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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/03/13 in tutte le aree
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Lupo solitario, così lo chiamavano e così diceva di essere, in effetti a pensarci bene, un po' lo era veramente, io direi che era un misto di riservatezza e di fascino, certo questo soprannome che si era ormai cucito addosso piaceva un po' a tutti. Lupo solitario frequentava il mercatino, girava da solo, raramente parlava, ma quando parlava, affabulava, sapeva di storia, cultura, ovviamente numismatica ; non credo collezionasse monete, amava sapere e cercare di capire cosa c'era dietro a una moneta, la sua storia, il periodo di coniazione. Diciamo che sapeva e sapeva poi anche spiegare agli altri e questa non è una virtù da pochi, di certo era sicuramente un uomo colto. Quando arrivava, salutava, girava, guardava, quasi sempre in solitario, raramente si fermava, ma con lo sguardo cercava, cercava un qualcosa che non capivo......e che poi compresi. Stella nascente, è invece il soprannome che era stato dato a un ragazzo, sveglio, spigliato, desideroso di apprendere, oggi diremmo di lui una specie ormai in estinzione, ma però qualcuno di questi c'è anche sul forum, ragazzi che vogliono capire, studiare, anche tramite le monete, ma non solo. Stella nascente quando arrivava al mercatino era socievole, cercava la relazione umana, ma anche lui quando veniva cercava con lo sguardo, cercava.....all'inizio anche in questo caso non capivo. Un giorno mi fu tutto molto più chiaro, lupo solitario cercava stella nascente e stella nascente cercava lupo solitario. In pratica erano diventati amici, lupo solitario amava raccontare quello che conosceva al ragazzo e il ragazzo amava sentire quello che gli diceva. Questioni di empatia, simpatie a prima vista, forse...., certo era coppia particolare, una coppia della cultura....., ma non c'era solo questo. Lupo solitario voleva donare al giovane che evidentemente riteneva un suo pupillo un po' del suo sapere e l'altro non aspettava altro di apprendere. A volte si dice donare è più gratificante di ricevere, in questo caso il mix era perfetto e virtuoso per entrambi. Il Cordusio in questo caso faceva da sfondo, da teatro a questo scambio generazionale culturale, d'altronde il Cordusio è si monete, ma poi in fondo è un salotto culturale per chi vuole parlare, confrontarsi con gli altri. Un giorno fermai lupo solitario e gli dissi complimenti, lo hai preso veramente a cuore il ragazzo, lui mi guardò, i suoi occhi facevano fatica a non commuoversi nel parlare, mi disse alla fine quello che conta nella vita è conoscere ma poi anche trasmettere tutto questo, la vita è un attimo, se non fosse così, sarebbe stato tutto vano, inutile. Gli occhi delle persone dicono sempre tutto, non mentono mai, quelli di stella nascente sorridevano, quelli di lupo solitario erano appagati, gratificati, alla fine quello che si era prefisso, quel piccolo gesto lo aveva compiuto e anche lui per un attimo, una volta tanto sorrise...... Lupo solitario e stella nascente, due simboli positivi della nostra vita, della conoscenza e della divulgazione, una storia anche questa che può diventare testimonianza, un esempio virtuoso da seguire.....chissà se ci sono e ci saranno altri lupi solitari e altre stelle nascenti ? Speriamo...... Mario7 punti
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Se la data di occultamento del tesoretto di Oschiri fosse verso la fine della forbice (1330) non è che potrebbe essere stato condizionato dal periodo genovese di molto ridotta o nulla produzione in quegli anni? Ricordo che Genova era assediata nella (poco) famosa guerra tra guelfi e ghibellini, assedio che durò dal 1317 al 1331, avessimo avuto un "Omero" genovese avremmo potuto avere una ..."Ianveide"... dove leggere di una guerra ben più lunga di quella di Troia: "La fase critica che Genova dovette affrontare tra 1317-1331 costituì un momento traumatico nell’evoluzione politica, istituzionale e sociale della città. Causa scatenante fu una guerra intestina fra due fazioni nobiliari, pur appoggiate da un largo seguito popolare. L’uscita della pars ghibellina dette l’avvio ad un vero e proprio assedio, in cui ciascuna delle due parti contendenti trovò all’esterno importanti appoggi economici e militari (Visconti per i ghibellini, Angiò per i guelfi), dapprima nelle vicinanze della città e poi nel litorale, nelle colonie, sin nel mar Nero. Alla fine, il logoramento dei contendenti da un lato, e la minaccia di un’egemonia catalana sul Mediterraneo dall’altra, fecero ritrovare ai genovesi l’unità contro un nemico comune. Lo scopo del saggio è d verificare, attraverso la documentazione privata e quella fiscale, come si viveva e si operava in città durante quegli anni. Notevoli infatti furono le ricadute in campo economico: formazione di un pesante debito pubblico (le cedole del quale persero presto valore), caro-prezzi a seguito delle difficoltà di approvvigionamento causate dal blocco marittimo e terrestre, rarefazione delle attività mercantili. La crisi si fece sentire pesantemente anche nel ‘privato’ e nelle economie famigliari, come mostrano vari indizi (l’aumento del numero delle donne che agivano, nelle pratiche mercantili, a nome dei mariti assenti, la scarsità dei matrimoni per la difficoltà di versare le doti). (Giovanna Petti Balbi).4 punti
