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  1. mirkoct

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/27/13 in tutte le aree

  1. Quando pensiamo alle officine monetarie dell'antichità classica, siamo portati ad immaginare delle strutture ben definite ed organizzate, espressione e strumento di un'autorità politica ben definita, ben localizzate geograficamente. Certo, per quest'ultimo aspetto, con le dovute eccezioni: nel caso in cui campagne militari portino il fabbisogno di moneta lontano dal centro di emissione e problematiche di carattere logistico facciano si' che sia più conveniente la produzione in loco (con officine monetarie mobili al seguito degli eserciti o con l'appalto di produzione monetaria a zecche locali) o nel caso in cui il potere politico sia frammentato e "mobile", come in occasione delle guerre civili. Ben conosciamo inoltre il fenomeno che, in Magna Grecia ed altrove, faceva si' che incisori prestigiosi migrassero da una polis all'altra, per offrire i propri servigi di altissimo livello artistico (e quindi lustro) alla zecca locale. Sulla base di tali dinamiche, caratteristiche delle monetazioni magnogreche, puniche e romano-repubblicane, siamo istintivamente portati a pensare che il funzionamento delle officine monetarie, la loro eventuale mobilità e la relazione con l'autorità emittente, fosse più o meno generalizzata anche in contesti contemporanei più marginali che dal mondo classico mediterraneo avevano mutuato il concetto stesso di moneta, quale ad esempio quello celtico. Utilizzando chiavi interpretative "classiche", in passato si é avuta qualche difficoltà a leggere alcuni fenomeni caratteristici di tali monetazioni, quali ad esempio le (rare) condivisioni di coni nell'ambito di emissioni di popoli diversi, oppure l'identità a livello di struttura formale delle impronte caratteristiche di monetazioni diverse, in cui la struttura del disegno rimane la stessa e cio' che cambia sono alcuni elementi della rappresentazione (quale ad esempio quello che puo' essere considerato il "simbolo" dell'autorità emittente, l'animale totemico, con cinghiali, orsi e lupi che si contendono lo spazio centrale in tondelli per tutto il resto formalmente identici). Il rompicapo dato da tali caratteristiche "unitarie" di monetazioni chiaramente afferenti a tribu' celtiche diverse, in passato ha fatto si é che si proponessero ipotesi interpretative secondo le quali tali emissioni fossero realizzate centralmente da ateliers monetari federali, mutualizzati tra le diverse tribù. Certo é che se cosi' fosse dovremmo presupporre un livello di organizzazione politica che, se ben puo' adattarsi ad alcune realtà storiche del mondo mediterraneo, trova qualche difficoltà ad essere applicato al mondo celtico, quanto meno per come lo conosciamo. Un interessante articolo di Michel Feugère (di cui riporto il link in fondo al post) getta forse una luce su questi fenomeni, dandoci nel contempo gli elementi di base per una diversa chiave interpretativa, questa volta non basata su un metro "classico", ma su dinamiche locali di cui emerge evidenza archeologica. L'articolo é in francese, per cui ne riporto per sommi capi i contenuti. Tratta del ritrovamento nel Lot (Francia sud-occidentale) di un deposito di utensili appartenenti ad un atelier monetario: tre coni di martello, un conio di incudine, la testa di una mazza in ferro, alcuni parallelepipedi in ferro recanti coppelle ed una sorta di scalpello a punta piatta. Il deposito era originariamente nascosto sotto delle lastre di pietra, in una zona non urbanizzata, nel territorio dei Cadurci, ma a poche centinaia di metri dal corso d'acqua che costituiva il confine tra il territorio dei Cadurci e quello dei Lemovici. Le impronte dei conii si riferiscono a monete attribuite ai Lemovici. Al di là degli interessanti elementi di ordine numismatico e tecnologico offerti dal ritrovamento, uno spunto di riflessione più generale si impone. Riporto, tradotta, la considerazione finale dell'articolo: "L'area geografica della scoperta interroga al tempo stesso il numismatico e lo storico: sebbene si sia osservato spesso che i conii monetari si ritrovano più o meno lontano dalla regione dove si pensa che sono stati utilizzati, il ritrovamento di Comiac, effettuato giusto al passaggio della frontiera, ma all'esterno del territorio dei Lemovici, ci parla probabilmente dello statuto degli artigiani monetari: artigiani itineranti, non ne dubitiamo, che potevano mettere la loro abilità al servizio di diversi emittenti di cui riproducevano allora i simboli politici e religiosi. Ma se gli uomini viaggiavano, i conii non avevano utilità all'esterno del relativo territorio. Forse é proprio per questo, per mettere da parte un'attrezzatura destinata alle emissioni lemovicie, che questo deposito è stato nascosto precisamente in territorio cadurco. L'artigiano che doveva ricuperarlo, il giorno in cui l'emittente lemovicio gli avesse passato un nuovo ordine di monete, non è potuto ritornare a recuperare il suo bene. Sono queste circostanze impreviste che ci consentono di trovare oggi, a Comiac, un insieme tanto eccezionale." Aggiungo qualche considerazione personale. Innanzitutto l'eccezionalità del ritrovamento si riferisce soprattutto alla sua