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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/14/13 in tutte le aree
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Non mi pare che sia stato già segnalato.. C'è un mitico racconto di Paperino, scritto e disegnato dall' "uomo dei paperi" Carl Barks nel mese di novembre 1944. Il titolo originale è "Ten Cents' Worth of Trouble" in italiano è stato tradotto più liberamente in "Paperino numismatico". Veramente comico !! Si parla di una moneta da 10 centesimi del 1848, il cui valore dichiarato è di 500 $ (del 1944 !!). Vi posto la prima pagina4 punti
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La storia è ambientata più di vent'anni fa. Quando c'erano ancora le lire, la crisi era affare d'altri paesi e tutto, almeno agli occhi di un ragazzino che iniziava a diventare adolescente, sembrava andar bene. Il posto è una città del Veneto, Padova. Prima dell'avvento dei tram, dei blocchi del traffico, delle zone blu... quando ancora al sabato pomeriggio si poteva andare a fare una passeggiata in centro storico dopo averci parcheggiato l'auto. E le vicende di questa storia accaddero proprio di sabato pomeriggio. Un nebbioso e grigio sabato pomeriggio di fine novembre. Il ragazzino in questione, dopo qualche anno alle prese con francobolli del Regno e buste affrancate della Luogotenenza, inizio a restare affascinato da quei piccoli tondelli irregolari e antichi che di tanto in tanto gli capitava di vedere quando andava per mercatini con il padre, interessato a monete decisamente più moderne. Il ragazzino è lo stesso che, fin da quand'era bambino, sognava di fare l'archeologo, l'esploratore di antiche civiltà e vestigia d'altri tempi... quel ragazzino-bambino capace di perdersi per ore e ore a trotterellare tra gli scavi di Aquileia o restar seduto pomeriggi interi sotto la vigna dei nonni a leggere un libro complesso ma affascinante: "Civiltà sepolte". Sta di fatto che quel benedetto sabato pomeriggio, passeggiando per il centro vicino alla libreria Feltrinelli, il ragazzino notò la vetrina di un piccolo negozietto, che pochi anni più tardi sparì per far posto a un bar. Un negozietto d'altri tempi, con una vetrina modesta, senza grossi accorgimenti, ma con qualche vassoio di monete... antiche! romane imperiali e repubblicane e qualche pezzo greco. Ognuna ben riposta sulla sua casellina foderata di velluto e accompagnata da un cartellino ora bianco, ora color crema, ora grigio. Tutti battuti a macchina da scrivere e con dei simboletti a matita agli angoli in basso. Il ragazzino chiese di entrare, così, solo per dare un'occhiata. E aperta quella porta, si aprì un mondo. Dietro a un semplice bancone c'era un signore, un vecchietto ottuagenario tutto curvo che accolse i due visitatori. Senza saper bene cosa cercare, cosa voler vedere, il ragazzino, un po' imbarazzato, chiese di poter vedere uno dei vassoi che c'erano in vetrina. Quanto ben di Dio! Denari d'argento repubblicani, antoniniani imperiali, famiglie romane dai nomi sconosciuti e imperatori di vaga memoria scolastica... Gens Memmia, Augusto, Costantino, Gordiano III, Traiano e poi... quel nome... Cesare. Ma proprio Lui? Giulio Cesare? Sì, proprio lui. Gli occhi del ragazzino brillarono e in quel momento capì che i francobolli erano stati solamente "un allenamento", un predisporsi a collezionare. Quel giorno chiacchierarono a lungo, di storia, di numismatica, di monete, di libri per classificarle, di cosa bisognava sapere e leggere, di monete false e di monete vere e il giro in centro del sabato, appena iniziato, finì lì visto che quando uscirono era già ora di rincasare e con in tasca una moneta: quel piccolo denaro d'argento di Cesare con l'elefante. E la storia di Natale, vi chiederete voi? Natale venne più o meno un mese dopo e quella mattina, sotto l'albero, il ragazzino si trovò il vassoio che aveva visto quel pomeriggio in negozio... con tutte le monete che aveva guardato e i loro strani cartellini ingialliti e vecchi. Oggi, a distanza di quasi 25 anni, riprendere in mano quelle monete e guardare quei cartellini ritornano alla mente i ricordi di quel giorno e di quel negozietto che non esiste più e che sparì poco dopo quel giorno.2 punti
