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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/05/13 in tutte le aree
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Mi è sempre piaciuto parlare con gli appassionati di numismatica, credo che sia importante ascoltare, sentire le loro riflessioni, i pareri, il loro essere oggi collezionisti e studiosi di monete, certe sfumature, quelle importanti, le cogli solo col contatto diretto, umano. Era da tempo che non si vedeva al mercatino, capita, a volte vanno, a volte tornano, a volte hanno delle pause, come in tutte le cose della vita. Un giorno si ripresenta con in mano un ragazzino, sono tornato...., sono tornato grida, sembra felice, ho avuto il permesso di uscire questa mattina con mio nipote e dove lo porto ? Qui, naturalmente. Qui è come essere a casa mia, ci sono i miei ricordi, la mia passione, è bello ritornare, rivedere tutti e far vedere tutto questo al ragazzino. E' tenero col giovane, gli spiega, gli racconta, ascolto anche io, è tutto molto bello. Mi dice non sono riuscito con mio figlio a portarlo sulla strada della numismatica, ma certamente non si oppongono se ci provo ora con lui, forse mi viene data una ulteriore possibilità, una ricompensa parziale. Ci penso, forse è vero quello che dici, il salto di una generazione capita spesso e rivedendo quel visino, le premesse sono buone, molto buone. Chiedo al ragazzino se gli piacciono le monete, più che una risposta ottengo un sorriso, gli occhi luccicano, non ci sono dubbi gli occhi di un giovane non tradiscono e non mentono mai. E allora dico sei fortunato, non puoi lamentarti, ma il discorso scivola improvvisamente sul passato, sul collezionismo e si parla di lui, di altri. Con lui quando si parla di monete il discorso scivola sempre lì, a un sequestro subito anni fa, risoltosi poi con la restituzione di tutte le monete. Quando parla di quei momenti traspare allora l'amarezza, la tristezza, la sofferenza patita e che ritiene totalmente ingiustificata. Non ci sono dubbi tutto questo ha lasciato un segno profondo in lui, però poi la passione sopravvive, continua per fortuna, nonostante tutto. Mi sento quasi a disagio a riparlare di questo e cerco allora di toccare altri aspetti...., e pensare mi dice quanto abbiamo fatto e stiamo facendo, Giovanni che ha donato alcune sue monete, Piero ha pubblicato tutta la sua collezione che ora è praticamente a disposizione di tutti, Franco e Gino che continuano a dare le loro monete a noti addetti ai lavori per pubblicazioni varie, poi Marco che ha preparato quasi da solo la Mostra di.... con le sue monete catalogate, fotografate ed esposte, quanta passione ho visto, quanto amore da parte di tanti in questi anni eppure..... L'eppure gli rimane strozzato in gola, non lo abbandona più, eppure gli dico forse qualche colpa anche il collezionista l'ha avuta in passato, troppi silenzi, troppo rinchiudersi e non estrinsecare, il rimanere chiusi in Circoli locali o addirittura da soli, ora col Forum la voce, la vostra voce può uscire alta e chiara e tutti la possono leggere. Nel congedarmi mi dice, ricordatevi dei giovani, mi raccomando, lo rassicuro, i giovani sono sempre nei nostri pensieri e nel vedere il sorriso e gli occhi che luccicano del ragazzo mi rincuoro anch'io......., forza collezionista, forza studioso numismatico, fai sentire la tua voce e quanto di buono e virtuoso hai fatto e stai facendo, forza ! Mario7 punti
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Il CCNM (Centro Culturale Numismatico Milanese, via Terraggio 1, 2° piano) inizia la sua attività culturale autunnale martedì 8 ottobre alle ore 21, con una conferenza di Francesco Lamanna (Centurioneamico, Vice Admin) dal titolo: "Lo studio delle principali tecniche di contraffazione per riconoscere e difendersi dai falsi in numismatica". Il tema è di grande attualità, dopo la mostra itinerante "Il Vero e il Falso" presente anche a Milano a Palazzo Reale, ed il 32° Convegno di Torino della scorsa primavera. Centurioneamico poi è un tecnico della materia, come ben sa chi frequenta le sezioni sulla tecnologia numismatica o anche i diversi Forum di Monete Antiche. L'evoluzione della tecnica consente ai moderni falsari di raggiungere livelli qualitativi molto preoccupanti, tali da mettere a volte in difficoltà anche i maggiori esperti del settore.La conoscenza delle tecologie di falsificazione, compresi i limiti e difetti connessi, può essere la prima vera contromisura nel riconoscimento di un falso. Raramente una moneta falsa può essere considerata assolutamente perfetta, e solo sapendo che cosa cercare sarà possibile distinguere le deboli tracce di una contraffazione dai naturali segni del tempo. Con l'ausilio di foto e ingrandimenti saranno illustrate ai presenti alcune fra le tecniche di falsificazione più utilizzate, saranno evidenziati i principali difetti di produzione e quei dettagli utili al riconoscimento di un falso (bolle di fusione, difetti di "soffiatura", porosità superficiale...) ed i principali trucchi messi in atto per ingannare il collezionista (false crepe, falsa usura, false patine, scivolature di conio, ecc.) Al termine della conferenza sarà possibile osservare dal vivo alcuni esemplari falsi (comprese alcune patine sperimentali) già esposti durante il 32° Convegno di Torino.5 punti
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Sperando di fare cosa gradita posto un link segnalatomi su fb, forse può essere utile per gli amici toscani e non solo: http://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=uc1.31158006917990;view=1up;seq=278 Sicuramente già nella libreria di molti ma utile forse sapere che può essere anche consultato online. Buona lettura!3 punti
