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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/22/13 in tutte le aree
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Il Circolo Numismatico Ligure Corrado Astengo si pregia di ospitare ed organizzare la seconda giornata della moneta grossa il 17 novembre 2013. Un doveroso grazie alla Società Ligure di Storia Patria ed alla Società Numismatica Italiana, nonché al nostro forum. Ma un ringraziamento particolare va al Comune di Genova, alla direzione dei Musei di Strada Nuova per aver reso possibile la gratuità della visita alle collezioni numismatiche del Comune esposte a Palazzo Tursi. A breve verrà reso disponibile, in formato pdf, il depliant dell'evento. PROGRAMMA 9:45 Saluti e presentazione della giornata 10:15 "I grossi di area tirrenica dalle origini alla fine del Duecento: nuove ipotesi su cronologie e seriazioni" Monica Baldassarri A seguire dibattito 12:20 Aperitivo medievale con Ypocras 13:00 Pranzo 14:30 Visita gratuita alle collezioni numismatiche dei Musei di Strada Nuova di Genova 15:45 Ritorno a Palazzo Ducale per incontro informale tra collezionisti e studiosi Nota Bene: per il pranzo e la visita alle collezioni numismatiche e' richiesta la prenotazione. Per informazioni [email protected]7 punti
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Evviva, complimenti agli organizzatori per la seconda giornata del grosso ! Ricordo ancora la prima avvenuta in Società Numismatica Italiana a Milano con relazioni e poi tutti in Biblioteca a vedere e far vedere i rispettivi grossi, fu un gran vedere e fu anche motivo per molti di poter vedere, commentare e avere spiegazioni su monete che dal vivo poi non è così facile vedere. Una occasione per molti di poter ammirare qualche pezzo importante, oggi non è cosa da poco, in quel caso ci pensarono i privati, i collezionisti e fu un grande evento che ancora oggi ricordiamo in molti. L'interesse su questa moneta è forte, ci sono molti appassionati, ricordo la incredibile discussione qui sul forum preparata prima della prima giornata del grosso, fu una gara anche quella, un fiore all'occhiello del " buon collezionismo ". Sicuramente sarò presente anche per il pranzo e cercheremo di parlarne anche in quel del Cordusio. Da parte mia porterò anche qualcosa sull'argomento, quel giorno a Milano mi ricordo avevo in tasca due pezzi di Genova, li feci vedere solo a uno di voi, non era ancora il momento giusto, ora lo è, ritornano in un certo qual senso da dove erano partiti da Astengo e uno di questi quel giorno si potrà finalmente vedere col cartellino scritto a mano con precisione con tutti i particolari dallo stesso Astengo. Quindi grosso di Genova - Astengo - importanza del pezzo per le sue caratteristiche per le quali mi aspetto un bel commento da Monbalda e da tutti voi. Sono contento comunque non solo per la parte scientifica che ritengo sarà rilevante, ma anche per l'aspetto di rivedere e vedere tanti appassionati di questa monetazione e di monete in genere, allora a Genova ! Mario3 punti
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Io mi sono un po’ portato avanti … in vista della II giornata del “grosso” … acquistando tre “grossi” e aspetterò il convegno per “datarli” correttamente; niente di eccezionale, soprattutto perché i prezzi erano convenienti e, mentre sugli esemplari veramente straordinari c’è stata una battaglia incredibile di rilanci su rilanci, su questi, evidentemente, i partecipanti hanno sorvolato. Sono: Il grosso di Merano, quello di Trento e il genovese di Boccanegra primo dogato dell’ultima asta Stacks. Poi, per risparmiare sulle spese postali, ho preso anche il testone di Ludovico il Moro con lo stemma sul retro e la Lira Tron …che erano in saldo (e poi chissàmmai che la prossima possa essere ..."la giornata del Testone"). Non ultimo, gradita sorpresa, nello scoprire che la dogana non mi ha fatto pagare i dazi ma solo l’IVA al 10%. Ecco qua i grossi di Merano e Trento. PS: Tutto ciò per rispondere a @@matteo95 che avevo maliziosamente incuriosito ...3 punti
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Nel piccolo museo annesso al Dipartimento delle monete, medaglie ed antichità della Bibliothèque Nationale de France, a Parigi, tra camei e lavori di oreficeria, questo simpatico oggettino (già appartenente a Luigi XV) non puo' non attirare l'attenzione. La patera (oltre un chilo e tracento grammi di oro massiccio) fu rinvenuta casualmente nel 1774 a Rennes, in Bretagna, nel corso di lavori urbani di sbancamento, assieme ad una catena d'oro, a quattro pendenti realizati con aurei di Postumo, ad una fibula ed a 94 aurei (da Nerone ad Aureliano). Altri 16 aurei (da Adriano a Geta) sono incastonati nella patera stessa. Cio' ha permesso di ipotizzare una datazione piuttosto "stretta" del manufatto, che deve essere stato prodotto tra il 208 dC (data di emissione del pezzo di Geta) ed il 211 (data dell'assassinio dello stesso imperatore e della conseguente damnatio memoriae). Una serie di articoli disponibili in rete danno informazioni sul ritrovamento e sui materiali associati: Lefèvre Georges. Le Trésor du Chapitre et la patère d'or de Rennes. In: Annales de Bretagne. Tome 67, numéro 1, 1960. pp. 93-102. http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/abpo_0003-391x_1960_num_67_1_2102 sull'interpretazione del reperto: Foucher Louis. La patère de Rennes. In: Annales de Bretagne et des pays de l'Ouest. Tome 86, numéro 4, 1979. pp. 511-523. http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/abpo_0399-0826_1979_num_86_4_2998 Caliò Luigi. La patera di Rennes. Uno studio iconologico. In: Oggetti-simbolo: produzione, uso e significato nel mondo antico. Bologna 2011. pp. 129-150. http://www.academia.edu/916323/La_patera_di_Rennes._Uno_studio_iconologico ed infine sulla sua analisi da un punto di vista numismatico: Morelli Anna Lina. La patera di Rennes: analisi numismatica. In: Oggetti-simbolo: produzione, uso e significato nel mondo antico. Bologna 2011. pp. 105-128. http://www.academia.edu/2875954/La_patera_di_Rennes_analisi_numismatica Particolarmente interessante in quest'ultimo articolo l'aspetto relativo all'ordinamento delle monete incastonate, tutt'altro che casuale e "preordinato". Al di là dell'aspetto "spettacolare" del reperto, cio' che trovo particolarmente intrigante e spunto di riflessioni é l'utilizzo non monetario di monete contemporanee. Stante la qualità del lavoro non credo siano state incastonate al solo scopo di includervi i ritratti: una volta fatto il medaglione centrale credo che per l'artigiano riprodurre i ritratti copiandoli dalle monete sarebbe stato un gioco da ragazzi. Ed invece ha incastonato le monete, seguendo un ordine preciso... Di seguito un paio di particolari (mi scuso per la qualità delle foto, fatte attraverso la vetrina)2 punti
