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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/21/13 in tutte le aree

  1. Nel piccolo museo annesso al Dipartimento delle monete, medaglie ed antichità della Bibliothèque Nationale de France, a Parigi, tra camei e lavori di oreficeria, questo simpatico oggettino (già appartenente a Luigi XV) non puo' non attirare l'attenzione. La patera (oltre un chilo e tracento grammi di oro massiccio) fu rinvenuta casualmente nel 1774 a Rennes, in Bretagna, nel corso di lavori urbani di sbancamento, assieme ad una catena d'oro, a quattro pendenti realizati con aurei di Postumo, ad una fibula ed a 94 aurei (da Nerone ad Aureliano). Altri 16 aurei (da Adriano a Geta) sono incastonati nella patera stessa. Cio' ha permesso di ipotizzare una datazione piuttosto "stretta" del manufatto, che deve essere stato prodotto tra il 208 dC (data di emissione del pezzo di Geta) ed il 211 (data dell'assassinio dello stesso imperatore e della conseguente damnatio memoriae). Una serie di articoli disponibili in rete danno informazioni sul ritrovamento e sui materiali associati: Lefèvre Georges. Le Trésor du Chapitre et la patère d'or de Rennes. In: Annales de Bretagne. Tome 67, numéro 1, 1960. pp. 93-102. http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/abpo_0003-391x_1960_num_67_1_2102 sull'interpretazione del reperto: Foucher Louis. La patère de Rennes. In: Annales de Bretagne et des pays de l'Ouest. Tome 86, numéro 4, 1979. pp. 511-523. http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/abpo_0399-0826_1979_num_86_4_2998 Caliò Luigi. La patera di Rennes. Uno studio iconologico. In: Oggetti-simbolo: produzione, uso e significato nel mondo antico. Bologna 2011. pp. 129-150. http://www.academia.edu/916323/La_patera_di_Rennes._Uno_studio_iconologico ed infine sulla sua analisi da un punto di vista numismatico: Morelli Anna Lina. La patera di Rennes: analisi numismatica. In: Oggetti-simbolo: produzione, uso e significato nel mondo antico. Bologna 2011. pp. 105-128. http://www.academia.edu/2875954/La_patera_di_Rennes_analisi_numismatica Particolarmente interessante in quest'ultimo articolo l'aspetto relativo all'ordinamento delle monete incastonate, tutt'altro che casuale e "preordinato". Al di là dell'aspetto "spettacolare" del reperto, cio' che trovo particolarmente intrigante e spunto di riflessioni é l'utilizzo non monetario di monete contemporanee. Stante la qualità del lavoro non credo siano state incastonate al solo scopo di includervi i ritratti: una volta fatto il medaglione centrale credo che per l'artigiano riprodurre i ritratti copiandoli dalle monete sarebbe stato un gioco da ragazzi. Ed invece ha incastonato le monete, seguendo un ordine preciso... Di seguito un paio di particolari (mi scuso per la qualità delle foto, fatte attraverso la vetrina)
    3 punti
  2. stavo facendo una ricerca sui minuti passati sul forum di ottaviano campofregoso .... qundo mi è saltato fuori questo http://www.lamoneta.it/topic/78586-altro-minuto/?hl=%2Bottaviano+%2Bcampofregoso#entry846757 del nostro caro Corsodinazione ..... in quella discussione Dizzeta sottolineava la stranezza di quella lettera alla sinistra dell'imago tanto simile ad una A ........ora mi son chiesto non è che sia dello stesso tipo di quello postato pochi giorni fa da Jagd :whome: :whome: :fool: cosa ne pensate ??
    3 punti
  3. Sembrerebbe una domanda oziosa invece non lo è. Scambio monete da parecchi anni e non voglio dare i soliti utili consigli che già trovate sul sito da parte di Uzifox ed altri. Vorrei invece dare un suggerimento ai tanti collezionisti di monete di tutto il mondo che mi scrivono e con cui molte volte con dispiacere non posso scambiare perchè non hanno doppi utili per gli altri collezionisti. Quando vi capita di andare ai mercatini o sul web non acquistate solo monete che vi mancano, ma cercate anche monete utili a buon prezzo e prendete pure anche quelle. Per utili intendo monete difficili da trovare che raramente si trovano nelle liste dei doppi degli altri collezionisti e che mancano sicuramente a qualcun altro. Queste monete valgono quanto le monete mancanti perchè vi consentono di scambiare monete che avete acquistato a poco prezzo, per avere quelle che vi mancano dagli altri collezionisti, risparmiando parecchi soldi. In 40 anni ho costruito la mia collezione in questo modo spendendo poco e non solo sono arrivato quasi all'80% delle monete circolanti (escluso l'oro che non colleziono) ma ho ancora quasi 600 monete, difficili da trovare, che sono utili per avere almeno altrettante monete che mi mancano. Enrico
    1 punto
