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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/06/14 in tutte le aree
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Ora che si è formalizzata la nuova sezione di Venezia ed immagino la moneta veneta in generale possiamo finalmente dividere il forum in due. Le zecche importanti per interesse storico e collezionistico: moneta pontificia, sabauda, dei regni di Napoli e di Sicilia, e la tanto agognata nuova sezione di Venezia da una parte; la moneta locale, di poco conto, di nessun interesse storico ed artistico, di alcuna valenza commerciale, nociva al punto da non poter essere mischiata al resto delle zecche di prima categoria. Parliamo di zecche ridicole, zecche locali; hanno coniato, si, ma con diffusione limitata della propria moneta non riconosciuta come un mezzo di pagamento interstatale o nazionale. Poiché queste sono le idee del forum, mi attengo alla separazione drastica in zecche di primaria importanza ed il resto. Mi pare, ripeto, mi pare che il fiorino fosse accettato in pagamento in tutta l’Europa commerciale, al punto di trovarlo in ripostigli in ogni dove; mi pare che banchieri lombardi, genovesi e fiorentini avessero uffici di accreditamento anche a nord del Reno. Certamente mi sbaglio perché se di moneta locale si tratta ciò, non può essere possibile. E sono certamente in errore nel credere che convenzionalmente la moneta principe in argento: il “testone”, si è finalizzato e divulgato da una zecca locale e marginale … pare sia Milano, un paese poco più di sobborgo cittadino tra Torino e Venezia. Il detto: “L'oro nasce in America, muore a Siviglia e viene seppellito a Genova” è privo di ogni fondamento, quindi le banche di riferimento che stavano giusto davanti alla Lanterna devono essere un errore storico. Mi si farà notare che le zecche di prima categoria hanno storia secolare e mai si sono piegate al dominio dello straniero. A Napoli e Sicilia spagnoli e francesi ci sono stati a lungo ed assai comodi; Venezia dal 1797 ha battuto moneta solo conto terzi (ad eccezione della Repubblica del ’48). Questo potrebbe essere vero per le pontificie e sabaude, ci si dimentica il periodo napoleonico dove il tutto era annesso o conglobato; storicamente e per studio della numismatica non vedo quale sia lo svantaggio o la vergogna ad aver coniato per lo “straniero” dato che oggi giorno siamo nella medesima situazione. Sono per la strenua difesa della “zecca locale”, della zecca che non ha sezione autonoma, dove chi entra legge di tutto ed impara di tutto, ma soprattutto scrive di tutto. Zecche senza arte ne parte di: Milano, Retegno, Mantova, Bozzolo, Castiglione, Ferrara, Modena, Mirandola, Reggio, Parma, Piacenza, Genova, Monaco, Massa, Firenze, Lucca, Pisa, Siena, Pesaro, Urbino etc. etc. non vi abbandonerò ! Non mi lascerò tentare dalle zecche di prima categoria con una bella sezione tutta loro, dove tutto è ordinato, i giuli con i giuli, le piastre con le piastre, gli zecchini con gli zecchini, io starò con voi finche nummo non mi separi. Sarò avido di conoscere il percorso di una trillina e dei suoi simili in altra zecca locale; conoscere gli spostamenti di grandi incisori di zecche locali… che so... tale Pastorino, un Leone Leoni, un Gaspare Mola … come si chiama quello mezzo matto che non mi viene mai in mente … ah Cellini, ... Benvenuto Cellini, un cesellatore semi sconosciuto dicono abbia fatto delle gran belle monete in zecche locali. Oppure la meravigliosa storia di un testone di Genova che diventa “stellino” a Firenze (tra zecche locali è autorizzato il contagio). Spero solo non ci saranno altri moti sussultori, ondulatori e scissionisti, in fondo le zecche locali di Milano, Genova e Firenze hanno generato in un anno solo 100 discussioni, abbastanza da aprire un paio di sezioni, ma perderebbero di interesse se separate dal contesto che le ha generate. Bene sapete dove sarà facile trovarmi: zecca locale; una moneta, una storia. posto la prima moneta locale, senza arte ne parte. chissà ... forse @@magdi ha voglia di spenderci due secondi, o @R.E.IN.SENA o chiunque altro ... altrimenti lo farò io.11 punti
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Innanzitutto ho capito che la Giovanna è quella che conosco io. Un abbraccio. Prima di tutto un associato Nip è un commerciante e vive del commercio delle monete, purtroppo è un dato di fatto. Quindi è lì per vendere, ha affrontato delle spese per esserci e quindi si auspicherebbe che il bilancio avesse il segno più, non c'è qualcun altro che a fine mese gli dà uno stipendio. Detto questo io non mi sono mai rifiutato di fare due chiacchiere anche se gli argomenti sollevati da favaldar non sono di facile soluzione. Stilare una classifica dei periti lo trovo un po' pericoloso, secondo me il successo di un perito lo stabilisce il mercato. Gradi di conservazione: su questo terreno facciamo fatica ad avere un metro di giudizio comune, purtroppo quando c'è di mezzo l'uomo e quindi l'elemento soggettivo con tutte le varie sfaccettature non si potrà mai avere uniformità di giudizio. Anche qua, secondo me il successo lo stabilisce il mercato e quindi la clientela. Sugli aspetti relativi al contatto con la clientela, io sono a disposizione. Ma anche io, come i miei colleghi, sono, in primis, un commerciante, e quindi vivo di monete. Non vorrei essere crudo o secco in questa disamina ma è meglio non girarci tanto attorno.3 punti
