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  1. francesco77

    francesco77

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/04/14 in tutte le aree

  1. Come già anticipato per correttezza in altra sede (cfr. post 10 http://www.lamoneta.it/topic/118633-i-vincitori-del-concorso-la-piu-bella-2013/ ), desidero riportare in questa discussione tutte le monete e medaglie napoletane del Sud che hanno partecipato al concorso “La più bella 2013”. Devo ammettere con un pochino di invidia che ho apprezzato praticamente tutti i vostri gioielli, credetemi, dietro ognuno dei vostri post si nota praticamente tutta la vostra passione e i sacrifici sostenuti per l'acquisto di quella determinata moneta o medaglia. Già per lo spirito con il quale avete partecipato potete considerarvi tutti vincitori, se poi a questo aggiungiamo che si tratta di un concorso senza premi allora è evidente tutta la vostra/nostra comune passione. Forse poteva apparire poco sportivo in quella sede lodare o commentare eccessivamente alcuni tondelli protagonisti, anche perchè essendo in un concorso avremmo potuto creare una sorta di “turbativa”, ma ora che si è concluso e che abbiamo i vari vincitori possiamo dare libero sfogo ai nostri commenti e pareri vari su ognuna di essa. Mi complimento pubblicamente con Luca @@lucadesign85 per la vittoria della sua splendida osella veneziana e mi reputo estremamente soddisfatto per il mio secondo posto (un secondo posto su oltre cento partecipanti non è cosa da poco). Il risultato raggiunto da una medaglia è a dir poco storico se consideriamo che fino a vent'anni fà le medaglie erano quasi snobbate, oggi la situazione sembrerebbe cambiata radicalmente. Iniziamo con il presentarvi il video ideato da @fabione911 e disponibile su Youtube http://www.youtube.com/watch?v=PcO0ZZ98yEI , davvero geniale! In effetti sembrerebbe che in quest'ultimo vi sono tutte, quelle che non hanno poi raggiunto i vari podi sono state comunque illustrate velocemente nel video. Ma iniziamo con la prima moneta in ordine di apparizione pubblicata nel concorso http://www.lamoneta.it/topic/116425-concorso-la-piu-bella-2013/page-1 @@gallo83
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  2. Prendendo esempio dal nostro buon acraf, che ha aperto la strada col suo thread su Samuel Jean Pozzi, provo a esporre brevemente la biografia di colui che fu il più grande collezionista di monete Tarantine, il cui nome è ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, legato indissolubilmente alla monetazione della antica città magnogreca di Taras. Purtroppo non sono stato in grado di trovare molte fonti riguardanti la vita di Vlasto. Come filo conduttore ho utilizzato la prefazione in Inglese di Oscar E. Ravel dal noto catalogo sulla collezione Vlasto, integrando con altre notizie tratte dal sito del Museo Nazionale di Atene, dal sito della British Museum, da un paio di recensioni su mostre ed esposizioni di pezzi della sua collezione ad Atene (in greco moderno, senza google translate non avrei saputo da dove iniziare!), dalla pagina wikipedia sui fratelli Ralli e dal capitolo sui Vlasto di Chios dal Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea. Le foto sono tratte dal Ravel-Vlasto, dal sito del Museo Nazionale di Atene e dal Corpus Vasorum Antiquorum. Il collezionista Michel P. Vlasto (1874-1936) Michel P. Vlasto fu discendente di una nota famiglia Greca che nel 1092 emigrò da Bisanzio a Creta. Il Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea narra che Bisanzio mandò dodici arconti e le loro famiglie a Creta, stabilendo una roccaforte nella fertile pianura di Messara, con l'incarico di aiutare la popolazione greca contro gli invasori arabi. Da li la famiglia nel XVI secolo emigrò a Chios, e in seguito a Venezia (dove risulta un Vlasto nominato Cavaliere di San Marco da parte del Doge Pasquale Cicogna), poi a Genova, Livorno, e infine a Marsiglia. Malgrado tutti questi spostamenti i Vlasto mantennero nei secoli uno spirito patriottico puramente Greco. Micheal P. Vlasto nacque ad Atene il 1 febbraio 1874, secondogenito di Pantaléon Pandély Vlasto (Cavaliere dell'Ordine del Redentore) e Penelope Capari. Dopo aver completato gli studi a Marsiglia il giovane Michel iniziò a lavorare per la ditta dei fratelli Ralli, quella che fu una delle più fiorenti imprese mercantili di epoca vittoriana. La famiglia Ralli, anch'essa di origine Greca, era legata ai Vlasto da matrimoni incrociati ricorrenti sin dai primi dell'ottocento, come era costume tra le famiglie nobili dell'epoca. Nei primi tempi Michel lavorò a Liverpool, e in seguito fu trasferito ad Houston in Texas. Dagli USA egli tornò a Marsiglia per lavorare come manager del ramo francese dell'Impresa Ralli, posizione che ricoprì fino al 1932, anno in cui il cinquantottenne Michel lasciò il lavoro a Marsiglia e si stabilì ad Atene, città che egli aveva sempre considerato il luogo ideale in cui trascorrere il resto della sua vita. Purtroppo non ebbe molto tempo per godersi la sua Atene, in quanto morì improvvisamente pochi anni dopo, nel 1936. Negli ultimi anni della sua vita fu tra i fondatori della "Associazione degli Amici del Museo Nazionale di Atene", a cui dedicò gran parte del suo tempo e di cui fu eletto presidente dal 1934 fino al 1936, anno della sua morte.. L' Associazione è attualmente ancora attiva. Nella vita fu un businessman di successo, molto apprezzato da tutti. Ravel lo definisce un "artista nato", un eccellente disegnatore. I suoi schizzi erano eseguiti con estrema abilità, e mostravano una comprensione dello stile greco raramente raggiunta da altri disegnatori professionisti. La sua sensibilità artistica ne fece un vero e proprio adoratore dell'Arte Greca. Vlasto amava dire che, se avesse potuto, sarebbe vissuto in un museo come fosse a casa propria. Aveva un gusto raffinatissimo, Ravel sostiene che qualunque pezzo attirasse la sua attenzione era sicuramente da giudicarsi un capolavoro. Infatti Vlasto non fu solo collezionista numismatico, ma mise insieme una importante raccolta di reperti di arte greca, composta da circa 760 oggetti, tra cui sculture, pitture, vasi ed altri manufatti di pregevolissima fattura. Al momento della sua morte tale collezione d'arte passò alla figlia Penelope Giulia, moglie di Giovanni Serpieri. Durante i tragici anni dell'occupazione Nazista la collezione fu nascosta dal Serpieri nel seminterrato della propria abitazione ad Atene, ma la casa venne requisita dai tedeschi, e la collezione fu presa in custodia dalla Croce Rossa Internazionale e restituita in seguito ai legittimi proprietari. Alla morte di Penelope-Julia, nel 1985, la collezione venne donata dal Serpieri al Museo Nazionale di