localizzazione in un'area di confine tra due tribu': i ritrovamenti di conii in Gallia transalpina non sono infrequenti e sono quasi sempre caratterizzati dal fatto di collocarsi in aree rurali, lontane dagli insediamenti, ed al di fuori dei territori di emissione delle monete che ai conii stessi si riferiscono. Altri ritrovamenti di materiali di "officina", con caratteristiche simili a quelle di Comiac, sono conosciuti, per quanto non ancora pubblicati. La figura dell'artigiano itinerante, che si sposta con tutto il suo armamentario (per poter effettivamente coniare gli manca solo la forgia, che puo' facilmente trovare in ogni oppidum), se distante dalle esperienze della civiltà classica fa venire immediatamente alla mente alcuni tradizioni protostoriche, quali ad esempio quella che vedeva, nella cultura terramaricola, gli artigiani fonditori muoversi lungo gli itinerari della Val Padana, per fornire i propri servigi (la produzione di utensili in bronzo) di villaggio in villaggio. Che il ritrovamento di Comiac, con annessi e connessi, possa fornire qualche chiave di lettura anche per i fenomeni monetari celtici "nostrani"? http://www.academia.edu/1174931/Le_depot_de_coins_monetaires_gaulois_de_Comiac_Lot_DT_3416_et_3425
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  2. Un'altra Napoletana :) Mezzo Ducato 1684, Carlo II, Argento Patina omogenea, e verso il bordo, e tra i rilievi dello scudo della vittoria al R/ iridescenze dorate con una puntina di rossiccio
    2 punti
  3. :D :D :D Taglio: 20 cent Nazione: San Marino Anno: 2005 Tiratura: 160.000 Condizioni: BB Città: Comacchio
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  4. ecco le foto del medaglione che regaleremo ai primi 100 collezionisti che entreranno al convegno http://www.imageshack.com/i/1fqeolj fatemi sapere se non si dovesse visualizzare
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  5. «Rosa fresca aulentisima ch’apari inver’ la state, le donne ti disiano, pulzell’ e maritate: tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate; per te non ajo abento notte e dia, penzando pur di voi, madonna mia». «Se di meve trabàgliti, follia lo ti fa fare. Lo mar potresti arompere, a venti asemenare, l’abere d’esto secolo tuto quanto asembrare: avere me non pòteri a esto monno; avanti li cavelli m’aritonno». «Se li cavelli artóniti, avanti foss’io morto, ca’n isi [sí] mi pèrdera lo solaço e ’l diporto. Quando ci passo e véjoti, rosa fresca de l’orto, bono conforto dónimi tutore: poniamo che s’ajúnga il nostro amore». «Che ’l nostro amore ajúngasi, non boglio m’atalenti: se ci ti trova pàremo cogli altri miei parenti, guarda non t’argolgano questi forti correnti. Como ti seppe bona la venuta, consiglio che ti guardi a la partuta». «Se i tuoi parenti trovami, e che mi pozzon fare? Una difensa mètonci di dumili’ agostari: (1) non mi tocara pàdreto per quanto avere ha ’n Bari. Viva lo 'mperadore, graz' a Deo! Intendi, bella, quel che ti dico eo?» «Tu me no lasci vivere né sera né maitino. Donna mi so’ di pèrperi, (2) d’auro massamotino. (3) Se tanto aver donàssemi quanto ha lo Saladino, e per ajunta quant’ha lo soldano, tocare me non pòteri a la mano». «Molte sono le femine c’hanno dura la testa, e l’omo con parabole l’adímina e amonesta: tanto intorno procazzala fin che·ll’ha in sua podesta. Femina d’omo non si può tenere: guàrdati, bella, pur de ripentere». «K’eo ne pentésseme? davanti foss’io aucisa ca nulla bona femina per me fosse ripresa! Ersera passàstici, corenno a la distesa. Aquístati riposa, canzonieri: le tue parole a me non piacion gueri». «Quante sono le schiantora che m’ha’ mise a lo core, e solo purpenzànnome la dia quanno vo fore! Femina d’esto secolo tanto non amai ancore quant’amo teve, rosa invidïata: ben credo che mi fosti distinata». «Se distinata fósseti, caderia de l’altezze, ché male messe fòrano in teve mie bellezze. Se tuto adiveníssemi, tagliàrami le trezze, e consore m’arenno a una magione, avanti che m’artochi ’n la persone». «Se tu consore arènneti, donna col viso cleri, a lo mostero vènoci e rènnomi confleri: per tanta prova vencerti fàralo volontieri. Conteco stao la sera e lo maitino: Besogn’è ch’io ti tenga al meo dimino». «Boimè tapina misera, com’ao reo distinato! Geso Cristo l’altissimo del tuto m’è airato: concepístimi a abàttare in omo blestiemato. Cerca la terra ch’este grane assai, chiú bella donna di me troverai». «Cercat’ajo Calabra, Toscana e Lombardia, Puglia, Costantinopoli, Genoa, Pisa e Soria, Lamagna e Babilonïa [e] tuta Barberia: donna non trovai tanto cortese, per che sovrana di meve te prese». «Poi tanto trabagliàsti, facioti meo pregheri che tu vadi adomànimi a mia mare e a mon peri. Se dare mi ti degnano, menami a lo mosteri, e sposami davanti da la jente; e poi farò le tuo comannamente». «Di ciò che dici, vítama, neiente non ti bale, ca de le tuo parabole fatto n’ho ponti e scale. Penne penzasti metere, sonti cadute l’ale; e dato t’ajo la bolta sotana. Dunque, se poi, tèniti villana». «En paura non metermi di nullo manganiello: istòmi ’n esta grorïa d’esto forte castiello; prezzo le tuo parabole meno che d’un zitello. Se tu no levi e va’tine di quaci, se tu ci fosse morto, ben mi chiaci». «Dunque voresti, vítama, ca per te fosse strutto? Se morto