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Eee che ci vuole....sapevo di averla già vista.... Si tratta di una muraiola di Ferrara per Ercole II d'Este. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FEERES/3 ciao Mario3 punti
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Ad averceli 100 euro da spendere solo per investimento :pardon: per quanto mi riguarda il discorso è inverso,finchè non faccio un affare sono bloccato per mancanza di fondi!!! Ne ho viste di monete che vorrei comprerei ad occhi chiusi ... Per ora studio e cerco di accrescere la mia capacità visiva/valutativa,in modo da diventare autonomo un giorno :good: ed è il miglior investimento per me ...3 punti
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e per finire................... :yahoo: :yahoo: :yahoo: Taglio: 1 euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 472.500 Condizione: B Città: Milano3 punti
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Ciao a tutti, amici Lamonetiani, a 7 anni dalla ricerca che feci sull'origine dei formati delle monete della zona euro (http://www.lamoneta....le-euro-monete/) vorrei condividere con voi questa immagine, frutto del mio interesse per le monete che l'Euro sta via via consegnando alla storia passata. Come noterete sono in ordine alfabetico/temporale. Quelle entrate insieme sono in ordine alfabetico e poi via via sono in ordine temporale. Si può notare come la moneta più antica circolante in Europa, tra quelle entrate nella zona euro, fosse il Gulden Olandese. La seguiva, come anzianità il Franco Francese, figlio della Rivoluzione Francese. A seguito del periodo Napoleonico, intorno alla metà del XIX secolo, con alterne vicende, presero vita il Franco Lussemburghese, il Franco Monegasco, il Franco Belga, la Lira Sammarinese, la Lira Italiana, il Marco Finlandese, la Peseta Spagnola e la Dracma Greca. Tutte ufficialmente o ufficiosamente entrate nell'enorme elenco delle monete che aderirono all'Unione Monetaria Latina (ripeto ufficialmente o unilateralmente, guardate qui: http://www.unionlati...l_countries.php) Germania (Marco Tedesco) ed Italia inoltre, adottarono le loro monete anche a seguito della loro unificazione nazionale. San Marino ed il Principato di Monaco, a seguito di accordi bilaterali con Italia e Francia. La Lira Cipriota (o Sterlina Cipriota) invece fu introdotta, nella II metà dell'800 dagli inglesi (a parità con la Sterlina Britannica), e conservata dai ciprioti, anche dopo l'indipendenza raggiunta nel 1960. Tra quelle rappresentate nell'immagine, è l'unica, che forse ha circolato poco o nulla in forma di moneta, poichè circolava la banconota da 1 lira, e si producevano monete in grossi quantitativi per la circolazione, fino ai 50 centesimi di Lira. Altre monete europee, apparverò sul palcoscenico della storia, nella prima metà del '900. La Sterlina Irlandese, a seguito dell'indipendenza dalla Gran Bretagna, la Lira Vaticana a seguito dei Patti Lateranensi e lo Scellino Austriaco a seguito della I Guerra Mondiale e dello scioglimento dell'Impero Austro Ungarico. L'Escudo Portoghese nacque a seguito della rivoluzione del 1910, sostituendo il Reale. All'indipendenza dalla Gran Bretagna, risale la nascita della Lira Maltese nella II metà nel '900. Hanno avuto due periodi di vita invece la Corona Estone ed il Lats Lettone, a causa dell'indipendenza raggiunta dai due paesi tra le due guerre, persa sotto l'URSS (in cui fu adottato il Rublo) e riacquistata dopo la caduta del Muro di Berlino. A ben pensarci, anche l'URSS fu una sorta di Unione Monetaria, seppur con un sistema economico e politico diverso. Nacquero invece, ex novo, sempre a seguito della Caduta del Muro di Berlino, il Tallero Sloveno e la Corona Slovacca. Ora tutte queste monete sono passate alla storia. Se l'euro vivrà in eterno non le rivedremo più. Ma la storia ci insegna che le unioni monetarie, nascono, muoiono, si evolvono, dunque, chissà cosa accadrà nei prossimi decenni. C'è da sottolineare che manca Andorra. Essa infatti non ha mai battuto una propria moneta circolante o a valore legale, usando prima la Peseta Spagnola ed il Franco Francese e dopo l'Euro. Ha coniato dal 1982 un Dinaro senza corso legale, ma solo per i collezionisti, ma...onestamente, per quanto avrei desiderato che Andorra avesse posseduto una moneta per Euro, non credo che vada affiancato a questa immagine, ma naturalmente, chi vuole, può farlo...;-) Certo, rimane come curiosità numismatica, notare come su questo sito (http://www.unionlati...l_countries.php) compare un 10 centesimi di Andorra (http://www.unionlati...ndorre&METAL=cu) che però non capisco, se sia mai esistito, se abbia mai circolato e soprattutto, rappresentava 10 centesimi di quale unità monetaria? :pardon: Spero abbiate gradito la mia ricerca, che ho cercato di sintetizzarvi in questo articolo. Talleroe P.S. Le monete sono in scala tra loro. Non al millimetro, ma scalate ad occhio, una volta letti i loro diametri. Dunque l'errore, se esiste sarà minimo. C'è da dire, come curiosità, che la Sterlina Irlandese, Lira Cipriota e la Lira Maltese mostravano anche fisicamente di valere più dell'euro (al cambio), mentre il Lats Lettone, può trarre in inganno, ma anche quest'ultima unità monetaria ha un cambio favorevole con l'euro. P.S. 2 Va aggiunto a quanto su scritto e si nota dalle immagini (avendo stesse dimensioni, peso e materiale), che prima dell'introduzione dell'euro, vi erano già 3 "mini unioni monetarie": 1) Lira italiana + Lira Sammarinese + Lira Vaticana 2) Franco Francese + Franco Monegasco 3) Franco Belga + Franco Lussemburghese P.S. 3 Ho inserito questa ricerca sia qui che in "Altre discussioni relative alle monete in euro" perchè credo sia attinente ad entrambe le sezioni. No?2 punti