Atene, finalmente rispettando quelle che furono le volontà espresse in vita da Michel P. Vlasto. L'effettiva acquisizione della collezione da parte del Museo avvenne tre anni dopo, nel 1988. Molti dei pezzi sono oggi esposti al Museo Nazionale di Atene nelle sale 60 e 61, con la dicitura di Vlastos-Serpieri Collection. Molti dei pezzi sono andati perduti nelle vicissitudini degli anni precedenti, ed alcuni furono probabilmente venduti dallo stesso Serpieri, ma oggi la collezione del Museo di Atene contiene ancora 452 reperti, dal periodo preistorico al IV secolo a.C. Nella sala 60 sono esposti reperti risalenti all'età del Bronzo, trovati in Egitto, Creta Cicladi e Grecia Micenea (vetrina 1), vasi corinzi (vetrina 2), dalla Beotia (vetrina 3), attici (vetrine 5-8). Alla morte di Michel P. Vlasto restò incompiuto anche un progetto di Corpus Vasorum Antiquorum, di cui al museo di Atene sono conservati alcuni schizzi preparatori disegnati da Vlasto stesso, nella vetrina 9, insieme ad altri documenti di archivio relativi alla personalità di Michel ed alla formazione della sua collezione. Nella sala 61 sono esposti reperti provenienti dal mondo greco dei secoli V e IV a.C. (vetrine 10-17), ed infine le ultime due vetrine espongono reperti dalla colonia spartana di Taras, rappresentati da vasi, antefisse e pezzi di oreficeria (vetrine 18-19). L'intenso piacere che Vlasto provava ammirando un'opera d'arte greca era tale da fargli affermare che egli non avrebbe potuto immaginare una vita senza Arte, e che non esiste Felicità senza Bellezza. Il suo studio era una sorta di tempio, in cui Vlasto passava il tempo circondato da perfetti esemplari di arte greca. Pare che non badasse a spese nella sua passione collezionistica. Tuttavia la più grande passione di Vlasto fu senza dubbio la monetazione Tarantina, che rappresentò il suo filone di ricerca principale, sia come studioso che come collezionista. Vlasto conosceva alla perfezione anche la storia della polis magnogreca, avendo letto ogni fonte storica e letteraria che riguardasse Taras. Egli mise insieme una biblioteca personale di argomento storico-archeologico comprendente centinaia di volumi, che fu donata dopo la sua morte al museo Nazionale di Atene. Possiamo senza dubbio considerare il collezionista M. P. Vlasto come un modello di ciò che lo storico dell'arte Federico Zeri definì il "conoscitore", o "ricercatore atipico", ossia un libero professionista dell'arte, che predilige il confronto diretto con le opere, con i materiali e le tecniche, in altre parole quel tipo di collezionista che non si limita ad accumulare ossessivamente oggetti perché attratto principalmente dal loro valore materiale, ma si interessa profondamente della storia e del significato che essi veicolano, studiandoli a fondo e costruendosi, anche in modo autodidatta, una solida cultura sull'oggetto della propria passione, una cultura paragonabile a quella di chi tali oggetti li studia per mestiere, come Storici o Archeologi professionisti. (n.d.a. personalmente credo che il nostro Alberto sia un altro eccellente "esemplare" contemporaneo di questa interessante e sempre più rara tipologia di essere umano). Nella sua prefazione Ravel aggiunge alcuni particolari sulla conoscenza numismatica di Vlasto da farlo sembrare quasi una figura mitologica onnisciente, testualmente: "Egli conosceva praticamente tutto sulla Numismatica Greca. La sua memoria era sconceratnte; era una sorta di enciclopedia numismatica vivente. Io stesso spesso gli chiedevo aiuto per avere informazioni, ed egli era capace di dirmi immediatamente, e senza alcuna esitazione, dove e da chi una moneta fosse stata pubblicata, in quale asta un esemplare simile fosse stato venduto, chi fosse il conferente e il prezzo realizzato. Se Vlasto non riconosceva una moneta doveva trattarsi certamente di un inedito.". Ravel riporta che la conoscenza di Vlasto riguardo la monetazione di Taras fosse ineguagliabile, pare che non ci fosse una sola moneta tarantina in collezioni pubbliche o private che egli non conoscesse. Tale conoscenza traspare dalle diverse pubblicazioni che egli produsse nella sua vita (Didrachmes inédites de ma collection, J.I.A.N. 1898; Monnaies rares ou inédites de Tarente, R.B.N. 1899; Les Monnaies de Bronze de Tarente, J.I.A.N. 1899; Les Monnaies d'Or de Tarente I p., J.I.A.N. 1899; Les Monnaies d'Or de Tarente II p., J.I.A.N. 1901; Choix de monnaies rares ou inédites de Tarente, R.N. 1904; Unpublished Coins of Tarentum, N.C. 1907; On a recent find of coins struck during the Hannibalic occupation of Tarentum, N.C. 1909; Taras Oikistes, Contribution to Tarentine Numismatic, N.N.&M. n.15 1922; Alexander Son of Neoptolemos, with the Carosino and Molossian finds, N.C. 1926; The Warren hoard of Tarentine Horsemen, N.c. 1930). Nei circoli scientifici e numismatici dell'epoca Vlasto era considerato il più grande esperto al mondo sulla monetazione tarantina. Negli ultimi anni della sua vita fu persino invitato dalle Autorità Italiane a recarsi a Taranto, per classificare la collezione del Museo Archeologico. Vlasto fu molto onorato da questo invito, dato che raramente in quegli anni i musei Italiani invitavano studiosi stranieri per la curatela dei loro cataloghi. Purtroppo la morte improvvisa non rese possibile la realizzazione di tale progetto, possiamo affermare che fu una perdita enorme per il mondo della Numismatica, se egli fosse vissuto solo pochi anni in più, oggi probabilmente avremmo a disposizione un SNG-Taranto a firma di M.P. Vlasto! La collezione di monete tarantine raccolta da Vlasto è stata senza dubbio la più vasta e completa che sia mai esistita, tanto che il catalogo stilato da Ravel si può quasi considerare un repertorio dei tipi tarantini. Numerosi sono gli esemplari unici o di estrema rarità, ma ciò che più stupisce è l'ottimo stato di conservazione della maggior parte degli esemplari. Vlasto confidò a Ravel che per alcuni tipi aveva acquistato fino a sei esemplari, trovandone ogni volta uno migliore del precedente, e nonostante ciò per alcuni tipi non fu mai completamente soddisfatto. Come dichiarato dal figlio Pandély, Vlasto aveva espresso l'intenzione di pubblicare il catalogo della sua collezione, ma la morte improvvisa non glielo permise. Il catalogo a cura di Oscar Ravel fu pubblicato nel 1947, nove anni dopo la morte del collezionista, su richiesta del figlio Pandély M. Vlasto, che lo stesso anno vendette la collezione di suo padre, oggi dispersa. Ravel compilò il catalogo attenendosi all'ordine con cui Vlasto aveva conservato le sue monete, usando per le descrizioni ciò che Vlasto aveva scritto di suo pugno sui cartellini. Una curiosità: Ravel, per sua ammissione, compilò l'intero