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Ciao a tutti, La Moneta è Falsa senza dubbio. Oltre a tutti i particolari già evidenziati dagli utenti che mi han preceduto, consiglio di porre particolare attenzione anche alla lettera 'O' di 'UMBERTO' in leggenda sul D/.... Uno dei diversi, soliti, indicatori di 'non-genuinità', in 'linea di massima', su questa tipologia monetale. Spesso negli esemplari non autentici si riscontra quella lettera O 'aperta' / 'mal-chiusa' (lasciatemi passare il termine, giusto per render meglio l'idea) simile ad una lettera U capovolta.2 punti
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@@maxxi ma professionalità di cosa!!! non è mica un numismatico professionista!!! stiam parlando di un venditore da bancarella che fa i prezzi come gli gira la sera. probabilmente sulla bancarella ha un po di tutto (normalmente ai mercatini è cosi) e dovrebbe sapere vita morte e miracoli di tutto? chissà perchè però non si fa mai il discorso inverso vero? cioè se vedi una moneta in ciotola che vale 50 euro e il venditore ti chiede 1.....qua tutti bravi a dire che si è fatto l'affare...secondo il vostro ragionamento io dovrei dire al venditore che vale 50 euro e pagare la moneta 50 sennò son un truffatore.... suvvia un po di obiettività....ai mercatini è così! si fanno affari e si prende qualche fregatura ma parlare di disonestà mi pare eccessivo.2 punti
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La prima e la terza sono sesini di Modena per Francesco I d'Este; CNI 479-522, MIR 804-805 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFRI/4 la seconda è un sesino di Bozzolo per Scipione Gonzaga; CNI 188-193, MIR 92 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SCG2/31 ciao Mario2 punti
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buongiorno é una moneta siciliana della città di KENTORIPE C.N.S. Vol. III pag. 175 n. 7 D/ Busto di Demetra R/ Aratro su cui posa un uccello, sopra Kento, sotto Ripinon se ti sevono altro dati chiedi ciao Pietro2 punti
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Mi auguravo, sinceramente, di non dover tornare ad intervenire in questa discussione dove piu' che proposte e idee di collaborazione pare di assistere ad una litania di lamentele, occasioni perdute e recriminazioni. Sinceramente consiglierei quantomeno un po' di prudenza prima di formulare giudizi severi e reprimende all'indirizzo Pubblico visto che non sappiamo oggi quando i responsabili del Bollettino decidano di fare specifica menzione della SNI e allora che figura barbina ci faremmo dopo esserci esposti cosi vistosamente ... ? Leggo tra l'altro in un post precedente che la D.ssa Balbi de Caro , direttore del Bollettino, farebbe parte del Consiglio Direttivo SNI, la cosa mi sorprende perché facendo parte di tale consesso non mi è mai capitato di vederla alle nostre riunioni o di sedermici accanto. Non che ci sarebbe nulla di male, ma visto che i nostri commenti appaiono su uno spazio pubblico e sono visibili a tutti consiglierei prima di diffondere notizie di verificarle per evitare di esprimere cose, non vere, che oltretutto citandote a sostegno di proprie argomentazioni, ne falsano (non risultando vere) la logica del ragionamento che si intendeva fare. § L'amico Bizerba invece, e lo dico come pura considerazione logica, dovrebbe decidere da che parte stare. La sua posizione oggi appare un po' ambigua. Perdonami Bizerba ma è soprattutto al fine di Se il Documento Programmatico, da lui coordinato e proposto, aveva l'obiettivo proprio di far nascere un dialogo con le Istituzioni, ora stride questo atteggiamento di continua ironia, quando non vero e proprio sarcasmo verso la parte Pubblica. La denuncia di omissioni, ritardi, disservizi è un compito lodevolissimo perche attrae l'attenzione su quanto non funziona e stimola a migliorare e fare meglio. Questo ruolo, nel quale ultimamente riconosco Bizerba, è pero' piu' vicino a quello di un Valerio Staffelli o delle Iene che non a chi aspirerebbe a instaurare un dialogo con le istituzioni pubbliche per discutere delle tematiche che ci stanno a cuore. Attenzione, non sto sminuendo affatto tale ruolo di "critica" e di "richiamo" svolto per denunciare eventuali disservizi, anzi trovo quelli di Striscia efficacissimi per denunciare disservizi ai quali viene quasi subito posto rimedio per evitare di essere esposti ulteriormente al pubblico ludibrio. Ma allora che gli autori stessi ne prendano atto e lo riconoscano come tale. E' una questione soprattutto di coerenza che probabilmente verrebbe apprezzata da chi ci segue in queste discussioni. :) § Infine, non per spezzare una lancia in favore del Pubblico, ma soprattutto per onestà intellettuale ricordo che fino a 1 anno fa su questo Forum si iniziava una discussione al mese sull'enorme mancanza di non avere ancora iniziato, a distanza di 60 anni, il catalogo della collezione Reale (e anche di altre che tuttora attendiamo). Ebbene nel giro di 1 anno il progetto è stato finalmente portato in fase operativa, sono stati pubblicati 8 bollettini instaurando delle eccellenti collaborazioni tra studiosi che prestano GRATUITAMENTE la loro opera, perche ci credono e le Istituzioni Pubbliche museali che ne hanno bisogno. Questi sono risultati non chiacchiere. E via mostriamo di essere anche un minimo magnanimi invece di andare subito a vedere tutto quanto resta ancora da fare, fermiamoci a vedere che comunque qualcosa è stato fatto rispetto al NULLA che vi era prima. A volte penso che invece di avere a cuore la valorizzazione del nostro patrimonio, o il progresso della conoscenza numismatica la cosa che preme di piu' è individuare il pelo nell'uovo o soddisfarsi additando febbrilmente l'imperfezione, perdendo cosi di vista la portata di quanto si viene facendo. Non varrebbe la pena invece pensare "prima" a ringraziare queste persone che hanno dato gratuitamente il loro tempo e la loro scienza che ha permesso di realizzare quanto l'istituto pubblico avrebbe messo chissà quanto tempo ancora per fare ? Io le cose preferisco vederle cosi ...2 punti
