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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/26/14 in tutte le aree
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Questo è il mio Principe Azzurro...mi aveva stancato e l'ho trasformato in...rospo... :angel: :8):4 punti
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Buonasera a tutti, non ho letto tutta la discussione, mi riprometto di farlo in seguito perchè vorrei capire come siete arrivati a farvi queste domande, che all'apparenza sembrano di semplice risposta ma in effetti non lo sono visto che si deve entrare nella psicologia di persone vissute quasi 1000 anni fa. Si potrebbe aggiungere anche un'altra domanda volendo, perchè ad un certo punto queste forme sono state abbandonate? Però forse avete già affrontato questo punto e troverò la risposta leggendo la discussione. Per quanto riguarda il caro amico Zecchiere non avrò problemi a contattarlo ed a metterlo poi in contatto con qualcuno di voi se vorrete, l'unica raccomandazione che vorrei farvi è quella di "prenotarlo" con molto anticipo per la prova, o manifestazione che sia, che vorrete fare perchè è una persona molto impegnata su vari fronti. Vi posto due foto, nella prima potete vedere Marco Guglielmi, il Magister Monetae, è di Viterbo, in azione e nella seconda il Nepesino, moneta di fantasia disegnata e coniata da Marco in rame ed anche in argento, ma si potrebbe anche in oro volendo, in occasione dell'evento numismatico "Monete e Medaglie della Tuscia" che ha avuto vita l'8 Giugno 2013 a Nepi. Resto a vostra disposizione per qualunque cosa io possa essere utile. Buona serata a tutti, Giò :)4 punti
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Può essere....ma intanto cominciamo a buttare nel cesso tutti gli ordinativi per F35 , per portaelicotteri o portaerei e amenità varie e affini, che ci servono come un dito in un occhio, visto che, F35 o no, non avremmo comunque alcun peso militare in un eventuale conflitto, senza " protezioni" esterne....e cominciamo a tagliare le spese per gli armamenti e impieghiamo quei soldi per qualcosa di più costruttivo che , ad esempio, 19 Maserati quattroporte per i gallonati della difesa.....chiudiamo un po' di quei baracconi ingoia soldi che sono le caserme militari e così via.....secondo me qualcosa si recupera e non si perde assolutamente nulla.....e questo, non perché i nostri soldati siano da buttare o non siano validi, ma solo perché in ogni caso non avremmo che poco o alcun peso militare........anche se siamo negli anni 2000, noi siam sempre quelli degli scarponi di cartone nella campagna di russia......non abbiamo risorse nostre e continuiamo a usare i soldati come carne da cannone......dite di no? ...ok, allora andate a vedere quanti ne stanno morendo di uranio impoverito e come , lo stato, se ne sta amorevolmente preoccupando.....non c'è nulla da fare, siam sempre ai tempi delle decimazioni......4 punti
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3 punti
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Post meravigliosi, mi sorge una domanda nell'oceano della mia ignoranza: Se il sottile tondello piatto e rotondo (nb rotondo e non di altre forme) viene batuto e la scodellatura si produce in quel momento all esterno dei 2 conii, non sarebbe naturale avere come risulato una scodellatura con perimetro leggermente ondulato a causa della piegatura?3 punti
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Cara Monbalda, io conosco il 'lange Schilling' bavarese, cioè un soldo da 30 denari, anziché i consueti 12 (in pratica il corrispettivo del mancuso di conto in Italia, pari al bisante d'oro) attestato dal X almeno fino al XII secolo. Ci ho anche scritto sopra, perché proprio quel 'soldo lungo' giustifica, secondo me, le origini del sistema monetario aquileiese (ne parlo anche nel mio Contributi di Storia monetaria, nel capitolo sul Friuli). In Italia non mi pare di averci mai sbattuto contro, ma immagino voglia indicare una stessa unità di conto con due corsi diversi, uno più alto ed uno più basso (beh, questo era facile). Non mi stupirei, per concludere, che i contraenti del documento possano chiamarsi Lotte, Wille, Gotifredus o Bernhardus. Approfitto per spiegare perché in genere un documento in copia non può essere considerato attendibile riguardo alla valuta citata, anche se il contenuto risulta del tutto attendibile e confermato da mille elementi (non è il caso del documento di Falier, che è originale) . Molto spesso infatti, storici e appassionati mi hanno contestato questa rigidità, sostenendo che se il documento è buono, tutto deve essere buono. Il fatto è che quando si copiava un documento è perché questo giuridicamente aveva ancora valore, e quindi anche l'importo monetario doveva essere comprensibile alle persone interessate. Quando capitava che la valuta era sconosciuta, perché troppo antica o straniera, molto probabilmente i notai la trasformavano nella valuta del loro tempo, oppure, più spesso, nella valuta più antica di cui conoscevano il rapporto di cambio con quella in uso al momento. Ecco perché in documenti del X-XI secolo, copiati nel XIII-XIV secolo, noi troviamo spesso registrate valute di XII secolo, il che ovviamente ingolosisce molti appassionati locali riguardo all'antichità della loro zecca Notte, Andreas2 punti
