Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/08/14 in tutte le aree
-
In teoria scrivendo da quasi cinque anni sul forum, uno potrebbe anche dire " quello che avevi da dire ormai l'hai detto, basta rileggere ..." e un po' è così ....però ripensandoci non è poi proprio così, perché il forum cambia, si evolve, muta, è un microcosmo estremamente vario che muta, è una realtà molto dinamica. Gli interlocutori cambiano, quanti nick nuovi vedo..., quante domande che si pongono i nuovi amici che approcciano il forum e la numismatica e allora è giusto cercare sempre nuovi spunti di dialogo, di confronto, di racconto di esperienze passate...., la stessa mia ottica di vedere o sentire certe problematiche cambia nel tempo, però è giusto continuare a parlare di tematiche come la divulgazione, i giovani, cosa possa rappresentare oggi il collezionare monete... Certo qualche utente e anche amico oggi non lo vedo più, qualcuno rallenta, qualcuno entra ed esce....anche il forum è come la vita, ci sono gli alti e i bassi, i momenti di entusiasmo e quelli in cui vuoi rimanere solo o hai ben altro a cui pensare....però come dicevo il forum ha sempre nuova linfa, nuovi interlocutori e se per alcuni queste saranno ovvietà, per altri non lo saranno o comunque saranno momenti di riflessione.... Anni fa quando iniziai a collezionare un amico numismatico mi disse " per ogni moneta che compri dovrai comprare un libro, un libro in cui troverai le spiegazioni su cosa è e cosa rappresenta la tua moneta ". Al momento lo ritenevo un tantino esagerato onestamente, oggi riflettendo credo che questo semplice, ovvio, ma poi così ovvio non è, consiglio, mi abbia aiutato molto nel continuare a seguire con maggiore entusiasmo e consapevolezza questa passione. Ricordo amici che partirono con grande entusiasmo, non fecero seguire questa fase e smisero...erano dei raccoglitori di monete, ottimi, ma non capivano bene il " documento moneta" che stavano acquistando. Forse a volte è poi questo il semplice segreto....far seguire all'acquisto la fase dello studio, della conoscenza, della curiosità, di capire o cercare di capire tutto ciò che si cela dietro a un tondello....che è ricerca personale, approfondimento, anche impegno e poi magari anche divulgazione....in pratica passare dal semplice riporre la moneta nel contenitore a capire cosa hai in mano.... Oggi a un amico numismatico consiglierei non una moneta e un libro, ma magari anche due o tre da leggere....", ovviamente sempre finanze permettendo di questi tempi.... :blum:, buon collezionismo e buone letture a tutti e spero di non avervi annoiato troppo.... :blum:, Mario6 punti
-
Vorrei essere semplice, semplice: "SI PUÒ COMPRENDERE LA NUMISMATICA SOLO STUDIANDO LA STORIA" tutto qui5 punti
-
Ragaziiiiiiiiiii 😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁 Taglio: 5 cent Nazione: Principato di Monaco Anno: 2001 Tiratura: 300000 Città: Grottaglie ( TA ) Condizioni: BB( sembra lavato)3 punti
-
Ebbene sì. Il ridicolo rasentato sinora pare che vogliano realizzarlo appieno, i nostri parlamentari... Produrre le famigerate monetine ci è costato (dati 2013, gli ultimi certi che ho a disposizione e che rappresentano un campione più che attendibile visto che è l'anno di maggior coniazione se non si considera il 2002 la cui produzione, per ovvie ragioni, è decisamente superiore) rispettivamente 0,045 Euro (x 250 milioni di pezzi) per le monete da 1 cent. e 0,052 Euro (x 150 milioni di pezzi) per le monete da 2 cent. Totale 19 milioni e 50 mila Euro Bene, visto che si parla tanto di stipendi d'oro dei Parlamentari, tralasciando la retribuzione (che, ricordo, supera i 16 mila Euro lordi mensili) in quanto è tabù, perchè non eliminare semplicemente alcuni privilegi assurdi che i nostri rappresentanti in Parlamento si auto concedono, per coprire questo costo e continuare a coniare le monetine a noi care e che per loro risulta tanto intollerabile e insostenibile ? Faccio un piccolo esempio : i nostri parlamentari (630 deputati e 315 senatori) percepiscono un rimborso spese per i trasporti rispettivamente di 1331,70 Euro per i rappresentanti della Camera dei Deputati e di 1650 Euro per i rappresentanti del Senato della Repubblica. Peccato che questo rimborso sia assurdo ed ingiustificato, visto che viaggiano gratis su treni, autostrade, navi e aerei... Facendogli i conti in tasca risulta che moltiplicando per 14 mensilità questo ridicolo rimborso (perchè non mi direte mica che essi rinunciano ai privilegi per il duro "lavoro" che svolgono e si accontentano di 12 mesi di stipendio...) viene fuori un totale di 19 milioni e 22 mila euro (lasciamo perdere i rotti, sennò con cosa se lo pagano il caffè ???), guarda caso proprio quello che servirebbe in un "annus horribilis" come il 2013 per coniare i centesimini che a fine anno ci fanno risparmiare, messi uno sull'altro, dei bei soldoni. E permettono a noi collezionisti di goderci una delle poche cose belle della vita : la passione per qualcosa.3 punti
