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  1. Civitas Neapolis

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/19/14 in tutte le aree

  1. Il fascino irresistibile e il loro esser anticonformisti, mi spinse sempre a considerare queste tondelli come forme espressive prive di regole e canoni, una sorta di avangurdia numismatica, dove tutto era concesso, con semplici tratti e con i più disparati materiali al servizio della creatività... Inizierei subito con un pezzo da novanta, visto il suo contesto storico. Clemente VII (Giulio de’Medici), 1523-1534. Ducato ossidionale (1527), AR 36,03 g. CLEMENS VII – PONTIF MAX Stemma Medici sormontato da triregno con fasce e chiavi decussate; giglio in cimasa. Rv. S PA + S PE Busti nimbati dei Santissimi Pietro e Paolo affrontati; nel campo in basso, tra i busti, monogramma VL (segno di zecchiere non identificato). Sotto, nel giro, ALMA ROMA . CNI 151. Spaziani Testa 2. Muntoni 21. Berman 832. Esemplare di qualità eccezionale per questa storica moneta. Il periodo di coniazione di questi ducati è quello dell’anno terribile del sacco di Roma, che va precisamente dal 6 maggio all’8 dicembre 1527. Furono battuti a Castel Sant’Angelo, dove il pontefice si era rifugiato a seguito della presa di Roma da parte dai mercenari al soldo degli Imperiali. Il sacco della città ebbe proporzioni disastrose. Nella prima giornata di scontri 6000 romani persero la vita in difesa dell’Urbe, mentre altre 2000 persone, che avevano cercato scampo sulle imbarcazioni del Tevere, affogarono nel fiume quando queste, stracariche, si capovolsero. La popolazione della capitale da 90000 abitanti si ridusse a poco più di un terzo, 20000 furono passati per le armi, 10000 abbandonarono la città ed altri 30000 morirono in seguito alla peste causata dal sacco. Nulla si salvò dallo scempio dei Lanzichenecchi, non le donne che ebbero a subire violenze inenarrabili, non i palazzi ed i monumenti; ogni casa fu saccheggiata e le chiese profanate. Le stanze del Vaticano, con gli affreschi del Raffaello, del Botticelli e di Michelangelo furono trasformate in corpo di guardia. Innumerevoli le opere d’arte che andarono perse per sempre nella furia di quei giorni; la statua del Laocoonte venne fatta a pezzi. Solo castel Sant’Angelo, l’antico sepolcro romano fatto costruire dall’imperatore Adriano, già fortificato fin dal V secolo e da poco restaurato e rinforzato, resistette all’assedio posto dai Lanzichenecchi, che furono sempre respinti dalle artiglierie. Agli Imperiali, che avevano scavato tutto intorno al mausoleo una trincea servendosi dei prigionieri, non rimaneva altro che attendere che la penuria di cibo e la peste aprissero le porte della fortezza. Il 5 giugno il pontefice dovette cedere e le condizioni della resa furono durissime: oltre al pagamento di circa 400000 ducati, della decima di tutti i beni ecclesiastici nelle terre di Carlo V e la consegna agli Imperiali di Ostia, Civitavecchia, Modena, Piacenza, Parma e Forlì, fu deciso di tenere in ostaggio tre Cardinali e altrettanti parenti stretti del papa e la reclusione di questo ultimo in Castel Sant’Angelo sino al completo pagamento del riscatto. Benché il pagamento fosse avvenuto entro agosto, papa de’ Medici rimase prigioniero per 6 mesi durante i quali furono fusi arredi sacri in oro ed argento per far fronte alle continue richieste di denaro da parte degli occupanti. Clemente VII riuscì a fuggire dal Castello la notte dell’8 dicembre travestito da servitore. Il giorno successivo la fortezza venne riconsegnata al Legato Pontificio. Il 17 febbraio 1528 gli Imperiali decimati dalla peste mossero alla volta di Napoli. I ducati con le loro frazioni furono coniati con argento di fortuna ricavato dalla fusione degli arredi sacri, vasellame e reliquie. Le testimonianze dell’epoca ci confermano questa straordinaria battitura per il pagamento del riscatto del pontefice. Un autore, il fiorentino Domenico de’Rossi, compagno di prigionia del papa, nelle sue "Memorie Storiche" così scrive della capitolazione del pontefice: "…Il primo capo fu, che Sua santità pagasse 400.000 Ducati all’esercito Cesareo in tre paghe, cioè 100 mila presentemente, 50 mila tra venti giorni, cioè per tutto il giorno 26 dello stesso mese di giugno, e li restanti 250 mila fra due mesi prossimi etc. Furono chiamati in Castello gli Zecchieri e immediatamente datogli l’oro e l’argento, che vi era dentro rifugiato, ne furono improntati i 100 mila Scudi promessi e presentemente pagati; gli altri 50 mila li andavano mettendo insieme, di candelieri, croci, vasi ed ornamenti di Reliquie, quali fatti improntare con le teste di S. Pietro e Paolo , e con l’arme di Sua Santità, furono similmente pagati a quelle insaziabili turbe". Dallo Scilla riportiamo la notizia che al saggio questi ducati rivelavano una discreta presenza di oro, e questa è probabilmente la ragione per cui vennero ricercati e fusi dagli speculatori del tempo, determinandone così la grande rarità.