  4. SIRACUSA – Tetradramma Tudeer 58 Colgo l’occasione della ricomparsa di un eccezionale esemplare nella prossima asta di Nomos (proveniente da Leu and M&M, 1974, n. 120) per illustrare in maggiori dettagli la bellezza di questo autentico capolavoro, forse il migliore mai creato dal famoso incisore Greco Eukleidas: La firma dell’incisore è riportata sull’elmo attico al rovescio. Riporto il dettaglio: Al diritto: Quadriga al galloppo a sinistra, guidata da una divinità femminile (Persefone?), che tiene le redini nella mano sinistra e una torcia nella mano destra; sopra Nike in volo a destra, incoronante l’auriga. Al rovescio: Σ]ΥΡΑΚ[Ο]ΣΙΩΝ. Testa di Atena di fronte, volta leggermente a sinistra, coronata con elmo attico a tre creste ornato di palmette, con orecchino a doppia spirale e una collana di pendent con una Medusa al centro; all’intorno, quattro delfini; sulla visiera dell’elmo, ΕΥ-Κ/ΛΕΙΔ-Α Esso è classificato con: L.O. Tudeer. Die Tetradrachmenprägung von Syrakus in der Periode der Signierenden Künstler, Berlin, 1913, no. 58 (conii V21 / R36) G.E. Rizzo. Monete greche della Sicilia, 2 vols.,Rome, 1946, pl. 43, no. 22. Come già accennato, è un capolavoro di Eukleidas, il quale apportò una grande innovazione artistica. Per la prima volta nella lunga serie di monetazione siracusana, la testa femminile non è raffigurata di profilo, ma di fronte. Inoltre Atena appare qui per la prima volta nel panorama della monetazione siracusana numismatico arte e reca un elmo riccamente decorato da cui scendono i capelli su entrambi i lati del viso. Intono alla testa nuotano quattro delfini. L’inaspettata raffigurazione di Atena al posto della solita Arethusa - la ninfa della sorgente d'acqua dolce sull'isola di Ortigia, nel porto di Siracusa - ha portato a vari commenti . E’ stato suggerito che la comparsa di Atena si riferisce alla vittoria di Siracusa sull’invasione ateniese del 415 a.C. La presenza dei delfini - tradizionalmente raffigurati intorno alla testa di Aretusa - ha anche suggerito che siamo in realtà di fronte ad Arethusa che indossa il casco di Athena in commemorazione della vittoria siracusana. Il realtà la testa qui raffigurata è proprio di Atena, che fu venerata anche a Siracusa. Sull'isola di Ortigia c’era un tempio dedicato a questa divinità e i suoi resti sono incorporati nell’attuale cattedrale. Quindi i delfini sono un attributo anche per Athena come lo sono per Aretusa e non deve sorprendere che Atena sia stata onorata su una moneta di Siracusa. Sui tetradrammi di Siracusa, il carro occupa sempre il dritto, mentre la testa appare sempre sul conio del rovescio. Eukleidas, di conseguenza, ha inciso la sua innovativa testa di Atena per un conio di rovescio (quello usato col martello). Tuttavia, in questo disegno rivoluzionario, egli ha creato un maggiore rilievo della testa frontale con conseguente aumento dello stress sul conio stesso. Come risultato, il conio deve essersi rotto quasi subito durante il suo impiego, con perdita di un pezzo sul bordo sinistro. In ognuno dei 18 esemplari noti si è verificata questa rottura di conio. Probabilmente al fine di compensare tale rottura di conio, gli addetti alla battitura dei tetradrammi si sforzarono di decentrare leggermente il conio a destra sul tondello, in modo appunto da ridurre al minimo l'impatto dello spazio vuoto sul bordo sinistro. Il conio (R36 di Tudeer) fu utilizzato fino a quando non subì un ulteriore deterioramento. Con il tempo si ruppe in due ulteriori punti sul bordo, alle ore 2:00 e 3:00 . L’esemplare che presenta il maggiore degrado del conio, senza dubbio poco prima che venisse ritirato il conio sembra essere Boston 411 ( "r " nella lista di seguito), preceduta da Hess - Leu 31 , 141 = Basel 464 = NAC 13 , 464 ( "o" della lista). Dopo il ritiro del conio, Eukleidas creò un secondo stampo (Tudeer 59) con lo stesso disegno di base di Atena elmata, anche se con variazioni nei dettagli. Anche il secondo conio (R37 di Tudeer) è un capolavoro. L'ordine in cui sono stati utilizzati i due conii appare chiaro in quanto tutte le monete dei due stampi cono state coniate da un singolo conio del dritto (V21 di Tudeer). Il conio V21 è stato utilizzato in combinazione con cinque diversi conii del rovescio, quindi con una durata ben maggiore (il conio del diritto, essendo sistemato sull’incudine, è sottoposto a una minore usura) e l' ordine di uso può essere determinato con certezza, studiando il progressivo deterioramento del conio di diritto (vedasi Tudeer p. 157). Ma anche questo secondo conio del rovescio, subendo tutta la forza del martello, si ruppe subito e in maniera ben più grave, con una fenditura che si estende in diagonale appena sotto la bocca di Atena, ed ebbe una vita ancora più breve del precedente. Così finì esperimento rivoluzionario di Eukleidas con la testa frontale di Atena, a causa appunto dal marcato rilievo della testa. Solo un suo collega intravvide una soluzione a questo serio problema tecnico. Kimon, un altro dei maggiori incisori siracusani, si rese conto