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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/07/13 in tutte le aree
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http://www.ilportaledelsud.org/pensiere.htm Oggi è stato pubblicato on line su www.ilportaledelsud.org un interessante ricerca d'archivio messami a disposizione dall'amico Alessandro Giaccardi di Torino. Ringrazio Alessandro pubblicamente. Buona lettura a tutti. ........... A volte è più interessante leggere un documento d'epoca che narra di una moneta commemorativa che la moneta stessa fotografata. Siete d'accordo con me?4 punti
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Dando per chiusa la polemica circa l'immagine taroccata pubblicata da Lulliri nel suo linro (mi auguro che definitivamente chiusa), vorrei invece mantenere aperto il discorso stesso circa la possibile esistenza delle vittorie di Ilderico. Con riferimento alla monetazione rara, partirei da un assioma, se me lo concedete: l'assenza di una moneta, quando la sua esistenza non va contro la logica, non è dimostrazione di ineistenza. Cercherò di spiegarmi meglio. Quando ci troviamo di fronte a una monetazione rara, in termini di abbondanza, il fatto che nessun esemplare della stessa sia pervenuto sino ai nostri tempi, non vuol dire con certezza che esso non sia mai stato coniato, a meno che sia la stessa logica a dirci che ciò non può essere avvenuto. Ad esempio, nel caso della monetazione vandala è citato un solo esempio di moneta d'argento con il nominale di XII denari ed è in nome di Gelamir. Tuttavia non vi è nessuna ragione logica che ci porti a dire che non possono esistere monete d'argento da XII denari in nome degli altri sovrani: quindi anche se non ne conosciamo nessun esempio, non possiamo affermare che tali monete non esistono. Altrresì non conosciamo nessun esempio di denario vandalo con il valore nominale espresso con cifre arabe, cioé 25 invece di XXV: ma in questo caso la logica ci dice che siffatta moneta non può esistere in quanto allora non esisteva ancora la notazione araba per i numeri. Tornando alla vittoria in nome di Ilderico, non se ne conosce nessun esempio la cui legenda possa essere ricondotta al suo nome: ma questo non dimostra in assoluta che non possano esistere vittorie in nome di Ilderico. Ciò premesso io credo che ci sia una certa probabilità che esistano vittorie in nome di Ilderico. Quando muore Trasamundo (6 maggio 523), la legge di successione vandala prevede che sia Ilderico a subentrargli sul trono e, pertanto, la corte vandala lo proclama sovrano. Qui i cronisti del mondo antico danno delle letture la cui interpretazione è ambigua. Alcuni, infatti, dicono che Ilderico, in quel momento si trovava a Costantinopoli, dove si stabilì, esiliato dallo stesso Trasamundo, sin dal 496. Altri cronisti dicono che, morente, Trasamundo fece giurare a Ilderico che, sebbene lui fosse cattolico, avrebbe difeso la fede ariana nel regno vandalo. Ma allora, dove si trovava Ilderico al momento della morte di Trasamundo? E' possibile che Trasamundo abbia lasciato tale giuramento quale condizione sine qua non affinché Ilderico fosse incoronato, pur trovandosi Ilderico ancora a Costantinopoli? Probabilmente sì, e questo sanerebbe quella che, altrimenti, sarebbe una contraddizione storica. Inoltre esiste un cronista del VI secolo che afferma che Ilderico, trovandosi ancora a Costantinopoli, promulgò un decreto che autorizzava i vescovi cattolici che furono esiliati in Sardegna a rientrare nel Regno vandalo. Dunque prima che Ilderico rientrasse a Cartagine e occupasse fisicamente il trono, vi fu un intervallo di tempo durante il quale egli era ancora a Costantinopoli, ma già era stato proclamato sovrano dei vandali. Or bene, la coniazione delle vittorie è particolarmente abbondante durante il regno di Trasamundo, e infatti la maggior parte di essere sono attribuibili a quel sovrano, né c'è ragione che porti a pensare che la loro coniazione sia stata interrotta prima della morte stessa di Trasamundo. Quindi perché escludere che durante l'intervallo di tempo trascorso tra la morte di Trasamundo e l'insediamento fisico (e non solo de jure) di Ilderico sia continuata la coniazione delle vittorie ma ora con il nome del nuovo sovrano? Bisogna tener presente che il modulo della vittoria vandala è pari a circa la metà di quello del conio stesso: da qui che se la vittoria è centrata, la totalità della legenda rimane al di fuori della moneta. La legenda stessa è visibile solamente in quelle monete fortemente decentrate: ma in questo caso se ne legge solamente una piccola