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Giusto per fare chiarezza nei confronti di chi ci sta seguendo da mesi ma non ha capito molto sulla questione Napoli - Lanciano, ricapitoliamo: 1) Esistono dei privilegi di epoca aragonese che autorizzano Lanciano a battere moneta, e questa non è una novità http://ilportaledelsud.org/bcnn1939b.pdf 2) Esiste un documento datato 1494 noto a tutti come "editto di Terracina" nel quale è scritto che Giancarlo Tramontano (maestro di zecca) può apporre le proprie iniziali (ad esempio "T") sulle monete battute a Napoli e L'Aquila. Cfr pagina 32 di questo articolo http://ilportaledelsud.org/dritto-rovescio.htm ....... e FIN QUA CI SIAMO .............. Il problema è sorto però, ti prego di correggermi se mi sbaglio, quando una mattina ti sei svegliato e con un lampo di genio hai accorpato queste due fonti documentali classificando per esclusione a Lanciano tutte quelle monete che non hanno sigla, non ti sei limitato a pubblicare un testo che esamina la fonte documentale con relativi riscontri su un determinato tipo di moneta, sei partito in quarta declassificando decine di tipologie di monete napoletane dai numerosi testi finora pubblicati e li hai forzatamente classificati come "zecca di Lanciano" ........... il tutto senza fare alcuno studio sui conii, stili, punteggiatura ed iconografie varie. Ma veniamo ad oggi: Correva l'anno 2014 (mese di aprile), 1) trovi analoghi privilegi che riportano la data 1608 e adoperi lo stesso criterio di classificazione per le monete di questo periodo. Ora cosa dovremmo fare noi? Personalmente mi compiaccio con te per la ricerca archivistica ma mi dissocio categoricamente dal tuo criterio di classificazione, è qui il punto, non è scritto da nessuna parte che le monete non siglate sono di Lanciano. Ti ricordo che l'onere della prova spetta a te e non a noi: sei tu che devi trovare un documento che parla di monete senza sigle battute a Lanciano, fin quando tale documento non verrà fuori, te lo dico davvero a malincuore, hai fatto un vero salto nel vuoto.2 punti
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Buongiorno @@mfalier, la citazione di cui parli è molto interessante. Sembra fare 'il paio' con un'altra, parmigiana, che però è di circa un secolo dopo (5 agosto 1181), nella quale si citano imperiali grossi, quando i grossi ancora non esistevano... Questa seconda citazione è stata generalmente interpretata come un'indicazione ad una moneta più pesante rispetto ad un'altra che viene sottinteso essere più leggera. In questo periodo esistevano già i denari terzoli e quindi si può pensare che l'espressione fosse utilizzata per indicare le monete di Milano che 'terzoli non erano'. Secondo me la citazione che hai trovato tu si potrebbe provare ad interpretare nello stesso modo: come un riferimento ad un tipo di moneta più pesante, migliore,in una parola, inforziata, rispetto ad un'altra, più leggera o svalutata. @@monbalda, @@giollo2, cosa ne pensate? Cari saluti, Teofrasto2 punti
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e la più bella ... Taglio: 50c Nazione: San Marino Anno: 2006 Tiratura: 193.880 Condizioni: BB Città: Palermo2 punti
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Ciao a tutti, quest'anno tocca a me sostenere l'esame di maturità e come molti prima di me sono qui per chiedervi dei consigli riguardo la tesina che vorrei sviluppare in ambito numismatico. Studio al liceo scientifico, ma ho incentrato la mia idea su materie più che altro umanistiche, ma va bene cosi. Questo è ciò a cui ho pensato: TEMA: L'ALTRA FACCIA DELLA MONETA / IL VALORE NASCOSTO DELLA MONETA (valore storico vs valore economico) ->valore della moneta secondo me: oltre al valore economico c'è anche un grande valore storico -La moneta ha avuto un ruolo fondamentale nel corso della storia: ogni popolo ha avuto la propria moneta, quindi ogni moneta si porta dietro un grande bagaglio storico e rispecchia l'epoca in cui ha circolato. Questo valore è molto più importante di quello economico, anche se molti non l'hanno capito e hanno sempre visto la moneta solo come mezzo di scambio. - il valore economico della moneta ha portato a molte disgrazie: guerre, crisi, tensioni... tutto per l'amata moneta, dai romani fino ad oggi ->la ricchezza è spesso rovina dei popoli. ->esempio storico (uno fra tanti): crisi economica tedesca->grande crisi per la Germania, dove l'inflazione ha raggiunto livelli esorbitanti (porta Banconote tedesche inflazione)->la moneta ha perso il suo valore economico, ma per noi ora osservare queste banconote ha un grande valore storico. [STORIA] ->in molti sostengono che la ricchezza e i soldi siano la rovina della società, come il filosofo MARX (vuole il comunismo, senza proprietà privata) e l'autore latino PERSIO (la ricchezza è un vizio, denuncia la società che si basa sulla ricchezza->SATIRA III cit. "a che può servire una ruvida moneta?"). [FILOSOFIA] [LATINO] ->pensano questo perché vedono quello che sta succedendo intorno a loro ->crisi, corruzione... - il valore storico invece porta dietro solo