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Complimenti al vincitore, a tutti coloro che hanno postato monete, a tutti coloro che le hanno osservate, apprezzate, e votate, magari uscendo una volta tanto dai propri interessi "settoriali", ed infine complimenti agli organizzatori di un evento tanto importante ma nello stesso tempo complesso e faticoso nella gestione. Ho partecipato al concorso senza alcuna velleità "agonistica", ma nello spirito di dare, per quanto nelle mie modeste possibilità, un contributo per tappare qualche buco, e con l'obiettivo di solleticare la curiosità su monetazioni non molto frequentate ma cionondimeno interessanti. Un pezzo rarissimo (il secondo esemplare conosciuto) di conservazione eccelsa, il cui valore di mercato si attesta nell'ordine delle migliaia di euro. Un secondo, decisamente più comune, per quanto di buona conversazione e di un periodo "intrigante", che non credo di aver pagato piu' di 15 euro. Il primo é uscito alle eliminatorie, il secondo é (non ho seguito passo passo il concorso ed ero incredulo quando me ne sono reso conto) addirittura arrivato in finale! E la cosa non mi ha affatto scandalizzato, al contrario, mi ha fatto estremamente piacere. Ecco, credo che una forza del concorso sia anche questa: osservare le monete, cercare di capirle, di apprezzarle, al di là del valore commerciale delle stesse, come oggetti in sé, oggetti vettori di storia, di conoscenze. Penso che questo dovrebbe essere lo spirito di tutti coloro che si accostano alla numismatica. Ancora complimenti a TUTTI.2 punti
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Già ... Adolfos chissà che significato ha, deve essere una cosa da zecche locali perchè anche a 500 km di distanza le troviamo: forse ci può aiutare a trovarne il significato.2 punti
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Alessandro 72, è come dici tu stesso "bisogna contare solo sulle proprie sensazioni ed il personale bagaglio". Quindi, per logica conseguenza il bagaglio (come quando si parte per un viaggio) te lo devi fare tu; non possono fartelo gli altri. ;) Ciò significa : leggere , documentarsi , vedere e maneggiare tante monete, il più possibile , senza necessariamente comprare. Vedrai che col tempo e passione, ti farai una bel bagaglio pesante :rolleyes: saluti2 punti
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I libri...i libri..i libri insieme alle riviste di numismatica ed ai cataloghi d'asta(non bisogna mai sottovalutare i cataloghi d'asta:servono per conoscere le varianti,per le rarità effettive,per imparare gli stati di conservazione e per le classificazioni)2 punti
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Bravo Magdi hai individuato la domanda giusta ! Osservate bene lo stile della medaglia e confrontatela con i bellissi testoni e soldo postati sopra e non e'facile scorgere importanti differenze La medaglia (questa almeno) e. ' decisamente cosa tarda, post rinascimentale con contorni pastosi e confusi ( sembrerebbe fusa) rispetto allo stile netto e puro dei ritratti dei testoni Infine un punto , essenziale, non menzionato nelle note di dettaglio sopra. Ludovico fu il primo sovrano frAncese a introdurre il ritratto sulle monete. Fino ad allorA le monete francesi(dopo i merovingi e le rarissime eccezioni carolingie) non avevano piu' introdotto ritratti. Ludovico venne sconvolto dalla bellezza dei ritratti del Moro nella milano appena conquistata e fa apporre il suo ritratto su alcuni testoni e mezzi testomi, rarissimi, battuti a parigi e lione. Il suo successore Francesco I dara' la stura ad una serie amplissima di ritratti , con alterne fortune stilistiche, mel corso del suo lunghissimo regno e per moltissime zecche compresa, per l'italia, anche Torino , per alcuni (itsliani indubbiamente :)) il testone dallo stile piu' bello del sovrano d'Oltralpe.2 punti
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Ciao, le foto non sono buonissime e il dritto è molto corroso. Da quel che è visibile dalla prima foto, la moneta dovrebbe essere un kardez di Hetoum II ( Aitone II), Regno di Cilicia. Hello, the pictures are not very good and the obverse is very corroded. From what is visible from the first photo, the coin should be a kardez of Hetoum II, Kingdom of Cilicia. https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=225677 https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=253452 punti
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Per anaerobico ho specificato appunto una giacitura in torbiere o fanghi in cui, al momento dell'interro, l'ossigeno era già sparito in toto o quasi da qualche migliaio o milione di anni...la situazione che descrive lei è quella tipica delle monete riposte in vaso ( quelle più centrali) che si trovano ad essere isolate dall'ambiente dalla capsula creata dalle monete esterne concrezionatesi e patinatesi, che fanno da sigillante all'ingresso di ulteriore ossigeno, oppure monete lasciate in tombe o vasi di consacrazione della fondazione di un edificio...li, si che l'ossigeno presente viene a poco a poco consumato anche dalle stesse reazioni di patinatura parziale ( osidazione) o da microbi e microorganismi.......poi se vuole continuare a sostenere che in ambiente anaerobico si formi una patina che non sia quella che la moneta aveva già al momento dello smarrimento...prego, faccia pure....però occhio che son lisci lisci, eh!2 punti
