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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/26/13 in tutte le aree

  1. Nick era un bambino sveglio e come tutti a quell'età amava giocare con i soldatini e le automobiline. Ma quando arrivavano le feste, compleanni, Natale, Comunione, Cresima, Nick attendeva in regalo giocattoli, ma non sempre andava come lui voleva. Il nonno di Nick la pensava in altro modo, andava controcorrente, al nipote regalava sempre una moneta. Il nonno non era un collezionista ma riteneva nel suo animo giusto regalare al nipote un qualcosa che rimanesse nel tempo, che fosse nel contempo valore, testimonianza storica, ma anche ricordo personale. E così faceva una ricorrenza, una moneta, una festa, una moneta, però diverse, era una routine, sempre uguale. Nick sapeva già che finiva così, faceva finta di essere contento, ringraziava e la metteva subito regolarmente nel cassetto del suo comodino. E lì finivano tutte, una dietro l'altra, Nick non le degnava neanche di uno sguardo, non capiva e riponeva..., riponeva. Poco alla volta, festa dopo festa, Nick incominciò senza volerlo e senza capirlo bene ad avere un piccolo tesoretto di monete. Poi il nonno mancò con Nick ormai grande e le monete rimasero per lunghi anni lì nascoste, impolverate sotto una massa di altri oggetti. Nick, ormai adulto, un giorno tornato a casa dai suoi genitori nell'intento di fare un po' d'ordine apre il cassettino del suo comodino. E' come un tornare indietro nel tempo, un tornare bambino...., ritrova le monete, lasciate lì alla rinfusa, sparse, ormai decisamente dimenticate. E' un momento magico, è " il momento ".....quello che il nonno si era augurato che un giorno accadesse, le guarda con calma, ricorda i momenti in cui il nonno gliele aveva regalate, poi cerca di capirle, intuisce che possono avere un valore, vede monete del Regno, marenghi, 5 lire d'argento, le mette in un vassoio per data, per Re ; il nonno aveva fatto regali non casuali, avevano una sequenza cronologica e tipologica definita. Per Nick scatta tutto in quel momento, cerca di ricostruire la storia, il percorso di queste monete, legge, completa la collezione dove mancante. Ora Nick colleziona, quando vede le sue monete pensa al nonno, è consapevole del passato e capisce che il nonno aveva voluto lasciare semplicemente un seme, un valore, delle storie, un ricordo personale. Tutto è ora chiaro per lui, i propositi virtuosi del nonno si sono realizzati ora. I nonni.....quante volte parte tutto da un nonno o una nonna...., da una scatola, un piccolo scrigno, un cassettino.....lo apri e a volte magicamente, improvvisamente parte, parte la storia fantastica della numismatica......, fortunato chi ha aperto la scatola o il cassettino.... Mario P.S. Un saluto ovviamente a questo punto a tutti i nonni di Lamoneta.
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  2. Posto questo Grano, anche se avevo deciso più in là, per far rientrare in discussione alcuni giovani dai piaceri del caldo. Raffreddarli, ogni tanto, fa bene ... è corroborante! :rofl: :blum:
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  3. rinuncio al folder L'avrei comprata e data ad una mia amica, a questo punto non la compro e do la possibilità di riceverla ad un amico qualsiasi del forum. Lamoneta deve essere prima di tutto una grande comunità, poi un luogo per trovare buone occasioni, cerchiamo di non dimenticarcelo mai, e di ringraziare sempre persone come @@DanPao che fanno di tutto e si mettono in gioco. Non desidero nè folder nè rotolino, rinuncio pure alla spedizione congiunta dove già non dovevo essere io il referente.
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  4. Le monete di un nonno 'avanti Cristo' Alessandro Magno (Pella, 356 a.C. – Babilonia, 323 a.C.) non può aver conosciuto nonno Aminta III, il padre di Filippo II, che fu re di Macedonia dal 392 al 370 a.C., l’anno della morte del nonno. Le monete di bronzo di Aminta hanno però ispirato quelle del nipote, come si può notare dal confronto di queste coppie di bronzi con i diritti simili (testa di Eracle con copricapo in pelle di leone rivolta a destra o a sinistra) e i rovesci differenti (aquila che divora un serpente sui bronzi del nonno, armi di Eracle – arco e faretra, clava – e simbolo del fulmine, nonché il nome ALEXANDROY, sui bronzi del nipote). apollonia
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  5. Questa ha fatto 200 euro nel 2009:
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  6. Ed ecco il bozzetto della sammarinese per Pinturicchio: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=9851
    2 punti
  7. Ed ecco le finlandesi: - scrittore Frans Eemil Sillanpää: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=10839 - 150° anniverario del Parlamento: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=10842
    2 punti
