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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/26/13 in tutte le aree

  1. Racchiusi in questa moneta i miei ricordi, i miei desideri di ragazzino e tutto quello che non c'è più... Una piccola grande cifra pensando a quello che potevo comprarci alla fine degli anni '60 inizi '70. Nel tempo, con grande dispiacere, ne ho visto scemare il suo buon valore d'acquisto, situazione che ho vissuto, toccato con mano.... nonostante tutto Minerva con il suo elmo era sempre li, immobile, importante, austera... quando dagli inizi degli anni '80 in poi divenne via via uno spicciolo insignificante mi sono accorto di non essere più giovane... avevo smesso di desiderare 100 lire in tasca, ci voleva ben altro... ero diventato adulto. Un pezzo da 100 lire entra a far parte della mia collezione di monete mondiali di comune circolazione solo dopo l'oltraggioso rimpicciolimento del 1990, sino ad allora, a torto, l'avevo considerato solo denaro da spendere. Ho quasi sempre una Moneta da 100 lire con me, ma non la considero un portafortuna, sarebbe piuttosto sminuitivo.... diciamo che mi fa compagnia.. :) La moneta di uso corrente più rappresentativa del mio passato. Italia 100 Lire 1955/1989
    9 punti
  2. Bello denaro ....luchese :pardon: peso 0.8 g diam 16 mm.....per commenti e critiche....!
    4 punti
  3. potrei consigliarti un noto dottore...di quelli bravi...
    3 punti
  4. Infatti, in base alle proprie tasche ognuno arriva dove può.
    3 punti
  5. In effetti la vera e interessante notizia e' che un custode ha consegnato una moneta alle autorita'! ;)
    3 punti
  6. Ciao Umberto I e ciao Euenigma, concordo con tutto quello che e' stato detto. Questo tipo di errore apparso, ma raro, sulla 2 Centesimi 1910 si puo' attribuire ad un errore tecnico , ad un slittamento di conio o ribattitura come si puo' vedere nella moneta che vi attacco periziata. Concordo con la perizia. La storia ed il mistero della 4Mani e della sorella Tre Braccia e' a mio avviso differente per tutte le ragioni dette nella discussiona tenutasi tempo addietro. Nella 4 Mani e Tre Braccia le braccia non sono semplicemente slittate, ma poste in luoghi e posizioni diverse lontano dall'originale senza alterazione del disegno in alcuna altra parte della moneta. A mio avviso tale risultato si ottiene solamente tramite l'intervento umano, legale od illegale esso sia. La perizia sulla moneta Tre Braccia qui sotto usando le parole Variante e Ribattitura al tempo stesso, esprime tutta la confusione ed il mistero che circonda queste due monete. La mia ricerca e studio su queste due monete continua...... Un salutone, a presto!
    2 punti
  7. Grazie del link e del quesito, caro Littore. Questo stemma (davvero interessante!) mi era ignoto. L'unico "problema" per un buon blasone consiste solitamente nel sapere come definire esattamente le figure che lo compongono. Qui la figura è unica. Ed è la celebre circonferenza che simboleggia i principi dello Yin e dello Yang, pilastri della concezione filosofica cinese, composta da due parti armoniosamente compenetrate fra loro per forma e colore. Una forma "fissa" e immediatamente riconoscibile: una curva composta da due semicerchi a "S" rovesciata, di raggio pari alla metà di quello del cerchio che li contiene entrambi, e con una circonferenza minore nella parte "larga" di entrambi i campi, ognuna del colore del campo opposto (---> concetto che in termini blasonici si esprimerebbe con la locuzione dell'uno nell'altro). Con una differenza cromatica rispetto a quella che credo essere la "norma" per tale simbolo, e che mi pare sia fondamentalmente basato sul contrasto-connubio fra bianco e nero. Qui siamo in presenza dell'altra bicromia rosso-nero. Lasciamo stare i paragoni con le squadre di calcio italiane contemporanee... ...e restiamo sul cromatismo antico: anzi, per meglio dire, sul modo di concepire il valore simbolico dei colori. Modo che cambia in funzione delle mentalità delle diverse epoche. Per noi occidentali di oggi, il contrasto di base è fra il bianco e il nero. Come nello ying-yan "classico", che dicevamo poc'anzi. Ma nel medioevo occidentale il contrasto di base era fra altri colori: il rosso e il nero. Sulle miniature dei manoscritti di quel periodo, i personaggi che giocano a scacchi o a dama siedono davanti a scacchiere rosso-nere. Non bianco-nere come quelle di oggi. Forse il Bohr ha usato questa bicromia per omaggio verso questo concetto antico? O, più semplicemente, per non far "sparire" la parte bianca del simbolo sulla parte candida dello sfondo (araldicamente, del campo)? Di fatto, detto ciò, azzarderei un blasone del genere: D'argento, alla circonferenza yin-yang di rosso e di nero. Divisa: CONTRARIA SUNT COMPLEMENTA. Scudo accollato dalla collana dell'Ordine dell'Elefante. Sarebbe molto interessante leggerne il blasone "originale" in lingua danese. Sul fatto che questo stemma sia un'innovazione possiamo concordare... ...e potremmo iniziare un discorso che ci porterebbe lontanissimo! Ma... un passo alla volta! :good:
    2 punti
