento volte la nazionale o si propongono manovre per uscire dalla crisi.. il piu' delle volte sono solo chiacchiere ma poi qualche volta ci si prende in pieno .. ma il bello non è avere ragione bensi non prendersi mai troppo sul serio .. almeno qui mi raccomando... Scusate se ho abusato dello spazio delle discussione e del vostro tempo ma ho sentito il bisogno di fare queste riflessioni e condividerle. Torniamo subito all'assunto, anzi ai vari temi, tutti interessenatissimi, che si sono evoluti dalla discussione iniziale che aveva inizialmente come oggetto le bolle che finalmente, al pari dell'epilogo di una crisi esantematica stanno lentamente sparendo lasciando la pelle dei coni liscia e fresca che, abbiamo recentemente scoperto, essere anche protetta da olii e preziosi unguenti ... ;)2 punti
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Premetto che, non collezionando Euro, se non in maniera molto sporadica (qualche 2 Euro CC ogni tanto, non certo questo), ho ritenuto di non partecipare al sondaggio, per non influenzare, sia pure in misura minima, il risultato. Volevo però fare una precisazione sulla parola "rarità" a proposito del GK, sulla quale non sono molto d'accordo. Per me, è rara quella moneta che, a prescindere dal suo prezzo, e presupponendo che si possa pagare tale prezzo senza problemi, bisogna cercarla per mesi, o anche anni, in tutti i canali di vendita (aste in sala, online, negozi, convegni) prima di trovarla...e può capitare che non la si trovi mai. Ma se tu, io, o chiunque altro, volessimo acquistare, in questo preciso istante, una GK, non avremmo altro problema che aprire il portafoglio. Infatti, come ci ha egregiamente mostrato @@emi_93 al post #10, da febbraio a oggi ne sono apparsi (e sono stati venduti), solo su quel mercato, una venticinquina di esemplari, e al momento ce ne sono altri quattro disponibili http://www.ebay.de/sch/Nach-EuroEinführung-/35434/i.html?_from=R40&_catref=1&_udlo=800&_udhi=2000&_samilow=&_samihi=&_sadis=10&_fpos=&LH_SALE_CURRENCY=0&_sop=3&_dmd=1&_ipg=200&_nkw=%282+2007%2C+GK%2C+grace+kelly%29&rt=nc E questo solo sull'ebay tedesco, poi c'è l'ebay italiano, quello francese, e di tutti gli altri paesi, per non parlare dei canali di vendita diversi da ebay In conclusione, io penso che il termine che più si confà, a questa come ad altre emissioni contemporanee, in Euro e non, sia "care", piuttosto che, "rare" petronius2 punti
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Taglio: 1 Euro Nazione: San Marino Anno: 2010 Tiratura: 996.134 Città: Casoria (NA) Condizioni: qSPL2 punti
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Approfitto di questa nuova sezione, (era ora :) ) sulla monetazione partenopea per parlare di una moneta, appartenente ad una collezione privata, un po particolare... E’ noto che all’inizio del regno di Filippo IV a Napoli, per un breve periodo, sono state attive, oltre a quella ufficiale che si trovava nel convento di Sant’Agostino, altre due officine di zecca. Una nella cittadina di Torre Annunziata e l’altra presso l’arsenale del porto della città. Per spiegare Il motivo di queste ulteriori officine di zecca bisogna dire che a quei tempi la città fu colpita da una forte carestia dovuta ad una grave carenza di grano. Ciò a causa, oltre che agli scarsi raccolti avuti negli anni precedenti, di un persistente periodo di maltempo che, con continue piogge e mare mosso, ostacolava i rifornimenti della città sia mare che via terra. Pare addirittura che diverse navi da carico, stivate con grano ed altre vettovaglie, destinate ad alleviare la fame ed il malcontento della popolazione, facessero naufragio proprio a causa delle imperverse condizioni metereologiche ed i forti venti di scirocco. Un galeone carico, che dopo varie peripezie, riuscì ad attraccare nella piccola isola di Nisida, a pochi chilometri da Napoli, rallegrò