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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/02/13 in tutte le aree
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(La strepitosa patina verde anche qui è quantomeno sospetta. Lle depressioni attorno alle lettere del rovescio sono testimonianze di una bulinatura delle stesse eseguita in modo grossolano?) NO, le depressioni intorno alle lettere sono traccia di ripresa a punzone del conio stanco. Ne abbiamo già parlato in un'altra vecchia discussione sempre relativa a questi "canaletti"...e avevo anche postato uno schema di come si formassero meccanicamente. P.S. La Strepitosa patina è strepitosa...2 punti
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Ne abbiamo parlato anche qui: http://www.lamoneta.it/topic/93273-la-monetazione-delle-colonie/ e qui: http://www.lamoneta.it/topic/99556-emissioni-coloniali/ E' uno dei fenomeni numismatici che mi appassiona di più, a cavallo tra l'espansionismo di Roma, la persistenza di tradizioni italiche e la diffusione dell'arte (incisoria, in questo caso) magnogreca2 punti
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Che bella moneta! Come sempre @@mariov60 ha individuato sapientemente moneta e tipo. il periodo di produzione è ragionevolmente tra il 1285 e il 1300 anno del Giubileo. Se interessa conosciamo anche il contenuto intrinseco calcolato in 130,2 millesimi. Oltre ai due bisanti, ai sette denti e al pettine intersecante guardate come è formata la M. Interessante vero? Grazie per avercela mostrata. Saluti2 punti
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La monetazione sicuramente attribuita alla zecca di Volterra si articola in tre serie di aes grave (dal dupondio all'oncia le prime due, dal dupondio al semis la rimanente) caratterizzate tutte dalla presenza al dritto di una testa giovanile gianiforme -forse Culsans, divinità collegata alle porte- con uno strano copricapo (che ricorda un po', in maniera stilizzata, quello indossato dall'augure dell'omonima serie attribuita dubitativamente alla Val di Chiana) e dalla legenda retrograda velaθri (il nome etrusco di Volterra) al rovescio. La prima serie é priva di segni distintivi di emissione, e presenta al rovescio i soli segni del valore, circondati dalla legenda. Il peso medio dell'asse (calcolato sui 234 esemplari dei vari nominali recensiti dal Catalli nel 1975) é di circa 144 grammi, per quanto si riscontri una discreta variabilità tra i pesi dell'asse ricostruito sulla base dei diversi nominali, basti pensare che se il peso medio degli assi si aggira attorno ai 136 gr., il peso dell'asse ricavato sulla base dei quadranti risulterebbe essere di ca 129 gr., e quello basato sul peso reale delle once conosciute arriverebe addirittura a 156 gr. Un quadrante della prima serie (su ACSearch di questa serie sono presenti solo un paio di quadranti ed un sestante): La seconda serie (che sembrerebbe estremamente più comune stando alla quantità di esemplari presenti sul mercato) é caratterizzata dalla presenza di una clava al rovescio. Il peso medio dell'asse ricostruito sui 360 esemplari (tutti i nominali) conosciuti dal Catalli é di 157 grammi (in realtà il peso medio degli assi é di 136 gr., come quello degli assi della prima serie, ma anche qui si sentono gli effetti di alcuni nominali minori, soprattutto l'oncia sulla base del quale il peso dell'asse ricavato arriva a 192 gr.. E qui magari sarebbe il caso di aprire una parentesi metodologica sul calcolo dei pesi medi dell'aes grave, tenuto conto dell'estrema variabilità ponderale e dell'effetto leva che le piccole variazioni di peso dei nominali minori si trovano ad avere nel computo totale: per rimanere agli esempi appena esposti le once del primo tipo, da cui si ricaverebbe un asse di 156 gr. hanno un peso medio di 13 gr. (con una variabilità tra i 19,50 ed gli 8,67 gr), quelle del secondo tipo (che danno un asse di ben 192 gr.) hanno un peso medio più elevato di solo tre grammi , con un intervallo comparabile (21,40 - 9,23 gr.). Ma passiamo oltre dato che il discorso sarebbe piuttosto lungo e tenderebbe a mettere in discussione il valore stesso delle medie come elemento di riferimento ponderale... Un dupondio della seconda