cose positive (ricordi, storia...): avere in mano una moneta antica ti fa pensare a tutti quelli che prima di te l'hanno maneggiata e ciò suscita grandi emozioni ->JOHN KEATS (-> "ode on a grecian urn" ->sostiene il valore storico e l'emozione che suscita un oggetto antico) [INGLESE] ->portare varie monete significative per far capire il vero valore che do io a queste (con breve presentazione delle stesse) e poi concentrarsi su una moneta del regno per collegamenti e dimostrare quanto valore c'è dietro ->Moneta del regno (da scegliere): -inquadramento storico della moneta [STORIA] -descrizione del fronte: sicuramente con Vittorio Emanuele III ->breve presentazione del re e sottolineare il fatto che era un numismatico->anche lui, nonostante ricoprisse quella posizione, ha apprezzato la bellezza e il valore storico delle monete. -descrizione del retro: iconografia e aspetto artistico [ARTE], più simbologia storica (aquila, fascio littorio, fert.... ecc )->collegamento ancora a [STORIA]. ->Aspetto artistico: sottolineare posizione di profilo del volto del re (simboleggia il distacco che doveva esserci con il popolo), descrizione delle scelte artistiche, il materiale della moneta e la coniazione (con la rivoluzione industriale molte novità in merito al trattamento dei materiali e ai processi industriali) ... [ARTE]. -Conclusione Questa è una bozza.. poi ci sono altri collegamenti che ho trovato, anche se non c'entrano con il tema scelto, che non è per nulla definitivo (magari vostri consigli mi aiuteranno in merito). Altri collegamenti: -ITALIANO, VERGA, MASTRO DON GESUALDO: non ha dato giusto valore alle sue ricchezze -FISICA, MAGNETISMO: monete magnetiche e antimagnetiche -FILOSOFIA, HEGEL: la filosofia come NOTTOLA DI MINERVA (presente sulla moneta da 1 euro Grecia e sulla Dracma di Atene) -ARTE, BOCCIONI: Scultura di Boccioni sulla 20 cent. italiana -ITALIANO, GIUSEPPE VERDI: Moneta commemorativa 2 euro -STORIA, UNITA' D'ITALIA: 2 euro commemorativi (Cavour, 150° unità, Giuseppe Verdi) Spero mi possiate dare consigli, intanto vi ringrazio.1 punto
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qu3ll0 sei ottimista. Questa crisi non finisce tra un paio d'anni, come vogliono farci credere. Si tratta di un consolidamento ad un livello più basso delle nostre ricchezze. Temo che le vacche grasse dei tempi d'oro (anni 80 e 90, fino a quando è arrivato l'euro ad ucciderci) non le vedremo mai più. Il che significa grossa crisi per la numismatica. Se il numero dei collezionisti diminuisce (come sta accadendo) il valore delle nostre collezioni si abbassa notevolmente.1 punto
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Eccomi. Alcune precisazioni a mio avviso mancanti nel ''protocollo'' dell'esperimento: - dimensioni del pentagramma (chiamato d'ora in poi tondello) : mm 34 nella parte più larga. - spessore del tondello: mm 0,6 circa - il metallo è probabilmente acciao. Con queste caratteristiche il tondello è sicuramente molto resistente, ben di più di qualsiasi lega contenente oro ed è ben più spesso. Il tondello si presenta piatto al centro per circa 12-13 mm. Sulla parte concava presenta i segni del colpo e su quella convessa traccia del materiale su cui era posato. Quindi niente vuoti al centro. Ed ora la parte più interessante. Il bordo si è alzato di 3 millimetri omogeneamente intorno alla traccia del bordo. Credo proprio che l'esperimento abbia avuto un esito piuttosto interessante. Arka1 punto
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Ahahah ho paura... :rofl: Ma quel rospo abita nel tuo giardino oppure lo tieni in casa e lo porti con il guinzaglio a fare i bisogni di fuori? :D -donty-1 punto
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Io a uno gli stavo per sparare... Ha provato a fregarmi tre volte... Era il primo della seconda fila, partendo dal corridoio centrale era il primo sulla sinistra... Simpaticone se mi leggi sappi che sono giovane ma mica scemo... -donty-1 punto
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Complimenti per la lettura, ma temo che molte cose siano cambiate, riguardo soprattutto alle attribuzioni. Poi non occorre essere così pessimisti sugli studi del passato: c'è una buona bibliografia sull'estetica monetale in Italia. Ne invio un po' a beneficio di questa discussione, soprattutto in riguardo al ritratto rinascimentale. Per Dabbene, pssss, parlo piano perché non sentano quelli della sezione Veneziana, che poi si gasano, ma la prima lira da 20 soldi fu battuta a Venezia nel 1472, poi a Milano - E. Bernareggi, Monete d’oro con ritratto del Rinascimento italiano 1450-1516 (Milan, 1954) " ‘Notizie sulla produzione della zecca di Milano nel periodo sforzesco in documenti d’archivio’, Annali: Istituto Italiano di Numismatica 18-19 (1971-2), 265-79. " ‘Monete d’oro con ritratto del Rinascimento italiano. Un aggiornamento’, NAC 4 (1975), 299-329. " ‘Una moneta d’oro inedita di Milano: il fiorino di Azzone Visconti’, NAC 11 (1982), 331-41. " ‘I precursori del Rinascimento nel ritratto monetale Italiano’, in Proceedings of the 9th International Congress of Numismatics, Berne 1979, vol. 2 (Louvain-le-Neuve, 1982), 909-17. " ‘La monetazione milanese dal 1450 al 