  8. Rifuggo sempre dalle dietrologie e non me ne frega un cazzo se qualcuno possa avere interessi personali più o meno reconditi. Voglio solo cercare di capire, in nome della scienza numismatica, convolgendo se possibile altre persone competenti a interpretare quello che può offrire una immagine fotografica, con tutti i suoi limiti. Abbiamo già visto che talvolta un simile esame permette di evidenziare autentici capolavori dell'arte incisoria, ma anche di smascherare falsi, addirittura smerciati per buoni e a caro prezzo, e altre che restano a livello di monete dubbiose, rimandando a più sofisticati esami. Il tetradramma di Katane ex Weiss mi sembra un tipico caso abbastanza limite di una moneta dichiarata falsa senza però avere evidenti tracce già rilevabili con semplice esame fotografico. L'ovvia premessa è che tale giudizio di falsità sia corretto e confortato da esami più sofisticati e dal vivo. Finora mi sembra una forzatura (e fino a prova contraria) che tale giudizio sia in realtà non corretto, magari per reconditi interessi di parte..... Quindi dobbiamo partire dal presupposto che questa moneta sia falsa (e a tale proposito l'analisi del Calgary può fornire alcuni interessanti elementi, ma forse non tutti completamente condivisibili sul piano tecnico, anche se è meglio di niente). Dobbiamo quindi fare una ricerca a ritroso, quasi una sorta di retroingegneria, per scoprire meglio se è possibile individuare alcuni elementi di falsità facendo i soliti confronti con altri esemplari dello stesso conio, possibilmente con buon pedigree. Tengo a ripetere questi concetti in quanto, non potendo esaminare le monete dal vivo, la comparazione fotografica con altri esemplari simili, meglio ancora con foto ad alta definizione, resta l'unica reale possibilità di indagine e nemmeno tanto peregrina. Proviamo quindi ad esaminare più nel dettaglio il volto femminile: ex es. Weiss ex es. NAC 46/2006, 184 ex NAC 33/2006, 67 ex Leu 6/2003, 269 Ammettiamo pure i problemi di luce e di possibili pulizie, ma sinceramente il volto del pezzo ex Weiss lascia veramente perplesso, come minimo. Gli occhi sono veramente "pesti", aanche se non realmente consunti, e la bocca è quella che è (con labbra insolitamente sottili e non c'è "silicone" che tenga)... Poi si intravvede anche qui la solita "doppia" linea che contorna i margini del volto, un pò come nel noto falso siracusano di NAC. Può essere un leggero scivolamento di conio, ma quanto visto per Siracusa mi è molto sospetto....
    2 punti
  9. Salve a tutti, inizio questa discussione TEMATICA sulle medaglie delle cinque giornate. Il conio di questa medaglia venne approntato nel periodo del GOVERNO PROVVISORIO del 1848, che durò meno di cinque mesi e mostra un episodio della presa di Porta Tosa, ora Porta Vittoria. Il Romussi nel suo libro - LE CINQUE GIORNATE DI MILANO (1894) la descrive così: I combattenti son dietro le barricate mobili: un cittadino è caduto colpito da una bomba, un altro combatte ritto in piedi e forma col ferito un bel gruppo; in fondo si scorgono gli austriaci che difendono la porta... Questo conio venne conservato presso l'Ospedale Maggiore e solo nel 1859 venne completata con il conio del rovescio con dedica a Vittorio Emanuele II.
    1 punto
  10. questa non è sabauda, ma una sua contraffazione.... mi è piaciuta per la particolarità che nel retro ci sono due impronte... quella del soldo con la croce mauriziana e quella della parpaiola del I tipo con la croce di S Lazzaro... oltre che fare monete false facevano anche confusione!!! so che è solo una sciocchezza, ma ho pensato che poteva essere interessante....
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  11. Scusandomi come sempre per le foto vorrei avere vostre opinioni in merito alla mia Liretta del '10 :) . Ciao e grazie ;) .
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  12. DL CULTURA Riprendo un contributo a questa discussione, non perché sia masochista (visto come si è sviluppata, anzi “inviluppata” si puo’ ben dire in precedenza la discussione ) ma perche’ sono state introdotte recentemente dal Governo con decreto legge del FARE (DL 69/2013 convertito in legge 9 agosto 2013) alcune novità che ci possono inetressare assai da vicino, vista anche l'attenzione con la quale questo thread è stato seguito, riguardanti le disposizioni in materia dei Beni Culturali. Nel decreto vi sono novità importanti quali la costituzione della Soprintendenza Archeologica speciale di Napoli che raggrupperà sia la Reggia che il polo museale di Napoli Caserta. Si parla dei nuovi Uffizi e ingenti sono i fondi stanziati per questo progetto. Altri fondi sono stati stanziati per la realizzazione del museo della Shoah a Ferrara. Una novità importante riguarda la riassegnazione al MIBACT del proventi della vendita dei biglietti, finora assegnati in parte ad altri enti. Ma due in particolare sono le novità che volevo segnalarvi di cui una riguarda proprio il tema di questa discussione : Ovvero quella di un programma straordinario e sperimentale per l’inventariazione, la catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale. La cosa interessante è che si propone che questo venga fatto attraverso il coinvolgimento di 500 giovani laureati sotto i 35 anni di età in un tirocinio di 12 mesi. Il programma partirà con 100 giovani in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Percepisco già le reazioni di una parte dei partecipanti a questa discussione, e raccomanderei caldamente che si evitassero, pur nella libertà di esprimere il proprio pensiero, i toni e le espressioni poco edificanti e soprattutto poco costruttivi usati finora. Tutto è criticabile e soprattutto chi “fa” è criticabile, pero’ come in questo caso (e come in altri casi) meglio cominciare a fare piuttosto che l’inanità mostrata finora. Queste iniziative ancorché certamente perfettibili vanno nella direzione A) di valorizzazione