serie: La terza serie infine, che come detto sopra si compone di tre soli nominali (dupondio, asse e semisse), si caratterizza per la presenza di un delfino al rovescio. Il peso dell'asse ricavato (41 esemplari, tutti i nominali) é di 132 gr., che corrisponde a quello medio degli assi. Un semis della terza serie: L'Haeberlin riteneva che le tre serie fossero basate su un asse teorico di ca 152 gr., comune anche ad alcune serie della ruota, ipotizzando quindi l'utilizzo di un metro locale, etrusco, per le emissioni. Crawford (1985) sembra situarle nel periodo della prima guerra punica. Thomsen, Hackens e Marchetti (pur con sfumature diverse) le mettono invece in relazione con la riduzione semilibrale dell'aes grave romano, datandole agli inizi della II guerra punica (Thomsen agli anni immediatamente precedenti). Alcuni ritrovamenti in tomba sembrerebbero dare una datazione di prima metà del III sec., se non addirittura di primo quarto. Infine Rutter, nella sua sintesi, spara un salomonico "III sec. a.C.". La questione é piuttosto aperta. Nella relazione con la serie semilibrale romana, nella datazione, nell'eventuale combinazione delle due. Personalmente ritengo anche che il lavoro pondometrico andrebbe aggiornato, soprattutto alla luce della quantità di materiale (per lo più assi e dupondi) della seconda serie non censito né dall'Haeberlin né dal Catalli che é apparso sul mercato negli ultimi anni. E magari andando un po' oltre il calcolo delle medie aritmetiche. In ogni caso, questo é un multicolore sestante della prima serie (Culsans sembra quasi Arlecchino), di passaggio ieri mattina per Place de la Bourse:1 punto
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Penso che ogni collezionista, ha una particolare predilizione per una tipologia di monete, per varie ragioni che il piu' delle volte esula dall'apprezzamento commerciale o da una particolare rilevanza storica, generalmente si inizia selezionando un'area di interesse . Ovviamente quando senti questa "attrazione" sei stimolato a conoscere quello che è possibile della moneta, studiando oltre ogni particolare di essa e anche il "pezzo" piu' malridotto diventa motivo di studio. Adolfos è un esperto , appassionato di questa tipologia..... :whome: Ciao1 punto
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Noto che il mio 1780 è differente per lega dal 1779 con stella postato da Giancarlone, evidentemente la stella, come per l'appunto scrive Giancarlone deve avere un significato non puramente estetico. Gnecchi riporta il titolo di 552/000 di fino per entrambe le emissioni.1 punto
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Ciao, con questo post e questa canzone della band dei Franz Ferdinand (scozzesi di Glasgow) rendo un omaggio alla memoria di quei giovani che durante la festa di Saint Andrew, il Patrono scozzese, mentre stavano festaggiando anscoltando il concerto di una band locale, hanno perso la vita per la caduta di un elicottero sullo stabile. Ciao Illyricum1 punto
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Anch'io ne acquistai all'epoca diverse copie, se non ricordo male almeno 6. Credimi @@blaise , il dott. Giovanni Bovi era un numismatico con la N maiuscola, ed ancor più in gamba per aver avuto accanto una santa donna come la Mastroianni, una moglie che condivideva in toto la passione del marito. La raccolta di studi del Bovi (ben 1600 pagine) è una vera miniera di informazioni low cost. Un vero e proprio monumento allo scibile numismatico del XX secolo. Ho voluto mettere in rete i bollettini del CNN proprio per onorare la memoria di questi grandi del passato, tutti devono leggere queste stupende ricerche. Oggi molti giovani numismatici possono consultare gratuitamente pubblicazioni praticamente introvabili anche in molte biblioteche specializzate.1 punto
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Ciao Gianvi, è tutto nella norma, sotto il busto si vede bene la P dell'incisore Domenico Perger seguita da un punto, sia il grano del 1790 che la publica del 1791 sono in MB o q.MB. Il mezzo tornese 1838 non è un millesimo molto raro, la conservazione di quest'ultimo è intorno al BB o BB+. Attendiamo altre new entry nella tua collezione, ci fa piacere ammirare le tua monete. :good:1 punto