1600’, in Gorini (ed.), La zecca di Milano: Atti del Convegno internazionale di studio, Milano 1983 (Milano, 1984), 359-76. - L. Cogliati Arano, ‘La monetazione di Luigi XII ed i suoi precedenti sforzeschi’, in Gorini (ed.), La zecca di Milano: Atti del Convegno internazionale di studio, Milano 1983 (Milano, 1984), 377-401. - H. Nussbaum, 'Ritratti di principi su monete italiane del Quattrocento' (H. Nussbaum, Introduzione e traduzione a cura di F. Saetti), Panorama NUmismatico, 60 (gennaio 1993), 61 (febbraio 1993), 62 (marzo 1993) traduzione ital. dell'articolo uscito nella ZfN del 1925 - A. Saccocci, ‘Aspetti artistici della monetazione italiana del Rinascimento’, in A testa o croce: immagini d’arte nelle monete e nelle medaglie del Rinascimento, ed. G. Gorini, A. Parise and A. Saccocci (Padua, 1991), 11-65. - Saetti F., Il ritratto monetale di Federico da Montefeltro e la pala Montefeltro in Brera RIN, 106 (2005), 247-58 + vari articoli nella RIN dal 1998 al 2004 - L.Travaini, I capelli di Carlo il Calvo. Indagine sul ritratto monetale nell'Europa medievale (Roma, 2013), ove si trova la bibiografia precedente della stessa autrice sulll'argomento - V. Vettorato, 'Il ducato d'oro con ritratto di Borso d'Este signore di Ferrara (1450-1471)', NAC 37 (2008), 441-621 punto
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Ma io dall'inizio ...... e delle monete singole che ti stò parlando (forse non hai ben compreso ciò che ho scritto dall'inizio della discussione) ..... se non c'è l'hai oppure non esiste, devi darti da fare ...... mi dispiace per te.......prima di scrivere che Prota e Bovi hanno scritto "corbellerie" dovevi pensarci bene....almeno loro qualcosa l'hanno ricercato........te l'ho detto il tuo è solo fumo. E con questo ci risentiamo più avanti ........ !!1 punto
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I privilegi di Lanciano in epoca aragonese sono noti da decenni http://ilportaledelsud.org/bcnn1939b.pdf Che ce ne siano anche in epoca vicereale non mi stupisce, il problema è che mancano documenti sulle tirature o almeno uno che testimoni la coniazione realmente avvenuta di un determinato tipo di moneta.1 punto
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Analogo discorso per le monete di epoca aragonese, ne abbiamo già parlato, anche in quel caso abbiamo gli stessi privilegi per Lanciano ma non esiste alcun documento riguardante coniazioni effettivamente avvenute in questa città, ma la cosa più importante è che non esiste alcuna prova o documento che attesta che le monete senza sigle del periodo compreso tra il '400 e il 1640 siano attribuibili a Lanciano. E' questo il punto: una città autorizzata a battere moneta non vuol dire che abbia poi effettivamente coniato. Non esistono documenti riguardanti tirature o conteggi vari.1 punto
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Ho trovato la provenienza dell'esemplare illustrato sul catalogo del museo di Siracusa. Non appartiene nè a Pennisi nè a Gagliardi, ma proviene dal famoso ripostiglio Ognina (C. Boehringer, Rekonstruktion des Schatzfundes von Ognina 1923, Revue Suisse de Numismatique, vol. 57 (1978), p. 102-143, pl. 28-39), più esattamente al n. 297 nel lavoro di Boehringer. Ecco la foto scansionata dal catalogo del ripostiglio, peso 17,11 g: Si sa che alcuni esemplari (almeno 23) del ripostiglio di Ognina sono stati ricuperati e depositati nel museo di Siracusa, e questo esemplare è effettivamente uno dei più belli e freschi che si conoscano per il Tudeer n. 80. Sempre nel museo sono depositati numerosi altri ripostigli, grazie soprattutto all'attivismo dei Paolo Orsi fino al 1929, o tesoretti, come ad esempio quello di Naxos 1985, importante pure per i dati di scavo. Si sa che solo da tesori ricuperati fino al 1964 furono acquisiti ben 3509 monete greche di alto valore numismatico e non so nemmeno quanti furono acquisiti in anni successivi (oltre alle collezioni Pennisi e Gagliardi). Ancora un motivo per sollecitare la pubblicazione delle monete presenti in quel museo con buone fotografie. Se ci sono problemi economici, è sempre possibile trovare qualche sponsor privato e prego vivamente i signori accademici a non essere troppo schizzinosi a cercare sponsorizzazioni…..1 punto
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Caio marco 91. Interessante la tua domanda, ma la risposta è data dalla soggettività di ognuno di noi. Ho venduto una moneta che valeva almeno 10 euro (sul catalogo) a 1 euro (nella realtà). Quello che ti hanno detto @@Giovanna e @@Gallienus risponde al vero. Devi seguire l'istinto (..@@luke_Skywalker..) e vedere se una moneta che a te piace tantissimo e pensi di non rivederla per molto tempo, possa valere un prezzo superiore alla quota indicata da un catalogo, oppure scoprire che una certa moneta presenti uno o più particolari non presenti nei cataloghi e tu diventare una specie di @@Indiana_Jones della numismatica con moltissimi buchi nell'acqua (te lo dice un esperto di....buchi nell'acqua ;- )) ) senza spendere capitali e senza fare passi più lunghi della gamba (regola che deve valere sempre !!!). Però che bello sentirsi Indiana Jones.....1 punto
