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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/07/13 in tutte le aree

  1. http://www.ilportaledelsud.org/pensiere.htm Oggi è stato pubblicato on line su www.ilportaledelsud.org un interessante ricerca d'archivio messami a disposizione dall'amico Alessandro Giaccardi di Torino. Ringrazio Alessandro pubblicamente. Buona lettura a tutti. ........... A volte è più interessante leggere un documento d'epoca che narra di una moneta commemorativa che la moneta stessa fotografata. Siete d'accordo con me?
    4 punti
  2. Dando per chiusa la polemica circa l'immagine taroccata pubblicata da Lulliri nel suo linro (mi auguro che definitivamente chiusa), vorrei invece mantenere aperto il discorso stesso circa la possibile esistenza delle vittorie di Ilderico. Con riferimento alla monetazione rara, partirei da un assioma, se me lo concedete: l'assenza di una moneta, quando la sua esistenza non va contro la logica, non è dimostrazione di ineistenza. Cercherò di spiegarmi meglio. Quando ci troviamo di fronte a una monetazione rara, in termini di abbondanza, il fatto che nessun esemplare della stessa sia pervenuto sino ai nostri tempi, non vuol dire con certezza che esso non sia mai stato coniato, a meno che sia la stessa logica a dirci che ciò non può essere avvenuto. Ad esempio, nel caso della monetazione vandala è citato un solo esempio di moneta d'argento con il nominale di XII denari ed è in nome di Gelamir. Tuttavia non vi è nessuna ragione logica che ci porti a dire che non possono esistere monete d'argento da XII denari in nome degli altri sovrani: quindi anche se non ne conosciamo nessun esempio, non possiamo affermare che tali monete non esistono. Altrresì non conosciamo nessun esempio di denario vandalo con il valore nominale espresso con cifre arabe, cioé 25 invece di XXV: ma in questo caso la logica ci dice che siffatta moneta non può esistere in quanto allora non esisteva ancora la notazione araba per i numeri. Tornando alla vittoria in nome di Ilderico, non se ne conosce nessun esempio la cui legenda possa essere ricondotta al suo nome: ma questo non dimostra in assoluta che non possano esistere vittorie in nome di Ilderico. Ciò premesso io credo che ci sia una certa probabilità che esistano vittorie in nome di Ilderico. Quando muore Trasamundo (6 maggio 523), la legge di successione vandala prevede che sia Ilderico a subentrargli sul trono e, pertanto, la corte vandala lo proclama sovrano. Qui i cronisti del mondo antico danno delle letture la cui interpretazione è ambigua. Alcuni, infatti, dicono che Ilderico, in quel momento si trovava a Costantinopoli, dove si stabilì, esiliato dallo stesso Trasamundo, sin dal 496. Altri cronisti dicono che, morente, Trasamundo fece giurare a Ilderico che, sebbene lui fosse cattolico, avrebbe difeso la fede ariana nel regno vandalo. Ma allora, dove si trovava Ilderico al momento della morte di Trasamundo? E' possibile che Trasamundo abbia lasciato tale giuramento quale condizione sine qua non affinché Ilderico fosse incoronato, pur trovandosi Ilderico ancora a Costantinopoli? Probabilmente sì, e questo sanerebbe quella che, altrimenti, sarebbe una contraddizione storica. Inoltre esiste un cronista del VI secolo che afferma che Ilderico, trovandosi ancora a Costantinopoli, promulgò un decreto che autorizzava i vescovi cattolici che furono esiliati in Sardegna a rientrare nel Regno vandalo. Dunque prima che Ilderico rientrasse a Cartagine e occupasse fisicamente il trono, vi fu un intervallo di tempo durante il quale egli era ancora a Costantinopoli, ma già era stato proclamato sovrano dei vandali. Or bene, la coniazione delle vittorie è particolarmente abbondante durante il regno di Trasamundo, e infatti la maggior parte di essere sono attribuibili a quel sovrano, né c'è ragione che porti a pensare che la loro coniazione sia stata interrotta prima della morte stessa di Trasamundo. Quindi perché escludere che durante l'intervallo di tempo trascorso tra la morte di Trasamundo e l'insediamento fisico (e non solo de jure) di Ilderico sia continuata la coniazione delle vittorie ma ora con il nome del nuovo sovrano? Bisogna tener presente che il modulo della vittoria vandala è pari a circa la metà di quello del conio stesso: da qui che se la vittoria è centrata, la totalità della legenda rimane al di