catalogo senza prendere visione diretta della collezione. Egli si fece spedire dal Dr. W. Schwabacher i calchi di tutte le monete della collezione, di cui produsse le copie per fusione (stiamo parlando di più di 1800 esemplari!) per poi assegnare ad ognuna di esse la descrizione dei cartellini. Dunque, se non ho frainteso la questione, le monete fotografate nelle tavole del Ravel-Vlasto non sarebbero le originali, ma le copie ottenute per fusione. Una ultima notazione numismatica: pare che Vlasto nella sua vita non avesse collezionato soltanto monete tarantine, infatti nel British Museum risulta una collezione di monete in bronzo della Tessaglia dalla collezione Vlasto, incorporata nella Rogers collection e venduta al Museo nel 1933, quando Vlasto era ancora in vita. Per concludere cito ancora una volta Oscar E. Ravel, che nella prefazione al catalogo scrisse a riguardo delle monete della collezione Vlasto: "Any collector would be proud to have just one of them in his collection", letteralmente: "Qualsiasi collezionista sarebbe orgoglioso di averne anche solo una nella sua collezione". Non posso dargli torto, credo di non essere mai stato felice (dal punto di vista del collezionismo) come la volta in cui sono riuscito ad aggiudicarmi questa moneta, non la più rara o la più bella della mia collezione, ma sicuramente quella che evoca in me più emozione, pensando a chi sia appartenuta circa un secolo fa (sempre che non si tratti della copia di Ravel!!!): CALABRIA, Tarentum. Circa 272-240 BC. AR Nomos (19mm, 6.46 g, 10h). Warrior on horseback left / Phalanthos riding dolphin left, holding hippocamp and trident. Vlasto 930 (this coin); HN Italy 1044. VF, toned, some roughness. From the Ronald J. Hansen Collection. Ex Noble 70 (11 July 2002), lot 3088; ex M.P. Vlasto Collection. Saluti :) Nico
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  3. Dimentichiamo Ancona, dai nostri cataloghi: Nel febbraio 1849 la popolazione di Ancona si ribella al dominio papale e aderisce alla Repubblica Romana. Nei maggio dello stesso anno viene cinta d'assedio dall'esercito austriaco. Nonostante i numerosi bombardamenti e la carestia di viveri la citta' resiste fino al 19 giugno. Durante il periodo dell'asseddio vengono emesse monete ossidionali presso una zecca dislocata nell'asilo degli orfani utilizzando anche il bronzo ricavato da campane. Queste monete vennero riconosciute successivamente anche dalla ristabilita autorità pontificia e circolarono fino al 1850. Complessivamente ne vennero coniati 324000 pezzi e ne furono ritirati circa 152911. Si conoscono falsificazioni d'epoca (fino al 1850) prodotte presumibilmente nelle officine di Osimo e Loreto attive nella produzione di medaglistica. Fonte Cataloghi Online Fonte Cataloghi Online Fonte Cataloghi Online
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  4. @@Sanni Categoria: MEDAGLIE Per il ristabilimento della dinastia dopo la sconfitta della Repubblica Napoletana. Autorità emittente: Regno di Napoli - FERDINANDO IV Valore nominale: --- Peso: g 64,4 Diametro: mm 48,2 Metallo: Bronzo Dritto: FERDINAN. IV D: G. SICILIAR. ET HIE REX. Effigie del Re, a destra, in parrucca, lorica, manto reale ed ordini cavallereschi. In basso: G . H. K. (Conrad Heinrich Kuchler). Rovescio: Veduta di Napoli con Castel S. Elmo illuminato a destra dal sole. Sul mare vascello inglese navigante. In primo piano due gruppi di persone, a sinistra le milizie della Santa Sede, capitanate dal Cardinale Ruffo, che inseguono i repubblicani sgominati. In alto un angelo suonante la tromba e sostenente il ritratto dell'ammiraglio Nelson. All'esergo: PER MEZZO DELLA DIVINA PROVVIDENZA DELLE | DI LUI VIRTÙ DELLA FEDE & ENERGIA DEL SUO POPOLO | DEL VALORE DE' SUOI ALLEATI ED IN | PARTICOLARE GL'INGLESI CLORIOSTE | RISTABILITO SUL TRONO. | LI 10 LUGLIO 1799. Intorno al ritratto di Nelson: HOR. NELSON DUCA BRONTI. Taglio: Liscio Catalogazione: Ricciardi 59; B.H.M. 479; D’Auria 61
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  5. Anche se è solo di un’infima monetina di mistura penso meriti una segnalazione. Si tratta di una contraffazione della zecca di Desana del sesino di Ottavio Farnese per Piacenza (per la precisione del tipo con stemma ovale). E’ una moneta piuttosto rara: in oltre 30 anni di convegni, listini ed aste non mi era mai capitato di trovarla e inoltre manca alle collezioni del Museo Civico di Piacenza (dove è conservata, almeno per i moduli medio-piccoli, la più completa raccolta di monete della zecca di Piacenza). Solo nella raccolta ex Reale sono presenti 3 esemplari. Eccone la descrizione: D/ DEL TICI - CO DECI Stemma ovale sormontato da corona; nello stemma al posto dei gigli farnesiani si trovano i tizzoni ardenti (simbolo della famiglia Tizzoni) R/ + VIC IMP PERPETVVS Croce filettata e gigliata Diametro 17,5 mm – Peso 0,914 g CNI II, p. 247, n. 29 (tav. XXII, n. 6) Questo il sesino imitato: D\ OCT DVX PL Z P II Stemma ovale R\ + SALVS MVNDI Croce filettata e gigliata CNI IX, p. 595, n. 52 – Crocicchio-Fusconi 76/E Alcuni spunti di riflessione: Nella grida piacentina del 15 dicembre 1584 sulle contraffazioni si parla di quelle della parpagliola e del soldo ma non di quella del sesino: “ Essendo venuto a notizia dell'Ill. Sig. Ludovico Zunthio cons. Duc. e Governatore di questa Città di Piacenza, e suo territorio, et delli Mag.ci Sig.ri Elletti sopra la cecca di detta Città, che da certi giorni in qua si è introdotto, et s' introduce certe sorte di danari falsi, e fra gli altri Parpagliole da sol. doi e denari sei l'una con doe teste, et anco soldini, e quasi, se ben non in tutto, simille alle Parpagliole, et soldini rispettivamente, quali si fabbricano in questa Cecca, ma non dell'istessa bontà, il che apporta, et è per apportare, quando non se li provveda, grandissimo danno al pubblico, e, Però volendo detto Ill.o Sig.r Governatore e Sig.i eletti sopra detta Cecca proveder a questo danno, et anco provedere che non sia alcuno sia di che qualità, o privilegio si voglia, forastiero, o habitante in detta Città, o suo territorio che ardisca o presuma introdurre in modo alcuno denari falsi di sorte alcuna, et specialmente dette Parpagliole, et soldini in questa Città et suo territorio, Hanno ordinato che si faccia, e si pubblichi la presente grida e bando da esser da tutti inviolabilmente e perpetuamente osservato sotto le pene infrascritte… (omissis). “ Qualche giorno dopo, il 17 dicembre 1584, vennero effettuati in zecca alcuni saggi su tali contraffazioni e anche in questa occasione furono presi in considerazione solo parpagliole e soldi:Parpagliole con le stelle (in esergo): bontà den 1 e grani 4 (4,051 ‰); Parpagliole con millesimo: bontà den 1 e grani 6 (4,340 ‰); Soldini: bontà den 0 e grani 7 e ½ (1,085 ‰). (rif. Crocicchio-Fusconi 2007 “La zecca di Piacenza”, p. 514-515) In genere le contraffazioni risultano una “brutta” imitazione della moneta presa a modello (molto evidente, ad esempio, nelle parpagliole). Nel caso del sesino, come si vede dalle immagini sopra riportate, sembra quasi “più bella” e regolare la contraffazione rispetto all’originale.Va rilevato infine che a Piacenza già il 5 giugno 1560 venne emesso un proclama per il ritiro dalla circolazione di"alcuni sesini falsi del stampo de sesini novi di Piacenza con la croce da una parte et con lo insegno o arma de S.Eccell.a da l'altra". Questi sesini potrebbero essere quelli descritti nel seguente articolo: http://www.panorama-numismatico.com/una-contraffazione-di-desana-del-quattrino-per-piacenza/ (tuttavia il rovescio del sesino illustrato nell’articolo – va ruotato di 90° verso sinistra - a me pare il solito rovescio dei sesini piacentini con SALVS MVNDI)