-
Scusami @@eliodoro per la risposta tardiva. Prima di tutto ti ringrazio per l'apprezzamento del libro. Per la moneta ti è stato detto tutto. Si tratta di un nominale coniato in grande quantità e ricco di varianti. Spesso vi sono varianti nell'interpunzione (anellini o doppi anellini, globetti ed altro) a volte presenti anche nel campo della moneta (nel tuo caso mi pare di vedere uno di questi anellini tra la L e la I della legenda POPVLI) e nelle losanghe che dividono i caratteri I e C che, come indicato, corrispondono ai nomi della regina e di suo figlio. Anche quest'ultime lettere possono presentarsi di fattura diversa. Tutto questo a conferma della grande mole di coniato. La variante più caratteristica è quella riguardante la corona che sovrasta le lettere I C che può essere di tipo definito reale (come nel tuo esemplare) o di tipo definito radiata. Quest'ultima più rara della precedente e solitamente le monete appartenenti a questa variante si presentano di fattura più "rozza". Te ne posto un esemplare.2 punti
-
Non è di Boccasile ma penso che per chiudere bene la discussione, e la II Guerra Mondiale, non ci sia metodo migliore di un bel Foglio di Congedo, apparteneva allo zio di mio marito... Voglio ringraziare Petronius e tutti coloro che hanno postato immagini e fornito notizie per questa splendida discussione, sarebbe bello vederla trasformata in articolo, invito Petronius a pensarci... Grazie ancora, Giò :)2 punti
-
Quello che si impara sui libri è un bagaglio a mano che nessuno potrà mai portarti via. Nessun ladro o istituzione potrà MAI privarti di quello che in tanti anni hai immagazzinato. La cultura rimarrà sempre con te: la puoi insegnare ma non cedere, la puoi trascrivere o dettarla ma rimarrà sempre dentro di te. E' tua, ti appartiene ed è una cosa fantastica.2 punti
-
2 punti
-
Ed infine l'insperata sorpresina :yahoo: Taglio: 2 Euro CC Nazione: Slovacchia Anno: 2011 Tiratura: 981.000 Condizioni: Spl Città: Trieste2 punti
-
La discussione sta avendo un riscontro, sia in termini di interventi che di sola lettura (siamo oltre le 1.700 visite) che va oltre ogni mia aspettativa. Nel ringraziare tutti, ritengo possa essere utile dare qualche indicazione, di larga massima, a chi volesse provare a collezionare queste cartoline. La disponibilità è ottima per il primo periodo, quello che va dal 1940 all'armistizio. I prezzi sono, tranne poche eccezioni, abbordabili, si va dai 10 ai 60-70 euro: in linea generale si può dire che sotto i 100 euro si può trovare, se non tutto, moltissimo, sia nuovo che viaggiato. Il discorso si rovescia per le cartoline emesse dalla Repubblica Sociale. Qui, non sono molte quelle sotto i 100 euro, praticamente inesistenti se viaggiate, mentre, per alcuni pezzi, si può arrivare agevolmente a spendere cifre a tre zeri. Due sono i motivi principali di queste grosse differenze. Il primo riguarda la tiratura, molto più bassa per le cartoline di Salò rispetto alle precedenti. Se infatti è vero che per le cartoline di propaganda generica del 1944 (le più abbordabili dal punto di vista economico) si arrivò anche alle 50.000 copie, per poi scendere a 35.000 nel 1945, per le cartoline dei reparti militari, delle SS italiane e per qualche particolare franchigia non si stamparono più di 3.000-5.000 pezzi. Pezzi che è estremamente difficile trovare viaggiati, e qui siamo al secondo motivo della rarità...la pericolosità del soggetto di propaganda. Molte cartoline vennero infatti distrutte dai destinatari quando le sorti della guerra furono chiare anche ai più fanatici. Distruzione giustificata dal fatto che, in più di un caso, pare sia stata sufficiente una cartolina delle SS italiane trovata in un cassetto per far mettere al muro il suo proprietario. La cosa, peraltro, funzionava a doppio senso. Si poteva essere fucilati dai partigiani per una cartolina fascista, e si poteva essere fucilati dai fascisti per un buono di cartamoneta partigiana...meglio distruggere tutto Per fortuna, oggi l'unico a correre rischi è il portafoglio petronius2 punti
-
"L'Italia proletaria e fascista è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai! La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: VINCERE...e VINCEREMO!" E' con questa parola d'ordine, pronunciata alle 6 del pomeriggio del 10 giugno 1940 dal balcone di palazzo Venezia, che Mussolini precipita l'Italia nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Una guerra dove, come mai prima, la propaganda svolse un ruolo di primo piano, grazie anche ai nuovi mezzi messi a disposizione dalla tecnologia, radio e cinema. Ma ricoprirono un ruolo di grande importanza anche mezzi più tradizionali, come giornali, manifesti e...cartoline. Infatti, nonostante i progressi negli strumenti pubblicistici, nella Seconda Guerra Mondiale il maggior veicolo di comunicazione restò la posta. Strumento di