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Buongiorno a tutti, da oltre 6 anni frequento assiduamente questo fantastico forum e, anche se sono uno di quelli che legge molto e scrive poco :blum: , qui ho trovato un ambiente socievole e professionale dove ho potuto ampliare e approfondire le mie conoscenze nell'ambito della nostra passione comune del collezionismo delle monete in euro. Consigli, news, opinioni, nuove amicizie, razzie, scambi, strenne... sette parole che riassumono la grandezza di tutti voi utenti che giornalmente vi rifugiate come me in questo angolo della rete (per le persone comuni non siamo altro che pazzi maniacali in cerca di semplici monete :pleasantry: ). Proprio per ringraziare tutto il forum che in questi anni mi ha dato tanto, volevo rendervi disponibile un file Excel, da me elaborato, utile a catalogare e gestire la propria collezione. Il file è completamente editabile e modificabile. Ognuno potrà usarlo a proprio gusto e piacimento. Io personalmente coloro di verde le monete che man mano aggiungo alla collezione, ma questa è solo una mia idea, ognuno può fare come meglio crede. Di seguito il link per scaricare il file (contenendo immagini è troppo grande per inserirlo direttamente sul forum): http://www.filedropper.com/tabellacollezionevuotaxlamoneta a soluzione di problemi di compatibilità, aggiungo di seguito il link per le versioni Office precedenti (97-03): http://www.filedropper.com/tabellacollezionevuotaxlamonetaold inserisco inoltre un paio di screenshot per rendere l'idea di come appare il file una volta utilizzato. Spero di fare cosa gradita a chiunque voglia utilizzarlo :good: . Saluti :hi: Andrea3 punti
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La prima equazione da mettere in risalto è numismatica uguale cultura, da ciò si evince come l'esperienza numismatica sia un arricchimento culturale e mentale, ma non solo. La numismatica, come il post in questione suggerisce, è innanzitutto un insieme di rapporti d'amicizia, di legami umani; niente come le monete unisce persone appartenenti agli universi più variegati. Il divulgatore è innanzitutto una persona spinta dal desiderio di comunicare, di rendere partecipi gli altri di un qualcosa di bello, di prezioso: la cultura. Poi è anche vero che i tempi passano, gli uomini passano, le stagioni scorrono, ma le monete o se vogliamo, quello che l'esperienza numismatica in sé si porta appresso, quello no, quello rimane. Dunque il divulgare è il volere consegnare se stessi all'infinito, il tentativo, riuscito, di sottrarre alla propria temporalità la cosa più preziosa che si ha: la conoscenza.3 punti
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Bella discussione, anch’io sono stato un “lupo solitario”, o forse sarebbe più corretto definirmi “mentore”: in effetti ho trasmesso la “febbre” della numismatica ad un caro amico con circa dieci anni in più di me, ed è stato molto gratificante per entrambi. Certo è più romantica la figura del fanciullo che viene instradato dal “lupo solitario”, ma si tratta di una favola molto lontana dalla realtà di oggi: gli “anziani” mi sembrano sempre meno disposti a comunicare, ed i giovani sono disinteressanti ad ogni forma di arte di cultura. A mio parere nelle generazioni future ci sarà spazio anche per la numismatica, ma sarà appannaggio di pochi rampolli benestanti………nell’attesa di vedere come finirà io proverò a coinvolgere chiunque mi manifesti un minimo di interesse, sia esso un bambino, ragazzo adulto o anziano, perché intendo portare avanti il testimone di una passione unica che ha dato senso ad alcuni lunghi e bui anni della mia vita.2 punti
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Francesco Daniele un erudito versatile ed illuminatodi Alberto Perconte Licatese Due secoli fa, all’indomani della pubblicazione della silloge numismatica di Francesco Daniele dal titolo “Monete antiche di Capua” (Napoli 1802), giudicata dal critico Armando Lodolini “un’edizione di puro sapere danieliano, elegantissima”, la cui gestazione era risalita ad un periodo assai travagliato non solo per l’intellettualità meridionale, ma anche per i tormenti morali e fisici dell’autore, paradossalmente, grazie alla metodologia, al contenuto, alla completezza, alla documentazione ed alla trattazione, l’opera fu considerata dai dotti del tempo la più valida, pertinente e consone al temperamento, alla preparazione, all’intelligenza ed alla sensibilità umanistica dell’insigne erudito. Il Novantanove assestò, a parte ogni valutazione politica o storica, un gravissimo colpo alla cultura napoletana, sia per l’eliminazione fisica di intellettuali, sia per la mortificazione di uomini ed istituzioni, che erano stati il vanto del secolo dell’erudizione, dell’illuminismo, del diritto, dell’archeologia, delle lettere e delle arti. Eclissatisi il mecenatismo, le associazioni (tra cui la gloriosa Accademia Ercolanese), il fervido attivismo, la solidarietà degli studiosi, l’entusiasmo, l’ottimismo dettato ora dall’utopia, ora dall’effettivo desiderio di migliorare l’uomo, il Mezzogiorno e l’Europa, nel lungo e vario itinerario di Francesco Daniele, si coglie nettamente lo spessore delle risorse intellettive del vero e grande studioso. Immergersi nell’antichità senza dimenticare il presente per