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I soliti articoli insulsi che virgilio tira fuori quotidianamente, quindi il papa rimarrà al suo posto molto a lungo!1 punto
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Io dalla N.D.Mastroiani comprai i due volumi della collezione del Dott. Bovi e tre copie degli scritti sempre del Dott. Bovi.Perche tre copie? perché dopo aver donato la collezione al museo di Napoli,le monete non venivano esposte per mancanza delle bacheche,quindi la vedova del Dott. Bovi,le avrebbe acquistate con il ricavato dalla vendita dei volumi. Ma da quello che mi risulta le monete non si possono vedere. Francesco scusami ma dovevo sfogarmi.Saluti Blaise1 punto
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Aggiungo il 5 SOLDI del 1779, tipo con stellina sotto lo stemma. CRIPPA 42/B1 punto
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Bustine di carta per monete: Do it yourself Riuscire a mettere e mantenere in ordine la propria raccolta o collezione di monete è spesso meno semplice di quanto possa a prima vista sembrare anche perché entra in gioco l’intento e lo spirito con cui ciascuno di noi intende la “Numismatica” Alcuni privilegiano il lato tangibile della moneta, altri il contenuto storico del reperto…quella corrispondenza d’amorosi sensi che dal passato a noi manda moneta… Altri ancora limitano il loro interesse ad un periodo storico ben preciso o ad una particolare area dell’orbe terraqueo ove la civiltà si è sviluppata e poco importa se si tratta di: Impero, regione, nazione, popolo o città; alcuno poi “zampetta” allegramente qua o là, da un continente all’altro, lasciandosi trasportare dal senso della storia o più semplicemente dal contenuto artistico della moneta: “ Bella questa, mi piace, la compro e la metto in collezione anche se è di Vattelappesca, un paese che non conosco” Chiaro è che chi privilegia il tangibile si avvarrà di contenitori. “Sicuri” sia dal punto di vista della conservazione qualitativa del reperto che per difendere il proprio tesoro da chi vorrebbe appropriarsene per conservarlo in vece sua. Per chi limita il proprio interesse ad aree ristrette o periodi temporali contenuti, vanno bene i vassoi preconfezionati, la scelta del velluto o del floccato è squisitamente personale, con alloggiamenti prestabiliti in funzione del modulo che debbono contenere; così chi colleziona denari, del periodo romano e/o medioevali, si avvarrà di vassoi con alloggiamenti contenuti, atti a ricevere la tipologia di moneta de qua, chi invece è portato a raccogliere monete con modulo maggiore: Assi e sesterzi romani; testoni ecc.. si troverà nella necessità di utilizzare vassoi con alloggiamenti più ampi; restiamo comunque sempre in un contesto dimensionale ben preciso del vassoio che può raccogliere, quasi per intero, la collezione del nostro “Monetaro” se poi questi vassoi sono assemblati in un monetiere artigianalmente artefatto per le esigenze del collezionista, il cerchio si chiude. Mi sia qui consentito un plauso a tutti quelli che sul forum hanno proposto oggetti di questo tipo, illustrandone i piani costruttivi e fornendone le misure, sì che anche un armeggione qual sono, è stato invogliato a realizzarne uno a suo uso e consumo. Il problema però si pone con le “tipologiche” o quando sono in ballo moduli diversi giacchè i prodotti offerti dal mercato non sempre hanno le spaziature giuste ed il numero di moduli appropriato alla tipologia delle monete da mettere in collezione; in molti casi sono di aiuto i cosiddetti: “Folder” anche se danno un po’ l’impressione della carne in scatoletta, piuttosto che quello di una bella bisteccona offerta sul piatto di portata; in ogni caso i folder possono essere raccolti e conservati a sé, in scatole o cassetti assieme ai cofanetti che di solito contengono l’argentea moneta commemorativa; bella, in conservazione elevata, artistica sempre; ma che fa forse parte di un circuito un pochino diverso da quello in cui naviga la moneta circolata. Un modo per rappresentare sia le tipologiche che altre micro collezioni a tema, è quello che ho adottato e proposto a suo tempo sul Forum ( Ancora sulla conservazione delle monete – 