del nostro patrimonio, comrendendo che la sua “catalogazione” è presupposto fondamentale per essa; B) sono iniziative rivolte ai giovani offrendo loro la possibilità di fare esperienza, di aiutare le istituzioni preposte alla valorizzazione del patrimonio e anche di svolgere un lavoro essendo pagati! Quindi ancorché perfettibile è almeno un passo avanti su diversi fronti. L’altra novità sempre di queste disposizioni riguarda la semplificazione delle donazioni fino a 5mila euro in favore della cultura. Finora l’Italia è stata il Paese piu’ burocratico e sfavorevole al Mondo in fatto di donazioni. Dove in certi Paesi ti fanno un monumento e ti ringraziano se qualcuno lascia dei soldi per la cultura, musei, opere d’arte, etc. in Italia ti mettono tutti i bastoni fra le ruote possibili e uno preso per stanchezza semplicemente rinuncia. Questa modifica della legge proposta fa si che le donazioni non debbano piu^’ passare dalle entrate del bilancio dello Stato ma possono essere regolate direttamente al Ministero senza oneri amministrativi (si in Italia se uno regala dei soldi deve anche pagare gli oneri amministrativi avete letto bene) con la garanzia della destinazione indicata dal donatore e con piena pubblicità della donazione effettuata. Insomma una serie di iniziative assai interessanti che se non rappresentano l cura a tutti i mali dei Beni Culturali italiani almeno sono dei piccoli passi per avanzare da una situazione da troppo tempo statica e spesso disfunzionale rispetto agli obiettivi di tutela e valorizzazione da perseguire. Adesso scatenatevi , i vari Vincenzo, biondo , elledi, etc. ma prima di sparare a zero ricordiamoci che a volte vale piu’ un’azione, ancorché imperfetta, piuttosto che cento (vane) parole.
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  13. Considerando che l'utente ha scritto 16 messaggi senza inserire una foto chiudo la discussione; quando l'avrà fatta potremo riaprirla.
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  14. @@tornese71 ciao …..come primo atto devo purtroppo correggere ciò che hai scritto: Francesco Ciccarelli non fu un incisore, bensì ricoprì la carica di “Direttore Generale dell’Amministrazione delle Monete” prevista dall’Art. 1 del Decreto N° 1164 del 26 luglio 1824 che recita: L’amministrazione generale delle monete verrà regolata da un Direttore Generale che sarà il reggente del Banco delle Due Sicilie, a’ termini del Decreto del 26 di Novembre 1821......ma questo avvenne logicamente dopo che il De Rosa lascio la carica. Assodato questo, altre medaglie in cui al posto dell’iniziale del nome troviamo un’ altra lettera ( che sia come in questo caso, un titolo nobiliare o altro) non ne conosco, tranne che per il Ciccarelli, ma devi sapere che il Ciccarelli aveva un debole per la condizione aristocratica tanto da farsi nominare, quasi a fine carriera, nel 1856, da Ferdinando II di Borbone, Marchese di Cesavolpe e nel 1858 Gentiluomo di Corte; questo fu uno dei motivi per cui troviamo sulle medaglie del periodo la lettera B (di Barone) invece che F (di Francesco); adesso però, dato che hai aperto un discorso un po’ complesso, delicato e ricco di ulteriori domande, ti anticipo….infatti potresti chiedermi…come mai prima del suo cognome troviamo qualche volta B (ma se non erro una sola), poi D e successivamente D G. ? Il Ciccarelli assunse la carica di Direttore il 6 marzo del 1939 “A.B.N. verb. 1939, discorso del Commendatore Prospero De Rosa dè Marchesi di Villarosa pronunziato all’udienza della Reggenza del Banco delle Due Sicilie il dì 6 marzo 1939”…e quindi non dovremmo trovare medaglie con la D davanti al suo cognome prima di questa data, ma in realtà non è così, ci sono alcune medaglie, come quella del 1836 (San Francesco di Paola) e 1837 (Le nozze con Maria Teresa d’Austria) in cui troviamo inciso prima del suo cognome la lettera D (di Direttore); Ma questo perché ?…..qualcuno si è mai posto questa domanda ? :crazy: Spero che con questa seconda parte del mio intervento stuzzico un po’ “l’appetito” di qualcuno interessato. Un saluto Pietro
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  15. http://www.ebay.it/itm/MEDAGLIA-1809-RICONIO-PER-LA-NUOVA-PIAZZA-MURAT-NAPOLI-/261293897956?pt=Medaglie_e_Lingotti&hash=item3cd65478e4#ht_498wt_1041 Medaglia per la piazza Murat post 1840, riconio francese in vendita su Ebay, medaglia correttamente classificata come riconio. Non dimentichiamo che il riconio per questa medaglia è facilmente distinguibile per la cifra 2 della data 25 in posizione speculare. :hi: :good:
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  16. Ciao, se sabato la porti a Biella la guarderemo insieme con più calma e con luce radente. Perché così, dalla fotografia che hai postato, mi sembra una moneta di Carlo Emanuele I di Savoia, non una contraffazione di Rodolfo Gonzaga. E' un soldo ribattuto su una parpagliola, le legende - anche con le sovrapposizioni - coincidono, anche come dimensioni dei caratteri. Siccome parpagliole e soldi sono state emessi in parallelo, hanno tondelli con le stesse caratteristiche di peso e modulo, e intrinseco di poco differente, non è da escludere che si sia effettuata qualche operazione di ribattitura direttamente nella zecca sabauda. Il perché non lo so: tra l'altro quelli sono anni complicati, di crisi valutaria, e ci possono essere mille ragioni che hanno portato a questa ribattitura. Però non sarebbe il primo caso che vedo, seppure su monete diverse. Vediamo sabato. Buona serata. E.