lui significò trovare un rimedio alle disgrazie esterne ed interiori, come insegnano Cicerone e Seneca, Dante e Foscolo; egli, privato di cariche ed onori, delle Accademie, degli amici, trovò nel mondo classico il porto tranquillo. La raccolta numismatica, dedicata al gesuita latinista Vito Giovenazzi, costituisce in materia una pietra miliare per la metodologia seguita dagli antiquari precedenti e, nonostante il taglio descrittivo ed erudito, apprezzata dagli archeologi Gaetano Marini, Stefano Borgia e Francesco M.Avellino, nonostante i limiti e le riserve, sembra un tentativo, riuscito ed esemplare, proteso a contemperare l’istanza illuministica con lo spirito della tradizione, sulla scia di Giambattista Vico, che raccomandava di “seguire il proprio giudizio, ma con riguardo all’antichità”. In quella parentesi frustrante per Daniele, l’opera fu una pietra miliare della storia della numismatica, avviatasi ormai a diventare una scienza autonoma, grazie al profondo antiquario casertano. Da allora, infatti, si ricorse ai criteri comparativo (G.I.Eckel), storiografico (Th. Mommsen), cronologico (E.Babelon) ed, infine, alle attuali tecniche di laboratorio (G.C.Haines, H.Mattingly e J.Babelon), che consentono di valutare metallo, zecca, topografia, cronologia. La ripresa culturale, per Napoli e per Daniele, fu dovuta a Domenico Caracciolo, coraggioso ed oculato mecenate, che ai primi giorni del governo di Giuseppe Bonaparte (1806) richiamò il tenace erudito, reintegrandolo nelle prestigiose cariche (ufficiale di segreteria e storiografo del regno) e gli assegnò un vitalizio. Riaperta l’Ercolanese col titolo di Accademia di storia e di antichità, Daniele nel 1807 fu nominato segretario perpetuo, bibliotecario del re e direttore della stamperia reale. Poco dopo, pubblicò le lettere e poesie di Telesio (“A.Thylesii carmina et epistulae”, Neapoli 1808). Nel 1811 attese agli ultimi lavori, la pubblicazione della “Flora napolitana” del celebre botanico Michele Tenore e la seconda edizione delle “Forche Caudine”, dedicata a Gioacchino Murat. Morì il 14 novembre 1812 a S.Clemente e fu seppellito nella chiesa di Centurano, dove trovasi il monumento sepolcrale con iscrizione latina; subito dopo, l’accademico ercolanese collega ed amico Giuseppe Castaldi scrisse la sua biografia. * * * Nato a S.Clemente l’11 aprile 1740 da una famiglia agiata (il padre Domenico era possidente, la madre Vittoria De Angelis casalinga), Daniele fu avviato agli studi prima da Giuseppe Maddaloni “un prete molto istruito nelle lettere umane”, poi da un vecchio amico di famiglia, Marco Mondo, di Capodrise, latinista, epigrafista e giureconsulto (formatosi alla scuola napoletana del celeberrimo giurista Domenico Auliso), che indusse il padre a mandarlo a Napoli per frequentare le scuole superiori. Qui studiò filosofia, oratoria, giurisprudenza (fu allievo di G.Pasquale Cirillo e G.Aurelio Di Gennaro) e frequentò i dotti del tempo, come Antonio Genovesi, Matteo Egizio, Antonio Fabroni, Gerolamo Tiraboschi, A.Simmaco Mazzocchi. Nel 1762, dopo un viaggio culturale in Calabria, nominato socio dell’Accademia Cosentina, volendo rendere omaggio al principale fondatore del glorioso sodalizio, a Napoli curò l’edizione delle opere di Antonio Telesio (“A.Thylesii consentini opera”) letterato ed umanista insigne, zio del filosofo Bernardino. Incoraggiato dagli intellettuali compiaciuti per l’accurato lavoro, si dedicò all’edizione delle opere del suo primo maestro (“Opuscoli di M.Mondo”, Napoli 1763). Continuando gli studi filologici, ammiratore di Giambattista Vico sin da quando seguiva le lezioni di retorica nell’Università, raccolse e pubblicò sette orazioni del grande filosofo storicista (J.B.Vici latinae orationes, Neapoli 1764 e 1766). La prima impressione è di una raccolta messa insieme senza altro criterio ordinatore che quello cronologico né mancarono le critiche, come quelle del letterato e medico riminese Giovanni Bianchi, nel giudizio negativo associando Daniele e Vico, episodio significativo della contrastata fortuna del filosofo napoletano, evidenziato da Fausto Nicolini nella premessa alla “Bibliografia vichiana” (1953). Eppure, il merito di Daniele fu di raccogliere e pubblicare alcuni discorsi di Vico che si sarebbero con probabilità perduti. Conseguita, nel frattempo, la laurea in giurisprudenza (1765), intraprese la carriera forense, nella quale si distinse per perizia e dedizione ma, per la morte del padre, dovette far ritorno a S.Clemente. Secondo Aldo Tirelli, “la biografia intellettuale del Daniele di quegli anni non è lineare né omogenea; ma essa è tenuta insieme dal leitmotiv che attraverserà la sua vicenda culturale: quell’originaria attitudine a promuovere e a curare la stampa di opere di altrui, con tanta malignità irrisa da Pietro Napoli Signorelli negli eruditi del tempo”. In quel periodo, studiò i classici, la storia, le iscrizioni, preludio per un’opera antiquaria ed erudita sull’ubicazione delle Forche Caudine, per la quale si preoccupò di fare ricognizioni accurate e frequenti, accompagnato da geografi e strateghi. Nel corso del forzato soggiorno nel villaggio natio, per ingannare il tempo, ideò e scrisse opere di minor valore, quando il marchese Domenico Caracciolo, il potente ministro di Ferdinando IV, lo chiamò a Napoli, nominandolo ufficiale della regia segreteria dello