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.ringrazio per la segnalazione un utente di facebook :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl:1 punto
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Buonasera questa e di buona conservazione.....;qualqu'uno po aiutarmi..?.... :clapping:1 punto
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Bravo Stefano... quoto il complimento di Nikko perchè detto da lui... è un signor complimento! Sei sulla buona strada ;)1 punto
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Medaglia del Carnevale di Modena più recente della precedente D/ Logo della Società del Sandrone R/ SOCIETA' / DEL SANDRONE / MODENA / CARNEVALE 1958 Argento 800 dorato: 10,65 g ; 28 mm. Marcata sul rovescio 800 e, in losanga esagonale, 135 MI. apollonia1 punto
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chissà percheé le osservazioni di Alberto, Luciano etc. mi paiono pacate e normali, queste invece discretamente irritate.. sarà forse una mia personale sensazione o forse degli utenti che mi hanno scritto in proposito.. Tra 20 anni, o anche meno, sperando di esserci ancora tutti qui, leggeremo ancora le belle note fatte da chi ha collaborato al progetto della catalogazione della collezione Reale e magari si potrà leggere da qualche parte un rigo di menzione alla collaborazione SNI per la zecca di Milano. Le polemiche invece saranno dimenticate. Resterà il lavoro che parlerà da sé, senza bisogno di fronzoli e presentazioni. Credo che la NIA abbia bisogno delle tue energie caro Bizerba, meglio rivolgere li il tuo attivismo dove c'è tanto da fare per costruire qualcosa di valido. Le energie sono preziose meglio concentrarle che disperderle.1 punto
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salve a tutti riprendo questa interessantissima discussione segnalando un bellissimo esemplare presente alla prossima asta Spink in particolare il tipo corrisponde al mir259 http://www.sixbid.com/browse.html?auction=923&category=19245&lot=8855441 punto
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grazie a giovanna, sandokan e altri che mi hanno risposto ! Corbiniano hai sicuramente ragione potrebbe essere un calco, ma che materiale potrebbe essere ? posto anche il terzo alto 50mm con una base di 40mm ed un peso di 16,88 grammi :1 punto
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Grazie della condivisione, gentile amico. Il sigillo è effettivamente interessante, peccato che sia piuttosto rovinato e che la legenda non è decifrabile. Non credo proprio che possa essere di legno: casomai, potrebbe sembrare un calco ---> ma solo vedendolo di persona è possibile dirlo con minore approssimazione. Speriamo che negli altri due oggetti ci sia uno stemma, o comunque qualcosa di araldico (che nel sigillo purtroppo non c'era). :good:1 punto
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@@Luca Pantano Bellissima l'insegna da Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, che veniva concesso durante la monarchia, nel suo involucro originale. Ma è anche una decorazione comune, come puoi vedere nei listini e cataloghi. Saluti.1 punto
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confermo e` una moneta che si trova che e` stata emessa per il giubileo anche in anni successivi di alcune di queste monete ci son le varianti con porte chiuse e quelle con porte aperte1 punto
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riporto in chiaro per tutti il 20 euro oro dedicato a Giulio II Valore facciale: 20 euro Qualità: Proof fondo specchio Metallo: Oro 917/1000 Diametro: 21 mm Peso: 6 grammi Tiratura: 2.400 pezzi Zecca: IPZS (Italia) Prezzo emissione: 330,00 euro Data di Emissione: 15 Ottobre 2013. http://collezionieuro.altervista.org/blog/vaticano-10-euro-commemorativo-oro-dedicato-i-papi-del-rinascimento-giulio-ii-2013/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook1 punto
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Come detto da te in precedenza si lascia passare l'odore della frittata e cose sempre spesso accde in Italia dopo l'iniziale clamore, tutto va nel dimenticatoio, chi ha scritto quella famosa nota "56" non dara risposte e senza notizie più precise non si puo che aspettare, fino a che tutto si dimentichera. Comunque sia rimarra sempre l'articolo su Il giornale della numismatica, che ha di sicuro un evidenza importante e rimarra sempre scritto sulla carta questo clamoroso caso, ad insegnamento che sia la Numismatica che l'amministrazione pubblica non smettono mai di stupire. :o :o1 punto
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i rilievi son molto belli e ben presenti, ma chi l'ha spazzolata meriterebbe una martellata sulle mani :bash:1 punto
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Per le monete gli stati germanici utilizzavano valori molto strani. Nella maggior parte dei casi servivavo per equiparare una data pezzatura ad un'altra misura. Così il 1/24 e mezzo di Marco equivaleva ad 1 Gulden, va da se che per fare il mezzo Gulden doveva esserci pure il 1/49 di marco (esiste realmente). Se si doveva fare pure il Tallero si coniava una moneta da 1 3/4 di Gulden (giusto perchè con 3 1/2 gulden si formavano 2 talleri) :mega_shok: In questo caso da te postato noto che avevano anche un bel pezzo tondo da 100, ma era il periodo che l'uso della terza e sesta parte di una unità era ancora molto sentita e largamente utilizzata. A tutto ciò poi si aggiungeva pure l'uso della quarta, quinta, ottava, nona e dodicesima parte, la frammentarietà era più che altro dovuta a questa consuetudine. Prendi il 12.800 Reis per il portogallo per esempio (c'e' pure la corrispondente moneta in oro), proviene da un innocuo 40 molto usato in Brasile, che x 2 da luogo ad un 80-160-320-640-1280 (successivamente x 10) :crazy:1 punto
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@@dizzeta bellissimi complimenti :good: :good: il grosso di merano è in ottima conservazione ......l'altro forse un pelino meno ma sinceramente lo preferisco complimenti veramente belli ...... Tornando alla giornata del grosso confermo la mia presenza anche per il pranzo e la visita ......... mi fa molto piacere che ci sarà pure @@magdi1 punto