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  6. Ciao, cosa ne pensate? Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum
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  7. Vedo con piacere che la discussione è stata ripresa, era un peccato lasciarla a se stessa. Questa è una delle mie preferite perchè il simbolismo la fa da padrone... ASSEDIO DI MANTOVA ( Dicembre 1629 - 17 Luglio 1630 ) Scudo del Fiore 1629. AR, gr. 29,69 - ø 41,4 mm. D/ MANTVÆ•. ANNO . SALVTIS °1629°, nel campo arma coronata primitiva dei Gonzaga, alle fasce ed ai leoni Boemi. - R/ Anepigrafe, pianta di eliotropio volta a sinistra verso sole raggiante, entro corona di lauro, all’esergo 160. CNI17. Magnaguti 730. Davenport 3958. Il Sacco di Mantova. La peste si diffonde in Lombardia e nel Cremonese (II 1630); a Cremona causa la morte di 16.000 cittadini (2/3). Dopo la pausa invernale gli imperiali guidati da Rambaldo conte di Collalto stringono l'assedio a Mantova (IV 1630), a corto di viveri. Carlo Emanuele I duca di Savoia ed il marchese Ambrogio Spinola invadono il Monferrato con 18.000 sabaudi e spagnoli e mettono l'assedio a Casale (23 V 1630). La repubblica di Venezia raduna un esercito sul Mincio per portare viveri a Mantova ma subisce un rovescio a Valeggio sul Mincio (25 V 1630) e le truppe si disperdono. Il provveditore generale Zaccaria Sagredo fugge ed è in seguito processato. Gli imperiali entrano nel "serraglio", la linea fortificata attorno a Mantova, ed investono Governolo, difesa da 800 fanti e 3 compagnie di cavalleria guidati dal marchese Alfonso Guerrieri, che ripara a Mantova. I cittadini partecipano alla difesa di Governolo che è presa e saccheggiata. Mantova è assalita da tutte le parti (alba del 18 VII 1630). L'attacco principale è condotto contro porta San Giorgio, vanamente difesa da Arnauld, da Harancourt e da Charles di Gonzaga-Névers, che è ferito da un colpo di moschetto e ripara a Goito. La città è presa, saccheggiata e taglieggiata per quattordici mesi (periodo chiamato "Governo Cesareo"). Rambaldo di Collalto è ucciso dai suoi soldati durante la marcia di ritorno in Germania (1630). La peste si diffonde nel Veneto e giunge a Venezia (VIII 160) causando la morte di 14.500 cittadini, compreso il doge Nicolò Contarini, saliti poi a 46.500 (XI 1631), pari a circa un quarto della popolazione; il senato fa erigere la chiesa Santa Maria della Salute. La peste si diffonde poi in Piemonte, Romagna e Toscana. Paolino ti ricorda qualcosa questo tondello....
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  8. 1150 possono essere giusti o meno ...con delle scansioni così come si può valutare congrua o no questa cifra? :) è chiaro che un commerciante ha da sostenere delle spese che il privato non ha. se fosse solo spl? l'ultima con asta libera su ebay ha fatto 1510 euro che se vai a toglier diritti ebay e paypal ne restano 1350. il prezzo offerto al nostro amico ,se la moneta è spl e basta,è più che giustificato. pretendiamo prezzi competitivi dai commercianti e poi vogliamo che ci comprino a prezzo di mercato le nostre monete? suvvia... :) marco
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  9. Assedio 1848, fiorino 1848 Assedio 1848, 20 Kreuzer 1848 Assedio 1848, 3 Kreuzer 1848 Volendo, mancherebbero ancora le cedole cartacee emesse durante l'assedio del 1796.... ma qui devo ancora partire. Posto cmq alcune foto che ho sul PC, sperando che un giorno si materializzino.... Cedola da 3 lire Cedola da 9 lire Cedola da 18 lire
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  10. Approfitto di questa discussione, e del fatto che con i due arrivi freschi freschi di giornata ho finito il giro completo degli assedi di Mantova 1796/97, 1799 e 1848 per postare le 7 monete di questi 3 assedi provenienti dalla mia modesta collezione personale. In qualche caso la conservazione è abbastanza modesta, ma ho dovuto accontentarmi.... :whome: Assedio 1796/97, 20 soldi 1796 Assedio 1799, X soldi di Milano Assedio 1799, V soldi di Milano Assedio 1799, Soldo di Milan'
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  11. Tutte insieme accendono l'animo, il desiderio, la bellezza, la storia del Sud e l'amore degli amici verso questa monetazione. A questo punto si potrebbe fare una sorta di sondaggio interno, rivolta all'estetica, al contesto storico, alle difficoltà incisorie, agli amori, alle emozioni. Ogniuno esprime la suo sul tondello, e quello che gli ricorda, che rivive, che vive, e che gli piace, eche rappresenta. Che ne pensate??????? :)
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  12. Grazie a tutti per le parole di solidarietà e sostegno, e per i buoni consigli. Se poi, come suggerito da @@uzifox, si potesse dare il via ad una nuova sezione "Segnalazione furti e smarrimenti", io comincerei a postare le foto delle mie monete "perdute" (e la nuova sezione alimenterebbe la speranza di ritrovarle). Filippo