27/10/2012) utilizzando lastre di “Vedril” in cui vengono praticati alloggiamenti dimensionati ad hoc, in funzione del modulo delle monete, da distribuire sulla superficie occupata da una pagina A4, secondo il criterio che il collezionista ritiene più idoneo ed efficace per l’esposizione della collezione. Riassumendo, abbiamo passato in rassegna quasi tutti i sistemi di conservazione utili al collezionista di monete dai: Raccoglitori di sicurezza di vario tipo e genere Vassoi liberi, più o meno astucciati, od accorpati in “monetarium” Folder e confezioni in cofanetto per numismatici. Esposizioni per micro collezioni tematiche e/o tipologiche. Sembrerebbe con questo di aver completato la panoramica, abbiamo escluso gli album con bustine e si capirà poi il perché; ma…dal momento che sto attualmente raccogliendo monete dall’Estremo Oriente e siamo oramai nell’ordine delle centinaia, mi si è posto il problema della conservazione di oggetti dalla forma e foggia più disparata: vanghe; coltelli; perle, pesci e conchiglie metalliche per non dire delle monete rotonde, quelle che si presentano nella forma a noi usuale e tradizionale; ma che nello stesso periodo e/o nel corso di una medesima dinastia presentano moduli diversi estremamente variabili: da meno di 20 mm. ad oltre 50 mm. Che fare allora? Si tratta di monete “Navigate” Oro ed Argento, almeno sino quasi al 1900 A.D. sono praticamente inesistenti; monete che pure cambiando l’autorità del potere centrale, continuavano a circolare liberamente, per non dire delle “riproduzioni” molto spesso anche coeve alle emissioni ufficiali…valore tangibile? A parte pochi, rari, particolari pezzi è del tutto contenuto per cui nella collezione è predominante il valore storico dell’oggetto; con queste premesse, per chi è di “Bocca buona” e non si fa troppi scrupoli sul fatto che il materiale impiegato possa essere o meno patinato con polimeri vinilici od altro, non ho trovato di meglio che utilizzare mezzi fogli di carta atteggiati a bustine, magari un po’ sofisticate; ma in grado di offrire al colpo d’occhio: L’immagine della moneta. Le sue caratteristiche peculiari Le informazioni sulla provenienza, la data ed il costo dell’acquisto. Per chi lo desidera c’è lo spazio interno del mezzo foglio A4 a disposizione per inserire annotazioni e specificazioni più particolareggiate dell’oggetto. La dimensione finale è tale da poter essere agevolmente raccolta ed ordinata in scatole, quali oggi disponibili nei maggiori centri dove si vende un po’ di tutto: dallo spillo al carro armato; ma non è detto che si possa riadattare allo scopo una vecchia scatola di legno, inquartandola opportunamente o quella che aveva contenuto la meravigliosa bottiglia che vi siete sgarganati quando…non vogliamo sapere con chi…e ci mancherebbe! L’importante che via abbia portato un po’ di felicità.1 punto
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ecco perchè la juventus vince: :rofl: :good: :pleasantry: http://www.youtube.com/watch?v=A01-l71Vgpg1 punto
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ho appena letto la notizia sul corriere, e sono francamente senza parole... ci sono state, nel corso degli anni, offerte di fondi ed aziende per "privatizzare" l' area: sfruttamento pubblicitario (con eventi, ecc) in cambio della copertura totale delle spese di restauro e mantenimento... Ma, per un qualche strano motivo, in questo Paese la parola "privato" fa venire l' orticaria... La cultura è un bene per tutti, ma se si va avanti così non rimarrà nulla per nessuno1 punto
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Hai fatto bene Dan, per le altre 60 c'è sempre tempo....1 punto
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se c'è usura, e in questo caso in alcuni punti c'è, non può essere qfdc. Capigliatura dell'Italia, la parte bassa e alta della veste. questo è un 2 lire presente in catalogo periziato tevere qfdc1 punto
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@@renato c'è un sostanziale errore in quello che dici renà l'usura è visibile, c'è e non la toglie nessuno......quindi dare del qFDC a questa moneta non l'ho trovato eccessivo. ...e ho detto tutto. marco1 punto