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In effetti bisogna distinguere fra gli accademici inglesi e qualli italiani. I primi sono, come già evidenziato, molto più informali e abituati a rapporti diretti con gli studenti e anche con i semplici cultori privati. Naturalmente non bisogna generalizzare e anche da noi esistono eccezioni. Tanto per fare un nome c'è la prof.ssa Travaini, che è veramente gentile e disponibile. C'è anche però il fatto che questa docente ha passato molti anni della sua carriera in Inghilterra e ha pure un marito inglese e quindi ha bene assimilato la tipica informalità inglese. Però bisogna anche evidenziare che il lato informale e direi pure simpatico molto spesso stride con la tipica supponenza degli accademici inglesi. E' questa la ragione principale dell'evidente antipatia che molti accademici italiani, come traspare ad esempio il prof. Coarelli nella sua ultima opera, nutre nei confronti del prof. Crawford. Sicuramente lui è molto convinto delle sue idee e forse tende a riportare i vari dati entro la cornice della sua teoria. In ogni caso, come giustamente evidenziato da Vincenzo, ha avuto il grandissimo merito di avere fornito un dettagliato catalogo generale della monetazione romana repubblicana e anche numerosi dati specie da vari ripostigli. E' piuttosto opinabile l'idea di Vincenzo che Crawford non avrebbe avuto la possibilità di editare la sua opera se fosse uscito fuori dalla sua cerchia di Cambridge. Non possiamo saperlo e probabilmente avrebbe pubblicato lo stesso in quanto il suo studio era in ogni caso un utile punto di partenza (piuttosto che di arrivo) per ulteriori approfondimenti e rettifiche. E' interessante osservare che per alcuni anni dopo l'apparizione dell'opera di Crawford ci fu una forte stasi nella pubblicazione di ulteriori studi sull'argomento, come se l'intero mondo accademico fosse "paralizzato" di fronte alla mole dell'opera. Solo successivamente e per opera soprattutto del professore belga Patrick Marchetti, ci furono dei ripensamenti e rettifiche. Resta però il fatto che le rettifiche del Marchetti, per quanto importanti e con maggiore conforto di dati storici e archeologici, non si discosta poi tanto significativamente dalla teoria del Crawford. Resta fondamentalmente una "Middle theory", con lieve anticipazione della data dell'introduzione del denario romano. Piuttosto veniva praticamente distrutta la teoria ribassista del Mattingly e questo fu il risultato più importante della ricerca di Crawford, sulla scia del danese Thomsen. Ormai sono passati 40 anni e ovviamente l'opera di Crawford sta mostrando le sue rughe e i tempi sono ormai maturi per una sua revisione, con maggiori dettagli, riguardanti soprattutto le monete di bronzo (che il Crawford ha classificato troppo schematicamente) e anche una più stringente successione cronologica. Eppure la forte critica del Coarelli, seppure con alcune interessanti e anche condivisibili osservazioni, come l'analisi del famoso testo di Plinio, mi lascia piuttosto perplesso. Noto anche lì diverse lacune, soprattutto per quanto riguarda le emissioni cosiddette romano-campane con ROMA e le serie fuse (mentre molto interessanti sono le annotazioni sulle precedenti emissioni romano-campane con ROMANO). Poi mi sembra una grande forzatura porre la nascita del quadrigato al 269 a.C. o almeo fin dall'inizio della prima guerra punica. Ho difficoltà a sistemare meglio le romano-campane con ROMA, le cui emissioni verrebbero eccessivamente compresse nel tempo, come anche le varie serie fuse.... In ogni caso ripeto che i tempi sono maturi per i necessari ripensamenti, con nuovi e maggiori dettagli. Non per nulla ora esiste un grande fermento di nuovi studi. Il mio unico timore è che questi studi siano troppo settoriali e manchi un nuovo Crawford che abbia il coraggio (quello sì l'ha avuto) di operare una grande sintesi, offrendo appunto un nuovo catalogo generale più soddisfacente.1 punto
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Tralasciando il discorso caratteriale, che è puramente soggettivo, bisognerebbe analizzare le opere per quello che sono. Nel RRC vi sono da distinguere due aspetti. 1)Opera di classificazione ed elencazione tipologica; 2)Ricostruzione cronologica successiva alla classificazione al punto 1. Sulla prima niente da dire, tanto di cappello. E' stato il primo. Sulla seconda c'è molto da dire e positivamente veramente poco. L'illusione(termine quanto mai opportuno) crawfordiana si è basata quasi esclusivamente su dati ex silentio, tacciando o omettendo elementi contradditori e giostrando ben bene sulle cronologie relative, ma mai assolute. Un grande esercizio intellettivo, fuor di dubbio, ma di scienza pauca. Peraltro, più volte il Profeta è tornato sui suoi passi, contraddicendo se stesso(esempio emissioni romano-campane)e, a parte qualche fideistico sostenitore, più realista del re, di seguaci ne sono rimasti pochi. E per farsene un'idea è sufficiente leggere i programmi di numismatica nelle università. I sostenitori della Middle Chronology seguono tutti, ormai e opportunamente, il Marchetti.(scuola messinese, ad esempio) I sostenitori della teoria tradizionale seguono tutti Stazio-Catalli-Belloni.(scuola campana, ad esempio) Per rimanere in tema storicistico, l'RRC è stato adiuvato dal momento contingente alla pubblicazione. Se Crawford avesse inviato la sua opera al famoso editore di Lipsia(al tempo in cui gli editori verificavano, chiamando esperti da tutto il mondo, la bontà delle opere che gli autori inviavano), probabilmente NON sarebbe stata mai pubblicata, perchè priva dei requisiti ricostruttivi-dimostrativi-scientifici delle opere della seconda metà del XIX secolo(vedere Mommsen appunto!). Per rispondere a Maroz06. Se il tuo compito è far riferimento a delle immagini, va benissimo utilizzare l'RRC, anche online.(anche se per una tesi....). Se è, invece, fare un discorso anche su cronologie e ipotesi storiche, ci vuol ben altro. E essendo il ben altro, anche attuale, puoi intuire che difficilmente troverai queste opere su internet, essendo tutelate ancora da diritto d'autore.1 punto
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Io ci saró senza dubbio!!! Confermo giá la mia presenza a pranzo e la visita alle collezioni (magari mando anche una mail all'indirizzo che hai scritto sopra per ufficializzare la cosa ;) Complimenti per la bella iniziativa! :)1 punto