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Cari amici su invito di Magdi ho seguito la discussione. Poichè l'argomento è importante e complesso (ci hanno fatto un Convegno a riguardo che ben conoscete...) cercerò di essere breve ma incisivo. Ripeterò qualche concetto ormai assodato ma mi è utile per la spiegazione. 1) periodo di emissione Gli "agontani" o "anconetani" o "al tipo agontano" sono tutti quei grossi coniati sul piede del grosso di Ancona - emesso in origine per 2 soldi o 24 denari (toscani/adriatici) al peso di ca 2,3/2,4 nella seconda metà del XIII secolo - che tutti conoscete bene. Sul suo periodo di emissione, in mancanza di dati certi, ci sono pareri discordanti. Personalmente ipotizzo che la moneta in questione sia stata coniata, per la prima volta, tra il 1250 e il 1270. Quest'attribuzione temporale è giustificata facendo un parallelismo con la monetazione toscana di quegli anni, periodo in cui vengono emessi grossi "più pesanti" di quelli da 12 denari (ovvero l'Aquilino da 2 soldi, 1255/57 - ante 1264; Ghibellino 1260-67, grosso lucchese col Santo di tre quarti (1270-1315); grosso senese da 2 soldi 1280-1285), ormai non più in linea con le necessità del mercato. Ricordiamo sempre che dietro ad una nuova emissione c'è una fluttuazione incisiva del mercato valutario oro/argento: dal 1252 il cambio di 1 fiorino d'oro, in grossi da 12 denari, era di 1:20, ovvero 1:240 denari, ovvero 1:1 lira. Dopo mezzo secolo il cambio si è totalmente stravolto, a svantaggio esclusivo della monetazione d'argento e in mistura (lega). Erano pertanto richieste valute con valore nominale via via maggiore per mantenere inalterato il rapporto citato e che fossero più rispondenti all'aumento dei prezzi. 2) imitazioni tipologiche dell'Agontano (I tipo: croce/santo - gr 2,3/4) Le zecche che coniano imitazioni "al tipo agontano" sono: Ascoli, Ravenna, Rimini, Arezzo e Volterra. Sui grossi adriatici non possiedo dati precisi sul periodo di emissione. Arezzo conia, con plausibile certezza, l'agontano nel periodo di Guglielmino degli Ubertini (1262 - 1289). Volterra in un periodo anteriore al 1290, presumibilmente tra il 1280 - 85 (la bassa datazione, rispetto a quelli adriatici, potrebbe spiegarne una emissione limitata e conseguentemente la sua rarità. Le liste di monete delle pratiche di mercatura e le Rationem Decimarum ci attestano che verso la fine del XIII secolo il suo valore, in denari toscani, era arrivato a 28 denari (dai 24 di emissione!!!) Aveva senso pertanto emettere una moneta, in questo periodo (1296-1303) il cui nominale non era già più in linea con quello dei cambi?!? (II tipo: croce tra stelle/santo - gr 1,8/1,5) Volterra è la prima città che conia una nuova tipologia di agontano. Nei documenti del periodo viene indicato semplicemente come "volterrano dalle stelle". Compare dal 1296 (Rationem Decimarum) al valore di 20 denari e nelle liste di monete (Datiniana). Dal 1295 i documenti della zecca di Volterra riportano l'emissione di grossi. Perchè la scelta della nuova tipologia (iconografica/intrinseco) e del valore nominale di 20 denari? Perchè 12 grossi fanno 240 denari, ovvero 1 fiorino d'oro!!! Si ristabilisce pertanto la vecchia "proporzione aurea" (o, per lo meno, si cerca di farlo). Tra il 1315 e il 1317 coniano grossi da 20 denari, ad imitazione di quello di Volterra, le zecche di Arezzo (Guido Tarlati) e Massa di Maremma (Repubblica; sostituisce le M gotiche alle stelle). Anche Siena e Firenze scelgono tale nominale ma con tipo iconografico differente. Chiusi e Ravenna emettono tipi simili ma probabilmente in un periodo posteriore al 1320 (nei documenti indagati dal sottoscritto con Sozzi e Villoresi degli anni 1317-19 non si fa alcun cenno dei prodotti di quelle città). I vescovi volterrani, tra il 1315 e il 1322, coniano nuove emissioni di tali tipologìe nelle officine di Volterra (con Populo Vulterrano in legenda), Casole e Berignone (De Vulterra in legenda). Altre zecche emettono poi agontani nel XIV e XV secolo. Questo è però un capitolo successivo. Forse ho troppo semplificato. Forse sono stato troppo superficiale in alcuni passi. La ricerca continua :-)3 punti
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Giustissimo quello che dice Dabbene. Facciamo sentire la nostra voce, parliamo delle cose che facciamo, parliamo dei nostri studi, parliamo del nostro ruolo culturale che qualcuno vuole negare, ma che è riconosciuto da molti (anche più di quanto si possa pensare). La difesa del collezionismo, quello corretto e consapevole, è una battaglia di civiltà. Ed è giusto che vada combattuta. Arka3 punti
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Prendendo spunto dalla nuova catalogazione, fatta dal Toffanin nel nuovo MIR, per le parpagliole della " PROVIDENTIA " attribuite a Filippo IIII, volevo aprire una discussione per avvalorare questa tesi e approfondirne gli aspetti con l' aiuto di tutti. Partendo dal fatto che già lo studio del 1991 di Anna Pia Dalle Vegre/ Eugenio Vajna dava una catalogazione più mirata alle parpagliole della provvidenza ( catalogate Tipo VI ) a differenza della catalogazione del Crippa, che tutte quelle che al R hanno le volute dello scudo concave sono di filippo III ( Crippa 20/F e 20/G ), andiamo ad analizzare perchè questa tipologia di parpagliola la si può attribuire a Filippo IIII ( MIR 371/1 e 371/2 ). Al Dritto questa parpagliola presenta lo scudo con le volute concave ed al suo interno le aquile hanno le ali spiegate. La legenda è la solita MEDIO LANI.D Nel Rovescio troviamo quelle particolarità del conio che la fanno attribuire a Filippo IIII, la legenda è sempre interrotta dalla testa della provvidenza: PROVI DENTIA All' inizio/fine della legenda possiamo trovare delle stelline o pallini. *PROVI DENTIA* .PROVI DENTIA. All' esergo al posto della data possiamo trovare: * quadrifoglio * . quadrifoglio . Il quadrifoglio può essere pieno o vuoto. Le stelline hanno fatto la loro comparsa nei conii sotto Filippo IIII nel 1657 con la coniazione dei filippi e mezzi filippi e nel 1630 nelle quadruple in oro ( per poi continuare, per i filippi, con Carlo II sotto la reggenza della madre ). Il quadrifoglio ha fatto la sua comparsa nel R come inizio leggenda nella parpagliola di Filippo IIII con il busto (MIR 372 moneta R/3 e difficilmente reperibile in buone condizioni). La provvidenza è raffigurata molto più grande che nelle altre parpagliole. Le lettere delle leggende al Dritto e al Rovescio sono grandi ( come quelle della parpagliola con busto e dei quattrini ). Tutto questo coniato in un flan molto grezzo e quasi mai rotondo, dove le leggende al Dritto e al Rovescio, di conseguenza, sono quasi mai sono complete. Anche il peso di questa tipologia di parpagliola è molto basso oscillando tra gr. 1,42 a gr. 2,42. Il peso di riferimento all' epoca doveva essere gr. 2,74.2 punti