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Moneta che sarebbe stata da visionare dal vivo e in particolare il bordo. Comunque da una visione da foto non vedo particolari che mi fanno pensare ad un falso, tutt'al piu' la moneta non mi sembra del tutto stabilizzata e ancora a rischio cancro.1 punto
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Dico che presentate in quel modo la gente alla fine acquista una storia e un pedigree, finendo per scordarsi di osservare bene la moneta, che deve essere a quel punto obbligatoriamente eccezionale se e' finita in una tale collezione. Accanto a monete eccezionali come l'Agrippina (un lato almeno, l'altro mica tanto) e il dupondio trionfale di Augusto (moneta comunque quasi nera in realta' e con piccoli segni di pulitura nei campi, diciamo fotografata molto bene) ce n'erano altre un po' piu' problematiche. Ad esempio il sesterzio di Nerone aveva un grosso cratere da cancro curato in mezzo ai capelli che prendeva mezza testa, parzialmente occultato ma comunque macroscopicamente visibile dal vivo. Inoltre il verde del dritto era per me artificiale, si vede il metallo nudo occhieggiare alla base del busto, sulla guancia e tra le lettere per cui credo che il dritto fosse originariamente simile in colore al rovescio. Questo solo per parlare di una moneta ma ce ne sarebbe da dire anche sulle altre (l' Adriano e il Massimiano ad esempio, ma non solo loro...Anche il Vespasiano verde aveva i suoi problemini..). Questo per dire che le monete stesse, in certi contesti, contano fino a un certo punto.1 punto
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Grazie Licinio, per il notevole contributo da Te fornitomi. Certo che l'incontro tra i Romani e le comunità campane è stato particolarmente fecondo di novità da entrambi i lati.1 punto
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La classificazione corretta della tua moneta è la seguente: 5 Dollars - 1972 - KM 33 - Argento .925 - Peso: 42,12 grammi - Tiratura: 32.000 esemplari. Il mio catalogo del 2008 assegna una quotazione di 16,50 $ ad esemplari non circolati.1 punto
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Sin qui Ti ho scritto, ovviamente, delle monete emesse dalle colonie. Se poi Tu invece alludi alle monete emesse da Roma (o comunque a nome di Roma), quelle a legenda "ROMANO" per intenderci, credo che la spiegazione possa essere più semplice: per Roma la moneta fu sempre uno dei simboli della sovranità (come dimostra la politica con cui Roma, a seconda della fedeltà che avevano dimostrato in guerra, lasciava, attenuava ai suoi alleati e nemici italici o toglieva il diritto di coniare), quindi è naturale che il Senato abbia voluto che i mercanti presentassero in Magna Grecia una moneta nazionale. C'è inoltre una spiegazione pratica: quando razziava metallo non monetato (lingotti o monili), la Repubblica doveva coniarlo prima di usarlo per pagare - ad esempio - le forniture di grano per gli operai che costruivano la via Appia. Ma allora, con quali simoboli monetarlo? La scelta più logica è con simboli nazionali, non certo copiando quelli delle città Magnogreche.1 punto
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La prima è sicuramente Neapolis, tipo con simbolo variabile al rovescio. La seconda non può essere Napoli, non è noto tale tipo con etnico in esergo Bisognerebbe capire i simboli per una classificazione precisa1 punto
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Buongiorno a voi, vedo solo ora la discussione. Non me ne voglia Parpajola ma... è proprio sicuro che sia della zecca di Maccagno? :) Cordialmente, Teofrasto1 punto
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Visto il poco valore delle monete io proverei a pulirle un po', ti può servire come esperienza. Mettile a mollo in acqua distillata per qualche giono, poi spazzolale delicatamente con uno spazzolino a setole morbide, va bene anche un vecchio spazzolino per i denti, e poi ributtale in acqua per qualche altro giorno. Continua così finchè non vedi un risultato che ti soddisfa. Poi passagli un velo di olio, gli ridarà colore e toglierà la "secchezza" provocata dal lungo ammollo. Lasciala asciugare bene all'aria e poi, se necessario ributtala in acqua distillata, dopo qualche giorno ripeti il trattamento di bellezza con l'olio :lol: , lasciala asciugare bene per qualche giorno, tamponala e riponila dove vuoi tu. Potrebbero volerci mesi prima di avere una buona pulizia, quindi preparati ad avere molta pazienza. Magari fai delle foto durante le varie fasi così possiamo seguire i progressi. Ciao, Giò1 punto