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Perchè i gigliati dell'epoca erano il vanto economico del Regno di Napoli, era come il dollaro o euro di oggi, era la valuta d'argento preferita dai paesi del mediterraneo e di mezza Europa, ecco perchè ci ritroviamo oggi molti di questi imitati da altre zecche. Con tutto quel macello in giro di monete in biglione con un valore puramente nominale, il gigliato era considerato per via della bontà del metallo in esso contenuto, tra le valute più affidabili. Abbiamo qualche raro caso di siglatura per quelli postumi, la motivazione non la possiamo certo sapere, ma la stragrande maggioranza dei gigliati post 1343 non ha sigle. Più sono rozzi di stile (vedi immagini ingrossate, tozze e deformate) e più si distaccano dal 1343, meno sono rozzi e più si accostano al 1343. E ciò ha anche una motivazione tecnica legata ai canoni artistici dell'epoca, la mia non è una teoria campata in aria. ;) Poi abbiamo anche qualche "grande rarità grossolana" come quella che anni ed anni fà mi passò tra le mani come gigliato postumo di Roberto da 35mila lire (all'epoca era tanto per un gigliato BB) ..... ma che in realtà c'era scritto ...... Carol(us) Tert(is) ..... :blum: Anche in quel caso, ....... son ragazzi!2 punti
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Oltre che farci spendere di più, perchè ci sembra di non spendere, le Carte di Credito ci costano parecchi soldini "reali" ad ogni operazione, saranno comode ma io mi sono sempre chiesta perchè avrei dovuto regalare tutti quei soldi alle Banche/Istituti di Credito e non ho mai preso nessuna Carta a parte una Posta pay per abbinarla a Pay Pal. Se voglio comprarmi qualcosa di costoso aspetto di avere i soldi in contanti o disponibili sul conto ed al massimo uso il bancomat. Ciao, Giò2 punti
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Bella serata con amici a parlare di monete e della numismatica, un gruppo ormai cementato che spazia dal giovane al meno giovane, dall'appassionato del regno a quello delle classiche, il forum diventa circolo reale e aggancia e unisce le varie anime della numismatica presenti ed esistenti. Alla prossima e comunque sempre presenti ogni domenica mattina al Cordusio, Mario2 punti
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Mi sembra giusto, visto che parliamo di monete medievali, di comunicare la notizia anche in questa sezione oltre che in quella sulla bibliografia. Da qualche giorno è on - line il Bollettino di Numismatica - Collana Materiali 10, riferita sempre alla zecca di Milano. In questo fascicolo che segue il recente da Carlo Magno fino a Lotario I ( 773 - 855 ) viene analizzato il periodo di : Da Ludovico II a Berengario II e Adalberto ( 855 -961 ). Ho potuto incominciare a vedere il lavoro on -line, andando sul Portale di Numismatica dello Stato in BDN, Materiali 10, di classificazione curata da Luca Gianazza come il precedente d'altronde, lavoro che ha avuto il supporto scientifico del Prof. Saccocci. Il lavoro, come già sapete è frutto della collaborazione tra il Medagliere del MNR e la Società Numismatica Italiana a cui vanno i dovuti ringraziamenti per questa ennesima pregevole opera. Ma indubbiamente il commento che mi viene spontaneo è che direi velocemente e in modo sicuramente pregevole si sta compiendo man mano la catalogazione del Corpus, in questo caso della zecca di Milano, ma anche di altre zecche già catalogate. Indubbiamente un sogno per gli appassionati e gli studiosi di numismatica si sta realizzando e continuerà con altri fascicoli. Un lavoro importante di divulgazione, a disposizione di tutti, con precise classificazione e immagini estremamente precise ed ad alta definizione. Mi sembra giusto ringraziare ancora chi ha permesso tutto questo,e in particolare il MNR, Luca Gianazza e ovviamente tutti quelli che hanno collaborato perché anche questo nuovo fascicolo fosse pubblicato on -line per tutti, non mi rimane a questo punto, da milanese, di attendere ora un nuovo ulteriore fascicolo della zecca di Milano, buona serata, Mario1 punto
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Só bene che non é il miglior esemplare che avete visto di questo tipologia di tondello, ma é pur sempre un millesimo raro, e per la conservazione io direi che pur sempre abbastanza gradevole il ritratto del re se si esclude il lobo dell'orecchio e tutto visibile cosi come la leggenda mentre il contorno delle 13 alle 17 é molto consumato. Il dritto e anche lui nella parte del contorno alla stessa posizione del drito molto consumato, mentre per quanto riguarda una parte della corona é consumata ma il resto e ben visibile. Ora sesondo voi si tratta di un bb o un qbb?1 punto