porzione che corrisponde al lato della decentratura e, quindi, si riese a leggere il nome del sovrano solamente in quei casi in cui la moenta è notevolmente decentrata al dritto verso sinistra, sì da permettere la lettura della parte destra del campo. Si tratta, quindi, di una percentuale ridotta di monete. Inoltre le lettere sono spesso incerte e gli errori abbondanti. Nulla di strano, dunque, se sino ad ora non è apparsa nessuna vittoria vandala reale nella quale sia leggibile il nome di Ilderico, ma ciò non significa che non possa esistere e che non possa apparire nel prossimo futuro. Per questa ragione quando Lulliri pubblicò nel suo libro tale vittoria, inserendola tra le emissioni di Cartagine ma attribuendola con una nota alla zecca sarda, ritenni del tutto plausibile la sua esistenza e lamentai che non avesse pubblicato immagini leggibili. Non solo: nonostante il fatto che l'immagine che alla fine pubblicò (nel "suo" forum) sia risultata essere una bufala, io tuttavia continuo a credere nella possibile esistenza di vittorie vandale in nome di Ilderico. Se è possibile la coniazione di vittorie in suo nome presso la zecca di Cartagine, lo è ancora di più presso la zecca sarda (della quale non è mai stata trovata traccia fisica, ma la cui esistenza è indiscutibile): infatti il tempo trascorso tra la morte di Trasamundo e le indicazioni circa la coniazione di una nuova tipologia di nummi caratteristica di Ilderico, il nummo con la croce potenziata in ghirlanda, certamente fu ben superiore a quanto avvenne nella capitale. Tuttavia a questo punto sorge un altro problema. Le vittorie sarde, imitative di quelle di Trasamundo, sono di dimensione ridotta rispetto alle vittorie officiali cartaginesi, come è ovvio per tutta la monetazione imitativa. Il peso delle vittorie reali, dunque ufficiali della zecca di Cartagine è pari nominalmente a 1/500 di libbra latina (0,62 g) come prescritto a seguito della riforma monetaria attuata da Guntamundo: effettivamente il peso medio riscontrato su 92 esemplari attribuibili con ragionevole certezza a Trasamundo è pari a 0,61 g, dunque in perfetto accordo con quello nominale. Invece il peso medio riscontrato su 310 esemplari di vittoie presumibilmente di zecca sarda è pari a solamente 0,38 g. Senonché in entrambi i casi la variabilità degli stessi è molto elevata e sussiste, quindi, un'ampia zona di sovrapposizione dei pesi nella quale è difficile riconoscere se l'esemplare stessa sia da considerarsi di coniazione sarda oppure regia. Né il raffronto dello stile dell'incisione può ritenersi sufficientemente evidente da costituire base per attribuire il nummo all'una o all'altra zecca. Qui sovrappongo le curve di distribuzione del peso delle due tipologie (serie uno = vittorie reali; serie 2 = vittorie sarde): Secondo voci che circolarono negli anni scorsi, una decina di anni or sono in Sardegna ci fu un ritrovamento clandestino e mai denunciato dell'ordine di 40.000 nummi vandali. Può sembrare un volume enorme, ma si tenga presente che essendo il peso medio unitario di solamente 0,4 grammi scarsi, quella quantità di nummi può essere agevolmente contenuta in una brocca. Trattandosi di voci, quindi incontrollabili, è perfettamente possibile che si tratti di legenda metropolitana e siano del tutto prive di fondamento. Resta tuttavia il fatto che la quantità di vittorie vandale presumibilmente di zecca sarda sia di gran lunga superiore a quella nota di produzione ufficiale e, dunque, di Cartagine. Lo stesso Lulliri tra il primo e il secondo libro (1996 e 2013) pubblica le fotografie di parecchie centinaia di vittorie. Lui stesso ha precisato che gran parte di quelle in suo possesso provengono dall'acquisto da aste pubbliche, acquisto quindi del tutto lecito. Ma queste vittorie vendute da aste pubbliche, così numerose, fanno supporre che effettivamente tale voce prima citata possa avere un qualche fondamento, sia pure con volumi molto distanti da quelli "sussurrati". Va altresì tenuto che: a) in alcuni casi, le fotografie pubblicate nel libro Lulliri-Urban 1996 (di migliore qualità di quelle pubblicate nel più recente Lulliri 2013), parrebbero suggerire che vi sono nummi provenienti da uno stesso conio, ciò che potrebbe indicare che provengono da zona prossima alla zecca che li ha prodotti; b) in Sardegna vi era ampia circolazione anche dei nummi ufficilai coniati a Cartagine: dunque il fatto che un nummo vandalo sia stato ritrovato in Sardegna non è ragione sufficiente per attribuirlo alla zecca sarda. Antvwala4 punti