  8. Quando pensiamo alle officine monetarie dell'antichità classica, siamo portati ad immaginare delle strutture ben definite ed organizzate, espressione e strumento di un'autorità politica ben definita, ben localizzate geograficamente. Certo, per quest'ultimo aspetto, con le dovute eccezioni: nel caso in cui campagne militari portino il fabbisogno di moneta lontano dal centro di emissione e problematiche di carattere logistico facciano si' che sia più conveniente la produzione in loco (con officine monetarie mobili al seguito degli eserciti o con l'appalto di produzione monetaria a zecche locali) o nel caso in cui il potere politico sia frammentato e "mobile", come in occasione delle guerre civili. Ben conosciamo inoltre il fenomeno che, in Magna Grecia ed altrove, faceva si' che incisori prestigiosi migrassero da una polis all'altra, per offrire i propri servigi di altissimo livello artistico (e quindi lustro) alla zecca locale. Sulla base di tali dinamiche, caratteristiche delle monetazioni magnogreche, puniche e romano-repubblicane, siamo istintivamente portati a pensare che il funzionamento delle officine monetarie, la loro eventuale mobilità e la relazione con l'autorità emittente, fosse più o meno generalizzata anche in contesti contemporanei più marginali che dal mondo classico mediterraneo avevano mutuato il concetto stesso di moneta, quale ad esempio quello celtico. Utilizzando chiavi interpretative "classiche", in passato si é avuta qualche difficoltà a leggere alcuni fenomeni caratteristici di tali monetazioni, quali ad esempio le (rare) condivisioni di coni nell'ambito di emissioni di popoli diversi, oppure l'identità a livello di struttura formale delle impronte caratteristiche di monetazioni diverse, in cui la struttura del disegno rimane la stessa e cio' che cambia sono alcuni elementi della rappresentazione (quale ad esempio quello che puo' essere considerato il "simbolo" dell'autorità emittente, l'animale totemico, con cinghiali, orsi e lupi che si contendono lo spazio centrale in tondelli per tutto il resto formalmente identici). Il rompicapo dato da tali caratteristiche "unitarie" di monetazioni chiaramente afferenti a tribu' celtiche diverse, in passato ha fatto si é che si proponessero ipotesi interpretative secondo le quali tali emissioni fossero realizzate centralmente da ateliers monetari federali, mutualizzati tra le diverse tribù. Certo é che se cosi' fosse dovremmo presupporre un livello di organizzazione politica che, se ben puo' adattarsi ad alcune realtà storiche del mondo mediterraneo, trova qualche difficoltà ad essere applicato al mondo celtico, quanto meno per come lo conosciamo. Un interessante articolo di Michel Feugère (di cui riporto il link in fondo al post) getta forse una luce su questi fenomeni, dandoci nel contempo gli elementi di base per una diversa chiave interpretativa, questa volta non basata su un metro "classico", ma su dinamiche locali di cui emerge evidenza archeologica. L'articolo é in francese, per cui ne riporto per sommi capi i contenuti. Tratta del ritrovamento nel Lot (Francia sud-occidentale) di un deposito di utensili appartenenti ad un atelier monetario: tre coni di martello, un conio di incudine, la testa di una mazza in ferro, alcuni parallelepipedi in ferro recanti coppelle ed una sorta di scalpello a punta piatta. Il deposito era originariamente nascosto sotto delle lastre di pietra, in una zona non urbanizzata, nel territorio dei Cadurci, ma a poche centinaia di metri dal corso d'acqua che costituiva il confine tra il territorio dei Cadurci e quello dei Lemovici. Le impronte dei conii si riferiscono a monete attribuite ai Lemovici. Al di là degli interessanti elementi di ordine numismatico e tecnologico offerti dal ritrovamento, uno spunto di riflessione più generale si impone. Riporto, tradotta, la considerazione finale dell'articolo: "L'area geografica della scoperta interroga al tempo stesso il numismatico e lo storico: sebbene si sia osservato spesso che i conii monetari si ritrovano più o meno lontano dalla regione dove si pensa che sono stati utilizzati, il ritrovamento di Comiac, effettuato giusto al passaggio della frontiera, ma all'esterno del territorio dei Lemovici, ci parla probabilmente dello statuto degli artigiani monetari: artigiani itineranti, non ne dubitiamo, che potevano mettere la loro abilità al servizio di diversi emittenti di cui riproducevano allora i simboli politici e religiosi. Ma se gli uomini viaggiavano, i conii non avevano utilità all'esterno del relativo territorio. Forse é proprio per questo, per mettere da parte un'attrezzatura destinata alle emissioni lemovicie, che questo deposito è stato nascosto precisamente in territorio cadurco. L'artigiano che doveva ricuperarlo, il giorno in cui l'emittente lemovicio gli avesse passato un nuovo ordine di monete, non è potuto ritornare a recuperare il suo bene. Sono queste circostanze impreviste che ci consentono di trovare oggi, a Comiac, un insieme tanto eccezionale." Aggiungo qualche considerazione personale. Innanzitutto l'eccezionalità del ritrovamento si riferisce soprattutto alla sua localizzazione in un'area di confine tra due tribu': i ritrovamenti di conii in Gallia transalpina non sono infrequenti e sono quasi sempre caratterizzati dal fatto di collocarsi in aree rurali, lontane dagli insediamenti, ed