momentaneamente il viceré il cardinale Antonio Zapata che invitò a ringraziare il santo protettore San Gennaro nel Duomo cittadino. Ma per un carico giunto altri furono destinati ad andare persi, causa, oltre il maltempo, le scorrerie di pirati turchi nelle acque del Mediterraneo. Il vicerè poi, per tranquillizzare la popolazione, fece in modo di farsi vedere in giro, ma fu proprio in uno di questi viaggi verso il duomo che si sentì apostrofare, dal popolo scontento, insulti nei propri confronti e lamentele a riguardo alla cattiva moneta circolante. Infatti i napoletani erano convinti che, oltre il problema della carestia, la crisi era dovuta proprio alla monetazione circolante, sempre più tosata ed adulterata. In particolare si riferivano ai mezzi carlini, volgarmente detti zannette o squame di pesce che ormai risultavano quasi totalmente tosati. Per far fronte a questo problema, le autorità delegarono, attraverso sette pubblici banchi, di far giungere a Napoli “tre milioni d’argento di coppella” per la coniazione di nuovi tarì che sarebbero dovuti andare a sostituire la “cattiva moneta”. Ma siccome l’urgenza di nuova moneta era tale da non poter aspettare molto, si iniziarono a coniare i nuovi tarì prima ancora di avere tutto l’argento a disposizione e questa situazione fu il preambolo ad una vera e propria truffa da parte della zecca. Infatti, in considerazione che non poteva essere scambiata la moneta vecchia per quella nuova, nei banchi, ad ogni immissione di “nuova moneta”, nella zecca rientravano un pari numero di monete “nuove” che venivano rifuse in pani e riconiate. In pratica con la stessa quantità di argento si fecero due tornate di coniazioni per far sembrare di aver coniato un numero doppio di pezzi rispetto alla realtà. Scoperto il tutto, i responsabili furono processati, e per timore di sommosse da parte del popolo, si decise di spostare la zecca di Napoli nella città di Torre Annunziata dove tra l’altro fu sperimentato il sistema della coniatura a bilanciere, ma passato il momento di crisi, la zecca fu di nuovo riportata nel convento di Sant’Agostino. Probabilmente fu proprio in questo periodo che si decise di sfruttare anche l’arsenale di Napoli per la produzione di monete, solo che in questa sede le monete prodotte non furono coniate, ma fuse e, probabilmente, l’unica tipologia emessa, sia stata la pubblica del 1622. Questa moneta però, sia a livello estetico che economico, non rispecchiava i canoni, già poco apprezzati, dell’epoca, infatti il processo di fusione non migliorava il risultato finale della moneta, anzi li peggiorava notevolmente rendendo i tondelli irregolari ed i rilievi poco nitidi. 33 mm - 23 g. - P/R 52 Veniamo ora alla moneta presentata. Come si può vedere chiaramente, la moneta risulta ottenuta per fusione e non per “battitura” ed abbiamo al D/ il busto volto a sinistra del re con dietro le sigle del mastro di zecca Michele Cavo MC ed intorno la legenda PHILIPPVS∙D∙G∙1622 mentre al R/ in una ghirlanda d’alloro, su quattro righe, la legenda PVBLI / CA /•/ COMMO / DITAS. Ulteriore particolarità di questa moneta è il suo peso di g 23, nettamente superiore alla media. Infatti, osservando i pesi riportati nelle descrizioni del CNI vol. XX, si può notare che solo in un caso abbiamo una moneta che si avvicina ad esso ed è la n°149, indicata come appartenente alla collezione Catemario, che pesa g 22,07. Purtroppo però il CNI non specifica se si tratta di moneta fusa o coniata. Un peso così alto discosta da quanto affermato dai documenti dell’epoca, infatti le monete di rame dovevano essere coniate per un controvalore di 42 grana per libbra ed addirittura sembra che nella zecca dell’arsenale il “sostituto mastro di banca” Matteo Catuogno ed il suo credenziere maggiore (addetto alla bilancia grande) Giovanni Andrea Russo, per trarne profitto, liberassero monete in rame per un controvalore