fuori della moneta. La legenda stessa è visibile solamente in quelle monete fortemente decentrate: ma in questo caso se ne legge solamente una piccola porzione che corrisponde al lato della decentratura e, quindi, si riese a leggere il nome del sovrano solamente in quei casi in cui la moenta è notevolmente decentrata al dritto verso sinistra, sì da permettere la lettura della parte destra del campo. Si tratta, quindi, di una percentuale ridotta di monete. Inoltre le lettere sono spesso incerte e gli errori abbondanti. Nulla di strano, dunque, se sino ad ora non è apparsa nessuna vittoria vandala reale nella quale sia leggibile il nome di Ilderico, ma ciò non significa che non possa esistere e che non possa apparire nel prossimo futuro. Per questa ragione quando Lulliri pubblicò nel suo libro tale vittoria, inserendola tra le emissioni di Cartagine ma attribuendola con una nota alla zecca sarda, ritenni del tutto plausibile la sua esistenza e lamentai che non avesse pubblicato immagini leggibili. Non solo: nonostante il fatto che l'immagine che alla fine pubblicò (nel "suo" forum) sia risultata essere una bufala, io tuttavia continuo a credere nella possibile esistenza di vittorie vandale in nome di Ilderico. Se è possibile la coniazione di vittorie in suo nome presso la zecca di Cartagine, lo è ancora di più presso la zecca sarda (della quale non è mai stata trovata traccia fisica, ma la cui esistenza è indiscutibile): infatti il tempo trascorso tra la morte di Trasamundo e le indicazioni circa la coniazione di una nuova tipologia di nummi caratteristica di Ilderico, il nummo con la croce potenziata in ghirlanda, certamente fu ben superiore a quanto avvenne nella capitale. Tuttavia a questo punto sorge un altro problema. Le vittorie sarde, imitative di quelle di Trasamundo, sono di dimensione ridotta rispetto alle vittorie officiali cartaginesi, come è ovvio per tutta la monetazione imitativa. Il peso delle vittorie reali, dunque ufficiali della zecca di Cartagine è pari nominalmente a 1/500 di libbra latina (0,62 g) come prescritto a seguito della riforma monetaria attuata da Guntamundo: effettivamente il peso medio riscontrato su 92 esemplari attribuibili con ragionevole certezza a Trasamundo è pari a 0,61 g, dunque in perfetto accordo con quello nominale. Invece il peso medio riscontrato su 310 esemplari di vittoie presumibilmente di zecca sarda è pari a solamente 0,38 g. Senonché in entrambi i casi la variabilità degli stessi è molto elevata e sussiste, quindi, un'ampia zona di sovrapposizione dei pesi nella quale è difficile riconoscere se l'esemplare stessa sia da considerarsi di coniazione sarda oppure regia. Né il raffronto dello stile dell'incisione può ritenersi sufficientemente evidente da costituire base per attribuire il nummo all'una o all'altra zecca. Qui sovrappongo le curve di distribuzione del peso delle due tipologie (serie uno = vittorie reali; serie 2 = vittorie sarde): Secondo voci che circolarono negli anni scorsi, una decina di anni or sono in Sardegna ci fu un ritrovamento clandestino e mai denunciato dell'ordine di 40.000 nummi vandali. Può sembrare un volume enorme, ma si tenga presente che essendo il peso medio unitario di solamente 0,4 grammi scarsi, quella quantità di nummi può essere agevolmente contenuta in una brocca. Trattandosi di voci, quindi incontrollabili, è perfettamente possibile che si tratti di legenda metropolitana e siano del tutto prive di fondamento. Resta tuttavia il fatto che la quantità di vittorie vandale presumibilmente di zecca sarda sia di gran lunga superiore a quella nota di produzione ufficiale e, dunque, di Cartagine. Lo stesso Lulliri tra il primo e il secondo libro (1996 e 2013) pubblica le fotografie di parecchie centinaia di vittorie. Lui stesso ha precisato che gran parte di quelle in suo possesso provengono dall'acquisto da aste pubbliche, acquisto quindi del tutto lecito. Ma queste vittorie vendute da aste pubbliche, così numerose, fanno supporre che effettivamente tale voce prima citata possa avere un qualche fondamento, sia pure con volumi molto distanti da quelli "sussurrati". Va altresì tenuto che: a) in alcuni casi, le fotografie pubblicate nel libro Lulliri-Urban 1996 (di migliore qualità di quelle pubblicate nel più recente Lulliri 2013), parrebbero suggerire che vi sono nummi provenienti da uno stesso conio, ciò che potrebbe indicare che provengono da zona prossima alla zecca che li ha prodotti; b) in Sardegna vi era ampia circolazione anche dei nummi ufficilai coniati a Cartagine: dunque il fatto che un nummo vandalo sia stato ritrovato in Sardegna non è ragione sufficiente per attribuirlo alla zecca sarda. Antvwala