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Taglio: 2 euro Nazione: Germania G Anno: 2005 Tiratura: solo in divisionale Condizione: BB Città: Milano2 punti
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Taglio: 1 euro Nazione: Germania D Anno: 2008 Tiratura: solo in divisionale Condizione: BB+ Città: Milano2 punti
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Taglio: 1 euro Nazione: Olanda Anno: 2007 Tiratura: 100.000 Condizione: B- (peccato) Città: Milano2 punti
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Le monete fanno sognare, emozionare....quante volte è stato detto, quante volte si dirà ancora....almeno lo spero.... Una delle monete che ritengo più affascinanti di Milano è il testone di Ludovico XII d' Orleans ( 1500 - 1512 ) ; Ludovico, Re di Francia diventa Duca di Milano nel 1500, quando catturato dal Trivulzio Ludovico il Moro, può entrare in Milano col suo esercito. Entriamo per Milano nel periodo della dominazione francese e degli ultimi Sforza, la monetazione segue la tipologia sforzesca per esempio con i testoni, anche se Ludovico d'Orleans qualche cambiamento nell'iconografia monetale lo farà. La moneta è di quelle che ti colpiscono subito, lo sguardo arriva subito al ritratto del Duca, Ludovico si fa ritrarre dall'incisore con una lunga capigliatura, il profilo volitivo, deciso, il naso pronunciato e poi....e poi c'è quel berretto che per me è dei sogni....se voleva colpire Ludovico fa centro subito, l'effetto è forte, il ritratto realistico, entriamo già nella grande ritrattistica che sarà una prerogativa rinascimentale, ma quello che colpisce di più è sicuramente il look, lo chiamerei proprio così del Duca. Il berretto invade il campo del diritto , sovrasta anche il busto, ma rivedendolo il berretto va oltre il look, diventa nel contempo biglietto da visita, logo, ricordo e monito dell'identità. Sul berretto ma anche sul petto, troviamo i gigli, precisi, evidenti, la provenienza francese è lì, messa con stile su un berretto, ma c'è...., col berretto si fa passare anche questo, la provenienza francese e i suoi simboli. Su questa moneta si può dire molto, anche il rovescio è fantastico col Sant'Ambrogio a cavallo al galoppo e sempre in basso lo scudo di Francia, per il momento mi fermo qui e mi riprometto di ritornarci con voi, dopo magari un commento vostro, il testone che posto è di eccellenza in tutti i sensi è di Lanz 145, 05 - 01 - 2009, lotto 220, per aprire ci voleva un pezzo così, per continuare vedremo, cercherò di raccontare anche qualcosa che mi lega a una moneta così...., ma certamente una moneta come questa può far sognare chiunque volesse approcciare la numismatica, la serie dei testoni milanesi è fantastica per collezione e studio, siamo nella serie delle grandi monete, dei grandi ritratti di grandi personaggi....a voi, giusto per iniziare.....1 punto
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certo che c'è , è una discussione apposita la trovi sotto le discussioni importanti nell'altra sottosezione Euro http://www.lamoneta.it/topic/86749-indice-di-sezione-topic-importanti/1 punto
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Doppia di Pio VII A.XVII zecca di Bologna, proviene da gioiello, diametro 22 mm, peso 5,17, il bordo non presenta limature, nè la moneta mi pare una riproduzione pacchiana,è coniata e ha circolato, il titolo dell'oro corrisponde. Cosa ne pensate?1 punto
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Ma come siete permalosi... :rolleyes: Comunque se @@picchio ad ogni discussione diciamo ''particolare'' tira fuori monete di questo calibro, ne preparo subito un'altra... :D Ho già spiegato in altra sede che lo scopo ha prevalso sulla lucidità di giudizio sia storico che numismatico. Scopo che aveva una sua logica che continuo a sostenere. Con alcune correzioni viste le giuste critiche. Amo indistintamente varie zecche. Fra queste ci sono Aquileia, Trieste, Gorizia (Lienz), Latisana (una sola moneta), Vicenza, Verona, Padova, Treviso, Trento, Merano, Bressanone. Mantova, Ferrara, Cremona, Parma, Modena, Piacenza, Brescia, Bergamo, Como, Bologna ci sono pure. Roma, Milano e Ravenna poi sono qualcosa di più. Una delle mie passioni più forti è il basso impero e queste insieme ad Aquileia fanno parte di me. Poi Siracusa, Napoli, Roma e Ravenna perchè sono zecche Bizantine. Alcune perchè sono ostrogote. Infine Benevento, Lucca, Pavia, Castelseprio, Novate, Pombia, Brescia, Milano, Piacenza, Reggio, Treviso, Vercelli e Vicenza sono pezzi di cuore in quanto longobarde. Con questo messaggio volevo solo dirVi che non Vi libererete di me... :pardon: Arka1 punto
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Non credo sia questa la sezione giusta dove scrivere un messaggio privato. Mawmaw ha più volte scritto il suo indirizzo di posta elettronica. Contattalo direttamente li. Mirko1 punto
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Le monete in cuoio sono state "coniate"...io direi "impresse" in varie occasioni, soprattutto nel settore delle ossidionali, posto alcuni contributi: De Luca, F., Monete di cuoio, in «Il Gazzettino Numismatico», 1973, n. 6, p. 97. Gioppi Di Türckheim, L., Un capitolo della storia delle monete. Monete di cuoio, di piombo, ferro, ecc. in «Italia numismatica», 1950, n. 6, pp. 44-45; n. 10, pp. 69-71. Dalla Corte, G., L’istoria di Verona nella quale non solo si contengono le cose pertinenti alla detta città….(Monete ossidionali in cuoio per Faenza del 1240). Verona 1594, vol. 1, pp. 416-417. Traina, M., Monete di cuoio, in «Soldi», 10. 1969, pp. 13-17.1 punto