che il problema del potenziale stress del conio poteva essere alleviato spostando la testa frontale al diritto e la quadriga al rovescio. Dopo l’abbandono di Eukleidas, forse già pochi mesi dopo, Kimon incise una testa di Aretusa frontale (Tudeer 80-81), mettendola al diritto, e la sua testa divenne uno dei più modelli più influenti, ampiamente imitata nel mondo antico. In realtà Eukleidas non fu il primo incisore a tentare di incidere una testa frontale, ma la portò a livelli massimi di arte. I suoi contemporanei, grazie all'innovazione tecnica dell’inversione dei conii, resero pratica la sua idea. Nel successivi decenni molti incisori in varie parti del mondo greco produssero belle teste frontali, ma probabilmente nessuno superò lo splendore artistico della creazione originale di Eukleidas. Quando fu esattamente coniato il capolavoro di Eukleidas? Normalmente esso è attribuito all’arco temporale tra 410 al 405/400 a.C. e bisogna attendere la revisione che sta facendo Wolfgang Fisher-Bossert su Tudeer, la cui uscita è prevista per l’anno prossimo. Personalmente ritengo che risalga al 406 -405 a.C., nell’ultimo periodo della democrazia siracusana, messa a dura prova dall’invasione cartaginese, e quindi poco prima dell’avvento di Dionisio I (oppure, in alternativa, con la salita al potere del tiranno siracusano, nel 405 a.C.) Un recente articolo di CNG ha censito finora 18 esemplari per Tudeer 58 (che ne conosceva 12) e 6 esemplari per Tudeer 59. Ecco la lista completa (sarebbe da controllare per un eventuale aggiornamento più attuale): Tudeer 58: a. Benson XII 353; SNG Lloyd 1384 (now in British Museum)
 b. Berlin; Weil III 7
(noto dal 1873) c. Berlin; from Loebbecke
(del 1906) d. Brussels; from Du Chastel; Borghesi Cat. 4 I 894; Holm V 12; Du Chastel VIII 90; Forrer p. 139
 e. Brussels; from de Hirsch; from Dupre Cat. I 145; Froehner Annuaire de la Soc. Num. 3 II 31
 f. Hess (1902) 658; previously Berlin, Fox, Thomas; Locker Lampson 94; Helbing (8 Nov 1928), lot 3654; Auctiones 20 (1990), lot 163; Kuenker 94 (2004), lot 404
 g. London; BMC 198; Head Syracuse IV 10; Guide (2) XXVI 31; Hill Sicily VII 1; Macdonald Coin Types III 3
 h. London; BMC 199 i. Paris; from de Luynes (1191)
 j. Gulbenkian 282 and frontispiece
k. Leu 20 (1978), 46
 l. Hess-Leu 7 (1957), 109; Muenzen und Medaillen 53 (1977), 39; Muenzen und Medaillen 54 (1978), 116; Birkler and Waddell I (1979), 55
 m. Hess-Leu 11 (1959), 93; Leu (1976), 112; John D. Leggett, Jr. Collection (donated to American Numismatic Society [ANS 1997.9.55]);
 n. Kunstfreund (Leu and M&M, 1974), 120
 o. Hess-Leu 31 (1966), 141; Basel 464; NAC 13 (1998), 464
 p. Leu 38 (1986), 37
 q. NAC 59 (2011), 532 (the present coin)
 r. Boston 411; from the Ognina Hoard, 1923, Noe, NNM 78, p. 197, no. 749

 Tudeer 59: a. Pennisi
 b. Vienna 6865
 c. Leu 81 (2001), 108
 d. Jameson 1833; Basel 465; NAC 13 (1998), 465
 e. Muenzen und Medaillen 79 (1994), 180; LHS 95 (2005), 518
 f. Hess-Leu 27 (1956), 190
    1 punto
  5. Recentemente degli amici francesi hanno portato la mia attenzione verso degli assi e sesterzi con anima in ferro, suberati dunque, di cui ignoravo l'esistenza. Pare che siano molto rari, molto piu' dei denari suberati, e diffusi quasi solo in zona francese. Credo che possano essere con buona probabilita' falsi d'epoca, con un'anima in ferro su cui veniva applicata una lamina di bronzo. Non sembrano placcati dalle foto per quello che mi sembra di capire, ma laminati. Spesso il metallo ferroso sottostante e' esploso all'esterno facendo saltare il bronzo, spesso a causa della ruggine. Credo che al tempo possano essere stati alquanto convincenti se immessi in circolazione. E' un fenomeno abbastanza particolare e anche misterioso che lascia aperti molti interrogativi. Innanzi tutto tecnologicamente come si ottenevano? Davvero delle zecche provinciali riuscivano gia' allora facilmente a produrli, con le conoscenze e le tecnologie metallurgiche dell'epoca? O dobbiamo pensare a delle riproduzioni piu' tarde, magari rinascimentali? Inoltre, se fosse confermata la teoria dei falsi coevi, quale vantaggio economico c'era nel produrli? Effettivamente c'era tutto questo vantaggio nel risparmio del bronzo (o del rame) in favore del ferro, considerando anche il surplus procedurale nel produrli? Oppure era semplicemente una questione di scarsezza di materia prima in zone provinciali che veniva sopperita con il localmente piu' abbondante ferro? In questo caso possiamo considerarli prodotti semi-ufficiali? Insomma gli interrogativi sono tanti e la questione ancora poco conosciuta. Mi piacerebbe poter osservare dal vivo qualcuna di queste monete, molto interessanti, nel frattempo vi posto sotto un po' di foto chiedendovi quali sono le vostre impressioni e sensazioni e se vi siete mai imbattuti in questo tipo di produzioni.