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  13. Comincio io con la mia concorrente... Autorità emittente: Guglielmo V (o VI), Langravio di Assia-Kassel Zecca: Kassel (zecchiere Georg Kruckenberg) Valore nominale: tallero, 1637; conosciuto come "Weidenbaumtaler". Peso: 29 g. ca. Diametro: 40 mm ca. Metallo: argento Descrizione del diritto: *WILHELM(US) D(EI) G(RATIA) LANDGRAVI(US) HASS(IAE) COM(ES) C(ATTIMELIBOCI) D(ECIAE) Z(IEGENHEINAE) E(T) N(IDDAE); leone coronato a strisce orizzontali bianche e rosse rampante a sinistra; ai lati del leone la data 16-37, le iniziali dello zecchiere G(eorg) K(ruckenberg) e tra le zampe due spade incrociate. Descrizione del rovescio: *IEHOVA VOLENTE HUMILIS LEVABOR ("Se Dio lo vorrà, sarò consolato, innalzato sopra ogni miseria"); paesaggio rurale con un villaggio sotto la tempesta e, in primo piano, un salice colpito e piegato dal fulmine. Sulla destra in alto, in un sole raggiante compare il nome di Dio "JHWH" (retrogrado), ovvero il Tetragramma. Si noti come nella scritta sul giro, il grassetto per alcune lettere indichi il loro essere più grandi delle altre: insieme formano la sigla "VV. H. L.", ovvero "Wilhelmus Hassiae Landgravius". Catalogazione: Davenport 3461, Schütz 919. Note storiche e numismatiche: Si tratta di una delle più celebri e significative monete coniate negli stati tedeschi nel corso della guerra dei Trent'anni: la sua emissione, con diverse varianti, iniziò con il 1627. L'albero raffigurato è stato nel tempo presentato come un salice (pianta rustica che si adatta all'ambiente dalle spiccata proprietà medicinali), come in realtà è, ma talvolta come una palma (albero particolarmente resistente e simbolo di sicurezza); nell'immagine, la tempesta infuria sul paese e sull'albero, piegato dal vento forte e colpito da un fulmine. In questo clima avverso, brilla comunque in alto il nome di Dio (Tetragramma) all'interno di un sole raggiante. Sul giro la scritta IEHOVA (ci sono varianti con DEO o UNO*), VOLENTE HUMILIS LEVABOR, indica la volontà e la fiducia del principe di superare tutte le più gravi difficoltà, potendo contare sul sostegno di Dio. In effetti in quegli anni il Langraviato ebbe a soffrire parecchio: il langravio Guglielmo V (Kassel 1602- Kassel 1637, l'anno della nostra moneta), divenne celebre per essere riuscito a ristabilire l'economia del proprio stato, che reggeva dal 1632, provato dalla guerra dei trent'anni, nella quale era alleato del re Gustavo Adolfo di Svezia e per la riforma monetaria che introdusse. Ma alla firma della pace di Praga (30 maggio 1635), Guglielmo V strinse un patto d'alleanza con la Francia e pertanto l'Assia-Kassel venne invasa dalle truppe imperiali. Guglielmo V perdette parte dei propri domini e poté riacquistarli solo dopo il pagamento di 2,5 milioni di fiorini d'oro. Guglielmo V rimase comunque considerato come un nemico dell'Impero, nomea che colpì anche tutti i rami della famiglia. Terminò la propria vita in esilio e dal 1636 la reggenza passò alla moglie, prima in vece del marito e poi in quella del figlio Guglielmo VI. *Una interessante teoria pone a dopo il tremendo saccheggio e il massacro perpetrato dalle truppe imperiali nella città di Magdeburgo (1632), capitale della riforma, la decisione di introdurre la parola IEHOVA, a intendere una ancora più convinta adesione alla lettera biblica professata dal Luteranesimo in contrapposizione all'Impero e al Cattolicesimo, ma anche quasi a considerare la distruzione di Magdeburgo un evento tragico per i Riformati quanto per gli Ebrei era stata la distruzione del Tempio nel 70 d.C.
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  14. L'ho guardato un po' meglio e mi sembra di poter confermare sia il Lunardi 16 con leggera ribattuta (i segni in rosso: il punzone di chiusura della C e la gambetta destra della A), devo dire che la legenda araba del retro è un po' diversa da quelle disegnate sul Lunardi ma, anche qui, potrebbe essere effetto di ribattitura ...chissà. Questi aspri sono piuttosto mal visti dai collezionisti moderni ma, a mio parere, oltre ad essere di buon argento sono monete che dimostrano la politica genovese di integrazione e il rispetto per le culture straniere con la scritta e il segno arabo in un lato della moneta.
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  15. Taglio: 2 E CC Nazione: Malta Anno: 2009 EMU Tiratura: 700.00 Condizione: qFDC Citta': Novoli Taglio: 2E CC Nazione: Malta Anno: 2012 TYE Tiratura: 500.000 Condizione: qFDC Citta' Novoli se dico che sono felice come una pasqua esagero???
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  16. ciao. volevo solo aggiungere una curiosita su quell atto di vendita delle miniere di ardesio. il contratto di vendita fu stipulato nel castello di pedergnaga il 31 dicembre 1077 oggi s paolo paese della bassa brasciana, facente parte del feudo di gabiano oggi borgo s giacomo. stavo appunto cercando di iniziare una discussione su questo argomento, dopo aver letto un libro che parla appunto dei martinengo, intitolato l aquila d argilla , invece ho trovato questa interessante, e molto documentata discussione. complimenti a tutti. allego documenti trovati sul libbro dell epoca. ciao pier
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  17. Taglio: 1€ Nazione: Germania Zecca: Amburgo (J) Anno: 2008 Tiratura: 80.000 Condizioni: BB Città: Palermo Note: non ho parole ... e per stasera non mi sento di postare che questa
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  18. Complimenti a @@lucadesign85 :) e alla sua fantastica moneta che ho potuto aprrezzare di persona. un sincero ringraziamento a @@fabione191 per tutto il lavoro che ci ha REGALATO sin da prima che il concorso partisse, e che insieme a @@dabbene ( che dalle quinte, suggerisce, sprona e invoglia un po' tutti a mettersi in gioco ) allo staff e a noi stessi che abbiamo nuovamente reso possibile questo incotro di emozioni, storie e passioni che ci accomunano nonostante la distanza e i diversi interessi
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  19. DE GREGE EPICURI Ed è ovviamente fusa, come appariva anche dall'immagine, pochissimo definita nei dettagli e con scritta quasi illeggibile.
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  20. @@Layer1986 Ritorno con la più bella del 2013 categoria rame, a volte la più bella può anche non essere la più bella esteticamente, ma la più bella può essere anche la più ricercata o la più desiderata. Nel mio caso si parla di una delle monete che cercavo praticamente da sempre e mai trovate in giro, rara più del san Gennaro della stessa serie, ma riportata comune dai cataloghi. Categoria : monete moderne in rame Autorità emittente : REPUBBLICA DEL REGNO DI NAPOLI (Nome Ufficiale) – Enrico di Lorena Anno : 1648 Valore Nominale : 1 Tornese Peso : 2,35 gr. Diametro : 21 mm. Metallo : Rame Descrizione del dritto : HEN . DE . LOR . DVX . REI . N . Scudo coronato con SPQN Descrizione del rovescio : LETIFICAT 1648 . Grappolo d'uva, a sinistra GA/C a destra simbolo coniatore O Catalogazione : MIR 284, PR 5 Note storiche: Strettamente legata alla repubblica napoletana è la figura di Tommaso Aniello d'Amalfi, detto Masaniello, il pescivendolo che iniziò la rivolta popolare che tra il 1647 e il 1648 portò alla nascita della repubblica. Nonostante la breve durata, la ribellione da lui guidata indebolì il secolare dominio spagnolo sulla città, riaprendo la strada alla contesa tra Spagna e Francia per il possesso della corona di Napoli.