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Ciao sulle monete di fantasia come quelle micronazionali oppure emissioni locali si fa tanta confusione che spesso si vedono delle cose che non sono ne carne ne pesce come le sedicenti monete delle Galapagos e di altri territori ove la sovrànità di una nazione è certa o presunta si insinua il dubbio e quindi i furbi che ne appprofittano . Ti inserisco un link che parla della questione. http://clubfilatelicoguayaquil.blogspot.it/2011/06/monedas-y-billetes-falsos-de-las-islas.html1 punto
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Via Nardones 55... tramite google maps il portone centrale grande è stata la sede1 punto
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Proveniente da gioiello ... i segni al rovescio sono quelli di una spilla? Se così fosse in fase di rimozione del fermaglio è possibile che sia stato asportata qualche minuscola frazione di metallo appartenente alla moneta. Comunque si tratta di una differenza in peso del 5% circa, non nella tolleranza teorica ma sarei curioso di verificarla praticamente in un congruo numero di esemplari. Per quanto riguarda il diametro, se la moneta non è stata cerchiata nel montarla (e la perlinatura evanescente sul bordo potrebbe farlo sospettare) e dunque "costretta" entro la montatura (purtroppo la foto, per quanto ben fatta, non è tridimensionale) non mi sembra causa l'epoca e la zecca che sia un dato particolarmente significativo. Bologna era rimasta inattiva per un paio d'anni dopo la caduta di Napoleone, e la produzione di coni interna alla zecca era già stata interrotta con l'invasione napoleonica. Dunque una "faticosa" ripresa! Comunque non preoccuparti. La moneta è indubbiamente autentica!1 punto
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Complimenti sinceri a tutti i partecipanti ed in particolare a Fabione per l'ottima iniziativa e ovviamente a Luca per la bella vittoria. Bellissima la dedica alla mamma da parte di Fabione!1 punto
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Date le condizioni della moneta non ne ho la certezza assoluta, ma da quello che rimane della legenda al dritto dovrebbe essere riferibile al III consolato, quindi penso si tratti del Ric II 563a databile al 119-122 d.C., la differenza con il 563b sta nel tipo di busto, nel tuo esemplare è "testa laureata a dx" tipo a, l'esempio che ti ha fatto vedere @@eliodoro si differenzia dal tuo per il drappeggio sulla spalla sx di Adriano, busto tipo b. Il RIC non fa nessuna distinzione per la differente spezzatura della legenda ...ANVSH-AD... oppure ...ANVS-HAD...1 punto
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Guardi, avevo inteso chiaramente... generalmente ai convegni numismatici si discute di monete non di pallone o politica1 punto
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vabbé pero' la corona non vale... è concorrenza sleale ;) al Sud i berretti erano poco usati, o corona o nulla! restiamo sul berretto come suggerito da Mario, siamo ben lungi dall'aver esaurito la serie... che dicono i nostri amici Savoiardi... eh si che ne avrebbero di cose da dire :P1 punto
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A Napoli, invece del berretto, usavano la corona (si sa, i re...), come vedete dall'esemplare del carlino di Federico III° di cui allego le immagini. Mi perdonerete per la brutta scansione, la moneta è altrimenti molto gradevole.1 punto
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Per carità..:! basta spirito...ché da queste parti di spirito e spiritosi ce n'è in abbondanza...!..casomai manca qualcos'altro...1 punto
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Facendo caso all'invito di Druso Galerio, fatto proprio anche da Acraf e Numa Numa, restituisco la parola a Creusa affinché ci racconti come si concluse l'incontro dei due delegati romani con la corte di Genserico. “Restati soli, il mio nobile signore Genserico si rivolse alla sua ridotta corte. Un’offerta inattesa, disse, venimmo da Cartagine per razziare la costa latina e così umiliare e castigare i romani e vendicare l’uccisione dell’imperatore Valentiniano, al quale mi lega un patto d’amicizia che io rispettai in ogni suo aspetto ma che lui non onorò con altrettanto scrupolo, ed ecco che ci viene offerta addirittura la resa di Roma, senza neppure combattere! Ma che valore può avere la parola di un vescovo eretico?, gli risposte un principe asdingo, forse che Leone può impegnarsi in nome di Roma? E Genserico gli ribattè: e noi, abbiamo davvero le forze necessarie per assediare Roma ed espugnarla con le armi? Per assediarla per breve tempo forse sì, ma se l’assedio si prolungasse, dovremmo destinare parte dei nostri combattenti a procurare i necessari rifornimenti per l’esercito, e allora non riusciremmo a mantenere assediata la città; sono troppo estese le sue mura. Né tanto meno potremmo espugnarla con le armi... gli rispose un condottiero alano. Dunque, riprese Genserico, anche se ci viene offerta da un vescovo eretico, quanto ci propone è un dono tanto straordinario quanto inatteso. Roma è nel caos, Ricimero e Maggioriano sono lontani e, per quanto ci è stato detto dai prigionieri, più impegnati a competere tra loro per il titolo di patricius che a socorrere la capitale, e le forze stesse presenti nella città, che pure potrebbero essere troppe per il nostro esercito, sono allo sbando, senza duci e senza direttive: Roma è diventata una preda inattesa, ma alla portata delle nostre