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Ciao, servono diverse cose se vuoi fondare una vera e propria Associazione Culturale. Qualche anno fa avevamo raccolto alcune informazioni, ti scrivo quello che ricordo, sperando di non ricordare male. Prima di tutto servono le persone, i soci, altrimenti non si riesce a sostenere le spese per l'affitto, luce ecc. Un locale adatto, la grandezza dipende anche dal numero delle persone previste o già presenti. Pensa anche ad un locale per la Biblioteca, in un Circolo non può mancare. Poi per la parte legale uno statuto, un presidente, un segretario e alcuni consiglieri. Un volta stilato lo statuto si va dal notaio e si apre l'associazione, il tuo ti saprà consigliare la formula migliore. Serve anche un commercialista, per i bilanci a fine anno, non se per le associazioni onlus serva oppure no. Per il momento mi sembra di aver scritto tutto, se mi viene in mente altro aggiungerò. Ciao, Giò1 punto
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Si ! Ti segnalo dove lo puoi trovare: Donald Duck 10 tavole (22 giugno 1944) 24 - Paperino numismatico Albi tascabili di Topolino 24; Paperino d'oro 2; Oggi lavoro io (volume); Anaf 2A; Tascabilone 9; Zio Paperone 19 Collezionista di vecchie monete, Paperino ne dà per sbaglio ai nipotini una che vale cinquecento dollari. http://coa.inducks.org/story.php?c=W+WDC++50-021 punto
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Benvenuto Carlo, se hai letto un po questa sezione del forum, avrai notato che ci sono tanti appassionati della nostra storia, a volte veri e propri esperti e studiosi. Se vorrai partecipare alle discussioni, chiedere, approfondire trovando la massima disponibilità sei nel posto giusto. Ciò vale naturalmente per tutto il forum lamoneta.it se hai interessi che vanno oltre il Regno di Napoli /delle Due Sicilie Ciao1 punto
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http://www.lamoneta.it/topic/115545-ultimi-arrivi-che-ne-dite/ Molte coniazioni del regno di Ferdinando IV hanno ben visibile questo punto......anche nella monetazione in argento.1 punto
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Mi sa che hai ragione guarda questa foto: questo tracciato da me dovrebbe essere la continuazione della mancanza del metallo1 punto
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Un contributo autorevole e un ottima notizia per Gianluca. Aggiungo che il catalogo del Mazio da cui ho estrapolato le tabelle in precedenza, ovvero "Serie dei coni di medaglie Pontificie da Martino V a Pio VII" è disponibile nella nostra biblioteca, integrato del "supplemento fino all'anno XXV del pontificato di Pio IX" edito nel 1884 e che quindi abbraccia tutto il periodo che va dal 1417 al 1870. L'opera è anche disponibile in rete essendo scaduti i diritti ma ho provveduto a caricarla in biblioteca proprio un anno fa, consiglio vivamente l'interessante prefazione del Mazio stesso edit inserisco link alla nostra biblioteca http://www.lamoneta.it/biblioteca-numismatica/pubblicazione/198-serie-dei-coni-di-medaglie-pontificie-da-martino-v-con-supplemento-fino-a-pio-ixpdf/1 punto
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Ciao, intanto ti indico tre produttori che sicuramente conoscerai. I link sono già diretti sulla sezione banconote: 1)http://www.leuchtturm.com/epages/leuchtturm_eu.sf/en_IT/?ObjectPath=/Shops/leuchtturm_eu/Categories/DE/DE_2414 2)http://www.abafil.com/index.php?main_page=index&cPath=35&zenid=8ilmua3qnsa2im8hf46fonldm1 3)http://www.masterphil.it/category/31-cartamoneta.aspx1 punto
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Ciao Fabio, mi sembra di capire dalle foto che si tratti di una mancanza di metallo, quindi se così realmente fosse, è un difetto congenito della fase di produzione della moneta, che come per gli altri difetti non influisce sulla conservazione, ma sul valore economico finale. Ricordiamoci che i grandi argenti della zecca di Napoli sono afflitti da molteplici problemi di coniazione che rendono la "perfezione" praticamente una chimera, ed in un modo, o nell'altro, ci sarà sempre un difetto differenziando ciascuna moneta dall'altra, pur della stessa tipologia. Chiaramente, più la moneta è "perfetta", più il suo valore economico sale (o per lo meno, così dovrebbe essere...) Invece se fosse un colpo, o qualcosa di estraneo dal processo di coniazione (ma non mi sembra), ovviamente ne risente anche la conservazione, con conseguente riscontro al ribasso per il valore economico. Un salutone1 punto