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non si tratta a mio parere di omertà, quanto di correttezza. Le chiacchiere da bar lasciamole al bar. N.2 punti
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Una notevole quantità di rame è stato sottratto dalla lega utilizzata per moneta 5-cent pezzi durante gli anni della guerra 1942-1945, ma è vero che una quantità significativa rimasta. (Anteguerra 75% di rame ridotto al 56% durante il 1942-1945.) Quindi è una buona domanda: perché tanto rame continuò ad essere usato quando--come nichel--era così tanto della domanda per l'uso della guerra. Credo che la risposta ha due parti: 1) Il nichel 5-cent era una moneta incredibilmente importante negli Stati Uniti, al momento, e la gente era in tanto di fretta che non c'era tempo per riorganizzare un paese pieno di telefoni pubblici e macchine-distributori a rischiare le interruzioni che potrebbero derivare. (Telefoni pubblici che non ha funzionato, per esempio, quando così tante persone erano in movimento in tanti luoghi strani, spesso lontani da casa? Non un'opzione!) La lega in qualche modo esotico di warnickels (56% rame, 35% argento, 9% di manganese) è stata adottata per simulare il peso, la firma elettrica, e la qualità non-magnetico del solito 75% di rame, 25% nichel composizione. 2) E la ragione di fondo degli Stati Uniti è stato in grado di permettersi il lusso di usare rame guerra-importante evitare questa ampia riconversione di telefoni a pagamento e distributori automatici? Perché gli Stati Uniti ha avuto un grande industria del rame-mineraria domestico; nichel era una storia diversa, gli Stati Uniti minato solo una piccola quota della produzione mondiale di questo metallo. ;) v. ---------------------------------------------- A significant amount of the copper was subtracted from the alloy used to coin 5-cent pieces during the war years 1942-1945, but it is true that a significant amount remained. (Prewar 75% copper reduced to 56% during 1942-45.) So it's a good question: why did so much copper continued to be used when it--like nickel--was so much in demand for war use. I believe the answer has two parts: 1) The 5-cent nickel was an incredibly important coin in the U.S. at the time, and people were in so much of a hurry that there was no time to retool a country-full of pay telephones and vending machines--or to risk the interruptions that might result. (Pay telephones that didn't work, for instance, when so many people were on the move in so many strange places, often far from home? Not an option!) The somewhat exotic alloy of warnickels (56% copper, 35% silver, 9% manganese) was adopted to mimic the weight, electrical signature, and non-magnetic quality of the usual 75% copper, 25% nickel composition. 2) And the underlying reason the U.S. was able to afford the luxury of using war-important copper to avoid this extensive retooling of payphones and vending machines? Because the U.S. had a very large domestic copper-mining industry; nickel was a different story--the U.S. mined only a tiny share of the world's production of that metal. ;) v.2 punti
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Amici Lamonetiani, finalmente sono riuscito ad acquisire un bel tallero M.T. che ha le caratteristiche salienti di quelli coniati a Roma, ma che sembra uno di quelli che furono classificati della "seconda versione" dal Regoudy /1/, che ne analizzo una grande quantità di esemplari conservati nel museo della moneta di Parigi. La seconda versione differirebbe dalla prima in quanto segue: al R/ la piccola croce sovrastante la corona sulle teste dell'aquila bicipite NON è leggermente tagliata dal bordo della moneta; Parimenti, al D/ in alto il diadema sulla testa della sovrana non è leggermente tagliato dal bordo ed in basso i drappeggi del vestito sul petto della sovrana NON toccano il bordo. Il peso della moneta è 28,08g. Il diametro, se valutato tra legende in rilievo del contorno è circa 40mm e se misurato sopra le legende in rilievo del contorno è circa 40,6mm. /1/ Francois Regoudy, Histoires De La Monnaie/Le Thaler De Marie-Therese 1780/grand voyageur du temps et de l'espace, edition Musee de la Monnaie - Paris 1992. Per il momento, vi invito a confrontare questa moneta con quella classica (o prima versione) che ho riportato catalogo del forum: Fonte Cataloghi Online Fonte Cataloghi Online1 punto
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proviamo a vedere le doppie d oro di milano ho raccolto vari esemplari su mcsearch e son rimasto stupito dal numero elevatissimo di conii di questa moneta cosa che onestamente non mi sarei aspettato visto che 1 l oro è un metallo tenero e 2 l emissione non credo fosse massiccia comunque da un esame di circa 15 pezzi praticamente non ho trovato die matches , se non mi pare in un caso , addirittura in 3 o 4 casi ho pescato la stessa moneta che veniva venduta più volte partendo dalla doppia del 1578 distinguerei i conii in 2 tipi , con legenda PHI 4 conii per adesso e con legenda PHILI 6 conii al diritto , per un totale di 10 conii da notare anche il fatto che il punzone con il busto di filippo II è lo stesso , mentre nello scudo si notano differenze per quanto riguarda la posizione dell aquila e del serpente , mentre la forma sembra la stessa allego i primi 41 punto