    7 punti
  2. Complimenti per la discussione! Le monete ossidionali sono sempre bellissime, più che altro per la documentazione che, almeno solitamente, le accompagna. lo scorso anno scrissi un piccolo articolo sull'assedio di Volterra e, benché non si conoscano le monete coniate in quell'occasione, le testimonianze che si possono raccogliere sono veramente interessanti; in quel caso, in particolare, c'era di mezzo anche Francesco Ferrucci (quindi un grande personaggio), e l'assedio è raccontato in maniera struggente da un assediato volterrano che, nel 1530, raccoglie tutti i suoi pensieri e le sue cronache in un diario che porterà con se quando, nascondendosi all'interno di un carro, riuscirà a fuggire verso Pisa. In questo caso l'assedio fu ancor più crudele, poiché da una parte c'era Firenze, volenterosa di riportare la propria supremazia sul colle dei vescovi, dall'altra gli Imperiali, al comando del celebre Maramaldo, che volevano acquisire la città sotto il loro dominio: uno scontro in "terra di nessuno". Anche in questo caso non mancano le testimonianze di uccisioni, stupri, popolani buttati fuori dalle case che dovevano ospitare l'esercito fiorentino, che faceva la parte dell'assediato in una città che non era la sua, ma che era sotto la sua reggenza. Inutile dire che le ribellioni dei Volterrani si presentavano quasi giornalmente. per ogni curiosità vi rimando al link su academia.edu. https://www.academia.edu/4963346/QUANDO_FERRUCCI_BATTE_MONETA_IL_MITO_DI_UNA_MONETA_OSSIDIONALE_CONIATA_NEL_1530
    3 punti
  3. @@alessandro1970 settimana magra !!! 80 monete, il corrispondene attuale di 2 anni dei miei :rofl:
    3 punti
  4. Incitato da @@Rex Neap e @@Layer1986 posto prima di quando pensato questa piccola chicca che ho preso sempre stamattina..Si tratta di un Tre Cavalli di Filippo IV del 1622 catalogata nel Pannuti Riccio al numero 112a per via della sigla MC disposta su un'unica riga..la conservazione è quello che è ma è pur sempre un R3 e rispecchia in pieno la mia firma :D Gaetano
    2 punti
  5. Salve a tutti, questa monetina stamattina è tornata a casa con me come frutto di alcuni scambi..credo che la conservazione sia veramente alta per la tipologia..cosa ne pensate? Il ritratto è intatto, sembra quasi che l'usura non ci sia..se non fosse per quelle schiacciature di conio sarebbe perfetta :pissed: :P
    2 punti
  6. Ultima foto, leggermente aiutata con luci ed ombre. Come puoi vedere la foto in se per sè va benissimo, devi solo migliorare la resa dell'esposizione, stando attento che le ombre non sono da eliminare, ma vanno sfruttate in modo da conferire alla foto quella giusta tridimensionalità che oltre a renderla più gradevole, soprattutto la rende più chiara nella lettura. A parole è facile... più o meno... nella pratica... io ci sto ancora provando ;)
    2 punti
  7. Ebusus (125-75 a.C.) Bes Cabiro di fronte con clava e serpente Bes Cabiro di fronte con clava e serpente Acquaro, La monetazione punica, Milano 1979, nn. 193-206..
    2 punti
  8. Bene, qualche osservazione tecnica è cominciata ad arrivare, ed anche il parere di @@Alberto Varesi, che ringrazio per essere intervenuto in questa discussione con il suo occhio e la sua esperienza in materia :). E grazie anche a @@dabbene, che è l'unico ad aver raccolto il mio invito ad osservare la tabella di Pesce, e pure a @@dizzeta al quale chiederei, se possibile, di fare lo stesso confronto che ha fatto con le altre lettere anche con la X e la 1 per favore ;). Intanto vi dico che per vari, ed in parte penso anche ovvii, motivi, secondo me siamo difronte a due gruppi di manufatti diversi: il cosiddetto "grosso multiplo" con ogni probabilità della ex collezione Avignone e adesso conservato ed esposto a Palazzo Tursi a Genova (il primo nella tabella di Pesce), e quindi tutti gli altri, per due dei quali sono state qui postate le immagini. Il primo non soltanto è l'unico ad essere stato noto già entro l'ultimo quarto del XIX secolo, ma è anche il primo - e per molto tempo l'unico - ad avere interpunzioni al dritto (lato imago civitatis/ castello per intendersi) almeno congruenti con i grossi ed in generale con quanto adottato nella monetazione d'argento genovese. Devo dire che è anche il solo che ho visto direttamente e del quale ho potuto osservare anche il bordo, il dettaglio dei rilievi del conio ed acquisire informazioni sul contenuto metallico del quale poi, per quello che posso vi dirò (sono dati ancora inediti e non sono solo "miei"...). Annuncio subito però che nel caso non può essere un falso cigoiano, sia per motivi cronologici (il Cigoi era stato già smascherato nel 1870 ed in qualche modo Avignone, Franchini e Ruggero avrebbero guardato a quel pezzo con altri occhi se avessero avuto anche il minimo indizio che potesse essere venuto dalle "sue parti"), sia per i risultati delle stesse analisi XRF, visto che grazie a @@dizzeta abbiamo analizzato anche un grosso genovese invece presente nel repertorio cigoiano che può fare da elemento di confronto in tal senso. Vero è che, se non genuino, parrebbe seguire una "filosofia" di falsificazione non lontana da quella cigoiana, ne dò atto. Quasi tutti gli altri "grossi multipli" presentano quelle interpunzioni ad anelletti che, francamente, uniti