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E vabbè son ragazzi!! Poi c'è dire che molte volte i punzoni di alcune medaglie potevano essere riutilizzati per approntare conii ex novo di medaglie successive. Le tipologie del 1848 e 1854 appena postate da te ne sono un chiaro esempio. La medaglia del 1854 non è un'emissione privata ma ufficiale a tutti gli effetti, nessuno a Napoli si sarebbe sognato di battere medaglie con le effigi del re (D.G) e del papa senza un permesso scritto. Fermo restando che il punzone delle due effigi accollate sia opera di Scipione Catenacci, non possiamo certo affermare che tutta l'oera sia dello stesso incisore. I conii venivano firmati/siglati dall'artista che metteva le mani sull'acciaio, e questo è un concetto fondamentale per le attribuzioni delle partenità delle medaglie, ricordiamolo sempre. Perchè la medaglia "del calcografico" del 1854 non porta alcuna firma? Perchè quasi certamente gli artisti che fecero i conii erano più di uno e magari lo stesso Scipione Catenacci non vi ha mai messo le mani sopra (a parte, ripeto, il punzone delle due effigi accollate). ............ @@paulby1 punto
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...Non ho trovato traccia nelle discussioni, Quacuno sa se di questa mostra è già stata iniziata una discussione? http://veniceconnected.com/it/content/venezia-italiana-personaggi-e-vicende-medaglia1 punto
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Cosi' potrai dormire tranquillo.... :whome: http://www.acsearch.info/record.html?id=6678841 punto
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quelle indiane dove sarebbero? Comunque, per stabilire il valore di una moneta ci vuole una foto visto che il valore è dato dalla conservazione. per le monete della repubblica c'è questa sezione Repubblica (1946-2001) per le monete estere questa Monete Estere per le monete del regno d'italia e colonie, san marino e vaticano fino al 1946 questa Regno d'Italia: identificazioni, valutazioni e altro per i tornesi questa Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia ci vogliono delle foto a fuoco per singola moneta, dritto e rovescio1 punto
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Nel 1886 la zecca di Carson City NON ha coniato dollari...serve altro? :rolleyes: petronius oo) P.S.: spero tu non lo abbia comprato o, nel caso, lo abbia pagato mooolto poco.1 punto
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Ciao Ale è sempre un piacere sfogliare le pagine dei tuoi ritrovamenti, ed è bellissimo vederti sempre più spesso di nuovo tra di noi. :good: :good: :good: :good: :good: :good:1 punto
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Sulle papali ho tantissimo da imparare, molte cose non mi sono ancora chiare, questa è la sincera verità. Ciò che ho imprato finora lo devo agli interessanti post di @@renzo1940 @@fabio22 @@camerlengo ed altri che per motivi legati ad una momentanea dimenticanza non riporto, e che in ogni caso ringrazio tantissimo. In attesa di una risposta da parte di tutti voi della sezione delle papali mi sono permesso di contattare il nostro caro Adolfo Modesti chiedendo lumi sui riconii Mazio di questa annuale del 1755 inviandogli le immagini del mio esemplare in argento, quello in bronzo di @@giangi_75it e l'altro mio in bronzo. Spero di far cosa gradita a tutti riportando di seguito la sua risposta: """" ..... Caro Francesco, la medaglia di cui mi hai mandato le fotografie non è un riconio Mazio; è un buon originale in bronzo. Quando si riscontrano le patine chiare 'pastello' o 'cuoio' (come in questo caso) si tratta di esemplari originali. I riconi Mazio hanno sempre delle patine marrone scuro o tendenti al bleu e, inoltre, i pezzi non sono rifiniti nei bordi come l'esemplare che mi hai inviato. Comunque, posso anche aggiungere, che i conii di questa medaglia non hanno subito restauri negli anni, quindi, potrai notare soltanto differenze di patine ma, non di rifacimenti. Inoltre, nel 1755, gli Hamerani avevano già smesso di produrre riconi su scala industriale; erano già tutti presi a vendere la loro collezione di conii alla Camera Apostolica. La tabella che mi hai inviato corrisponde ad una pagina del catalogo del Mazio (1824) in cui sono riportati i prezzi, applicati dalla Zecca di Roma, per l'acquisto di riconi a secondo del diametro che avevano. Spero di essere stato esauriente. Approfitto di farti i miei migliori auguri per le prossime feste. Un abbraccio - Adolfo ......"" @@Michelangelo2 @@gionni980 @@Eldorado1 punto