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acquistata 2 mesetti fa...uno dei pezzi che mi da più soddisfazione :) ...credo sia una delle tipologie monetali più difficili da trovar ben conservate di tutto il Regno delle Due Sicilie. Questa come vi sembra? a me piace ed è un buon compromesso per la tipologia. Dietro la nuca del sovrano ha una mancanza vistosa purtroppo ma l'effige del re mi ha fatto passare oltre :D un saluto al forum marco3 punti
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Ciao Fabrizio, molto bella l'osella che hai postato...e molto particolare. Ti sei chiesto che c'azzecca l'aquila in una moneta veneziana? Se dovessimo inseguire il filo conduttore che attraversa la monetazione veneziana, avremmo visto più adeguato un leone alato e non un'aquila. Spesso,un caso l'abbiamo visto ultimamente con l'osella postata da @@dabbene : http://www.lamoneta.it/topic/106541-a-proposito-delle-oselle-dei-dogi/page-4 , il doge riusciva a far inserire nelle oselle dei temi che lo identificassero; nella monetazione ordinaria era assolutamente vietato, ma nelle oselle lo si poteva fare (senza strafare)...un po' di autocelebrazione, diciamo. La rosa postata in questa osella, richiamava chiaramente lo stesso fiore che era inserito nello stemma araldico dei Mocenigo e l'aquila posta su quella che hai richiamato tu? Vale lo stesso principio; l'aquila era quella che campeggiava nello stemma della casata Valier; quindi non è Venezia che aggredisce il turco, ma il Valier Stemma araldico del Casato Valier Un caro saluto luciano3 punti
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Eppoi, visto che tra gli amici ce n'è sicuramente uno a cui piacciono i "leoni" eccone qua uno un po' diverso (per quello che ne so io), sempre dalla stessa asta ecco una medaglia di Francesco Morosini, all'interno della corazza sulla spalla sinistra in primo piano c'è il segno dell'incisore GBT che non sembra conosciuto tra i massari veneziani. Mah? Sarà stato un incaricato privato del doge? Saluti3 punti
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Ogni stagione della vita va assaporata e vissuta, l'importante è viverle tutte e fare ciò in cui si crede.3 punti
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Bellissima tipologia. Una delle prime che mi ha fatto innamorare... Questa moneta, invece, non mi piace e per 750€ ci penserei più di una volta. Magari dal vivo fa tutto un altro effetto.2 punti
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con la cugina numismatica di Sherlock Holmes c'è poca speranza di farla franca con foto dubbie ... vieni subito sgamato .... :D2 punti
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Eh, non potevo mancare a questa discussione "spettacolare"! Contribuisco con alcune immagini che mi ero salvato nel 2010 dall'asta Genevensis: come può mancare in questa discussione lo "zecchino"? E allora "capolavoro" tra i "capolavori" eccone qua non 1 solo ma addirittura 15!2 punti
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:lol: sperendo la luce abastanza buona.....vi la lascio a la vostra giusta analisi........ quel verso,sembre legermente suberato di colore oro.....2 punti
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Salve. E' una bella moneta, gpittini! Soprattutto per quanto concerne il R/ dal punto di vista storico, mentre i rilievi del D/ sono più che ammirabili. L'esemplare (un asse) dovrebbe essere stato coniato nella zecca di Roma nell'88 d.C. Al D/ troviamo il busto laureato verso destra circondato dalla legenda IMP. CAES. DOMIT. AVG. GERM. P.M. TR.P. VIII CENS. PER. P.P; al R/ Domiziano in piedi a sinistra, tiene in mano una patera e sacrifica sopra ad un altare; a sinistra un suonatore di arpa ed uno di flauto eseguono il loro brano di fronte all'imperatore, sullo sfondo vi è un tempio, il tutto accompagnato dalla dicitura COS XIIII LVD SAEC FEC; S C in esergo. Rif.: RIC 385a. Per quanto concerne l'importanza storica, questa moneta fu coniata per commemorare i cosiddetti Ludi Saeculares che Domiziano celebrò proprio nell'88 d.C. Di seguito riporto le principali notizie che ho trovato su questo tipo di avvenimento:" I Ludi Saeculares (it. Giochi Secolari, originariamente Ludi Tarentini) erano una celebrazione religiosa, che comportava sacrifici e spettacoli teatrali, tenuti nell'antica Roma per tre giorni e notti che delimitava la fine di un saeculum (secolo) e l'inizio del successivo. Un saeculum, presumibilmente la massima lunghezza possibile della vita umana, era considerato durare tra i 100 ed i 110 anni. Alcuni autori antichi hanno riportato indietro nel tempo le celebrazioni ufficiali dei Giochi al 509 a.C., ma le uniche