essere déboci od intagliato tuto, di quaci non mi mòsera se non ai’ de lo frutto lo quale stäo ne lo tuo jardino: disïolo la sera e lo matino». «Di quel frutto non àbero conti né cabalieri; molto lo disïano marchesi e justizieri, avere no’nde pòttero: gíro’nde molto feri. Intendi bene ciò che bol dire? Men’este di mill’onze lo tuo abere». «Molti so’ li garofani, ma non che salma ’nd’ài: bella, non dispregiàremi s’avanti non m’assai. Se vento è in proda e gírasi e giungeti a le prai, arimembrare t’ao ste parole, ca de tra ’sta animella assai mi dole». «Macara se doléseti che cadesse angosciato: la gente ci coresoro da traverso e da·llato; tut’a meve dicessono: ’Acori esto malnato’! Non ti degnara porgere la mano per quanto avere ha ’l papa e lo sodano». «Deo lo volesse, vitama, te fosse morto in casa! L’arma n’anderia cònsola, ca dí e notte pantasa. La jente ti chiamàrono: ’Oi perjura malvasa, c’ha’ morto l’omo in càsata, traíta!’ Sanz’oni colpo lèvimi la vita». «Se tu no levi e va’tine co la maladizione, li frati miei ti trovano dentro chissa magione. be·llo mi sofero pèrdinci la persone, ca meve se’ venuto a sormonare; parente néd amico non t’ha aitare». «A meve non aítano amici né parenti: istrani’ mi so’, càrama, enfra esta bona jente. Or fa un anno, vítama, che ’ntrata mi se’ ['n] mente. Di canno ti vististi lo maiuto, bella, da quello jorno so’ feruto». «Di tanno ’namoràstiti, Iuda lo traíto, como se fosse porpore, iscarlato o sciamito? S’a le Va[n]gele júrimi che mi sï’ a marito, avere me non pòter’a esto monno: avanti in mare ítomi al perfonno». «Se tu nel mare gítiti, donna cortese e fina, dereto mi ti mísera per tuta la marina, poi c’anegàseti, trobàrati a la rena solo per questa cosa adimpretare: conteco m’ajo agiungere a pecare». «Segnomi in Patre e ’n Filïo ed i[n] santo Mateo: so ca non se’ tu retico, figlio di giudeo, e cotale parabole non udi’ dire anch’eo. Morta si la femina a lo ’ntutto, pèrdeci lo saboro e lo disdotto». «Bene lo saccio, càrama: altro non pozzo fare. Se quisso non arcòmplimi, làssone lo cantare. Fallo, mia donna, plàzzati, ché bene lo puoi fare. Ancora tu no m’ami, molto t’amo, sí m’hai preso come lo pesce a l’amo». «Sazzo che m’ami, àmoti di core paladino. Lèvati suso e vatene, tornaci a lo matino. Se ciò che dico fàcemi, di bon cor t’amo e fino. Quisso t’imprometto sanza faglia: te’ la mia fede che m’hai in tua baglia». «Per zo che dici, càrama, neiente non mi movo. Intanti preni e scànnami: tolli esto cortel novo. Esto fatto far pòtesi intanti scalfi un uovo. Arcompli mi’ talento, 'mica bella, ché l’arma co lo core mi si ’nfella». «Ben sazzo, l’arma dòleti, com’omo ch’ave arsura. Esto fatto non pòtesi per null’altra misura: se non ha’ le Vangele, che mo ti dico ’Jura’, avere me non puoi in tua podesta; intanti preni e tagliami la testa». «Le Vangele, càrama? ch’io le porto in seno: a lo mostero présile (non ci era lo patrino). Sovr’esto libro júroti mai non ti vegno meno. Arcompli mi’ talento in caritate, ché l’arma me ne sta in sutilitate». «Meo sire, poi juràstimi, eo tuta quanta incenno. Sono a la tua presenza, da voi non mi difenno. S’eo minespreso àjoti, merzé, a voi m’arenno. A lo letto ne gimo a la bon’ora, ché chissa cosa n’è data in ventura». Cielo d'Alcamo, Sicilia, XIII secolo. (1) augustali : monete d'oro di Federico II di Svevia battute nelle zecche di Brindisi e Messina (2) hyperpyra : monete d'oro dell'impero bizantino, dall'epoca dei Comneni in poi, conosciute in Occidente anche con il nome di bisanti (nome spesso riferito genericamente alle monete d'oro orientali, comprese quelle islamiche) (3) probabilmente riferito alle monete d'oro (dinar) coniate in Spagna dalla dinastia degli Almohadi, che proveniva dalla tribù berbera dei Masmuda; o, più in generale, alla purezza dell'oro con cui erano fabbricate : 20 carati 1/2, la stessa dell'hyperpyron e dell'augustale (oro di pagliola)
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  6. rinuncio al folder L'avrei comprata e data ad una mia amica, a questo punto non la compro e do la possibilità di riceverla ad un amico qualsiasi del forum. Lamoneta deve essere prima di tutto una grande comunità, poi un luogo per trovare buone occasioni, cerchiamo di non dimenticarcelo mai, e di ringraziare sempre persone come @@DanPao che fanno di tutto e si mettono in gioco. Non desidero nè folder nè rotolino, rinuncio pure alla spedizione congiunta dove già non dovevo essere io il referente.
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  7. La mia moneta preferita di Giorgio V è la bellissima corona del 1935 :p
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  8. Credo che migliorare il forum sia uno dei nostri doveri. Ci sono alcuni comportamenti, benchè leciti, che possono dare fastidio ad altri utenti. Eppure basterebbe poco per evitarlo. Vorrei iniziare con un suggerimento che potrebbe essere utile: Chi si appresta a scrivere un post in una discussione dovrebbe leggere TUTTI i post precedenti. Arka
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  9. Ecco un'altra moneta da pochi giorni entrata in collezione e che, se non è degna dell'invidia di @@picchio, merita comunque attenzione. Clemente XI Testone - Anno II/1702. Munt. 67 Ex Asta Kunker n. 206 del 13/14.03.2012.