importanza tale da richiedere, soltanto per il particolare servizio di posta militare, un'organizzazione poderosa, per l'estensione dei fronti, l'impiego in scacchieri operativi distanti migliaia di chilometri, la molteplicità dei servizi offerti e i milioni di militari mobilitati che ne usufruivano. Uno strumento di comunicazione così importante, diffuso e utilizzato, non poteva quindi sfuggire ai responsabili della propaganda, che sfruttarono a piene mani il mezzo postale più usato...la CARTOLINA! Cartoline di propaganda della guerra furono edite, sia per i militari che per il cosiddetto fronte interno, da tutti i paesi belligeranti. E' mia intenzione analizzare in questa discussione, attraverso una serie di esemplari della mia collezione, le tematiche e gli slogan utilizzati dal fascismo per propagandare l'idea che compito e destino dell'Italia in quella guerra fossero uno soltanto...VINCERE, come il Duce comanda!1 punto
-
Buona serata Quante volte, ad ognuno di noi, è capitato di leggere un libro sulla storia di Venezia ed imbatterci nella riproduzione di documenti, talvolta in latino, ma spesso in volgare, nei quali vengono riportate trattazioni di mercanzie, oppure rogiti per l'acquisto di beni immobili e mobili, oppure ancora lasciti testamentari, ma anche stime fatte da notai o magistrati, dei beni lasciati da una persona defunta. A tanti di noi, sono sicuro, leggendo in queste riproduzioni che una tal merce costava 20 lire di grossi, oppure che una partita di pepe egiziano era pagata 200 ducati, o ancora che 100 pezze di “panni bastardi” erano costati all'imbarco in Inghilterra 1.335 ducati, ci siamo lasciati trasportare dalla fantasia, immaginando come poteva essere la visione di 1.335 ducati, messi così, tutti insieme; una bella montagnola d'oro zecchino monetato; e poi ancora la curiosità di sapere il costo della vita a quei tempi; i salari delle varie categorie di lavoratori, la paga dei soldati e degli uomini al remo che facevano tragitti per mare lunghi e pericolosi, sia per commerciare, sia per affrontare battaglie. Eh la fantasia … spesso però immaginiamo quelle monete e la loro quantità, con la logica dell'uomo moderno; se oggi noi teniamo in mano una moneta da €. 1,00, non ci passa nemmeno per l'anticamera del cervello che quella moneta possa avere valori differenti a seconda dell'uso che ne facciamo. Pensiamo solo per un attimo se per assurdo dovessimo comperare una cosa che costa €. 10,00 ed il commerciante di turno ci chiedesse 11 monete da €. 1,00... un bel pasticcio, non credete? E quante complicazioni...certamente questo è un esempio sui generis, fatto con una moneta moderna che ha un valore certo e condiviso; un valore fiduciario, contrariamente alle monete dell'epoca e delle quali sto scrivendo, monete che rappresentavano soprattutto il valore del metallo prezioso in esse contenuto. Alla luce di quanto sopra scritto, siete ancora sicuri che, leggendo su un libro che una merce è costata 1 o 10 o 100 lire di grossi, ci si riferisca esattamente a quello che ci immaginiamo? Da qualche giorno sto rileggendo una pubblicazione del 1959 di F. C. Lane che ho acquistato un paio di anni fa: “Le vecchie monete di conto veneziane ed il ritorno all'oro”; pubblicazione che, tra l'altro, non è facile da procurarsi; l'ho già letto e riletto più volte, eppure dopo un po', la memoria...... E allora, a beneficio degli Amici che desiderano approfondire le problematiche relative alle tante e differenti monete di conto in uso a Venezia, vi parlo (o meglio vi scrivo) di un paio di queste, delle quali tratta la suddetta pubblicazione e cioè della Lira manca e della Lira complida. Credo che per un appassionato di monetazione veneziana, soprattutto medioevale, sia importante anche immergersi in queste problematiche, anche se un po' ostiche. Mi auguro di essere sufficientemente chiaro; io ce l'ho messa tutta per esserlo. Alla base del sistema veneziano dogale c'era, all'origine, il denaro (o piccolo); moneta effettivamente coniata ed accompagnata, successivamente, da altre due monete coniate: il ½ denaro (o bianco) ed il ¼ di denaro (o quartarolo). Successivamente, sotto il dogato di Enrico Dandolo, si coniava una nuova moneta: il grosso. A quel punto le due monete principali, entrambe coniate, su cui si basava la monetazione veneziana, diventavano due: il denaro piccolo ed il denaro grosso (cioè il parvus ed il grossus). A queste due monete principali, venivano associati anche i loro multipli, cioè la libra denariorum venezianorum parvorum di 240 denarii parvi e la libra grossorum di 240 denarii grossi. La prima, riferita ai denari, era già in uso essendo la più vecchia ed era comunemente denominata con l'identificativo Libra Ven. Detto ciò, vediamo la genesi di queste due monete di conto. Per F. C. Lane, il motivo è da ascrivere ad una legge del 1254, nella quale si determinava il cambio ufficiale delle valute, prendendo atto, molto