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Salve, mi rivolgo a Numi 62, il concetto di porre le monete con verderame, cioè se non erro solfato di rame sta nel fatto che H2O distillata non contiene nessun elemento quindi nemmeno S cioè zolfo, ma soprattutto non contenendo sali ha una grande capacità di fare sciogliere sali in essa solubili come appunto il solfato di rame CuSO4, che appunto è solubile in acqua, se non è successo niente potrebbe dipendere dal fatto che la moneta doveva rmanere più tempo in acqua distillata anche 15-21 giorni, comunque si potrebbe accelerare il processo di pulizia riscaldando l'acqua distillata con la moneta fino ad ebollizine per 10 minuti, in questo modo essendo la solubilità direttamente proporzionale alla temperatura si avrebbe un aumento della solubilità del solfato.1 punto
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E' la Medaglia al Valore Militare istituita dal Re Carlo Alberto nel 1833, rimasta in vigore ino al 1946. All'inizio veniva conferita a seconda dell'atto di valore compiuto in due versioni, quella d'Oro e quella d'Argento, la versione in Bronzo entrò in vigore nel 1887. Al verso, all'interno della ghirlanda formata da due rami di alloro veniva inciso il nome del decorato mentre all'esterno dei rami - sul bordo - era incisa la data e il luogo in cui aveva avuto luogo l'operazione bellica in cui il decorato aveva meritato la medaglia. Il nastro della medaglia è di colore azzurro, ancora usato per le Decorazioni al Valore Militare : quella della foto è ovviamente in formato mignon per il medagliere da sera.1 punto
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Taglio: 2 euro CC Paese: Belgio Anno: 2013 Tiratura: 2.000.000 Condizioni: qFDC Città: Bruxelles1 punto
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Buon giorno e buon sabato a tutti, stamane mentre esaminavo alcune medaglie Borboniche, logicamente il mio interesse è sempre rivolto all'indagine sugli Incisori, mi sono soffermato su questa medaglia; lotto 260 dell'Asta NAC 68 del 4 dicembre 2012.......................ho dato un'attenta occhiatina alla firma è scopro che sotto il busto non vi è scritto BRANDT, bensì un altro incisore KRAFFT, ma come è possibile ? ma vedo male io ? nessuno si è mai accorto di questo errore ? .... logicamente ho dato una controllatina al Ricciardi e al D'Auria, entrambi riportano BRANDT, così come nel nostro catalogo (dove se si dovesse confermare l'errore, pregherei Francesco di contattare il responsabile per inserire l'incisore corretto). Di conseguenza noto che sempre sul nostro catalogo vi è la stessa medaglia in bronzo (logicamente coperta da riproduzione vietata) appartenente a Francesco, pregherei, se ne fosse ancora in possesso dii postare l'immagine del particolare della firma, e anche tutta la medaglia, per osservarne bene cosa c'è scritto.............se fosse KRAFFT, una volta, appurato questo, desidererei, per quanto possibile, avere anche qualche informazione in merito a questo personaggio, anche se, non mi sono occupato di questi, fuori del Regno. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME52B/18 Grazie1 punto
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il restauro non è da tutti Matteo, bisognerebbe appoggiarsi a persone molto esperte in questo lavoro. se hai occasione di usare gli ultrasuoni, sicuramente otterresti dei buoni risultati ma c'è il problema dell' acquisto, e sinceramente, lascerei perdere. Altrimenti appoggiati a queste persone, non ho la più pallida idea dei costi però.1 punto
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Buiongiorno eccone una d'argento mi pare ..,! 4 grami 2.5 mm mi pare spagnola volrebbe sel eh posibile classificarla ....ringrazie in anticipo :pleasantry:1 punto
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Denaro di Roma classificato fra le anonime del sec XIII° - XIV°. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SENRM4/5 ciao Mario1 punto