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KING JHON Caro Jhon, è una cosa che avevamo già pensato qualche tempo fà, segnalai la cosa a Fabio Gigante, il quale mi rispose che il suo è un catalogo aggiornato con 800 pagine interamente a colori, è già un miracolo che mantiene i suoi storici 20 euro di copertina. Come non dargli torto?1 punto
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Ciao, concordo che entrare troppo nei particolari si rischia di fare dei favori. è però fondamentale (chiaramente ci raffrontiamo su immagini) per poter argomentare, inserire anche immagini di esemplari autentici. In primis mi soffermerei sulla patina che sembrerebbe troppo uniforme, mi ricorda quella delle dracme siracusane ....1 punto
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Ciao, lo stemma di Agostino Cusani, per come lo riporta il Muntoni per essere stato utilizzato dal medesimo come Legato di Bologna, durante il pontificato di Clemente XI, non dovrebbe essere il seguente ? : Tra l'altro non ho trovato notizie che il Card. Cusani abbia ricoperto l'incarico di Presidente delle Zecche pontificie, per cui non so quanto possa essere attribuito a lui lo stemma sul peso monetale che ha presentato Giovanna. Nemmeno il Casoni che citi, Lorenzo (1645-1720) mi risulta aver ricoperto tale incarico, mentre lo è stato a lungo (quasi l'intero pontificato di Clemente XII dal 1731 al 1739) mons. Nicolò Casoni, di cui però non ho trovato notizie bibliografiche per il periodo che ci interessa. Su questo esemplare la torre dei Casoni si nota meglio: Che i pesi monetali di Innocenzo XIII siano relativamente comuni, posso solo ipotizzare sia dovuto al fatto che la riforma dei pesi stessi, nella nuova tipologia più elegante e moderna, si ebbe al termine del pontificato di Clemente XI, nel 1718 per cui presumo che sia l'ultimo periodo del suo pontificato che quello del successore, Innocenzo XIII, abbiano visto una produzione notevole di pesi al fine di soppiantare quelli più vecchi e non più utilizzabili per legge. Le monete poi possono essere più rare perchè coniate in numero limitato (quasi certamente), ritirate, o fuse per il loro metallo; mentre i pesi monetali difficilmente venivano "riciclati". Ciao, RCAMIL.1 punto
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Secondo l'utente del forum nerone69 i rotolini monegaschi sono stati emessi oggi ti ringrazio per tutte le info che mi dai :) http://collezionieuro.altervista.org/blog/monaco-2-euro-commemorativo-dedicato-al-20-anniversario-appartenenza-alle-nazioni-unite-2013/1 punto
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allora finalemente son riuscito a mettermi in pari e riesco a riprendere in mano la discussione partiamo dalla doppia del 1586 visto che e` interessante per il 1586 ho 4 esemplari , solo 4 e tutti con la data rovesciata il che indica che se ne sono accorti ma non han buttato via il conio , quindi significa che i conii non eran semplici da fare non solo ma i conii al del diritto con data capovolta sono 2 oppure 1 rifatto il che conferma quanto detto prima allego le 4 foto per maggior facilita` di comprensione1 punto
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Grazie Civitas In allegato posto una fotografia di prova, in cui ho cercato di rendere il la brillantezza del metallo (dei fondi al R/ in particolare), il dettaglio dei rilievi, ed anche di far vedere gli esuberi di metallo scaturiti dalle spazzolature metalliche sul conio. Purtroppo ho dovuto comprimere parecchio la qualità finale del JPG, e la foto ha perso un po di qualità visto che ho cercato di mantenere una risoluzione abbastanza alta. Insomma... o da una, o dall'altra parte, un compromesso tocca sempre farlo...1 punto
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Belli ed intessanti, una curiosità per chi non lo sapesse: i timbri rettangolari che si vedono, molto meglio sull'esemplare in vendita, sono le punzonature dell' Ufficio Metrico, che certificava l'esattezza del peso, le cifre sono riferite all'anno di punzonatura/controllo, sempre nell'esemplare in vendita si vede: 84 88 89 90 91-93?, come d'altra parte veniva fatto anche per i pesi in bronzo/ottone quando si usavano ancora le bascule. saluti TIBERIVS1 punto
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Ne parlavo giusto un mesetto fa con un amico...e mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere e che reputo sia il reale stato delle cose. In poche parole:chi compra in queste televendite,poco sa di numismatica e non gliene frega niente di spender 25 euro per un aquilino(esempio) che in realtà vale 4 euro! Questo acquirente non vuole che il suo capitale si rivaluti nel tempo ma vuole questa moneta(tutta bella e nella sua confezione super curata) senza alzarsi neanche dal divano ma alzando la cornetta e chiamando. Non gira per negozi ne bazzica su ebay...non è quel genere di persona chi acquista così. Ritornando poi al discorso di dire...."ma sarà ben pollo(stupido) chi compra a 25 una cosa che vale e che tutti gli altri vendono a 4"...b'è chi di noi in altri ambiti non fa così? :) esempio: perchè compri la birra al bar quando ne hai voglia...pagando 4/5 euro quando se la prendi al market la paghi 1 euro?....se ci pensate è uguale la cosa...solo che noi non ci badiamo perchè di soldi ne abbiamo e possiamo permetterci di fregarcene di 3/4 euro in più. Immagino altresì che chi ci vede fare questa cosa e che la compra a 1 euro al market pensi esattamente la frase che ho sottolineato. Se fossimo coi soldi contati compreremmo tutti la birra al market/le monete al giusto prezzo e daremmo degli stupidi a chi la paga al bar ;) ;ma in italia forse c'è ancora(chissà per quanto) una buona manica di gente che può spender senza avere voglia neanche di sapere se ha speso bene. è la realtà a mio avviso...discutibile sicuramente ma è così...adesso. marco1 punto