di 50 grana per libbra di metallo. Quindi in base ai documenti il grano di rame doveva pesare 171 acini, pari a 7,61 grammi e quindi la pubblica presentata, considerata di un valore di 2 grana, sarebbe dovuta pesare 15,22 g, quindi non con un divario di oltre 7 grammi sul peso del nominale, senza poi considerare eventuali speculazioni di zecca. Tutto ciò mi porta ad ipotizzare che questa moneta, insieme ad altre di peso notevolmente maggiore, sia stata tra le prime ad essere emesse, quasi un saggio od una prova prima di affinare le tecniche di fusione per poter rispettare i pesi delle emissioni. A riprova di quanto affermato vi sono i precedenti casi di monete considerate dei multipli del loro nominale proprio a causa del loro peso maggiore. Infatti, senza dimenticare i multipli di cavallo del periodo aragonese, anche durante il regno di Filippo III si riscontrano monete considerate multipli di tornese aventi un peso superiore ai 20 grammi rispetto ai g 5,25 del tornese regolare, e sotto Filippo IV vi sono altri casi di monete considerate multipli di grano a causa del loro peso di molto superiore al dovuto. La caratteristica che accomuna questi multipli è la loro estrema rarità ecco perché a mio avviso sono da considerarsi delle prove o dei saggi di coniazione. Scusate se mi sono dilungato, fedafa.1 punto
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Beh come si dice da noi:"tu avessi detto scansati!"Va piu' che bene😍ahahahahah1 punto
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Vi mostra una bellissima moneta da 1 cent Austria 2012. Conservazione SPL, senza le stelle sul lato nazionale così come sul lato comune manca la parte esterna1 punto
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Taglio: 2 Euro Nazione: San Marino Anno: 2012 Tiratura: 627.249 Condizioni: BB+ Città: Milano1 punto
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Taglio: 2 Euro Nazione: Grecia Anno: 2005 Tiratura: 950.000 Condizioni: B Città: Milano1 punto
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Ringrazio Babelone, che ha bene e pacatamente riassunto il suo pensiero. Personalmente lo condivido. Passando all'osservazione di Numizmo, sicuramente la presenza o meno di un conio del rovescio in comune non ha una importanza fondamentale, ma resta sempre indicativa, specialmente se si cerca di entrare anche nella psicologia e nella tecnica dell'incisore greco, nella fattispecie Kimon. Bisogna partire dalla constatazione che Kimon, con il conio Tudeer V 28 (quello usato sia per Pennisi sia per NAC) ha creato non solo un autentico capolavoro dell'arte incisoria, del quale fu così soddisfatto da firmare la propria opera, mettendo il proprio nome sull'ampyx, ossia sul nastro frontale, tra i capelli. I capelli al vento della ninfa raggiungono una plasticità mai colta prima e i delfini che si intreccianotra le chiome sembrano quasi voler identificare le chiome stesse come onde del mare. L’intera chioma partecipa alla forma circolare del conio. La particolare bellezza di questa raffigurazione ha obbligato Kimon a ritrasferire sul diritto, il conio più duraturo, l’immagine, per evitare che la frequente crepatura del conio di rovescio potesse sfigurarne il volto. Questo è un punto fermo e spiega l'amorevole attenzione dell'incisore anche durante la fase di produzione delle monete battute col suo conio, attenzione ancora maggiore dal fatto che, almeno all'inizio, ha firmato anche il primo conio del rovescio, il Tudeer R 53 (quello presente nel Pennisi). Le prime monete uscite dall'officina siracusana furono quelle della combinazione V 28/ R 53 (Tudeer n. 78), che è poi quella del Pennisi, l'opera meglio riuscita di Kimon.ualche tempo di Ecco cosa successe nell'officina siracusana. Al fine di fare fronte alle esigenze produttive richieste dal governo siracusane, Kimon dovette allestire un secondo conio del diritto, V 