mani. L’offerta di Leone va colta, ma è necessario che sia sottoscritta da coloro che hanno l’autorità di sottoscrivere una resa. Chi se l’usurpatore Petronio Massimo è stato ucciso dai suoi stessi concittadini?, domandò Unerico. Forse che quel bamboccio del figlio suo, Palladio o come altro si chiama, onora il suo usurpato titolo di Cesare? ha preso il comando della città? Ascoltami, Unerico: l’augusta Licinia Eudossia mi ha scritto e io devo rispondere al suo messaggio. Cosa ne pensi, cosa ne pensate voi tutti, se facessi mia la proposta del vescovo Leone e le offrissi quelle stesse condizioni di resa? Che sia lei stessa a individuare quali funzionari restano nella città che abbiano l’autorità necessaria di sottoscrivere queste condizioni. Noi non abbiamo le forze sufficienti per conquistare Roma: è la loro vigliaccheria che la stà deponendo nelle nostre stesse mani, dandoci il più grandioso di tutti i bottini. Siamo venuti a razziare i polli e torneremo a Cartagine con tutti i nostri navigli carichi d’oro! Non possiamo disperdere questa opportunità. Quindi faremo nostra la proposta del vescovo Leone e così risponderò al messaggio dell’augusta Licinia Eudossia. Restiamo a vedere cosa farà lei, che intanto altra cosa non possiamo farla. Siete tuti d’accordo? Nessuno mostrò di dissentire dalle parole del mio sovrano. Egli, allora, mi fece un cenno e io rimpii i boccali di tutti i presenti con una spumeggiante birra”.1 punto
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Un metodo concreto ed efficace ci sarebbe, senza troppi giri di parole: comprati uno smartphone in grado di fare buone foto, e quando hai qualche dubbio sulla conservazione o altro cerca di fotografarle ed inviale tramite Whattsapp o Line o Viber o via e-mail al tuo amico di fiducia, oramai il 70% dei numismatici sono attrezzati con uno smartphone o iphone o altra diavoleria tecnologica, il sottoscritto è anch'esso attrezzato con un umile smartphone pagato 200 euro e non puoi immaginare che comodità ....... considera che fino a tre mesi fà avevo un cellulare che a mala pena inviava sms. Se fai come ti ho scritto avrai in tempo reale una risposta. Per il resto è l'esperienza che forma un numismatico, e poi ricorda .......... i libri e le riviste sono le armi di un numismatico, se si vuol risparmiare su quelle è come affrontare carri armati in battaglia armandosi di arco e frecce. ;) Per il resto siamo qui, in questi anni grazie al confronto tramite il nostro forum abbiamo dispensato gratuitamente migliaia di consigli e opinioni a giovanissimi, giovani e meno giovani ......... :good:1 punto
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La zona è importante però fino a un certo punto, te lo dico perché sono anch'io di Milano ma monete così non mi sono mai lontanamente capitate, anzi pensa che la più rara che mi è capitata tra le mani (50cent San Marino 2006) non l'ho trovata qui ma in un paesino di 1.000 abitanti sperduto sulle montagne. Conta sicuramente la buona sorte ma in questi casi direi anche la bravura, perché se ogni settimana si passano al setaccio centinaia e centinaia di monete, è giusto che poi la fortuna ti premi. ;)1 punto
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Scrivi a Reficul chiedendogli di assegnarteli, anche a me ne manca uno, ma in fin dei conti non sono così importanti. Ciao1 punto
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Buon sesterzio per me, con ritratto interessante. Ha qualche buchetto ed è stato pulito forse con poca perizia, un po' energicamente sui fondi. Tutto sommato 300 euro li vale tutti, sembra avere buona patina. Il venditore dice di spedire solo in Francia.1 punto
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Taglio: 1 euro Nazione: Germania J Anno: 2007 Tiratura: solo in divisionale Condizione: BB++ Città: Milano1 punto
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Un berretto abbiamo visto può essere tanto, può essere look, biglietto da visita, logo, può essere altro col " a pan di zucchero ", qui entriamo nell'eccellenza dell'iconografia monetaria in genere e milanese in particolare. Il berretto" a pan di zucchero " è il copricapo di un giovanissimo Gian Galeazzo Maria Sforza ( 1476 - 1494 ), è un doppio ducato, moneta in oro, è una emissione sprovvista del nome dei tutori e quindi dovrebbe essere antecedente alle emissioni di Bona di Savoia. E allora questo copricapo serve per rappresentare e far capire che siamo di fronte a un adolescente, a un giovane, il berretto di questo tipo amplifica cosa le leggende non dicono e in un certo qual senso ci indica la cronologia. E' evidente il progetto molto strutturato e studiato di questa moneta, d'altronde è il periodo in cui grandi maestri influenzano la monetazione milanese. Doppio ducato - Gian Galeazzo Maria Sforza ( 1476 - 1494 ), Milano D/ ( testina di Sant'Ambrogio ) IO G3 M SF VICECOS DVX MLI SX , busto di Gian Galeazzo Maria Sforza col caratteristico berretto " a pan di zucchero " R/ + PP ANGLE Q3 COS 7C, stemma inquartato con l'aquila imperiale e la biscia sormontato da due elmi coronati con cimiero Rif. : Crippa 1, MIR 215/1, CI 4 - 13 Da Asta NAC 76, 10 - 12 - 2013, lotto 124 Pezzo tra l'altro con una conservazione eccezionale, ritenuto R/2 da Crippa1 punto