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Toto, potresti postare i dati metrologici? :) (premesso che non ho seguito l'intera vicenda dei talleri, scusatemi) Grazie, N.1 punto
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Mi pare ovvio che di tutto si possa o si debba discutere. Non c'è nessuna legge che lo vieta e nemmeno una potente "lobby" (che van tanto di moda...) dei periti che lo impedisca. Tuttavia un conto è discutere sui criteri e metodi usati (o che dovrebbero essere usati) per le valutazioni, magari pubblicando anche casi controversi di perizie per farne oggetto di discussione, un conto è dire apertis verbis tizio è bravino, caio è inaffidabile, sempronio è un mostro sacro (mi pare che questo valga per tutte le categorie professionali e per tutte le attività lavorative). Primo, perchè anche noi possiamo sbagliare nel giudizio (errare humanum non solo per i periti). Secondo, perchè un errore nostro o un giudizio male espresso può arrecare pesanti danni all'attività professionale di un'altra persona. Un medico può sbagliare diagnosi (la medicina non è scienza esatta), ciò è grave e può capitare. Ma non viene pubblicato su internet che il dott. pincopallo è da evitare ... Vale anche l'altro lato della medaglia: se "errare humanum", è pur vero che "perseverare diabolicum". A questo punto uno ci è o ci fa... se c'è della frode mi pare sia sacrosanto informare, se è semplice incompetenza, va da sè che il mondo è sempre più piccolo, e "verba volant" ... se ci fosse qualcuno poco affidabile, lo si viene sempre a sapere.1 punto
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Effettivamente parliamo di un catalogo-prezzario di facile reperibilità, comunque chi dovesse avere delle difficoltà mi contatti tramite PM, andrò sicuramente al convegno di verona e sono disponibile alla consegna. Se qualche utente fosse interessato alla edizione del 2010, è un pò vissuta e ha qualche segno di una dimora in una casa dove ci sono dei bambini..... "terroristi da pastello" :) , l'ultima in mio possesso, la cedo volentieri a titolo gratuito!1 punto
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Potrebbe essere una nuova patina... patina ad arcobaleno :D scherzi a parte.. un amico che colleziona argenti, aveva alcune monete simili, quella particolare patina si era formata perchè custodiva le monete all'interno di classici fogli con pateletta, la patina corrispondeva alla "giunzione" tra la taschina e la pateletta.1 punto
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D/ FILIPUS MARIA - Croce fiorata R/ COMES PAPIE 3C - Stemma con tre aquile a sin. e biscia viscontea a d. CNI 7/12 MIR 8501 punto
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Sinceramente una domanda come la tua l'avrei trovata più "proficua" (ma non è il termine adatto, non la giudico negativamente sia chiaro...)forse 7/8 anni fa quando sia io che te ci siamo iscritti a questo forum e (immagino) abbiamo iniziato a frequentare maggiormente la numismatica online. Allora mi ricordo che non erano in tanti i periti di cui si vedevano perizie online (tipo su ebay) o noti commercianti che avessero siti online con foto delle loro monete in vendita. Detto questo era quindi un attimo difficoltoso per il neofita (me) sapere se Tizio di Roccacannuccia (tuttavia conosciuto e blasonato perito di trentennale esperienza notissimo ai numismatici di vecchio corso) fosse stretto o largo nelle valutazioni perchè magari lo stesso vuoi per poca dimestichezza con il mezzo informatico o vuoi perchè era in posizione geografica "sfigata" aveva poche sue monete che comparivano in giro. Oggi invece anche il neofita più neofita se si vuole comprare per dire uno scudo di Vittorio Emanuele II può farsi la sua bella idea di cosa offre il mercato andandosi a vedere in una giornata (e forse non basta) tutti i siti di venditori professionisti che compaiono su ebay o comunque online sparpagliati dal Nord al Sud della penisola (senza dimenticare le Isole, vero @R-R ? :D ). Se poi si mette a consultare pure le decine di cataloghi in PDF di case d'asta presenti online allora non esce più di casa per almeno un mese... :crazy: Con un minimo di occhio e buona volontà quindi non credo che al neofita di turno serva nè il mio nè il tuo giudizio per farsi una propria opinione al riguardo... ...Se poi cerchi delle conferme riguardo a questo o quel nome non credo proprio come già detto da altri che questa sia la sede più adatta. Sai com'è: verba volant, scripta manent ...e non si sa' mai chi legge ;) Saluti Simone1 punto
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Ciao Renzo, tenendo conto che si trovano quasi tutte con i rilievi bassi, credo che sia immeritato un q.BB anche se presenta alcuni difetti. Io vedo dei bei rilievi e un ottimo BB+ lo darei. Più dei tedeschi. http://www.ma-shops.com/loebbers/item.php5?id=130122035〈=en1 punto
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E molto più belli dei commemorativi moderni ti consiglio di documentarti sulla serie commemorativa classica dei mezzi dollari (1892-1954) con delle coniazioni davvero stupende e dotate altresì di un notevole fascino storico...1 punto
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Questa moneta mi trae in inganno...e parecchio. Il metallo sembra aver conservato la freschezza di uno spl...per quanto riguarda i rilievi invece io vedo un bb al dritto e un mezzo punto in più al rovescio. Per me l'usura c'è a meno che la piastra non sia debolissima al dritto. Nel complesso bb+...se invece è debolezza la penso come Rex Neap. marco1 punto
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sono un po di corsa ora intanto ti posto una foto con le differenze di conio del 1834 dime (large and small 4) Si vede abbastanza chiaramente la differenza nell'ultima cifra appunto1 punto