celebrazioni chiaramente attestate sotto la Repubblica romana ebbero luogo nel 249 e nel 140 a.C. circa. I Giochi tornarono a svolgersi nel 17 a.C., sotto la spinta del primo imperatore di Roma, Augusto, mentre gli imperatori successivi tennero celebrazioni negli anni 88 e 204, ad intervalli di circa 110 anni. I giochi si svolsero anche sotto Claudio nell'anno 47 per celebrare l'ottocentesimo anniversario dalla fondazione di Roma, che condusse ad un secondo ciclo di Giochi, nel 148 e nel 248, che vennero infine abbandonati con l'avvento degli imperatori cristiani. Epoca repubblicana Secondo la mitologia romana, i Ludi Saeculares ebbero origine con un sabino chiamato Valesius, antenato della Gens Valeria. Quando i suoi bambini si ammalarono seriamente, lui pregò i propri dei di curarli, offrendo in cambio la sua vita. Una voce gli disse di portarli a Tarentum e di dargli da bere acqua del fiume Tevere, scaldata su un altare di Dis Pater (Dite) e di Proserpina, divinità degli inferi. Presumendo di dover viaggiare fino alla colonia greca di Tarentum, nell'Italia meridionale, intraprese il viaggio con i suoi bambini. Navigando lungo il Tevere, gli fu ordinato da una voce di fermarsi al Campo Marzio, proprio in un luogo che si chiamava Tarentum. Quando scaldò l'acqua del fiume e la diede ai bambini, essi guarirono miracolosamente e si addormentarono. Quando poi si svegliarono, informarono Valesius che era apparsa loro in sogno una sagoma e gli aveva detto di fare sacrifici a Dite e Proserpina. Scavando, Valesius trovò che un altare a quelle divinità era stato seppellito in quel luogo, e compì il rituale come gli era stato indicato Le celebrazioni dei Giochi sotto la Repubblica romana sono scarsamente documentate. Anche se alcuni storici romani li fanno risalire indietro nel tempo al 509 a.C.,alcuni studiosi moderni considerano che la prima celebrazione ben documentata ebbe luogo nel 249 a.C., durante la prima guerra punica.Secondo Varrone, un letterato del I secolo a.C., i Giochi vennero introdotti dopo che una serie di presagi condusse alla consultazione dei Libri Sibillini da parte dei quindecimviri.Secondo le istruzioni contenute in questi libri, vennero offerti sacrifici a Tarentum, presso il Campo Marzio, per tre notti, alle divinità infernali di Dite e Proserpina. Varrone afferma anche che venne fatto il voto di far ripetere i Giochi ogni cento anni, ed effettivamente un'altra celebrazione ebbe luogo nel 149 o nel 146 a.C., al tempo della terza guerra punica. Comunque, Beard, North e Price suggeriscono che i Giochi del 249 e quelli del 140 a.C. si tennero entrambi sotto la pressione diretta della guerra, e che fu solamente in quest'ultima occasione che vennero ad essere considerati come una celebrazione centennale regolare. Questa sequenza avrebbe condotto ad una celebrazione nell'anno 49 a.C., ma a quanto pare le guerre civili lo impedirono. Epoca augustea Nel 17 a.C. i Giochi ricevettero nuovo impulso dal primo imperatore di Roma, Augusto. La data fu motivata da un oracolo riportato nei Libri Sibillini, che imponeva che i Giochi venissero celebrati ogni 110 anni, e da una nuova ricostruzione della storia repubblicana dei Giochi che ne colloca la prima celebrazione nel 456 a.C.. Prima dei Giochi stessi, degli araldi andarono in giro per la città ad invitare il popolo ad "uno spettacolo a cui non avevano mai assistito e mai avrebbero rivisto in futuro". I quindecimviri si riunirono sul Campidoglio e nel tempio di Apollo Palatino, e distribuirono gratuitamente ai cittadini torce, zolfo ed asfalto, da bruciare come mezzo di purificazione (questi rituali potrebbero esser stati mutuati da quelli in uso nei Parilia, le feste per l'anniversario della fondazione di Roma). Vennero fatte anche offerte di grano, orzo e fagioli. Il Senato decretò che un'iscrizione dei Giochi dovesse essere realizzata al Tarentum, affinché giungesse fino a noi per documentarci questo loro procedimento. I sacrifici notturni non venivano fatti alle divinità infere Dite e Proserpina, ma alle Parche (o Fatae), ad Ilizie (la dea del parto) e a Tellus (la Madre Terra). Queste erano "divinità più benefiche, che ciononostante condividevano con Dite e Proserpina la duplice caratteristica di essere greche nella classificazione linguistica e senza culto nello stato romano". Questi sacrifici notturni alle divinità greche del Campo Marzio si avvicendavano con i sacrifici diurni alle divinità romane sui colli Campidoglio e Palatino. ruoli chiave vennero svolti da Augusto e dal suo genero Marco Vipsanio Agrippa, in qualità di membri dei quindecimviri; Augusto partecipava