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  6. Ho finalmente rottamato la mia vetusta 450D per passare ad un sensore full frame, il tempo per smanettarci non è stato molto, meno ancora quello per leggere il corposo manuale Le monete sono aihmè in cassetta di sicurezza in banca... ma fortunatamente a casa è saltato fuori questo scudo messo da parte per uno scambio che poi non si è concretizzato Questa è la prima prova di foto "numma"... che ve ne pare delle foto? Il corpo è un Canon 6D, con obbiettivo macro 100mm f/2.8 (sono d'accordo... su una full frame è corto, ma sta per arrivare il fratellino maggiore!)
    1 punto
  7. Mi è chiaro; piú che altro non ha molto a che vedere con questa discussione. La domanda di bizerba non è peregrina in quanto si chiede perché se c'è una collaborazione in atto questa non appare a chiare lettere. Mi sembra però molto convincente la risposta di numa numa; come, invochiamo la cooperazione tra pubblico e privato, e poi questioniamo per motivi di forma? Ma siamo pragmatici e guardiamo il risultato. Se sono rose fioriranno e non dubito che in futuro, anche grazie a questa esperienza, i riconoscimenti ci saranno.
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  8. Mi auguravo, sinceramente, di non dover tornare ad intervenire in questa discussione dove piu' che proposte e idee di collaborazione pare di assistere ad una litania di lamentele, occasioni perdute e recriminazioni. Sinceramente consiglierei quantomeno un po' di prudenza prima di formulare giudizi severi e reprimende all'indirizzo Pubblico visto che non sappiamo oggi quando i responsabili del Bollettino decidano di fare specifica menzione della SNI e allora che figura barbina ci faremmo dopo esserci esposti cosi vistosamente ... ? Leggo tra l'altro in un post precedente che la D.ssa Balbi de Caro , direttore del Bollettino, farebbe parte del Consiglio Direttivo SNI, la cosa mi sorprende perché facendo parte di tale consesso non mi è mai capitato di vederla alle nostre riunioni o di sedermici accanto. Non che ci sarebbe nulla di male, ma visto che i nostri commenti appaiono su uno spazio pubblico e sono visibili a tutti consiglierei prima di diffondere notizie di verificarle per evitare di esprimere cose, non vere, che oltretutto citandote a sostegno di proprie argomentazioni, ne falsano (non risultando vere) la logica del ragionamento che si intendeva fare. § L'amico Bizerba invece, e lo dico come pura considerazione logica, dovrebbe decidere da che parte stare. La sua posizione oggi appare un po' ambigua. Perdonami Bizerba ma è soprattutto al fine di Se il Documento Programmatico, da lui coordinato e proposto, aveva l'obiettivo proprio di far nascere un dialogo con le Istituzioni, ora stride questo atteggiamento di continua ironia, quando non vero e proprio sarcasmo verso la parte Pubblica. La denuncia di omissioni, ritardi, disservizi è un compito lodevolissimo perche attrae l'attenzione su quanto non funziona e stimola a migliorare e fare meglio. Questo ruolo, nel quale ultimamente riconosco Bizerba, è pero' piu' vicino a quello di un Valerio Staffelli o delle Iene che non a chi aspirerebbe a instaurare un dialogo con le istituzioni pubbliche per discutere delle tematiche che ci stanno a cuore. Attenzione, non sto sminuendo affatto tale ruolo di "critica" e di "richiamo" svolto per denunciare eventuali disservizi, anzi trovo quelli di Striscia efficacissimi per denunciare disservizi ai quali viene quasi subito posto rimedio per evitare di essere esposti ulteriormente al pubblico ludibrio. Ma allora che gli autori stessi ne prendano atto e lo riconoscano come tale. E' una questione soprattutto di coerenza che probabilmente verrebbe apprezzata da chi ci segue in queste discussioni. :) § Infine, non per spezzare una lancia in favore del Pubblico, ma soprattutto per onestà intellettuale ricordo che fino a 1 anno fa su questo Forum si iniziava una discussione al mese sull'enorme mancanza di non avere ancora iniziato, a distanza di 60 anni, il catalogo della collezione Reale (e anche di altre che tuttora attendiamo). Ebbene nel giro di 1 anno il progetto è stato finalmente portato in fase operativa, sono stati pubblicati 8 bollettini instaurando delle eccellenti collaborazioni tra studiosi che prestano GRATUITAMENTE la loro opera, perche ci credono e le Istituzioni Pubbliche museali che ne hanno bisogno. Questi sono risultati non chiacchiere. E via mostriamo di essere anche un minimo magnanimi invece di andare subito a vedere tutto quanto resta ancora da fare, fermiamoci a vedere che comunque qualcosa è stato fatto rispetto al NULLA che vi era prima. A volte penso che invece di avere a cuore la valorizzazione del nostro patrimonio, o il progresso della conoscenza numismatica la cosa che preme di piu' è individuare il pelo nell'uovo o soddisfarsi additando febbrilmente l'imperfezione, perdendo cosi di vista la portata di quanto si viene facendo. Non varrebbe la pena invece pensare "prima" a ringraziare queste persone che hanno dato gratuitamente il loro tempo e la loro scienza che ha permesso di realizzare quanto l'istituto pubblico avrebbe messo chissà quanto tempo ancora per fare ? Io le cose preferisco vederle cosi ...
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  9. Concordo con chi mi ha preceduto, conservazione MB. Cifra giusta 0,50/1 euro. Sono errori dovuti all'inesperienza e, più che altro, disonestà o ignoranza da parte di chi vende.