a certi altri minimi elementi epigrafici, che possiamo vedere una volta postate le altre foto da dizzeta (se può e se vuole), non trovo congruenti con le scelte operate dalla zecca genovese in fatto di produzione argentea, anche nella seconda metà del XIII secolo. (L'esemplare passato da Ghiglione in realtà ha le interpunzioni con bisanti, ma molte più lettere non convincenti rispetto all'ex Pesce con gli anelletti). C'è poi il problema del rilievo delle lettere già evidenziato da Varesi (pure nell'esemplare poi passato da Ghiglione, che ha interpunzioni "regolari") e, almeno dalla foto, da una patina secondo me non del tutto convincente, oltre al fatto che questa "serie" è apparsa nel XX secolo e piuttosto tardivamente, mentre non era nota come sappiamo neppure al tempo della compilazione del CNI. E' chiaro che rimane per tutti gli esemplari noti (ma io ne ho visti solo tre...) il problema della anomala perlinatura dei cerchi, che è la cosa che stona in modo più evidente rispetto a tutti gli altri pezzi genovesi due e trecenteschi in oro e in argento, ma più in generale con la produzione monetale bassomedievale italiana. Da notare, comunque, che negli esemplari con gli anelletti, chi ha prodotto i conii era ben consapevole di questo problema: ed ha cercato infatti di ridurre la dimensione dei punti, come si vede ad un raffronto tra i tipi nella tabella, che così nei pezzi con gli anelletti risultano di numero maggiore rispetto al "modello" Avignone. In attesa di vostri ulteriori interventi in merito, un caro saluto e ...buona domenica MB
    2 punti
  9. DE GREGE EPICURI A proposito dei simboli usati precocemente, abbiamo citato la figura dell'orante, l'ancora e il pesce. La figura dell'orante, con le braccia un po' aperte e le mani verso l'alto, era già utilizzata nell'arte romana (e sulle monete) ad indicare la PIETAS. L'ancora sembra che per i cristiani simboleggiasse la croce, a cui assomiglia; ma l'ancora col delfino attorcigliato esiste su monete del 1° secolo, ad es. un bel denario di Domiziano, non so con quale significato. Infine il pesce, utilizzato (e scusate se dico cose abbastanza note) perché il termine greco "pesce", che qui traslittero alla latina come ICHTHYS, è l'acrostico di: IESOUS CHRISTOS THEOU YIOS SOTER, cioè Gesù Cristo Figlio di Dio, Salvatore. La simbologia del pavone non mi è nota (usata sulle monete di consacrazione almeno da Faustina Figlia), mentre per la fenice esisteva la credenza/leggenda, ripresa credo anche da Plinio, che questo uccello rinascesse dalle proprie ceneri, dopo aver concluso la vita bruciando su un rogo: era perciò simbolo di eternità. La fenice compare anche in monete dei figli di Costantino (FEL TEMP REPARATIO) ed è nimbata, cioè con aureola. Forse trovo una foto.
    2 punti
  10. Buongiorno a voi. Dal momento che si tratta di una monetazione che mi sta particolarmente 'a cuore', cerco di seguire e di documentare anche eventuali falsificazioni che appaiono sul mercato antiquario o commerciale. Del cd. 'vittorino' scodellato col legenda svictoris, negli anni ho individuato diversi esemplari 'problematici'!!! ;) Quasi tutti provenivano da una stessa mano ed erano stati immessi nel circuito commerciale a partire dalla fine degli anni Sessanta. Per quanto riguarda invece il grosso, questo è il quarto esemplare che mi capita di vedere. Anche in questo caso tutti e quattro i pezzi sembrano provenire, direttamente o indirettamente, dalla stessa copia di conii. Ho scritto 'indirettamente' perché mentre i primi tre esemplari che ho rintracciato erano quasi sicuramente tutti coniati, l'esemplare segnalato da Azaad, a prima vista sembra proprio essere stato prodotto per fusione. Tuttavia, se così fosse, credo comunque che la matrice debba essere stata creata utilizzando uno dei pezzi 'originali' prodotti con la copia di conii degli altri tre falsi di cui ho accennato. A quando risalgano queste falsificazioni non so dire. Il primo esemplare lo potei vedere circa vent'anni fa, ma potrebbero essere molto più vecchi. Si tenga presente che gli articoli di Travaglini, nei quali lo studioso, in un certo senso, rivalutava questa moneta rimasta fino ad allora semisconosciuta, sono dell'inizio degli anni Settanta, mentre l'articolo di Lucia Travaini, che segna un punto di svolta per l'assegnazione a Vittoria di questo grosso, è del 1989. Ma la moneta originale era nota già al Muratori, che ne pubblicò il disegno nel 1739 seguito dal Lelewel nel 1835 (Bibliografia in Bazzini, Ottenio 2002). Tornando all'oggetto di questo post, segnalo come la copia di conii serviti per eseguire le falsificazioni furono anch'essi in vendita, sempre su e-bay, nei primi mesi del 2010 e sono stato oggetto di un articolo di Alberto Campana sul numero 52 (luglio-agosto 2010) di Monete Antiche (A. Campana, Conii moderni per un "vittorino" di Federico II, pp. 41-42). @@acraf Buona giornata, Teofrasto
    2 punti
  11. Vero, le lettere sono somiglianti a quelle dei grossi, ma come è giusto che sia, anche nel caso di un buon falso. A parte la forma, però, ti invito a guardare meglio quelle dei grossi, in particolare quello della colonna centrale, e vedrai che mancano di profondità, sono 'piatte'. La perlinatura poi...... Mio personale pensiero, no buono.
