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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/08/13 in tutte le aree
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visto che gli altri utenti che leggono questa discussione non sanno cosa è successo in chat, io e come chiunque altro utente che legge, vede il tuo intervento come una critica, mezza polemica, quindi, la mia risposta è in conseguenza di quello che ho letto qui! chi non sa cos'è successo in chat non può intervenire? allora discutete di sta identificazione in privato tra di voi, visto che sembra riservata solo a chi era in chat in un determinato momento. saluti2 punti
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Scusa se insisto ma continuo a non capire quello che dici, o forse abbiamo due concetti di versi di collezionismo. Ti faccio un esempio semplice, hai mai fatto da ragazzino la collezione delle figurine ? Cosa facevi...incollavi nell'album solo le figurine che ti piacevano di più....? Solo quelle della tua squadra preferita...? Non incollavi le figurine dei calciatori che a te risultavano più antipatici...? Io credo che l'ambizione di chiunque fosse quella di "COMPLETARE" l'album.2 punti
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E non solo le monete...:) Tornando ai Leoni, bella, proprio ieri rileggevo un vecchio post sul ritiro di quelli con contorno liscio per poi procede alla rigatura. Periziata come? spl+\qfdc?2 punti
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Buona Domenica @@BiondoFlavio82 dice: "Risponderò con una similitudine. Prendiamo appunto l'epigrafia..., oggi collezionisti privati di iscrizioni si contano sulle dita di mani e piedi in tutta Europa, ma non per questo la ricerca si è arenata: procede a gonfie vele, con edizioni di nuovi materiali e riedizioni (e talvolta riletture) dei vecchi, e l'uso delle fonti epigrafiche è ritenuto imprescindibile da qualunque storico. Credo che la medesima cosa accadrebbe per le monete... Cioè cambierebbe poco o nulla." Similitudine....un po' "tirata per i capelli"; non credo che una stele o una lastra di marmo scritta, si possa trovare, con le medesime iscrizioni, in migliaia, se non centinaia di migliaia (alcune monete anche in milioni) di pezzi. Non sono un cultore della materia, ma credo che ogni epigrafe sia pressocché unica. Perdonami, BiondoFlavio82, ma non sono d'accordo con l'accostamento fatto, anche perché la diffusione tra la collezione di epigrafi e di monete, ha storia ed evoluzione diversissima. E' proprio qui che la moneta (salvo le dovute eccezioni) si differenzia in maniera così prepotente da altri reperti ed è per questo che dovrebbe essere considerata per quelle che sono le sue specificità. Saluti luciano2 punti
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non riesco a capire il senso di questa critica due utenti hanno dato la loro opinione giusta o sbagliata che sia non hanno ne criticato ne hanno offeso nessuno, è chiaro che non sono monete templari ma artefatti ( i templari non potevano coniare moneta), è altresì chiaro che per giudicare con certezza una moneta serve averla in mano, quello che mi lascia perplesso è questo modo di scandalizzarsi...bha sarà la vecchiaia....però io se posso evito questi toni saluti2 punti
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ciao, bronzi falsi riconiati su bronzi genuini di scarsa conservazione continuano a circolare. Come fanno a salvaguardare la patina ,questo non lo so' . Di certo è che mai la patina resta intatta, specie nei piani e nelle lettere ,per via della pressatura o a martello ( per una logica) non dovrebbe restare legata al nucleo , lo si nota nei bordi quanto si lesionano . Almeno che....... non usano qualche stratagemma . Si scoprono per via del conio che li conia, conii copiati da originali o modificati al punto che ci lasciano sempre lo zampino. Vedi l'esempio postato a maggio in una discussione sulle hemilitre di Mytistratos. Due delle monete postate ,entrambe riconiate su Litre di Syrakosion (atena/delfini) La prima ripatinata ed invecchiata, la seconda solamente invecchiata.2 punti