al di fuori dei territori di emissione delle monete che ai conii stessi si riferiscono. Altri ritrovamenti di materiali di "officina", con caratteristiche simili a quelle di Comiac, sono conosciuti, per quanto non ancora pubblicati. La figura dell'artigiano itinerante, che si sposta con tutto il suo armamentario (per poter effettivamente coniare gli manca solo la forgia, che puo' facilmente trovare in ogni oppidum), se distante dalle esperienze della civiltà classica fa venire immediatamente alla mente alcuni tradizioni protostoriche, quali ad esempio quella che vedeva, nella cultura terramaricola, gli artigiani fonditori muoversi lungo gli itinerari della Val Padana, per fornire i propri servigi (la produzione di utensili in bronzo) di villaggio in villaggio. Che il ritrovamento di Comiac, con annessi e connessi, possa fornire qualche chiave di lettura anche per i fenomeni monetari celtici "nostrani"? http://www.academia.edu/1174931/Le_depot_de_coins_monetaires_gaulois_de_Comiac_Lot_DT_3416_et_3425
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  9. @@fabione191...............prego Fabio ;)
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  10. di solito vengono attribuiti a norinberga facevano parte di un abaco e servivano per svolgere operazioni matematiche complesse (finanziarie principalmente) prima del calcolatore
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  11. son tutti rechenpfennig o gettoni da conto
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  12. Io non posso che contribuire miseramente con le citazioni dal mondo dell'Opera lirica... "Un zecchin! Null'altro ho qua..." - L'elisir d'amore, G. Donizetti "Deh, scimunito! Se denari non hai fatti soldato e venti scudi avrai!" - L'elisir d'amore, G. Donizetti "Lascio ai frati minori e all'Opera di Santa Reparata cinque lire!" - Gianni Schicchi, G. Puccini "I fiorini in contanti li lascio in parti eguali fra i parenti" - Gianni Schicchi, G. Puccini "Zita, di vostra borsa date venti fiorni ai testimoni e cento al buon notaio!" - Gianni Schicchi, G. Puccini "A te due popolini! Comprati i confortini!" - Gianni Schicchi, G. Puccini "ZITA a Gianni Ecco la cappellina! a bassa voce Se mi lasci la mula, questa casa, i mulini di Signa, ti do trenta fiorini! GIANNI Sta bene! Zita si allontana fregandosi le mani SIMONE avvicinandosi con fare distratto a Schicchi; a bassa voce Se lasci a me la casa la mula ed i mulini, ti do cento fiorini! GIANNI Sta bene! BETTO furtivo, a Schicchi Gianni, se tu mi lasci questa casa, la mula ed i mulini di Signa, ti fo gonfio di quattrini! Nella parla a parte con Gherardo GIANNI Sta bene! La Ciesca parla a parte con Marco NELLA lasciando Gherardo, che ora la sta a osservare, mentre essa parla a Gianni Ecco la pezzolina! Se lasci a noi la mula, i mulini di Signa e questa casa, a furia di fiorini ti s'intasa! GIANNI Sta bene! Nella va da Gherardo, gli parla all'orecchio e tutti e due si fregano le mani LA CIESCA Ed ecco la camicia! Se ci lasci la mula, i mulinì di Signa e questa casa, per te mille fiorini!" - Gianni Schicchi, G. Puccini "Son Luigi e giusti e bei!" - Il signor Bruschino, G. Rossini "Ha fatto un debito di quattrocento franchi!" - Il signor Bruschino, G. Rossini "- Vieni qui, facciamo pace! Prendi! - Cosa? - Quattro doppie!" - Don Giovanni, W. A. Mozart "- Cento Luigi a destra! - E tal a manca, cento!" - La traviata, G. Verdi "- Or v'abbisogna? - Mille Luigi!" - La traviata, G. Verdi " - Quale somma v'ha in quello stipo? - Venti Luigi! - Dieci ne reca ai poveri tu stessa!" - La traviata, G. Verdi " Per ogni pezzo do trenta soldi!" - La forza del destino, G. Verdi "Se solo avessi cento pezzi d'oro!" - Il cavaliere avaro, Rachmaninov "Venti scudi hai tu detto? Eccone dieci, e dopo l'opra il resto!" - Rigoletto, G. Verdi "Ebbene, son pronto, quell'uscio dischiudi! Più ch'altro gli scudi mi preme salvar!" - Rigoletto, G. Verdi "Sei polli: sei scellini! Trenta giare di Xeres: due lire! Tre tacchini: ... Fruga nella mia borsa!!! - Un mark! Un mark! Un penny! - Fruga!! - Ho frugato! - Fruga!!! - Qui non c'è più uno spicciolo! - Sei la mia distruzione!! Spendo ogni sette giorni dieci ghinee! Beone!!" - Falstaff, G. Verdi "Qui c'eran due scellini del regno d'Edoardo e sei mezze corone: non ne riman più segno!" - Falstaff, G. Verdi "Alla modista cento scudi... Obbligato!! Al carrozzier... seicento! Poca roba! Novecentocinquanta al gioielliere!!!" - Don Pasquale, G. Donizetti "- Giochiam? - Giochiamo! - Cento zecchini? - E mille, se volete!!" - Così fan tutte, W. A. Mozart