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  17. Molto interessante la digressione sul contrasto del rosso con il nero di cui non ero a conoscenza. Che abbia voluto indicare il dualismo onda particella, principio della meccanica quantistica ed in particolare il principio di complementarietà? In base a tale postulato, da quel che ho capito, non si possono osservare contemporaneamente le caratteristiche ondulatorie e corpuscolari delle particelle e questo spiegherebbe sia la divisa che lo stemma.
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  18. Ciao , anch`io: come del resto tutti quelli della "nostra" età, aspettavo la domenica per la paghetta ( se cosi si poteva chiamare) dunque dividiamo le 100 £ ... 50 lire andavano per il cinema, 20 per il cono gelato, poi o tre bustine dei calciatori oppure le avanzavo per la domenica dopo . però volevo raccontare 2 aneddoti.... 1° alcune volte se il film non mi piaceva molto, con altri miei compagni aspettavamo fuori dal cinema, all`inizio del secondo tempo quasi sempre il "bigliettaio" mosso dalla pietà ci faceva entrare gratis. 50 lire in più per la settimana seguente. 2° se verso metà settimana magari avanzavo 60 / 70 lire... facevo la proposta a mio padre di cambiarmele con 100 lire, accettava sempre. ( ero convinto di essere furbo...) è allora domenica dopo con un totale di 200 lire, mi potevo dare alla pazza gioia. bei tempi... si apprezzava di più quello che si aveva, ma soprattutto eravamo piccoli . p.s. grazie @@nikita_per aver dato inizio a questa discussione, quanti ricordi...
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  19. quelle concrezioni non permettono di vedere perfettamente l'immagine.... es... quella che si vede alle ore 8 penso che sia una concrezione ... (non un'aquila ai piedi.. che farebbe cambiare il RIC...) Dovrebbe essere questa ..... zecca di Antiochia RIC 29[j] Salonina AR Antoninianus. Rome mint, 257-258 AD. SALONINA AVG, draped bust right on crescent / IVNO REGINA, Juno standing left holding patera and sceptre. RSC 60; Sear 10640. Text P.S.... di Argento la moneta in oggetto, ne ha ben poco!! circa il 10-20%.... In questo periodo di caos monetario, ci si puo' imbattere in qualche raro esemplare con un intrinseco di circa 40% ma è una eccezione dei primi anni del regno di Gallieno
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  20. Mi permetto di aggiungere la locandina dell'evento:
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  21. Mi permetto di aggiungere la locandina dell'evento:
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  22. Si..Dovrebbe essere un liard à l'F corounnèe di Francesco I° ( 1494-1547) D/ FRANCIS. D.G. FRAN.REX - sigla M . - grande F Coronata R/ SIT NOME. DNI . BENEDICTU. - Croce sotto Atelier Z dopo gennaio 1540 corrispondeva a Grenoble prima del 1540 - Marsiglia ( Z barrato) una zeta in corsivo corrisponderebbe a Rennes 1540-1549 da notare che prima del 1540 Rennes aveva come corrispondenza di lettera la "R" ecco perchè a parere mio la lettera della moneta postata è una R trasformata in Z o viceversa
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  23. Ciao Corbiniano Credo che le tre spighe d’oro dello stemma facciano riferimento alla fertilità del Siccomario dopo che il Po cominciò ad abbandonare l’antico alveo e a scorrere presso la pianura e il Ticino trasportò più lontano il punto di confluenza cessando di rovinare, con quelle inondazioni che erano divenute abituali, la zona contigua dell’abitato. Credo anche che le due fasce ondate d’argento dello stemma facciano riferimento a questi due fiumi. “…Perciò le acque calarono, si risanarono le paludi, le valli del Ticino cominciarono a verdeggiare di fertilissimi prati e pascoli, e in seguito il fiume si limitò a scorrere in quella zona dividendo il suo letto. Tra i due alvei si formò un’isola nella quale fu edificato il borgo suburbano. A seguito dell’allontanamento del Po è poi toccata ai nostri Pavesi l’altra regione, la più fertile di tutte, posta al di là del Ticino e chiamata Siccomario, perché qui un tempo si apriva una distesa d’acqua grande quanto il mare.” L’etimologia del nome “Siccomario” è incerta e ha dato origine a diverse interpretazioni. In particolare: ‘Sicut mare’ (simile al mare) perché qui un tempo si apriva una distesa d’acqua grande quanto il mare ‘Siccum mare’ (mare asciutto) ‘Sygemario’ e ‘Sycomario’ che compaiono in alcuni documenti del XIII secolo e che si riferirebbero al nome di un signorotto locale, forse un longobardo, chiamato Sigmar o Sigemar. ‘Sigemarii’, lavoratori della terra provenienti dalla Germania di cui si parla in un documento dell’anno 1163 e che si ritiene fossero adibiti, a causa del loro nome, al prosciugamento di terreni paludosi (con riferimento alle molte paludi che ai tempi ricoprivano la zona). apollonia
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  24. Io sono dell'idea che le discussioni dobbiamo trasformarle noi in "stimolanti", e numismaticamente parlando, e per spingere i giovani (come me) ad assimilare quanto più possibile tutto quello che "si può dare"... Per questo motivo, ogni volta che riuscirò a contribuire, nel mio piccolo, lo farò... Ti ringrazio per l'appoggio Azaad!!