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Prendendo spunto dalla nuova catalogazione, fatta dal Toffanin nel nuovo MIR, per le parpagliole della " PROVIDENTIA " attribuite a Filippo IIII, volevo aprire una discussione per avvalorare questa tesi e approfondirne gli aspetti con l' aiuto di tutti. Partendo dal fatto che già lo studio del 1991 di Anna Pia Dalle Vegre/ Eugenio Vajna dava una catalogazione più mirata alle parpagliole della provvidenza ( catalogate Tipo VI ) a differenza della catalogazione del Crippa, che tutte quelle che al R hanno le volute dello scudo concave sono di filippo III ( Crippa 20/F e 20/G ), andiamo ad analizzare perchè questa tipologia di parpagliola la si può attribuire a Filippo IIII ( MIR 371/1 e 371/2 ). Al Dritto questa parpagliola presenta lo scudo con le volute concave ed al suo interno le aquile hanno le ali spiegate. La legenda è la solita MEDIO LANI.D Nel Rovescio troviamo quelle particolarità del conio che la fanno attribuire a Filippo IIII, la legenda è sempre interrotta dalla testa della provvidenza: PROVI DENTIA All' inizio/fine della legenda possiamo trovare delle stelline o pallini. *PROVI DENTIA* .PROVI DENTIA. All' esergo al posto della data possiamo trovare: * quadrifoglio * . quadrifoglio . Il quadrifoglio può essere pieno o vuoto. Le stelline hanno fatto la loro comparsa nei conii sotto Filippo IIII nel 1657 con la coniazione dei filippi e mezzi filippi e nel 1630 nelle quadruple in oro ( per poi continuare, per i filippi, con Carlo II sotto la reggenza della madre ). Il quadrifoglio ha fatto la sua comparsa nel R come inizio leggenda nella parpagliola di Filippo IIII con il busto (MIR 372 moneta R/3 e difficilmente reperibile in buone condizioni). La provvidenza è raffigurata molto più grande che nelle altre parpagliole. Le lettere delle leggende al Dritto e al Rovescio sono grandi ( come quelle della parpagliola con busto e dei quattrini ). Tutto questo coniato in un flan molto grezzo e quasi mai rotondo, dove le leggende al Dritto e al Rovescio, di conseguenza, sono quasi mai sono complete. Anche il peso di questa tipologia di parpagliola è molto basso oscillando tra gr. 1,42 a gr. 2,42. Il peso di riferimento all' epoca doveva essere gr. 2,74.1 punto
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Amici Lamonetiani, finalmente sono riuscito ad acquisire un bel tallero M.T. che ha le caratteristiche salienti di quelli coniati a Roma, ma che sembra uno di quelli che furono classificati della "seconda versione" dal Regoudy /1/, che ne analizzo una grande quantità di esemplari conservati nel museo della moneta di Parigi. La seconda versione differirebbe dalla prima in quanto segue: al R/ la piccola croce sovrastante la corona sulle teste dell'aquila bicipite NON è leggermente tagliata dal bordo della moneta; Parimenti, al D/ in alto il diadema sulla testa della sovrana non è leggermente tagliato dal bordo ed in basso i drappeggi del vestito sul petto della sovrana NON toccano il bordo. Il peso della moneta è 28,08g. Il diametro, se valutato tra legende in rilievo del contorno è circa 40mm e se misurato sopra le legende in rilievo del contorno è circa 40,6mm. /1/ Francois Regoudy, Histoires De La Monnaie/Le Thaler De Marie-Therese 1780/grand voyageur du temps et de l'espace, edition Musee de la Monnaie - Paris 1992. Per il momento, vi invito a confrontare questa moneta con quella classica (o prima versione) che ho riportato catalogo del forum: Fonte Cataloghi Online Fonte Cataloghi Online1 punto
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Che ne dite di questo cent??? Dovrei collezionare vittorio emanuele III ma quando vedo queste monete faccio eccezione :-) mi sono innamorato della conservazione di questa 😄1 punto
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Buonasera a tutti, la mia domanda è estremamente semplice; se la condicio sine qua non per poter parlare di araldica è la presenza di uno scudo ad inquadrare gli elementi e considerando che non mi risulta che altre culture avessero l'abitudine di segnare in battaglia la propria arma con un'insegna colorata distintiva, possiamo ragionevolmente parlare dell'araldica come una disciplina esclusivamente occidentale ? In altre parole si puo' parlare di un'araldica cinese o africana dal momento che queste popolazioni non avevano - a mio sapere - l'abitudine di distinguersi in battaglia o se lo facevano usavano altri mezzi ? Saluti R.1 punto