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  21. @@Layer1986 Il 2013 purtroppo mi ha tenuto per la maggior parte del tempo lontano dalla numismatica e di conseguenza dagli acquisti. Categoria : monete moderne in argento Autorità emittente : REGNO DI NAPOLI – Carlo VI d'Asburgo, come Imperatore Anno : 1730 Valore Nominale : 1 CARLINO; 10 GRANA (G X) Peso : 2,1 gr. Diametro : 21 mm. Metallo : Argento Descrizione del dritto : CAR: VI. D. G. ROM: IMP. Busto laureato dell'imperatore, dietro MP/A, sotto G. Descrizione del rovescio : . IN HOC SIGNO VINCES . Croce cantonata da raggi, sotto 1730 e G.X Catalogazione : MIR 328, PR 21
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  22. Mi permetto di farti notare che devi aver omesso uno 0, al peso.... A parte questo si tratta di un denaro tornese della Grecia Franca, zecca di Chiarenza per Filippo di Taranto. allego un estratto dalla bella monografia "il denaro tornese della Grecia Franca" di Roberto Cecchinato. ciao Mario
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  23. chi è che avrà il 2 euro toccato dal dipendente in confezione? :rofl:
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  24. @ Categoria: Medievali Autorità Emittente: Roberto d'Angiò (1309-1343), Regno di Napoli Valore Nominale: Un Carlino, Gigliato o Robertino Peso: 3,9g Diametro: 22mm Metallo: Argento Descrizione del Dritto: Il Re coronato seduto frontalmente, tra due protome di leoni con scettro gigliato e globo crucifero. Legenda: + ROBERTVS • DEI • GRA • IERL • ET • SICIL • REX Descrizione del Rovescio: Croce gigliata cantonata da quattro gigli. Legenda: + hONOR • REGIS • IUDICIU • DILIGIT Descrizione del Taglio: Liscio Catalogazione: Pannuti-Riccio 1; MIR 28 Note storiche e numismatiche: Moneta che per via della buona qualità dell'argento con cui era coniata fu imitata da diverse zecche in Europa ed in Oriente. Fu continuata a coniare anche dopo la morte di Roberto d'Angiò (1343) sempre a suo nome dalla zecca di Napoli, ma questi esemplari sono di stile più rozzo, di modulo più largo e di peso calante. Il mio esemplare rientra tra i coevi al suo regno i quali sono meno comuni di quelli postumi. Senza dubbio questa è la mia più bella del 2013. Provenienza: Da collezione privata, acquistata nel mese di Marzo 2013
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  25. Ciao Frank Io le monete in fdc e proof le ho tutte in capsule posate su vassoi in floccato mentre le circolate sono nel classico album. Le capsule costano di piu' degli oblo' ma le monete non sono prigioniere e per toccarle basta aprire il coperchio mentre l'oblo' dovresti tagliarlo e poi utilizzarne un altro. All' ultimo convegno di Piacenza ne ho prese 100 per 25 euro. Buona collezione Rino
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  26. Ecco un'altra genovese da classificare..... materiale argento.
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  27. Grosso di Genova per Galeazzo Maria Sforza duca di Milano con sigla P http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV31/4 ciao Mario
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  28. dovrebbe essere del tipo di quella dell'ultima risposta nel del link che ti ho allegato http://www.lamoneta.it/topic/21907-tortona/
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  29. Questa è bella. Sulla base dei 18 mm di diamentro e della legenda del dritto direi che corrisponde a quelli che il CNI classifica come grossi minori dl Tortona emessi a nome di Federico II. CNI 6 - 10, il peso può fluttuare fra 0,90 gr e 1,40 gr. Non è la mia monetazione e non sono quindi al corrente di altre è più aggiornate classificazioni ciao Mario
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  30. Io,anche se non conto niente,l'espressione te la passo eccome.Perche' tale e' stato cio' che ti e' successo.Una gran botta di quello.Pero' i complimenti sono doverosi se consideri che io neppure a Malta quest estate l'ho trovata.Pensa te..😅Se non sbaglio l'hai trovata a Novoli che e' un quartiere universitario di Firenze.A firenze io vado spesso soprattutto a balllare la notte(sono di Arezzo)e li' girano un bel po' di monete belle e strane.Saranno gli erasmus o comunque il gran numero di stranieri che c'e' in quella bellissima e stupenda citta'
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  31. Sul Papadopoli non è presente la variante con CO. Bisognerebbe guardare anche il Corpus che trovi in rete. Arka
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  32. @@spillo77 Complimenti per i 2 euro comm. Malta
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  33. oggi Francesco... scrive:.. "..Ragazzi è inutile discutere con toni accesi, anche se da una parte il confronto è utilissimo, penso che a questo punto si debba passare ai fatti: lo staff e l'admin dovrebbero decidere sul da farsi tramite approvazione "bicamerale". @Reficul @incuso @picchio @paleontologo @centurioneamico @giovanna @ Paleologo è diventato @Paleontologo
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  34. Assolutamente no :) Le problematiche legali e fiscali però è bene averle chiare.
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  35. Se non ci sono notizie storiche ben documentate sull'utilizzo di questo timbro comunale apposto su questa tipologia di banconote, il valore, già modesto di suo, diminuisce, sarebbe da considerare una banconota volontariamente "sporcata" con un timbro, magari fatto successivamente al periodo storico con l'intento di creare una rarità. Diversamente, con delle prove ufficiali dell'epoca certe, il biglietto avrebbe sicuramente un plus valore storico e potrebbe interessare molto ad un collezionista specializzato. Per me, ad esempio, che non sono un collezionista specializzato in questo tipo di banconote, sia nell'uno che nell'altro caso la considererei comunque una banconota deturpata da un timbro ad inchiostro. Ma aspetta qualche altro parere.
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  36. La moneta dovrebbe essere un Provisino del Senato romano - penso la prima emissione - fine XII secolo ma nel forum abbiamo espertissimi di questa monetazione e senza dubbio sapranno darti migliori informazioni di quanto ne so io.
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  37. Poco si parla dell'attività mineraria nel medioevo, le notizie che abbiamo derivano dalle fonti scritte non moltissime invero, ma non è facile trovare delle correlazioni tra le quantità di produzione e le monetazioni dell'epoca. Non sono molte le notizie che derivano dall'archeologia mineraria, anche perchè molte delle vecchie strutture sono state distrutte . In qualche caso tipo Rocca S.Silvestro abbiamo maggiori informazioni in quanto c'è stato uno studio accurato sulla zona,ma non sono molti i casi di questo genere. Eppure attività mineraria , economia e monetazione sono correlati e complementari anche se a volte non sempre queste si cercano e non sempre si indaga sulle relazioni tra loro. Diversi autori hanno comunque affrontato l'argomento,Matzke nelle " Le zecche italiane ", Monica Baldassarri in " Zecca e monete del comune di Pisa " gli dedica un capitolo, Peter Spufford in " Money and its use in Medieval Europe " propone la sua tesi anche se in un ambito europeo della dipendenza almeno parziale di tutta l'economia medievale all'attività mineraria. In un ambito europeo dove le miniere del Rammelsberg e della Sassonia avevano la loro importanza, anche l'Italia comunque con miniere di dimensioni minori ebbe la sua parte e fu decisiva nello sviluppo monetario ed economico della penisola . Con l'argento e il rame prodotto e la fame di monete che si sviluppò progressivamente diventava importante avere un dominio ed influenza sulle zone minerarie più ricche e vicine, tutto questo permetteva una maggiore produzione di moneta e il conseguente prevalere sulle zecche vicine. Abbastanza emblematico è il caso della lotta per il predominio di queste tra Lucca e Pisa : in questo caso,ma credo che il concetto si possa ampliare anche ad altri, gli intrecci non sono solo economici e monetari, ma entrano anche in gioco gli aspetti politici che poi risultano decisivi. E Pisa grazie alle alleanze politiche sia imperiali che signorili costruisce il suo successo sulla vicina rivale e e riesce così a produrre un maggior circolante di moneta. Fino a che le risorse non si esaurirono e diminuirono e non vennero alla luce strumenti alternativi di pagamento, l'intreccio a questo punto miniera,economia, produzione monetaria, politica e buone alleanze fu, secondo me, un punto centrale dell'economia medievale con le miniere grande protagoniste dell'epoca. Ovviamente l'argomento è molto vasto e può produrre molte ulteriori osservazioni o punti di vista.
