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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/16/13 in tutte le aree
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Divulgare, tutelare, valorizzare, aiutare....ma anche collaborare, fare gruppo, essere uniti...., tutto può aiutare oggi la numismatica italiana. Un giorno ebbi la fortunata occasione di vedere da una barca un gruppo, un gruppo numeroso di delfini che insieme correvano e saltavano le onde ; i delfini procedevano affiancati alla barca e la scortavano per un lungo tragitto. Penso che fu una delle cose più belle che abbia visto in vita mia, ero affascinato, ammirato, senza parole, gli animali, la natura che spettacoli sanno offrire. I delfini.... eleganti, intelligenti, veloci, plastici nel loro muoversi, eppure queste erano solo alcune delle loro fantastiche caratteristiche...ce n'era un'altra più evidente, più importante, fondamentale direi. I delfini si muovevano in sincronia, ma tutto questo avveniva in gruppi, grandi, organizzati e numerosi gruppi ; alla base del loro fantastico movimento c'era la coesione, l'unione, formavano una comunità. Addirittura è risaputo che quando c'è un membro in difficolta del gruppo ed è incapace di nuotare, gli altri lo aiutano, lo portano in superficie a respirare, lo sorreggono. Grande esempio quello della comunità dei delfini, non solo visivo, ma anche reale, fattivo. Ora mi direte a questo punto, bravo, ma che c'entrano i delfini con la numismatica, c'entrano...., c'entrano anche loro. Io penso che le varie componenti della numismatica dovrebbero imparare molto dai delfini, dai loro comportamenti, credo che la numismatica non sia diversa da altri ambiti, anche più importanti e meritevoli di attenzione della nostra società. Tante componenti in un mondo tutto sommato di nicchia, ma che se non interagiscono, parlano, collaborano, fanno gruppo, squadra, se non sono uniti, almeno sui valori e sui temi fondamentali, difficilmente potranno cambiare qualcosa. Difficile ? Si, difficile, ma credo che questo sia il primo presupposto indispensabile, unire più componenti e voci possibili e poi procedere....come i delfini, in gruppo, la natura, gli animali ci insegnano molto, a volte basta solo guardarli e osservarli...., Mario6 punti
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Nel caso in cui il collezionista si ritrova in mano due parpagliole senza data, le caratteristiche che permettono identificare la parpagliola di Filippo II da quella di Filippo III sono: Filippo II Rovescio - La provvidenza ha il braccio sx coperto dalla veste. Filippo III Rovescio - La provvidenza ha il braccio sx nudo. La figura della provvidenza è più grande. Filippo II Dritto - Scudo con le volute convesse e aquila con le ali sempre chiuse. Filippo III Dritto - Scudo con le volute concave e aquila con le ali aperte o chiuse.2 punti
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@@UmbertoI quest'ultima osservazione non l'avevo presa in considerazione...se è plausibile allora cambio idea :)2 punti
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A Cesare quello che è' di Cesare, a Dio quello che è' di Dio. A noi ... tregua ! Polemarco2 punti
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Segnalo che, nell’ambito di una delle presentazioni del romanzo storico “Viteliu”, già accennato in una discussione: http://www.lamoneta.it/topic/99192-viteliromanzo-storico-sulle-guerre-sociali/?hl=viteliu è intervenuto nientemeno il famoso archeologo prof. Adriano La Regina, il quale ha colto l’occasione per anticipare la recentissima scoperta di un denario della Guerra Sociale a Pietrabbondante, nel 5 agosto 2013. Esiste su internet un breve video che ne parla: https://www.youtube.com/watch?v=8TOD3j52I0s Allego per comodità l’immagine del denario proiettato nella presentazione. Speriamo che presto verrà pubblicato un lavoro che descriva le circostanze e il contesto di tale rinvenimento, particolarmente importante se si considera che sono rari i rinvenimenti noti, una dozzina, ma quasi tutti molto vecchi e praticamente uno solo da un attestato scavo archeologico, quello di Campochiaro 1980: presso il noto santuario sannita, oltre a numerose monete greche e romane furono trovati anche almeno due denari italici, con il comune tipo Testa laureata di Italia e Viteliu in osco/Guerriero stante (Campana 124n e 136f), ma purtroppo isolati e in contesti stratigrafici non precisamente databili. Non sono più tornato sull’argomento della monetazione della Guerra Sociale, ma pare che gli scavi di Campochiaro abbiano prodotto in realtà un maggiore numero di esemplari, se è corretto un mio vecchio appunto che ho trovato: Campochiaro. Venti anni fa erano circa 730 le restituzioni di materiale numismatico che si erano avute nel famoso santuario di Campochiaro. Tra quelli resi noti dalla Soprintendenza tra il 1980 ed il 1982 erano 78 pezzi di cui 5 bronzi di Aesernia, 8 di Cales, 4 di Suessa, 3 di Teanum, 3 di Ebusus, 4 di Arpi, 1 di Paestum, 1 didracma e 12 bronzi di Roma e dell’Italia meridionale, 1 obolo di Phistelia, 2 didracma, 1 triobolo e 4 bronzi di Neapolis, 1 didracma di Velia, 10 denari romani e della guerra sociale e 18 monete imperiali romane da Augusto a Costanzo Cloro. Altre zecche citate