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  13. «Rosa fresca aulentisima ch’apari inver’ la state, le donne ti disiano, pulzell’ e maritate: tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate; per te non ajo abento notte e dia, penzando pur di voi, madonna mia». «Se di meve trabàgliti, follia lo ti fa fare. Lo mar potresti arompere, a venti asemenare, l’abere d’esto secolo tuto quanto asembrare: avere me non pòteri a esto monno; avanti li cavelli m’aritonno». «Se li cavelli artóniti, avanti foss’io morto, ca’n isi [sí] mi pèrdera lo solaço e ’l diporto. Quando ci passo e véjoti, rosa fresca de l’orto, bono conforto dónimi tutore: poniamo che s’ajúnga il nostro amore». «Che ’l nostro amore ajúngasi, non boglio m’atalenti: se ci ti trova pàremo cogli altri miei parenti, guarda non t’argolgano questi forti correnti. Como ti seppe bona la venuta, consiglio che ti guardi a la partuta». «Se i tuoi parenti trovami, e che mi pozzon fare? Una difensa mètonci di dumili’ agostari: (1) non mi tocara pàdreto per quanto avere ha ’n Bari. Viva lo 'mperadore, graz' a Deo! Intendi, bella, quel che ti dico eo?» «Tu me no lasci vivere né sera né maitino. Donna mi so’ di pèrperi, (2) d’auro massamotino. (3) Se tanto aver donàssemi quanto ha lo Saladino, e per ajunta quant’ha lo soldano, tocare me non pòteri a la mano». «Molte sono le femine c’hanno dura la testa, e l’omo con parabole l’adímina e amonesta: tanto intorno procazzala fin che·ll’ha in sua podesta. Femina d’omo non si può tenere: guàrdati, bella, pur de ripentere». «K’eo ne pentésseme? davanti foss’io aucisa ca nulla bona femina per me fosse ripresa! Ersera passàstici, corenno a la distesa. Aquístati riposa, canzonieri: le tue parole a me non piacion gueri». «Quante sono le schiantora che m’ha’ mise a lo core, e solo purpenzànnome la dia quanno vo fore! Femina d’esto secolo tanto non amai ancore quant’amo teve, rosa invidïata: ben credo che mi fosti distinata». «Se distinata fósseti, caderia de l’altezze, ché male messe fòrano in teve mie bellezze. Se tuto adiveníssemi, tagliàrami le trezze, e consore m’arenno a una magione, avanti che m’artochi ’n la persone». «Se tu consore arènneti, donna col viso cleri, a lo mostero vènoci e rènnomi confleri: per tanta prova vencerti fàralo volontieri. Conteco stao la sera e lo maitino: Besogn’è ch’io ti tenga al meo dimino». «Boimè tapina misera, com’ao reo distinato! Geso Cristo l’altissimo del tuto m’è airato: concepístimi a abàttare in omo blestiemato. Cerca la terra ch’este grane assai, chiú bella donna di me troverai». «Cercat’ajo Calabra, Toscana e Lombardia, Puglia, Costantinopoli, Genoa, Pisa e Soria, Lamagna e Babilonïa [e] tuta Barberia: donna non trovai tanto cortese, per che sovrana di meve te prese». «Poi tanto trabagliàsti, facioti meo pregheri che tu vadi adomànimi a mia mare e a mon peri. Se dare mi ti degnano, menami a lo mosteri, e sposami davanti da la jente; e poi farò le tuo comannamente». «Di ciò che dici, vítama, neiente non ti bale, ca de le tuo parabole fatto n’ho ponti e scale. Penne penzasti metere, sonti cadute l’ale; e dato t’ajo la bolta sotana. Dunque, se poi, tèniti villana». «En paura non metermi di nullo manganiello: istòmi ’n esta grorïa d’esto forte castiello; prezzo le tuo parabole meno che d’un zitello. Se tu no levi e va’tine di quaci, se tu ci fosse morto, ben mi chiaci». «Dunque voresti, vítama, ca per te fosse strutto? Se morto essere déboci od intagliato tuto, di quaci non mi mòsera se non ai’ de lo frutto lo quale stäo ne lo tuo jardino: disïolo la sera e lo matino». «Di quel frutto non àbero conti né cabalieri; molto lo disïano marchesi e justizieri, avere no’nde pòttero: gíro’nde molto feri. Intendi bene ciò che bol dire? Men’este di mill’onze lo tuo abere». «Molti so’ li garofani, ma non che salma ’nd’ài: bella, non dispregiàremi s’avanti non m’assai. Se vento è in proda e gírasi e giungeti a le prai, arimembrare t’ao ste parole, ca de tra ’sta animella assai mi dole». «Macara se doléseti che cadesse angosciato: la gente ci coresoro da traverso e da·llato; tut’a meve dicessono: ’Acori esto malnato’! Non ti degnara porgere la mano per quanto avere ha ’l papa e lo sodano». «Deo lo volesse, vitama, te fosse morto in casa! L’arma n’anderia cònsola, ca dí e notte pantasa. La jente ti chiamàrono: ’Oi perjura malvasa, c’ha’ morto l’omo in càsata, traíta!’ Sanz’oni colpo lèvimi la vita». «Se tu no levi e va’tine co la maladizione, li frati miei ti trovano dentro chissa magione. be·llo mi sofero pèrdinci la persone, ca meve se’ venuto a sormonare; parente néd amico non t’ha aitare». «A meve non aítano amici né parenti: istrani’ mi so’, càrama, enfra esta bona jente. Or fa un anno, vítama, che ’ntrata mi se’ ['n] mente. Di canno ti vististi lo maiuto, bella, da quello jorno so’ feruto». «Di tanno ’namoràstiti, Iuda lo traíto, como se fosse porpore, iscarlato o sciamito? S’a le Va[n]gele júrimi che mi sï’ a marito, avere me non pòter’a esto monno: avanti in mare ítomi al perfonno». «Se tu nel mare gítiti, donna cortese e fina, dereto mi ti mísera per tuta la marina, poi c’anegàseti, trobàrati a la rena solo per questa cosa adimpretare: conteco m’ajo agiungere a pecare». «Segnomi in Patre e ’n Filïo ed i[n] santo Mateo: so ca non se’ tu retico, figlio di giudeo, e cotale parabole non udi’ dire anch’eo. Morta si la femina a lo ’ntutto, pèrdeci lo saboro e lo disdotto». «Bene lo saccio, càrama: altro non pozzo fare. Se quisso non arcòmplimi, làssone lo cantare. Fallo, mia donna, plàzzati, ché bene lo puoi fare. Ancora tu no m’ami, molto t’amo, sí m’hai preso come lo pesce a l’amo». «Sazzo che m’ami, àmoti di core