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Dico la mia , la moneta a mio parere è buona , come conservazione direi un qBB . Saluto .1 punto
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@@maxxi non sono un genio dai :D guardandola al volo a me sembra buona questa moneta, bassa conservazione,ma non vedo nulla che mi fa pensare a un falso1 punto
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se posso azzardare un ipotesi, visto che lo spago passava nel mezzo é sicuramente il punto piu debole perciò col tempo é andata persa, e sicuramente chi ha aperto il sigillo non si é curato di tenerlo per i posteri. la cosa che mi affascina di piu é pensare cosa cera scritto sulla lettera e a chi era destinata, ho letto che queste missive con questi sigilli erano cose importanti , aumento di tasse oppure sentenze di condanna o assoluzione di processi lontani da venezia. visto che l ho acquistata in provincia di brescia, e che brescia era sotto il dominio di venezia dal 15 secolo, sicuramente era destinata da queste parti. bé cé da perdersi. affascinante come storia. ciao pier1 punto
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Allora ti do un'altra chicca...sapevi che Lanfranco aveva catalogato anche le prove di Zogu per l'Albania?? Poche paginette ma io non lo sapevo. L'ho scoperto leggendo per l'ennesima volta la bibliografia del Prove e Progetti del grande Pagani.1 punto
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La moneta si vede che è autentica, se la dovrai rivendere fatti fare una perizia da Tevere... ;)1 punto
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Tu dici cose corrette, @@BiondoFlavio82, si sanno gli scempi fatti nei tempi passati ed anche recenti...non c'è forse un detto a Roma che recita "ciò che non hanno fatto i barbari, l'han fatto i Barberini"? Fecero una vera spoliazione di monumenti romani e parti di essi per essere usati come materiali da costruzione per le loro dimore. Vezzo ancor più antico....parte da lontanissimo, quando era la regola distruggere per ricostruire. Lo stesso dicasi per le monete che, quando trovate, soprattutto se di metallo prezioso, venivano fuse; ma questo, per buona pace di molti, in Europa, avviene ancora oggi......purtroppo. Lessi tempo fa che nell'800 le mummie ritrovate in Egitto, se non avevano un corredo di valore che le accompagnasse, erano usate come materiale combustibile per farci camminare i treni. E' tutto dire...fortunatamente cambiano i tempi, le consuetudini, la morale e si spera, anche le brutte leggi. Ci sta di tutto e di più, ma vado oltre; citi il feticismo che può generare una moneta benché incomprensibile per il proprietario, per il solo fatto che sia antica (e magari di nessun valore), ti assicuro che capita anche spesso, ti assicuro anche che ci sono persone che usano un bel capitello originale come base per il piano di cristallo in salotto, o che hanno fissato al muro una lapide con incise quattro lettere, quattro, impossibili da sciogliere e contestualizzare......ma fa figo! Ripeto, ognuno cerca, e spesso trova, risposte alle proprie passioni; tu prediligi alcuni aspetti, e dai risposte e giustificazioni in funzione di quelli; io altri e mi do altre risposte e priorità; credo siano importanti tutte, ma ciò che reputo più importante è che in ciò che facciamo ci sia metodo e passione e molta, ma molta curiosità e da quello che scrivi credo proprio che non ti manchino. Saluti luciano1 punto
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Non ho la minima idea di quale scherzetto tu stia parlando, ne tantomeno quello che ho scritto sopra era uno scherzo o scritto in modo sarcastico. Ho solo voluto sottolineare come, seguendo il tuo ragionamento, dovremmo sospettare di qualsiasi moneta postata su questo forum, perchè "illecita provenienza" non significa solo scavata, ma anche rubata. Quindi, seguendo questa linea di sospetto, dovremmo chiedere a chiunque posta una moneta (qualsiasi moneta) come l'ha avuta?1 punto
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Non per fare gli affari tuoi....anzichè regalarli al piu....intraprendente... ( per il valore delle monete, Vathek ti ha dato utilissime indicazioni..)... ma non puoi raggruppare un lotto e metterlo in vendita ?.... col ricavato, se proprio non ti interessa, in questo momento di crisi non avresti difficoltà ad aiutare anche in piccolo qualcuno che ha bisogno.... ? :whome:1 punto