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  10. posso intanto dirti che si tratta di una moneta etiope del re Menelik II, che ha regnato dal 1889 al 1913. Dovrebbero essere centesimi di birr, ma attendiamo esperti
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  11. Ricordamelo la sera prima che te ne metto uno da parte
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  12. Perchè pur essendo schematizzate in maniera chiarissima le serie e i codici corti per così dire rare molti utenti continuano a proporre codici corti e seriali tra i più comuni.Non leggono.
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  13. Mi sono permesso di apportare alcune modifica alla pagina del PR dove è presente questa Tipologia di Grano - 1635 e 1636 sigla O/C - Stemma Curvilineo......sia chiaro e qui lo voglio ripetere, e lasciarlo scritto nero su bianco, i miei interventi non sono tesi a mettere in evidenza e/o criticare il lavoro di chi mi ha preceduto negli studi, chi non scrive non commette errori, ma sono solo tesi, ogni qualvolta si presenta qualche novità in queste discussioni, a correggerli ed apportare le modifiche necessarie affinché l'errore non venga tramandato. Gli errori vanno confutati poiché l'errore di uno può diventare quello di molti.
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  14. Indubbiamente al primo sguardo sembra si tratti di un fiorellino a quattro petali con bottocino centrale. Bisogna tener conto però che la croce presente sui denari di Ravenna non è una croce greca, ma una croce ritrinciata o fiorata. Non mi pare che per realizzare questa croce si utilizzasse un punzoncino apposito, perchè pur essendo una variante abbastanza rara ho visto crocette fatte in modi molto diversi e talvolta un po' sghembe. Ho l'impressione che i bracci fogliati fossero realizzati con 4 colpi di puntine quadrangolari, connessi poi con due trattini rettilinei incrociati. Le puntine quadrangolari si consumavano rapidamente e quindi si passa da una croce ritrinciata negli esemplari più nitidi a croci sempre più marcatamente fogliate man mano che le estremità diventano più tondeggianti. Del resto se lo scopo del simboletto è distinguere chiaramente un emissione dall'altra (per perseguire a distanza di tempo lo zecchiere truffaldino) è comprensibile utilizzare lunette, crocette, bisanti e stelle a 5-6-7 raggi; un po' meno utilizzare una crocetta a quattro bracci e una fiorellino a quattro petali con la stessa angolazione e posizione che con un po' usura diventano uguali. Le mie sono comunque considerazioni un po' estemporanee, basate sul poco di esperienza personale acumulata e magari esistono esemplari belli nitidi dove si vede indiscutibilmente un fiorellino!
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  15. direi che è proprio lei,grazie mille!!
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  16. Un kreuzer, zecca di Vienna.
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  17. Denaro di Ravenna per il periodo arcivescovile (XIII - XIV sec) dritto: ARCIEPISCO // PVS verso: DERAVENA // croce ciao Mario
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  18. chi apre una discussione nella sezione identificazioni invece che scrivere : quanto vale? per educazione almeno un Buon giorno, grazie ecc...
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  19. In questa discussione non può mancare una patinata "Napoletana"... ;)
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  20. Detto questo, temo sia meglio che abbandoni la conversazione prima che assuma connotati politici che, peraltro, erano evidenti già nel post di apertura.
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  21. "Non vedo come le due cose debbano, per forza, essere distnte. C'erano anche più Regni di Sardegna o Regni delle Due Sicilie, se è per questo." Non ne facevo, ovviamente, una questione geografica, ma sociale. C'è una parte d'Europa le cui popolazioni si ritrovano ancora oggi a sopravvivere in condizioni terzomondiste; ed una parte di queste popolazioni abitano nel nostro Paese. Nell'800, i Regni preunitari italiani avevano, tutto sommato, un sistema sociale più omogeneo, anche perchè all'epoca gli Stati provvedevano solo in minima parte ad assicurare servizi sociali ai sudditi, la massa delle popolazioni era invariabilmente povera e/o dal reddito mediamente modesto mentre la ricchezza e la cultura erano privilegio di pochi. E, semplificando, questo sistema era più o meno la caratteristica di tutti gi Stati preunitari. Lasciando da parte le specificità culturali e sempre semplificando, da un punto di vista economico l'unificazione del Paese non ha quindi provocato squilibri insostenibili. Mi pare che nel nostro caso, invece, la situazione sia molto più allarmante. Sebbene molti in Italia non si sentano italiani (e questo è un dato di fatto, che piaccia o no) il “sentimento europeista” rischia di essere una pura enunciazione di principio se non si riempie di contenuto. Non sono in discussione i vantaggi che discendono dal libero scambio delle merci e delle persone nell'ambito del territorio della UE, (ma, va detto, un'unione doganale fra più Stati non necessitava affatto che si creasse un organismo politico nuovo come la UE – bastava un trattato internazionale!) oppure la moneta unica (e anche qui non c'era bisogno di creare la UE per offrire tale opportunità – vedi l'esperienza della U.M.L.), ma è l'imposizione di schemi uniformi per tutti che non tiene in considerazione la profonda diversità sociale ed economica che ancora esiste nella macroregione europea e che rischia di marginalizzare ulteriormente quelle realtà sociali che non sono in grado di reggere il passo europeo. E questa conseguenza mi pare che si stia già verificando, guarda caso ai danni di quelle Nazioni in cui