stato. Ideò così, disponendo di una mole ingente di materiale documentario, un’organica raccolta delle leggi federiciane, che nel 1778 gli valse la nomina a “regio istorico”, succedendo in tale carica a G.B.Vico ed al mons. Giuseppe Assemani ed uno stipendio di cinquanta ducati mensili. Così, pubblicò “Le forche caudine” (Napoli 1778), un’opera di stampo classico e condotta con metodologia innovativa, che riscosse il plauso dei dotti dell’epoca e procurò a Daniele altre cariche onorifiche: entrò in varie Accademie (della Crusca, Reale di Londra e di Pietroburgo) ed Emanuele Campolongo, accademico ercolanese, nel 1781 definì Daniele “miraculum eruditionis”. Poco dopo, in occasione di alcuni ritrovamenti occasionali nel duomo di Palermo, pubblicò un’opera dedicata a Federico II (“I regali sepolcri del duomo di Palermo”, Napoli 1784); quindi, curò l’edizione de “Gli amori di Dafni e Cloe di Longo Sofista tradotti da A.Caro” (Parma 1786). Negli anni successivi, dopo la morte del p. Paolo M.Paciaudi, ottenne la nomina di storiografo dell’Ordine Gerosolimitano e, presentato da Nicolò Ignarra al ministro di giustizia march. Carlo De Marco con un rapporto riservato (“persona molto conosciuta a Napoli e fuori, così per le lettere come per la probità e diligenza”), fu cooptato come socio ordinario dell’Accademia Ercolanese e si accingeva a comporre una silloge di antichità di Ercolano e Pompei, quando la Rivoluzione del 1799, alla quale non aderì né dimostrò simpatia, ma nel clima di denunce e sospetti, essendo associato, per motivi di studio e di amicizia, a quegli intellettuali che avevano abbracciato la causa rivoluzionaria. Egli, così, cadde in disgrazia, perdendo cariche, sussidi e favore della corte borbonica, che così volle punire, sia pur senza colpirlo con provvedimenti giudiziari, ma con una relegazione bianca durata sei anni. Senza scomodare l’accesa antinomia romantica tra eruditi ed illuministi, né la sterile polemica idealistica, che li accomunò nell’incapacità di capire la realtà, né la forte rivalutazione della cultura antiquaria, Daniele si accostò al passato con serenità, rigore, diligenza; eppure, nel suo mondo erudito s’infiltrarono tensioni illuministiche. Dall’appello di Antonio Genovesi, rivolto al ceto intellettuale del tempo “per un uso positivo del sapere” al monito di Francesco De Sanctis, affinché “il ritorno al passato non tragga seco l’abdicazione del presente”, egli, con linearità morale, corposità dottrinaria ed intelligenza “vichiana”, occupa una posizione mediana, cronologica ed intellettuale, di una lunga parabola culturale e storica.2 punti
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Se credi davvero a tutto questo, allora è meglio se non vai mai a leggere i vari blog "esteri" ( anche tedeschi), che raccontano dei giochini che si fanno e che si possono fare sulla baia sfruttando la loro politica commerciale, i feedback e di come la baia sia irrimediabilmente in ritirata su certe categorie merceologiche per via della perdita di credibilità causata da questi tricks.......al confronto le aste sono istituzioni benefiche no profit...mi sa che la baia dall'interno la conosci "poco poco"...come Kaory2 punti
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Buongiorno a tutti, cessati momentaneamente i lavori con il legno per impegni scolastici e non solo, mi sono dedicato al progetto per un database informatico per la mia collezione. Penso di aver concluso più o meno nelle ultime settimane il lavoro più "noioso", ovvero creare una schermata di lavoro degna di questo nome. Mi piacerebbe molto sentire un po' cosa ne pensate, cosa utilizzate voi per tenere in ordine la vostra collezione e, se volete, vostri consigli e critiche. Per il database ho utilizzato Filemaker, un programma che vi assicuro rende grande soddisfazione. All'inizio è un po' difficile da capire, poi però vi permette di creare un database "su misura", con cartellini o etichette pronte da stampare, elenchi più o meno completi, campi come e dove volete… insomma, siete voi a decidere! Vi allego di seguito la schermata nella quale ho riportato, a titolo di esempio, foto e dettagli di questa moneta invenduta dell'ultima asta Artemide ( http://www.deamoneta.com/auctions/view/173/1293 ). Per quanto riguarda il codice d’inventario, esso viene generato automaticamente in base alla dislocazione, ma è una scelta che ognuno fa in base alle proprie esigenze. Con questo database ho cercato di creare un modello adattabile tanto alle monete antiche quanto a quelle medioevali o moderne, senza dedicarlo dunque ad un'unica monetazione. Ci sono ancora un po’ di cosette da sistemare, come l’elenco a sinistra, i pulsanti per ingrandire, modificare, eliminare o inserire le immagini…. insomma, anche per questo mi piacerebbe sentire cosa mi consigliate voi! Chiedetemi pure per qualsiasi dubbio o chiarimento a riguardo, se dovessi andare avanti a scrivere ne avrei per almeno un’ora… Saluti P.S. La schermata è stata ritagliata, ma è a grandezza "naturale".... P.P.S. La qualità dell'immagine è pessima, purtroppo prima risultava troppo grande per essere caricata.....1 punto