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La mia conoscenza delle monete romane è legata alla sola zecca di Milano da Gallieno in avanti. Però nessuno ha espresso un parere in merito.........................quindi continuo a bere!!1 punto
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concordo con Biondo Flavio..... Molti imperatori, prima di Gallieno, da Augusto a Costanzo II celebrarono la Provvidenza sulle loro monete. Inizialmente la figura della Provvidenza era raffigurata con l'aureola della divinità , per poi, col tempo , scesa dall'Olimpo, acquistò una caratteristica piu' terrena per diventare l'espressione della munificenza imperiale.1 punto
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Personalmente leggendo questi elenchi ho sempre delle perplessita'............ Alcuni periti ritenuti validi per alcuni non lo sono per altri.1 punto
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Dopo le divagazioni sui problemi tecnici del copia/incolla, posto una medaglia della Camera di commercio ed arti di Pavia acquistata durante le vacanze. D/ CAMERA DI COMMERCIO ED ARTI * PAVIA * Mercurio in volo tiene un caduceo nella mano sinistra e con la destra sparge ghirlande di fiori su un paesaggio marino con un faro e simboli del commercio (ancora, barili, locomotiva) in primo piano e una nave sullo sfondo. A sinistra la firma Bona P. V. R/ Due cornucopie da cui escono frutta e monete legate in basso da un nastro. AL MERITO nel campo e stella raggiante in alto. Bronzo: 52,6 g ; diametro 48 mm ; spessore 4 mm. apollonia1 punto
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Grazie a Babelone , Gionny e Acraf per le interessanti osservazioni. MI domando se sia cosi difficile individuare un riconio antico (pratica piuttosto comune presso le poleis siciliane ) da un riconio moderno che, effettuato probabilmente con altre tecniche e strumenti dovrebbe, dico dovrebbe , lasciare delle tracce diverse da quelle che osserviamo nei riconi antichi (penso alla forza di pressione esercitata e alla conseguente espansione del metallo, alle crepe, alle presumibilmente differenti tracce del conio sottostante.. ma forse i due procedimenti non sono cosi diversi come saremmo inizialmente indotti a pensare)...1 punto
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Non è un mistero che VEIII non volesse fare il Re. Ambiva ad altro nella vita, e sicuramente regnare non era tra le sue priorità, ma tant'è, come ha rivelato anni dopo, alla morte del padre non ha potuto sottrarsi a quel compito. Al contrario era molto intelligente, arguto e perspicace, ma non sapeva intrattenere rapporti con le persone, anche per quel senso di inferiorità dovuta all'altezza, quegli strascichi dovuti al matrimonio tra consanguinei. Ad ogni modo, questa moneta mi ha sempre colpito per l'evanescenza dei rilievi della prora. Anche un mio vecchio esemplare, ora non più in collezione, aveva quella caratteristica, e la conservazione era alta e non lasciava adito a dubbi. Sicuramente originale la moneta, in uno stato di conservazione insolito, ma tant'è. N.1 punto
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Beh starei attento a parlare sempre di insignificante, la moneta un significato importante ce l'ha, esprime un significato, si può discutere sul fatto che il disegno sia bello o brutto, sia vuoto, non si capsce cosa commemori per un non finlandese, però il suo significato ce l'ha, secondo me..1 punto
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Ecco le immagini delle due medaglie religiose rubate. Hanno dimensioni di circa mm 33x29, sono medagliette napoletane della fine dell'800 ............. un tipo di medaglia che ultimamante "va a ruba"! :crazy:1 punto
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Le leggi le facciamo rispettare eccome. Non abbiamo però compiti di polizia. Le due cose sono un po' differenti. Se qualcuno mi ferma per chiedermi indicazioni stradali non gli chiedo il libretto e la patente per valutare se tutto è a norma prima di rispondergli. Poi, come dicevo sopra, sarebbe inutile. Quasi tutti i rinvenimenti casuali di cui si chiede lumi sul forum vengono denunciati come tali e quindi li si informa; viceversa se una persona vuole ingannarti ti racconta comunque quello che vuole no?1 punto