probabilmente, di quanto i mercanti ed i cambiavalute, già facevano da tempo nelle abituali transazioni. Abbiamo visto poc’anzi che la Libra Ven. era una unità di conto e stava a rappresentare 240 denari piccoli (denarii parvi); un debito pari ad una Libra Ven. poteva essere indistintamente pagato in grossi o in piccoli, se era pagato in grossi (tenuto conto che il grosso corrispondeva a 26 piccoli), il debitore doveva mettere sul tavolo del commerciante 9 grossi e 6 piccoli (9 x 26 = 234 + 6 = 240). Con la predetta legge, alla Libra Ven. veniva fissato un controvalore di 9 grossi e 5 piccoli, cioè 1 piccolo in meno. Il motivo, sempre stando alle argomentazioni del Lane, è che tra il pagamento di un dato importo fatto in piccoli ed il pagamento del medesimo importo fatto in grossi, i mercanti preferissero quest’ultima moneta; anzi, per incentivare i debitori ad usare i grossi, applicavano uno sconto di 1 piccolo. Lo stesso doveva essere accaduto anche per i cambiavalute che, al ricevimento di 9 grossi, offrivano 235 piccoli invece dei giusti 234 (9 x 26 = 234). Con l’uscita della legge, si veniva a creare un problema di non poco conto anche per coloro che usavano la Libra grossorum (già citata precedentemente); fino ad allora era valsa 240 grossi, oppure 26 Libre Ven. , mentre con l’uscita della legge, anche questa unità di conto seguiva di conseguenza la medesima variazione: Se si considerava la libra grossorum pari a 240 grossi, questa sarebbe equivalsa a Libre Ven. 26 e 1/9; Se si considerava la libra grossorum pari a 26 Libre Ven., questa sarebbe valsa 239 grossi. Come districarsi se non introducendo una distinzione tra i due tipi di libra grossorum; la “Libra complida” e la “Libra manca”. A ciascuna di esse veniva quindi mantenuto un proprio rapporto, diciamo, tradizionale e cioè, la “Libra complida” manteneva il valore di 240 grossi; la “Libra manca”, invece, quello di 26 Libre Ven. pari a 239 grossi. saluti luciano1 punto
-
Signori in Italia l'arrotondamento verso l'alto,è già in vigore da molto tempo. Andate a comprare,pane, frutta verdure e altre cose in un mercato rionale e poi vetrete che i 2 e1 cent. non esisto più. Blaise1 punto
-
Sono contrario all'abolizione dei centesimi in un paese come l'Italia, sappiamo tutti come andrebbe a finire (arrotondamento in eccesso di tutto, come successo nel passaggio della lira all'euro). Basterebbe cambiare il materiale di produzione se costano troppo.1 punto
-
Anche io le ho sempre lasciate cosi'.Putroppo per la serie 2006(prima del papa tedesco)mi si e' rotta la plastica di lato e quindi si sono un pochino ossidate.Direi che potrebbero farle molto meglio.Anche la SV 2005 ha preso un po' d'aria.Pero' anche io seguirei il consiglio di Matteo:le lascerei cosi.Come ho fatto io.Tanto male che vada con una pulitina(senza sidol o niente del genere)tornano come all'inizio😉1 punto
-
io sono quasi metà e metà... cosa sono ? Un numistatista o un collesmatico ? :lol:1 punto
-
Brutta impressione... A parte la patina che è completamente artificiale.... Ci sono altri elementi che, a mio parere, non convincono....ad esempio, i caratteri strani dell'etnico, il muso mutilato del delfino di destra, le due code poco definite....e poi alcuni dei segmenti che uniscono i raggi della stella sono incerti e si presentano stranamente dritti e non ricurvi come dovrebbero essere.... Saluti, Giuseppe.1 punto
-
@@Maverick Aurora è un ottimo professionista con buoni prezzi, sono un suo estimatore. Per quello che riguarda le monete credo non ci sia molto da dire, le conservazioni sono quelle indicate :)1 punto
-
Per la 5 lire del 48 mi sembra che sia stata chiusa come si trovava, moneta che ha circolato. Non mi sembra di vedere attacco da cancro, sembra più sporco da circolazione. Comunque non l'avrei presa. Il 5 lire del 66 è un bel fdc.1 punto
-
Ciao, se te ne rimane una copia sarei interessata, ma senza problemi. Purtroppo non verrò a Verona per questa edizione, nel caso potresti darlo a Mario o a qualche altro amico che me lo potrebbe tenere fino a Novembre o a Settembre se ci vedremo a Biella, questo se non ti da fastidio tenerlo tu stesso...insomma vedete voi... :lol: :lol: @@dabbene Visto che comunque un po' di tempo lo trovo durante la giornata posso dare il mio contributo seguendo la discussione e approntando la lista dei partecipanti, sia al solo Convegno che al pranzo del sabato. Non mi sembra ci siano persone per il venerdi ma ricontrollerò in caso tutti i post. Posso anche parlare con la signora stabilendo il menù e comunicando approssimativamente il numero dei commensali, poi potrai confermare tu le persone effettivamente presenti al pranzo la mattina stessa di sabato, se per te va bene inizio a fare la lista stasera o domani. Ciao, Giò :)1 punto
-
Ciao Mario, allora ho recuperato alcune copie inerenti la mostra e alcuni libri scritti in precedenza. Sabato mattina, salvo imprevisti dell'ultimo minuto, sarò in fiera per la consegna. Purtroppo per il pranzo anche quest'anno salto. Mi farà immenso piacere comunque incontrare te e spero parecchi altri del forum.1 punto