da solo ai sacrifici notturni ma era accompagnato dal genero in quelli diurni. Dopo i sacrifici del 3 giugno, cori di ventisette ragazzi e ventisette ragazze cantavano il Carmen Saeculare, composto per l'occasione dal poeta Orazio. Questo inno veniva cantato sia sul Palatino che poi sul Campidoglio, ma le sue parole si concentravano sulle divinità palatine Apollo e Diana, che erano accomunate più strettamente con Augusto. L'inno aggiunge un ulteriore livello di complessità all'alternanza dei sacrifici tra divinità greche e romane, rivolgendosi alle divinità greche mediante nomi latini. Ogni sacrificio era seguito da spettacoli teatrali. Una volta che i sacrifici di maggior rilievo erano terminati, i giorni tra il 5 e l'11 giugno erano dedicati alle commedie greche e latine, mentre il 12 giugno si svolgevano le corse dei carri e l'esposizione dei trofei di caccia. Tardo Principato Giochi continuarono ad essere celebrati sotto i successivi imperatori, ma vennero usati due diversi sistemi di calcolo per determinarne le date. Claudio li tenne nell'anno 47, per celebrare l'ottocentesimo anno dalla fondazione di Roma. Secondo Svetonio, l'annuncio degli araldi di un spettacolo "che nessuno mai aveva visto prima o mai avrebbe visto in futuro" rallegrò gli uditori, alcuni dei quali avevano già presenziato ai Giochi tenutisi sotto Augusto. Sotto gli imperatori successivi, i Giochi vennero celebrati sia col sistema di Augusto che col sistema di Claudio. Domiziano tenne i suoi nell'anno 88, presumibilmente 110 anni dopo una celebrazione augustea prevista nel 22 a.C., e ad esso seguirono quelli di Settimio Severo nel 204, 220 anni dopo l'effettiva celebrazione Augustea. In entrambe le occasioni la procedura usato nel 17 a.C. fu seguita fedelmente. Antonino Pio nel 148 e Filippo l'Arabo nel 248 seguirono Claudio nel celebrare gli anniversari dei 100 anni dalla fondazione di Roma. Ciò comportò dei rituali svolti al Tempio di Venere e Roma invece che al Tarentum, e la data fu probabilmente cambiata al 21 aprile, i Parilia. Nel 314, 110 anni dopo i Giochi di Settimio Severo, il cristiano Costantino divenne imperatore, e non si tennero più Ludi Saeculares. Lo storico pagano Zosimo (fl. 498-518), che scrisse il resoconto esistente più particolareggiato dei Giochi, diede la colpa della decadenza dell'Impero romano all'abbandono di questo rituale tradizionale."2 punti
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Volevo chiedere un parere su questo sesterzio di Vespasiano in vendita da Elsen, con un rovescio molto raro e ricercato. Che ve ne pare? Voi la mettereste in collezione? http://www.elsen.eu/index.aspx?tabindex=21&tabid=75&productid=338337&directoryid=+7878&ctrl=auction119details1 punto
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Ciao @@francesco77, leggendoti, mi sta facendo appassionare alla medaglistica. Saluti Eliodoro1 punto
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l'esergo non si legge completamente.... io interpreto Star STR - comunque è Costantino I - con al R/ Victoriae Laetae Princ Perp Trier RIC VII 221 Constantine AE3. 319 AD. IMP CONSTANTINVS MAX AVG, helmeted, laureate & cuirassed bust right / VICTORIAE LAETAE PRINC PERP, two Victories holding shield inscribed VOT PR on an altar inscribed with a star, dot STR in ex. Text1 punto
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Gentile Nomisma 50, dovrebbe confrontare la Sua moneta con le immagini che Le invio dell'esempalre che ho in collezione da una quindicina di anni. Nota immeditamente come le lettere della legenda, in questo caso si staccano dai fondi con un taglio netto, e non sono impastate o "cicciotte" come nelle immagini che ha postato. In Più se confronta i caratteri noterà una assoluta incompatibilità a partire dalle A che solitamente utilizzavano una V rovesciata. Altro fattore caratterizzante di questa emissione è: la quasi totalità dei tondelli presenta difetti, oppure ondulazioni, facilmente visibili nel mio esemplare, che seppur non di grande qualità è certamente genuino. Potrei andare oltre ma non la voglio tediare. Giudicare una moneta da una fotografia, non è cosa semplice, ma ci sono fotografie che per quanto sotto esposte non lasciano dubbio alcuno. Ha postato prima il diritto del rovescio, il Calvario è il rovescio della moneta mentre lo scudo araldico è il diritto, e sarebbe girato di 180 gradi .1 punto
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Grazie del cari ;) Questa moneta ha mani circolato? Se intendi le originali, no Ne esistono dei falsi di questa specifica? Cavoli, è pieno il mondo, falsi e monete autentiche del 27 modificate con l' anno V (abilmente direi), basta togliere la I1 punto