29, destinato a una seconda incudine, con il suo proprio operaio addetto alla coniazione. Questo secondo conio (quello del British Museum) è sempre un'ottima opera artistica, anch'essa firmata dall'incisore, ma meno riuscita, con un certo decadimento dell'espressione della ninfa. Questa seconda incudine, che ospitava il conio V 29, fu abbinata a un nuovo conio del rovescio, R 53 (= Tudeer n. 80), con diversa rappresentazione della stessa scena. E' interessante osservare che questo particolare conio non è firmato e infatti si presenta artisticamente meno riuscito, con la figura della Nike in posizione dirittae anche un pò rigida. Non si può escludere che questo conio R 53 non sia stato materialmente inciso da Kimon, che infatti non l'ha firmato, ma da un suo collaboratore. A un certo momento deve essere avvenuto uno scambio dei due conii del rovescio fra i due incudini. Normalmente nell'officina monetaria c'è anche un operaio specializzato al conio del rovescio (di martello) e quindi si deve presupporre la presenza nell'officina di almeno due coppie di operai monetari (più forse almeno altri uno o due che dovevano raccogliere i tondelli di argento e tenerli fermi fra i due conii, di incudine e di martello). Sicuramente l'operaio con il suo conio di martello passò anche all'altra incudine. Questo scambio deve essere avvenuto forse non subito, ma dopo qualche tempo. Questo spiega l’esistenza delle quattro combinazioni dei vari conii (Tudeer n. 78 – 79 – 80 – 81). Quello dell’esemplare NAC è il Tudeer n. 79, dove è stato impiegato il secondo conio di martello R 54 col primo conio di incudine V 28. Le due incudini lavorarono poi in parallelo, con eventuali scambi dei conii di Martello, fino all’esaurimento o quasi dei rispettivi conii. E’ possibile che sia i conii di incudine sia quelli di Martello abbiano avuto una durata all’incirca sovrapponibile. Tuttavia Kimon era molto attento soprattutto al suo primo conio del diritto, sicuramente da lui reputato il suo capolavoro. E’ normale ed è possibile documentare anche altrove (si richiede appropriati studi molto approfonditi) che l’incisore intervenga in certi momenti a riparare o ritoccare là dove possibile la sua opera. Magari l’incrocio dei conii era facilitato anche dalle momentanee interruzioni del lavoro su una incudine per le necessarie operazioni di “riparazione”. Come detto prima, non è così importante che si tenga presente il tipo del conio del rovescio, ma resta importante stabilire quando il conio del diritto è ancora molto fresco, all’inizio della sua produzione, oppure è a uno stadio più avanzato e quali possono essere stati gli interventi di “riparazione” da parte dell’incisore, senza considerare che ci possono essere anche sorta di infortuni, come scivolamenti o doppie ribattiture, che possono ulteriormente rovinare il conio. Quello che si dovrebbe focalizzare è appunto capire se esiste una logica nella sequenziale vita del conio V 28 e se è possibile distinguere variazioni di battitura dai possibili interventi dell’incisore. Un discorso del genere presuppone però un accurate esame non su soli due esemplari (es. Pennisi e NAC), ma sul maggiore numero possibile di esemplari, appunto per poter ricostruire meglio la vita e dinamica della produzione della specifica emissione. Non è un lavoro facile e servirebbero molte più foto e tutte ad alta definizione….. Se qualcuno si impegna a farlo è sempre il benvenuto.1 punto
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Rispondo a @@eliodoro che è un giovane che si è affacciato a questa complessa monetazione da poco e che ha molta voglia/interesse di apprendere .... di conseguenza era ovvio che non potesse rispondere a quella domanda. Detto questo la moneta del post uno (senza sigla) è stata coniata a Napoli ed emessa per la Regia Corte; anche la moneta al post sei è idem Regia Corte, ma la zecca è Napoli/Aquila. Tutte le monete senza sigla sono Napoli ..... la zecca di Napoli apporrà tali sigle identificative (R. C.) solo con la dinastia Borbonica. L'intera documentazione a corredo verrà presto "ottimizzata".1 punto