-
Non entro nella polemica, ma per chiarezza verso chi può essere interessato agli aurei delle Guerre Civili, posto qui sotto l'esemplare citato da Arturo, quello dell'asta Goldberg, che pesa effettivamente 7,20 grammi. Ira & Larry Goldberg Coins & Collectible Auction 72, del 5 febbraio 2013 (un’asta interessante e con pezzi rari) Lot n. 4136 The Civil Wars, AD 68-69. Gold Aureus (7.2g) probably struck at Tarraco, AD 68. Minted at Tarraco, AD 68. DIVVS AVGVSTVS. Radiate head right of the deified Augustus, his features resembling those of Galba. Reverse: HISPANI - A. Hispania standing left, holding two grain-ears in right hand, two short spears in left; shield slung on her back. Sear 2068; Calicó 451a (this coin); RIC 112; Giard 63. Lustrous. Exceedingly rare. One of perhaps six known examples. About Extremely Fine. . The closing months of Nero's reign saw uprisings against his tyrannical rule in Gaul, Spain, and North Africa. Julius Vindex in Gallia Lugdunensis was the first of these commanders (March AD 68), and his appeal for military assistance was answered the following month by Servius Sulpicius Galba, governor of Hispania Tarraconensis. Vindex issued anonymous aurei and denarii, probably at Vienne, until his revolt was crushed by Verginius Rufus, governor of Upper Germany, in May. Galba was now committed to the cause, and Nero's suicide in June and the Senate's subsequent acceptance of his rule left Galba as the successor to the now extinct Julio-Claudian dynasty. While Galba was in revolt in Spain he also issued anonymous aurei and denarii as well as some with his portrait and the title Imperator. This aureus was issued at Tarraco in the period April-June AD 68 and bears the head of the Empire's founder as the deified Augustus. At this time of civil war, the type looks back to the stability of the Augustan age and forward to its restoration under a new regime. The personification of Hispania on the reverse honors the province from which Galba's bid for the throne was being launched. Estimated Value $30,000 - 40,000 (realized 87,500 $) Provenance: The Hunter Collection; Ex Gilbert Steinberg Collection (Numismatica Ars Classica and Spink Taisei, 161 punto
-
buongiorno @@Val271 ho trovato questa mezza pagina nel II vol. del Calciati a pag. 420 la moneta al diritto mi pare essere la 213 e 213/1 (vedi i capelli cadenti sul collo) il peso, grammi 2,1; torna con quanto esposto dal nostro amico , la moneta da lui postata, da quel che si vede sembra avere ancora dei depositi del tempo, specialmente al diritto. Penso sempre che, per dare conferme sullo stato di una moneta/uso/abuso e conservazione si dovrebbe vederla e analizzarla bene in mano. da quanto si vede parrebbe buona. mentre le scritte del rovescio si vedono molto meglio al n. 213DS/71 (simile a quella postata da @@profausto) propendo per la moneta descritta al n. 213 D/testa laureata di Apollo a destra R/Tripode con Vittae . ai lati SIRAKOSION. (in lettere greche) aggiungo un caro saluto a @@babelone e a @@profausto che considero maestri. Pietro1 punto
-
Mi associo ad Alberto sull' autenticità dei due pezzi, sono monete che per me personalmente trasudano autenticità.1 punto
-
Un numismatico ha molti libri e qualche moneta....un collezionista ha molte monete e qualche libro.1 punto
-
si credo sia la stessa, non ho foto più grandi, è roba da coinarchives. Spero che dopo questa lunga discussione, oltre all'incomunicabilità che caratterizza l'essere umano, gli scettici ad oltrantia si siano convinti che queste escrescenze non sono sintomo di falsità... anzi. MI ricrodavo di quel giovanni dandolo che era da cng (il secondo), ma mi sembrava più brufoloso... comunque ci sono delle escrescenze anche lì nei campi, nel primo esemplare invece vanno anche sui rilievi. Emblematico il fatto che tali caratteristiche non si riscontrano dopo una certa data, mi viene logicamente da pensare che la differenza stia nel metallo con cui è fatto il conio, per l'appunto la scoperta dell'acciao che risale al sec.???? Insomma qualche agente deve aver procurato questi piccoli crateri nel metallo del conio, e oltre alla ruggine non saprei cosa.1 punto
-
E' comunque una moneta non facile da trovare, puoi essere moderatamente soddisfatto. Come tutte le monete di questo tipo potrebbe avere un plusvalore soltanto se in FdC, credo proprio sia così ;-)1 punto
-
Alla faccia di coloro che considerano tutti i meridionali truffaldini e disonesti!1 punto
-