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Dopo la breve vita della Repubblica del Centro America 1823 -1840, composta da Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua e Costa Rica, queste nazioni tornarono a coniare moneta propria. Vi voglio raccontare la storia ( vera ) di quello che è potuto accadere per una manciata di monete. La causa della guerra del 1863 tra il Guatemala e El Salvador è la seguente moneta: Questa guerra fu anche chiamata " guerra dei soldi ", il fatto inizia con la grande differenza di personalità tra i due presidenti, Sr. Gerardo Barrios per El Salvador e il Generale Rafael Carrera per il Guatemala. Il Generale Carrera era molto bellicoso e non aspettava pretesto per attaccare i suoi ex patrioti e vicini. A partire dal 1859 la zecca del Guatemala aveva coniato delle monete migliori, sia come stile che per contenuto di argento, rispetto a tutte le altre nazioni centro americane e per questo motivo circolavano senza problemi in tutto il centro america. Il presidente salvadoregno dispose che tutte le monete che circolavano nel paese dovessero essere contromarcate con una lettera R in cerchio perlinato, la lettera R doveva avere il significato di " Revalidada " ( Rivalidata o qualcosa del genere ). Peccato che quando una manciata di queste monete ( da 1 Real, 2 reales e 4 Reales ) furono portate al Generale Carrera e questi vedendo sul collo ( del Generale ) la lettera R, il Generale interpretò la lettera come " Renegado " ( Rinnegato ), pretesto migliore di questo egli non potè avere!!! Montò su tutte le furie, in breve tempo riunì un esercito che senza riposo fece marciare fino alla capitale salvadoregna dove in breve issò la bandiera del Guatemala. Obbligò i salvadoregni a ritirare e a consegnare tutte le monete contromarcate, vennero fuse e con l' argento vennero coniate 2000 medaglie per i soldati dell' esercito guatemalteco. Non tutte le monete vennero fuse e alcune sono arrivate ai giorni nostri, sono molto rare e sono conosciuti i pezzi da 1 Real e da 2 Reales.1 punto
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La Parpagliola Milanese del tipo PROVIDENTIA del valore di due soldi e mezzo , venne emessa per la prima volta sotto Filippo II° di Spagna ( secondo periodo 1555-1598) -senza la data , continuo' ad essere coniata da Filippo III di Spagna ( 1598-1621 ) con varie date e da Filippo IV e successori fino a quando Maria Teresa d'Austria nell'anno 1749 la sostitui' con un nuovo tipo . Porta al D/ come stato detto MEDIOLANI e lo stemma inquartato alle aquile e ai biscioni e al R/ PROVIDENTIA figura femminile in piedi appoggiata col gomito ad una colonna che tocca con una verga un globo posto per terra1 punto
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La moneta in questione è una Parpagliola del Ducato di Milano coniata sotto Filippo IIII, il motivo dell' assegnazione a Filippo IIII sono i simboli in esergo sotto la provvidenza: punto - quadrifoglio - punto. Moneta in mistura, argento al 25% circa. D : MEDIO LANI D. ( foto in basso ) R : PROVIDENTIA ( foto in alto )1 punto
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Bello bello Minuto dei dogi biennali con sigla IV ...coniati stando al catalogo dal 1582 al 1602 Ciao Matteo1 punto
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Che dire? E' stupendo! E' un bellissimo esemplare del periodo dei Dogi biennali: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GE2/22 Primo: perchè si vede bene la parte destra della moneta (nei nostri cataloghi si vede sempre l'altra) Secondo: si vede bene un puntino sotto il castello!!! Terzo: ha buoni rilievi ...quanto pesa? Quarto: la gambetta della seconda R sembra un po' incurvata e diversa dalla prima R che invece sembra regolarmente dritta. PS: mi sono permesso, come al solito, di inserirlo a catalogo ....grazie!1 punto
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Non è giusto per come si stà comportamento quest'anno UFN con alcuni clienti io stò ancora aspettando l' addebito € 38,00, mi era stato detto che l'ordine era stato caricato da poco ed in settimana effettuato il prelievo, ma ad oggi ancora niente. Invece di terminare ad evadere tutti gli ordini relativi alla sede vacante questi pensano ad evadere le richieste supplementari della sede vacante, mi chiedo non possono farlo alla fine? Non è più logico?1 punto
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Una bella vittoria in un campo da sempre difficile....avanti così.... anche se preoccupano nuovamente tutti questi infortuni. Sabato prossimo difesa da inventare con Ranocchia e Samuel indisponibili come Campagnaro e Juan Jesus squalificato!1 punto
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Come ho già scritto in passato, non ha alcun senso di esistere la distinzione "magnetica"-"antimagnetica", che è solo una semplificazione commerciale. Se parliamo delle monete impero coniate in due leghe diverse, la distinzione è tra acmonital puro, che è FORTEMENTE magnetico, e lega acmonital-nichelio che ha diversi tipi di debole magneticità a seconda delle percentuali dei due metalli presente nella lega, ma non diventa mai del tutto amagnetico. Dipende solo dalla calamita che si usa. Pertanto solo monete FORTEMENTE magnetiche possono essere definibili in acmonital (e quindi magnetiche, seguendo la banalizzazione che si legge sui cataloghi), mentre tutte le monete che hanno magneticità debole sono da classificarsi in lega acmonital-nichelio, quindi antimagnetiche.1 punto