dalle fonti sono Heraclea, Lucera e Messana. Al solito è piuttosto carente la documentazione pubblicata, a parte quella curata dalla dr.ssa Capini della Soprintendenza del Molise, nel 1982. Speriamo che il prof. La Regina possa presto offrire ulteriori chiarimenti sulla monetazione della Guerra Sociale e possibili cenni sui vari contesti archeologici noti, almeno nella zona del Molise, dove in genere è maggiormente concentrata la circolazione dei denari italici. La moneta illustrata e trovata a Pietrabbondante dovrebbe corrispondere a Campana 108, con la lettera F al rovescio e nota da una sola combinazione di conii e con 12 esemplari censiti sul Corpus di Campana. Tuttavia l’immagine del diritto sembra discostare un poco dalla combinazione a me nota. Riporto un esemplare noto, di ottima conservazione, del British Museum (= Campana 108h)2 punti
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Confermo Scheo....!..Venezia DECRETO 21/6/1539 -( prima edizione) et 12/9/1565 seconda edizione............, gazzetta del I° tipo con leone alato, del valore di 2 soldi = 24 bagattini- Paol. 709 esistono molte varianti. D/ Sanctus Marcus Ven (etus) - Leone di S. Marco stante a s. R/ Diligite Iustitia(m) - La Giustizia seduta su du leoni La Gazzetta fu coniata per la prima volta nell'anno 1539 dal Doge Pietro Lando(1539-1545). E' una moneta dal peso di circa Grammi 0,78 e del valore di 2 Soldi in argento di bassa lega, (0,478 millesimi). Queste monete circolarono per tutto il Dominio veneziano fino al XIX secolo. al diritto il Leone di S.Marco dentro cerchio di perline; la legenda presenta "SANCTVS MARCVSVENETVS". Al rovescio la Giustizia seduta tra due leoni con spada e bilancia, all'esergo il valore e la legenda "DILIGITE IVSTITUAM". tra i documenti che conosciamo su questa moneta uno curioso del 27 gennaio I550 col quale si sospendeva la coniazione delle gazzette per esservene già troppe in circolazione. Il Consiglio dei Dieci aveva deliberato nel giugno 1539 la emissione di pezzi da uno e da due soldi : scopo quello di espellere le monete forestiere di cattiva qualità come " quatrini, sesini, becci forestieri, carantani et soldini" impedire l'entrata di monete forestiere scadenti in primis , ma in seguito fu continuata su larga scala per profittare dell'utile che ne veniva dalla coniazione2 punti
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Mi ricordo quando qualche anno fa, non molti, iniziai ad appassionarmi di numismatica, leggevo, studiavo, la SNI, il Cordusio, il forum poi, e cercavo di capire questo mondo che era diverso dal mio, molto. Anni fa la situazione bisogna anche dirlo era diversa, se guardiamo, i cambiamenti ci sono stati, c'erano delle porte chiuse quasi sempre e molte difficoltà. Ora devo dire che vedo porte aperte, alcune socchiuse, altre ancora troppo chiuse, quindi un passaggio c'è stato, ma non basta ci vuole un ulteriore step, quelle socchiuse si devono aprire, quelle molto chiuse devono creare un piccola apertura. Si deve cercare il dialogo dove ancora non esiste o è poco, il forum è stato in questa situazione una ventata di giovinezza anche effettiva, un ampliare la base, il far accostare tanti, giovani e meno giovani, la numismatica parla ora, si confronta anche a distanza, cresce, impara, diventa per tutti e di tutti. Ovviamente non finisce tutto qui, poi ci si deve incontrare con gli ambiti esterni, ma certamente gli estimatori per questa nuova era incominciano ad esserci, ma bisogna continuare, l'opera è in corso deve completarsi, per il momento accontentiamoci di fare gruppo e creare sinergie tra noi ed altri, collaborare, parlare, tutto questo ci servirà più avanti, Mario1 punto
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Beh, complimenti Parpajola siamo entrati alla grande con Filippo III, c'è da dire che i tre anni citati sono quelli che hanno esorbitanti coniazioni, il 1608, il 1609 e 1619, ma negli altri abbiamo standard ben differenti, forse si voleva compensare le emissioni copiose, per esempio il 1610 ha 36.385, un 1612 107.920 , quindi forse poi nell'analisi di questi dati numerici poi magari bisogna introdurre le medie per periodo che saranno ben diverse da questi numeri e certamente minori. Anche se poi ci sarà anche il fenomeno delle falsificazioni da tenere in conto che entrerà alla grande in tutto e complicherà la situazione. Si cercava comunque di immettere nelle monete un titolo d'argento tale da raggiungere un valore almeno pari al suo costo reale. Mi metto ora per un attimo nei panni del collezionista che cerca di catalogare una parpagliola, abbiamo visto per Filippo IV un carattere distintivo per le simbologie presenti in esergo al rovescio, abbiamo con Filippo III emissioni con date, quindi inequivocabili, la zona grigia aleggia da Filippo II a Filippo III e comprende il tipo MIR 351/6 di Filippo III. Vediamo se riusciamo a delineare qualche differenza iconografica fondamentale per riconoscere in questi casi un Filippo II da un III.1 punto