Tornando al copricapo di Zeus, quello in questa variante non pubblicata del tetra Price 2494 della zecca di Mylasa (Caria) mi ricorda vagamente la papalina da notte di Alberto Sordi nel film ‘Il malato immaginario’. CARIA, Mylasa. Circa 210-190 BC. AR Tetradrachm (16.63 g, 12h). In the name and types of Alexander III of Macedon. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, trident head left and monogram; monogram below throne. Price 2494 var. (same obv. die as illustration; no monogram below throne); Akarca 2 (same obv. die); SNG München -; SNG Alpha Bank -; SNG Saroglos -. EF, toned, a couple minor die cracks on reverse. apollonia1 punto
-
@@francesco77 hai notato che lo stesso simbolo è riportato anche da Cesare Antonio Vergara (1716) nel suo "Monete del Regno di Napoli"? Riporto l'immagine1 punto
-
1 punto
-
Visto che sei albanese e vivi in Albania...mandami l'indirizzo in MP..te ne regalo volentieri una copia. Saluti Elledi1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Buona serata tasto piacevolmente dolente (contraddizione in temini, ma efficace); sarà per i motivi che hai riportato, Mario, che da anni sto spendendo più in libri che monete? Ci sono libri che costano una fucilata......a trovarli ma quando si riesce ad averli.......che gioia; poi questi non te li rubano certo :dirol: saluti luciano1 punto
-
Buonasera ,può essere che oltre il conio stanco ci sia anche il bordo più basso nel punto incriminato che favoriva il maggior contatto con la mano?? Il ns amico Gallo mi faceva notare che spesso la moneta è più usurata da un lato piuttosto che l'altro, questo succedeva appunto perché il bordo più alto del lato conservato meglio non consentiva alla mano un pieno contatto con il tondello!!1 punto
-
beh puoi benissimo porla nel tuo bellissimo monetiere beh puoi benissimo porla nel tuo bellissimo monetiere :D1 punto
-
Piccola medaglia Monza in Ag SETTIMANA MONZESE DI S.GIOVANNI 1933 Diametro 20 mm Peso 3.25 g Vi presento questa medaglia perché particolarmente piccola di solito il diametro è circa 29 mm E' la prima di questo tipo che vedo, il che mi fa pensare che sia rara. Chiedo i vostri pareri Grazie Ciao M.1 punto
-
Questa la trovi alla NAC fra una ventina di giorni a un prezzo di partenza di 1600 CHF. Ma chissà dove arriva! Greek Coins Alexander III, 336 – 323 and posthumous issues. Tetradrachm, Tarsus circa 327-323, AR 17.23 g. Head of Heracles r., wearing lion’s skin headdress. Rev. AΛEΞANΔΡOΥ Zeus seated l., holding eagle and sceptre; in l. field, plough. Below throne, ivy leaf upwards. Newell, Tarsos, 32. Price 3023. Lovely old cabinet tone and extremely fine Ex M&M fixed price list 518, 1989, 6 and Hess-Divo sale 307, 2007, P.A Collection, 1139. apollonia1 punto
-
Il dritto della presente è stato utilizzato più volte nel corso del 1961 per celebrare il centenario dell'Unità d'Italia, come puoi vedere dalla scheda seguente: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME65/27 è opera di Orlando Paladino Orlandini (1905-1986).1 punto
-
grazie @@petronius arbiter per la bellissima discussione che hai intrapreso, ogni giorno aspettavo con trepidazione i nuovi post e come ti ho detto in MP hai acceso in me la voglia di ricercare anche questi pezzi di storia che fino ad ora non conoscevo... quindi ecco la mia prima cartolina di propaganda...mi dirai che sono partito subito in quarta visto che è una cartolina rara e costosa della RSI...ma è capitata l'occasione e l'ho presa...come dice il detto "chi ben incomincia è a metà dell'opera...." ;)1 punto
-
La nostra manus rappresenta dunque la legittimazione del sovrano/principe/duca al suo potere! Ovviamente questo è la mia opinione, nata dal mio personale studio delle monete longobarde! Ben vengano altre interpretazioni! Saluti a tutti, Sforza P.S. Scusate per l'estrema sintesi con cui ho necessariamente trattato alcuni argomenti, ben più complessi, e per eventuali errori ma sono fuori casa e mi sono reso conto di odiare le tastiere digitali!1 punto
-
Ciao, poco tempo fa in apertura di una discussione avevo segnalato l'intenzione di postare qualche ricerca su temi relativi al Primo Impero o su temi di ampio arco temporale. Dal momento che "ogni promessa è debito" mi appresto a presentarvi la seguente indagine che abbraccia entrambi i focus, parlando di un nemico "storico" e delle vicende storiche, belliche e numismatiche a lui correlate, sperando di incontrare il Vs. gradimento. LE GUERRE ROMANO-PARTICHE PROLOGO Con il termine di guerre romano-partiche si intende quel complesso di ostilità a bassa o alta intensità che oppose l’Impero Romano ai Parti. Per circa tre secoli, dalla prima battaglia a Carre nel 53 a.C., fino alla caduta della dinastia dei Parti a vantaggio di quella dei Sasanidi, i due imperi si combatterono principalmente lungo il fiume Eufrate, dalle sue sorgenti fino alla pianura mesopotamica ed al deserto palmireno. La guerra tra Roma ed Antiochio III (re seleucide) segnò l’inizio di una nuova fase, in cui Roma sottomise, una dopo l’altra le grandi potenze mediterranee, confrontandosi prima con l’Oriente dei Seleucidi e un secolo e mezzo più tardi con quello dei Parti. Roma prese dapprima possesso del Regno di Pergamo per trasformarlo a partire dal 129 