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Certo il ragionamento non fa una piega,ma la questione è un'altra, è si vero che c'è la crisi, ma è anche altrettanto vero che "non tutti sono in crisi" o meglio la crisi non è vissuta da tutti allo stesso modo, diciamo che vi è sempre una maggiore e netta distinzione tra il "Ricco ed il Povero" nel senso che chi già era ricco resta nella stessa identica posizione mentre chi invece stava benino diventa sempre più povero, in pratica quello che sta scomparendo è la classe media. Un esempio nel settore del LUSSO e dico LUSSO a 360 gradi Gioielli Yacht Automobili la crisi non sanno neanche cosa sia. La casa di maranello ( tanto per citarne una) quest'anno ha avuto un incremento del fatturato iperbolico non riuscendo nemmeno a soddisfare tutte le richieste pervenute, preventivando percio un aumento della produzione per il 2014,tanto è vero che come avrete letto sui giornali tutti i dipendenti ( 2500) si sono ritrovati in busta paga nel mese di giugno un bonus di 2700 euro, mentre come tutti sappiamo il settore automobilistico è in crisi........l'altro settore automobilistico... quello delle automobili per gli operai. Detto questo, pensate che a Monaco glie ne freghi qualcosa se noi della classe Povera ( ex media) non acquistiamo le loro Monete? State tranquilli che ci sarà sempre qualcun altro che le compra.1 punto
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Era una bella discussione, che leggevo volentieri, dato che non è il mio campo , proprio per poter imparare qualcosa di nuovo, ma poi, come al solito, " qualcuno" è andato a finire nell'adolescenziale gioco del " io ce l'ho più lungo" e anche certificato, tu no"..e la discussione è andata in vacca...come sempre quando l'innominato entra in partita con il suo "presunto" peso...riusciranno i nostri eroi a finire la discussione senza che "omen nomen" l'oscurantismo verso i contributi non codificati e certificati statalmente prevalga ancora una volta?1 punto
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Carissimi, invidioso del fatto di non poter venire a Genova, mi permetto di rompervi le scatole con alcune considerazioni 'molto' personali, così è come se partecipassi anch'io. Allora per affrontare la questione di rinvenimenti di moneta grossa, agli inizi e nel corso del XIII secolo, dobbiamo porci prima di tutto una domanda: quanti ritrovamenti con lingotti d'argento o d'oro conosciamo in Italia o in altre regioni supermonetarizzate come l'Italia? Praticamente nessuno o quasi. Sembra quindi che l'argento 'a peso' in genere non entrasse nei tesori. E perché? La risposta non è semplice, ma io penso di averla individuata in due elementi: innanzitutto nel fatto che probabilmente l'argento a peso non circolava in piccole quantità, ma si muoveva in medio-grosse e molto protette spedizioni che si dirigevano immediatamente verso le zecche per trasformarlo subito in moneta (visto che questa aveva un potere d'acquisto molto superiore ...e fissato dalla legge... rispetto al metallo con cui veniva realizzata); poi nel fatto che evidentemente i soldati, grandi (e talvolta esclusivi) produttori di rispostigli per l'attitudine a morire all'improvviso, lontanto da persone care cui rivelare i nascondigli dei propri beni :wacko: :cry:, erano evidentemente pagati in moneta. Questo fenomeno non riguarda però solo i lingotti, ma anche le monete che circolavano come argento a peso (in primis sterlini e denari di Colonia), che le fonti testimoniano essere abbondanti...ssimamamente presenti in tutta Italia ma che non compaiono quasi mai nei ripostigli, se escludiamo i territori interessati dalla presenza diretta di pellegrini e mercanti provenienti dal Nord Europa (in primis la via Francigena e Roma). Ecco secondo me queste domande potrebbero dare anche una buona risposta anche all'inspiegabile fenomeno della discreta presenza di grossi tirrenici nelle collezioni, di fronte alla quasi totale assenza dai ripostigli, almeno prima della seconda metà del XIII secolo. Ed anche alla differenza fra grossi di Venezia (imitati e ben attestati nei ripostigli, fin dall'inizio) e grossi tirrenici: i grossi veneziani furono fin da subito, grazie all'Impero latino, monete di corso legale nel Mediterraneo orientale. In ogni caso, se avessimo dato retta ad alcune annotazioni lessicali del Lopez e di altri studiosi genovesi (piccola lec.. ehm, captatio benevolentiae :rolleyes:, nei riguardi degli ospiti della manifestazione), probabilmente avremmo trovato una risposta chiara nelle fonti e saputo dove cercare ( e non trovare, temo) quei grossi, cioè dragando il Tirreno; ma il Lopez si trovò in contrasto con le tesi precedenti di un archivista francese, e come sapete.... non ce niente di più attraente delle tesi di uno straniero, nel nostro paese, ed allora nessuno...o quasi, ha pensato di percorrere quella strada. Grazie dell'attenzione, Andreas1 punto
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Grazie mille Renato per la disponibilita', Grazie a tutti! Ammiro la vostra (che poi è anche la mia ) passione per questo mondo, è vero non intervengo tanto perche' non ho i mezzi (conoscenze) per farlo, pero' vi seguo sempre, ed ogni ho queste curiosita' e dubbi troopo forti da tenermi... Grazie a tutti! =)1 punto
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@@adalbertones Le è già stata editata una discussione riguardo lo stesso argomento. Sarebbe cosa buona e giusta non insistere. Grazie1 punto