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Come promesso vi aggiungo qualche foto fatta al volo ;D;D;D;D che ne dite dei due difetti ? a me sembrano: il primo dovuto ad una mancanza al centro del tondello che in fase di coniatura ha prodotto quello che si vede per mancanza di metallo all'interno (problema al D/) il secondo dovuto ad una mancanza superficiale (problema al R/) @@francesco77 @@gallo83 che ne pensate ? certo che monetone...è gigantesco e pesa un sacco!!! per inciso..è il mio primo 10 tornesi ;D1 punto
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Ringrazio gli utenti che mi hanno dedicato attenzione, in effetti la mia proposta può sembrare alquanto bizzarra soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, tuttavia io ritengo che concentrare attenzione e sforzi sulla cultura sia uno dei modi più efficaci per rispondere alle fasi di crisi strutturale come quella attuale, la nostra è una crisi di civiltà ed è necessario rispondere approfondendo il significato e la conoscenza di ciò che siamo, della nostra storia in tutte le sue dimensioni, e anche una biblioteca numismatica può aiutare non poco in questo, la numismatica è una disciplina di nicchia il cui studio è coltivato da pochi, ma possiede un grande potenziale per avvicinare, affascinare e permettere l'approfondimento anche di altre discipline che in qualche modo sono connesse al mondo delle monete e medaglie, penso all'economia, all'iconografia e alle arti figurative, ai diversi ambiti della storia di ogni epoca e luogo, purtroppo però questo potenziale difficilmente può essere sviluppato pienamente a causa della difficoltà di reperimento delle fonti di conoscenza più immediate e rilevanti sia per un primo approccio che per lo studio più approfondito, parlo delle opere numismatiche, difficili da trovare in molti casi e alquanto costose e fuori dalle possibilità di spesa di quasi tutti i giovani e anche di molti adulti; una biblioteca numismatica funzionale con la possibilità di consultare testi gratuitamente può permettere il disvelarsi del pieno potenziale culturale che la numismatica possiede...penso ad un giovane che avendo la possibilità di consultare e toccare con mano in via gratuita opere che trattino delle monete e medaglie di suo interesse potrà sentire espandersi dentro di sé il desiderio di conoscere, studiare e allargare la sua visuale oltre che poter gustare il piacere materiale di toccare e studiare su dei libri veri, spesso anche belli (senza nulla togliere alla comodità e ai vantaggi dei libri digitali), penso a tutte le opere scientifiche di ambito numismatico e non solo che una biblioteca siffatta potrà stimolare...credo sia un'idea meritevole di approfondimento, io metto a disposizione la mia piccola biblioteca personale e le mie competenze biblioteconomiche per quanto riguarda una biblioteca da creare a Napoli o in Campania. Un'altra proposta più informativa che mi sembra interessante è di condividere le proprie esperienze e conoscenze concernenti biblioteche numismatiche già esistenti in Italia e in altri stati, si potrebbe mettere questa discussione in evidenza in modo che ciascuno di noi possa dare il suo contributo condividendo esperienze e informazioni preziose per tutti i numismatici bibliofili :lol:1 punto
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No, le monete non vengono identificate, ma le prerogative dei Guevara, feudatari del Vasto, prima degli Avalos, non sono connesse ad una zecca per questo feudo...poi leggerai...1 punto
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Visto che la discussione è venuta su approfitto per ringraziare @petronius arbiter per questo e altri racconti (il nickel del 1913, la double eagle del 33, la storia dei modelli per il buffalo nickel) che nei giorni passati mi hanno letteralmente catturato e tenuto incollato allo schermo per qualche ora. Complimenti e grazie!1 punto
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Ciao, di monete mondiali ne avevo trovate in casa un pò di tempo fa e così ieri sono andato ad un mercatino e mi son messo a cercarne un pò, soprattutto quelle un pò + vecchie, dagli anni 50 all'indietro. Come obiettivo principale ho quelle del regno, quelle mondiali solo quelle datate sperando di trovarle in conservazione migliore :lol: Da un annetto circa ho mollato la storia postale perchè di roba a poco prezzo che mi manca ormai c'è ne poca e ho pensato di dare priorità alla numismatica, altro mio pallino :) Ho un dubbio se metterle dentro fogli con le taschine in plastica o dentro quelle sottospecie di taschine fatte di carta (adesso non mi viene in mente come si chiamano), le avevo viste sulla baia a 10 cent a pezzo; magari i libri le aiutassero a migliorare, ne avrei da riempire lol1 punto
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Sulla immagine 02 si vedono tre punti bianchi sul bordo. Probabilmente sono riflessi di luce, ma se si trattasse invece di segni reali potrebbero essere minuscole tacche provocate da graffe che trattenevano la medaglia su un castone....L'immagine è poco chiara, a bassa definizione.1 punto