gli standards di Bruxelles risultano più difficilmente applicabili. Quindi mi chiedo: per il disoccupato senza prospettive di lavoro, che abita in una zona depressa del nostro Paese, il potersi definire cittadino europeo a che giova? Certo, si dirà che egli può emigrare in cerca di lavoro in un altro Paese della UE senza particolari formalità....ma si riduce a questo il tanto decantato “sentimento europeista” di cui si parla? "La demagogia, ultimamente, sta esattamente dalla parte opposta. Per raccogliere voti, non c'è modo migliore che attaccare l'Europa e l'Euro e lo vediamo quotidianamente”. Non c'è neppure più bisogno di attaccare l'Europa...perchè è la situazione concreta che quotidianamente osserviamo che la discredita. E, torno a dire, non perchè astrattamente l'idea dell'Europa sia negativa, ma perchè sono tali e tante le diseguaglianze nella macroregione europea che gli squilibri diventano fisiologici e insostenibili. Prima si sarebbe dovuto ridurre il più possibile il gap presente nella società nazionale (non solo con riferimento al reddito, ma ai servizi forniti, alle infrastrutture pubbliche, all'istruzione, alla legalità ecc.) e poi, forse, si poteva parlare di Europa. Insomma...e un po' come se ci avessero inviatato a partecipare ad una elegante festa di Gala in onore di Europa, ma del nostro gruppo solo alcuni hanno un abito adeguato ed i soldi per pagare il biglietto...gli altri, non potendoselo permettere, stanno fuori e seguono le danze sbirciando a turno dalle finestre. Poi però anche questi ultimi potranno dire...c'eravamo anche noi alla festa in onore di Europa... Bella soddisfazione!... :clapping: " Non so se appartengo ad un'elitè culturale, non so a che livello sia la mia univeristà, ma vado a lavorare tutti i giorni (in autobus) e faccio la spesa. Per l'unità d'Italia hanno combattuto tutti, non solo gli intellettuali; l'Europa Unita non la vogliono solo gli intellettuali” Preciso ancora una volta che non è l'idea in sé di Europa unita che è sbagliato ma è la modalità attraverso la quale è stata attuata. Lungi da me pensare che per l'Unità d'Italia abbiano combattuto solo gli intellettuali....anzi....mentre invece sarei più orientato a pensare che l'Europa unita sia un prodotto politico molto poco condiviso dalla maggioranza della gente...non solo italiana ed i cui vantaggi avrebbero potuto ottenersi anche mediante altre forme di accordi/trattati..senza bisogno di costituire un Organismo politico sovranazionale. Sarebbe interessante sottoporre oggi il quesito ad una consultazione popolare....credo che ne sentiremo delle belle... “E non dimentichiamoci che l'Italia è in Europa non in America. Il paragone non regge proprio.” Beh, geograficamente è sicuramente così. Ma ovviamente non era alla collocazione geografica che alludevo.... :pleasantry: “Ancora una volta è più questione di "sentimenti", che di altro. C'è chi si sente genovese, chi italiano, chi europeo...” Guarda, sono figlio di un emigrato che è nato e in Svizzera da genitori italiani; mio nonno, muratore, si era trasferito laggiù dal Veneto negli anni '20 del secolo scorso per partecipare alla costruzione di un traforo ferroviario e lì ha messo su una numerosissima famiglia; io somo nato e sono sempre vissuto a Cagliari; mia mamma è Lombarda, ho una marea di cugini nati in Svizzera che parlano tedesco e che a stento, ormai, ricordano l'italiano e che vivono oggi tra la Svizzera, la Germania e l'Austria..... Insomma...come vedi è una normalissima storia di emigraziane italiana del '900. E secondo Te, con un vissuto come questo, non mi sento europeo? Ma un conto è sentirsi europei......altra cosa è esserlo. Se Tu lo sei...buon per Te. Però dovresTi anche dare un'occhiatina intorno...perchè in Italia gli "europei" mi sembrano una netta minoranza. E quando mi reco a Zurigo, a Vienna, a Londra, a Parigi, a Berlino ecc. mi rendo conto che noi siamo europei solo per ragioni geografiche ma che abbiamo un forte ritardo sul resto delll'Europa. E questo nonostante la globalizzazione abbia ridotto di molto le distanze (e non certo per merito nostro). Poi, come ho già scritto, bisogna anche vedere con quale parte dell'Italia avviene il confronto. Perchè con alcune parti la differenza neppure si nota mentre con altre.......sembrerà di parlare di nordafrica più che di Europa. Saluti. :hi: Michele
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  22. ci sarà anche l ospite d onore.... LOL
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  23. ho provato a fare un confronto con i segni ingranditi.
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  24. sei diventato eurofolle solamente alle 12.22 del 27 luglio ( fino ad allora non avevi i requisiti ) ora puoi formulare le tue richieste....
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  25. ciao Miro, mi sembra che sia molto simile a questo: http://www.mcsearch.info/ext_image.html?id=466396 che dici? Io direi che sitratta della crocetta. Inoltre il giglio nel grosso a me sembra piuttosto differente se intendete questo qui sotto: http://www.mcsearch.info/ext_image.html?id=985038
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  26. la contromarca venne apposta per riconfermare la bontà della lega dei soldi emessi negli anni 1754-1755,con decreto della Repubblica,il 18 ottobre 1768. Ciao borgho.
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  27. Quattrino di Ferrara per la sede vacante del 1676 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SVAB2/1 n.b. come puoi vedere nel catalogo manca l'immagine per cui, se mi autorizzi, inserirei le tue con ovvia citazione della fonte. ciao Mario
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  28. La contromarca veniva apposta per garantire il titolo della moneta. Quella con la pantera a sx. è del 1754 e 1755.