    2 punti
  12. Ti chiedo scusa se ho un po' provocatoriamente interpretato il tuo pensiero dal "velatamente accennato con il "se genuino" ...era un po' costringerti ad approfondire ... Ti faccio vedere, quindi, quello che mi ha colpito di più dal confronto con il grosso già postato e un altro (sempre da 4 denari e sempre con la spina a inizio legenda del dritto) ...che è una meraviglia ...di cui ho la fotografia ...anche se forse farei meglio a tacere per non insistere in una battaglia persa. Nella prima colonna c'è il grosso multiplo del Pesce, a fianco i due grossi. Io vedo un'assoluta somiglianza nella fattura dei caratteri compreso il cappellino della A, gli apici triangolari alla base del castello e il braccio asimmetrico orizzontale della croce a inizio legenda. Tutti gli studiosi erano increduli per via del peso ma queste lettere devono essere sembrate genuine o, penso io, almeno eseguite dalla zecca genovese in epoca antica. Poi se un erudito gesuita si è divertito a fabbricare una copia di fantasia mi piacerebbe conoscerne i motivi, a me un'operazione del genere sembra in contraddizione con "l'erudito" e mi verrebbero in mente altri aggettivi che non è bello scrivere in un forum anche per rispetto alla sua Congregazione (che avesse ragione Pascal sui gesuiti?...Se fosse così, direi proprio di sì)
    2 punti
  13. C'è .... c'è ........ (il grifo sotto alla croce lunga e la croce corta sotto al castello) .... Ma che bell'inizio d'anno ....pieno di monete genovesi e ....di belle novità ...che si stiano avverando i miei "sogni numismatici"? Grazie!
    2 punti
  14. Categoria: Exonumia Autorità Emittente: Gettone di iniziativa privata Valore Nominale: // Peso: 19,6 Gr. Diametro: 35.5 mm. Contorno: Liscio Metallo: Rame Descrizione del Diritto: Angelo festante, due cuori legati assieme al centro di una ghirlanda matrimoniale tra le mani, con rose e petali sparsi nel campo. Descrizione del Rovescio: Alla sommità presenti due stemmi di casate nobiliari legati assieme da fronde di ulivo, in uno scudo è raffigurata la tipica Aquila stemma della casata di Francoforte, nell'altro scudo vi è presente un Orso. Sotto elencati i nomi dei due Sposi, IENN MANER // WILLN KOPPEL. Sotto frase in tedesco GETRAUT ZU FRANKFURT // A/M. Nel giro in basso AM 26. DEZEMBER 1900 Catalogazione: // Millesimo: Gettone realizzato di iniziativa privata per celebrare il matrimonio tra due nobili casate di Francoforte, nel 1900.
    2 punti
  15. Categoria: Monete Moderne in Oro Autorità Emittente: Ferdinando IV Re del Regno di Napoli Valore Nominale: 6 Ducati Peso: 8,8 Gr. Diametro: 26,5 mm. Contorno: Treccia in rilievo Metallo: Oro 906,25 Descrizione del Diritto: FERDINAN.IV.D.G.SICILIARVM.ET.IE.REX (Busto a destra) in basso B.P. Descrizione del Rovescio: HISPANIAR / INFANS 1783. Stemma coronato tra C // C / C e D / 6 Catalogazione: Gigante 28a Millesimo: 1783, Zecca di Napoli
    2 punti
  16. Il sito si appresta a festeggiare il suo 250° anniversario, l'amministratore @@Reficul VIII informa che nell'occasione sarà donata a tutti gli utenti una moneta con ben 300 anni sulle spalle! Una bella riproduzione biometrica in 3D del 5 lire del 1954 con il delfino animato (specie già estinta da quasi un secolo). _______________ Di questa stessa moneta, qualche anno prima, al milionesimo iscritto al sito era stato dato in dono un rarissimo esemplare originale scampato alla fusione nucleare del XXII° secolo. Questo 5 lire del 1954 si trovava in un eccezionale ES (estremamente usata), dato che in giro ci sono molti cloni la monetina era stata periziata ed ibernata dalla rinomata casa PCGS (Planet Certifications Galattic Sistem). ______________________ Altre sorprese in seno all'anniversario :) dopo le ultime scoperte in campo spaziale lamoneta.it lancia la sua nuova sezione: Monete degli altri sistemi planetari - Identificazioni - _____________ _____________ _____________ _____________ _____________ _____________ _____________ _____________ Un pò di fantanumismatica dai :) ....come immaginate la vostra collezione tra 250 anni? In assenza di un degno erede la mia sarà sotterrata nella seconda luna di Giove, "Europa", le mie monete diventeranno polvere di stelle nel prossimo Big Bang. Da "Odissea nello spazio l'anno del contatto" .....tutti questi mondi sono vostri tranne Europa, non tentate di invaderci, vivete insieme, vivete in pace...
    1 punto
  17. Ciao, come noto, risulto affetto da una strana malattia... la “hoard mania”,:D e rientrato temporaneamente dal I secolo d.C.(vedi discussione sulle imitative di Claudio I,) ero alla ricerca di qualche esemplare disponibile… così ho pensato di portare compagnia alle già descritte monete del IV secolo provenienti dal Grassmoor Hoard http://www.lamoneta.it/topic/108636-grassmoor-hoard/?hl=grassmoor Come sappiamo il fenomeno dell’hoarding ha radici già nella Gran Bretagna pre-romana e nel periodo post-romano continua, fino ai tempi recenti. Così ho acquistato questa costantiniana proveniente dal Nether Compton Hoard. E’ un hoard che già presentai nella discussione sugli hoard romano-britannici: http://www.lamoneta.it/index.php?app=core&module=search&do=search&fromMainBar=1 Rinvenuto il 19/2/1989 da Mike Pittard con l’utilizzo di un MD. Il sito di Nether Compton (Dorset) è costituito dai resti di una strada romana, di resti dell'età del ferro e di un edificio romano. Foto da Google Earth con sovrapposte le evidenze sotterranee. Foto da Google Earth con indicato il luogo di ritrovamento dell'hoard. L’annuncio e le foto del ritrovamento furono pubblicate su The searcher (Issue 44, Aprile 1989) Consegnato dal rinvenitore al Dorchester Museum, fu dallo stesso reso a Pittard, venduto e disperso nel 1994. Non venne mai redatto un preciso elenco del deposito. Il vaso contenente le monete e altre 33 monete addizionali furono donate al museo.