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Ludovico Manin, ultimo doge di Venezia, nell'agosto del 1802 scriveva le ultime righe delle sue Memorie. Discendente da una nobile famiglia friulana, attore e testimone della fine della repubblica, ci lascia un diario in cui, tra notizie di costume, attualità e politica, ci sono alcune note interessanti sulla monetazione di "transizione" tra la venezia dei dogi e l' 800. la prima nota che vi propongo si riferisce alla cosiddetta "osella del lido". 20 ottobre, 1797 Questa mattina nell'Elaboratorio al Lido, prese fuoco della polvere che con uno scoppio estremo, mandò in aria ed attaccò fuoco alla fabbrica con morte di alcune persone; cosa però che non ebbe conseguenze peggiori,, ma il terrore compreso da tutta la città fu estremo. Ludovico Manin, Memorie, 1802 Il fatto è rappresentato su una rarissima osella veneziana del 1797, in genere considerata l'ultima della serie. Il termine "osella" per questo pezzo ha suscitato numerosi dubbi e interpretazioni, in quanto, sine duce, decadeva anche l'onere del dono ai nobili.1 punto
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Ho trovato il collegamento su internet del documento intero: http://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/euro_became_our_moneyit.pdf E' un po' lunghino ma ci sono un sacco di cose anche sulla produzione, sulla distribuzione ecc...1 punto
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NOn mi interessa questp Hobby Gallo, ne ho gia regalate qualcuna (le ho trovate in un doppio vano di un armadio di mio nonno deceduto). Sto cercando di vendere quelle che valgono qualcosa, le altre le regalo a chi ha passione e può valorizzarle in qualche modo.1 punto
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Dallo stile la moneta sembra appartenere alle monete più tarde. Sul peso, pur rispettando l'autorevole parere dell'amico Roberto Ganganelli, faccio fatica a pensare che potesse avvicinarsi a quello dell'agontano "antico".1 punto
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Qualche approfondimento in più: Venusia, Hera, falci di luna e stelle http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/b040/b040.html Giulio De Florio1 punto
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Dear Orvieto I believe in the prior discussion it has not been provided you any means to express yourself and also to receive proper counselling. You are probably accustomed to british law where coin finding and even metaldetector is allowed by law, with the only condition that any coins found be repoerted to authorties for tracking, registering and eventually purchase from the founder (if the coin is missing form public collections). In Italy law is much more retrictive, albeit not fully defined and clear, but every "ancient" coins found by accident on public ground (and especially archeological site) must be not only reported to teh Authorities but also surrended to them. Right or wrong this is the law currently enforced in Italy, though there is still not a generally agreed definition of what "ancient", the most restrictive interpretation going as far as defining ancinet "any" coin more than 50 years old (which would mean that evn 50 liras - a coin roughly equivalent to a shilling - struck 50 years ago lost by its owner if found today should be immediately reported and surrendered to Authorities.. I believe more than the intrinsic value of the coin you found, an albulo struck by the Republic of Lucca shortly before 1400, by far the value lies in the information that can be derived by the find itself. That is is quite interesting to register the find of this coin in Orvieto testifying the circulation of such pieces for this age in that area. For your information Orvieto has never been a fully fledged mint although it has struck a denaro (Urbs Vetus) in the XIII century. My suggestion would be , if possible, that you publish a few lines about the find of this coin eventually being helped by a professional numismatist, before submitting it to the local Soprintendenza delle Belle Arti, the institution looking after Italy's cultural heritage which will be the best reference to provide you guidance with your find (they may even say you can keep the coin, who knows..) Below I reported the address of theior offices and the responsible whim eventually you can address. I know it's a bit worksome but it's the way it works in Italy. Hopefully one day things will improve. We are working, also at this Forum, in this direction. But remember more important is that you try to have recorded through the help of a professional numismatist the info regarding the find. Good luck and hope you can enjoy your visits to the charming city of Orvieto and our beautiful Country ! Soprintendenza Beni Archeologici e Ambientali dell'UMBRIA Responsabile: arch. Anna DI BENE Città: Perugia Indirizzo: Via Ulisse Rocchi 71. CAP: 06100. Provincia: PG Regione: Umbria Telefono: 0755741111 punto
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Vorrei solo far notare che ad Aquileia c'era una forte comunità Cristiana e che con l'appoggio di Costantino il Vescovo Teodoro nel 313 costruì la Bellissima Basilica dove sul pavimento musivo compare un Cristogramma. Come mai quel simbolo di zecca compare proprio ad Aquileia e non in un altra città dove non c'era la presenza cristiana. Sono d'accordo che sul frontone del tempio la croce può essere una rotazione del sibolo di zecca X nella tipologia CONSERVATOR VRBS SVAE ma non vi è presenza di una X tra gli stendardi od in campo destro o sinistro del GLORIA EXERCITVS. La stessa cosa si può dire del SOL INVICTO COMITI di TICINUM dove sono le X che ruotate avrebbero creato la croce NON ESISTONO!!!! Anche Ticinum come ad Aquileia esisteva una forte comunità di Cristiani e guarda caso il famoso medaglione di Costantino col Cristogramma è proprio di Ticinvm. Certamente la croce è un simbolo di zecca ma la concomitante presenza di forti comunità cristiane che finalmente potevano professare liberamente la propria fede dovrebbe quanto meno farvi riflettere. Credete davvero che con la feroce persecuzione