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  38. al D/ MON. NOVA . CVRIAE . RETIC al R/ DOMINI . EST . REGNUM - data 17 - 50 ??
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  39. http://www.ilportaledelsud.org/lavanda.htm Perdonami Davide per questa piccola precisazione: in effetti l'esilio di Pio IX nelle Due Sicilie inizió proprio da Gaeta ma il viaggio di ritorno inizió da Caserta. Ti consiglio la lettura di questa interessante ricerca di Giancarlo Alteri sulla medaglia della lavanda del 1850. Il titolo della discussione forse andrebbe meglio se fosse "Ritorno dall'esilio nelle Due Sicilie" o qualcosa di analogo. Correggimi se sbaglio. Grazie mille.
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  40. Assolutamente.A me venerdi' in discoteca hanno dato un bel 2 euro irlanda cc del 2012 dei 10 anni euro😊
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  41. Complimenti per lo squisito lessico: foriero di encomiabile e sensibile animo artistico verso il vile metallo, reso nobile dalla virtuosa mano dello scultore!
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  42. Taglio: 2 euro CC Nazione: Lussemburgo Anno: 2008 Tiratura: 1.000.000 Condizioni: qSPL Città: Bruxelles
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  43. In quel punto si schierò l'esercito locrese in attesa del nemico. L'esercito crotoniate arrivò in quel punto e come previsto dai comandanti locresi non riusci a dispiegarsi e quindi ad esprimere tutta la sua superiorità. A questo punto furono i locresi a lanciarsi all'attacco con la rabbia di chi sa di non aver nulla da perdere ed in breve riuscirono a far breccia nello schieramento ed a ferire il capo, Leonimo, gettando nello sconforto l'esercito avversario(fra l'altro bisogna anche tener conto dello stato psicologico di chi sicuro di vincere si trova di fronte ad una rovinosa sconfitta) che, ormai in rotta, veniva preso alle spalle dalla cavalleria locrese. La vittoria fu talmente straordinaria ed inaspettata che la battaglia fu oggetto di diverse leggende tra cui quella dei Dioscuri. La tradizione vuole infatti che, tra le migliaia di contendenti, si ergessero due giovani armati diversamente dagli altri, che non davano tregua ai soltati avversari, e che una volta conclusa la battaglia sparirono nel nulla. Questi giovani vennero identificati con i Dioscuri, Castore e Polluce, gemelli figli di Zeus e Leda, moglie di Tindaro, re di Sparta e fratelli di Elena e Clitennestra. Le conseguenze furono che Locri espanse il suo controllo molto più a nord di quanto non avesse mai fatto, inglobando sotto la sua influenza anche Kaulon. Spero di aver fatto cosa gradita nel narrarvi questa piccola storia che riguarda la mia terra. Saluti, un Locrese.
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  44. Il problema non é la magistratura o i tempi della giustizia, ma semplicemente tecnico. In una realtá caratterizzata da problemi importanti e da un carico di lavoro enorme per le procure mi sembra evidente che un caso come il mio fermo praticamente alla notifica dell'informazione di garanzia passi in secondo piano. Per il Magistrato di turno é prioritá bassissima primo perché ne capisce poco secondo perché la legge non é chiara terzo si affida al tecnico. Per questo torniamo al punto che il problema é tecnico. Fiumi di inchiostro come fare, come non fare etc. sinceramente l'esperienza che sto vivendo mi invita a consigliarvi di lasciar perdere. La questione é troppo delicata e complicata. In Italia é uno stress collezionare monete antiche pertanto non vale la pena coltivare una passione che ti puó portare ad avere dei problemi come se la vita di questi giorni non te ne portasse altri: situazione economica, lavoro, salute e figli. L'hobby deve essere un piacere se diventa un ulteriore motivo di preoccupazione forse é meglio lasciar perdere. Ma attenzione il problema é tecnico.
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  45. Beccato ora al volo : @sevivinpaceébello al posto di Sivispacemparabellum...certo che non è un nick semplice da scrivere, stavolta lo posso capire :lol: :lol:
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  46. Piu' che giusto Taras ma la situazione attuale non credo permetta di cambiare improvvisamente mentalità a migliaia di funzionari che a volte, pur "volendo" fare sono vittime essis stessi (non tutti naturalmente) di un sistema burocratico che paralizza o disincentiva le iniziative miranti alla valorizzazione stessa del patrimonio. Esistono ottimi funzionari, alcuni preparati, altri ricchi di spirito imprenditoriale, piu' raramente dotati di ambedue le cose, che si danno da fare per valorizzare il nostro patrimonio. In molti altri casi pero' vince il lassisimo, o ladagiarsi sulla mancanza di mezzi. Non so quanti di noi, animati da religioso fervore su queste colonne, non si troverebbero poi in difficioltà se sedessimo su quelle pèoltrone a vessimo una capacità di manovra limitata. Acraf ha segnalato solo un "granello" dell'immensa sabbia che pervade gli ingranaggi della complessa macchina pubblica: Come si puo' dare la facoltà ad un museo/medagleire impegnato in un progetto molto importante e complesso come la catalogazione/pubblicazione della collezione Reale, di poter stampare solo 50 copie di bollettini che serviranno a tutto il mondo, compresi i commercianti, come riferimento. Chi dovrebbe farsi carico , per regolamento interno, della pubblicazione di questi testi, ovvero il Poligrafico dello Stato non ha interesse a pubblicarli in quanto ritiene la Numismatica di interesse secondario per il vasto pubblico e siccome all'interno di quell'organismo vigono criteri ritenuti a torto "aziendalistici" si perseguono iniziative ove si crede di avere un ritorno economico assicurato. Orientamento di grande miopia in quanto questi bollettini hanno una domanda considerevole vista l'utilità di testi preparati con rigore scientifico che illustrano la collezion di gran lunga maggiore (per ciascuna zecca!) rispetto alle altre conosciute (con poche eccezioni). Questo è solo un esempio. Ma tornando a bomba se la situazione dell'apparato burocratico (e mi fermo a cosnisderare solo le Belle Arti) è tale come si puo' pretendere che , anche su sollecitazione, un funzionario impugni database e PC e soi metta solerte a classificare cio' che guaceva immemore e sconosciuto dai tempi di suo nonno ? Ci possiamo indignare, scrivere lettere di protesta e ... poi ? Facile dire che queste attività sono e debbono essere di competenza del funzionario di turno, è altrettanto facile dire che uno Stato dovrebbe garantire il pareggio di Bilancio e non promuovere sprechi di risorse. Sappiamo tutti che la realtà è un'altra. Alcune volte sconfina nell'irreversibile (speriamo di no ma in alcune istanze la vedo davvero dura) e allora ci dobbiamo scandalizzare se il cittadino onesto (Intellettualmente e culturalmente) stufo marcio di vedere il nostro bel patrimonio mantenuto in cosi degradanti condizioni di curatela culturale, ci dobbiamo scandalizzare se prendesse l'iniziativa e dicesse adesso vi do una mano io ? Con questo non dico che ognuno di noi possa fare cio' che vuole , bensi che in situazioni attentamente analizzate, con volontari ben qualificati e soprattutto con un "progetto" ben articolato e "condiviso" con la parte Pubblica si mettesse a collaborare per colmare i "buchi " nel frattempo che la rivoluzione copernicana del funzionario pubblico si compiesse facendogli cambiare mentalità, stimolandolo a fare quello che fino è stato realizzato troppo lentamente o addirittura mai in certe realtà. Comprendo appieno i sentimenti dei veri "professionisti" che si ritengono scavalcati da certe inizitative o addirittura si sentano "impotenti" di fronte al MOloch pubblico che non li sfrutta a divere o addirittura non gli permette nemmeno di prestare la loro opera, pero' di fronte ad un perpetuarsi del nulla quasi quasi mi metto dalla parte di chi cerca di fare rispettando, per quanto possibile, gli ambiti degli addetti ai lavori.