    1 punto
  18. A grande richiesta ....Ecco a voi ....la moneta del "mistero" IL GROSSO MULTIPLO ...moneta del "mistero" perchè fino ad oggi nessuno ci ha capito niente. Facciamo un breve riepilogo tratto dall'articolo di Giovanni Pesce riportato negli "Scritti di argomento numismatico dal 1941 al 1991". Che fosse una moneta strana lo avevano capito tutti, lo stesso Pesce mette le mani avanti infatti avvisa: "Dirò subito che per diametro e peso l'inquadramento di una moneta del genere rappresenta serie difficoltà perché alla fine del secolo XII nessuna zecca italiana comprende grossi di taglio simile". E' una moneta del diametro di 25 mm e del peso dai 5,35 ai 5,58 gr, nel CNI se ne conosceva un solo esemplare ma già quando scriveva il Pesce (1978) se ne conoscevano 4 con delle piccole differenze di conio che confermano 4 diverse matrici (varia il numero di perline del cerchio interno, in un solo esemplare l'interpunzione è formata da bisanti e in 3 è formata da due anellini disposti verticalmente), tutti in ottimo stato di conservazione. Si può quindi avanzare l'ipotesi, dice il Pesce, che si tratti di una prova o di un progetto, oppure si possa ritenerla addirittura alla stregua del piedfort del grosso IANVA, insomma una sorta di facsimile, approntato in moduli più grandi e più pesanti allo scopo di poter meglio essere studiati o per essere presentati alla commissione che doveva decidere in merito. Ma alla fine anche il Pesce si arrende per il fatto che essendo i quattro esemplari simili ma non identici avrebbero potuto essere anche monete effettive prodotte per la circolazione, magari battuti in pochi esemplari per "usi" particolari di rappresentanza, e, in accordo con il Franchini e il Desimoni, conclude che questa moneta possa essere il frutto dell'alleanza dei Genovesi con Enrico VI per la conquista del Regno di Napoli, battuta verso il 1194, e corrisponderebbe ad un grossone da due soldi a somiglianza dei tornesi circolanti a quell'epoca. ....ed ora a voi ....la parola ....
    1 punto
  19. Moderno rame, 72 votanti, non credo e non voglio pensare che ci siano solo 72 interessati a questa sezione che ha monete non di grandissimo impatto, ma intriganti, con storie interessanti, come curatore di questa sezione vi dico forza, votando aiutate il concorso, il forum, il lavoro fatto, basta un clic, ragionato, ma un solo clic ! Intanto vedo un uomo al comando con però due bei inseguitori che non lo lasciano andare via, come andrà ? dipende da voi :blum:, solo da voi.....e seguendolo sapremo che fine hanno i tre in fuga....ma attenti come sempre agli outsider.....
    1 punto
  20. E' il limite che si può acquistare/detenere senza fare alcuna segnalazione.
    1 punto
  21. Volentieri, grazie. Sull'iconografia di Isis Lactans segnalo questo bellissimo volume: V.TranTamTinh, Y. Labrecque e V. TamTinhTran. Isis Lactans, Corpus des Monuments Greco-Romains d'Isis allaitant Harpocrate (Études préliminaires aux Religions Orientales dans L'Empire), Brill Academic Publishers, 1973. Più genericamente sul tema isiaco ho utilizzato la seguente bibliografia: Alföldi, Andreas. A Festival of Isis in Rome under the Christian Emperors of the IVth Century, Institute of Numismatics and Archaeology of the Pázmány-University, Leipzig, 1937 Apuleio. Metamorfosi o L’Asino d’oro Biondi, Graziano. Nietzche e il mistero di Osiride secondo Erodoto e Plutarco, in Idee - Rivi­sta di Filosofia, pp 121-146, n. 48, settembre-dicembre 2001. Capotummino, Umberto. Horus il Giovane e il silenzio iniziatico, www.esonet.org/studi...iniziatico Clerc, Giselle. Isis-Sothis dans le monde romain, in Hommages à Maarten J. Vermaseren, Ed. Boer-Edridge, Leiden 1978 Coarelli, Filippo. Iside Capitolina, Clodio e i mercanti di schiavi, in Alessandria e il mondo ellenistico-romano, Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo, 1992. Galimberti, Alessandro. The pseudo-Hadrianic epistle in the Historia Augusta and Hadrian’s religious policy, in Hadrian and the Christians, Ed. Marco Rizzi, New York 2010 Hidalgo de la Vega, M.J. Comentario sobre el libro XI de las Metamorfosis de Apuleyo, in Studia Histórica. Historia Antigua, Universidad de Salamanca, 1983 Hidalgo de la Vega, M.J. Iniciación religiosa e interiorización de la dependencia en las Memamorphosis de Apuleyo de Mandara (Libro XI), in Studia Histórica. Historia Antigua, Universidad de Salamanca, 2007 Icardo, Manuel. El mito de Isis, www.albaiges.com/religion/mitoisis.htm Martín Valentín, Francisco. Las instituciones religiosas paganas en el Egipto Romano, http://www.culturaclasica.com/?q=node/1612 Saura Zorrilla, Domingo. Harpócrates y la iconografía del poder imperial en las acuñaciones nomaicas de Trajano y Antonino Pío, en Historia Antigua, tomo 19-20, 2006-2007. Rachewiltz, Boris e Partini, Anna Maria. Roma Egizia, Ed. Mediterranee, Milano 1983 Wessetzky, Vilmos. Considerazioni a proposito dell'idria di Egyed, in Alessandria e il mon­do ellenistico-romano, Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo, 1992.