    4 punti
  3. acquistata 2 mesetti fa...uno dei pezzi che mi da più soddisfazione :) ...credo sia una delle tipologie monetali più difficili da trovar ben conservate di tutto il Regno delle Due Sicilie. Questa come vi sembra? a me piace ed è un buon compromesso per la tipologia. Dietro la nuca del sovrano ha una mancanza vistosa purtroppo ma l'effige del re mi ha fatto passare oltre :D un saluto al forum marco
    3 punti
  4. Ciao Fabrizio, molto bella l'osella che hai postato...e molto particolare. Ti sei chiesto che c'azzecca l'aquila in una moneta veneziana? Se dovessimo inseguire il filo conduttore che attraversa la monetazione veneziana, avremmo visto più adeguato un leone alato e non un'aquila. Spesso,un caso l'abbiamo visto ultimamente con l'osella postata da @@dabbene : http://www.lamoneta.it/topic/106541-a-proposito-delle-oselle-dei-dogi/page-4 , il doge riusciva a far inserire nelle oselle dei temi che lo identificassero; nella monetazione ordinaria era assolutamente vietato, ma nelle oselle lo si poteva fare (senza strafare)...un po' di autocelebrazione, diciamo. La rosa postata in questa osella, richiamava chiaramente lo stesso fiore che era inserito nello stemma araldico dei Mocenigo e l'aquila posta su quella che hai richiamato tu? Vale lo stesso principio; l'aquila era quella che campeggiava nello stemma della casata Valier; quindi non è Venezia che aggredisce il turco, ma il Valier Stemma araldico del Casato Valier Un caro saluto luciano
    3 punti
  5. Eppoi, visto che tra gli amici ce n'è sicuramente uno a cui piacciono i "leoni" eccone qua uno un po' diverso (per quello che ne so io), sempre dalla stessa asta ecco una medaglia di Francesco Morosini, all'interno della corazza sulla spalla sinistra in primo piano c'è il segno dell'incisore GBT che non sembra conosciuto tra i massari veneziani. Mah? Sarà stato un incaricato privato del doge? Saluti
    3 punti
  6. Ogni stagione della vita va assaporata e vissuta, l'importante è viverle tutte e fare ciò in cui si crede.
    3 punti
  7. Bellissima tipologia. Una delle prime che mi ha fatto innamorare... Questa moneta, invece, non mi piace e per 750€ ci penserei più di una volta. Magari dal vivo fa tutto un altro effetto.
    2 punti
  8. con la cugina numismatica di Sherlock Holmes c'è poca speranza di farla franca con foto dubbie ... vieni subito sgamato .... :D
    2 punti
  9. Eh, non potevo mancare a questa discussione "spettacolare"! Contribuisco con alcune immagini che mi ero salvato nel 2010 dall'asta Genevensis: come può mancare in questa discussione lo "zecchino"? E allora "capolavoro" tra i "capolavori" eccone qua non 1 solo ma addirittura 15!
    2 punti
  10. :lol: sperendo la luce abastanza buona.....vi la lascio a la vostra giusta analisi........ quel verso,sembre legermente suberato di colore oro.....
    2 punti
  11. Salve. E' una bella moneta, gpittini! Soprattutto per quanto concerne il R/ dal punto di vista storico, mentre i rilievi del D/ sono più che ammirabili. L'esemplare (un asse) dovrebbe essere stato coniato nella zecca di Roma nell'88 d.C. Al D/ troviamo il busto laureato verso destra circondato dalla legenda IMP. CAES. DOMIT. AVG. GERM. P.M. TR.P. VIII CENS. PER. P.P; al R/ Domiziano in piedi a sinistra, tiene in mano una patera e sacrifica sopra ad un altare; a sinistra un suonatore di arpa ed uno di flauto eseguono il loro brano di fronte all'imperatore, sullo sfondo vi è un tempio, il tutto accompagnato dalla dicitura COS XIIII LVD SAEC FEC; S C in esergo. Rif.: RIC 385a. Per quanto concerne l'importanza storica, questa moneta fu coniata per commemorare i cosiddetti Ludi Saeculares che Domiziano celebrò proprio nell'88 d.C. Di seguito riporto le principali notizie che ho trovato su questo tipo di avvenimento:" I Ludi Saeculares (it. Giochi Secolari, originariamente Ludi Tarentini) erano una celebrazione religiosa, che comportava sacrifici e spettacoli teatrali, tenuti nell'antica Roma per tre giorni e notti che delimitava la fine di un saeculum (secolo) e l'inizio del successivo. Un