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Scusate forse non capisco io...Se prima è stata impressa la "E" con 3 stanghette fatte in un modo, poi é stata impressa la "L" sopra: a questo punto se focalizziamo la nostra attenzione solo sulla stanghetta centrale , essa si vedrà arrivare addosso una zona piatta del punzone recante la L, che andrà proprio contro tale rilievo, e che tenderà a deformarla, ad assottigliarla e a farla apparire diversa, uno dei due periti per altro ha ipotizzato che la E iniziale sia servita solo per verificare l'esatta posizione del carattere e che quindi sia stata impressa solo leggermente...1 punto
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mi sa che è anche questione di età, i giovani tendono a vedere il bicchiere mezzo pieno :-)))1 punto
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Si tratta della testa normale grande, quella piccola presenta anche una differente capigliatura ed espressività. http://www.ilportaledelsud.org/carlino_1855.htm La conservazione è a parer mio uno spl/fdc, ma se dal vivo il colore del metallo dovesse essere bello lucente allora anche un q.FDC. Purtroppo quelle piccole debolezze o graffietti di conio centrali al tondello abbassano il livello dei rilievi ma non del giudizio sullo stato conservativo. Ne ho visti di FDC di questi piccoli nominali ma mai al 100% della capigliatura o barba integra.1 punto
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Vedendo che non ci sono più contributi per la Parpagliola di Filippo II iniziamo a vedere quella del suo successore. Il periodo di coniazione della parpagliola della provvidenza è stato dal 1600 al 1621,con milioni di pezzi battuti, specialmente copiose per gli anni 1608 2.073.755, 1609 1.151.780 e 1619 1484.736 ( fonte Carlo M. Cipolla ). Di seguito i pesi di riferimento per anno di coniazione ( fonte Carlo M. Cipolla ). 1600 al 1601 gr. 2,52 1602 gr. non riportato 1603 gr. 2,50 1604 al 1607 gr. non riportato 1608 al 1618 gr. 2,45 1619 al 1621 gr. 2,44 Con Filippo III inizia il decadimento della qualità di coniazione, aumentata anche dalla pratica di tosatura delle monete. Nel Volume del Crippa la parpagliola di Filippo III è catalogata al numero 20 e rappresenta con 5 varianti. Crippa 20/A 1602 R/4 Crippa 20/B 1603 R/2 Crippa 20/C 1608 R/3 Crippa 20/D 1608 NC Crippa 20/E s.d. C Negli studi effettuati sulla parpagliola milanese da Dalle Vegre / Vajna del 1991, è catalogata con quattro tipologie ( Tipo II, III, IV e V ), eseguendo il match tra il dritto: scudo con volute concave/scudo speciale e aquila con ali abbassate/aperte, e il Rovescio con in esergo la data/senza data. Il MIR è allineato ai due studi precedentemente descritti, catalogando per data, tipologia di scudo e aquile con ali abbassate/aperte, MIR 351/1 a MIR 351/6. Iniziamo a vedere le caratteristiche principali della moneta. Dritto : Scudo di Milano con volute concave, le aquile possone avere ali abbassate o aperte. Legenda : MEDIO LANI.D Varianti di legenda : MEDIO LANI.D. - MEDIO. .LANI.D Dritto-A : Scudo di Milano con ornato, le aquile hanno le ali aperte. Legenda : MEDIO LANI.D Varianti di legenda : MEDIO LANI.D. - .MEDIO LANI.D Rovescio : La provvidenza in piedi, braccio sx nudo e appoggiato alla colonna, il braccio dx con una bacchetta tocca il globo terrestre. Legenda : PROVIDENTIA Varianti di legenda : .PROVIDENTIA. Spesso per la A è stata usata una V capovolta. In esergo 1602, 1603, 1608 oppure niente ( a inizio/fine data possono esserci punti ). Nello studio effettuato, invece, ho riscontrato cinque tipi di Dritto e quattro tipi di Rovescio. Per la catalogazione dei rovesci, per facilitarne il riconoscimento, ho preferito distinguere per data e della data in quanto la figura della provvidenza ha minime differenze.1 punto
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Mi chiedo come facciano a lavorare le prossime emissioni autunnali ..., tenendo presente che c'è stata anche l'emissione straordinara della moneta da 5 € ag "inizio pontificato" ...1 punto
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Fai come Jerry Calà, che nascondeva Ilsole24ore in mezzo a Playboy perchè si vergognava :D1 punto
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Zecca di Siena, quattrino (II tipo), delibera del 16 aprile 1371, segno di zecca 61-64?M.I.R.,507. Ciao Borgho.1 punto
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Per completezza, illustro la Serie 7a, che precedeva quella illustrata prima, con ITALIA spostata al diritto e la lettera di controllo dell'emissione all'esergo del rovescio. 1) Lettera A (Campana 104, con i conii D91/R69): 2) Lettera B (Campana 105, con i conii D92/R70) Come già accennato, la lettera B del secondoi conio appare male disegnata, forse per una certa incompetenza dell'incisore....1 punto