paladino. Lèvati suso e vatene, tornaci a lo matino. Se ciò che dico fàcemi, di bon cor t’amo e fino. Quisso t’imprometto sanza faglia: te’ la mia fede che m’hai in tua baglia». «Per zo che dici, càrama, neiente non mi movo. Intanti preni e scànnami: tolli esto cortel novo. Esto fatto far pòtesi intanti scalfi un uovo. Arcompli mi’ talento, 'mica bella, ché l’arma co lo core mi si ’nfella». «Ben sazzo, l’arma dòleti, com’omo ch’ave arsura. Esto fatto non pòtesi per null’altra misura: se non ha’ le Vangele, che mo ti dico ’Jura’, avere me non puoi in tua podesta; intanti preni e tagliami la testa». «Le Vangele, càrama? ch’io le porto in seno: a lo mostero présile (non ci era lo patrino). Sovr’esto libro júroti mai non ti vegno meno. Arcompli mi’ talento in caritate, ché l’arma me ne sta in sutilitate». «Meo sire, poi juràstimi, eo tuta quanta incenno. Sono a la tua presenza, da voi non mi difenno. S’eo minespreso àjoti, merzé, a voi m’arenno. A lo letto ne gimo a la bon’ora, ché chissa cosa n’è data in ventura». Cielo d'Alcamo, Sicilia, XIII secolo. (1) augustali : monete d'oro di Federico II di Svevia battute nelle zecche di Brindisi e Messina (2) hyperpyra : monete d'oro dell'impero bizantino, dall'epoca dei Comneni in poi, conosciute in Occidente anche con il nome di bisanti (nome spesso riferito genericamente alle monete d'oro orientali, comprese quelle islamiche) (3) probabilmente riferito alle monete d'oro (dinar) coniate in Spagna dalla dinastia degli Almohadi, che proveniva dalla tribù berbera dei Masmuda; o, più in generale, alla purezza dell'oro con cui erano fabbricate : 20 carati 1/2, la stessa dell'hyperpyron e dell'augustale (oro di pagliola)
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  14. Quoto in pieno la frase di Elmetto "il valore della patina non e' quantificabile in percentuale....come del resto il valore di catalogo e' un riferimento" !!!!!!!!!!! Sono dell' opinione che a tutti piace in linea generale la moneta al top, ma quando si scende nei particolari, come appunto le diverse tipologie di patina, penso che il discorso diventi piu' soggettivo e ci sia chi,a parita' di esemplare, sia disposto a spendere qualcosa in piu' e chi invece no!!!...credo che questo sia comunque uno degli aspetti che rendono bello il mondo della numismatica, il saper apprezzare anche in maniera differente le diverse particolarita' di un bel esemplare!!! Se cosi' non fosse non ci sarebbe neanche modo di confrontare le nostre opinioni, i nostri punti di vista e le nostre scelte (e tra queste anche quella di essere disposti a pagare un qualcosa in piu' per un particolare che in un determinato esemplare ci affascina particolarmente), ovviamente non sempre concordi, ma allo stesso modo da rispettare
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  15. Buona giornata Venezia, anche in questo frangente, ci dimostra una volta di più di quanto fosse diversa dalle altre città/stati. Non solo la particolarità del suo territorio, della civiltà delle sue istituzioni, del suo tipo di governo, ma anche in quella stupefacente serie di monete che sono le oselle, ci da l'opportunità di "sfogliare" una sequenza di "fotogrammi" coniati nell'argento (e nell'oro), nei quali possiamo riconoscere i momenti più importanti della sua vita. In altre città/stati, si sarebbero coniate monete di ostentazione, come spessissimo si è visto, dove il "primus" (re, imperatore, vescovo o nobile a capo di quel territorio) avrebbe, appunto, ostentato la sua persona e quella dei suoi familiari, la propria preminenza in quel dato terrotorio che amministrava ed enfatizzato il suo casato e quanto di importante aveva fatto. A Venezia ciò non era possibile; il doge, ma anche i nobili che svolgevano ruoli istituzionali perché eletti, non potevano assolutamente personificare tale potere. Quello che importava non era il loro nome o casato, ma il ruolo che rivestivano - tra l'altro temporaneamente (salvo il doge ed i procuratori di S. Marco) - a beneficio della Repubblica. Quindi niente stemmi del proprio casato, niente quadri o statue negli edifici pubblici; unica eccezione era lo stemma del doge regnante in una sala di palazzo ducale (e qualche altra trascurabile testimonianza). Il potere veneziano, non poteva testimoniare sulla monetazione ordinaria ciò che di buono e di importante per lo stato e la comunità in generale veniva fatto, poiché quella era "ingessata" su di una iconografia riconosciuta ed apprezzata internazionalmente, da una moltitudine cioè di stati e persone, queste ultime quasi sempre analfabete, che in quella iconografia aveva fiducia; sarebbe stato controproducente cambiarla ogni piè sospinto. Ciò che non poteva avvenire attraverso la monetazione ordinaria, però, trovava spazio su quel formidabile "veicolo" che era l'osella. saluti luciano
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  16. Purtroppo la risoluzione delle immagini lascia molto a desiderare ma va bene per dare un quadro delle mie monete ordinarie, soltanto un anno per serie, miste tra circolate e FDC ma che man mano diventeranno tutte FDC (sto partendo dai centesimi).