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  25. Asta "Roma Numismatics" Auction VI del 29 settembre 2013.
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  26. Non mi sono mai sentito di chiamarlo "spicciolo", per tanti, tantissimi acquisti quali dolcetti, panini ,cancelleria, gelati, giuochi, bibite ecc. c'era sempre il resto, anche quando si comprava (se si poteva....) il costosissimo Piper dell'Algida (costava 70 lire al suo esordio). Quando chiedevo a mia mamma qualche "spicciolo" indentevo 5, 10, 15 o venti lire, oltre la cosa si faceva seria..... Grazie veramente per aver condiviso la spensieratezza di un tempo ed i vostri ricordi.
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  27. certo che tutto diventa soggettivo, ma è stato fatto un confronto tra una moneta in nichel e una in argento….almeno cerchiamo di stare sullo stesso genere :) si, il 20 lire ha qualche segno al dritto sul volto del re, ma sono li e basta
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  28. Di questa tipologia l'esemplare preferito rimane questo
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  29. Direi che è una moneta che mi lascia molto perplesso: la legenda scorretta ( ho controllato anche sul Banti e il Cayon e non appare), il busto pure, la rotondità delle lettere, i rilievi arrotondati del ritratto, il rovescio rifatto completamente con un affetto spiacevole, il bordo non tagliente, le lettere non raffinate e minute come dovrebbero essere, una strana mancanza ( fusione ) a ore 1 del diritto sul bordo, la sensazione generale che dà, tutto mi fa pensare che si tratti di un falso. Come al solito sarebbe determinante la visione diretta, anche se temo fortemente sia un falso. Da evitare comunque sia, assolutamente! Cordialmente, Enrico
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  30. Non ho mai raccolto francobolli, davvero, ma io sono sempre stato interessato a loro, possono dirci una quantità enorme sulle nostre monete. Ero alla ricerca di informazioni che ho potuto applicare alle monete quando, circa 20 anni fa, ero sfogliando una precedente edizione di questa colonna portante di questo hobby timbro, Scott’s francobollo catalogo: --------------------------------------------------------------------- I have never collected postage stamps, really, but I have always been interested in them—they can tell us a tremendous amount about our coins. I was looking for information I could apply to coins when, about twenty years ago, I was paging through an earlier edition of this mainstay of the stamp hobby, Scott’s stamp catalog: Questa illustrazione nei "Essai" sezione del catalogo catturato subito la mia attenzione a causa della sua forte somiglianza con il conio del 19° secolo della Colombia: ----------------------------------------------------------------------------- This illustration in the “Essays” section of the catalog immediately caught my eye because of its strong resemblance to the 19th century coinage of Colombia: 1867! I miei occhi vagarono più in basso nella pagina. No...non possibile: ------------------------------------------------------------------- 1867! My eyes wandered further down the page. No…it couldn’t be: Ma è stato! La quotazione molto prossimo a catalogo, la prossima 1867 saggio era anche incredibilmente familiare, per la maggior parte qualsiasi collezionista di monete americane, comunque: -------------------------------------------------- But it was! The very next listing in the catalog, the very next 1867 essay was also incredibly familiar, to most any American coin collector, anyway: Morgan no? 1867? La mia convinzione forte è che i catalogatori bollo fatto un errore nella attribuzione, ma ... :D v. ------------------------------------------------ Not Morgan? 1867? My own strong conviction is that the stamp catalogers made a mistake in attribution, but…. :D v.
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  31. Quanti ricordi lontani,rammento la mia mamma quando mi dava le mie tanto aspettate 50 lire alla domenica,30 lire x il cinema,10 lire la bottiglietta della gazzosa,10 lire la stringa di liquerizia con il confettino colorato in centro, strotolata la stringa serviva x succhiare la gazzosa ed cerano ancora 10 lire da spendere, una bella bustina di castagniaccio in polvere,le mie 50 lire ero un bambino felice ed mi sentivo ricco di poter spendermi la mia bella 50 lire, quanti ricordi... ringrazio e saluto ciao.
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  32. ...e si quanti ricordi, al solo guardarla mi rivedo bambino, per mano a mia madre e mio padre passeggiare per la Torino di quegli anni felici.... e come al solito spunta la lacrimuccia... ricordo che con 150 lire ci si comprava il biglietto del tram ( quanti ragazzi avranno mai visto uno di quei vecchi tram? o un filobus?), biglietto fatto di carta leggerissima che ci staccava dal suo mazzettino il Bigliettaio seduto dentro il suo piccolo recinto da funzionario pubblico a bordo del mezzo pubblico, rivestito con la sua divisa grigioazzurra e il berretto prendeva gli spiccioli dal suo borsone di cuoio appeso davanti al suo scranno, e tutti pagavano senza brontolare per il prezzo e per i ritardi cronici (quasi sempre), tutto era più umano. Quelle monetine con le loro sorelle più piccole, le 50 lire, già allora affascinavano me bambino e me le facevo regalare, le mettevo da parte e mi divertivo ad impilarle un pò come Zio Paperone. Sono state una parte importante della mia infanzia e purtroppo me ne rendo conto solo ora che, padre a mia volta, non trovo più quella semplicità di allora nei gesti più comuni come pagare un gelato o un biglietto dell'autobus
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  33. Medaglia emessa a ricordo della inaugurazione della basilica dedicata al Santo, nello stesso lato è indicata anche la data dell' avvenimento. Più che agli appassionati di medaglistica, può interessare ai devoti del Santo.....