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Concordo. Premetto che attualmente sto leggendo il libro, magari lentamente anche per la notevole ricchezza di dettagli e di richiami che in ogni caso denotano una profonda preparazione, anche biblistica, dell'autore, con puntuali citazioni. Non è un libro banale, tutt'altro. Personalmente mi dà molto fastidio, in linea di principio, che si possa formulare una forte critica senza leggere il libro (la famosa critica aprioristica). E' chiaro che uno può avere una propria convinzione e propria cultura, che va rispettata, ma per formulare una certa critica bisogna avere adeguati elementi da contrapporre. Tranquillizzo che il libro non mina la fede cattolica, ma fornisce un buon numero di chiavi di lettura che rendono finalmente meglio comprensibile un testo molto complesso come l'Apocalisse. Basta il fatto stesso che ancora adesso pure i più illuminati teologi e biblisti non hanno trovato un totale accordo per spiegare i vari dettagli e questo conferma che esistono ancora ampi margini per dare una giusta prospettiva al testo biblico. Mi sembra pericoloso liquidare tutto affermando che comunque il testo è "ispirato" e non c'è nulla da disquisire.... (e qui scivoliamo verso un inquietante fondamentalismo). Uno dei tanti e neppure il più secondario dettaglio è proprio quello numismatico, che permette di offrire una possibile spiegazione per il famoso numero 666. L'autore ha già sintetizzato molto la spiegazione in suoi precedenti posts, ma naturalmente bisogna leggere il libro per capire meglio le varie sfumature. Trattandosi di un saggio di ampio respiro, ovviamente l'aspetto più strettamente numismatico è trattato in maniera ancora introduttiva e l'autore si è ripromesso di scrivere una nuova opera, in corso di ultimazione, in cui si spiega più dettagliatamente l'uso dei numeri greci per quantificare la tiratura di alcune emissioni greche. In questo caso non c'entra più la Bibbia, ma la mentalità e l'economia greca e sicuramente ci sarà molto da discutere più appropriatamente in questa sede. Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.... (e lo disse anche Gesù)...1 punto
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Oggi mi è stato effettuato il prelievo per francobolli inizio pontificato papa Francesco, per la moneta sede vacante tutto tace ancora1 punto
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Ecco alcune monetine acquistate tempo fa in alcuni lotti che non avevo ancora postato.... - 1 cent Flying Eagle Cent Small Letters tiratura: 24.600.000 diametro : 19 mm peso: 4,70 gr materiale: 88 % rame, 12 % nickel1 punto
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Ti capisco, il postino è diventato un problema anche per me: le dimensioni della mia biblioteca sono ormai una minaccia per la pacifica coesistenza familiare, e ogni nuovo arrivo suscita polemiche. Ho pensato perfino di farmi una casella postale così da poter ritirare i libri di nascosto, roba che neanche se fosse pornografia... :ph34r:1 punto
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presa ieri per mia figlia che ama le monete finlandesi.Devo dire che nella sua semplicità è veramente una bella moneta.1 punto
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Ti allego anche la lunga discussione da cui è nato l'articolo che son riuscito a trovare negli indici di sezione : http://www.lamoneta.it/topic/73676-sulla-zecca-di-asti/ Bei ricordi rivedendola, bei momenti....se hai sangue freddo e tempo, di denari di asti ne vedi..., ne vedi...., Mario1 punto
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ne un affarone ne un errore, è una moneta gradevole per quella cifra...diciamo che è stato un buon prezzo...1 punto
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penso anch'io che se la stessa anomalia fosse stata riscontrata in una moneta della repubblica sarebbe stata considerata con più attenzione...il progresso tecnologico ha limitao sempre più le differenze individuali...purtroppo questo processo di omologazione non riguarda solo le monete...1 punto
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Capisco la riservatezza. In ogni caso, a mio avviso, non si tratterebbe di variante inedita ma piuttosto di errore di conio e quindi curiosità anche se intrigante. Se fosse come ipotizza Magdi ovvero una falsificazione sarebbe interessante per i tuoi studi. Comunque mai visti esemplari con tale particolarità. Tipo H2b, tecnica a martello quadrato e senza R scissa? Il taglio è calante per il tipo..... Cordialità Speriamo monbalda ci legga prima o poi.1 punto
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Qualche commento sulle immagini postate da Silvio. Post # 1305 Il pannello principale raffigura la battaglia di Isso nel 333 a. C. per la supremazia dell'Asia Minore, nella quale Alessandro, nonostante il suo esercito fosse in inferiorità numerica, sconfisse i Persiani di Dario III. Qui Alessandro cavalca un cavallo che s’impenna e sta caricando un Persiano rannicchiato per la paura mentre ne calpesta un altro. Le scene di guerra si susseguono e si può leggere l'agonia sul volto di un Persiano morente, uno dei tanti sparsi sul terreno, mentre l'esercito di Alessandro mostra una grande determinazione. Post # 1307 Sul pannello grande opposto la situazione è cambiata perché ora Alessandro controlla un Paese unificato e Greci e Persiani, ancora facilmente distinguibili dal modo di vestire (alcuni greci sono nudi, e tutti sono a capo scoperto), sono in gaia compagnia a caccia del leone e del cerbiatto. La scena di caccia è quindi tesa ad esaltare la riconciliazione greco-persiana e secondo alcuni vedrebbe come protagonisti un re persiano attaccato da un leone e Demetrio Poliorcete, il figlio di Antigono Monoftalmo, che accorre in sua difesa. I due pannelli dei lati corti del sarcofago sono simili e anche più semplici. Uno raffigura la battaglia di Gaza nel 312 a. C. (post # 1306), l’altro i Persiani che cacciano una pantera (post # 1308). apollonia1 punto