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  29. Bella ! A me sembra un giglio, nel CNI non è descritto nei denari ma è descritto al n°1, 2 e forse 3 dei grossi per cui proabilmente rappresenta un legame preciso a quelle emissioni. allego estratto dal CNI ciao Mario
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  30. Ciao Flaviano, se cerchi per il forum troverai sicuramente molte informazioni riguardo le euromonete più rare. Mi ricordo che c'era anche una discussione su questo tema, in cui un utente ha indicato queste monete come rare: Monete €uro- rarità Italia 5 cent 2003 Austria 10 cent 2003 (Presente solo nelle Divisionali qualche esemplare rinvenuto in circolazione ) Belgio 10 cent 2002 (Presente solo nelle serie di zecca --> non sicuro) 10 cent 2003 (Presente solo nelle serie di zecca --> non sicuro) 10 cent 2006 (Presente solo nelle serie di zecca --> non sicuro) 10 cent 2007 Finlandia 1 cent 2001 1 cent 2002 2 cent 2001 2 cent 2002 5 cent 2003 5 cent 2004 5 cent 2005 5 cent 2006 5 cent 2007 10 cent 2003 10 cent 2004 10 cent 2005 10 cent 2006 10 cent 2007 20 cent 2000 20 cent 2003 20 cent 2004 20 cent 2005 20 cent 2006 20 cent 2007 50 cent 2002 50 cent 2003 50 cent 2004 50 cent 2007 1 Euro 2003 1 Euro 2007 2 Euro 2002 2 Euro 2004 allargamento EU Francia 1 Euro 2007 2 Euro 2007 2 Euro 2008 Germania 2 Euro 2007 Mecklenburg Vorpommern zecca A 2 Euro 2007 Mecklenburg Vorpommern zecca J 2 Euro 2007 50° Anniversario Trattati di Roma zecca A 2 Euro 2008 Amburgo zecca A Grecia 5 cent 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 5 cent 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 10 cent 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 20 cent 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 20 cent 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 20 cent 2007 50 cent 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 50 cent 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 50 cent 2005 50 cent 2006 50 cent 2007 2 Euro 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 2 Euro 2005 2 Euro 2006 2 Euro 2008 Irlanda 1 cent 2007 20 cent 2007 50 cent 2006 1 Euro 2006 Lussemburgo 1 cent 2003 2 cent 2003 10 cent 2003 20 cent 2003 1 Euro 2003 1 Euro 2006 1 Euro 2007 1 Euro 2008 2 Euro 2006 Henri+Guillaume 2 Euro 2007 Palais Grand-Ducal Monaco Tutti Olanda 1 cent 2002 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 1 cent 2005 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 1 cent 2006 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 1 cent 2007 1 cent 2008 2 cent 2005 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 2 cent 2006 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 2 cent 2007 2 cent 2008 5 cent 2002 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 5 cent 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 5 cent 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 10 cent 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 10 cent 2005 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 10 cent 2006 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 10 cent 2007 10 cent 2008 20 cent 2005 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 20 cent 2006 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 20 cent 2007 20 cent 2008 50 cent 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 50 cent 2005 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 50 cent 2006 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 50 cent 2007 50 cent 2008 1 Euro 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 1 Euro 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 1 Euro 2005 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 1 Euro 2006 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 1 Euro 2007 1 Euro 2008 2 Euro 2003 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 2 Euro 2004 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 2 Euro 2005 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 2 Euro 2006 (Distribuite solo in rotolini per collezionisti) 2 Euro 2007 2 Euro 2008 Portogallo 2 cent 2004 2 cent 2006 10 cent 2004 10 cent 2005 10 cent 2006 20 cent 2004 50 cent 2004 50 cent 2005 50 cent 2006 2 Euro 2004 2 Euro 2005 2 Euro 2006 2 Euro 2007 50° Anniversario Trattati di Roma 2 Euro 2007 Presidenza europea San Marino 1 cent 2004 1 cent 2006 2 cent 2004 2 cent 2006 5 cent 2004 5 cent 2006 10 cent 2007 20 cent 2002 20 cent 2003 20 cent 2002 20 cent 2005 20 cent 2007 50 cent 2002 50 cent 2003 50 cent 2005 50 cent 2006 50 cent 2007 1 Euro 2002 2 Euro 2002 2 Euro 2007 Slovenia 2 Euro 2007 50° Anniversario Trattati di Roma Indubbiamente una lista lunga, ma in alcuni casi incompleta (ma visto che non trovo più la discussione non so il contesto e quindi potrei anche sbagliarmi), dato che ci sono anche altre monete DIFFICILI DA REPERIRE. Comunque, è abbastanza buona come lista... Per quanto riguarda la vendita è chiaro che alcuni pezzi in Fdc potrebbero interessare a qualcuno.
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  31. Grazie per le informazioni, per il piano girevole non so... :crazy:
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  32. Io sono un semplice curatore di sezione, le vostre richieste sono valutate dai moderatori o dagli admin, che vi risponderanno in questo Topic in ogni caso, sicuramente adesso avranno altro da fare , ma appena accederanno o avranno più tempo da dedicare a tutto l'intero Forum ( che è grandicello ), sicuramente avrete news.. Basta munirisdi un pochino di pazienza :good: Tranquilli comunque, siamo persone come voi, non serve chiedere umilmente perdono, quando le cose sono dette e fatte con educazione e rispetto tutto va sempre per il verso giusto.. Ciccio 86
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  33. ...questo "testone" mi è appena arrivato...porta con se 400 anni di storia e una patina eccezionale!