    1 punto
  22. Quella del Malawi mi manca... ma che ha sul bordo? Riguardo al 1 Yuan Taiwan 7+ 10 x 8 = 87 + 1911 = 1998
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  23. perché la mania di voler vedere, ed esserne colpiti, del nudo femminile, nasce insieme al cattolicesimo e all'idea del peccato legato alla lussuria...gli etruschi, e prima di loro i greci, e prima di loro gli Assiri e così via, vivevano molto meno vestiti di quanto siamo abituati a pensarli noi, quindi un bel corpo femminile, che ha sempre risvegliato e sempre risveglierà certi appetiti nella maggioranza della popolazione maschile, era merce piuttosto comune da vedere in quanto più figlia della casualità genetica e dell'incrocio che c'è più o meno per qualsiasi essere umano di genere femminile ad un certo punto del suo sviluppo, piuttosto che un corpo atletico e ben forgiato dall'attività sportiva che impiegava tempi e impegni che andavano sottratti al lavoro giornaliero, quindi non alla portata di tutti....ma , piuttosto, di una ben precisa categoria di persone: ovvero chi dell'atletismo aveva fatto una professione e una ragione di vita. Probabilmente anche un fabbro doveva essere molto muscoloso, vista l'assenza di macchine utensili, ma la sua muscolatura era funzionale ad un limitato numero di azioni e si sviluppava disarmonicamente nei confronti delle parti del corpo non utilizzate per la professione...un pentatleta era TUTTO armonico. Per dirla in breve: bella ci nasci, palestrato lo diventi per scelta...
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  24. Bello e stimolante l'input Eros, permette di cercare di conoscere, capire, magari approfondire anche questo tipo di monetazione, che indubbiamente ha il suo fascino, basta guardare questo pezzo per permetterti anche di sognare e di tornare indietro nel tempo. Era poi una moneta di necessità, coniata tra giugno e dicembre 1527, quando l'assedio di fatto a Castel Sant'Angelo era già cessato, Benvenuto Cellini racconta che le monete furono battute con l'argento ricavato dagli arredi sacri della cappella del Papa, alcuni erano dorati, per cui risulterebbero anche tracce d'oro in queste monete. Il peso era irregolare, la forma pure, probabilmente furono usati vecchi conii di monete già coniate, interessante anche il VL in nesso ; è molto probabile pensare a una zecca, anche rudimentale presente nel castello. Chi parla molto di queste monete è il Traina nei suoi contributi, di certo l'impatto di questa moneta è molto forte, se si pensa poi alla sua storia e alla sua realizzazione, il fascino e l'emozione aumentano ancor di più. Quindi grazie di averla proposta.....
    1 punto
  25. E' nel post 34: "Per il momento non mandatemi mp sul forum, a meno che non sia strettamente necessario... La casella mail attiva è razziavaticano[chiocciola]libero.it"
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  26. @@francesco77. Non è un "libretto" è una pubblicazione (anche abbastanza rara da trovare) intitolata " L'evoluzione Storica della tecnica monetaria e delle varianti nella zecca di Napoli dal 1516 al 1859" - Luigi Regina Editore - Napoli 1971 In esso soprattutto per il periodo Borbonico ci ritrovi Leggi, Decreti, Riforme e quant'altro accaduto in quel periodo, con documenti inediti e spiegazioni nonchè osservazioni fatte dall'autore..............eccezionale !! Pensa che ancora oggi è validissima e quello che vie riportato non lo trovi facilmente nei più recenti volumi su questa monetazione......eccezion fatta per uno studio del Traina sulle Piastre Borboniche e le pubblicazioni di Maucieri Danilo. Spero di esserti stato utile.
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  27. ....aggiungo Negrini 33 ..........
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  28. Ciao, anche a Mr. Esty quanto ipotizzato da Centurioneamico, pur nella difficoltà di comprovare oggettivamente il fatto, pare molto plausibile. Delle due tende a preferire la prima delle due proposte e afferma che Individuals have no incentive to do that with their own coins. It must be the government (army). Quindi a rigor di logica è abbastanza palese un intervento "centrale", sia esso svolto da un gruppo specifico o generalmente dall'esercito, su direttiva superiore. L'unico a trarre beneficio da questa operazione di controllo era l'esecutore (l'esercito che utilizzava moneta ufficiale) e il mandatario dell'ordine (il Governo Centrale che emetteva la moneta ufficiale). Infatti, come gli avevo scritto: De-valutated the light, imitative sestertii would be re-valutated the official ones! Quindi anche una persona con una certa esperienza nelle imitative esterna alla discussione e al Forum attesta la bontà di quanto formulato. Termina ringraziando per averlo messo al corrente di quanto emerso. Personalmente mi ritengo orgoglioso di... aver contribuito a diffondere un po' il nome del Forum... overseas! In quest'ottica di "esternalizzazione" sarei tentato di postare una discussione analoga nel FAC americano proponendo le ipotesi proposte al vaglio di altri studiosi di buon livello internazionale. Ciao Illyricum :)
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  29. In verità la variante nota sul venti centesimi presenta il monogramma di zecca BN rovesciato per entrambe le lettere, ovverosia un NB capovolto, e non e' un falso. Questa varietà invece, falsa o meno, consiste nella sola N posta ruotata di 180 gradi. Aspettiamo l'autorevole parere di De Falco all'amico @@salvadac in ogni caso.
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  30. Io invece come nonna sono più interessata a quelle fuori corso...e lavoro sul mio nipotino più grande per far si che lo sia anche lui... Viva la fantaNumismatica...non perdete le speranze...esisterà in Eterno. Giò
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  31. non colleziono errori ma l'altro giorno ho visto questo 2 euro che mi sembra strano(decentrato?) in aggiunta altri errori che mi sono capitati (manca il 2 euro san marino 2010 senza stelle ma prima o poi ci farò una foto)
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  32. Segui la filosofia del << Si dice il peccato ma non "da chi va" il peccatore... >>
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  33. se si trovassero delle immagini decenti per ciascun taglio potremmo fare un pdf aggiungendo le notizie che si sono raccolte nelle varie discussioni comunque nei decenni successivi anche altri paesi coniarono medaglie inerenti alla moneta unica, la valuta non era euro ma ecu
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  34. DE GREGE EPICURI Forse potrebbe essere un "2 sols" di Luigi XVI della Convenzione, molto usurato e poi martellato sul bordo per usarlo come pedina per la dama, o qualcosa di simile; come per certi sesterzi romani. Un peso monetale da 21 g. non mi torna, per questo periodo, neanche per l'argento.