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@@magdi Ciao. Si, ci ritroviamo la domenica mattina dalle 9/9:15 fino alle 11/11:30 Se vuoi venire a vedere anche te più che volentieri!1 punto
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Gordiano / Mars Propugnat ? il dritto è questo, mentre il R penso a Mars Propugnat (che non trovo per ora)1 punto
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Linko una discussione in cui vengono elencate funzioni e tipologie dei gettoni. http://www.lamoneta.it/topic/102307-aiuto-identificazione-gettone/?hl=%2Bgettone+%2Bcamerale#entry1150786 il gettone in questione è probabilmente del tipo camerale ovvero un gettone di presenza alla camera degli stati generali in cui venivano rappresentati nobiltà, clero e borghesia delle varie regioni; come dice la descrizione del sito cgb il nostro è relativo alla nobiltà della regione d'Auvergne. ciao Mario1 punto
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...su ebay trovi solo quelli bruttini....realizzi poco oltre il valore dell'argento contenuto....guarda anche i realizzi delle aste battute, se la qualità è molto alta....le quotazioni di catalogo spesso si vanno a far benedire...1 punto
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@@10tony89 @@palpi62 Come ha già detto Palpi, queste medaglie hanno mercato in quanto sono acquistate - oltre che da appassionati di medaglistica - anche da nostalgici del regime come altri cimeli dell'epoca (documenti, pubblicazioni, distintivi, pugnali, divise) : per questo non mancano i falsi. Parlare di "prezzi medi".....non so cosa tu intenda. Alcuni pezzi sono più ricercati di altri e costano di più, anche se molto comuni (ad esempio, le spille con il ritratto del duce); alla prima Mostra/Mercato che ti capita di visitare puoi fartene una idea. Saluti.1 punto
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@@diego82@@fabio22 Ciao Diego : purtroppo non ho altro da aggiungere alle esaurienti spiegazioni di Fabio, non conoscendo i dati che chiedi. Quanto al suo valore commerciale...un esempio : se io raccogliessi cimeli bolognesi e non avessi la tua medaglia, l'acquisterei volentieri anche se non in buone condizioni, anche perché credo non sia facile reperirla sul mercato. In questo caso sarei disposto a spendere una cifra "d'affezione" pur di arricchire la mia collezione specializzata, 50 o 100 euro mi cambierebbe poco, pur di venirne in possesso.....Saluti.1 punto
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che vuoi sapere ? la moneta e` buona c e` una schiacciatura di conio ed e` di buon argento per un imperatore che ha svalutato di brutto certo un sesterzio era meglio.... comunque per me vale sui 15-20 euri bella la raffigurazione di giove con il tuono e l aquila ai piedi che si trova ogni tanto in questo periodo (io ho un sesterzio di settimio severo con giove cosi) e poi vien ripresa fino alle emissioni dello iovi conservatori della parte orientale dell impero sotto licinio1 punto
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puoi trovarene altri da confrontare sotto Trier 885 http://www.wildwinds.com/coins/ric/constantine/t.html1 punto
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Tiratura limitata? 23 milioni di pezzi emessi? :o E in quanto alle rarità sparati dai cataloghi (che per inciso, classificano R e non R2 questa moneta), dovremmo imparare ad avere un pò di senso critico.... il 2 cent 1861 Napoli in questa conservazione si trova con estrema facilità nelle ciotole da 1 Euro dei mercatini, poi che per motivi commerciali si voglia far passare la bufala che è una moneta rara in assoluto (lo è solo nelle alte conservazionI) non giustifica che anche noi dobbiamo difendere a spada tratta queste classificazioni solo perchè ci fa comodo! In un'altra discussione hai postato un 2 cent 1896 di poco migliore di questa, beh, quella è moneta che è giusto definire rara e lo è anche in bassa conservazione. Ma questa? Prima di addentrarci a difendere a spada tratta certi dogmi, bisogna studiare, e capire che di dogmi non ne esistono e che non è che perchè una cosa viene scritta su un catalogo diventi automaticamente vera in assoluto.1 punto
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be', credo sia sufficiente disporre un quadretto di velluto sotto la moneta... senza colla e senz'altro, così da inserire il cartellino direttamente sotto il velluto, evitando il tipico doppio ingombro. Un monetiere ce l'ho già: comprato confezionato da nota ditta, ma non è chi mi soddisfi troppo... Sarò un feticista ma mi piacciono le cose costruite all'antica, e la qualità dei materiali non è un elemento secondario.1 punto