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Allora alle vostre aggiungo le mie di cavolate perché anch'io vado, come si dice qua in Sicilia ,"a sentimento". Che la base sia la medesima utilizzata per n'è nozze non c'è dubbio. Se io devo incidere la barba non vado ad inciderla direttamente sul conio. perché non avrei sin da subito l'immagine di ciò che sto facendo. Ci si partiva da modelli, anche in cera. Penso che il Catenacci insieme al Laudicina, poiché la medaglia 1o tipo la fece anche lui ed ivi era già presente la barba ed altre modifiche, abbiano provveduto a lavorare su un calco del conio delle nozze o comunque su un modello di questa ma realizzandone uno nuovo ovviamente. Il che, comunque, era un risparmio non da poco. Tanto in termini di costo che di tempo. Il 1o tipo della medaglia infatti era già pronto nel 1836! Per ciò che concerne la firma questa dovrebbe essere, insieme alle leggende, una parte mobile quindi sostituibile in ogni momento.1 punto
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Complimenti di cuore... ma "psicologicamente" impossibile per me ... neanche se mi nascessero i quattrini in tasca .... :D1 punto
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Esatto, mi riferivo a quello.... Col prezzo che ce le fanno pagare sarebbe d'obbligo un cofanetto prestigioso....1 punto
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Si Gian, esistono dei riconi del Mazio di questa medaglia, come riportato nel suo (se così si può definire) "Catalogo" dell'epoca, "Serie dei coni di medaglie Pontificie da Martino V a Pio VII" del quale posto un'estratto della pagina. In base al prezziario iniziale (che allego), in funzione del diametro di 40 mm, all'epoca tale riconio veniva venduto a 40 baiocchi. La medaglia (originale) è stata coniata nel 1755 come si può notare in esergo.1 punto
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Taglio: 1€ Nazione: Irlanda Anno: 2013 Tiratura: N.D. Condizioni: SPL Città: Palermo Note: mancante (news?)1 punto
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No, certamente no. Il colore del campo non c'entra nulla col modo di blasonare i dettagli delle figure che lo caricano. Al massimo permette di usare locuzioni che evitano di ripetere colori uguali ---> esempio: il "del campo" nel blasone del componente di Voghera.1 punto
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Sei andato benissimo. Io pensavo che avessi pagato sugli 800. Ottimo acquisto veramente. Complimenti1 punto
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Sei andato benissimo. Io pensavo che avessi pagato sugli 800. Ottimo acquisto veramente. Complimenti1 punto
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Farei una distinzione tra vittorie in nome di Ilderico e vittorie del tempo di Ilderico. Le legende nei nummi di Trasamundo sono sempre estremamente approssimative, al contrario di quanto avviene nella moneta d'argento. Poiché non esistono nummi regi con il rovescio della vittoria con legenda chiaramente riconducibile a Ilderico, mentre nel caso dei nummi con la croce la legenda è sempre indiscutibilmente in suo nome, Mario Ladich ha ritenuto che quel nummo isolato, simile a quello di Lulliri, con una legenda approssimativa che pare essere IREI ma con lettere malamente eseguite, sia da attribuirsi a Trasamundo e precisamente al periodo iniziale di Trasamundo, quando si era ancora in una fase di transizione tra la pseudo-legenda con lettere e la legenda nominativa. Ipotesi che ritengo condivisibile, in modo particolare proprio per il nummo illustrato da Ladich nel suo catalogo (che è un nummo di Cartagine, non sardo). Tornando al nummo di Lulliri, mi pare che non sia stato sottolineato con la necessaria evidenza un aspetto molto importante; la monetazione vandala della Sardegna è una monetazione imitativa, con la sola eccezione dei nummi emessi in nome di Godas. La monetazione enea del V e VI secolo (e non solo quella), è rivolta a un mercato che in gran misura