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Certo che sono stato io....ed era pure ora, le persone appassionate di questa monetazione sono stufe di leggere a sprazi le tue solite "frecciatine lancianesi" senza aver mai fatto un discorso compiuto.....io ho deciso di accontentarle.... Perchè ti sei sentito tirato in causa, sono partito con un discorso "generalizzato" ma se intendi partecipare...ben venga. Non hai risposto adeguatamente al post 24 in quanto io, anzi meglio Noi, non abbiamo ancora letto un tuo documento dove si evince che il Mezzo Carlino di Ferdinando il Cattolico è stato erroneamente attribuito alla zecca di Napoli, sia dai precedenti, sia da uno studioso contemporaneo apparso in uno scritto di pochi mesi fà. Secondo Voi questa è una risposta congrua ? > Cerco di aiutarti. Il Prota ha scritto molte cose corrette, ma anche molte corbellerie, per cui non va preso per quello che è, ma va sempre sondato. Esempi: 1) in un articolo attribuisce a Napoli lo scudo d'oro di Filippo III, periodo in cui la zecca non lavora oro; 2)confonde l'ampliazione dell'ufficio, questione giuridica, con l'ampliamento delle officine (mi pare pure che qualche autore abbia recentemente copiato questo errore); 3)considera i poteri del sostituto del mastro di zecca al pari di quello regolare; ...e via dicendo. Ignora ovviamente la zecca di Lanciano...1 punto
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Non è una questione di FDC o meno, in Italia una moneta in FDC da 10 centesimi Cnquantenario costa dai 60-90 a secondo dei Venditori e dalla moneta. Questa è esplicitamente pura follia. :good:1 punto
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Buona giornata Vero, però da quello che ho letto ed inteso nei post che si sono succeduti in questa meravigliosa discussione (ma posso essermi sbagliato) le tecniche usate a Bisanzio per coniare le monete erano differenti da quelle usate in altre aree e precedentemente ad esse. Per questo motivo ho pensato che per quelle bizantine ci fosse una motivazione "forte" al di la del risultato e che una di queste fosse l'aspetto religioso. luciano1 punto
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Buona giornata perdonate la mia ignoranza .... e scusate la mia intromissione, ma un aspetto mi intriga. Perché le monete bizantine avessero quella forma? Allora mi viene da pensare che a Bisanzio tutti gli atti che derivavano dal "palazzo" e non solo, erano permeati di religiosità. L'imperatore era rappresentante (o messaggero) di Dio; all'imperatore ed alla sua famiglia, erano riconosciuti e tributati onori divini e nell'iconografia che lo riguarda, spesso lo vediamo con attributi e/o oggetti che ne sottolineano il proprio status. La moneta non era forse una prerogativa dell'imperatore? Poteva essere, essa stessa, un simbolo "divino"? Se così fosse doveva/poteva avere caratteristiche tali che sottolineassero questo privilegio? Spesso, quando si tratta di religione ed oggetti ad assa correlati, notiamo che non è importante la loro semplicità o la logicità ; talora è vero il contrario... va seguita una specifica liturgia per la loro composizione e l'uso, proprio per ricordare a tutti coloro che ne entrano in contatto, che quella cosa ha caratteri di natura religiosa. Poteva essere così anche per le monete? Saluti luciano1 punto
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Buona giornata certamente ci sta il prestigio e la propaganda; credo anche che servisse per legittimazione; nell'epoca tarda quando, spesso, veniva eletto imperatore il comandante di una legione, per acclamazione dei propri legionari, magari stanziati a migliaia di chilometri da Roma, serviva un "segno" tangibile che potesse far sapere a tutti che c'era un nuovo imperatore; quale veicolo migliore della moneta di emissione imperiale? Essa riportava l'effige del nuovo imperatore con i titoli che gli spettavano ed anche l'immagine dei propri meriti, della investitura ricevuta, ecc. ecc. saluti luciano1 punto
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Avevo completamente dimenticato questa discussione! Visto che il link del primo messaggio non funziona più, segnalo quello nuovo: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=1221 punto
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Per la prima combinazione nota della serie, Tideer 78, ho trovato solo questa immagine, scansionata dal Tudeer, che riguardava il bellissimo esemplare della collezione Pennisi. Sarebbe utile trovare una immagine presa nel Museo Orsi di Siracusa….. I conii erano freschi e all'inizio della produzione. Tudeer 78 (D/28 – R/53) Siracusa, ex coll. Pennisi Sul succinto catalogo del medagliere di Siracusa, del 2009 (Emanuele Romeo Editore), ho trovato la foto di un esemplare che non ho capito se della collezione Pennisi oppure Gagliardi. Non è il pezzo sopra illustrato da Tudeer, ma si tratta di un Tudeer 80, con lo stesso conio del rovescio (esemplare non censito dallo studioso tedesco)…. Chissà che altra sorpresa riserverà il medagliere di Siracusa (e ho notizia che stanno lavorando per un Sylloge Nummorum Graecorum dedicato all'ex Pennisi)….1 punto
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Una moneta non autentica non necessariamente deve copiarne una esistente. Spesso si inventa un conio completamente nuovo per far passare il falso come genuino non potendo avere metri di paragone. Arka1 punto