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  10. Un'altra medaglia di Monza Santuario Madonna delle Grazie (a cui i monzesi sono molto devoti) Ag, diametro 25mm, peso 7,78g
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  11. guardate bene la perlinatura al dritto
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  12. Gentile amico, non avrei certo potuto aiutarti a "soddisfare questa curiosità" senza il tuo suggerimento sull'antica dimora degli Alippi. :good: E temo che non ci sarei riuscito a prescindere, se per fortunata coincidenza non mi fossi recentemente trovato a questo convegno nel e sul Comasco: http://www.lamoneta.it/topic/108189-convegno-araldico-in-como-sabato-2262013/ http://www.notiziarioaraldico.info/201306114430/convegno-antichi-stemmari-lombardi-lo-stemmario-carpani/ http://www.notiziarioaraldico.info/201307084585/le-immagini-del-convegno-araldico-di-como/ Lì è stata presentata un'edizione parziale, ma a colori, del noto Stemmario Carpani: un manoscritto della seconda metà del XV secolo, contenente gli stemmi delle famiglie all'epoca note in area comasca, e conservato nel capoluogo lariano: http://www.notiziarioaraldico.info/201306164470/stemmario-carpani/ Ecco il riferimento bibliografico completo: E. Gadaleta, Stemmario Carpani. Blasonatura e digitalizzazione di uno stemmario comense del XV secolo, Arcisate, Centro Studi Araldici 2013. Ivi, a p. 180, viene riprodotto il f. 12v del manoscritto. Ogni foglio riporta di norma nove stemmi disposti su tre righe, dipinti a colori e accompagnati dal cognome della famiglia titolare. In quel foglio, lo stemma centrale della riga superiore è abbinato alla famiglia de Alipis de Mandelo. Aspetta a gioire. Non basta. Il contenuto dello stemma è del tutto affine a quello disegnato 400-450 anni dopo in Argentina. Unica differenza: tutte le figure sono nere. Lo potrei blasonare d'oro, all'aquila bicipite al volo abbassato, ogni testa sormontata da una corona all'antica, accompagnata in punta da un volo piegato e disgiunto, il tutto di nero. Mi spiace di non avere il permesso per riprodurre il disegno, ma ti posso garantire che il suo "clone sudamericano" gli è fedele (colori a parte, come dicevamo). Posso quindi dire di condividere le tue illazioni, e anzi di aggiungere loro una base araldica di notevole spessore. Ma... ...tu m'insegni che ogni medaglia ha il suo rovescio. E questa "medaglia" non fa eccezione. :mega_shok: Lo stemmario Carpani è testo araldico. Non genealogico. Quindi, in questo momento, io e te stiamo ragionando su una famiglia Alippi d'area comasca del XV secolo, e su una famiglia Alippi moderna e contemporanea che è stata anche in Sudamerica. Per poter dire che stiamo parlando di una medesima famiglia, occorrerebbe trovare il filo genealogico che lega la prima alla seconda. E in questo, purtroppo, il povero araldista con cui stai parlando non ha strumenti per aiutarti a dovere. Posso solo dirti che il simpatico aneddoto "siriano" che hai condiviso con noi mi ha confermato una "lampadina" che mi si era accesa in mente appena ho osservato l'aquila bicipite dello stemma e relazionandola al cognome. Alippi <--- Aleppo ---> aquila bicipite vicinorientale (sebbene qui resa in nero su oro, ossia nella bicromia tipica più dell'impero nordeuropeo che di quello bizantino).
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  13. Non so come ringraziare voi tutti..il premio che posso mettere io in palio ( per quanto possa valere) é un ringraziamento al forum della moneta all'interno della mia tesi..non solo all'inizio del mio elaborato, ma soprattutto nel paragrafo che dedicheró a questa curiosa e intrigante moneta. Ancora un grande grazie soprattutto a te Monica! ps Mi farebbe molto piacere acquistare il libro di cui parlavi. Potresti dirmi gentilmente il titolo?
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  14. Non sarà così facile, trovarlo in libreria. quando chiedi un libro di numismatica, ti guardano come fossi un alieno...
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  15. Direi che ci hai visto giusto!!! .........(forse)....... Il "forse" è dovuto alla straordinarietà della "scoperta", nel senso che non conoscevamo che Francesco I di Francia avesse battuto minuti! Visto che gli inediti sarebbero due: un nuovo minuto (wow! ) e Francesco I Re di Francia, Signore di Genova per due volte, oltre alle altre monete note ha coniato anche i minuti (doppio wow!!) , tutti mi dicono che occorre andare cauti, non bisogna avanzare ipotesi azzardate, si fa presto a dire, perché non prenoti una visita dall'oculista ... Mi piacerebbe ascoltare anche il parere di qualche esperto/a ...chissammai! Il mio modestissimo parere è che ....il forum ha scovato un altro inedito ...e di quelli importanti!!! Un GRAZIE particolare a Jagd e Corsodinazione!!! Che ci hanno (....avrebbero ...) postato prova e controprova ...e grazie a Matteo che ha pescato la discussione di due anni fa! Poi ....vedete voi! PS: Io credo che Janin avrebbe stappato una bottiglia ...di quello buono!