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la moneta è sullo SPL, su questa moneta la prima cosa che dovete guardare sono i capelli al dritto, i seni e lo scudo al rovescio, sono i primi rilievi a subire l' usura. In seguito, poi, guardiamo gli altri particolari, i graffietti, i colpetti etc. Comunque una buona moneta da mettere in collezione1 punto
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ciao, dovrebbe essere un bronzo siciliano di Hipana (344-317 a.C): CNS 1, n.1, p.241 D/toro a sx con testa abbassata, sopra un chicco di orzo R/Astragalo ;) ciao skuby1 punto
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Ciao Scusami ma a parità di conservazione il 1889 è ben più raro del 1888. Belli comunque i tuoi marenghini Un saluto M1 punto
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Taglio: 50 cent Nazione: Italia Anno: 2011 Tiratura: 4.954.500 Condizioni: BB Città: Milano1 punto
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Beh, visto i boccaloni che ci sono in giro, prima di spenderla la metterei sulla baia... :rofl:1 punto
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Confermo quanto detto da Cig. Quindi donato11 puoi stare tranquillo su questo aspetto.1 punto
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Un denaro veramente interessante. Appare chiaro si tratti di un falso d'epoca ma realizzato da qualcuno che ci sapeva fare con gli strumenti di zecca... salvo poi invertire le legende :nea: . Dalle nuove foto si direbbe che di argento nella lega metallica non ce ne sia e che ci sia stato un tentativo di biancatura. Il tutto, unito al peso basso, conferma il falso. A pensar male, vista la qualità della moneta, verrebbe da pensare che l'inversione di legenda sia voluto :p. Quasi a firmare il falso :D. Grazie @@jagd per avercela mostrata.1 punto
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:lol: ...era dentro un sacco di epice....!!....riportati di quelli paesi lontani.....!!!....commercio ,commercio......!!!... :lol: ...... :rolleyes: .....moneta medievale chinese....!...chi sa....???... -_-1 punto
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L'"anta" di cui ti devi preoccupare è quella aperta in una cucina al buio. L'"anta" temporale è un periodo della vita che da l'opportunità di mettere a frutto le esperienze. Antonio1 punto
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Buona giornata ...qui si "pesta duro".... Francesco Morosini, unico doge ad ottenere, in vita, un busto bronzeo che lo celebrasse, e celebrasse le sue vittorie nel Peloponneso; tanto da meritarsi anche il titolo di Peloponnesiaco. Doge che non stette assiso sul suo trono, ma che comandò in prima persona l'armata navale per la riconquista delle città già in mano turche; tra le su conquiste: Modone, Argo, Nauplia ed altre. Sulla medaglia si può vedere la corona di Morea ed il basone di comando, proprio del comandante d'armata. Il motto: "Queste le fidate insegne delle imprese" Il Morosini, sempre impegnato in battaglie. morì infatti a Nauplia e solo successivamente, il suo corpo, fu traslato nella chiesa di S. Stefano a Venezia. saluti luciano1 punto
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@@gianvi "Per il mezzo baiocco pensavo un BB pieno francamente però va bene lo stesso" Guarda che non sono un perito ed il mio parere vale meno del tuo che hai in mano la moneta e non la giudichi solo dalle immagini, da quello che vedo al BB pieno non ci arriva ma posso sbagliare Ciao PS il quattrino di Benny XIV è il Muntoni 237g non so' darti il grado di rarità ma dai dati in mio possesso non è tra i più comuni (del 47 quanti ne vuoi ma di passaggi in asta del 48 neanche uno), agli esperti della monetazione specifica la parola1 punto
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Il diametro direbbe che volevano falsificare un denaro per il quale non sarebbe stata necessaria la doratura se non per un uso diverso dal commercio, forse a scopo ornamentale? Certo che le lettere prese singolarmente sono veramente fatte bene, anche se piuttosto simili ai caratteri non sono uguali, e poi sbagliare le legende tra il dritto e il rovescio mi dà qualche dubbio, che non abbia avuto un modello da cui copiare e andasse a memoria? Molto intrigante il mistero che nasconde questa moneta, lo chiamerei denaro "surrealista". Ma certo che sì!1 punto