dei Cristiani posta in atto prima del 311 ed in alcune zone anche dopo il 313 i simboli Cristiani non fossero ben conosciuti dai prefetti che avevano il compito di stanare e punire questa setta malefica? (infatti questi simboli non compaiono sulle monete prima del 315) Ormai le simpatie dell'Imperatore Costantino verso i Cristiani erano ben note (devoluzione di monete verso alcune comunità, esclusione dalle tasse di alcuni Ecclesiastici, indizione del Concilio di Arles, presenza presso la corte di Ossio di Cordoba quale consigliere dell'Imperatore, manumissio in ecclesia per gli schiavi). In particolare la moneta di Aquileia con il simbolo della croce è molto tarda e dovrebbe essere stata coniata dal 334 al 335 quando ormai l'interesse di Costantino (in tale data unico Imperatore) verso il Cristianesimo era acclarato con l'Episcopalis Audientia, editto contro gli aruspici, istituzione del riposo Domenicale, divieto di combattimenti all'ultimo sangue , indizione del concilio di Nicea, costruzione di una quantità impressionante di basiliche , coniazione del bellissimo Follis del 327 in cui al rovescio il bene trionfate rappresentato da un labaro sormontato da Cristogramma batte il male (Licinio) rappresentato da un serpente, lettera ai provinciali d'Oriente etcc etcc. E volete che allora come oggi il vizio di saltare sul carro del vincitore non ci fosse? Il procurator monetae sapeva benisssimo il significato di tali simboli e probabilmente sperava inserendo di sua iniziativa questi simboli di zecca di ingraziarsi l'Imperatore. Otre a ciò non si può non considerare che il simbolo + ormai frequentissimo come segno di addizione non esisteva nel mondo latino essendo stato introdotto dai matematici inglesi e tedeschi verso la fine del 1400. Se analizziamo il simbolo presente sulla GLORIA EXERCITVS di Aquileia lo troviamo sia come croce greca, sia come croce latina sia come croce ansata usata dalle comunità Egizie riprendendo il concetto dell'Ankh della vita. Sono veramente ignorante in epigrafia ma non ricordo epigrafi che riportino il simbolo della croce al di fuori del significato religioso Cristiano.1 punto
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Come potete osservare da questi documenti il Re Vittorio Emanuele III per completare la monetazione sabauda della sua collezione si rivolgeva , tramite i suoi attendenti , al Ministro del Tesoro e alla Banca D'Italia. Tuttavia le monete ottenute tramite questa via , venivano prontamente pagate e non accettate in regalo1 punto
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Ossignur..... allora avevo ragione, andiamo proprio per sentito dire, che è molto peggio che esserselo sognato di notte. Nessuno ti fa una colpa di avere solo 15 anni e di non poter avere quindi una memoria storica del mercato dei metalli (purtroppo per te, io compravo caravelle quando tu avevi da poco smesso di prendere il biberon), ma proprio per questo sarebbe opportuno non millantare conoscenze del mercato che davvero non si hanno. Eppure basterebbe guardarsi i grafici che ti ho postato, quelli sì che non sono amenità, ma sono dati oggettivi..... e allora ti accorgi immediatamente, confrontando anche vari periodi, che oro e argento vanno spesso di pari passo e che è una balla colossale affermare che l'uno sia più stabile dell'altro. Che poi mi verrebbe pure da dire: se l'argento è così stabile, come fai a dire che tra un anno varrà 1200 Euro/Kg che è una cifra non assurda, ma di più? <_< Ma ragazzi, ma le rileggete le cavolate che scrivete?1 punto
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Credo non esista al mondo cosa più innaturale e dolorosa che assistere alla morte del proprio figlio. Ti mando un abbraccio. Sentite condoglianze a Te e ai tuoi cari. Guido1 punto
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Si tratta di un articolo di Alessandro Ruggia, pubblicato nel LVIII numero del Quaderno di Studi del Circolo Numismatico "Mario Rasile". La croce particolare (di forma inconsueta, nota come croce di Aquileia od anche croce particolare di Aquleia) tra i labari, che trova posto esclusivamente in conii della zecca adriatica, venne successivamente rimpiazzata da una F, poi sparì anche questa lettera. La croce, per il RIC posta per differenziare le emissioni, fu interpretata diversamente. Monsignor Cavedoni (sacerdote modenese) la avvicinò alla croce egizia, ossia alessandrina (croce ansata egiziana), attribuendo la presenza di tale segno al fatto che Aquileia (emporio marittimo di primo piano) aveva continue comunicazioni con l'Egitto (ed Aquileia aveva sempre svolto un ruolo di mediazione e diffusione di culti provenienti dall'Egitto), e che in città risiedavano numerose famiglie egizie. I cristiani di Alessandria, secondo Cavedoni, adottarono la geroglifica croce ansata (ankh), assimilandolo alla croce della Redenzione. L'ipotesi del Cavedoni fu accolta da diversi numismatici, fra i quali il Maurice ed il Bruun. Il gesuita Raffaele Garrucci, viceversa, vide nel simbolo una semplice Croce Latina (e nel capo ridondato della Croce il capo di Cristo). Su quest'ipotesi concordò F.W. Madden, osservando l'assenza di croci alesandrine su monumenti aquileiesi e le diverse forme con cui questa croce si presenterebbe sugli stessi conii aquileiesi. Ancora : M. Sulzberger non esclude che il bottoncino che sormonta la croce derivi dalla forma della croce ansata, ma annota che le monete di Aquileia, già dieci anni prima, avevano portato impresso il monogramma (chi-ro) sormontato dal globetto e che questo rigonfiamento potrebbe essersi trasmesso alla croce semplice. A completamento, ricordo l'ancor dibattuta questione (ipotizzata da Lodovico Laffranchi nel 1932), per cui il primato monetale assoluto di un segno cristiano spetterebbee alla zecca di Aquileia, ovvero alla croce greca presente nel frontone del tempio esastilo su alcuni rari rovesci dei folles massenziani "CONSERV VRB SVAE" emessi dalla terza officina della città adriatica. Se ne parlò, ormai diversi anni addietro, su lamoneta...perdonatemi ma non trovo il vecchio topic.1 punto