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Il 17 febbraio 1857, The London Gazette in un articolo dal titolo "Court for Relief of Insolvent Debtors" (Tribunale per il rilevamento dei debitori insolventi) cita Richard Morgan in una lista di persone non in grado di pagare i propri debiti, e condannate per questo alla prigione dei debitori. Il suo nome figura anche in una petizione promossa per aiutarlo a pagare il suo debito. Petizione che probabilmente ha avuto successo (si restava in carcere finché non si era in grado di pagare, o qualcuno pagava per te), perché in quello stesso anno Richard si trasferisce con la famiglia da Bilston a Wolverhampton, dove tenta di rimettere in sesto le sue finanze lavorando come contabile e agente di commercio. Non sappiamo quale esito abbiano avuto i tentativi di Richard Morgan di risollevarsi, ma certo la personalità del giovane George, poco più che undicenne, fu profondamente trasformata dall'osservare che, nonostante le migliori intenzioni, il successo non era affatto garantito, la vita richiedeva grande fatica e capacità di rischiare. Rischi che si assumerà in prima persona vent'anni più tardi, lasciando la natia Inghilterra per la sconosciuta America...ma ci arriviamo per gradi ;) petronius :)1 punto
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Secondo me la Slovacchia è una delle più belle del 2013...anche come conio...1 punto
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Come nei miei precedenti studi (periodo 1278 - 1734), anche questa volta apro una discussione su questi personaggi presenti e lavoranti presso la prestigiosa Zecca Napoletana e per chiudere il cerchio, il periodo trattato è quello che parte dall'avvento di Carlo di Borbone (1734) a Napoli fino "e purtroppo" al 1860. Già molto ho messo su carta, sono nella fase terminale del lavoro, qualche ritocco e poi via; ringrazio da subito Francesco che molto mi stà aiutando nel portare avanti questo lavoro, non facile devo dire, credevo meno, lo condividerò certamente con lui...eh..eh. qui entrano in ballo anche le Medaglie. Vorrei creare un "salottino" dove tutti posso intervenire, chiedere lumi e quant'altro fosse indispensabile per rendere questa discussione il più interessante possibile........ognuno di noi ha sicuramente qualche domandina o qualche dubbio da sciogliere....bene, il periodo che si va ad analizzare, in questa sezione, è molto trattato e le monete sono alla portata di tutti, le medaglie un po' meno. Sperando che la discussione abbia successo inizio con il riportare dentro un paio di discussioni che avevo iniziato a tal proposito, in modo tale da tenerle tutte unite. Vi ringrazio anticipatamente...Pietro http://www.lamoneta.it/topic/110613-medaglia-per-le-nozze-di-carlo-iii-maria-amalia/ http://www.lamoneta.it/topic/110809-aiuto-120-grana-1788-sigle-bp/ http://www.lamoneta.it/topic/110954-6-ducati-1766-sigla-ia/ Bene......diamo inizio agli interventi: ...........per esempio, dopo anni ed anni di post, di immagini di monete da 120 Grana di Ferdinando II di Borbone ( Primo tipo, Secondo, Terzo, Quarto e via discorrendo...belli, brutti ecc. ecc.) ci si è mai posta la domanda, ma chi ha inciso queste Piastre ? chi "Governava" la Zecca a quell'epoca ? Prego........!!1 punto
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Bravo Mafir, credo, a mio modesto parere che il tuo modo di " capire/spiegare " sia quello giusto per iniziare una discussione su questo delicatissimo argomento. Grazie Ciao Stefano1 punto
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Dear Orvieto I believe in the prior discussion it has not been provided you any means to express yourself and also to receive proper counselling. You are probably accustomed to british law where coin finding and even metaldetector is allowed by law, with the only condition that any coins found be repoerted to authorties for tracking, registering and eventually purchase from the founder (if the coin is missing form public collections). In Italy law is much more retrictive, albeit not fully defined and clear, but every "ancient" coins found by accident on public ground (and especially archeological site) must be not only reported to teh Authorities but also surrended to them. Right or wrong this is the law currently enforced in Italy, though there is still not a generally agreed definition of what "ancient", the most restrictive interpretation going as far as defining ancinet "any" coin more than 50 years old (which would mean that evn 50 liras - a coin roughly equivalent to a shilling - struck 50 years ago lost by its owner if found today should be immediately reported and surrendered to Authorities.. I believe more than the intrinsic value of the coin you found, an albulo struck by the Republic of Lucca shortly before 1400, by far the value lies in the information that can be derived by the find itself. That is is quite interesting to register the find of this coin in Orvieto testifying the circulation of such pieces for this age in that area. For your information Orvieto has never been a fully fledged mint although it has struck a denaro (Urbs Vetus) in the XIII century. My suggestion would be , if possible, that you publish a few lines about the find of this coin eventually being helped by a professional numismatist, before submitting it to the local Soprintendenza delle Belle Arti, the institution looking after Italy's cultural heritage which will be the best reference to provide you guidance with your find (they may even say you can keep the coin, who knows..) Below I reported the address of theior offices and the responsible whim eventually you can address. I know it's a bit worksome but it's the way it works in Italy. Hopefully one day things will improve. We are working, also at this Forum, in this direction. But remember more important is that you try to have recorded through the help of a professional numismatist the info regarding the find. Good luck and hope you can enjoy your visits to the charming city of Orvieto and our beautiful Country ! Soprintendenza Beni Archeologici e Ambientali dell'UMBRIA Responsabile: arch. Anna DI BENE Città: Perugia Indirizzo: Via Ulisse Rocchi 71. CAP: 06100. Provincia: PG Regione: Umbria Telefono: 0755741111 punto