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dal bb allo spl/fdc :D hahaha certo se maxxi fosse un novellino non avrebbe le idee chiarissime :D le foto effettivamente portano a non percepire il lustro (che attendiamo di vedere) ...per me spl+ marco1 punto
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Non mi sono mai espresso su questa scelta di colmare il vuoto lasciato dalla GK acquistando la probe, ma leggendo vari interventi in questi anni mi sto convincendo che molti hanno optato per questa soluzione. Ebbene, io dico, per avere una patacca che non vale niente, se non volete il buco in collezione, perchè non stampate un immagine della GK e la mettete al posto della moneta reale ? O se volete avere la sensazione di "concretezza" al massimo incollatela su un 2 Euro ordinario, e fingete senza alimentare il mercato (che personalmente ritengo squallido) dei pataccari.1 punto
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il più specifico per gli errori e varianti è quello di Giovanni Attardi1 punto
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per quanto riguarda la seconda..guarda queste: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GUGI/3 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F2R/121 punto
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Questo è un grano da 12 cavalli del 1792 (Gig. n° 141). Anche qui si può parlare di detriti che vanno a posizionarsi solo in determinati punti ? Il caso del FERDINAA citato dal Gigante a pag. 545, n° 142-a è simile ? siamo nella stessa tipologia di moneta ?1 punto
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Ti ringrazio per la fiducia in anticipo! Io ci metto sempre tutto l'impegno possibile anche se non sempre le cose riescono per il verso giusto. Per le altre opere vedremo...come vedi oogni opera richiede non meno di due anni per impiantarla, per gli approfondimenti e per gli aspetti correlati (storia, documentazione ufficiale ecc). La prossima opera che ho ben avviata mi porterà ancora....fuori dai confini italici e sarà molto di nicchia. Qualcuno mi chiede Napoli....non credo meno di 3 anni....idem per le altre...insomma...non sono più un giovinello e poi ci vuole tempo per la ricerca e poi dulcis in fundo le critiche cominciano a pesarmi, specie quando rasentano la calunnia e l'offensivo.... Due tra tante: - faccio questi libri perchè io ho molte delle prove sequestrate!!!! Allucinante, calunnioso e da codice penale. Non posseggo prove di alcun genere, o meglio, ne avevo una e una pseudo prova (regolarmente acquistate in asta) e regalate ad un amico. - un autore di un catalogo manuale spara a zero sulle mie opere ai convegni....beh...questo è un suo diritto di opinione che rispetto..anche se lo inviterei a guardarsi il suo di lavoro...da anni la solita minestra riscaldata, ma tanto si sa...basta cambiare la data e poche nozioni. Mah....vedremo....1 punto
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Grazie @@odjob dell'intervento. Quindi, per rispondere a mero mixtoque imperio, ragionandoci su, correggetemi se sbaglio: I mastri di zecca di Carlo V sono 5: - Gazella ( sigla G) fino al 1527; - Ram ( Sigla R) dal 141/1/1528 al 16/4/1546) - Albertino ( sigla A) dall 16/4/1546 al 1548; - Perremot ( n.p.) fino al 1548 ma non ha coniato monete; - Ravaschieri ( Sigla IBR) dal 1548 al 1567. Considerando valida l'ipotesi di Sambon, riportata da odjob, escluderei Gazella; allo stesso modo escluderei Perremot che non ha coniato e Ravaschieri perch謠altrimenti, il cavallo da me postato sarebbe la variante 47a, perch蠭anca la sigla IBR. Quindi i mastri di zecca rimangono 2: Ram ed Albertino. Attendo con ansia la risposta alla domanda posta da Francesco. ..1 punto