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Maria D'Aragona( 2 luglio 1363 a Catania-25 maggio 1401 Lentini)giunse sul trono ,anche lei,in giovane età.Successe al padre Federico IV nel 1377.Suo nonno,però,non volle accettare una successione in linea femminile e,pertanto,la mise sotto la tutela del conte Artale d'Alagona.La giovane regina sarebbe finita in sposa a Gian Galeazzo Visconti se non fosse stato che Guglielmo Raimondo Moncada,nel 1380,l'avesse condotta in Sardegna e ,tramite Re Pietro IV D'Aragona,l'avesse fatta sposare a Martino figlio di Martino V duca di Montblanch e nipote del Re.Nel 1398 i due sposi furono solennemente incoronati a Palermo. Nel testamento Federico IV aveva lasciato a Maria il Regno di Sicilia,il Ducato di Atene e Neopatria,mentre,al figlio maschio,Guglielmo le isole di Malta e Gozo. Artale d'alagona aveva diviso il vicariato con Manfredi Chiaramonte ,conte di Modica,Guglielmo Peralta conte di Caltabellotta,e con Francesco Ventimiglia conte di Collesano Vi è da dire che nel gennaio del 1379 Guglielmo Raimondo Moncada, conte di Agusta, escluso dal vicariato, rapì Maria per utilizzarla come pedina di scambio e la portò ad Augusta, a luglio la trasferì via mare nel castello vecchio di Licata.L’accordo matrimoniale fra Martino e Maria fu firmato il 24 luglio 1380 da Pietro IV, il duca Martino V, Guglielmo Raimondo Moncada ed Enrico Rosso conte di Aidone.Il castello di Licata non era più sicuro per proteggere la Regina per via dell’arrivo delle truppe dei vicari;così Maria fu trasferita ad Augusta. Qui il 5 giugno 1381 Moncada consegnò Maria ai legati di Pietro IV, che dovevano condurla in Aragona. Artale Alagona tentò di conquistare il castello di Augusta, attaccandolo per mare e per terra e impedendo il rifornimento di viveri, per ridurre alla fame gli assediati. Nell’estate del 1382 Filippo Dalmao, visconte di Rocabertí, giunto in Sicilia con una flotta, riuscì finalmente a liberare Maria ed a trasferirla in Sardegna, nel castello di Cagliari, dove rimase sotto la stretta sorveglianza del governatore Joan de Montbuy. Nell’ottobre 1382 il duca Martino ordinò di allontanare da Cagliari la nutrice della Regina Maria, Giacomina, e le figlie di questa, come persone pericolose, mentre rimasero al suo fianco Giovanna Moncada e la contessa Allegranza Abbate, matrigna di Guglielmo Raimondo Moncada. Durante il soggiorno a Cagliari di Maria il duca Martino la faceva vivere in isolamento e ristrettezze economiche. Frattanto Pietro IV e il duca Martino trattavano col papa Urbano VI e anche con l’antipapa Clemente VII l’investitura del Regno di Sicilia. Nel 1385 giunsero in Sicilia gli ambasciatori aragonesi, per comunicare che Maria avrebbe sposato Martino il Giovane e per sondare l’atteggiamento dei vicari in caso di sbarco del duca di Montblanc e di suo figlio. Nel 1387, dopo la morte di Pietro IV e l’ascesa al trono del primogenito Giovanni detto il Cacciatore,avvenne che il Regno di Aragona aderì al Papato di obbedienza avignonese e, di conseguenza, Urbano VI si alleò con i quattro vicari del Regno di Sicilia. Ottenuta da Clemente VII la dispensa matrimoniale, necessaria perché gli sposi erano consanguinei, nel 1391 fu finalmente celebrato il matrimonio tra Maria e Martino. In teoria Maria aveva a disposizione un donativo di 1000 fiorini annui, poi quadruplicato;ma in pratica non ricevette mai tale somma di denaro e visse sempre in grandi difficoltà finanziarie. I vicari Andrea Chiaramonte, Manfredi Alagona, Antonio Ventimiglia e Guglielmo Peralta,nel luglio del 1391, incontratisi a Castronuovo, decisero di accogliere Maria come loro regina e di respingere il duca di Montblanc e suo figlio,sposo della Regina. Bonifacio IX, divenuto papa dopo la morte di Urbano VI, inviò in Sicilia il nunzio apostolico Nicolò Sommariva, che affidò ai quattro vicari il governo dell’isola, a nome del papa romano e di Maria, disconoscendo i diritti di Martino il Giovane e spingendo il padre di questo a organizzare una spedizione armata per impadronirsi della Sicilia. Lasciata Barcellona ,dove avevano celebrato le nozze, gli sposi con la flotta aragonese e Martino V si diressero alla volta della Sicilia. Il 22 marzo 1392 Maria il suo sposo e il duca Martino sbarcarono nell’isola di Favignana.Il 1° giugno occuparono Palermo ed il ribelle Andrea Chiaramonte fu decapitato davanti allo Steri(sontuosa dimora familiare).Il duca Martino e il figlio proseguirono la loro campagna militare. Riconquistarono Catania, che si era ribellata per opera di Artale Alagona, figlio di Manfredi, e del vescovo Simone Del Pozzo e Maria si stabilì nel castello Ursino. Catania, nel marzo del 1394 fu occupata nuovamente dai ribelli,ma ad agosto, dopo cinque mesi di assedio, i due Martini riuscirono a riconquistare la città etnea e furono accolti da Maria nel castello Ursino. Dopo una malattia dovuta al mal nutrimento ed alla depressione in cui l'aveva indotta il suocero,il 17 novembre 1398, dopo un parto lungo e laborioso, Maria partorì il suo unico figlio che fu battezzato con il nome di Pietro, in onore del sovrano aragonese di Sardegna. L’8 novembre del 1400 il piccolo Pietro morì, ucciso da un colpo di lancia in testa durante una giostra. Dato che a Catania si era diffusa la peste, si stabilì che la Regina lasciasse la città, ma il provvedimento non valse ad evitarle il contagio; giunta a Lentini, vi morì il 25 maggio 1401, senza ricevere né una visita né una lettera da parte del marito, più interessato al destino dei beni materiali della moglie che alle sue sofferenze. Quando la notizia giunse in Aragona, Martino il Vecchio organizzò in suo onore solenni onoranze funebri nelle corti, cattedrali e città del Regno, per ufficializzarne la morte. Maria fu sepolta nella cattedrale di Catania, dove erano stati tumulati la madre Costanza e il figlio Pietro. Con la regina Maria non si coniarono monete auree "Tutte le monete di Maria sono più o meno rare,alcune rarissime,come il Pierreale ed il quarto di Pierreale con il suo delizioso ritratto frontale,prototipo di rappresentazione artistica rinascimentale"da Maugeri Tuttavia anche i mezzi Pierreali sono rarissimi ed i Denari,oltre che molto belli, sono non comuni. Con il regno di Maria furono attive le Zecche di Catania e Messina,ma ,sembra,che ,in modo non ufficiale,anche la Zecca di Palermo coniò monete in questo periodo. --Salutoni -odjob1 punto
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Per il punto uno non si riscontrano problemi. Per il punto due proviamo.1 punto