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  35. Votato. Sono stato incerto fino all'ultimo. Davvero splendide e faccio i complimenti comunque @@rorey36 per lo splendido denario repubblicano e @@deadhead per il bellissimo tetradramma di Siracusa. Nonché impossibili da non notare il quinario di Augusto di @@Mirko8710 e la dracma di @g.aulisio delle tribù celtiche della Gallia Cisalpina. Tutte splendide, comunque anche le altre siciliane e i vari argenti della repubblica romana e di Settimio Severo. :) Alla fine però per me ha prevalso il cuore e la spigona presente sul rovescio del tetradramma di Filippo II di @@apollonia
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  36. 1 punto
  37. Perdonami, ma questo è Vergognoso. Confidiamo nel fatto che tu ti Redima lasciando sempre un 1€ in più di quanto cambi almeno.
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  38. Il miglior modo in Assoluto è il Vapore, Altrimenti si può inumidire il retro con un po d'acqua ma il francobollo potrebbe sbiadire i colori, o danneggiarsi per poca accuratezza, Detto questo e sorvolando sul valore (circa 10 volte superiore su busta rispetto ad un usato sciolto ) ti consiglio di non staccarli dalla lettera o cartolina che sia, Quanti francobolli Antichi nel 900' ( Secolo della più grande razzia e catalogazione dei Francobolli dell'800') sono stati staccati dalle buste e collezionati? Beh!!! Più del 50% ! E ad oggi a quanti dispiace comprare il singolo ed incompleto francobollo invece che la lettera? a parer mio al 99% dei collezionisti Comunque parlo di francobolli antichi , i francobolli dei giorni nostri hanno scarso valore se usati, che siano su busta,su cartolina o sciolti, Diciamo che la lettera per un francobollo è come la patina per una moneta! conservali così !!! con timbro postale , timbro d'arrivo,corrispondenza e tutta la storia che si porta dietro.! e chiaramente più completo e piacevole , da analizzare ,guardare o per studiare una tariffa! davvero !!! non staccarli ! Saluti Alessandro
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  39. Mi avete fatto venir voglia di aggiungere qualche medaglia alla mia collezione.....davvero complimenti a tutti, è stata durissima votare.
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  40. Ci leggono , eccome se ci leggono. Anche loro sono umani . Ho conosciuto il Dott. Beale , molto giovane e grande passione. Sarà un personaggio che con la sua casa d'aste , aspira a grandi ambizioni nel prossimo decennio. Ha anche ottimi collaboratori , quel che gli manca ( a mio modesto parere) un GRANDE esperto che possa consigliarlo o suggerirlo prima di andare in stampa. Caro Skuby , non è semplice accogliere le varie segnalazioni che gli arrivano . Su qualche errore e più semplice , vedi la correzione sul bronzo di Herakleia. Ma diverso chiedergli di ritirare alcuni lotti, che sia tu che io ed altri conoscitori , riscontriamo le problematiche di genuinità. Il mandato di una casa d'asta e di vendere l'intera collezione Swithenbank , così come è stata raccolta . Ecco che qui sarebbe stato opportuno la super visione precedente alla pubblicazione , ad un GRANDE conoscitore expert. Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum
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  41. Carissim* vedo che siete partiti, e bene! Con buona pace di Gandolfi, Desimoni e anche Pesce penso che si possa tranquillamente oggi affermare che un grosso di questo tipo e, per Genova, con quelle interpunzioni, non si possa assolutamente datare al 1194 ed in generale al XII secolo. Questa cronologia - in realtà così alta (da "alt" vecchio, antico) - derivava dal fatto che i nostri tre studiosi davano al 1172 la coniazione dei primi grossi di Genova, cosa anche questa che ritengo oggi davvero non più sostenibile, visto che a tutt'ora non esiste uno straccio di evidenza in merito e dato anche che si conosce meglio il contesto monetario della penisola italiana in quel periodo, dove una tale moneta non sarebbe stata possibile. Facendo iniziare così precocemente, ed in modo assolutamente anomalo (e...fuori mercato!), la battitura dei primi grossi, Gandolfi datò poi il cosiddetto grosso multiplo al 1194 appigliandosi ad un testo che diceva che quando in quell'anno Enrico VI si apprestò a partire da Genova per la propria spedizione contro il Regno normanno-svevo, per finanziarla portò il suo argento a coniare in città. Gli altri lo hanno semplicemente seguito... (Felloni poi ha usato lo stesso testo per affermare che in quell'anno furono battuti invece i primi grossi). Ma in realtà in quel testo non si parla di grossi in nessuno modo: ed infatti io in base alla datazione dei ritrovamenti e alla loro localizzazione, ritengo che in quell'anno si fosse coniata una specie di denari genovesi (quelli senza interpunzione con spina nel primo quarto) di intrinseco leggermente superiore agli altri, battuta in abbondanza e anche oggi presente in grande quantità sul mercato collezionistico, e diffusa anche in Sicilia in contesti stratigrafici di fine XII-inizi XIII secolo appunto. Ora io - a differenza di Pesce, ad esempio, ho riguardato tutti i documenti di Genova sopravvissuti dal 1139 fino al 1220 e da quanto mi risulta non ci sono neppure citazioni di grossi "normali" (o di migliaresi ;)) prima del 1216, così come non ci sono ritrovamenti di grossi "normali" di Genova (il tipo cosiddetto "da sei denari") in ripostiglio prima del secondo quarto del XIII secolo, come ho scritto anche