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Questi 20 Feninga bosniaci del 2007 erano nella cassa del macellaio, scambiati penso per 5 centesimi di euro . Quando glieli ho fatti notare li stava buttando al secchio. Giammai !!! Ovviamenti me li sono fatti dare io :rofl:1 punto
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quest'altra foto la rende senz'ltro piu' gradevole alla vista, ma confermo la mia opinione, c'e' usura su fogliame e corona al rovescio, per spl intendo questo tipo di conservazione, la seconda infatti era periziata spl1 punto
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per me siamo sul bb/spl, o qualcosa in piu', ma non spl pieno, c'e' una leggera usura omogenea che la rende cmq gradevole, anche la patina mi piace1 punto
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Ho votato ora al sondaggio, ma credo sempre che questa moneta non entrerà mai nella mia collezione di euro CC, visto che il prezzo è troppo alto per le mie tasche, bisogna tener presente che con i soldi di questa sola moneta uno potrebbe acquistare tutto il resto della collezione degli euro CC, quindi non è neanche d'impulso al collezionista che si vuole avvicinare alla collezione in Euro, diciamo che è la mosca bianca di tutte le emissioni euro. Fortunato chi la possiede, ma a mio parere non per il valore economico che può ricavare, ma perchè non avrà mai il buco nella collezione, cosa che ritengo incolmabile, io poi ho optato per non lasciare lo spazio vuoto nell'acquisto a pochi euro della "Probe" che si trovano su internet, ma non perchè creda che queste sono reali prove o monete, ma solo per non avere quel vuoto che tanto mi faceva dispiacere....................... Sottolineo che le politiche che sono state adottate in questi anni per evitare che un altra GK appaia sul mercato sono state buone, con la speranza che non vengano più emesse monete che poi risultano inarrivabili a tutti, il collezionismo è anche un piacere e se uno non puo raggiungere un obbiettivo per colpa della speculazione non è più tale.1 punto
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Ma il DONVM DEI non c'è solo in questa moneta, compare nello stesso arco temporale in due altre monete di Filippo II, in un soldino, MIR 331 e Crippa 47/A e in una trillina MIR 336 e Crippa 52. Le date coincidono, per il soldino 1593, per la trillina 1593 e 1594, le raffigurazioni del rovescio corrispondono a quella dell'Abbondanza seduta a sinistra con cornucopia. Quindi il DONUM DEI ricorre e ricorre tre volte in tre monete su due anni il 1593 e il 1594, probabilmente un messaggio, un messaggio che le monete sapevano e sanno trasmettere molto bene, un messaggio tra le autorità emittenti e chi le utilizza. D'altronde l'analfabetismo colpiva la popolazione e la moneta era poi il semplice e facile mezzo per mandare messaggi alla popolazione.1 punto
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Ciao! appena arrivata, cosa ne pensate? in parte della medaglia, sia al D che al R/ manca la patina...secondo voi come mai?1 punto
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ecco il mio bozzetto di oggi :-) 2014... versione francese ! http://www.friziodesign.it/coins18.html :-)1 punto
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eccomil mio bozzetto odierno.. in ritardo sorry :-) versione francese... http://www.friziodesign.it/coins/9maggio.png la trovate qui: http://www.friziodesign.it/coins18.html :-)))1 punto