a.C. nella Provincia d’Asia ed in seguito trovò il pretesto per poter cominciare la conquista dell’Oriente mediterraneo, in seguito alla minaccia giuntagli dal vicino Regno del Ponto di re Mitridate VI. Quest’ultimo, dopo una guerra di trent’anni fu sconfitto, sebbene fosse riuscito a fermare, almeno parzialmente e provvisoriamente, le mire espansionistiche romane in questa parte di Mediterraneo. I Romani con Gneo Pompeo Magno portarono i confini di Roma ancora più ad oriente, creando le province della Bitinia e Ponto, della Cilicia e della Siria, controllando i regni locali ed imponendo, dove possibile, sovrani “amici” e ponendo le basi per le successive campagne militari orientali contro i vicini Parti. Campagne che culminarono comunque con la sconfitta di Marco Licinio Crasso, di scarse capacità come condottiero militare che tentava di coprirsi di un po’ della gloria che spettava a Cesare e Pompeo. Deboli nella fanteria ma dotati di una forte cavalleria, i Parti sconfissero nel 53 a.C. un forte esercito romano presso Carre, perdendo anche le aquile simbolo delle Legioni. Lo stesso Giulio Cesare raccolse nel 44 a.C. ad Apollonia un esercito per effettuare una campagna contro i Daci e quindi contro i parti . A sovraintendere i preparativi lasciò il giovane nipote diciottenne Ottaviano e le campagne furono poi abbandonate in seguito all’uccisione di Giulio Cesare. Il progetto di invadere la Parthia fu poi ripreso da Marco Antonio, senza successo. Augusto invece cercò di affermare la preminenza romana nell’area medio-orientale mediante la diplomazia. Il punto cruciale in Oriente era costituito dal Regno d’Armenia che, a causa della sua posizione geografica, era da un cinquantennio oggetto di contesa fra Roma e la Partia. Augusto mirò a fare dell’Armenia uno stato cuscinetto “cliente” di Roma, con l’insediamento di un re gradito a Roma, e se necessario imposto con la forza delle armi. Perso il controllo dell’Armenia Augusto preferì stabilire il predominio romano con la diplomazia, invece che con la forza: ottenne un trattato in cui il sovrano partico restituì ai Romani i prigionieri e il controllo dell’Armenia come stato vassallo dell’Impero romano (32 a.C.). Il II secolo vide l’avanzata romana oltre l’Eufrate: Traiano (114-117) si impadronì dell’Arabia Petrea mentre Lucio Vero (162-166) e Settimio Severo (194-198) portarono all’annessione di Osroene e Mesopotamia e al vassallaggio dell’Armenia.1 punto
-
Ciao :) Cosa ne pensate di questo tetra di Filippo in vendita nell'asta Lanz di Giugno? Dando per scontato che sia autentico e non ritoccato (non sono in grado di valutare da solo), mi sembra che il ritratto di Zeus sia estremamente realistico. http://www.sixbid.com/browse.html?auction=1331&category=27400&lot=12266061 punto
-
Personalmente ritengo che discuterne in modo pacato sia un servizio oltre che al collezionista anche agli addetti al settore....meno grane anche per loro. L errore ci può stare, basta porre rimedio.... Skuby1 punto
-
Allora sai cosa faccio: oggi, salvo imprevisti, torno alla mostra e sento con il curatore se mio può donare alcune copie del volume e te le porto, così si può accontentare più di una persona. E' un volume dalla lettura agevole, essenziale, con riferimenti storici dei vari avvenimenti della guerra. E' un volume che pùò dare lo spunto per un approfondimento, per chi interessato, sui vari gettoni riportati nel riscoprirne la storia, l'utilizzo e l'uso che ne veniva fatto. Un abbraccio, Graziano.1 punto
-
Crepi il lupo, speriamo di vederci, farò di tutto per esserci1 punto
-
Infine, un manifesto di Boccasile che ricorda la profonda spaccatura che si verificò nel Paese dopo l'8 settembre, quando venne firmato l'Armistizio : ci furono infatti formazioni militare che si trovarono a combattere al fronte su schieramenti opposti.. Una di queste fu la 184° Divisione Paracadutisti "Nembo" che era stata formata il 1 settembre 1942 e successivamente impiegata in Jugoslavia. Dopo l'Armistizio in larga parte rimase fedele al Re, mentre il 12° Battaglione ed altri reparti scelsero di continuare a combattere con i tedeschi e più tardi aderirono alla R.S.I., dando vita al Raggruppamento Paracadutisti "Nembo", quello citato nel manifesto. Quelli rimasti al Sud formarono il 185° Reparto Autonomo Arditi Paracadutisti "Nembo" che fu tra i primi reparti italiani ad essere impiegato contro i tedeschi (marzo 1944, battaglia di Monte Marrone). Successivamente questo reparto entrò a far parte del Gruppo di Combattimento "Folgore" che prese parte alla guerra di liberazione1 punto
-