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@@Reficul Ciao Gabriele, in effetti a prima vista sembrerebbe una discussione da spostare nella sezione bottoni, però se mi presti qualche minuto di attenzione e leggi i vari post di questa discussione (soprattutto quelli iniziali) comprenderai il motivo di carattere numismatico che mi ha spinto a tenerla in questa sezione. Il collegamento e il nesso tra bottoni e numismatica sembrerebbe un argomento INEDITO, in questa sede stiamo approfondendo per la prima volta nella storia alcuni aspetti che mettono in diretta comunicazione queste due tipologie. Devi sapere che a Napoli avevano sede alcune importanti officine per la fabbricazione di bottoni attrezzate con bilancieri molto simili a quelli della regia zecca utilizzati per battere monete e medaglie. Il re delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone teneva sotto costante controllo i titolari di queste officine per mezzo dei suoi organi di polizia (questo per ovvi motivi, sai ........ con simili bilancieri a disposizione non era impossibile battere moneta). Intorno al 1830 vi fu a Napoli un certo Lorenzo Taglioni, titolare dell'omonima officina che venne autorizzato dal re a produrre/coniare una serie di medaglie degli uomini illustri dell'Italia meridionale, il re accordò tra gli anni 1830 e 1834 tale emissione http://www.ilportaledelsud.org/medagliere_di_rauso_1.htm , in questa discussione potrai leggere quasi tutto su queste splendide medaglie http://www.lamoneta.it/topic/63589-la-serie-di-medaglie-borboniche-degli-uomini-illustri-delle-due-sicilie/?hl=%2Bmedaglie+%2Buomini+%2Billustri . Le medaglie che oggi tutti conosciamo sono opera degli incisori della zecca di Napoli Vincenzo Catenacci, Achille Arnaud e Luigi Arnaud ma la coniazione ebbe luogo materialmente con i macchinari del Taglioni utilizzando i conii incisi nel gabinetto d'incisione adiacente alla zecca. Di seguito alcune immagini delle suddette medaglie, le firme che si leggono al dritto e al rovescio citano Catenacci e gli Arnaud come incisori, e Lorenzo Taglioni come coniatore, cioè colui che battè i tondelli. Il sottoscritto si è svenato di recente per l'acquisto di alcuni bottoni appartenuti ad abiti di membri della famiglia reale (vedi immagini), al dritto troviamo i tre gigli borbonici, considera che questi era il simbolo della Real Casa di Borbone, mentre sugli abiti di nobili troviamo in genere bottoni con le armi della loro famiglia (vedi anche immagine di bottone del Taglioni con le armi della famiglia Medici Ottajano http://www.ilportaledelsud.org/cognomi_m2.htm ), i bottoni che vedi allegati sono di pregevole fattura e sono battuti su tondello in bronzo dorato al mercurio, sul retro si legge il nome del Taglioni con accanto i gigli borbonici, grazie a questa chicca ho potuto scoprire addirittura il luogo preciso del centro storico di Napoli dove c'era l'attività del Taglioni, Napoli, via Nardones, 55 (dietro al bottone troviamo scritto "strada Nardones 55"), si tratta di una stradina adiacente alla via Monte di Dio, località alle spalle della piazza del Plebiscito. Mi sono ripromesso di andare a fotografare quei luoghi per scoprire qualcosa, non si sa mai. Ma il bello di questa discussione è che sono emersi altri nomi di fabbricanti di bottoni che coniavano medaglie a Napoli già durante il regno di Ferdinando II di Borbone (un'attività durata fino agli inizi del '900). Grazie anche alle medaglie riportate in questa discussione http://www.lamoneta.it/topic/93306-medaglie-religiose-borboniche-e-napoletane/page-1 stanno venendo fuori molte informazioni su coniazioni devozionali del periodo 1850-1910 che riportano le firme di DE GREGORIO, OLIVIERI ed altre novità che sto approfondendo in maniera incessante, addirittura medaglie di Pio IX! @@fabio22 @@renzo1940 @@Michelangelo2 Sempre per mezzo di alcune firme sui bottoni napoletani dell'800 ho potuto fare un'altra importante scoperta sulle medaglie napoletane, oltre a queste tre importanti officine attrezzate con bilancieri, è emerso anche il nome di un tale R. AMOROSO e il suo nome l'ho ritrovato casualmente su alcune medaglie religiose napoletane del XIX secolo che risultavano inizialmente illeggibili. A breve pubblicherò una scheda e relative immagini nella discussione sulle medaglie inedite qui di seguito http://www.lamoneta.it/topic/115584-medaglie-inedite-tra-immagini-e-segnalazioni/page-1 . Ritornando al discorso dei bottoni: ti chiederei quindi, in base a quanto ti ho appena scritto, di tener viva questa discussione nella presente sezione. Mi impegno a spostare nella sezione da te indicata tutti quei bottoni che per errore sono stati riportati qui e che nulla hanno a che fare con Napoli e le sue medaglie. Fammi sapere se sei d'accordo. Grazie mille per l'attenzione. Francesco1 punto
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Buongiorno a voi. Dal momento che si tratta di una monetazione che mi sta particolarmente 'a cuore', cerco di seguire e di documentare anche eventuali falsificazioni che appaiono sul mercato antiquario o commerciale. Del cd. 