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Sono d'accordo, la civetta su tetradramma di Atene è veramente impareggiabile, sia nel vecchio che nel nuovo tipo di tetradramma, ottimo consiglio :) Inoltre, se ancora non si ha in mente esattamente cosa e quale periodo collezionare e magari non si possiedono ancora libri si può sempre guardare quello che propongono le aste, non tanto per comprare qualcosa subito, ma solo per chiarirsi un po' le idee. Tra non molto ad esempio vi è l'asta della NAC, che generalmente offre sempre del materiale di alta qualità. Ti metto il link poi decidi tu se ti va di dargli uno sguardo. http://www.sixbid.com/browse.html?auction=1299 http://www.sixbid.com/browse.html?auction=12981 punto
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Caro @@Corsodinazione, questo è uno degli esemplari più belli e conservati - se non il più bello e conservato - tra quelli che ho visto. La definizione dei volti della Madonna e del Bambino, così come della rosetta è perfetta! Per quanto riguarda la zecca di produzione, mi pareva che il nostro corso rammentasse giusto la mia ipotesi che gli aquilini minuti fossero coniati in Sardegna, in realtà.... Un caro saluto e buona serata a tutt* MB1 punto
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A mio parere la moneta che non può mancare in una collezione è il tetradramma di Atene,moneta che rispecchia in pieno lo spirito della Grecia continentale e ne è il simbolo. Si possono trovare anche ad un prezzo abbordabile vista la quantità della coniazione.bisogna stare però attenti perché ne sono state falsificate una quantità enorme ma se ti rivolgi ad un commerciante affidabile il pericolo è marginale o nullo. :good: Saluti Babelone1 punto
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Taglio: 2 Euro CC Nazione: Lussemburgo Anno: 2004 Tiratura: 2.447.800 Città: Casoria (NA) Condizioni: BB1 punto
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Ciao. "Ma essendo il re un appassionato numismatico, anche gli anni in cui non si emettevano monete circolanti, aveva deciso di coniarne in piccole quantità per lui e per i pochi grandi collezionisti che allora c'erano in Italia." "Ma Vittorio Emanuele era il re e poteva, nel limite delle sue competenze, fare quello che voleva." Scusate, ma dove avete trovato la notizia che era il re che decideva di coniare le monete non circolanti e che la coniazione monetaria era rimessa al suo arbitrio? Il re non aveva alcuna competenza a decidere i contingenti monetali, perchè questa materia era prerogativa del Governo e veniva esercitata, almeno fino ad un certo anno, di concerto con le decisioni assunte dalla Unione Monetaria Latina, di cui l'Italia era membro. E' poi evidente che il re mettesse becco sulla sua effige incisa sulle monete; ma già questo "potere" veniva meno sui rovesci (vedi ad esempio i rovesci della monetazione "imperiale" in oro del 1936, che è il Duce (Capo del Governo) ad approvare dando l'ordine di esecuzione mediante visto dei bozzetti che gli aveva sottoposto il Romagnoli. In un altro caso, che è stato esaminato anche qui sul Forum grazie alla lettera originale pubblicata, se non erro, da Alberto Varesi,, il re chiedeva ad un commerciante di recuperargli presso la zecca una moneta (se non ricordo male era un 50 centesimi "leoni" del '21 con il contorno rigato) che non riusciva a reperire. Vi sembra che se il Re fosse stato il "dominus" delle coniazioni avrebbe dovuto ricorrere ad un mercante per ottenere una moneta con la sua effige dalla Zecca? La questione delle monete "per numismatici" (così vengono chiamate anche nella Relazione della Regia Zecca), costituisce ancora un mistero che non è stato svelato. "Ma coniare monete in numero limitatissimo ad uso esclusivamente personale, in tutta sincerità non so se definirle ancora monete. Che poi ci sia il suo bel decreto, che tutte le carte siano in regola non ci piove..." Il punto inspiegabile è proprio quello che "il suo bel decreto" non c'è.....e le carte non sembrano affatto in regola. Ad un certo punto (esercizio 1926-27), vediamo che la Zecca procede all'emissione di queste monete "per numismatici" senza un apparente supporto documentale che ne giustifichi la coniazione. E