nell'ultimo articolo dedicato all'argomento. Questo dato, insieme alla tipologia ovvero il genere di imago civitatis/ castello e le interpunzioni nelle iscrizioni delle due facce, in base anche alle relazioni con i denari ed i grossi di Genova analoghi ad oggi databili, porterebbero a collocare questo pezzo, se genuino, al terzo quarto del XIII secolo, o meglio al periodo 1260-1280 circa. Tale datazione sarebbe, inoltre, eventualmente più congruente con un peso elevato come questo. Non ritengo invece che tale tipologia per Genova possa essere trecentesca, per vari motivi legati alla variazione delle iscrizioni ed anche dell'epigrafia monetale nei tipi sicuramente di XIV secolo. Vediamo intanto se siamo d'accordo nel collocare questo pezzo nel Duecento e magari all'altezza che vi propongo: poi possiamo cominciare anche a ragionare sul peso e su altri suoi aspetti, anche in raffronto ai grossi coevi ed all'analisi XRF dell'unico pezzo che ho potuto realizzare. Un caro saluto a tutt* MB
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  42. sto appunto (ri)leggendo 1984.. comunque, realisticamente, le nostre collezioni finiranno mangiate da qualche pronipote stupido ed ingordo che non sarà in grado di capire il valore di ciò che ha tra le mani.. tra 10, 50, 100, 250 anni che sia, ci sarà sempre quello col dischetto inceppato sul "quanto vale?"
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  43. Inizio dell'anno e tempo di bilanci... :) Questo 2013 ha avuto un andamento particolare. C'è stato prima un avvio molto in sordina con pochissimi utenti che inserivano i propri annunci e ancor meno feedback comunicati in netto contrasto con gli anni precedenti che erano caratterizzati invece da una partecipazione numerica e qualitativa consistente. Poi però mi ha fatto piacere assistere ad una netta inversione di rotta con una rinnovata vitalità della sezione e tanti nuovi utenti ad affiancare utenti "storici" con soddisfazione di tutti. Devo dire infatti, cosa ancora più importante a mio avviso, che non mi sono stati segnalati episodi "problematici" fra utenti segno di un ambiente pulito, corretto e affidabile. Naturalmente invito tutti gli utenti a continuare a vigilare sempre ma le premesse per una certa tranquillità e fiducia ci sono tutte. Saluti e buoni scambi! :good: Simone - Curatore della sezione "Altri Scambi"
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  44. Bravo cembruno5500 conbattiamo questa continua ricerca del "quanto vale?" la numismatica e' storia, passione e in molti casi bei ricordi. purtroppo noto che le persone che credono di avere vinto al superenalotto perche' possiedono una caravella del 67 sono in continuo aumento. sara' la crisi mah ... scusa se sono andato fuori tema. rino
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  45. Visto che chiedi un parere di do il mio "personalissimo punto di vista" su quanto hai esposto: sul punto 1 OK; sul punto 2 in Numismatica, alcune volte la parola investimento non va sempre d'accordo; sul punto 3 ( bullionvault) non sono assolutamente d'accordo come la vedi tu; se temi tempi neri per valute ( euro / dollaro) e per i titoli cartacei dei vari debiti nazionali ( sopratutto il nostro italiano), e se riponi come unico salvagente l'oro, non mi affiderei a depositi ( anche se fisici) presso società estere, che oggi possono darti le migliori garanzie ( fisicità, vendita, riacquisto, custodia ecc...ecc...) però se pessimisticamente pensi che il futuro possa prospettare scenari "economicamente" catastrofici, penso che avere "vicino" il proprio gruzzolo di risparmi in oro sia la soluzione più corretta e sensata. saluti TIBERIVS
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  46. Categoria: Monete Contemporanee in Argento Autorità emittente: Gioacchino Napoleone Murat (1808-1815) Valore Nominale: 2 Lire Peso: 10 gr. Diametro: 27 mm. Contorno: * DIO PROTEGGE IL REGNO in incuso Metallo: Argento 900 Descrizione del diritto: GIOACCHINO / NAPOLEONE. Testa nuda a destra, data in basso sotto il collo Descrizione del rovescio: REGNO DELLE DUE SICILIE. Nel centro 2 // LIRE, tra un ramo di lauro ed uno di ulivo, legati in basso con fiocco Catalogazione: Gigante 14 Millesimo: 1813, Zecca di Napoli
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  47. Ci sono commercianti che se ne fregano di qualunque codice etico, prima di mettere in commercio le proprie monete amano lavare le monete con prodotti chimici per eliminare qualunque patina presente sopra di esse, per dar una parvenza di moneta fresca ed immacolata.. Ovviamente fanno ciò solo per scopi economici! Si vede che ci sono ancora collezionisti che amano credere di poter trovare in commercio una moneta di cento o duecento anni fa conservata come fosse stata coniata il giorno prima, un po come entrare in una casa chiusa alla ricerca di qualche ragazza ancora vergine da portarsi in camera.. :rofl: La patina è la numismatica! Chi toglie la patina da una moneta è... non fatemelo dire che è meglio! :bash:
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  48. ciao mester,la scritta FERT sul contorno di questi riconii è fatta apposta per non cadere nel reato di truffa,infatti la moneta che hai presentato è un riconio e non un falso,infatti il riconio è fatto non per truffare i collezionisti mà per chi magari non può permettersi un originale perchè magari costoso e si accontenta appunto di un riconio,mentre il falso...bhè,avrai capito no?
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