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:clapping: Bene, bene, bene! Grazie anche agli ideatori, ai proponenti e a chi si è dato da fare per la realizzazione ...come al solito impeccabilmente. Mi aspetto grande partecipazione e ...qualche sorpresa! :rolleyes: Very very good! Mi prenoto anche per il pranzo così da tener compagnia agli amici lamonetiani che interverranno! PS: ricordatevi che ho promesso di "finanziare" le spese di viaggio di un giovane che volesse intervenire ...basta che mi contatti per MP1 punto
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GRIECHISCHE MüNZEN SIZILIEN KENTORIPE No.: 109 Schätzpreis/Estimate: EUR 50 Hexas, nach 241. Drap. Büste der Kore-Persephone n. r., dahinter ähre. Rv. KENTO-RIPINWN Pflug, auf der Pflugschar Vogel n. r., im Felde l. zwei Wertkugeln. 2,71 g. SNG ANS 1325. Calciati III, 175, 7. SNG Cop. 217. Selten. Dunkle, olivbraune Patina. Schrötlingsfehler auf Av.1 punto
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è una moneta siculo punica D/ testa di Cora coronata di Canne R/cavallo stante a dx. dietro palma dattifera C.N.S. Vol. III pag 338---correggo pag. 388. se ti serve altro chiedi ciao Pietro1 punto
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Mi sembra di capire che anche Kuenker é tra noi, fatto, se vero, molto positivo. Pero' la definizione di "quasi perfetta" per la moneta proposta mi sembra eccessiva.1 punto
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Saro' presente con il mio tavolo..accanto a me il dott. Montenegro Vi aspettiamo numerosi. Massimo1 punto
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pur nella mia ignoranza, non sono del tutto d' accordo circa quest' immagine di Nerone.. ad ogni modo, se mi posso permettere, perchè non inizi con il leggere qualche bel testo di numismatica (di base e non) prima di buttarti a capofitto nell' acquisto (alla cieca) di una moneta?1 punto
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Una prima lista: In rosso i valori classici (non c'e' bisogno di postarli) In nero quelli "strani" postati. 1 2 3 (Cuba post #5) 4 (Canada post #3) 5 10 12 1/2 (Stati Uniti in genere post #13) 15 (Burma post #6) 20 30 (India portoghese post #2) 35 (Burma post #6) 40 (Russia post #14) 45 (Burma post #7) 50 60 (India portoghese post #2) 75 (Burma post #7) 90 (Burma post #9) 100 200 250 (Georgia post #12) 300 (India portoghese post #4) 500 600 (India portoghese post #4) 1.000 2.000 5.000 10.000 25.000 (Suriname post #8) 30.000 (Georgia post #12) 50.000 100.000 500.000 1.000.0001 punto
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per stasera mi arrendo http://www.lamoneta.it/topic/50962-denari-di-lucca/?p=1005944 post 1956; pag.1311 punto
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Dovrei replicare nel merito a praticamente tutto quello che hai scritto, perché temo che molti aspetti del problema non ti siano affatto chiari. Ma ti confesso che non ho né il tempo né la voglia, anche perché ti assicuro che sarebbe forse la ventesima volta che scrivo le stesse cose (è vero che almeno 15 volte le ho scritte a rick2 :rolleyes: ) Perciò ti chiedo una cortesia: leggi almeno la discussione completa "Definizione di moneta archeologica" http://www.lamoneta.it/topic/84525-definizione-di-moneta-archeologica/?hl=%2Bmoneta+%2Barcheologica poi ne riparliamo. Su una cosa però dovremmo essere chiari: il valore storico di una moneta viene prima del suo valore collezionistico. Qualunque moneta, anche la più comune (qualunque manufatto, in generale) se proviene da un contesto archeologico può avere un valore storico rilevante. Spero che almeno su questo principio ci sia consenso.1 punto
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Il pavone rappresentato nell'atto di far la ruota è simbolo di vanità o di ricchezza, ma con la coda chiusa e abbassata indica invece l'umiltà. apollonia1 punto
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Caro Bizerba la collaborazione SNI-MNR è stata sancita da un incarico menzionante la suddetta collaborazione, con tanto di lettere ministeriali protocollate (che non posso riprodurre ma di cui posso dare gli estremi : n. 40.000 del 29.11.2012 e n. 11087 del 25.03.2013 ; non si pensi che questa sia solo inutile burocrazia: il Medagliere ci ha affidato delle foto che non erano/sono mai state pubblicate prima e quindi deve cautelarsi, per legge, responsabilizzando coloro cui le trasferisce per lo studio e il catalogo) firmate dal Direttore del Museo Nazionale Romano D. ssa Rita Paris e dal resp. del Medagliere D.ssa Gabriella Angeli Bufalini, dal sottoscritto che ha rappresentato la SNI e proposto la collaborazione e dai collaboratori cui è stato affidato il materiale (foto/dati/informazioni dei cartellini) da catalogare. Quindi non solo la collaborazione esiste ma è anche documentata con tutti i crismi. Questo per la parte evidentemente piu' burocratica. La collaborazione innanzitutto rientra in un programma piu' vasto di collaborazioni e progetti inerenti la Collezione Reale (ricordiamo che la collaborazione SNI vale per la zecca di Milano, importantissima ovviamente ma comunque una tra le numerosissime che compongono la collezione, che il Ministero ha deciso di affidare agli esperti proposti dalla SNI anche per la particolare rilevanza che lega la zecca alla storia della Società - ricordiamo ancora una volta fondata dai fratelli milanese Gnecchi a Milano e di cui il Re VE III fu presidente onorario). In questo si puo’ leggere la mancanza , per ora, di una menzione specifica nel Bollettino che viene uniformato per tutti i numeri emessi e gli altri ancora , numerosissimi, che lo saranno. Diverso ovviamente il caso del Museo di Firenze ove il progetto ha un’organizzazione piu’ unitaria e la mole del materiale è minore. § Passiamo ad esaminare il punto di vista della comunicazione. Innanzitutto, come ci ha giustamente ricordato Luciano, l’Assemblea della SNI lo scorso 31 marzo ha rappresentato un evento importante percheé proprio la Bufalini è intervenuta di persona (credo sia la prima volta , almeno da un bel po’ di tempo a questa parte, che un direttore di un medagliere primario partecipi ad un ‘assemblea SNI) con il precipuo scopo di presentare il progetto introdotto dal sottoscritto e commenato anche dal Prof. Saccocci. A meno di non essere state tutti vittime di un’allucinazione collettiva direi che i numerosi partecipanti all’assemblea hanno potuto assistere all’ufficializzazione