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  34. Vuoi che io racconti una storia che tu e tanti altri ben conoscete ? Va bene, ci provo, ma tu mi dovrai correggere nei miei errori, OK? iniziamo: siamo nel 1367, dopo circa sessant’anni di “cattività avignonese” Papa Urbano V decideva di ascoltare le suppliche delle Sante Caterina e Brigida e le esortazioni di quegli italiani, tra cui il Petrarca, che spingevano per il ritorno del papato nella Città Eterna. Imbarcatosi con (quasi) tutta la sua corte a Marsiglia, Urbano V sbarcò sulle coste laziali i primi di giugno, si diresse in seguito a Viterbo dove passò l’estate, solo ad ottobre fece il suo ingresso trionfale a Roma. La città che trovò era in disfacimento e per molti aspetti fatiscente, appena arrivato decise che era arrivato il momento di rimettere a posto le cose facendo capire a urbi et orbi chi avrebbe comandato a Roma da allora in poi. Fino ad allora a Roma le monete erano un’emissione senatoriale, quale mezzo di propaganda migliore poteva essergli offerto? Fece perciò coniare un grosso identico nel dritto a quello che si batteva ad Avignone ed al rovescio, attorno alle chiavi decussate: “FACTA IN ROMA” ma non era sufficiente, serviva una moneta di rottura con quelle emesse fino a quel momento dal Senato romano ed ecco allora che fece coniare la moneta che vi ho presentato, una novità assoluta per Roma, una moneta che stava avendo un buon successo ossia un bolognino (grosso) del tutto simile a quello che si batteva nella città felsinea già da 30 anni come multiplo dei preesistenti bolognini piccoli (denari), quello romano però riportava al dritto il busto idealizzato del Papa ed al rovescio la classiche quattro lettere a croce “ URBI “ con in legenda chiaro e tondo (beh, si fa per dire!!) IN ROMA, il messaggio era inequivocabile: i papi erano tornati e da allora in poi a Roma avrebbero comandato loro. In realtà le cose non andarono precisamente così perché Urbano V, spinto dai cardinali francesi, fece presto ritorno ad Avignone nonostante l’avvertimento di Santa Brigida che gli aveva pronosticato una rapida fine se fosse tornato in terra di Francia, infatti dopo tre mesi forse un attacco di malaria fulminante pose fine all’esistenza terrena di Urbano V. Il suo successore Gregorio XI riportò nel 1376 definitivamente la sede del papato a Roma ma questa è un’altra storia! Quello che a noi interessa è che queste monete furono le prime di una serie di emissioni che, tra alti e bassi e con qualche interruzione, sarebbe giunta fino a Pio IX ed alla breccia di Porta Pia per continuare, dopo il Concordato e limitatamente al piccolo Stato della Città del Vaticano, fino ai giorni nostri. Ho detto bene ? ;)
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  35. spero di inserire nella sezione giusta: 2 giorni fa ho avuto come resto un 50 centesimi vaticano del 2012 spl :D edit: dati aggiuntivi taglio: 50 centesimi Nazione: italia/ Città del vaticano Anno: 2012 Tiratura:1.604.690 Condizioni: spl Città: cortemaggiore (piacenza)
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  36. Beh rick, basarsi su alcuni casi per generalizzare non e' proiprio corretto; ci sara' qualcosa che funziona peggio anche in UK no? Per esempio il sistema sanitario inglese e' ben peggiore di quello italiano (e infatti voi inglesi schiattate pure prima complice la dieta non proprio delle migliori :D)
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  37. C'è stata già un'ampia discussione costruttiva con Atletica, non ha scopi precisi questo giochino, per "studiare" la circolazione effettiva in Italia o vedere tante botte di c... c'è già l'Osseravtorio Rarità.. Lo stesso Atletica è il primo ad essere conscio del fatto che questo è appunto un giochino, niente più niente meno, per chi ama i numeri, giocare con le monete più rare trovate da ognuno di noi, tutto qui ;-)
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  39. a proposito di patine, vi voglio mostrare questa….che ha tutta una sua storia :lol:
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  40. Nel corso del tempo ho cercato tanti sistemi per fotografare le monete evitando le odiose bruciature di luce e rendendo al tempo stesso i colori della patina in modo naturale. A parte l'impazzimento, sono riuscito più o meno a raggiungere un risultato dignitoso anche con una semplice (e vetusta) digitale. Questo è un semplice aquilino preso tanti anni fa da bambino, non è mai stato lavato ma ha maturato la patina nel monetiere, assumendo un'iridescenza davvero molto bella al dritto, a tratti con un verdino/turchese sino a leggere punte di rosso/arancio molto tenue e delicato. Comprata insieme a mio papà nel 1988... pagata 10.000£ in una bancarella (e mio padre che pagava... pure se diceva che spendevo un sacco). Quest'altra invece è una liretta quadriga briosa presa diversi anni fa (era lavata stirata ed inamidata) e patinata interamente nel monetiere. La foto risale ad un paio d'anni fa, ma nel frattempo la patina è avanzata notevolmente. Il risultato è decisamente bello da vedere... se penso a come era pallida quando la presi :D W le patine!!!