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Buona sera a tutti. Si tratta di una sentenza "in linea" (per così dire) con il più recente e restrittivo orientamento del Giudice di legittimità. Va detto che non conoscendo esattamente i fatti (- si parla di monete ma anche di un puntale, di un collo d'anfora, di frammenti di terracotta, di frammenti di mosaico ed altri reperti metallici -), non si capisce se un tale "corredo" possa essere il frutto di una comune collezione, creata attraverso regolari, seppur eterogenee, acquisizioni, ovvero vi sia all'interno della suddetta collezione una componente di materiale di provenienza "dubbia". Non disponendo delle sentenze dei gradi di merito (e specialmente della sentenza di primo grado) non è possibile desumere quello che non trapela dalla decisione postata da Enrico, anche se una "doppia conforme" (ovvero due decisioni conformi di condanna nei gradi di merito) farebbe pensare ad una situazione in fatto sufficientemente compromessa. Una cosa penso la si possa comunque dire subito e cioè che mischiare nella propria collezione reperti e frammenti vari con materiali numismatici può deporre molto negativamente ed è altamente sconsigliabile (e parliamo fin qui sempre di PREVENZIONE...!!!). Ma direi che più che il caso concreto trattato in sentenza, ci interessano i principi enunciati dal Supremo Collegio. A questo proposito, quello che personalmente temo di più (e che trovo più aberrante) è la prova richiesta per suffragare la legittima detenzione delle monete. Il principio, esposto a pag. 2 della sentenza continua ad apparirmi (passatemi il termine) "mostruoso" giacchè, anche in caso di archiviazione del procedimento, "i beni di interesse artistico, storico o archeologico devono essere restituiti allo Stato, non soltanto, in caso di positiva verifica del loro "interesse culturale", ma anche, nel caso in cui risoltasi negativamente detta verifica, il detentore non fornisca prova della legittimità della detenzione, in quanto il giudizio di infondatezza della notizia di reato non impedisce l'operatività della presunzione della loro appartenenza al patrimonio dello Stato, ovvero al demanio pubblico". Salvo che il detentore non fornisca la prova della legittimità della sua detenzione. Se la prova da fornire fosse una prova ragionevole, potrei anche essere d'accordo con tale impostazione (anche se l'inversione di tale onere sul proprietario sovverte di per sé le comuni regole processuali); ma qui la prova richiesta è "diabolica", nel senso che diviene pressoché impossibile per il proprietario collocare la legittima acquisizione del bene, sua o dei suoi danti causa, in un momento anteriore alla Legge del 1909 e quindi prima che tali cose, rinvenute nel sottosuolo o nel fondale marino nazionali (quindi non tutti i reperti..ma solo quelle lì..si badi bene!) divenissero ope legis proprietà dello Stato. Potrei presto trovarmi a ricorrere per Cassazione proprio in una caso come questo, ma relativo esclusivamente a monete, nel quale è attualmente in corso, dopo l'archiviazione disposta dal GIP, una verifica di culturalità (sui generis...perché sembra venga svolta informalmente...!!!) delle monete da parte della Soprintendenza. Verifica che, a mio modestissimo parere, sia che sia negativa che positiva, non cambierebbe la situazione proprietaria delle monete. Nel senso che se le monete sono state legittimamente acquisite dal collezionista, tale verifica potrà al più incidere sullo status di tutela delle stesse (se ne venisse riconosciuta la culturalità) ma non potrà certamente dipendere da una verifica positiva il mutamento del diritto di proprietà. Il principio enunciato dalla Corte sembra invece sottintendere che: - se la verifica di culturalità da esito positivo, le monete se le prende lo Stato. Punto. - se la verifica è negativa, allora si presume che le monete sia comunque dello Stato, salvo che tu collezionista non mi dimostri il contrario. Trovo assurda questa impostazione perché confonde l'individuazione del diritto di proprietà con lo status di bene culturale (o di bene privo di culturalità) della res. Nel caso di cui mi sto occupando parliamo di circa 30 monete puniche, di cui 2/3 circa acquistate da casa d'aste o commercianti con regolari documenti Il terzo residuo è stato acquistato su Ebay da un venditore che venne denunciato a suo tempo. Tuttavia è stato poi assolto e gli sono state anche restituite le monete. (Postai sul Forum la sentenza di assoluzione del Tribunale di Oristano). Quindi il mio Cliente, la cui posizione è stata archiviata e sulle cui monete è in corso una sorta di verifica di culturalità, si trova ad aver acquisito tutte le 30 monete o da casa d'asta, o da commerciante o da venditore di Ebay già denunciato ma poi assolto con formula piena e con restituzione di tutte le monete in sequestro. Non siete curiosi anche Voi di sapere come andrà a finire questa storia? La culturalità su tutte le monete è già stata esclusa, in sede di indagini preliminari, dallo stesso perito del P.M., considerato il più prestigioso studioso italiano di monetazione punica. Ma al GIP non è bastato e adesso la palla è alla locale Soprintendenza. Mi aspetto che anche quest'ultima si pronunci conformemente al Perito del P.M. (se non altro per deferenza accademica....in realtà perché sono monete assolutamente comuni.) Ma allora che fine faranno??? Li sto aspettando al varco.... :crazy: Saluti. Michele1 punto