è analfabeto e pe ril quale la legenda è priva di significato. Tuttavia si conia moneta enea con legenda: questo avviene per il carattere propriamente di manifestazione di sovranità proprio della monetazione ed è la legenda stessa che riporta l'autorità emittente. Quindi quando nel regno vandalo la coscienza della propria identità nazionale viene via via affermandosi, nella stessa misura diventa importante l'apposizione del nome del sovrano sulla moneta. Nel caso della moneta d'argento, poiché destinata a un mercato più ampio e più colto e quindi più alfabetizzato, la convenienza di apporre il nome del sovrano sulla moneta si manifesta con molto anticipo rispetto alla moneta enea. La monetazione di zecca sarda è imitativa: dunque in essa è del tutto assente la funzione di manifestazione di sovranità nazionale che, invece, esiste nella monetazione ufficiale. Inoltre il mercato sardo è analfabeto nella sua quasi totalità. Da qui l'assoluta indifferenza verso l'apposizione di una legenda sulla moneta coniata in Sardegna che, infatti, spesso quando decentrata al dritto non mostra legenda alcuna nel campo, oppure solamente pseudolegenda. Solo con l'avvento di Godas, proprio in quanto egli si proclama sovrano della Sardegna, la monetazione sarda assume il carattere di rivendicazione della sovranità e quindi viene apposta una legenda che indiscutibilmente riporta al suo nome: CVDAREX. E' interessante notare che le vittorie reali di Guantamundo e Trasamundo, che costituiscono il prototipo imitato dalla zecca sarda, pesano mediamente 0,61 g, cioè quanto nominalmente stabilito per il nummo alla fine del V secolo, mentre le vittorie imitative sarde pesano mediamente 0,38 g: dunque sono sottopeso com'è caratteristico di tutta la monetazione imitativa. I nummi in nome di Godas mediamente pesano 0,78 g, cioè sono addirittura sovrappeso!, ciò che è abituale in un'emissione monetaria che vuole sottolineare il prestigio del soggetto in nome del quale viene emessa. Quando la Sardegna viene occupata dall'esercito bizantino e si pone fine alla dominazione vandala, per un certo periodo di tempo la zecca sarda (forse sita nella zona mineraria nei pressi di Cagliari) batte ancora moneta: nuovamente si tratta di moneta imitativa, ma ora avendo quale prototipo il nummo di Giustiniano con la lettera A. E' molto interessante notare che nuovamente il peso medio di questa emissione sardo-bizantina si colloca molto al di sotto dello standard del nummo bizantino e che sparisce la legenda con il nome di Giustiniano (o quello di Giustino II) in quanto sostituita da una pseudolegenda. Ciò è del tutto coerente con il carattere proprio di una monetazione imitativa. Cosa concludere? Che in quanto imitativa, la monetazione vandala della Sardegna riproduce la vittoria vandala avendo quale prototipo quella apparsa dopo la riforma di Guntamundo (che, un po' impropriamente, è spesso chiamata vittoria di Trasamundo in quanto è in nome di questo monarca che è stta battuta gan parte di questa tipologia). Credo che questa monetazione imitativa in Sardegna sia stata coniata dal momento dell'apetura della zecca, ciò che avvenne forse all'nizio del regno di Trasamundo se non alla fine di quello di Guntamundo, mantenendosi invariata durante tutto il tempo intercorso dal suo apparire sino all'irrompere della monetazione di Godas e che, quindi, abbia poco senso parlare di monetazione imitativa della Sardegna vandala in nome di un quasivoglia monarca. Non escluderei neppure che durante il breve regno di Godas ci fosse una doppia emissione monetaria: quella dei suoi rari nummi prestigiosi, nominativi e di peso superiore allo standard, senza per altro interrompersi l'emissione delle vittorie imitative anepigrafi o con pseudolegenda sottopeso. Non lo affermo, poiché non ho elementi a sostegno di questa affermazione, ma non lo escludo poiché la logica indica che tale situazione è ragionevole. Ciò equivale a dire, ovviamente, che le vittorie sarde imitative del tipo cosiddetto di Trasamundo, potrebbero essere state coniate anche durante i regni di Ilderico e persino di Gelamir. Antvwala1 punto