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Siccome ormai da molti se ne parla, ma nessuno ha mai avuto la possibilità di vedere i documenti storici, sperando di fare cosa gradita posto immagini dell'unico documento conosciuto che parla degli accordi tra Ancona e Ravenna, che è del 1572 ad opera dello storico Ravennate Girolamo Rossi, nel suo Historiarvm Ravennatvm. Tutti gli altri autori postumi che parlano di questo accordo parlano per sentito dire o per aver preso visione di questo scritto.1 punto
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Credo che potresti trovare interessante l'opera di Muller Numismatique de l'ancienne Afrique, dove viene ampiamente trattato l'argomento della monetazione di Massinissa. Trovi i volumi in pdf su Archive.org e non essendo soggetti a diritti d'autore, sono interamente scaricabili.1 punto
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Ritornando alla casistica dei cosiddetti "martoriati" ...qui ne abbiamo un'altra bella testimonianza1 punto
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sembrano monete paciocate o paciocchi homemade. magari mi sbaglio ; sicuro sull'argento ? sembra stagno , prova a riscaldarle e vedi se fondono subito . oppure contolla la densità con massa e volume. Discussione Risolta1 punto
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Vi consiglio di pubblicare i vostri indirizzi mail utilizzando sempre determinati accorgimenti. In questo modo eviterete che programmi appositamente creati "catturino" il vostro indirizzo per bersagliarlo di spam.1 punto
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cmq ci sono particolari al D/ che tra le 2 monete non tornano....e qualcuno anche al R/ ...sarà veramente stato un restauro maldestro...o cè altro? sicuramente un esame dal vivo comparandole entrambe (cosa ormai impossibile..) avrebbe fornito preziose informazioni... skuby1 punto
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Sono d'accordo che prima di tutto c'è una orrenda pulitura e anche la qualità della foto di mette di suo.... Però fa ancora più accapponare vedere vicino i due esemplari ex Comery, che dovrebbero provenire dalla stessa coppia di conii anche se in momenti diversi della loro vita. In teoria il Roma Numismatics settembre ha il diritto più fresco, se abbinato al rovescio ugualmente più fresco: manca infatti la rottura di conio che si riscontra in Roma Numismatics marzo. Ma la visione di insieme genera una serie di incongruenze che possono essere spiegate solo con forte e maldestro restauro delle due monete, che si riscontra anche in quasi tutti gli altri esemplari dello stesso periodo (e quindi di probabile stesso ripostiglio). In particolare noto tanto l'aspetto "flou" accennato da Numizmo. Magari sono autentici, ma hanno assunto un aspetto molto "falso"......1 punto
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Madonna quanti dati " sensibili" che ci sono in questo post.. molti più del richiesto e del necessario, ma abbastanza per accendere qualche lucetta....io sarò anche di andreottiana estrazione, ma mi sa di bruciato tutta questa assertività e imprudenza su un argomento così " sensibile" specie adesso......chissà cosa va letto tra le righe del nostro "insider"...1 punto
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Grazie Civitas In allegato posto una fotografia di prova, in cui ho cercato di rendere il la brillantezza del metallo (dei fondi al R/ in particolare), il dettaglio dei rilievi, ed anche di far vedere gli esuberi di metallo scaturiti dalle spazzolature metalliche sul conio. Purtroppo ho dovuto comprimere parecchio la qualità finale del JPG, e la foto ha perso un po di qualità visto che ho cercato di mantenere una risoluzione abbastanza alta. Insomma... o da una, o dall'altra parte, un compromesso tocca sempre farlo...1 punto
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Confesso che questa monetina mi era rimasta "di traverso" ma, come spesso succede, ho avuto l'illuminazione cercando tutt'altro.... Si tratta di una terlina di Asti per Ludovico XII Re di Francia classificata dal CNI fra quelle coniate prima del 1508. dritto: stellina LV.D.G.FRANCOR.REX. nel campo due gigli sovrastati da piccola corona verso: MLI.D.ASTENSIS.Q.D. nel campo croce Allego un estratto dal CNI vol.2 Mi sembra che possa corrispondere alla CNI 22 Ciao Mario1 punto