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Forse o non è stato chiaro il mio discorso precedente o qualcuno non l’ha letto, quindi lo ricito ….. io stò parlando e discutendo di numismatica del Regno di Napoli, portando su una tavola imbandita molti degli argomenti trattati nelle recenti pubblicazioni @@odjob io le cito giusto perché le ho lette e analizzate; Altro esempio e queste sono tutte notizie e novità fresche di “pescheria”, per il momento non scomodo nemmeno gli studiosi del passato: Giusto per rimanere in tema periodo > Carlo V, Ducato PR 6 pag. 93 ultima foto in basso a sx - moneta senza sigla (foto allegata). Nel lavoro del Giuliani (L’urna di San Bernardino nelle monete di Carlo V) a pag. 108 nota 71 si legge (ometto logicamente tutta la parte del discorso e vado dritto alla nota) “seguendo la logica, dalla morte del Gazella all’avvento del RAM, vd. a riguardo G. Bovi, Le Monete … cit. pp.12 e 13; oltre che in circostanze del tutto analoghe, la Zecca di Napoli non interruppe l’attività ma evitò semplicemente di apporre le sigle degli zecchieri sulle monete, lavorando del resto sotto la direzione di luogotenenti o sostituti pro tempore del maestro titolare” In Perfetto 2013 – moneta 47 (riportata ostinatamente anche in una discussione bloccata) questa moneta è stata attribuita alla zecca di Lanciano, senza riportare alcun nota, niente di chè e senza aver fatto alcun riferimento nè a questo scritto del Giuliani ne a precedenti lavori …… Questo, numismaticamente parlando e in special modo, scritto e dato in pasto da studiosi di queste monete, non è corretto !!! E questo è solo un breve segmento del periodo di Carlo V ….. poi si passa ai Filippi e farò anche un passo indietro sul periodo Angioino e Aragonese.1 punto
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@@francesco77 ... qui stiamo discutendo di problematiche di studi che sono già venuti fuori e non di quelli che dovranno uscire e pregherei sia @ @@Sanni sia altri utenti di fare in modo di non far degenerare la discussione, altrimenti verrà chiusa (come altre volte è successo) e non ho più la possibilità di discuterne di monete.......che è quello che più mi interessa. Ho preso la decisione di mettere TUTTO nero su bianco, così da rendere chiaro e visibile a tutti ciò che a molti sembrano ombre ........... quando avrò finito, ma ci vorrà del tempo (in considerazione anche del nuovo scritto di Perfetto) ringrazierò tutti per avermi sopportato e ci rivedremo, spero, in altre sedi.1 punto
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se me lo compra a 600 euro gli do il mio :D Il prezzo è fuori mercato senza ombra di dubbio, nemmeno un pazzo pagherebbe così tanto per una moneta comune che si trova facilmente in alta conservazione1 punto
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buonasera, per restare in tema Boccasile vi mostro la pagina centrale a colori della rivista TEMPO del 18-23 luglio 1942 dedicato ai cartelli di guerra, trasformati poi in formato cartolina. se interessano i testi posso fare scansioni migliori. grazie della compagnia1 punto
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Taglio: 20c Nazione: San Marino Anno: 2008 Tiratura: 1.168.360 Condizioni: BB Città: Palermo1 punto
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Salve, Ortona Napoli A marechiaro di musica dell'ortonese Francesco Paolo Tosti1 punto
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Per quanto riguarda il mondo greco rimando a questo bel video che ci mostra quanto sia difficile oggi arrivare a riprodurre certe azioni che neòl passato dovevano essere invece più scontate. http://www.1001images.com/filmogrf/MA10_frappermonnaie/frapper/monnaie.html1 punto
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Molti anni fa, nel 1992, la zecca di Varsavia portò un conio (dritto e rovescio a incastro) a Verona in occasione del convegno numismatico. Vi si ricavava un gettone, coniato a freddo, in una lega dal color giallo rossastro sul cui dritto era rappresentato il monogramma coronato di Stanislao Augusto e ai lati la data 17-66, anno di apertura della zecca di Varsavia. Sul retro il marchio della zecca, MW sovrapposte e la scritta POLONIA circondate dalla legenda 79a Manifestazione Numismatica Veronese. Lo coniava per gli avventori uno zecchiere con tanto di grembiule in pelle. Vi chiederete cosa c'entra tutto questo con la tecnica di coniazione dei longobardi. Forse niente, ma fu l'unica volta che coniai qualcosa a martello. Per una serie di coincidenze fortunate fui, infatti, invitato all'interno dello stand e mi fu proposto di coniarmi il mio gettone. Presi il tondello dallo scatolone, lo poggiai sul conio di incudine, ci misi sopra il conio di martello e ''bum'' diedi la martellata. Tolsi il conio, presi il gettone (non ricordo di aver fatto particolare fatica a staccarlo) e... ci rimasi male. Il dritto era venuto fuori perfetto, ma il rovescio era scivolato e le lettere su una parte del gettone erano illeggibili. Il mastro zecchiere scosse il capo e mi disse che avevo sbagliato il colpo e quindi la forza si era espansa lateralmente. Buttò il gettone tra gli scarti e mi invitò a riprovare. Rifeci tutta l'operazione, ma stavolta facendo attenzione al colpo di martello. Il risultato fu perfetto. Questo solo per dirVi che il momento della coniazione non era difficile, a maggior ragione con un metallo tenero come l'oro, La cosa difficile doveva essere la preparazione dei conii. Arka P.S. Mi è sempre dispiaciuto di non aver chiesto anche il gettone coniato male...1 punto