della collaborazione .. e quale migliore sede che la sala Weiss-Weil della Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco ove la riunione si svolgeva . Non c’era la televisione, in compenso la stampa si ! Ringrazio i direttori responsabili Ganganelli, Bellesia e Morello per avere riportato la notizia della collaborazione dando ampio spazio anche alla storia della Società e all’importanza di pervenire, dopo 60 anni alla pubblicazione della Collezione Reale Poche settimane dopo le principali testate numismatiche hanno ripreso con i loro articoli l’evento: Panorama Numismatico – Maggio 2013 (pag. 58) Il giornale della Numismatica – Maggio 2013 Monete Antiche – Giugno 2013 Inoltre il sito della Società stessa ha riportato sulla home page notizia del progetto fornendo anche qui diversi dettagli e a pubblicazione avvenuta altri dettagli su quanto fatto sono stati pubblicati. Qui sul Forum ne è stata data notizia in diverse discussioni e sia io che Saccocci siamo intervenuti a commentare, cosi come hanno fatto diversi curatori tra cui il bravo e attento Dabbene. Diciamo che la collaborazione è stata ampiamente commentata, riportata dalla stampa specialistica, nei resoconti SNI che sono a disposizione dei Soci e naturalmente anche qui sul Forum. Un collezionista/appassionato attento a questi temi, tanto piu' se socio SNI difficilmente non poteva non essere informato del progetto. Si è comunque scelto un tipo di messaggio sobrio, scevro da accenti trionfalistici perche si è voluto principalmente dare risalto alla sostanza del lavoro e non alla celebrazione della notizia di sé di quanto si stava facendo. L’importante era venire a sbloccare una situazione nella quale la Collezione si trovava e che abbiamo lamentato per anni proprio qui sul Forum, questa era la parte premiante, i tappeti rossi per autocelebrarsi li lasciamo ad altri. § Infine vorrei spezzare una lancia a favore del Pubblico spesso incompreso o criticato per mancanza di iniziativa o per l’incapacità a dialogare con il Privato. In questo progetto ho riscontrato una grande attenzione alle proposte che abbiamo fatto e una grande professionalità nel gestire il progetto e la collaborazione, tra l’altro con dei tempi di realizzazione molto stringenti se si pensa che si è difatto cominciato a lavorare a luglio sul primo lotto di monete e in meno di 12 mesi si è arrivato alla stampa del Bollettino con le prime ,monete classificate (tra l’altro la parte Carolingia che rappresenta forse le maggiori difficoltà). Il Pubblico per sua natura si muove con tempi e logiche diverse da quelle del Privato, non per questo pero’ meno efficaci quando si esplicitano. Sono certo che ad un certo punto vi sarà la possibilità per il MIBAC di fare il punto della situazione sul suo progetto (quello piu’ ampio che comprende tutti i bollettini) e allora verrà ricordata naturalmente anche la collaborazione con la SNI Pubblico e Privato possono avere logiche, momenti, tempistiche diverse e chi è abituato ad un sistema magari trova spiazzante l’altro. Tutto arriva invece, basta avere pazienza ma che sia una pazienza operosa perche la cosa piu’ importante è che i progetti le collaborazioni vadano avanti per arrivare ad avere questo vero e proprio monumento di cultura rappresentato dalla pubblicazione della collezione Reale. Scusate per la tirata, non voluta, ma di cui ringrazio comunque Bizerba perché non volendo mi ha permesso di dare ulteriori dettagli di una collaborazione che sta producendo ottimi risultati. Ancora una volta permettetemi di puntare il dito verso quelle cose che possono accomunare il Pubblico e il Privato piuttosto che continuare a stigmatizzare quelle che ci dividono. Nessuno è perfetto, tanto meno l’Amministrazione Pubblica italiana, cosi come non lo siamo noi Privati, tuttavia unendo le forze forse qualcosa di buono si riesce a fare come nel caso di questa piccola collaborazione che senza tante fanfare ha già portato a casa i primi risultati e altri ne porterà ancora. C'è ancora tantissimo da fare anche in mille altre direzioni, per questo è importante parlarsi, vedersi, instaurare un dialogo e magari anche , se possibile, una collaborazione che puo' portare a qualcosa di concreto e non solo parole. Mi auguro che la NIA, al pari delle maggiori realtà associazionistiche numismatiche possa, anzi debba essere coinvolta, quantomeno come spettatore ai consessi dove Pubblico e Privato provano a dialogare sui grandi temi numismatici. Le associazioni private non sono un “male necessario” per il Pubblico. Per decenni , nel secolo scorso, si è collaborato e dialogato moltissimo con il Pubblico che chiedeva aiuto al Privato proprio sul piano scientifico e organizzativo (parlo sempre di numismatica), poi il dialogo si è fatto piu’ rado e successivamente piu’ difficile. E’ ora che si torni a parlare e soprattutto che si faccia insieme, collaborando per valorizzare e tutelare come meglio possibile il nostro immenso patrimonio e questo è piu’ facile se lavoriamo tutti insieme piuttosto che dividerci.1 punto
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Un episodio della vita di Alessandro Magno da ‘Il romanzo di Alessandro’ di Valerio Massimo Manfredi, che possiamo intitolare: ‘Lo statere di Alessandro’ Una sera Olympias mandò a chiamare Alessandro e appena lo vide, lo strinse in un abbraccio frenetico. - Che cosa c'è, mamma? -le chiese il giovane staccandola da sé e fissandola. Olympias aveva occhi grandi e cupi come i laghi delle sue montagne native e il suo sguardo rifletteva in quei momenti il contrasto violento delle passioni che le agitavano l'animo. Abbassò il capo mordendosi il labbro inferiore. - Tuo padre ha un’amante. - Mio padre è un uomo focoso e una donna sola non gli è mai bastata. Inoltre è il nostro re. Ma questa volta era diverso. Filippo si era innamorato di una ragazza che aveva l’età di sua figlia Cleopatra. Inoltre la ragazza era incinta e lui voleva sposarla. - Chi è? - domandò Alessandro scuro in volto. - Euridice, la figlia del generale Attalo. Capisci adesso perché sono preoccupata? Euridice è macedone, figlia della migliore nobiltà, non è una straniera come me. - Questo non significa nulla. Tu sei stirpe di re, discendente di Pirro, figlio di Achille, e di Andromaca, sposa di Ettore. - Favole, figlio mio. Supponiamo che la ragazza partorisca un maschio... Alessandro ammutolì agitato da un turbamento improvviso. - Spiegati chiaramente. - E