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  34. BB+ mediamente secondo me, e concordo sulla difficoltà di reperire belle conservazioni per questa data La mia ricerca di un pezzo in bella conservazione (senza svenarmi) ha richiesto non poco tempo, però alla fine ci sono riuscito :P http://www.lamoneta.it/topic/108037-20-lire-1853-genova-ex-bolaffi/
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  35. Riverificare, come sempre, non è mai tempo buttato. Nello studio delle parpagliole milanesi di Dalle Vegre/Vajna non sono state analizzate solo le parpagliole delle Civiche Raccolte Numismatiche di Milano, ma anche parpagliole provenienti da Collezioni Private. I due esemplari di parpagliole con al dritto la legenda che termina con DV citati da @@giancarlone e presenti nello studio sopra citato ( n. 98 e n. 140 ) provengono da Collezioni Private. Infatti ho verificato nei due volumi di R. Martini " La Monetazione di Filippo II " e " La Monetazione di Filippo III " delle Civiche Raccolte Numismatiche, che non sono presenti esemplari di parpagliola con questo tipo di variante. Rimane invece confermato che i quattro esemplari sino ad ora identificati sono stati coniati nel periodo di Filippo III.
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  36. L'unico errore di fondo è stato di attribuire la moneta a un contesto risalente all'eruzione del Vesuvio. Per il resto non dovrebbe essere una bufala. Si legge che la moneta è stata rinvenuta da un custode, con nome e cognome, addetto alla vigilanza dell'area archeologica, a seguito di forte temporale. Si tratta quindi di una persona contigua ad ambienti archeologici e naturalmente ha avvertito la Soprintendenza del ritrovamento. Tutto normale. La moneta stava chiaramente sulla superficie del vasto strato di lava e non è raro che un forte temporale abbia dilavato parte di questa superficie, con sottile strato di terreno sopra la lava e cenere. La moneta sarebbe stata persa da qualche agricoltore che, dopo un paio di generazioni dall'eruzione vesuviana, stava già coltivando tale area. Infatti dopo un certo numero di anni il terreno invaso dalla lava, ma soprattutto dalla compatta cenere, diventa anzi molto fertile e adatto all'agricoltura o finanche a una frequentazione abitativa (una fattoria o simile). Basta dare i giusti rilievi e la vicenda appare molto normale....
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  37. Salve Posso contribuire con qualche moneta di Alessandro Magno e consanguinei già descritta nella discussione ‘Le monete più attraenti di Alessandro Magno’ nei post a seguire, oltre ai due eccezionali esemplari dell’Arcadia e di Rodi qui riportati. ARCADIA. Arcadian League. Cleitor. Late fourth century to early mid-third century BC. Silver triobol (2.65 g). Radiate facing head of Helios, cloak tied around neck / ΚΛΗ, bull butting right, above its lowered head centaur galloping right and hurling branch. BMC 4-5. Imhoof-Blumer 183. SNG Copenhagen 224. Traité III pl. CCXXV, 27. An exceptional specimen. Reverse slightly double struck. Beautifully toned. Extremely fine. ISLANDS OFF CARIA. Rhodes. Ca. 125–88 BC. Gold stater (8.44 g). Radiate head of Helios facing, inclined slightly to right / P—O, rose with bud on right, grain stalk on left, above moneyer’s signature ANTAIOY, all in shallow incuse square. Jenkins, KME, p. 111 and pl. xxxiv, 203 (this coin). Cf. T. Hackens, “Trésor hellénistique trouvé à Delos,” BCH 89 (1965), p. 525, 5–6. Of the greatest rarity. A few scattered marks, otherwise good very fine. apollonia
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  38. Penso che ci sia qualcosa di vero c'è. Una moneta di 3-cent era, veramente, undecimal—e americani, per il momento l'argento 3-cent è stata introdotta nel 1851—ha avuto un'esperienza circa 5+ decenni manipolazione monete decimali nella vita di tutti i giorni. Due generazioni, e altro ancora…il tempo sufficiente per essere assuefazione! Ma credo che vale la pena ricordare che in alcune parti del paese i vecchi ispano-americane 8-reales e il suo discendente messicani--lungo con loro a volte minuscole frazioni-ha visto un sacco di circolazione. In quei luoghi un pezzo di 3-cent reso solido buon senso come un ponte tra i due sistemi coesistenti. Nel 1851, tuttavia, le autorità stavano cercando di rendere la moneta in circolazione negli Stati Uniti un affare strettamente americano, e uno dei motivi per l'introduzione del pezzo 3-cento non era l'idea di un ponte tra due sistemi conii, ma piuttosto come un autostrada off-rampa che potrebbe essere utilizzato per andare in pensione il molto numerosi e spesso molto usurati piccolo argento frazionaria ispano-americana e messicana allora circolanti negli Stati Uniti. Un altro buon motivo--e quello forse più spesso menzionato in connessione con l'argento a 3 cent pezzo del 1851--è stato il prezzo di un francobollo. E 'qualcosa che ho letto e riletto nel corso degli anni, senza pensarci troppo su di esso. Ma qui si tratta, il Washington 3-cento del disegno introdotto nel 1851, con lo scopo di dare attuazione alle nuove tariffe postali nazionali introdotte il 1 ° luglio 1851. Tre centesimi avrebbe inviato una lettera 1/2-ounce fino a 3.000 miglia. (I notare le perforazioni indicano questo è un emissioni del 1857-1861, le emissioni di 1851-1857 non avevano perforazioni e sono stati tagliati a pezzi con le forbici.) Questi sono i francobolli i pezzi d'argento a 3-cent effettivamente acquistato! Fino alla fine del 1861, comunque. Essi sono stati ritirati e "demonetizzato" per rendere inutili le quantità di U.S. francobolli sequestrati dalla Confederazione, all'inizio della guerra civile americana. Non ho mai preso sul serio, credo, l'idea che un pezzo 3-cento che corrispondeva al prezzo di un francobollo sarebbe molto più di una convenienza che sarebbe valsa la pena. Ma a pensarci ora ... 