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Dopo un’imitazione celtica, una riproduzione moderna di un tetradramma di Filippo trovata alla recente Veronafil. D/ Testa laureata e barbuta di Zeus a dx R/ Filippo II a cavallo a sx, con causia e clamide che svolazza dietro la schiena; legenda scissa in due parti: FILIP fra la testa del re e la coda del cavallo; POU tra la zampa anteriore d. e la testa del cavallo. Testa di Helios frontale raggiante sotto la pancia del cavallo; simbolo tra le zampe anteriori del cavallo. Questo simbolo (sembra una D con una K all’interno) occupa la stessa posizione della Delta nei tetradrammi autentici coniati a Pella nel 354/3-349/8 ca. a. C. e catalogati come Le Rider 137 (D79/R109), ai quali va ricondotta questa riproduzione in argento che pesa 14,30 g è ha una diametro di 23 mm. In essa troviamo inoltre, sotto la testa di Helios, in incuso tondo un circoletto e una testina di animale (sembra una capretta) e in incuso rettangolare PS, le iniziali dell’incisore. E infine, sotto la zampa posteriore sinistra del cavallo, un incuso a forma di S che raffigura un serpente con la testa in basso e la coda in alto. apollonia1 punto
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ciao a tutti,riprendo la discussione inserendo due foto fatte a luce naturale che fan risaltare i fondi(a discapito del lustro)...per far notare che non son spazzolati ma son semplicemente le striature di conio sui fondi.1 punto
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Ciao, benvenuto nel Forum. Ho trovato nel nostro catalogo una medaglia devozionale con lo stesso dritto, risale al 300° anniversario della morte, come ha detto Mingo-2008, la basilica al verso è quella di Castiglione delle Stiviere, che conserva la testa del Santo. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME7G/3 Purtroppo non so dirti di più...1 punto
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Si è concluso poco più di tre ore fa anche il secondo sondaggio, quello sulla banconota da 2 dollari...ecco i risultati: 1) - $ 2 Educational Note 1896 - 19 voti 2) - $ 2 National Bank Note "Lazy Deuce" 1875 - 8 voti 3) - $ 2 Federal Reserve Note 1976 - 4 voti 4) - $ 2 Federal Reserve Bank Note 1918 - 2 voti 5) - $ 2 Silver Certificate 1886 - 1 voto 5) - $ 2 Treasury Note 1890 - 1 voto 7) - $ 2 United States Note 1928 - 0 voti Si conferma dunque anche in questo sondaggio la supremazia delle Educational Notes 1896, una serie indubbiamente di grande fascino e ricca di significato. Stavolta però, c'è stata una maggior distribuzione di voti, e soltanto un biglietto è rimasto al palo, senza ricevere alcun voto. I votanti sono stati 35, uno in meno del primo sondaggio (voglio sapere chi è stato :girl_devil:) Potete ammirare nuovamente in allegato il biglietto vincitore, che parteciperà al sondaggio finale in rappresentanza delle banconote da 2 dollari. Vi ricordo infine che sono ancora aperti i sondaggi per le banconote da 5 dollari (termina lunedì) e da 10 dollari (termina martedì), mentre conto di inserire domani sera il sondaggio per i 20 dollari. petronius :)1 punto
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Un falso. Ebbene sì, la moneta a cui sono più affezionato è un falso... Regalata dal nonno che oggi non c' è più, nei miei anni di bambino ha rappresentato il mistero, la storia, il fascino di un tesoro e la gioia della sua scoperta... E' a questo tondello falso che debbo la nascita della mia passione, cresciuta e coltivata soprattutto grazie al forum e alle persone che vi ho trovato... Per tutto ciò che essa rappresenta, per l' affetto che mi lega a lei, sarà sempre il pezzo più prezioso della mia collezione...1 punto
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Anche la medaglia di Cotugno, presenta grosse novità, pensate che all'ultima Negrini è passato un esemplare in bronzo, davvero bello, prezzo di partenza 150 euro, volevo prenderlo, ma "mannaggia i soldi", :( mi sembra che è andata via anche ad un prezzo non troppo alto, se non sbaglio, e correggetemi, 480 euro, ma a mio parere ne vale molto, molto di più............la volevo prendere per farne oggetto di studio, perchè come ho riferito in altra discussione, questa è la prima, dopo l'uscita dal decennio francese, che reca apposta la firma dell'incisore (Catenacci), a parte logicamente quella della firma del Rega apposta sulla medaglia per l'Istituto Salesiano del 1812. @@picchio @@francesco771 punto