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@@maxxi dalle foto è dura. in mano è più facile. se è usura non c'è il lustro. se invece il lustro è ancora presente si tratta di una debolezza.1 punto
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ho inviato un'altra richiesta per il 2 euro sede vacante e 1 settimana fa mi hanno prelevato altri 21 euro1 punto
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Molto affascinante la seconda prova del buono da due lire, quello con l'aquila. Anche il profilo del Regnante decisamente meglio rispetto al profilo classico. Evidentemente il Fascio a quei tempi doveva avere un certo appeal con la commissione artistica, perchè non mi spiego come mai abbiano scelto quello piuttosto che quest'ultima tipologia. complimenti renato bella collezione! :good:1 punto
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Taglio : 50 cent Stato : San Marino Anno : 2005 Tiratura : 179.712 Città : Chieti Condizioni : Spl Note : doppia disponibile per scambi1 punto
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...o anche questo, con una bella aquila dalle ali spigate, invece di un fascio a tutto campo??1 punto
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condivido il secondo punto di magdi al quale vanno i complimenti per l'articolo sul Denaro enriciano pavese1 punto
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ciao . perché no !!! visto che hai chiesto cosa se ne pensava della tua pesca non ho voluto mettere le mie.e siccome non é la mia monetazione quella che tratti tu ,ho solo detto come la pensavo sui mercatini, cmq visto che me l hai chiesto questo é quello che ho pescato l ultima volta a LONATO 10 SOLDI DI FRANCESCO FARNESE 1694- 1 BLUZGER 1728- 1/4 DI LIRA DI FRANCESCO 1 1823- 2. 10 CENT DI NAPOLEONE 1809 1810- 1 LIRA VITT EMAN 2 1863 2 RAPPEN 1898 E 1870 QUEST ULTIMO UN PO ROVINATO. credimi le mie dita sono sempre un pò nericce , mi diletto a pulire monete messe maluccio :)1 punto
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Ecco quindi come la vedo io la "circolazione" che vi ho detto. Ho voluto provare la tecnica e lo stile di Tullio Pericoli (acquarello, china, matite) con i cavalieri in stile medievale...non sono troppo soddisfatto ma in fondo mi sembra accettabile. Ah, quei tondi che ...circolano ...sono i grossi...1 punto
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La contromarca NCAPR è stata attribuita a Nerone NERO CAESAR AVGVSTVS PROBAVIT oppure NERO CAESAR AVGVSTVS POPVLO ROMANO, Recentemente la stessa contromarca è stata trovata su un Sesterzio di Vespasiano con il probabile significato di NERVA CAESAR AVGVSTVS PROBAVIT.1 punto
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La zecca è Cizico seconda officina si distinguono i due globetti sotto il busto (utilizzati solo da Cizico e dalla cosiddetta "Zecca SPQR") e la legenda del rovescio CONSACRATIO che è stata utilizzata solo da Cizico e Siscia. Buona serata1 punto
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Ciao, Claudio è. Se poi sia un sesterzio... verosimilmente sì, essendoci una SPES al rovescio (non hai segnalato i dati fisici della moneta). Se sia ufficiale o meno da questa foto non si riesce a capirlo. Per avere un esempio di ciò che intendo vedi questi due link: http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a408/a408.html http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a964/a964.html La prima è ufficiale, la seconda no, nota la differenza stilistica e di peso. La contromarca non ne aumenta il valore, tranne casi particolari. Una NCAPR (mi pare) non è inusuale per Claudio, anzi, è di Nerone. Curiosamente è al rovescio, di solito per Claudio sono al dritto. Per curiosità, su questo sesterzio claudiano ce ne son ben 3. Se avresti presentato un asse trevirale di Augusto con contromarca VAR questa avrebbe aumentato magari un po' il valore della moneta, di suo comune. In genere le contromarche rovinano leggermente i rilievi, a me piacciono perchè aggiungono un pizzico di storia alla moneta. Ciao Illyricum :)1 punto
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Esatto. E i "beni culturali", purtroppo, sono ben lungi dall'avere l'esclusiva. Quanto al fatto che raramente le monete siano esposte nei musei, non é particolarmente stupefacente: a meno che non si tratti di ripostigli, o di pezzi particolarmente "visibili" (quali i fusi o i medaglioni), le monete non si "prestano" molto ad un'esposizione in vetrina. Anche quando sono esposte se ne puo' vedere (nell'enorme maggioranza dei casi) solo un lato, ed anche quando le vetrine sono attrezzate con lenti la fruibilità rimane molto limitata. Personalmente ritengo molto più importante l'accessibilità del materiale e la sua pubblicazione che l'esposizione in pubblico, tranne che nei casi sopra citati (tesoretti, pezzi "spettacolari" o che comunque possono attirare l'attenzione di un pubblico non necessariamente interessato alla numismatica antica, pannelli "didattici", ecc.).1 punto
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Che hai parlato con un imbecille....uno dei tanti da cui qualsiasi ambiente, quindi anche l'ambiente museale, è affetto...1 punto