    1 punto
  16. Buon pomeriggio già....vecchi "mali" italiani con i quali, nel bene o nel male, si convive e che ai quali ci si adatta. Ricordo un'intervista di parecchi anni fa, fatta all'attore Pino Caruso, riguardante le tante parodie nelle quali ha trasposto tutti questi mali che ci riguardano nei suoi personaggi: la furbizia (o presunta tale), l'assenza del concetto "bene comune", il rapporto con il potere.... Ebbene, Pino Caruso faceva notare che per gli italiani, in generale, il bene comune riguardava il solo ambito domestico e non andava mai oltre l'uscio di casa; d'altra parte, fuori dall'uscio, chi c'era? C'erano i francesi, gli spagnoli, gli austriaci, oppure reali "domestici" ma appartenenti alle medesime casate, tutti molto distanti dal popolo. Che tipo di rapporto poteva instaurarsi? La furbizia e la sussiegosità nei confronti di quel potere, dava certamente migliori e più rapidi frutti; oggi la situazione non è cambiata poi molto. Lisciare il potere con furbizia, piagnucolando, oliare chi c'è da oliare..... nulla di nuovo, purtroppo. saluti luciano
    1 punto
  17. nerone prese dei provvedimenti a favore dei liberti e del popolo che andavano contro il volere dei patrizi per quello fu osteggiato e una volta caduto dal potere oggetto di damnatio memoria fu il primo imperatore di sinistra per me. ma di sinistra vero non come quelli del PD di oggi......
    1 punto
  18. Qua: http://numismatica-classica.lamoneta.it/ ci sono TUTTE le emissioni di TUTTI gli Imperatori da Augusto a Otone.
    1 punto
  19. Spero che tu abbia fatto pratica con la macchina fotografica in questi ultimi mesi...a presto. Giò
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  20. Una spallina del 44 Reggimento Fanteria, di stanza a Saluzzo, quindi anch'esso della Divisione Militare Territoriale di Torino.
    1 punto
  21. ciao @@stelulin... trattandosi di medaglia, sposto la discussione nella apposita sezione...
    1 punto
  22. D'accordissimo, era solo per fare un po di chiarezza, non tanto per chi vuole postare qui una sede vacante moderna che è comunque attinente, quanto per i nuovi utenti che sono alla ricerca di informazioni, in modo da indirizzarli nelle giuste sezioni per quanto riguarda la monetazione papale. Ad ogni modo quella del 2013 è un bell'esempio di ritorno al classico a differenza di quella del 2005 che io trovavo orrenda, mi riferisco ai 5 euro, ovviamente parere personale... se alfgio posta la 2013 se ne puo parlare
    1 punto
  23. Coniata e probabilmente anche autentica... a volte le screpolature le hanno anche le autentiche, basta sbagliare la temperatura o "lucrare" sulla lega...non mi lancerei in giudizi assolutistici basati solo su osservazioni se non supportati da altre analisi.
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  24. Ciao Ti forniro' una mia idea di conservazione, ma prendila con le molle, vedo male alcuni dettagli della foto per l'illuminazione e non voglio sbagliare :) Al V/ la moneta e' bella, c'e' un colpo ad ore 4 che la penalizza, la briglia dei cavalli e' ineccepibile, l'elsa della spada e lo scudo sono un pelino consumati, forse e' un errore della luce ma non vedo i righini che di solito un ottimo scudo ha. Elmo e tetta con leggeri segni di usura (non vedo il capezzolo). Al D/ Orecchio del Re perfetto, e' una gioia vederne cosi' :) Spesso si vedono monete definite ''FDC eccezionale'' che cel'hanno un pochino stropicciato e, anche se viene considerato normale, a me da' noia :) Baffo e capelli mis embrano ok, non si vede nemmeno il brutto colpo che dall'altro lato c'era, molto meglio. Il bordo e' buono, mi sembra di vedere anche della bava. La patina e' veramente bella, molto piu' bella al D/ dove si presenta a bersaglio e piuttosto omogenea, non ha sbavature evidenti. Dai una controllata pero' dentro alle ''O'' di ''VITTORIO'' mi sembra di vederci un pochine di chiazze brutte, quasi verdi. La moneta secondo me e' SPL+ / qFDC Se il V/ fosse pari al D/ a mio avviso sarebbe FDC pieno. re p.s aspetta pareri piu' autorevoli del mio :)
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  25. Il genio che lo gestiva ha deciso di metterlo ad accesso riservato: a questo punto che se ne vada a fare in laddove non batte il sole. Ecco un altro sito altrettanto bello, e in continuo aggiornamento, dove oltre alle scansioni vengono anche date informazioni generali sulle serie di banconote: http://www.banknote.ws/
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  26. È tutto qui! --> http://manuali.lamoneta.it/ManualeFotografia/Fotografia.pdf
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  27. per stasera mi arrendo http://www.lamoneta.it/topic/50962-denari-di-lucca/?p=1005944 post 1956; pag.131
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  28. Mamma mia che brutta, cancella la foto dal pc! :P
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  29. io sono originario della zona e se me lo ricordo, la prossima volta che sono in Campania, vado a fare qualche foto alla targa e alla piazza e ve le posto, a meno che non si possano già trovare in rete....
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  30. Avverti prima quando posti 'sta roba...si rischia l'infarto fulminante! Altro che sindrome di Standhal...ci resto secco...
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  31. Secondo me, siete troppo severi nei giudizi: il BB e questo esemplare non hanno niente in comune, nemmeno con molti segni +. Per me si può partire da SPL fino al qFDC. Bella moneta e bella fotografia.