'vittorino' scodellato col legenda svictoris, negli anni ho individuato diversi esemplari 'problematici'!!! ;) Quasi tutti provenivano da una stessa mano ed erano stati immessi nel circuito commerciale a partire dalla fine degli anni Sessanta. Per quanto riguarda invece il grosso, questo è il quarto esemplare che mi capita di vedere. Anche in questo caso tutti e quattro i pezzi sembrano provenire, direttamente o indirettamente, dalla stessa copia di conii. Ho scritto 'indirettamente' perché mentre i primi tre esemplari che ho rintracciato erano quasi sicuramente tutti coniati, l'esemplare segnalato da Azaad, a prima vista sembra proprio essere stato prodotto per fusione. Tuttavia, se così fosse, credo comunque che la matrice debba essere stata creata utilizzando uno dei pezzi 'originali' prodotti con la copia di conii degli altri tre falsi di cui ho accennato. A quando risalgano queste falsificazioni non so dire. Il primo esemplare lo potei vedere circa vent'anni fa, ma potrebbero essere molto più vecchi. Si tenga presente che gli articoli di Travaglini, nei quali lo studioso, in un certo senso, rivalutava questa moneta rimasta fino ad allora semisconosciuta, sono dell'inizio degli anni Settanta, mentre l'articolo di Lucia Travaini, che segna un punto di svolta per l'assegnazione a Vittoria di questo grosso, è del 1989. Ma la moneta originale era nota già al Muratori, che ne pubblicò il disegno nel 1739 seguito dal Lelewel nel 1835 (Bibliografia in Bazzini, Ottenio 2002). Tornando all'oggetto di questo post, segnalo come la copia di conii serviti per eseguire le falsificazioni furono anch'essi in vendita, sempre su e-bay, nei primi mesi del 2010 e sono stato oggetto di un articolo di Alberto Campana sul numero 52 (luglio-agosto 2010) di Monete Antiche (A. Campana, Conii moderni per un "vittorino" di Federico II, pp. 41-42). @@acraf Buona giornata, Teofrasto1 punto
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Ecco un Grande Collezionista di Schede Telefoniche! Ho iniziato nel lontano 1994 , la prima scheda telefonica fu quella del "grattacielo"!! Giravo tutte le cabine telefoniche prima di andare a scuola cosi da essere il primo a raccoglierle!! A oggi sono passati 20 anni ho molto rallentato per fare spazio ad altre scelte comunque spesso qualche pezzo lo aggiungo volentieri a quella che è stata la mia prima collezione in assoluto!! Aggiungo che spero di cuore che questo tipo di collezione possa essere aggiunta nella sezione di altri tipi di collezionismo !!!1 punto
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XV. Post finem La guerra e le sue conseguenze, più o meno dirette, incisero profondamente sulle strutture statali, dei paesi sconfitti ed anche sulle vite stesse, di milioni di persone. Fra queste, naturalmente, anche gli ultimi protagonisti della nostra storia. Carl Peters, già caduto in disgrazia a seguito dei processi subiti, nel 1897, per la violenta repressione coloniale, trascorse gli ultimi anni scrivendo testi di vario genere, fra cui i resoconti delle sue esplorazioni. Fu riabilitato dal Kaiser, che gli assegnò una pensione ed il titolo onorifico di Commissario Imperiale, ma non sopravvisse al conflitto e morì a Bad Hazburg, il 10 settembre del 1918. Vent'anni dopo la sua morte, fu un decreto personale di Adolf Hitler a riabilitarne l'operato. Il Kaiser Guglielmo II trascorse la sua vecchiaia nei Paesi Bassi, dove aveva ottenuto asilo politico, in cambio della completa astensione da ogni attività politica. Evitò, così, il processo, che gli alleati volevano intentare, contro di lui, in qualità di criminale di guerra. Morì a Doorn, il 4 giugno 1941. L'ultimo cancelliere imperiale, Massimiliano di Baden, si ritirò a vita privata e morì a Salem, il 6 novembre 1929. Il Ministro-Presidente del Reich Philipp Scheidemann, che rifiutò di avallare il Trattato di Pace, rimase in politica, senza incarichi di particolare prestigio e fuggì in Danimarca (dopo la presa del potere da parte dei nazisti) dove morì, il 29 novembre 1939. Il suo successore, Gustav Bauer, sotto il cui governo fu ufficializzata la fine dell'Africa Orientale Tedesca, ricoprì altri incarichi ministeriali, dopo un periodo di allontanamento, seguito ad un celebre scandalo di corruzione. Morì a Berlino, il 16 settembre 1944. Il Presidente Friedrich Ebert, già primo cancelliere della Repubblica, mantenne la sua carica, sino alla morte, avvenuta il 28 febbraio 1925, nella capitale. Heinrich Schnee, ultimo governatore della colonia, fu eletto deputato al Reichstag, per il Partito Popolare Tedesco (DVP). In seguito, aderì al nazismo e fu deputato, per il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP) dal 1933 al 1945 e fondatore della Lega Coloniale Tedesca. Morì a Berlino, il 23 giugno 1949. Il generale Paul Emil von Lettow-Vorbeck si spese in favore dei reduci tedeschi e dei "suoi" askari, per i quali aveva emesso certificati di credito, presso la Deutsch-Ostafrikanische Bank.[18] Divenne un attivista politico di destra e deputato al Reichstag, per il Partito Popolare Tedesco-Nazionale (DNVP) dal 1929 al 1930. Si oppose ai nazisti, che avrebbero voluto usarlo, come un'icona della fierezza germanica. Dopo la seconda guerra mondiale, si ritirò a vita privata e visitò, per l'ultima volta, il Tanganyika. Qui, ricevette una calorosa accoglienza, dai reduci sopravvissuti al conflitto e gli onori militari, dai vecchi avversari britannici. Morì ad Amburgo, il 9 marzo 1964. [18] Solo dopo la morte del generale, il governo della Repubblica Federale Tedesca iniziò ad indennizzare i reduci askari.1 punto
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V. Prima monetazione Alla fine del diciannovesimo secolo, l’Oceano Indiano si presentava, alla stregua di un lago britannico, stretto com’era, fra la Colonia del Capo, l’Africa Orientale Britannica, Aden, l’India, la penisola di Malacca e l’Australia. E’ comprensibile, quindi, come anche gli elementi socio-culturali britannici (e delle sue colonie) emergessero, nell’area. Nella seconda metà del secolo, la rupia indiana dominava sulle coste dell’Africa sud-orientale ed aveva soppiantato il tallero di Maria Teresa che restava, peraltro, di largo uso, nelle regioni interne.1 punto
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