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collezione di vaticano e san marino ,monaco è sempre il più difficile da trovare :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl:1 punto
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Caro Magdi, complimenti per aver dato la tua disponibilità a questa iniziativa e per il buon inizio :)! Sono andata a leggere la scheda che tu ci hai indicato, dove tra l'altro ho visto che hai anche trovato il modo di rappresentare la S coricata...bene, e bravo, anche per la ripresa del Promis. Solo un annotazione, però, se mi consenti. Vorrei infatti parlare della seguente affermazione, che riporto in questo topic solo perchè magari non tutti gli utenti hanno conoscenza della documentazione sulla monetazione senese dello scorcio del XII secolo, ed anche perchè una sua discussione pubblica potrebbe essere di utilità per persone giovani ed in gamba come te, o generare qualche riflessione di pubblica utilità. Ovvero nell'incipit tu scrivi "La coniazione di questa moneta iniziò presumibilmente in un periodo anteriore al 1180 (anno presunto del conferimento del diploma). E' noto, infatti, che già prima del diploma stesso esistesse una zecca a Siena". In realtà io per correttezza non scriverei proprio così, o attenuerei comunque qualche passaggio soprattutto nella seconda parte. Ma questa è una mia opinione, e quindi procediamo con ordine ricordando i fatti, ovvero le fonti di cui attualmente sono/siamo a conoscenza. Nel 1180 abbiamo il documento di - diciamo - concessione del diritto di moneta per i Senesi da parte dell'arcicancelliere imperiale Cristiano di Magonza, che in cambio di 400 libbre di denari non meglio specificati, comprendenti il riscatto pagato dalla città per liberarlo, giura di ottenere dall'Imperatore il "priviliegium confirmationis (vostre) monete". E' interessante notare che nello stesso documento si concedono alla città i diritti posseduti dall'Imperatore su S. Quirico e Montieri... ;). Nel 1181 segue la prima (unica?) menzione come moneta di conto dei denari senesi, e le attestazioni documentarie si infittiscono dopo il 1183, mentre la concessione imperiale vera e propria di Enrico VI giunse solo nel 1186 (queste cose, con citazione degli archivi, le trovate riassunte anche nel mio solito studio su Pisa, p. 53 e ntt. 92-94). Ora potrebbe anche darsi che similmente ad altre città, Pisa compresa, la concessione imperiale (quale ? quella promessa nel 1180 o quella effettiva del 1186?) abbia ratificato una situazione di fatto già esistente da qualche tempo, come potrebbe far supporre il riferimento nel termine di conferma. Tuttavia è anche necessario ricordare che: 1) Spesso in quel periodo le città ed anche i signori feudali dichiaravano di aver avuto o esercitato certi privilegi o diritti di derivazione pubblica al fine di ottenerne - spesso pagandole con denari e/o servizi - la concessione o ratifica imperiale, anche se spesso non si trattava di cose già attuate, ma "desiderate" (esistono una certa letteratura e delle evidenza in merito...). Per Siena invece non dovrebbe esserci il problema circa il possibile richiamo a diritti detenuti da queste città nel periodo longobardo, come afferma Matzke per Pisa (e sul quale continuo a nutrire qualche dubbio...) 2) Non sempre si produsse moneta immediatamente prima o dopo la concessione imperiale, e le attestazioni monetarie nella documentazione non hanno valenza di moneta reale tout court, ma come ormai tutti i frequentatori di questa sezione o medievisti sanno, possono fare anche riferimento ad una moneta di conto adottata in una certa città e nel suo territorio, ad esempio. 3) Nel documento del 1180 i denari menzionati per il pagamento guarda caso sono "generici" e non senesi, sia che li vogliamo considerare come di conto, sia che li pensiamo come moneta reale. 4) A quello che mi risulta inoltre fino ad oggi non vi sono attestazioni nè tra le fonti scritte, nè tra quelle archeologiche di denari senesi anteriormente al 1180, anche se le ricerche in entrambi i campi sono tutt'altro che concluse. 