saeculum, presumibilmente la massima lunghezza possibile della vita umana, era considerato durare tra i 100 ed i 110 anni. Alcuni autori antichi hanno riportato indietro nel tempo le celebrazioni ufficiali dei Giochi al 509 a.C., ma le uniche celebrazioni chiaramente attestate sotto la Repubblica romana ebbero luogo nel 249 e nel 140 a.C. circa. I Giochi tornarono a svolgersi nel 17 a.C., sotto la spinta del primo imperatore di Roma, Augusto, mentre gli imperatori successivi tennero celebrazioni negli anni 88 e 204, ad intervalli di circa 110 anni. I giochi si svolsero anche sotto Claudio nell'anno 47 per celebrare l'ottocentesimo anniversario dalla fondazione di Roma, che condusse ad un secondo ciclo di Giochi, nel 148 e nel 248, che vennero infine abbandonati con l'avvento degli imperatori cristiani. Epoca repubblicana Secondo la mitologia romana, i Ludi Saeculares ebbero origine con un sabino chiamato Valesius, antenato della Gens Valeria. Quando i suoi bambini si ammalarono seriamente, lui pregò i propri dei di curarli, offrendo in cambio la sua vita. Una voce gli disse di portarli a Tarentum e di dargli da bere acqua del fiume Tevere, scaldata su un altare di Dis Pater (Dite) e di Proserpina, divinità degli inferi. Presumendo di dover viaggiare fino alla colonia greca di Tarentum, nell'Italia meridionale, intraprese il viaggio con i suoi bambini. Navigando lungo il Tevere, gli fu ordinato da una voce di fermarsi al Campo Marzio, proprio in un luogo che si chiamava Tarentum. Quando scaldò l'acqua del fiume e la diede ai bambini, essi guarirono miracolosamente e si addormentarono. Quando poi si svegliarono, informarono Valesius che era apparsa loro in sogno una sagoma e gli aveva detto di fare sacrifici a Dite e Proserpina. Scavando, Valesius trovò che un altare a quelle divinità era stato seppellito in quel luogo, e compì il rituale come gli era stato indicato Le celebrazioni dei Giochi sotto la Repubblica romana sono scarsamente documentate. Anche se alcuni storici romani li fanno risalire indietro nel tempo al 509 a.C.,alcuni studiosi moderni considerano che la prima celebrazione ben documentata ebbe luogo nel 249 a.C., durante la prima guerra punica.Secondo Varrone, un letterato del I secolo a.C., i Giochi vennero introdotti dopo che una serie di presagi condusse alla consultazione dei Libri Sibillini da parte dei quindecimviri.Secondo le istruzioni contenute in questi libri, vennero offerti sacrifici a Tarentum, presso il Campo Marzio, per tre notti, alle divinità infernali di Dite e Proserpina. Varrone afferma anche che venne fatto il voto di far ripetere i Giochi ogni cento anni, ed effettivamente un'altra celebrazione ebbe luogo nel 149 o nel 146 a.C., al tempo della terza guerra punica. Comunque, Beard, North e Price suggeriscono che i Giochi del 249 e quelli del 140 a.C. si tennero entrambi sotto la pressione diretta della guerra, e che fu solamente in quest'ultima occasione che vennero ad essere considerati come una celebrazione centennale regolare. Questa sequenza avrebbe condotto ad una celebrazione nell'anno 49 a.C., ma a quanto pare le guerre civili lo impedirono. Epoca augustea Nel 17 a.C. i Giochi ricevettero nuovo impulso dal primo imperatore di Roma, Augusto. La data fu motivata da un oracolo riportato nei Libri Sibillini, che imponeva che i Giochi venissero celebrati ogni 110 anni, e da una nuova ricostruzione della storia repubblicana dei Giochi che ne colloca la prima celebrazione nel 456 a.C.. Prima dei Giochi stessi, degli araldi andarono in giro per la città ad invitare il popolo ad "uno spettacolo a cui non avevano mai assistito e mai avrebbero rivisto in futuro". I quindecimviri si riunirono sul Campidoglio e nel tempio di Apollo Palatino, e distribuirono gratuitamente ai cittadini torce, zolfo ed asfalto, da bruciare come mezzo di purificazione (questi rituali potrebbero esser stati mutuati da quelli in uso nei Parilia, le feste per l'anniversario della fondazione di Roma). Vennero fatte anche offerte di grano, orzo e fagioli. Il Senato decretò che un'iscrizione dei Giochi dovesse essere realizzata al Tarentum, affinché giungesse fino a noi per documentarci questo loro procedimento. I sacrifici notturni non venivano fatti alle divinità infere Dite e Proserpina, ma alle Parche (o Fatae), ad Ilizie (la dea del parto) e a Tellus (la Madre Terra). Queste erano "divinità più