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Alcune mie cartoline :) La prima degli anni 30 (auto incollata sull'immagine con autista e passeggero senza piedi) La seconda azzurrina di fine anni '40 rimaneggiata un po' nella metà degli anni '50 (notare le barche ed i muri delle due case di fronte, sono stati tolti alcuni manifesti) Meravigliosi spaccati di vita dell'epoca.1 punto
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Tornano gli inglesi che, sotto forma di un goffo pupazzo tutto bianco, se ne vanno alla deriva in mezzo al mare, in precario equilibrio su un cappello a cilindro col disegno dell'Union Jack. Quando appare una nave all'orizzonte, il pupazzo sventola una bandierina a stelle e strisce per chiedere soccorso, ma sgrana tanto d'occhi nel rendersi conto che non di una nave americana si tratta, ma della nostra nave Roma Questa cartolina, nata con l'intenzione di ironizzare sugli angloamericani, diventa oggi per noi l'occasione di ricordare uno degli episodi più tristi della guerra. La corazzata Roma era l'orgoglio e il vanto della Marina da Guerra italiana. Costruita nei cantieri navali di Trieste, era stata consegnata il 14 giugno 1942, ma dopo un anno, durante il quale non aveva ancora preso parte ad azioni militari di rilievo, mentre era alla fonda nel porto di La Spezia, era stata danneggiata da un bombardamento aereo americano, e dopo le dovute riparazioni era tornata operativa soltanto il 13 agosto 1943. E ancora a La Spezia si trovava quando, meno di un mese dopo, in seguito all'armistizio, le veniva ordinato di raggiungere, insieme ad altre unità italiane, l'isola della Maddalena, così come concordato con gli Alleati. La squadra navale italiana, partita alle 3 del mattino del 9 settembre, veniva attaccata dodici ore dopo al largo dell'Asinara da uno stormo di bombardieri tedeschi dotati di speciali bombe radioguidate. Alle 16:11 la Roma, colpita, si capovolgeva, e spezzandosi in due tronconi, affondava, trascinando in fondo al mare la vita di 1.352 marinai prime vittime italiane per mano tedesca dopo la dichiarazione dell'armistizio. Dopo la guerra ci sono stati diversi tentativi di ritrovare il relitto, che è stato finalmente individuato il 28 giugno 2012 nel golfo dell'Asinara, a 1.000 m di profondità e a circa 16 miglia dalla costa sarda. Ma la Marina Militare, che pure ha dato il benestare e fornito appoggio al raggiungimento dell'obiettivo del ritrovamento, non ha fatto altrettanto nel dare via libera al recupero del relitto perché, come ha spiegato l'ex capo di stato maggiore della Marina Paolo La Rosa, lo considera un cimitero da non profanare petronius1 punto
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...e quello giapponese Più facile sicuramente convincere gli italiani della bontà dell'alleanza coi giapponesi, un popolo lontano e di fatto sconosciuto, col quale non siamo mai stati direttamente a contatto durante la guerra, e che per questo manteneva una certa aura di esotismo, sentimento che sempre ha fatto breccia nel cuore degli italiani. Esotismo mostrato anche in questa famosa cartolina, dove per celebrare l'entrata in guerra del Giappone viene scomodato non un semplice soldato in divisa, ma nientemeno che un gigantesco samurai, che assurge a simbolo della potenza guerriera del Sol Levante. Gli basta infatti una spada per distruggere l'intera flotta americana, ma questo è sicuramente dovuto anche al fatto che alle sue spalle sventola non solo la bandiera del Giappone, ma anche quelle dei suoi alleati nel Patto Tripartito, l'Italia fascista e la Germania nazista. Questa cartolina, come quella del post precedente e del prossimo (e di molti altri che seguiranno) è opera di quel Gino Boccasile che, a prescindere dalle idee politiche, va considerato il più grande illustratore italiano di sempre, e alla cui figura dedicherò un doveroso approfondimento. petronius1 punto
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È scritto o no da qualche parte che a Lanciano si battevano monete senza sigle? Non ha risposto a questa mia domanda..finché non mi fa vedere un documento che lo attesta a mio parere le sue sono solo ipotesi1 punto
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Ho seguito l'interessante dibattito e vorrei spezzare piu' di una lancia a difesa dei "vituperati" follari, o bronzi, emessi a Salerno dai Normanni. Sono monete, almeno per me, di alto fascino e credo che se ammirate nella giusta gradazione di conservazione e patina non sfigurino affatto rispetto ai fratelli di metallo piu' pregiato. Anzi, aggiungerei, che le rappresentazioni che troviamo nel bronzo sono molto piu' variate e interessanti dei modelli piu' conformi dell'oro e dell'argento. Un cordiale saluto, numa numa1 punto
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