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  17. Ok. Non condivido l'idea di fondo di giochino fine a se stesso (stride con la 'mission' del forum), ma accetto la spiegazione. A mio avviso il gioco, così come è nato e con queste regole, fatica a reggere. Prendilo come consiglio o critica, è la mia idea. Del resto è sempre un piacere vedere e sapere che sono stati trovati euro rari o difficili da reperire ;)
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  18. Grazie Giovanna, senza di te tutti perderemmo una grande opportunità. Con le tue foto hai voluto dare un assaggio a chi non è potuto intervenire lo scorso anno alla domenica. Ecco il motivo per cui quest'anno abbiamo voluto cambiare location da Masserano e dare così la possibilità di presentare cose nuove in un ambiente nuovo ma sempre collegato con Messerano, le sue monete la sua storia. Il programma è stato scelto con cura ed ambizione, per sorprendere ancora una volta le persone che interverranno. franco
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  19. C'è stata già un'ampia discussione costruttiva con Atletica, non ha scopi precisi questo giochino, per "studiare" la circolazione effettiva in Italia o vedere tante botte di c... c'è già l'Osseravtorio Rarità.. Lo stesso Atletica è il primo ad essere conscio del fatto che questo è appunto un giochino, niente più niente meno, per chi ama i numeri, giocare con le monete più rare trovate da ognuno di noi, tutto qui ;-)
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  20. Vorrei sollevare alcune critiche costruttive sia chiaro, siamo qui per condividere idee e pensieri, ma non riesco a trovare un senso logico a questo gioco. O meglio, non ne vedo un seguito duraturo. Se l'obiettivo è quello di metter in evidenza la moneta più rara trovata in circolazione bastava semplicemente dire di postare quella con minor tiratura in nostro possesso (magari divisa tra normale e CC); argomento interessante ma ben presto sarebbe finito in fondo alle discussioni. Se invece l'obiettivo è quello di mettere in evidenza le nostre natiche intese come 'fortuna' nel ritrovamento (regola della somma delle tirature) allora è coerente, ma permettetemi di dire che non serve a nulla ai fini della divulgazione. Se qualcuno vuole chiarirmi le idee sono ben felice di leggerlo ci mancherebbe. :help:
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  21. @@DanPao io ho richiesto il folder ma visto che hai chiesto chi vuole cederlo lo faccio io.Perchiò al posto del folder mi dai Il 2 EURO SEDE VACANTE da rotolino.
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  22. Sono tutte monete classificate anche sul nostro catalogo... Anche se e' seguito quasi sempre il grado di rarita' piu' aggiornato che e' quello del MIR... Anche se in molti casi discutibile... Ad esempio l ottavo di scudo e' abbastanza raro... Comunque puoi fare un raffronto sulle rarita' effettive anche soltanto guardando le immagini.. Piu' sono e meno sono rare... Poi comunque ci sono monete che anche se non rarissime lo diventano se in buone o ottime conservazioni!! Purtroppo ho capito che ci rimarra' la curiosita' di vederle...
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  23. tra l'altro manomettere monete e banconote è anche reato :nea:
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  24. Non metto in dubbio che un cartello possa incidere sul libero mercato (l'Antitrust serve a contrastare l'ipotesi). Dubito che il cartello possa per lungo tempo incidere su un intero settore nel mercato mondiale. È la regola che dice che si può essere più intelligenti di tutti in una occasione o più intelligenti di qualcuno sempre, ma non più intelligenti di tutti sempre. Il cartello nasce da convergenze oggettive di interessi ed opera necessariamente con il criterio della unanimità (e non di maggioranza): le convergenze e l'unanimità non sono destinate a durare per la complessità del mercato globale. Più interessante la genesi della Teoria del complotto. Una oscura forza che trama nell'ombra a nostro discapito ed a suo vantaggio. Probabilmente il tutto nasce dalla concezione di un Dio totalmente onnipotente non contrastato dal libero arbitrio ed al tutto si aggiunge una pessima considerazione delle capacità del genere umano. Venuto meno Dio, il suo posto e preso da questa forza oscura (si pensi alla fanfaluca dei Protocolli dei Savi di Sion) che tiene in mano i destino del mondo o si appresta in tal senso. Ho sempre guardato con sospetto a queste teorie: ho sempre ritenuto che chi le propugna dia atto dell'incapacita' del singolo e della collettività di essere artefici della propria sorte. E si sa, a lungo andare, l'abito fa il monaco. È, insomma, una scelta che ti rende perdente. E non mi voglio aiutare ad essere perdente. Polemarco
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  25. Divina Commedia Inferno – Canto Trentesimo 58 «O voi che sanz’alcuna pena siete, e non so io perché, nel mondo gramo», diss’elli a noi, «guardate e attendete a la miseria del maestro Adamo; … Il maestro Adamo fu istigato dai conti Guidi a falsificare il fiorino di Firenze. … 88 Io son per lor tra sì fatta famiglia; e’ m’indussero a battere li fiorini ch’avevan tre carati di mondiglia». Caduto nelle mani della Signoria fiorentina, venne arso vivo come falsario. Nella decima bolgia dell’Inferno incontriamo il “falsatore di moneta” maestro Adamo. Il dannato ha il ventre gonfio ed enorme per l’idropisia (malattia che porta a un eccessivo gonfiore per la presenza di liquido a carattere trasudativo in una o più cavità sierose) e il collo e il volto magri e asciutti; cosa che porta il Poeta all’osservazione che, se fosse stato privo delle gambe, sarebbe sembrato un liuto (come dire, un mandolino). Maestro Adamo, arso vivo per ordine della Signoria fiorentina, fu istigato dai conti Guidi a falsificare il Fiorino di Firenze: “e’ m’indussero a battere di fiorini ch’avevan tre carati di mondiglia”. Il fiorino era fatto di oro puro, cioè di 24 carati, e il falsario ne sostituiva tre con metallo di lega frodando tre carati per fiorino. Da notare la vis poetica di Dante che in questi versi chiama “lega suggellata” l’allegazione di metalli che per conio improntato diventano moneta. apollonia
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  26. Procedo ora con la seconda osella che vi propongo, simbologia completamente differente, ma affascinante anch'essa. Siamo con Alvise IV Mocenigo ( 1763 - 1778 ), A. IV, 1766 : D/ Sono raffigurati il leone e una tigre posti uno di fronte all'altra. Intorno la leggenda AFRICA TIGRIS AGIT PACEM CUM REGE FERARVM ( la tigre africana stringe pace col re delle belve ) R/ Una fronda di palma e una di alloro racchiudono la scritta ALOYSII MOCENICO PRINCIPIS VENETI MVNVS. AN : IV 1766, sigle del masser M S, Mario Soranzo Viene celebrato l'accordo di pace raggiunto con il Bey di Tunisi, dopo le continue scorrerie piratesche nell'Adriatico. Quindi qui altra simbologia, una pace, dopo le scorribande, con due protagonisti fortemente espressivi.