non vale neppure il discorso, che alcuni fanno, che queste sarebbero emissioni che permettevano la continuità dei millesimi a beneficio di pochi fortunati raccoglitori (il re ed i suoi amici....) che in questo modo potevano completare le loro collezioni senza interrompere la sequenza annuale. Se si osserva la tabella delle suddette emissioni, notiamo come i buchi ci sono eccome, sull'oro, sull'argento e anche sul nichelio. Quindi anche la tesi che queste coniazioni siano state realizzate ad uso del re e dei pochi suoi seguaci numismatici non regge. Ma il discorso, se vogliamo, vale anche per la monetazione "ordinaria". Giusto per fare un esempio, se fosse stato il re a decidere a suo piacimento, perchè allora non si è fatto coniare le serie in oro del 1934 e 1935? Adesso non avremo i buchi.... Saluti. Michele1 punto
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A questo punto sorge l'eterna questione: sono effettivamente monete, quelle monete che vengono create a scopo personale, o diventano "medaglie". La moneta dovrebbe nascere per essere spesa. Se poi dal mucchio del circolante qualche pezzo effettivamente non circola e rimane fdc, questo fa parte del gioco. Ma coniare monete in numero limitatissimo ad uso esclusivamente personale, in tutta sincerità non so se definirle ancora monete. Che poi ci sia il suo bel decreto, che tutte le carte siano in regola non ci piove. Ma Vittorio Emanuele era il re e poteva, nel limite delle sue competenze, fare quello che voleva. Effettivamente che queste monete non abbiano quotazioni stratosferiche, è forse dovuto al fatto che hanno un collezionismo limitato e la domanda/offerta non muove tanto il mercato.1 punto
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Ragaziiiiiiiiiii 😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁 Taglio: 5 cent Nazione: Principato di Monaco Anno: 2001 Tiratura: 300000 Città: Grottaglie ( TA ) Condizioni: BB( sembra lavato)1 punto
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Coste del Mar Nero Premoneta delfino: V-IV sec. a.C. Misure medie: mm. 42 x mm. 12 -- 3,50/4,00 grammi1 punto
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Grazie a entrambi per le risposte e a Giancarlo per aver replicato con un più raro 1594, tra l'altro con un bel diritto e anche un bel rovescio. Guardando i 9 esemplari del 1593 sul catalogo delle Civiche raccolte di Milano, si nota ancor di più quanto sia difficile in una moneta così avere un buon tondello o non avere tosatura. Sulla buona conservazioni su ambo i lati ne salverei un paio, non di più, quindi comunque sia moneta da tenersi ben stretta. Sul valore simbolico che poteva avere il covone di spighe di grano, indubbiamente quello era un periodo travagliato per più motivi, dal 1589 al 1593 abbiamo carestie, pestilenze, guerre. Se ci aggiungiamo che nel 1590 ci fu una grande carestia, il DONVM DEI in leggenda " il dono di Dio ", abbinato alla figura del covone di spighe può far pensare sempre più alla speranza di un buon raccolto, forse poi per la popolazione quello contava, ma anche per l'autorità emittente, un buon raccolto avrebbe potuto aiutare tutti in un frangente del genere, la stessa economia e una maggior pace sociale .....ma forse altro ci può stare ancora su questo aspetto simbolico....1 punto
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Ma codesti prezzi dove li trovate? Tra Firenze e Pisa una BB non viene via a meno di 200 euro. Per una SPL mi hanno chiesto 400 euro. Naturalmente questi prezzi sono compresi di IVA. Se si guarda anche la baia i prezzi sono quelli, boo.. Effettivamente è da poco che leggo il forum ma ho notato che spesso parlate di prezzi molto più bassi rispetto a quelli reali che trovo in giro o da catalogo.. Forse sarà i caso che inizi a guardare la sezione "Mercatino".. :lol:1 punto
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