supponiamo che Filippo mi ripudi e che dichiari Euridice regina: suo figlio diventerebbe l'erede legittimo e tu il bastardo, il figlio della straniera ripudiata. - Perché dovrebbe farlo? Mio padre mi ha sempre voluto bene e mi ha educato per diventare re. - Tu non capisci. Una ragazza bella e ardente può sconvolgere completamente la mente di un uomo maturo, e un bambino appena nato attirerà tutte le sue attenzioni perché lo farà sentire giovane, riportando indietro il tempo che scorre inesorabile. Alessandro non seppe che cosa rispondere. Quelle parole lo avevano profondamente turbato. L’idea che suo padre lo relegasse d’un tratto fuori dai suoi pensieri e dai suoi progetti non l’aveva mai toccato e mai se lo sarebbe aspettato proprio nel momento in cui aveva meritato la sua riconoscenza contribuendo alla grande vittoria di Cheronea e assolvendo la delicata missione diplomatica ad Atene. Si sedette su una sedia e appoggiò la fronte sulla mano sinistra, come per raccogliere i suoi pensieri. - Che cosa dovrei fare, secondo te? - Niente. Adesso non si può fare niente. Ma ho voluto parlartene per metterti in guardia, perché da ora in poi potrebbe succedere qualunque cosa. Filippo rientrò pochi giorni dopo, convocò il figlio immediatamente nelle sue stanze e lo abbracciò impetuosamente appena lo vide. - Per gli dei, hai un magnifico aspetto. Come te la sei passata ad Atene? - Ma senti che il ragazzo gli restituiva un abbraccio impacciato. Alessandro chiese conto a suo padre di ciò che gli aveva detto Olympias. Filippo si raggelò d'un tratto e cominciò a misurare la camera a grandi passi. - Tua madre. Tua madre! esclamò. – E’ astiosa, divorata dalla gelosia e dal malanimo. E vuole metterti contro di me. E’ così, non è vero? - Hai un’altra donna - affermò Alessandro, gelido. - E con questo? Non sarà né la prima né l’ultima. E’ un fiore, è bella come il sole, come Afrodite! Filippo cercava di trattenere la sua ira. Non voleva lasciare che Olympias insinuasse dei dubbi nel cuore di suo figlio. Lo trascinò dabbasso lungo una scala e poi in fondo a un corridoio, nella zona delle officine. Spalancò una porta spingendolo dentro quasi a forza. - Guarda! Alessandro si trovò in mezzo a una camera rischiarata da una grande finestra laterale. Appoggiato a un tavolo c’era un tondo in argilla che lo ritraeva di profilo e lo rappresentava con i capelli cinti da una corona d’alloro, come il dio Apollo. - Ti piace? - chiese una voce da un angolo scuro. - Lisippo! - esclamò Alessandro volgendosi di scatto e abbracciando il maestro. - Ti piace? - ripeté Filippo dietro di lui. - Ma che cos’è? - E’ il modello di uno statere d'oro del regno di Macedonia che verrà coniato da domani per ricordare la tua vittoria a Cheronea e la tua dignità di erede al trono. Circolerà in tutto il mondo in diecimila esemplari - rispose il sovrano. Alessandro abbassò il capo, confuso. Il gesto di Filippo e la presenza di Lisippo a corte servirono a diradare per un poco le nubi che avevano oscurato il rapporto fra padre e figlio, ma Alessandro si rese ben presto conto di persona di quanto fosse importante il legame che univa suo padre alla giovane Euridice. Tuttavia, i pressanti impegni della politica distrassero sia il re sia il principe dalle faccende private di corte. Ma il problema si ripresenterà più avanti… apollonia1 punto
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Niente! Non c'è peggior sordo... eppure sarà la centunesima volta che facciamo questo discorso, e lo facciamo sempre uguale. Caro rick2, è vero che in Italia la giustizia funziona come sappiamo, ma per fortuna i principi costituzionali sono ancora validi. L'inversione dell'onere della prova, nonostante un paio di imbarazzanti sentenze in tema, ancora non è stato accettato come principio giuridico valido. Tanto è vero che i casi di collezionisti condannati dopo aver subito il sequestro delle collezioni sono pochissimi, e tutti riconducibili a situazioni provatamente illecite. Diverso è il caso del coinvolgimento in indagini dopo l'acquisto di materiale online: purtroppo, è un dato di fatto che chi indaga sui traffici di materiale archeologico tende a fare l'equazione "moneta antica su ebay = moneta di scavo". Anche perché non sempre è vero, ma a volte è vero e lo è stato particolarmente spesso nel passato recente. Questa è la situazione in Italia, fattene una ragione perché né tu né io nel breve periodo possiamo farci nulla. Però qualcosa su questo forum possiamo fare, ad esempio continuare a ripetere che è meglio non acquistare monete antiche, soprattutto on line, se il venditore non fornisce un minimo di garanzie riguardo alla provenienza, e pazienza se le monete antiche a un euro da noi non si trovano. Il motivo non è né che vogliamo fare un favore ai commercianti, né che vogliamo trovare lavoro agli archeologi disoccupati, né che ci piace complicare gli affari semplici. Il motivo è che vogliamo eliminare una certa contiguità che esiste, ed è esistita in particolare nel passato recente, tra (alcuni) collezionisti e (alcuni) trafficanti, in maniera che le istituzioni di tutela capiscano che i privati non sono nemici, e che è possibile creare un clima di fiducia e collaborazione per realizzare obiettivi comuni: protezione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. E questo potrebbe avere in futuro, come effetto collaterale, anche una modifica della legislazione in senso meno restrittivo (futuro remoto) e una prassi giudiziaria meno vessatoria (futuro prossimo). Non sei d'accordo? Lo abbiamo capito. All'estero funziona diversamente? Abbiamo capito anche questo. Degli obiettivi sopra citati non te ne può fregare di meno? Ogni opinione è lecita. Adesso, però, BASTA.1 punto
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Mi è parso che qualcuno in precedenza lo reclamasse: BOLOGNA Taddeo Pepoli, 1337-1347. Pepolese. Ar gr. 2,35 TADEVS DE PEPOLIS Nel campo croce patente. Rv. S P DEBO NONIA Nel campo santo stante. CNI 8; Ch. 55. Ex Asta Ranieri n. 21 punto
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ASCOLI – grosso agontano (inizio del XIV secolo) D/ + * DE ASCOLO * Croce patente R/ ° . PP. S. EMIDIV’. * ° Il Santo stante di fronte, con nimbo perlato, mitria e pianeta ornata di rosette a quattro foglie; benedice con la mano destra e tiene il pastorale con la sinistra. gr. 2,17 mm. 21 Rif.: CNI 1 – Mazza 11 punto
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