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Lascio chiunque della propria opinione, anche se il fatto che il Consiglio d'Europa indica ormai stabilmente le Giornate Europpee del Patrimonio nell'ultimo fine settimana di settembre sia un dato oggettivo e inconfutabile, che dovrebbe smorzare le acredini. La decisione della Provincia di Biella e dell'Archivio di Stato di Biella di dare un seguito all'attività dello scorso anno, sempre nel contesto ufficiale di questa manifestazione internazionale, è un piccolo motivo di orgoglio, e indirettamente un riscontro di quanto fatto per la precedente edizione. Il Biellese non manca certo di opportunità culturali né di tesori d'arte, e rinnovare il discorso in un contesto comunque di nicchia come può essere quello della Numismatica può apparire una sfida, ma anche uno stimolo a fare ancora meglio. Liberamente ciascuno valuterà le offerte che quel fine settimana potrà offrire, sulla base dei programmi, dei propri interessi o della comodità di viaggio. Esattamente come è già stato fatto lo scorso anno, quando si è manifestata una concomitanza con più eventi di carattere numismatico. L'amico Franco ha già in serbo molte sorprese, che a tempo debito saranno svelate. E poi, volendo essere pignoli (e chi era presente l'anno scorso a Masserano e/o Biella lo può eventualmente confermare), al termine della manifestazione passata ci siamo congedati già annunciando che per l'anno successivo - vale a dire, il 2013 - la manifestazione avrebbe avuto un seguito, sempre nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio. Anzi, forse ricordo male ma ne abbiamo parlato a tavola il sabato stesso, prima ancora che la manifestazione avesse ufficialmente inizio. Quindi, se proprio si vuole trovare a tutti i costi della malizia o del disprezzo (ma, ribadisco, mi sembra un esercizio gratuito), questa deve essere cercata in chi ha deciso di sovrapporre altri eventi alla seconda conferenza di Messerano, perché questa era già stata decisa e comunicata da tempo. E.1 punto
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Buongiorno a tutti, cerco di riassumere le conclusioni a cui sono giunto tramite i vostri contributi. I miei obiettivi erano due: 1. confermare che la produzione del fiorino (o ducato) d'oro di Filippo Maria Visconti sia iniziata nel 1442 2. nel caso non fosse possibile confermare tale data, identificare l'effettiva data d'inizio della produzione della moneta Il punto (1) direi che è risolto anche solo dalle vostre indicazioni sulla numerosità degli esemplari della moneta: improbabile che siano stati prodotti in solo 5 anni. Il punto (2) è ovviamente molto più complesso. Non mi sembra di esserne venuto a capo in modo univoco, ma ho comunque raccolto delle indicazioni significative. Le date indicate da Crippa e da altri purtroppo non sono univocamente riconducibili al fiorino di Filippo Maria e potrebbero riferirsi ai fiorini dei suoi predecessori. Anche molte delle grida indicate da Gaff, pubblicate sulla Rivista Italiana di Numismatica (1893), presentano questa ambiguità. Le prime che mi sembrino univoche sono la 123 e 126, del 1426: 123. “floreni auri facti ad stampum Ill.um Dominorum Vicecomitum predecessorum prelibati domini nostri, et fiendi ad stampum prefati domini nostri” - usa il passato per i fiorini fatti con gli stampi dei predecessori di Filippo Maria e il futuro per i fiorini da farsi con gli stampi dello stesso. 126. La seconda citazione è relativa all'ordine di fabbricare fiorini d'oro con lo stampo di Filippo Maria. Ho trovato il testo completo in Giulini ("Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi", 1854 - pag.290). E' una lettura interessante, perché (come indicato nella RIN) viene vietata l'esportazione d'oro per consentire di produrre un maggior numero di fiorini d'oro: “...si ordina che debbano essere fabbricati Fiorini d'oro con lo stampo del suddetto Signore e che abbiano, in passato, presente e futuro lo stesso corso dei Ducati Veneti. Affinché se ne possano produrre in maggior quantità, questa Grida vieta che chiunque osi o presuma estrarre od esportare dalla Città e dal Ducato di Milano, e da altre terre del suddetto Signore, né approvare l'estrazione o l'esportazione di una qualsiasi quantità d'oro in verghe, né in monete bolzonate, a pena di perdere l'oro, le bestie e le imbarcazioni con cui e su cui avvenga l'esportazione...” (cosa si intenda per “monete bolzonate” a me non è chiaro, ma immagino che per voi sia un'ovvietà :) ) Quindi la data che ho trovato nei documenti è 1426. I ragionamenti per cui la produzione del fiorino di Filippo Maria sia iniziata nei primi anni del suo ducato mi sembrano plausibilissimi, ma non ne ho trovato evidenza univoca. Ancora grazie a tutti, per le indicazioni competenti e puntuali: mi ritengo soddisfattissimo delle conclusioni a cui sono giunto grazie a voi! PS: Riguardo all'annotazione di Gaff su tarocchi e astrologia, i due temi erano originariamente indipendenti: i tarocchi erano semplicemente un gioco di carte le cui immagini rappresentavano una complessa allegoria morale. La passione di Filippo Maria per i giochi di carte in generale è ben documentata da Decembrio (che riporta tra l'altro il fatto che il duca spese ben 1500 ducati per la produzione di un mazzo di carte da gioco). L'affinità tra tarocchi e astrologia può trovarsi nell'uso divinatorio, che nel caso dei tarocchi non risulta essere stato diffuso prima del XIX secolo.1 punto
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Temo che Paolino abbia ragione, non tutti sono dei navigati lupi di mare, meno paletti ci sono, più spazio per la speculazione viene lasciato a chi vende, anche se poi il problema grosso rimane stabilire che cosa è veramente FDC o qFDC, prima del prezzo.1 punto
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