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  27. Concordo con Polemarco come si fa a scrivere certe cose su un Bulletin Numismatique mi sfugge proprio... senza contare che certe affermazioni, proprio per il loro peso specifico se fatte si sostengono n^con un minimo di fatti.. e senza contare che il signore in questione dimostra una certa ignoranza dei meccanismi di mercato, se si facesse un giro (guidato) a Wall Street forse imparerebbe qualcosa sull'offerta/domanda speculativa di oro da parte degli investitori , altro che le banche centrali che movimentano solo relativamente il mercato (eccetto forse la Cina).
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  28. come dice Carlo e il buon Riccardo, patina naturale vuol dire genuinità. Vuol dire che la moneta non è stata manipolata, che ha visto i decenni passare (quindi con tutta probabilità è buona). Se parliamo di patina dobbiamo giustamente inquadrare il periodo: per chi colleziona gli euro a parlare di patina ti rideranno in faccia, e ti diranno "le monete devono essere perfette, mica ossidate". Se parliamo con un collezionista di Antoniniani, ci dirà probabilmente che pagherebbe per un sesterzio con "una bella patina" guardate che chicche in questa pagina. Se fossero spatinate diventerebbero praticamente insulse... http://www.sesterzio.eu/patine/galleria.htm E aggiungo in ultimo che il valore della patina non è quantificabile in percentuale.. come del resto il valore di catalogo è un riferimento... una moneta vale sempre il prezzo a cui viene venduta (chi ha esperienza capirà che voglio intendere, i più del forum invece si chiederanno che cacchio voglia dire)
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  29. le patine hanno una loro importanza...e man mano che si torna indietro nel tempo, assumono sempre maggiore importamza; una cosa e' parlare di patina su una moneta di Vitt. Em.III...un'altra cosa e' parlare di patina un un sesterzio di Nerone....nel primo caso, su una moneta in alta conservazione, si puo' arrivare a pagare un surplus...10...15...20%...ma non di piu', col sesterzio be....le cose camdiano ..e di parecchio!!! 10..15..20 ......VOLTE !! ( se parliamo si patine eccezionale su monete in alta conservazione!)
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  30. Bellissima moneta da 10 Eurocent................ Uno dei rari esemplari arrivati fino a noi di quelli utilizzati dai cavalieri templari al tempo delle crociate.............. :rofl: :rofl: :rofl:
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  31. E fu cosí che nei giorni successivi apparvero diverse GK qFdC :P
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  32. il cc Boccaccio in folder è in vendita alla zecca a 12 €
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  33. Quando si può far credere al mondo la versione ufficiale dell 11 settembre che fa acqua da ogni parte, si può far credere qualunque cosa. Questo non depone proprio favore dell'autore ... (Sto parlando del francese). Sarà che sono portato a guardare con perplessità chi crede che gli americani non siano atterrati sulla luna, chi pensa che Elvis sia ancora vivo, chi è convinto che Il cantante dei Beatles sia il sosia di quello vero morto da tempo, chi crede negli extraterrestri etc Ma è solo un mio ingenuo pregiudizio Polemarco
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  34. più che un errore di conio mi sembra che la moneta sia stata messa in una pressa, mai visto nulla di simile
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  35. INDIA 50 PAISE 1988 e 2000 I 50 Paisa indiani del 1988 sono di due differenti tipologie e coniati in 4 zecche diverse. Quelli del 2000 sono di una sola tipologia, ma coniati in 4 zecche diverse. Necessitano foto chiare di ogni faccia per stabilirne tipologia e zecca, così da poterti fornire la tiratura.
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  36. Ho "beccato" quella alla quale ti riferisci...... Sempre da NAC Africis leo saevus in undis Il leone (di Venezia) è fiero nelle onde africane. Qui c'è il vascello veneziano che spara una bordata verso un naviglio turco C'ho azzeccato?
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  37. Il mio punto di vista: Il monetiere Pansa, Pan e Giove Anxur http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/b031/b031.html Saluti. Giulio De Florio
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  38. La mia moneta preferita di Giorgio V è la bellissima corona del 1935 :p
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  39. Mapperfavore, va bene tutto ma baggianate del genere non possono essere fatte passare sotto silenzio, perchè qualcuno potrebbe pure crederci... oltretutto se a scrivere è un neoiscritto che non sa nemmeno distinguere un BB da un FDC.... basta farsi un giro sul sito di Inasta per vedere come tondelli non uguali ma cmq di similare origine facciano realizzi infinitamente più bassi.... ne cito alcuni: Inasta 41 13/9/11, lotto 4589, 10 lire 1970 coniata su tondello da 5 lire (FDC), base 40 Euro realizzo 55 Inasta 40 28/6/11, lotto 4053 200 lire 1989 coniato su tondello da 20 lire (FDC), base 40 realizzo 60 Inasta 40 28/6/11, lotto 4085 100 lire 1974 coniato su tondello da 50 lire (qFDC), base 35 realizzo 60 Inasta 40 28/6/11, lotto 4139 20 lire 1988 coniato su tondello da 200 lire (FDC), base 40 realizzo 65 Inasta 38 15/2/11, lotto 4835 200 lire 1978 coniato su tondello da 20 lire (FDC), base 25 realizzo 60 Inasta 31 15/9/09, lotto 5072 200 lire 1978 coniato su tondello da 20 lire (FDC), base 60 realizzo 80 Questo è quello che oggettivamente dice il mercato su tondelli del genere, poi quello di questa discussione è esteticamente anche più carino rispetto a molti dei tondelli citati sopra e probabilmente potrebbe fare qualcosa in più delle poche decine di Euro citate nei realizzi, ma l'ordine di grandezza è quello, non mettiamo stupidaggini nella testa della gente, che di notizie false, assurde e fuorvianti nel mondo della numismatica ce ne sono già anche troppe.....