benefiche, che ciononostante condividevano con Dite e Proserpina la duplice caratteristica di essere greche nella classificazione linguistica e senza culto nello stato romano". Questi sacrifici notturni alle divinità greche del Campo Marzio si avvicendavano con i sacrifici diurni alle divinità romane sui colli Campidoglio e Palatino. ruoli chiave vennero svolti da Augusto e dal suo genero Marco Vipsanio Agrippa, in qualità di membri dei quindecimviri; Augusto partecipava da solo ai sacrifici notturni ma era accompagnato dal genero in quelli diurni. Dopo i sacrifici del 3 giugno, cori di ventisette ragazzi e ventisette ragazze cantavano il Carmen Saeculare, composto per l'occasione dal poeta Orazio. Questo inno veniva cantato sia sul Palatino che poi sul Campidoglio, ma le sue parole si concentravano sulle divinità palatine Apollo e Diana, che erano accomunate più strettamente con Augusto. L'inno aggiunge un ulteriore livello di complessità all'alternanza dei sacrifici tra divinità greche e romane, rivolgendosi alle divinità greche mediante nomi latini. Ogni sacrificio era seguito da spettacoli teatrali. Una volta che i sacrifici di maggior rilievo erano terminati, i giorni tra il 5 e l'11 giugno erano dedicati alle commedie greche e latine, mentre il 12 giugno si svolgevano le corse dei carri e l'esposizione dei trofei di caccia. Tardo Principato Giochi continuarono ad essere celebrati sotto i successivi imperatori, ma vennero usati due diversi sistemi di calcolo per determinarne le date. Claudio li tenne nell'anno 47, per celebrare l'ottocentesimo anno dalla fondazione di Roma. Secondo Svetonio, l'annuncio degli araldi di un spettacolo "che nessuno mai aveva visto prima o mai avrebbe visto in futuro" rallegrò gli uditori, alcuni dei quali avevano già presenziato ai Giochi tenutisi sotto Augusto. Sotto gli imperatori successivi, i Giochi vennero celebrati sia col sistema di Augusto che col sistema di Claudio. Domiziano tenne i suoi nell'anno 88, presumibilmente 110 anni dopo una celebrazione augustea prevista nel 22 a.C., e ad esso seguirono quelli di Settimio Severo nel 204, 220 anni dopo l'effettiva celebrazione Augustea. In entrambe le occasioni la procedura usato nel 17 a.C. fu seguita fedelmente. Antonino Pio nel 148 e Filippo l'Arabo nel 248 seguirono Claudio nel celebrare gli anniversari dei 100 anni dalla fondazione di Roma. Ciò comportò dei rituali svolti al Tempio di Venere e Roma invece che al Tarentum, e la data fu probabilmente cambiata al 21 aprile, i Parilia. Nel 314, 110 anni dopo i Giochi di Settimio Severo, il cristiano Costantino divenne imperatore, e non si tennero più Ludi Saeculares. Lo storico pagano Zosimo (fl. 498-518), che scrisse il resoconto esistente più particolareggiato dei Giochi, diede la colpa della decadenza dell'Impero romano all'abbandono di questo rituale tradizionale."
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  12. Buongiorno Avrei trovato questo littore da 50 Lire del 31, moneta trovata da un privato, dettami da lui in fdc periziato. vi allego le foto, il prezzo è di 350€ che cosa ne pensate? Gioele
    1 punto
  13. Qui siamo di fronte ad un'eccellente esemplare da 8 Tornesi e complimenti a Gallo per la ricerca e l'acquisto fatto. Il Gigante riporta il tipo con la scritta SICILIARUM (NC) attribuendogli lo stesso grado di rarità di quello con SICILIARVM ma debbo dire che i primi e cioè come questo di Gallo se ne vedono molto ma molto di meno a cui accompagno anche la particolarità del punto dopo la I di Tornesi che non è rarissima ma in percentuale se ne vedono, anche in questo caso, di meno che con quelli senza. Ultima curiosità di questa moneta sta anche nel fatto, fateci caso, che la moneta sembra che abbia la testa del sovrano un po' più grande delle altre, ma ho riscontrato che questo è dovuto alla lontananza della legenda dal bordo; in altri casi è più attaccata. Un saluto Pietro
    1 punto
  14. Credo siano probabilmente da escludere i charms, quanto meno quelli che riportano figure: dalle ultime foto postate é più chiaro che quelle che potevano sembrare figurazioni in rilievo sono in realtà ammanchi di metallo derivanti da un difetto di fusione. Purtroppo continuano a non essere identificabili i quattro ideogrammi del dritto (tranne uno, ma é un po' poco). La moneta andrebbe sottoposta al giudizio di specialisti, magari su zeno.ru .