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Non è la più rara, non è la più costosa ma è una delle monete cui sono più affezionato. Regno d'Italia Napoleone I Assedio Austriaco a Zara (Ottobre - Dicembre 1813) 4 Once 1813 Zara Arg. Grammi 118,915 diametro 53,99 mm D/ in losanga grande (29,35 mm) ZARA // 1813 ai lati di aquila imperiale coronata a destra con ali spiegate Rv: nel campo in quadrato (19,43 mm) al centro 4. 0. - ___ - 18.F 40.C, intorno all'incavo della battitura escrescenza circolare, si conosce solo per questo tipo. Contorno : contromarche in incuso SP MF (capovolto) SB Moneta splendida e molto rara Provenienza: ex Notaio Giovanni Battista Bolgeri Milano ex Asta Santamaria Monete e Medaglie Napoleoniche, Roma 27 maggio 1926; lotto 117 per £. 1.500 (C1) Pagani 311a, VG 2319b, CNI 2, DP 869, Davenport 47. note: tondello di forte spessore 5,08mm E' una storia un pò particolare, intima che condivido volentieri con i miei amici del forum. Questa moneta fu acquistata dal mio avo; stava già molto male e sarebbe mancato da li a pochi mesi. Tutti i giorni redigeva un diario della sua malattia (una forma di malaria contratta andando a caccia in Africa) con piccole note - tipico dei notai - e quando riusci ad aggiudicarsi la moneta a £. 1.500 + 10% di diritti, (sapeva che non avrebbe più avuto molto da vivere) scrisse: "oggi sono felice, finalmente" - fece uno schizzo della moneta sul libricino nero della malattia. "Ravanando" (non credo sia italiano ma dialetto casalingo) nella casa in campagna trovai il diario, lo lessi e quando trovai la nota mi prese una sensazione strana, irripetibile; tra la felicità e lo sconforto. Pensai ai 40 anni che lo "zio Bista", come lo chiamiamo in casa, dette la caccia a questa moneta ... sempre troppo cara per essere una moneta (così scriveva tutte le volte che non si aggiudicava un lotto !), e solo al tramonto della sua vita si decise a far si che non fosse più troppo cara. Su questa moneta scrisse un'accorata lettera alla Domenica del Corriere (mai pubblicata) per rivendicare l'italianità della Dalmazia. Scritta assai bene ed, in bella calligrafia ma i contenuti erano probabilmente eccessivi per essere pubblicati. Per farvela breve, quando 35 anni fa rimisi in ordine la collezione dello "zio Bista" ... fu la prima moneta che vidi e ... (perdonatemi, mi vengono le lacrime agli occhi), e cercai al meglio di meritarmi i libri, gli scritti e le ultime monete scampate alle seconda guerra mondiale. Un giorno venderò collezione, è inevitabile per un collezionista prima che sia buttata al vento da eredi insapienti, ma non questa, questa no; come dico gli anglosassoni : "everything but ..." questo è il mio but.1 punto
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collezione di vaticano e san marino ,monaco è sempre il più difficile da trovare :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl:1 punto
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Il problema di questi crolli è molto a monte e una volta tanto non è colpa dell'ultimo amministratore squattrinato ed incompetente. Ci si rende conto visitando la casa di Giulio Polibio a Pompei e il quartiere della casa dei casti amanti. L'intero quartiere è stato coperto con una pensilina, la casa di Giulio Polibio è stata ricostruita col tetto. Insomma, a Pompei, se si vuole salvaguardare , bisogna coprire tutto, altrimenti il risultato di antichi muri con affreschi esposti all'acqua e alle intemperie ve lo potete immaginare (corilli, affreschi che scompaiono ecc ecc). Il fatto è che per 200 anni Pompei è stata scavata scelleratamente alla ricerca di tesori, lasciando le rovine all'aria aperta e così condannandole al degrado. La realtà è che Pompei non andava scavata... andava lasciata lì in attesa di avere i soldi epr fare un lavoro epr bene. per fortuna un buon quarto della città è ancora sotto la cenere, al sicuro.1 punto
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