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  32. Qualcuno ora dovrebbe scrivere: Il lato cattivo delle monete: furti, falsi, commercio illegale e sequestri. ;)
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  33. Dovrei replicare nel merito a praticamente tutto quello che hai scritto, perché temo che molti aspetti del problema non ti siano affatto chiari. Ma ti confesso che non ho né il tempo né la voglia, anche perché ti assicuro che sarebbe forse la ventesima volta che scrivo le stesse cose (è vero che almeno 15 volte le ho scritte a rick2 :rolleyes: ) Perciò ti chiedo una cortesia: leggi almeno la discussione completa "Definizione di moneta archeologica" http://www.lamoneta.it/topic/84525-definizione-di-moneta-archeologica/?hl=%2Bmoneta+%2Barcheologica poi ne riparliamo. Su una cosa però dovremmo essere chiari: il valore storico di una moneta viene prima del suo valore collezionistico. Qualunque moneta, anche la più comune (qualunque manufatto, in generale) se proviene da un contesto archeologico può avere un valore storico rilevante. Spero che almeno su questo principio ci sia consenso.
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  34. Sì, lavori in corso...
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  35. Direi che sta bene dove sta (tra l'altro in uno dei rari musei francesi in cui l'ingresso é libero). Aggiungo un particolare del medaglione centrale. Al di là della bellezza e la monumentalità, l'interesse é a mio avviso dato anche da un aspetto prettamente "numismatico" circa la contemporaneità d'uso monetario e non monetario del circolante, di cui la patera mi sembra costituisca una testimonianza. E di conseguenza del valore simbolico che anche in un'epoca di "maturità" dell'economia monetaria, la moneta continuava ad avere accanto a quello economico.
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  36. questi sono capolavori, altro che arte moderna!
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  37. Fotografa le monete ad una ad una...poi, ognuno di noi, parlo di quelli senza occhi bionici esprimeranno un giudizio ;D magari con un po più di luce...
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  38. Il problema non è se sono vasi, monete o statue o chissà cosa. E' il principio che conta: quello che si trova si denuncia e basta. Ma visto che siamo italiani, pensiamo sempre di farla franca. C'è un proverbio che dice: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Quindi onde evitare "rogne" si denuncia quello che si trova.
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  39. saluti odjob......da dove vengono,certe volte pareno fole....!!!... :lol: .....un complimente fa sempre piacce,grazie...! ;)
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  40. Questa sezione ha raggiunto quota 2000 discussioni, grazie a tutti per il rispettabile risultato raggiunto! :hi: :hi:
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  41. Il nostro Bollettino e' gia' scaricabile da qui : https://docs.google.com/file/d/0B-RR8l00j9GVN18zTWlQN3R6dDA/edit?usp=sharing
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  42. Ed ora, la moneta che, a mio avviso, presenta davvero un interessante grado di conservazione. Nominale: 1 Cavallotto Materiale: Ag 260 Diametro: 24 mm Al dritto, Cimiero sabaudo con i lambrecchini appoggiato su di uno scudo semplice inclinato, intorno • CAR • EM • D : G • DUX • • SAB • P • PED Al verso, Croce mauriziana con intorno: croce MIHI • ABSIT • GLORIARI • data • sigle • Peso: 1,85-3,10 g Zecca di Torino
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  43. Dalle foto è sempre difficile dare giudizi certi, però il grado di conservazione, a mio parere ci stà tra il BB/BB+. Sono sempre monete affascinati, che nonostante siano passati più di 100 anni lasciano ancora incantati. Quando me le guardo con le sue altre 4 sorelle, quasi quasi mi commuovo da quanto son belle. E poi dicono che la numismatica è fredda, è studio sui libri, è pallosa. Basta guardare queste opere d'arte per cambiare completamente idea.
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  44. Per gli amici Genovesi e Corsi, questo è il mio miglior minuto, RAFFAELE ADORNO ?? grazie
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  45. Un caso Gronchi sarebbe stato impossibile perché le 1000 lire erano già state messe in circolazione in enormi quantità e quindi sarebbe stato impossibile ritirarle, tanto più che era un taglio nuovo che era stato immediatamente "tesaurizzato" da tutti. Anche se la zecca le avesse ritirate, oggi sarebbero comunque al massimo non comuni da pochi euro. E ritirarle per un disegno sbagliato buttandoci un sacco di soldi sarebbe stato ridicolo, fermo restando che chi le ha disegnate era un autentico somaro.
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  46. salve prima di tutto vai su mio profilo , dopo modifica mio profilo. fai click a sinistra su scritta firma e scrivi quel che vuo , poi salva .
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  47. Giusto per la cronaca: per l'articolo che è stato pubblicato sul Giornale della Numismatica, non percepirò alcun compenso, come da me richiesto, ma mi verranno inviate 10 copie del giornale, gratuitamente. Una la terrò per me e le altre 9 le regalerò in giro...chissà che queste copie non inducano i nove lettori a diventare assidui della rivista. Certo, è un piccolissimo contributo, ma vi posso garantire che ci sono personaggi che si fanno fatturare anche 8 (otto) caffè per far pagare il costo all'Ente Pubblico di cui fa parte chi la offerti.