Riguardo alle prime due affermazioni io credo che siano entrambre vere, e per nulla in contrapposizione (escludendo ovviamente il presente, quando solo l'affermazione di Fratelupo è vera, non essendoci più la parità metallica). il valore alla moneta era sicuramente basato sulla quantità di metallo prezioso rappresentata da una moneta, ma questo valore era sicuramente soggetto a variazioni in meno o in più determinate dalla fiducia del mercato (solo dalla fiducia o anche da altro?), variazioni che potevamo esser anche molto ampie. Comunqure i dubbi che ho non riguardano questo aspetti generali, ma si riferiscono a cose più concrete, anche se forse più complesse. Ad esempio, quando si decideva di introdurre una moneta con certe caratteristiche di peso e di lega, cosa si faceva: si prendeva in considerazione il valore commerciale di un peso 'tondo' di metallo prezioso (un grano, un carato, un' oncia, una libbra?) e si immetteva nel mercato un esemplare con quella quantità, lasciando poi che le legge della domanda e dell'offerta ne fissasse il il prezzo definitivo. Oppure, al contrario, si considerava un certo prezzo teorico fisso (che so, il costo nominale di una certa tassa, come il teloneum o il ripaticum) e poi si creava una moneta che contenesse la quantità di metallo prezioso sufficiente a far si che il valore nominale rimanesse stabile nel tempo? E, di conseguenza, quando il valore commerciale dell'oro o dell'argento aumentava cosa succedeva? Aumentava anche il valore delle monete, oppure queste uscivano dal mercato per essere tesaurizzate e qundi fuse (o tosate e poi reimmesse in circolazione), con la conseguenza che le zecche alteravano il contenuto intrinseco affinché il valore nominale rimanesse stabile. In altre parole: era il valore nominale stabilito a priori che determinava il contenuto di metallo prezioso, o, al contrario, era il contenuto di metallo prezioso che deteminava il valore nominale delle monete? Sembra soltanto una questione dell'uovo e della gallina, ma in realtà è una faccenda molto importante, che nei secoli ha diviso due intere scuole di pensiero (sostenitori della 'moneta merce' oppure fautori della 'moneta segno'), e che se oggi la moneta avesse ancora la parità metallica, sicuramente annoverebbe fra i primi la Merkel e tutto il Nord Europa (la moneta deve mai perdere di valore, non importa a quali conseguenze), e tra i secondi la Federal reserve, il Giappone etc. . I due interventi successivi hanno toccato altri due momenti fondamentali del pensiero medievale sulla moneta: ero un strumento del 'principe', che ne poteva decidere a piacere, oppure era un qualcosa di oggettivo (e si ritorna al contenuto metallico stabile), che nessuno poteva alterare senza venir meno ai precetti della fede? ). Migliaia di pagine sono state scritte sull'argomento, ma io vorrrei riuscire ad immedesimarmi in un piccolo mercante di foleas del mercato che si teneva nella platea di Gargonza nell'aretino (da quell parti sono nato). Cosa pensava di quelle monetine, conosceva il loro valore effettivo, con che criteri accettava e rifiutava i vari pezzi. Poteva farlo? Andreas1 punto
-
Gino Boccasile Come promesso, approfondiamo la figura di colui che, a prescindere dalle idee politiche, può essere considerato il più grande illustratore pubblicitario italiano. Luigi (detto Gino) Boccasile, nasce a Bari il 14 luglio 1901. La sua prima giovinezza è segnata da un terribile episodio: la perdita di un occhio a causa di uno schizzo di calce viva. Alla morte di suo padre, commerciante di vini, poi rappresentante di profumi, Gino si trasferisce a Milano, ma dopo un primo periodo di difficoltà economiche e incertezze di carriera, durante il quale per sopravvivere allestisce piccole vetrine dove espone statuine di figure contadine da lui fabbricate e dipinte a mano, decide di intraprendere una vera e propria carriera artistica nel settore della pubblicità per immagini. Inizia a collaborare con lo studio grafico di Achille Luciano Mauzàn, incominciando a disegnare anche figurini e modelli d’abiti da donna. Subito impone il suo stile personalissimo: le vetrine che espongono i suoi lavori sono affollate dalle signore che ne decretano successo e notorietà. Su richiesta dello stesso Mauzan, che si era intanto trasferito in Sudamerica, dove rimarrà per molti anni, decide di partire per l'Argentina, ma il soggiorno a Buenos Aires durerà poco meno di due mesi. Subito dopo il rientro a Milano, riparte per Parigi facendosi conoscere anche come pittore, con l'esposizione di due quadri al Salon des Indépendants nel 1932. La sua fama in quel periodo è dovuta soprattutto alle "Signorine Grandi Firme", serie di fortunate illustrazioni a colori di figure femminili che comparivano sulle copertine della rivista Le Grandi Firme, per la quale realizza 76 copertine tra il 1937 e il 1938. Propone nei suoi disegni un tipo di donna florida e procace, solare e mediterranea, utile all'immagine positiva che il regime vuole propagandare. E infatti nei propri cartelloni pubblicitari molto spesso il messaggio è affidato a formose ragazze dai vestiti aderenti. È tra i firmatari nel 1938 del Manifesto della razza, in appoggio all'introduzione delle leggi razziali fasciste...1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.