5) Ci è pervenuto invece un documento del 1175 che dice che da quel momento i Senesi avrebbero adottato la moneta pisana allo stesso modo in cui avevano già fatto i Fiorentini (visto che anche loro in quel periodo non avevano una propria zecca). In merito a questo problema Cicali, che per il momento mi pare abbia prodotto uno degli studi più approfonditi su queste emissioni (BdN 44-45 (2005), e forse andrebbe citata nella bibliografia del catalogo seguendo anche i consigli di Mario nella sua lettura ;)), parla di una coniazione del denaro senese "negli anni '80 del XII secolo", ricordando tra l'altro come in quel periodo venga attestata l'equivalenza tra questo denaro senese ed il pisano degli anni post 1181, ovvero dopo gli accordi con Lucca e citato come denarius novus dalle fonti intorno agli anni '90 del XII secolo. Montagano nel testo introduttivo del MIR alla voce di Siena (2008) parla invece di "esistenza databile al 1180, o poco prima" e nelle schede prudentemente usa l'espressione "1180 ca. ". In precedenza Promis non si era sbilanciato, ma riteneva senz'altro che i senesi avessero esercitato tale diritto anteriormente al 1186. Tu ti sei senz'altro rifatto al volume di Toderi - Vannel Toderi del 1992 in cui dapprima si dice che le parole usate da Cristiano di Magonza nel 1180 sono "una prova manifesta che a Siena la zecca era già in attività" (p. 286). Ad ogni modo qualche riga dopo si attenua un poco l'affermazione e si ricorda anche il documento del 1175, dicendo che dunque "è possibile collocare la data di coniazione dei primi denari senesi fra il 1175 ed il 1180, e probabilmente in epoca più vicina a questa seconda data" (ibidem). Detto questo, personalmente almeno al momento non penso che esistano le evidenze certe di una zecca attiva a Siena anteriormente al principio del 1180. A mio parere rimane invece aperto il problema di capire se la coniazione di tali denari avvenne piuttosto nel 1180 - magari con la scusa di dover/aver dovuto pagare l'ingente somma richiesta ? - o poco dopo, in ogni caso direi in relazione in qualche modo all'accordo pisano-lucchese del 1181. Se poi dalle future ricerche archivistiche e archeologiche emergeranno elementi concreti che vanno in direzione diversa, sarò ben lieta di pensare altrimenti. In attesa di commenti tuoi e degli altri utenti in merito (spero anche di Alessio, se e quando leggerà...) Un caro saluto MB1 punto
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Continuiamo la carrellata proseguendo con gli ultimi tre Imperatori della dinastia degli Antonini. Antonino Pio Come i predecessori anche lui commemorò la moglie: Faustina I - 1a moglie di Antonino Pio Faustina nacque nel 105 da Rupilia Faustina e Marco Annio Vero, fu nipote, dunque, di Matidia che a sua volta, ricordiamo, fu nipote di Traiano. Si sposò con Antonino Pio nel 110 e con lui ebbe quattro figli, due maschi e due femmine. Nel 138, quando Antonino divenne imperatore ottenne il titolo di Augusta. La sua morte nel 140 diede fine al felice matrimonio; Antonino la divinizzò dedicandole un tempio e un nuovo Alimenta, il Puellae Faustinae. Ecco un confronto di ritratti e un giochino grafico, che direi lascia poca immaginazione... Successore di Antonino Pio fu Marco Aurelio Moglie di Marco Aurelio fu: Faustina II - 1a moglie di Marco Aurelio Figlia di Antonino Pio e Faustina Maggiore, nacque tra il 125 e il 130. Originalmente promessa a Lucio Vero da Adriano, fu poi data in fidanzamento al cugino Marco Aurelio che sposò nel 145. Nel 147, fu titolata come Augusta dal marito. Molto scaltra, è ricordata come una sciupa uomini, viste le sue numerose, presunte, relazioni con marinai e gladiatori. Addirittura, si pensa che lo stesso Commodo, successore del padre, fu frutto di un gladiatore. Seguì l'imperatore nella campagna contro i Germani e in seguito in quella d'oriente, dove morì, nel 176. Marco Aurelio la divinizzò, le dedicò un tempio e un nuovo Alimenta, a seguito di quello di Antonino Pio. Una delle Imperatrici più prolifiche, diede alla luce insieme a Marco Aurelio (?), 13 figli. Confrontando i ritratti si nota come Faustina Minore assomigli molto di più al giovane Marco Aurelio. Di seguito una dubbiosa Faustina (con i baffi) nei panni di Marco Aurelio...:D1 punto
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