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Miei amici hanno detto che questo potrebbe essere un buon posto per inserire un'altra moneta dal Sud Africa, e certamente d'accordo. In occasione del suo compleanno 90° nel 2008, Nelson Mandela fu il soggetto di questa moneta bimetallica 5-rand colpito dal Sud Africa. L'ex Presidente sudafricano Mandela—ciò che una realtà inconcepibile che una volta era—era nato il 18 luglio 1918 e morto ieri, 5 dicembre 2013, all'età di 95. In breve tempo dalla sua morte abbiamo visto un sacco di lacrime, ma sembrano quasi inferiorità numerica dall'incredibile display di felicità, di gioia, anche, per il semplice fatto che Nelson Mandela aveva vissuto. :D v. ----------------------------------------------------------- My friends have mentioned that this might be a good place to insert another coin from South Africa, and I certainly agree. On the occasion of his 90th birthday in 2008, Nelson Mandela was the subject of this bimetallic 5-rand coin struck by South Africa. Former South African President Mandela—what an inconceivable reality that was once—was born 18 July 1918 and died yesterday, 5 December 2013, at age 95. In the brief time since his death we have seen plenty of tears, but they almost seem outnumbered by the incredible displays of happiness, of joy even, at the simple fact that Nelson Mandela had lived. :D v.1 punto
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Auguri in ritardo. A me mancano 9 anni agli enta... e leggendo il post mi sono rasserenato... se basta una moneta! Ciao XD1 punto
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Sarebbe in effetti una variante inedita, che si potrebbe chiamare variante 1c, che si avvicina alla variante 1b per la presenza del chicco sopra la protome di toro (anche se di conio diverso) e caratterizzata dalla comparsa del simbolo astro al rovescio. Tuttavia ho molte perplessità sulla sua autenticità, per alcune incongruenze stilistiche. L'astro mi sembra troppo bene disegnato e i rilievi sono un pò pastosi, anche considerando una semplice usura. E' difficile esprimere un netto giudizio, ma a me non piace per niente. Vedremo se compaiono altri esemplari. Sembra una invenzione moderna, allo scopo di "creare" nuove varianti.....1 punto
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Buona sera, ahimè, non sono d'accordo. A me sembra un Filippo de Cleves, mi sembra di vedere fiore F D fiore C G I al dritto e C R R SB al retro ... Ecco il mio disegnino. Saluti1 punto
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a parte gli scherzi,rispondo alla domanda di cliff..... NO...,non la metterei in collezione,almeno per quello che vedo dalla foto.1 punto
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Quale miglior gratifica per un compleanno se non una moneta, due meglio ancora :blum: , ottima scelta secondo me e auguri ancora ! Mario1 punto
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anche questo e bellino ma quale ..? po classificarlo....ho cumpà..!! a te tocca :pleasantry:1 punto
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Personalmente non amo tantissimo la piastra soli reduci, un po' per gusto estetico un po' per significato tendente alla propaganda (e leggermente lecchineggiante) non posso, però, non dire che il documento e quello che descrive per me rappresenta qualcosa di molto poetico, il sogno di un uomo di vedere creata una sua idea sottolineato da quel "Se io avessi la fortuna di vedere ciò eseguito, mi reputerei beato". Oltre al lato numismatico questa è una cosa che mi colpisce.1 punto
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He he he, quel 5 cent è proprio messo male..............Sagida, ancora un po' di ruggine e quel 5 cent lo puoi postare nella sezione identificazioni......... :rofl:1 punto
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Le monete veneziane mi hanno sempre affascinato, anche perché trovo magnifica la rappresentazione del leone alato. Contribuisco anch'io con l'immagine di un bellissimo ducatone appena entrato in collezione. Non aggiungo altro alla dettagliata e precisa descrizione fatta da Luciano, se non che in questo caso cambia il Doge, Paolo Renier, ma la simbologia rappresentata è la medesima. Un caro saluto, Luca1 punto
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15mm di diametro....... :mellow: ......peccato un po malmessa.....1 punto