    1 punto
  15. Credo piuttosto che si tratti di questa.... Obv : IMP LICINIVS P F AVG Laureated and cuirassed bust right Rev : SOLI INV_I_CTO COMITI Sol radiate standing left, chlamys across left shoulder, right hand raised, and holding globe in left. Mintmark : RP/ R/X in left field/ F in right field
    1 punto
  16. Io la moneta la trovo bella ed interessante. Per chi ama la monetazione. Antica consiglio di apprezzare i pezzi con un occhio diverso, non per forza cercando il "bello". Ricordo che il proliferare dei falsi dipende anche dalla insana Abitudine dei collezionisti di volere per forza l impossibile..... Skuby
    1 punto
  17. Ciao @@francesco77, leggendoti, mi sta facendo appassionare alla medaglistica. Saluti Eliodoro
    1 punto
  18. l'esergo non si legge completamente.... io interpreto Star STR - comunque è Costantino I - con al R/ Victoriae Laetae Princ Perp Trier RIC VII 221 Constantine AE3. 319 AD. IMP CONSTANTINVS MAX AVG, helmeted, laureate & cuirassed bust right / VICTORIAE LAETAE PRINC PERP, two Victories holding shield inscribed VOT PR on an altar inscribed with a star, dot STR in ex. Text
    1 punto
  19. Gentile Nomisma 50, dovrebbe confrontare la Sua moneta con le immagini che Le invio dell'esempalre che ho in collezione da una quindicina di anni. Nota immeditamente come le lettere della legenda, in questo caso si staccano dai fondi con un taglio netto, e non sono impastate o "cicciotte" come nelle immagini che ha postato. In Più se confronta i caratteri noterà una assoluta incompatibilità a partire dalle A che solitamente utilizzavano una V rovesciata. Altro fattore caratterizzante di questa emissione è: la quasi totalità dei tondelli presenta difetti, oppure ondulazioni, facilmente visibili nel mio esemplare, che seppur non di grande qualità è certamente genuino. Potrei andare oltre ma non la voglio tediare. Giudicare una moneta da una fotografia, non è cosa semplice, ma ci sono fotografie che per quanto sotto esposte non lasciano dubbio alcuno. Ha postato prima il diritto del rovescio, il Calvario è il rovescio della moneta mentre lo scudo araldico è il diritto, e sarebbe girato di 180 gradi .
    1 punto
  20. la moneta è sullo SPL, su questa moneta la prima cosa che dovete guardare sono i capelli al dritto, i seni e lo scudo al rovescio, sono i primi rilievi a subire l' usura. In seguito, poi, guardiamo gli altri particolari, i graffietti, i colpetti etc. Comunque una buona moneta da mettere in collezione
    1 punto
  21. Leggi bene è SMANT il problema è la sesta lettera che potrebbe essere (A,B,gamma, epsilon, Z) onestamente non riesco a capire quale sia, forse tu avendo in mano la moneta potresti dare un parere più azzeccato. In ogni caso dovrebbe essere: Constantine I CONSTAN-TINVS AVG ROS PROVIDEN-TIAE AVGG 2 8 to 12 yes no SMANTA Antioch RIC VII Antioch 78 R3 Constantine I CONSTAN-TINVS AVG ROS PROVIDEN-TIAE AVGG 2 8 to 12 yes no SMANTB Antioch RIC VII Antioch 78 R4 Constantine I CONSTAN-TINVS AVG ROS PROVIDEN-TIAE AVGG 2 8 to 12 yes no SMANT gamma Antioch RIC VII Antioch 78 R4 Constantine I CONSTAN-TINVS AVG ROS PROVIDEN-TIAE AVGG 2 8 to 12 in RIC, though 13 seen yes no SMANT epsilon Antioch RIC VII Antioch 78 R3 Constantine I CONSTAN-TINVS AVG ROS PROVIDEN-TIAE AVGG 2 8 to 12 yes no SMANTZ Antioch RIC VII Antioch 78 R3
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  22. Ciao Numisma, potrebbe essere questo radiato: Maximian � Fraction. Antioch, AD 296. GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES, radiate, draped, and cuirassed bust right / CONCORDIA MILITVM, Emperor standing right receiving Victory on globe from Jupiter, standing left and holding sceptre, star between them, G below star, ANT in ex. RIC 61b Saluti Eliodoro
    1 punto
  23. @@teodato concordo con Skubidu per l'attribuzione ad Ipana ti allego la scansione della moneta come al solito la scansione non è rende bene nei particolari della moneta ciao Pietro
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  24. ciao, dovrebbe essere un bronzo siciliano di Hipana (344-317 a.C): CNS 1, n.1, p.241 D/toro a sx con testa abbassata, sopra un chicco di orzo R/Astragalo ;) ciao skuby
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  25. era in una scatola di cioccolatini per caso ?..
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  26. hai fatto bene, un buon compromesso tra te e il Papà ed un buon investimento :good:
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  27. Sinceramente modificherei un pò la sceda poichè non è una medaglia Premio, ma la medaglia 'ricordo' del Ministero della Real Casa che dava il principe Umberto II a coloro che andavano in visita presso di lui oppure che offriva quando andava in visite pubbliche. è in bronzo, argento ed oro di 3 diametri diversi e le due più piccole misurano 22 e 32mm con attacco ad appiccagnolo. Le medaglie incise al retro sono di maggior interesse. In merito alla scheda la medaglia è firmata a sinistra A.Dal Castagnè e a destra Johnson. Il principe è decorato con il collare minore e placca dell'ordine della SS Annunziata, collare dell'Ordine di Malta (no ordine militare di Savoia) placca di gran croce dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e della corona d'Italia. sempre a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti e consulenze.
    1 punto
  28. miroita

    CVS

    Recente acquisizione in campo di CVS . Anche qui, come in altra discussione, sto provando il nuovo microscopio digitale. Che ve ne pare ?