1 centesimo pezzi erano veramente grande in quei giorni. Tre di loro per un francobollo, o forse due di loro indietro nel cambiamento dopo gara di mezzo-dime (argento 5-cent moneta). Un pezzo 3-cent potrebbe davvero aver fatto un certo senso, dopo tutto. Fino all'introduzione della piccola cent nel 1857, comunque. Un nuovo tipo 3-cent francobollo (anche immaginando Washington) è stato introdotto nel 1861. Il pezzo d'argento a 3-cent era ancora utile, tecnicamente, ma come una questione pratica, con la scomparsa di denaro duramente durante la guerra, questi sarebbe stato speso meno e meno spesso negli uffici postali. La fine della guerra e il (1865) debutto del rame-nichel 3-cent pezzo potrebbe cambiare tutto questo. Anche in questo caso la moneta 3-cent sarebbe di maggiore utilità in un ufficio postale (e non solo, ovviamente). E sarebbe rimasto il caso fino al 1 ottobre 1883, quando il tasso lettera domestico scese a 2 centesimi, e il legame tra l'americano a 3-cent moneta e del paese più utilizzato francobollo era rotto. Più di 30 anni dopo, nel 1917, il tasso lettera domestico sarebbe tornato a 3 centesimi a seguito dell'emergenza guerra. Ma il pezzo 3-cent era andato lungo. La produzione della moneta d'argento in quantità circolazione non era mai stata ripresa dopo la guerra civile, e la produzione del rame-nichel 3-cent pezzo era ridotta, ad eccezione di una posizione definitiva nel 1881, e poi finalmente cessata definitivamente nel 1889. :) v. -------------------------------------------------------------- I think there is some truth there. A 3-cent coin was, truly, undecimal—and Americans, by the time the 3-cent silver was introduced in 1851—had some 5+ decades’ experience handling decimal coins in everyday life. Two generations, and more….time enough to be habit-forming! But I guess it’s worth remembering that in parts of the country the old Spanish-American 8-reales and its Mexican descendant—along with their sometimes tiny fractions—saw plenty of circulation. In those places a 3-cent piece made solid good sense as a bridge between the two coexisting systems. By 1851, however, the authorities were trying to make the coinage circulating in the U.S. a strictly American affair, and one reason for the introduction of the 3-cent piece was not the idea of a bridge between two coinages systems, but rather as a highway off-ramp that could be used to retire the very numerous and often very worn Spanish-American and Mexican small fractional silver then circulating in the United States. Another good reason—and the one perhaps most often mentioned in connection with the silver 3-cent piece of 1851—was the price of a postage stamp. It’s something I’ve read and reread over the years, without thinking too much about it. But here it is, the 3-cent Washington of the design introduced in 1851, for the purpose of giving effect to the new domestic letter rates introduced on 1 July 1851. Three cents would send a 1/2–ounce letter up to 3,000 miles. (I note the perforations indicate this is an issue of 1857-61; the issues of 1851-57 had no perforations and were cut apart with scissors.) These are the stamps the 3-cent silver pieces actually bought! Until the end of 1861, anyway. They were withdrawn and “demonetized” to render useless the quantities of U.S. postage stamps seized by the Confederacy at the beginning of the American Civil War. I never really took seriously, I guess, the idea that a 3-cent piece that matched the price of a postage stamp would be so much of a convenience that it would be worth the trouble. But thinking about it now…1-cent pieces were really big in those days. Three of them for a postage stamp, or perhaps two of them back in change after tendering a half-dime (silver 5-cent coin). A 3-cent piece might really have made some sense after all. Until the introduction of the small cent in 1857, anyway. A new type 3-cent postage stamp (also picturing Washington) was introduced in 1861. The silver 3-cent piece was still useful, technically, but as a practical matter, with the disappearance of hard money during the war, these would have been spent less and less often in post offices. The end of the war and the (1865) debut of the copper-nickel 3-cent piece would change all that. Again the 3-cent coin would be of increased usefulness in the post office (and elsewhere, of course). It would remain the case until 1 October 1883, when the domestic letter rate went down to 2 cents, and the link between the American 3-cent coin and the country’s most-used postage stamp was broken. More than 30 years later, in 1917, the domestic letter rate would return to 3-cents as a result of the war emergency. But the 3-cent piece was long gone. Production of the silver coin in circulation quantities had never been resumed after the Civil War, and production of the copper-nickel 3-cent piece had dwindled—except for one final stand in 1881—and then finally ceased permanently in 1889. :) v.