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Medaglia devozionale e celebrativa, ovale, bronzo/ottone, del XVII sec. (dopo il 1665). D/ S. Tommaso di Villanova, con mitria e abito vescovile(piviale), aureolato, scritta:.S.TO. - MAS.D.V.N. AR. D. VA. P.DE. POV. ,la scritta fa riferimento al titolo di Vescovo di Valencia e protettore dei poveri. Fu canonizzato da papa Alessandro VII nel 1658.- R/ S. Francesco di Sales,aureolato,con le mani incrociate sul petto,spada che lo trafigge al cuore(suo attributo), scritta: .S. FRANC. D. SAL.EPIS. D. GENE., la scritta ci ricorda che fu il vescovo di Ginevra, fu canonizzato il 19 aprile 1665 da papa Alessandro VII. Medaglia molto bella è rara. Ciao Borgho.1 punto
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@@AndCas92 nella prima foto vi sono un due tornesi una moneta con su T2 (due tornesi) del 1898 e un 6 tornesi (tra l'altro raro) del 1799. Potresti postare una foto del dritto e una del rovescio per ogni moneta che forse qualcosina di interessante c'é?1 punto
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Ti ringrazio hermy. Penso proprio che ci sarò anch'io (presumo che il giorno migliore sia il sabato, come per la stragrande maggioranza dei convegni organizzati nel weekend) e porterò con me la mia dolce metà, vittima predestinata delle mie peregrinazioni numismatiche. Tra l'altro, ho visto che la location è a due passi dalla Stazione ferroviaria e dal centro di Modena, città in cui mi sono sempre trovato benissimo, sia per la cordialità degli abitanti, sia per la bontà della cucina!1 punto
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Che tu, Andreas, conosca la risposta ad ambedue le mie domande non ne dubito e sarei offensivo nei tuoi riguardi se mettessi in discussione che hai la tua risposta a quelle due domande, anche se potrebbe non essere del tutto coincidente con quanto pensano altri numismatici della tua città. La domanda è rivolta agli altri foristi perché, come tu sai benissimo, se riusciranno a rispondere a queste due domande allora cominceranno a comprendere davvero i sistemi monetari del V e VI secolo e il loro straordinario0 contenuto innovativo. Le risposte non vanno date, ma vanno stimolate le giuste domande. Sta scritto nel Talmud: stima colui che ti è accanto non solo per le risposte che dà, ma assai più per le domande che pone.1 punto
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ecco questi sono quelli che ho al momento tieni presente che li ho scambiati ovunque sennò ne avrei mooooolti di piu (Europa/America/Australia.....)1 punto
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Mi dispiace lasciar cadere questa discussione, credo che possa avere delle potenzialità e che rappresenti bene il periodo storico di questa sezione. Non solo le monete, ma sicuramente anche le medaglie con le loro rappresentazioni ci presentano una realtà storica, il nostro passato, a volte difficile da comprendere. Un esempio spesso citato da noi è il periodo della peste del 1629 - 1630 di Milano ricordato nei Promessi Sposi ; molti hanno parlato delle monete citate nei Promessi Sposi, anche qui sul forum abbiamo una discussione simile in quelli importanti, in tutti questi contributi viene mostrata una medaglia del 1630 emessa a ricordo di quei tragici avvenimenti, Filippo III, in argento, con al rovescio una magistrale veduta della città davanti alla quale sono distesi i corpi ignudi ; in alto per dare sacralità e simbolismo alla scena un angelo sulle nubi con spada fiammeggiante che protegge e sovrasta la città. Un esempio che rappresenta, mostra a livello figurativo e che ricorda l'avvenimento, questi sono gli esempi in cui medaglie e monete ci ricordano la storia e diventano in alcuni casi testimonianza simbolica. Da Asta Cronos 6, 2012, lotto 355.1 punto
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Sintetizzato da: http://www.lamoneta.it/topic/56520-la-bellezza-di-una-dea-che-ha-affascinato-roma/ http://www.lamoneta.it/topic/50803-venere-l%26%238217%3Bascesa-di-una-dea-nella-repubblica-di-roma/ Fortuna/Venere/Afrodite, trinomio di figure distinguibili ma, nel contempo, tra loro strettamente connesse, come attesta l'onomastica di Silla, Felix (amato dalla Fortuna) a Roma ed Epaphroditus (prediletto da Afrodite) in Grecia. Nella Venere sillana confluirono pragmatico materialismo romano e misterico trascendentalismo greco; tale polisemia ci è ben trasmessa anche da alcune pitture parietali pompeiane, ove Venus appare immensamente ricca di attributi, da lei direttamente portati ed a lei offerti da altre divine figure. Nell'anno in cui Silla si ritirò dalla scena pubblica, il 79, C. Naevius Balbus curò la coniazione di un denario con i tipi di Venere e Vittoria in biga. Essendo stata estirpata come un'erba dannosa, l'ideologia popolare era in quel frangente sopita e l'iconografia scelta dal magistrato monetale non può che essere intesa come un ulteriore omaggio alla dea ed alle vittorie ottenute dal suo prediletto. L'anno seguente tuttavia, l'ormai ex dittatore, spirò nella sua casa di Cuma.1 punto