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  47. Rimanendo in quegli anni non potevo non citare un tondello interessante da conoscere, e il relativo articolo a nome Lorenzo Bellesia. ASSEDIO DI CREMA 1514 Si tratta della moneta battuta durante l’assedio di Crema che invano si cercherebbe nel CNI ma le cui vicende sono state ben ricostruite da Mario Traina nella sua nota opera sulla monetazione ossidionale italiana. Ma andiamo con ordine e ricordiamo il quadro storico. Col trattato di Blois del 14 marzo 1513 Venezia ed il re di Francia Luigi XII intendono unire le forze per conquistare e spartirsi il Ducato di Milano. La sconfitta di Novara del 6 giugno 1513 frena però l’avanzata francese ed i territori veneziani sono invasi da truppe spagnole, tedesche e pontificie. Crema, di cui Venezia era rientrata in possesso nel 1512, subisce l’assedio delle armi sforzesche, comandate da Prospero Colonna e Silvio Savello. Per ben 14 mesi la città ebbe a patire tutte le amarezze ed i sacrifizi che fanno lugubre corteggio alla guerra e crebbe al sommo la desolazione della forte città dopoché vide rizzarsi tra le sue mura gli orridi spettri della fame e della pestilenza. Durante l’assedio, pochi mesi prima della liberazione avvenuta grazie ad una ardimentosa sortita nella notte del 25 agosto 1514, il comandante della guarnigione di Crema, Renzo Ceri, avendo esaurito ogni altro mezzo per far denaro, avrebbe fatto battere delle monete ossidionali o patacche, simili a quelle battute poi a Pavia nel 1524 e a Cremona nel 1526. La notizia è riportata da Pietro Terni, un contemporaneo e diligente storico delle vicende di Crema e dell’assedio del 1513-14. Nella sua cronaca manoscritta egli scrive testualmente: absentati i cittadini, Renzo ed il Contareno misero mano negli argenti del Monte di Pietà e Santa Maria della Croce, in quelli della gesa dico che per voto erano donati et batterono alcune monete da 15 soldi di Milano l’una, et non con cuneo ma col martello facevano le piastre d’argento, hor quadre, hor tonde, hor di sei, hor di otto cantoni, come per sorte venivano sotto il martello, et da un lato solo sculpevano l’imagine di San Marco di forma rotonda tanto piccola che non prendeva il quinto della piastra, rimanendo il resto come dall’incudine era lassato, et per rude et poco solemnigiata forma petacchie erano demandate, et per la loro bontade per tutta la Lombardia ebbono gran corso e questo fu di avosto dell’anno 1514 ed in tutto maggior pregio erano perché da ogni lato monete false si facevano. Un’altra testimonianza su questa eccezionale battitura ossidionale di Crema del 1514 ci viene dal discepolo del Terni, a lui di pochi anni posteriore: Alemanio Fino. Venuto il mese di agosto, vedendo Renzo che in Crema ci era gran bisogno di denaro, pose mano negli argenti del Monte di Pietà e di Santa Maria della Croce, e cominciò a battere certe monete di valuta di 15 soldi l’una, le quali eran detto petacchie. Non avevano impronto alcuno, fuorchè una imaginetta di San Marco da un lato. E poiché l’altre monete che correvano per il più erano false, queste per la loro bontà avevano grandissimo corso per tutta la Lombardia. Le testimonianze del Terni e del Fino, osserva Mario Traina, concordano anche nei particolari, e questo può anche essere comprensibile e scontato dato che il secondo si era formato alla scuola del primo. Ad interpretare alla lettera le parole dei due cronisti et per la loro bontade per tutta la Lombardia ebbero gran corso sembrerebbe quasi che di queste patacche ne siano state battute una gran quantità: il che è, direi, impossibile sia per il breve tempo a disposizione del Ceri (le monete vennero battute in agosto e il 25 la città venne liberata) sia per la limitata disponibilità del prezioso metallo requisito sia, infine, per la stessa esiguità della guarnigione cui le monete dovevano essere date in pagamento del soldo spettante. Penso, continua Traina, che in realtà le parole del Terni e del Fino debbano essere interpretate nel senso che queste patacche, essendo state coniate in ottimo argento e di buon peso, superiori per valore intrinseco al loro valore nominale di 15 soldi, erano ricercatissime in tutta la Lombardia ed il Veneto, dove, a causa della guerra, correvano in gran copia solo monete di bassa lega e monete false. E così si spiegherebbe la loro eccezionale rarità: tanto rare da non essere pervenute fino a noi se non per informazioni bibliografiche. Fino a qui le testimonianze storiche. Usando ancora le parole di Traina passiamo a ricostruire le vicende, per così dire, numismatiche. Stando così le cose il fatto che queste patacche ossidionali di Crema del 1514 non ci siano pervenute può anche essere giustificato. Per la loro forma ed impronta, senza leggende, data e indicazione del valore, possono benissimo essere scambiate per gettoni o, addirittura, per pesi monetali. E confuse forse tra questi ultimi nummi le patacche di Crema continuano a dormire ignorate nel fondo dei cassetti o delle bacheche di qualche museo! Certo depone a sfavore della reale esistenza di queste monete ossidionali il fatto che il Lazari, il più attento studioso delle monete di Venezia e dei suoi possedimenti, non abbia accennato alle patacche di Crema del 1514. Né il Kunz, che pur svolse lunghe ed accurate ricerche per rintracciare queste monete, riuscì nel suo intento.
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  48. Confermo 22. La zecca è Bydgoszcz e il riferimento Kopicki 859. Il 6 grossi 1663 è sempre della zecca di Bydgoszcz (Kopicki 1668). Il mezzo grosso di Alessandro è della zecca di Vilnius (Kopicki 3123) Arka P.S. Alla fine il tempo l'ho trovato. :D
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  49. L'anteprima viene arricchita di giorno in giorno!!! Si dimostra sempre di più una fonte praticamente insostituibile di informazioni, moltissime delle quali del tutto inedite!!! Che meraviglia!!!
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  50. concordo in pieno con profausto, vanadio complimenti per l'acquisto :good:
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