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Salve Se può interessare, questo è il risultato della pulizia di un gettone di ottone immerso in una soluzione acquosa diluita di EDTA sottoposta a ultrasuoni. apollonia1 punto
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E' fondamentale precisare che i gettoni potevano avere due funzioni fondamentali: gettoni di conto e gettoni di presenza (più tardi anche gettoni da gioco). Secondo gli autori dell'opera da me linkata il nome stesso Jeton (derivante da jetoir, trasformato in gettoir; gectoir; gettouer e varie altre sino alla forma oggi conosciuta)all'epoca significava "contare" (??, oggi jetter significa gettare)tanto che la definizione "jeton de compte" era un pleonasma, mentre "jeton de presence" era una specificazione di funzione E' documenato che a partire da Louis XII la chambre des comptes (che però acquisì questa definizione sotto Philippe le Bel) aveva il compito di controllare le entrare e le spese del reame, ma esistevano altri gettoni per altre funzioni statali quali i Tesorieri di Stato, i Maestri Generali in affari monetari, la corte del Re e la cerchia della famiglia reale. L'appartenenza a queste funzioni e la presenza alle loro attività dava diritto ai gettoni di presenza ed al controvalore che rappresentavano (Sarà così più tardi anche per gli appartenenti agli stati generali) a tale scopo vennero coniati anche gettoni in argento e d'oro Altra funzione ed aspetto avevano i gettoni di conto; per una migliore comprensione della loro funzione ed uso rimando alla discussione linkata http://www.lamoneta.it/topic/98362-tessere-e-gettoni-di-conto-a-che-servivano/]http://www.lamoneta.it/topic/98362-tessere-e-gettoni-di-conto-a-che-servivano/ Perchè riprodurre un gettone d'età precedente? In questo caso parlerei più di continuazione nella produzione di un modello quasi immobilizzato che perde per strada parte dei connotati caratterizzanti dell'originale, la legenda degenerata ne è un esempio. Da tenere presente che la produzione di tali gettoni era notevole in quanto la maggior parte delle camere rinnovavano i gettoni ogni anno, in alcuni casi anche ogni semestre I gettoni di conto in uso agli organi camerali rappresentati nella tavola che ho allegato vengono fatti risalire fra il 1316 ed 1388, ma il tuo, come scrive Augustus, dovrebbe essere più tardo Ok, per il momento mi fermo ciao Mario1 punto
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Ora dobbiamo aggiungere le decine delle lire. Abbiamo già una tessera sul 90 ed andiamoci ad aggiungere le 70 lire della seconda cifra. Ormai il procedimento è acquisito e andiamo a spostare verso sx la tessera di quante sono le decine di lire da aggiungere. Quindi nel primo passaggio metteremo una tessera su 100 (+10) (lasciandola lì) e ne prenderemo un'altra per terminare la somma partendo da 10 (+20), 20 (+30) .... fino ad arrivare a 60 (+70). Analogamente a quanto fatto finora, si toglie la tessera sul 100 e si sposta a sx quella posta sulle centinaia (800) portandola a 900 ed ora passiamo a sommare le centinaia di lire. Partendo da 900 andiamo a sommare le lire della seconda cifra (400). Spostiamoci a sx fino a 1000 (+100) e lasciamo la tessera. Ripartiamo da 100 (+200) e così via fino a giungere a 300 (+400) e lì posizioniamo la tessera. Ora siamo in questa situazione Non ci rimane che sommare le migliaia di Lire. Togliamo la tessera sul 1000 e spostiamo la tessera sul 6000 di una casella a sx, quindi su 7000 ed andiamo a sommare le migliaia di lire della seconda cifra (6000). Stesso procedimento, spostiamo a sx la tessera da 7000 a 8000 (+1000).... fino a 10000 (+ 3000), qui lasciamo la tessera e ne prendiamo un'altra e ripartiamo da 1000 (+4000)... fino a 3000 (+6000) e posizioniamo la tessera. A questo punto per terminare la somma basta togliere la tessera su 10000 e spostare di una casella a sx la tessera delle decine di migliaia che era su 40000 e portarla su 50.000. La somma è terminata e la tabella si presenta come segue: Quindi il risultato dovrebbe essere lire 953367, soldi 4, denari 3. Ed infatti la somma di lire 946893, soldi 16, denari 6 con lire 6473, soldi 7, denari 9 è proprio quella. Può sembrare complicato, ma all'epoca era un ottimo sistema anche per chi era anlfabeta. Questo metodo però ha il vantaggio di usare poche tessere, ma lo svantaggio di fare una somma alla volta. Infatti c'è un altro sistema che prevede la somma di più cifre assieme, ma la necessità di più tessere magari di colore diverso o di tipo diverso per distinguersi tra loro... ma per oggi basta. Credetemi, è più facile da capirlo che da spiegarlo.1 punto
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