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  39. Sono amareggiato. Leggo che i miei "pilastri" stanno discutendo animatamente. Non so se faccio bene o se, come al solito, vado fuori tema ...ma mi piacerebbero discussioni più serene ...ormai ho una certa età e questa striscia mi sembra saggia... ...sorry
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  40. A prescindere dal fatto che sia Antonino Pio, se fosse legata all'eruzione del Vesuvio, sarebbe sotto metri e metri di cenere e terra e sicuramente non salterebbe fuori con la pioggia, visto che è stata rinvenuta in una zona ancora non scavata. Penso che l'ipotesi corretta sia la 2, ma con una precisazione: 2) I Romani andavano tranquillamente "sopra" Pompei dopo 50- 80 anni dall'eruzione, probabilmente era una zona coltivata; Aggiungerei qualcosa all'ipotesi 3: 3) Il giornalista non ci capisce niente di monete nè di storia
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  41. Posto il mio denaro, penso che sia il più comune, però mi incuriosisce una spece di unghia sotto al castello, è un difetto di conio ? Grazie
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  42. Tu li pagheresti? ....credo di no...e allora cosa te ne importa di quanto lo pagherebbe un altro?Cosa ti importa di quali motivazioni possono portare uno a pagarlo 400, 300 o anche 1000? magari si innamora, gli manca solo quello, è uno per cui 1000 euro sono come 100 per gli altri...ci sono un sacco di possibili ragioni.. pensiamo di più al valore che le diamo personalmente e meno a quello che pagherebbero gli ipotetici " altri"....sono affari loro e insindacabili... Se invece ti interessa una valutazione di massima, corrente, te la sei già fatta da solo usando, giustamente acsearch e gli altri motori di ricerca....
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  43. Dopo il 404 a. C. Nel 404 a. C., dopo la sconfitta degli Ateniesi, la popolazione di Egina fu reintegrata nella vecchie abitazioni e la coniazione di monete fu ripresa. Tutte le monete coniate dopo il 404 a. C. raffigurano al diritto la tartaruga di terra con la struttura delle placche del guscio ben disegnata al posto della tartaruga di mare. Questa è una delle emissioni relativamente più recenti (350-338 a. C.), con le lettere A I aggiunte ai lati della tartaruga di terra con il guscio ben segmentato. Nelle suddivisioni del grande quadrato incuso asimmetrico, i cui i tratti divisori sono di solito più sottili di quelli nelle monete più antiche, compaiono delle lettere e un delfino. Negli stateri del primo periodo (370-350 a. C.), le suddivisioni sono vuote. apollonia
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  44. Dear Orvieto I believe in the prior discussion it has not been provided you any means to express yourself and also to receive proper counselling. You are probably accustomed to british law where coin finding and even metaldetector is allowed by law, with the only condition that any coins found be repoerted to authorties for tracking, registering and eventually purchase from the founder (if the coin is missing form public collections). In Italy law is much more retrictive, albeit not fully defined and clear, but every "ancient" coins found by accident on public ground (and especially archeological site) must be not only reported to teh Authorities but also surrended to them. Right or wrong this is the law currently enforced in Italy, though there is still not a generally agreed definition of what "ancient", the most restrictive interpretation going as far as defining ancinet "any" coin more than 50 years old (which would mean that evn 50 liras - a coin roughly equivalent to a shilling - struck 50 years ago lost by its owner if found today should be immediately reported and surrendered to Authorities.. I believe more than the intrinsic value of the coin you found, an albulo struck by the Republic of Lucca shortly before 1400, by far the value lies in the information that can be derived by the find itself. That is is quite interesting to register the find of this coin in Orvieto testifying the circulation of such pieces for this age in that area. For your information Orvieto has never been a fully fledged mint although it has struck a denaro (Urbs Vetus) in the XIII century. My suggestion would be , if possible, that you publish a few lines about the find of this coin eventually being helped by a professional numismatist, before submitting it to the local Soprintendenza delle Belle Arti, the institution looking after Italy's cultural heritage which will be the best reference to provide you guidance with your find (they may even say you can keep the coin, who knows..) Below I reported the address of theior offices and the responsible whim eventually you can address. I know it's a bit worksome but it's the way it works in Italy. Hopefully one day things will improve. We are working, also at this Forum, in this direction. But remember more important is that you try to have recorded through the help of a professional numismatist the info regarding the find. Good luck and hope you can enjoy your visits to the charming city of Orvieto and our beautiful Country ! Soprintendenza Beni Archeologici e Ambientali dell'UMBRIA Responsabile: arch. Anna DI BENE Città: Perugia Indirizzo: Via Ulisse Rocchi 71. CAP: 06100. Provincia: PG Regione: Umbria Telefono: 075574111
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  45. Se non te l'ha ancora "sequestrata" e te la fa tenere in studio vuol dire che non gli piace!!!!!
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  46. Caro scacchi mi inviti a nozze! saluti
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  47. denari di lucca che passione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ma vogliamo unirci per identificarli?
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  48. Denaro della zecca di Lucca, TT unite come una H, usato da Enrico II di Sassonia fino a Enrico V di Franconia, tra il 1004 ed il 1125 Deve essere girata.
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