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  41. Bolaffi ha un approccio alla numismatica che è, per i collezionisti che frequentano il forum, di difficile comprensione. Fanno i loro interessi; è un'organizzazione molto costosa, devono far rendere al massimo il loro tempo impiegato nella promozione del prodotto con il ritorno che questi può dare. Il fatto che trattino monete è puramente accidentale, hanno lo stesso identico metodo con tutte le categorie merceologiche che trattano. Inutile scandalizzarsi, e tanto meno essere dei "puri" o delle "vergini" del commercio. A differenza di tanti utilizzatori del sistema e-bay loro lo fanno alla luce del sole (non ci prendiamo in giro, ci sono lonete da 10 euro offerte a più di 100 - tonnellate e tonnellate di falsi - monete di dubbissima provenienza), rilasciano un certificato di garanzia e nessuno è obbligato all'acquisto. Io non compro volentieri da loro, per una serie di ragioni, ma ciò non significa che non abbiano, tal volta, monete di grande rarità, conservazione o particolari che farebbero grande invidia a qualsiasi altra casa d'aste. Lavorano benissimo nelle pieghe del sistema, il sistema che gli permette con promozione televisiva, e su carta stampata di raggiungere una quantità infinita di "fuori settore" e potenziali investitori. Vendono una moneta a tre volte tanto quanto l'hanno pagata; senza dire una sciocchezza credo sarebbe il sogno di qualsiasi commerciante, quanto all'etica se la moneta è genuina e non alterata il prezzo lo determina l'acquirente. Hanno un negozio in via Manzoni, a Milano; se "depresso" ci passo davanti e mi metto subito di buon umore, se le monete tipo "ruzzica" valessero effettivamente quel che chiedono sarebbe un mondo di milionari.... invece devono pagare l'affitto e gli affitti costano, devono pagare gli stipendi e quelli ancor di più. Non ci sono organizzazioni paragonabili in Italia. Tutti i numismatici che conosco sono individuali oppure a conduzione quasi familiare, quindi possono vendere un pò meno caro..
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  42. Ho dimenticato di scrivere che INASTA ha venduto in toto o quasi una serie di annuali in argento di Pio XII. Confermo il giudizio generale: prezzi di leggero favore per i collezionisti che hanno acquistato; confermata la gerarchia di prezzi consueta in relazione alla minore tiratura di alcuni anni
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  43. Oggi hanno tentato di pagarmi un gelato con questi....................he he he poi me li hanno lasciati lo stesso........ 2 euro Kenia 1998.... :rofl:
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  44. Finalmente in Sicilia qualcosa di interessante
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  45. In sé, nessuno, perché il monte non è una pezza. ;) Se si parla di un monte disegnato come in natura, quand'è "diminuito" meglio chiamarlo col suo nome "vero" ---> ad esempio, collina. Se invece si parla di un monte disegnato in forma stilizzata (il cosiddetto monte all'italiana; vedi la figura sotto), il concetto di "diminuito" non ha molto significato... (da: http://www.comuniweb.it/napoli/ischia/stemma.htm) Per favore, puoi trascrivere il blasone completo, così ci ragioniamo meglio insieme? :good:
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  46. Medaglia dei settecento anni dell’Università di Padova. D/ ALVMNI / VNIVERSITATIS / PATAVINAE / MCCXXII – MCMXXII R/ EXACTAE PER SEMINA FVTVRA CONIVNGITVR AETAS Bronzo: 15,66 g, 35 mm. L’Università di Padova, una delle più antiche del mondo, venne fondata, secondo la tradizione, nel 1222 quando un gruppo di studenti e professori migrarono dall’Università di Bologna alla ricerca di una maggior libertà accademica. In effetti scuole di diritto e di medicina esistevano a Padova prima del 1222, ma questo è l’anno nel quale per la prima volta in un atto notarile della città si nomina con precisione lo Studio Patavino (quindi già esistente). Per questo motivo il 1222 è convenzionalmente ritenuto l’anno di fondazione dell’Università di Padova. apollonia
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  47. Siamo già alla Romania? :D Questi sono 2.000 lei del 1944....io invece con questo sono a 7.000 messaggi petronius oo)
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  48. E' colpa (si fa per dire) nientemeno che di Carlo Magno. Fu lui a stabilire che da una libra di argento si dovessero ricavare 20 parti chiamate soldi, ciascuna delle quali divisa in 12 denari. Dunque 1 lira = 20 soldi = 240 denari Inizialmente libra o lira e soldi furono solo monete di conto, perché ad essere coniati effettivamente furono solo i denari. Ma anche quando si passò a coniare i soldi e la lira, lo schema contabile 1 : 20 : 12 rimase lo stesso, e così pure quando si abbandonò il monometallismo argenteo. Potevano cambiare i nomi delle monete, ma non il criterio. E così, tanto per fare un esempio, nelle Due Sicilie 12 cavalli equivalevano a 1 grano. Questo schema rimase in vigore fino all'era napoleonica, quando fu introdotto il sistema decimale. Tuttavia in Inghilterra solo nei primi anni '70 del Novecento si abbandonò il criterio per cui 1 Pound (lira sterlina) equivaleva a 20 scellini ciascuno dei quali diviso in 12 pennies. La ragione di tanta durata, probabilmente, è da ricercare nel fatto che il sistema duodecimale, a differenza del decimale, consentiva di coniare anche la moneta da un terzo (dell'unità base) senza resto (perché 12/3 = 4, mentre 10/3 = 3,33...). Anche dopo l'introduzione del sistema decimale, nel linguaggio parlato la ventesima parte della lira continuò ad essere chiamata soldo. Ecco perché tua donna identificava il soldo con la moneta da 5 centesimi "spiga", i due soldi con il 10 centesimi "ape" e i 4 soldi con il 20 centesimi "libertà librata" (o, come diceva lei, fimmina nuda). Ed ecco perché esistono proverbi, tra i quali anche i due (simili) citati nei post precedenti, nei quali il termine "soldo" significa non necessariamente denaro in generale, ma si riferisce a precise tipologie monetali.
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