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Buona serata @@odjob sei tradizionalista? Non è un male, alla nostra età possiamo permettercelo. :pleasantry: Ma gli usi, la consuetudine, la morale, ecc. ecc. cambiano di generazione in generazione; spesso anch'io mi trovo a disagio in talune situazioni, ma è la vita. Non eravamo anche noi già diversi e poco capiti dai nostri padri e dai nostri nonni? Tu dici che dovrebbero essere i genitori ad istruire i propri figli alla numismatica? Magari.... ma quanti sono i genitori numismatici che hanno visto i propri figli ricalcare le proprie orme? Quando mai? Tempo fa ci fu una discussione al riguardo ed il risultato fu più che deludente. Dovresti saperlo che i genitori non c'azzeccano mai! :pardon: Soldi meglio spesi in iniziative che coinvolgessero istituzioni? Magari, sarebbe stato molto bello. Ci avranno pensato? Mah! No, non demoniziamo questa iniziativa; è atipica per noi "vecchi"? Certamente si, ma tocca le corde dei più giovani; avranno tempo e modo per capire che la numismatica è altro....comincino pure a maneggiare le monete, magari in maniera impropia, ma comincino...poi se scatta la scintilla, sarà tutta un'altra cosa. Questo è ovviamente il mio pensiero.......Rammenti certamente le monete (finte) regalate dalla Perugina o da Mister Day; penso anche a quelle - sempre finte - che trovavo io nelle bustine della raccolta di figurine delle autovetture (se non ricordo male) che acquistavo in edicola più di quarant'anni fa. Quelle di Bolaffi, almeno, sono vere; che le usino per qualche strano nuovo gioco o le usino come pedine della tombola, poco importa, ma le usino....poi si vedrà. Saluti luciano1 punto
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Rimango sbalordito e con poche parole, queste: Sarebbe opportuno cominciare a scrivere nomi e cognomi dei soggetti che "si macchiano" di tale inammissibile oltraggio culturale.1 punto
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Premettendo che, in merito al servizio fornitomi a suo tempo nella perizia delle mie monete, non nutro assolutamente dubbi di aver ottenuto il meglio sulla piazza della numismatica per la perizia delle mie monete in termini di competenza e materiali...del resto proprio un utente sulla chat di questo sito mi aveva dato consiglio sul dove recarmi....verrò a trovarla nuovamente per ripristinare la salute delle mie due monete non appena riuscirò a liberarmi dagli impegni. Cordialità e grazie per la disponibilità. fulvio1 punto
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Il fatto che gente simile lavori in un museo la dice lunga su come funzioni in Italia la gestione dei beni culturali...1 punto
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@@nikita_ Ma potrebbe benissimo risalire al '700 : come fregio, materiale e aspetto non è certo un fregio moderno !1 punto
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Forse qui, di numismatica, mancano proprio le basi. Io ripartirei da un buon manuale.1 punto
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Questa potrebbe anche sembrare (nel senso specificato nella risposta al n° 3) una corona reale... Di sicuro, è una corona cd. "chiusa", ossia col cerchio "coperto" da alcuni bracci perlati che l'attraversano (in questo caso otto bracci, di cui cinque visibili). Credo che sia la parte sopravvissuta di un oggetto più grande: in basso, e in particolare sulla destra, mi sembra evidente il segno di frattura. Forse era attaccata a uno stemma, probabilmente accollato da trofei di bandiere (se interpreto a dovere le aste che ancora la accostano). Magari in una composizione grosso modo affine a questa: (da: http://www.forumtriumphchepassione.com/forum/il-bar-di-triumphchepassione/13032-logo-del-granducato-di-toscana.html)1 punto
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Aste tipo sothebys e christies hanno una loro lista nera di personaggi che si divertono a comprare e non pagare , semplicemente non li fanno partecipare , il mercato numismatico italico e' composto da poche persone non dovrebbe essere difficile isolare alcuni personaggi1 punto
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Ecco il programma definitivo del convegno organizzato dal Portale Numismatico dello Stato, che si terrà a Milano il 22 novembre, più volte preannunciato in alcune discussioni el presente forum, anche per le implicazioni sui rapporti tra collezionismo privato e il Ministero dei Beni Culturali, del quale il Portale Numismatico dello Stato è la emanazione numismatica. per chi preferisce la versione pdf: programma_convegno_interno.pdf1 punto
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Si , è davvero rara . Io non ho trovato passaggi in asta di alcun tipo . In un catalogo NAC recente era presente una solo con la L , non L / T , quindi comunque differente .. Saluti1 punto
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@@cikopol Ma senz'altro Lamoneta.it ! il riscontro commerciale, ai giorni nostri lo puoi trovare su ebay e su delcampe, un catalogo può indirizzarti a capire cos'hai ,capito cos'è che possiedi, potrai effettuare una ricerca tra le aste scadute di ebay. P.S. credo che il suggerimento del WorldCoin provenga da una fonte Autorevole. Il riscontro storico,di studi e ricerca di amatori e appassionati lo trovi gentilmente dagli studiosi e dagli studi che campeggiano qui! Saluti Alessandro1 punto
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