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  40. inconfondibile "alberello" dei millim turnisini... 5 millim per l'esattezza :D
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  41. Ciao e benvenuto sul forum, sarei curioso anche io di vedere le foto della liretta del 1863 e dell' aquilino del 1927 at salut :)
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  42. Un ricordo, numismatico, di mia nonna è quello che mi acquistava, di nascosto da mio padre.... ;) le uscite di "monete nel mondo" l'andavo a trovare e come per magia arrivava nel salotto con le ultime uscite... :) E la scatolina di monetine che aveva sul mobile? quanti anni che sono passati.... che bei ricordi.
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  43. Caro dabbene, sei scorretto a toccare certi argomenti! Ho tanta, tanta tenerezza se penso ai miei nonni, così semplici, così timidi, così poveri ...eppure anche a me hanno lasciato qualche "caravella" circolata e sono le più preziose di tutta la mia collezione. Ma oggi il mondo è diventato cinico, tutto volto al profitto, sono banditi i sentimentalismi ...e allora per riequilibrare ti allego la mia cattiveria quotidiana ...e mi sento più moderno!
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  44. Dopo qualche anno ho deciso di sostituire in collezione anche la lira del 1905 Ecco la nuova entrata
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  45. Un abbraccio da parte di tutta la grande famiglia lamonetiana per il terribile dolore che tu e tua moglie avete dovuto affrontare!
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  46. Non trovo le parole per esprimerti la mia solidarietà per questo tuo terribile lutto. Un abbraccio a tutta la tua famiglia e complimenti per la tua idea. Marfir.
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  47. Sei un grande uomo,hai tutta la mia ammirazione
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  48. Non potrebbe essere un bel furto di identità alla grande? Altrimenti siamo alla frutta con questo vediamo il livello di intelligenza medio italiano abbassarsi e retrocedere alle proscimmie (scusandomi con le proscimmie) . Un Paese dove tutti si credono più furbi , più bravi e nati per essere primi , dove tutti sanno far tutto e diventano maestri dopo due giorni di pratica. Di chi è la colpa , ognuno le proprie ed io non mi riconosco più fra questa gente che una volta era la mia gente e con orgoglio. Cambierà? Speriamo. Beato quello che stasera sé portato a casa 40.000.000 di euro con un 6 al Superenalotto, tante congratulazioni e con tanta invidia , da domani potrà godersela dove e come gli pare!!!!!
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  49. Muayhuahauhauhauh sto piangendo... :rofl: IL PLETTRO DEL DESTINO...
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  50. :blush: ehm :D si Come dico sempre io faccio collezione di monete, non di confezioni o cofanetti, so bene che aprire le divisionali ha molte controindicazioni ma per la verità non me non importa niente, a me piace così, voglio vedere tutte le mie monetine nei raccoglitori, con le mie paginette, belli da guardare la sera come un libro o da far vedere ai (pochi) che mi hanno chiesto di vedere cosa ci fosse dentro a tutti quei raccoglitori sugli scaffali del soggiorno, unico consiglio che posso dare a chi come me ha la mania del forbicione per le divisionali è quello di adoperare SEMPRE un paio di guanti quando poi estrai le monete, cosa che comunque non sempre fanno anche quelli che le confezionano. Curiosità: le più ostiche da aprire sono quelle tedesche, una volta mi sono pure fatto male :rofl: Per dovere di cronaca aggiungo che hanno avuto lo stesso trattamento anche le divisionali della Repubblica e di san Marino, quelle in lire intendo.......... Altra piccola cosa: fino a un paio d'anni fa nei miei raccoglitori della monetazione in €uro c'erano solo monete in...................... €uro, mi sono accorto che chi (pochi sempre) le guardava dopo aver sfogliato un paio di album si stufava perché le monete per loro erano tutte uguali, in effetti ogni album è dedicato ad un paese solo, non vanno per annata, mi è venuta così l'idea di renderli più interessanti, ho inserito (per tipologia e non per millesimo) e per ogni paese la monetazione precedente all'adozione dell'€uro, in molti casi andando parecchio indietro nel tempo, ho aggiunto banconote, pagine con piccoli aneddoti sulle monete, statistiche e quanto mi pareva interessante, tutte le monete pre euro poi sono accompagnate da un cartellino in modo che chi le guarda sa subito di che moneta si tratta, in che materiale è ed in che periodo è stata emessa, magari stasera vi faccio vedere qualcosa, nei raccoglitori, dopo le serie ordinarie, le CC, eventuali argenti ed altre in metallo comune si trovano anche le eventuali varianti, tutte con foto e descrizione, le monete con difetti di conio, anche qui una pagina per taglio di moneta e quelle trovate in circolazione a bassa tiratura. Chiaramente facendo così ci si trova col tempo ad avere problemi di.........................spazio in casa Buona Domenica a Tutti
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