    1 punto
  29. Vi posto subito una news Taglio: 20 cent Nazione: Italia Anno: 2012 Tiratura: 5.000.000 Condizioni: qSPL Città: Sanremo
    1 punto
  30. Beh, visto i boccaloni che ci sono in giro, prima di spenderla la metterei sulla baia... :rofl:
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  31. Le emissioni VRBS ROMA sono state emesse da Costantino I subito dopo le emissioni Constantinopolis fatte coniare per celebrare la fondazioone della Città nel 330. Il diametro medio era di circa 17 mm. dal 330 al 335, da quella data fino alla morte di Costantino 337 il diametro si rimpicciolisce a 15mm. Continueranno ad opera dei figli dal 337 al 340. Il termine centennionalis non è molto chiaro ed in genere indicherebbe una frazione del Follis. Per molti centennionalis indicherebbe il valore di acquisto di tale moneta ( che ormai si ridotta di peso e dimensione ) pari a 100 denari di conto. Come successe per la Lira prima del passaggio all'euro i conti si facevano nell'unità Llira ( moneta che ormai non circolava più insieme alle 5, 10, 20 Lire) così i prezzi dei beni erano espressi in denari di conto. Quando la moneta più piccola coniata, raggiunse la valutazioni di 100 denari di conto? e' insicuro! alcuni studiosi, specie di origine francese sostengono a partire dal 317, altri dal 325 , alcuni autori Italiani dal 330, altri dal 345.
    1 punto
  32. L'"anta" di cui ti devi preoccupare è quella aperta in una cucina al buio. L'"anta" temporale è un periodo della vita che da l'opportunità di mettere a frutto le esperienze. Antonio
    1 punto
  33. ciao MB....saluti dizzeta.........!!....buongiorno a tutti.....!... :) .......i primi raggi son per ellu.......!.. :)
    1 punto
  34. augurissimi! belle monete!
    1 punto
  35. Il diametro direbbe che volevano falsificare un denaro per il quale non sarebbe stata necessaria la doratura se non per un uso diverso dal commercio, forse a scopo ornamentale? Certo che le lettere prese singolarmente sono veramente fatte bene, anche se piuttosto simili ai caratteri non sono uguali, e poi sbagliare le legende tra il dritto e il rovescio mi dà qualche dubbio, che non abbia avuto un modello da cui copiare e andasse a memoria? Molto intrigante il mistero che nasconde questa moneta, lo chiamerei denaro "surrealista". Ma certo che sì!
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  36. Miei amici hanno detto che questo potrebbe essere un buon posto per inserire un'altra moneta dal Sud Africa, e certamente d'accordo. In occasione del suo compleanno 90° nel 2008, Nelson Mandela fu il soggetto di questa moneta bimetallica 5-rand colpito dal Sud Africa. L'ex Presidente sudafricano Mandela—ciò che una realtà inconcepibile che una volta era—era nato il 18 luglio 1918 e morto ieri, 5 dicembre 2013, all'età di 95. In breve tempo dalla sua morte abbiamo visto un sacco di lacrime, ma sembrano quasi inferiorità numerica dall'incredibile display di felicità, di gioia, anche, per il semplice fatto che Nelson Mandela aveva vissuto. :D v. ----------------------------------------------------------- My friends have mentioned that this might be a good place to insert another coin from South Africa, and I certainly agree. On the occasion of his 90th birthday in 2008, Nelson Mandela was the subject of this bimetallic 5-rand coin struck by South Africa. Former South African President Mandela—what an inconceivable reality that was once—was born 18 July 1918 and died yesterday, 5 December 2013, at age 95. In the brief time since his death we have seen plenty of tears, but they almost seem outnumbered by the incredible displays of happiness, of joy even, at the simple fact that Nelson Mandela had lived. :D v.
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  37. Sarebbe in effetti una variante inedita, che si potrebbe chiamare variante 1c, che si avvicina alla variante 1b per la presenza del chicco sopra la protome di toro (anche se di conio diverso) e caratterizzata dalla comparsa del simbolo astro al rovescio. Tuttavia ho molte perplessità sulla sua autenticità, per alcune incongruenze stilistiche. L'astro mi sembra troppo bene disegnato e i rilievi sono un pò pastosi, anche considerando una semplice usura. E' difficile esprimere un netto giudizio, ma a me non piace per niente. Vedremo se compaiono altri esemplari. Sembra una invenzione moderna, allo scopo di "creare" nuove varianti.....
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  38. Bellissima, credo di poter dire che ha delle bellissime lettere e la D "col taglietto", la sigla credo sia BR. Anche qua ti faccio il disegnino perchè le lettere così al completo lo meritano.
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  39. mah.. io non li avrei spesi per questa moneta, vale sui 20-25 euro, cmq se a te piace hai fatto bene a soddisfare un tuo desiderio, e' giusto che tu faccia le tue esperienze. Anche io ho fatto le mie esperienze... col tempo diventerai piu' esigente con le conservazioni.
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  40. Tanti auguri (da un coetaneo) e complimenti per le monete, che anche se non sono la mia monetazione, riconosco essere molto belle. Saluti Marfir.