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ciao a tutti,riprendo la discussione inserendo due foto fatte a luce naturale che fan risaltare i fondi(a discapito del lustro)...per far notare che non son spazzolati ma son semplicemente le striature di conio sui fondi.1 punto
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Gran ducato di Toscana Cosimo III de’ Medici (1670-1723) 1 tipo Tollero 1698 Firenze per Livorno Argento grammi 26,927 D/ COSMVS• III• MAG• DVX• ETRVRIAE• VI busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra; sotto, nel giro •1698• Rv: ET PATET ❀ ET FAVET ❀ veduta del porto di Livorno, variata, con il faro senza nave alla fonda. Contorno liscio ↓ Moneta molto rara, forse rarissima. Christie's Milano asta 2532 n. 1560 30/11/11 Riferimenti, MIR 64/13, Di Giulio 139A, CNI manca, Galeotti XLV/33, Davenport 4215, Ravegnani Morosini 13 2 tipo Tollero 1698 Firenze per Livorno Argento grammi 26,832 D/ COSMVS• III• D• G• MAG• DVX• ETRVRIAE• VI• busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra; sotto, nel giro •1698• Rv: ET PATET • ET FAVET • veduta del porto di Livorno con vascello innanzi al faro, tipo consueto. Contorno liscio ↓ Moneta Rara Nomisma San Marino Asta 45 n. 0680 – 18/6/12 Ex Christie's 2532, Milano 28.11.2011, n. 1558 Riferimenti: MIR 64/13, Di Giulio 139, CNI 53, Galeotti XLV/29, Davenport 4215, Ravegnani Morosini 13 Il primo tipo si tratta di una variante molto rara, che Dabbene ha postato senza evidenziarne la peculiarità principale, la mancanza di D(ei) G(ratia) nella legenda, a questo diritto è associato per il 1697 e 1698 alla variante con il porto senza i velieri alla fonda in primo piano. La moneta per il 1698 era inedita alla stampa del XI volume del CNI Toscana (1929). Il CNI riporta tre conii per il tipo con D.G. presenti nella collezione Reale (CNI 52-54). Il Arrigo Galeotti nell’opera “Le Monete del GranDucato di Toscana”, l’anno successivo (1930) presenta cinque conii, tutti presenti nella collezione dell’autore, cui tre con DG e due senza (XLV, 29-31 e XLV 32-33) con piccole varianti di interpunzone sebbene i nn. 29 e 30 hanno la medesima descrizione. L’ottimo Andrea Pucci (“le monete della zecca di Firenze, epoca medicea; Cosimo III – Gian Gastone 1670-1737” 2008) nella Sua pubblicazione riporta un’emissione di 218.875 pezzi per il Tollero 1698, con tre tipi DG (67, 67b e 67c) ed un tipo descritto senza vascelli e senza DG al riferimento 67d, il che rafforza il mio pensiero : dei due conii del Galeotti in realtà si tratterebbero di uno solo e l’ imprecisa incisione di alcuni interpunzoni possa aver generato l’equivoco di due conii differenti. Lavori più generici quali MIR Toscana Zecche minori, Davenport e Ravegnani Morosini non specificano la differenza tra i conii. In vecchi cataloghi di collezioni di monete toscane quali: Levi 1902, Martinori 1913, Ruchat 1921, Vaccari 1924, Del Vivo 1930, Signorelli 1955 sono presenti esemplari del 1698 ma non ci sono elementi per classificare di quale tipologia si tratti. Per i maniaci della conservazione, aggiungo che, a discapito dell'elevata emissione questo anno si trova assai raramente in conservazione prossima allo splendido per tutti e due i tipi, con e senza DG o se preferiamo con o senza vascelli alla fonda innanzi al faro.1 punto
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Ecco come appare il Granduca dopo 20 anni Gran ducato di Toscana Cosimo III de’ Medici (1670-1723) Tollero 1702 Firenze per Livorno Argento gr. 27,036 daimetro 42,58mm D/ COSMVS• III• D• G• MAG• DVX• ETRVRIAE• VI busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra; sotto, nel giro •1702• Rv: ET PATET ❀ ET FAVET ❀ veduta del porto di Livorno con il faro Contorno liscio ↓ Emissione molto rara R2 Provenienza : Varesi Pavia Asta 55 collezione Demicheli n. 889 9/4/10 40277 RIferimenti : Di Giulio 143, MIR 64/17, CNI 68, Davenport 4214 Nota: Probabilmente ex Asta InAsta 20061 punto
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