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Qualche anno è trascorso ormai da quando fui folgorato dalla visione della mia prima medaglia Borbonica, ebbi come la sensazione di un racconto animato, quello che il mio iride percepiva non era staticità ma movimento e tridimensionalità, peculiarità proprie solo di alcune sculture a tutto tondo. Giovane studente in procinto di sostenere un esame sul Neoclassicismo ( fra i miei periodi preferiti e più ricchi di spunti), con il mostro sacro Raffaele De Grada docente di Storia dell’Arte in quegli anni all’Accademia Di Brera di Milano. E fu così che nel bel mezzo della mia relazione, dopo aver approfondito il lavoro di Jaques Louis David e del Canova, (solo per citarne alcuni fra i più noti, ma vi garantisco che altri minori non furono da meno) mi venne in mente per chiudere il cerchio delle arti visive, di far riferimento proprio alla maestria incisoria di quegli anni e l’apporto che diedero alcuni artisti attraverso le straordinarie medaglie Borboniche e anche Papali, lo stesso De Grada ne rimase entusiasta, nessuno prima d’ora aveva mai portato analogie tali. La numismatica mi aiutò molto negli studi, immancabilmente a ogni esame il riferimento fu duopo. Se penso a quegli anni, le medaglie Borboniche erano solo per pochi cultori, e le informazioni molto scarse, oggi attraverso alcune opere fondamentali, e l’enorme contributo che Francesco Di Rauso ha dato con i suoi articoli e l’apporto al forum, ( senza far torto a nessuno curatore o utente, postare una mole esagerata di articoli non solo suoi, recensioni, estratti, monete, medaglie, divise, decorazioni, ecc. ecc.) si è raggiunto un livello altissimo di conoscenza, che ha permesso all’ambiente di crescere e poter continuare nello studio confrontandoci. Dovrebbero fare l’utenza d’oro anche ai curatori… Meditate gente meditate…1 punto
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Scavo La macina grezza Sotto l’albero maestro è stata rinvenuto un asse di Domiziano (88-89 d.C.) appoggiato in modo che il dritto era rivolto verso il basso, volgendo in alto la figura della FORTVNA rappresentata a rovescio. L'alloggiamento dell'albero maestro. Sul fondo, l'asse di Domiziano. L'asse Si tratta di un uso, quello di celare alcune monete alla base dell’albero maestro, perpetuatosi fino ai giorni odierni: anche sull’incrociatore USA Higgins, commissionato nel 1999, sono state deposte 11 monete rare. Tratto da: Archeo, anno XXIX, numero 11. http://www2.rgzm.de/Navis/ships/ship020/ship020.htm http://en.wikipedia.org/wiki/Blackfriars_Ships http://www.emmaf.org/kris_lorenz/wp-content/uploads/2012/11/11-28-2012-RomanPres-14-BlackfriarsBlackSeaandMainz.pdf Ciao Illyricum :)1 punto
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Artemide del 4 settembre 2003 - lotto 40 Base d'asta 18.000 euro Aggiudicato 18.000 euro + d.a. 15%1 punto
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Mi dispiace lasciar cadere questa discussione, credo che possa avere delle potenzialità e che rappresenti bene il periodo storico di questa sezione. Non solo le monete, ma sicuramente anche le medaglie con le loro rappresentazioni ci presentano una realtà storica, il nostro passato, a volte difficile da comprendere. Un esempio spesso citato da noi è il periodo della peste del 1629 - 1630 di Milano ricordato nei Promessi Sposi ; molti hanno parlato delle monete citate nei Promessi Sposi, anche qui sul forum abbiamo una discussione simile in quelli importanti, in tutti questi contributi viene mostrata una medaglia del 1630 emessa a ricordo di quei tragici avvenimenti, Filippo III, in argento, con al rovescio una magistrale veduta della città davanti alla quale sono distesi i corpi ignudi ; in alto per dare sacralità e simbolismo alla scena un angelo sulle nubi con spada fiammeggiante che protegge e sovrasta la città. Un esempio che rappresenta, mostra a livello figurativo e che ricorda l'avvenimento, questi sono gli esempi in cui medaglie e monete ci ricordano la storia e diventano in alcuni casi testimonianza simbolica. Da Asta Cronos 6, 2012, lotto 355.1 punto
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Il mio consiglio è di non toccare le monete di rame e il 20 cent 1919. Lo sporco che vedi non è altro che il "vissuto" della moneta. Per quelle in acciaio (20 centesimi) che hanno quelle macchie , puoi usare acqua e sapone, strofinando coi polpastrelli. saluti1 punto
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Vi ringrazio dei "mi piace"; comunque il testo non l'ho scritto io, ma l'ho preso da un documento sulla rete (non mi ricordo dove) e me lo sono salvato . :D Dato che mi sembrava una spiegazione appropriata, l'ho riproposto. :) Un saluto a tutti1 punto
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Salute io gli dò uno Splendido pieno pieno e stò crepando d'invidia :angry: :wacko: :pissed: :cry: :nea: --Salutoni -odjob1 punto
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