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  41. Se vuoi un consiglio, è meglio che la fai periziare da un NIP .... è una moneta che ne vale la pena...
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  42. non ci sono ragioni per cui devo dare delle spiegazioni a chi mi chiede una valutazione personale.. rispondere per le rime, vuole dire mettersi al livello infimo dell'interlocutore. meglio lasciare " nero su bianco" .... chi legge sarà arbitro della discussione.... :whome: ciao
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  43. Neanche io ci penserei sù due volte......:)
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  44. Complimenti sinceri a Francesco per le sue ricerche appassionate delle varianti di conio. La variante per la lavanda di Pio IX a Gaeta - anno III - è, per quanto mi consta, una novità assoluta. Le varianti di conio sono importantissime per i medaglisti, perchè di norma scandiscono la successione dei coni e quindi, per medaglie che sono state nel tempo riconiate, servono a distinguere medaglie originali o di epoca da quelle successive (ho scritto "di norma" perchè in antico si preparava talvolta il doppio conio per il rischio di rottura e quindi abbiamo varianti originali). Questa ricerca sulla successione dei coni , per le medaglie papali, si ritiene conclusa con Pio VII: è noto che anche per i pontificati successivi il Mazio riconiava a richiesta e vendeva tutto il possibile; ma per quanto si sa (o si sapeva) non vi furono coni rifatti e in vero per la medaglistica ottocentesca le prime emissioni e quelle di poco successive non sono distinguibili nè per tipo di metallo, nè per patina..... Su questa scoperta di Francesco occorrerebbe una riflessione attenta prma di scrivere ; ma il vecchio collezionista - legato ai tempi della tradizione orale e poco capace nella tecnologia - viene meno ai suoi principi di rigore e con immediatezza riferisce quanto a sua conoscenza. E' sempre stato noto che questa medaglia è stata emessa in grosso spessore (si dice per le prime consegne in occasione della cerimonia) e nello spessore più sottile e più tradizionale per le medaglie di epoca di quel modulo. Il recente listino di Barbero presenta le due tipologie (lotti 570 e 571). Ambedue provengono dagli stessi coni (quello noti, e che appaiono nella nota di Francesco nella medaglia in maggiore spessore con patina cuoio: e non rileva - per quanto ci interessa in questa discussione - che Barbero ritenga più importante la medaglia sottile, mentre sempre si è pensato il contrario tra i collezionisti, perchè si ritiene che il dono ufficiale del Pontefice consistesse nella medaglia di maggiore spessore). Dagli stessi coni derivano i due esemplari che ho in collezione e, se non erro, anche tutti quelli fotografati nel catalogo del forum per le medaglie papali. Questo è il risultato di una ricerca molto sommaria, ma indicativa. Pertanto non vi sarebbe stato, se ho guardato bene, un conio per le medaglie di spessore e un secondo per le medaglie più sottili. A questo punto dobbiamo fare ipotesi per il nuovo conio individuato da Francesco (medaglia sottile con patina più scura). Ho tentato di esaminare il catalogo del Mazio (Pictorial catalogue of papal medals 1417-1492); le foto sono poco decifrabili ad occhio nudo e ci vuole la vostra capacità di sviluppo per un controllo. Se il catalogo Mazio corrispondesse al nuovo conio, avremmo la prova che per qualche ragione vi fu un intervento sui coni originari. Una delle mie medaglie ha una piccola sbavatura sul bordo, che potrebbe essere un indice...... Ma è una ipotesi azzardata; a questo punto mi sono quasi pentito di questo intervento poco meditato e troppo approssimativo e sono preso dalla tentazione di cassarlo. Ma, siamo tra amici e forse serve ad avviare un approfondimento......
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  45. Ottimo, sembra aver un elevato valore numismatico, come al solito lopez riesci a darmi risposte illuminanti :) infinitamente grazie, aspetto ulteriori chiarimenti sulla conservazione e magari su aggiudicazioni recenti Grazie Giulio
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  46. Il mio consiglio è di non toccare le monete di rame e il 20 cent 1919. Lo sporco che vedi non è altro che il "vissuto" della moneta. Per quelle in acciaio (20 centesimi) che hanno quelle macchie , puoi usare acqua e sapone, strofinando coi polpastrelli. saluti
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  47. Duemila anni li separano....ma i leoni la fanno da padrone....biga o quadriga che sia....l'ispirazione a soggetti classici ritorna sempre!
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  48. Salve amici! Ecco gli ultimi aggiornamenti... ho eseguito alcune modifiche... e preparato alcuni vassoi....
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  49. Vi ringrazio dei "mi piace"; comunque il testo non l'ho scritto io, ma l'ho preso da un documento sulla rete (non mi ricordo dove) e me lo sono salvato . :D Dato che mi sembrava una spiegazione appropriata, l'ho riproposto. :) Un saluto a tutti
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