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  48. E già!!! Fu sempre lui... il bellicoso Per Giampaolo Cantelmo! Appoggiando la venuta di Giovanni d'Angiò, partecipò attivamente alla Congiura dei Baroni, anche se furbescamente (ed anche perchè imparentato) riuscì a salvarsi dalla vendetta di Ferdinando I d'Aragona. Le sue azioni nel territorio sorano e limitrofo, oltre che del re scatenarono l'ira anche del papa che mandò un esercito contro di lui e nella battaglia di Castelluccio (l'odierna Castelliri), il Cantelmo ebbe anche il coraggio di schernire l'esercito papale "En… Ecclesiasticum exercitum… Sinite veniant, cum fœminis pugnamibus: divides nos prœdas faciet: video pallere aliquos, quid timeli?... Religio vobis metum incutit, et inane Papœ nomen veremini, quem Christi Vicarium vocant? Vana superstitio est", ma l'esito della battaglia non gli fu favorevole. Sconfitto chinò il capo e si dichiarò fedele a re Ferdinando I... ma solo per riprendere le sue scorribande. Il Tuzii nella sua opera Memorie istoriche massimamente sacre della città di Sora scrive: "Tutto promise Pietro ma poi nulla osservò. Anzi passato il pericolo, divenuto più fiero, si mosse ad infestare lo Stato Ecclesiastico, talmente che volendo Pio (II), per isfugire ai caldi estivi di Roma, passare alle frescure di Tivoli, il sopradetto Duca di Urbino gli rappresentò, che, sarebbe molto pericoloso quel soggiorno mentre il Duca di Sora infestava il Lazio con frequenti scorrerie. Perciò il Pontefice risoluto di punir efficacemente la contumacia del detto Duca, gli spedì contro con forte armata Napolione Orsino..." . L'esercito papale sconfisse nuovamente le truppe del Cantelmo ed il papa accordando la resa al duca di Sora chiese la restituzioni dei territori che "aveva conquistato ai monaci di Montecassino, alla Marchesa di Pescara, e al suo fratello Conte di Popoli, che ritornasse fedelmente alla parte di Ferdinando, che cedesse alla Chiesa Romana, Sora, Arpino, l’Isola, Castelluccio, Casalvieri, Fontana, con molte altre terre e castelle, che per se ritenesse solo alcuni pochi e piccoli luoghi". L'accordo di pace fu firmato il 10 giugno del 1463 in una chiesa ad Arpino. Credete che il Cantelmo si sia ravveduto??? Intanto da alcuni documenti risulta che si firma Sorae Albetique dux , quindi continua a mantenere il titolo e all'inizio della 2° congiura dei baroni, nel 1487, si schiera nuovamente con la fazione angioina assieme ai suoi tre figli (interessante leggere a proposito D. SANTORO, Della vita e delle opere di Mario Equicola, Chieti, 1906 in cui si suppone che l'Equicola sia figlio illegittimo del Cantelmo). Ferdinando I sconfigge nuovamente i baroni ribelli e questa volta il Cantelmo e i figli fuggono per evitare sorte peggiore e vengono accolti in alcune corti italiane. Passa qualche anno e il Cantelmo, che pare si fosse rifugiato in Francia, torna all'assalto nonostante l'età avanzata assieme all'esercito di Carlo VIII, ma anche in questo caso, con il rientro precipitoso del re francese in patria, i sogni di gloria dell'ormai vecchio duca di Sora si infrangono. Nonostante una resistenza all'assedio alle truppe aragonesi guidate da Consalvo di Cordova, i difensori di Sora, capitanati da Mario Equicola si arrendono, ma solo dopo che la resa viene appoggiata proprio dal Cantelmo. L'assedio si sposta ad Olveto (Alvito), ma anche qui la fine è scontata (in proposito è interessante leggere quanto riportato in G. B. CANTALICIO, Delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando Aylar di Cordova detto il Gran Capitano). Il Cantelmo è sconfitto definitivamente ma "pur di non chinar la fronte al vincitore, preferì andar ramingo e morir nell’indigenza, non si sa neppure dove" . Durante la prima congiura dei Baroni a Sora Pier Giampaolo Cantelmo fece coniare arbitrariamente dei Bolognini d'argento (molto rari) scengliendo un nominale che trovandosi Sora al confine con lo Stato della Chiesa era noto e quindi circolava e veniva accettato da tutti. Il primo che attribuì il bolognino a Sora fu il Pfister (I. G.PFISTER, Unique coin of Sora struck in 1462 when the duchy of Sora became annexed to the patrimony of St. Peter, in Numismatic Chronicle) seguito dal Cartier (E. CARTIER, Monuments Numismatiques de l’expédition de Charles VIII en Italie, in Revue numismatique francais 1848) , ma ambedue commisero l’errore di assegnare queste monete ad un’emissione della Chiesa interpretando la legenda del D/ come PETRVS ET PAVLVS invece che PETRVS IO PAVLVS e confondendo, dunque, il nome di Pier Giampaolo Cantelmo con quello dei santi Pietro e Paolo. Sarà poi il Lazari a chiarire la legenda ed attribuire giustamente il bolognino al Cantelmo nel periodo compreso tra il 1459 ed il 1461. Invece durante il periodo di Carlo VIII fece coniare dei cavalli in rame oggetto della discussione. Qui si possono osservare le monete http://www.lamonetapedia.it/index.php/Sora Non postate più di queste discussioni altrimenti non riesco a trattenermi e vedete quanto scrivo... rischio di diventare noioso :P Per Liutprand... ho accettato la tua provocazione :) e spero di essere stato esauriente nella risposta... ma appena ci incontriamo mi devi un caffè :D.
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